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LA TRIENNALE DI MILANO

A cura di BENNO ALBRECHT, ANNA MAGRIN


© 2015 testi e impaginati
Fondazione La Triennale di Milano
viale alemagna 6, 20121 milano
tel. 02 724341
www.triennale.org
Fondazione Triennale di Milano Fondazione
la Triennale di Milano Servizi Srl Museo del Design

Consiglio d’Amministrazione Consiglio d’Amministrazione Consiglio d’Amministrazione


Claudio De Albertis, Presidente Carlo Edoardo Valli, Presidente Arturo Dell’Acqua Bellavitis,
Giovanni Azzone David Bevilacqua Presidente
Clarice Pecori Giraldi Andrea Cancellato, Consigliere Erica Corti
Carlo Edoardo Valli Delegato Barbara Pietrasanta
Valentina Sidoti
Collegio dei Revisori dei conti Organo di controllo
Maria Daniela Muscolino, Presidente Maurizio Scazzina Collegio Sindacale
Barbara Premoli Salvatore Percuoco, Presidente
Giuseppe Puma Ufficio Servizi Tecnici Maria Rosa Festari
Marina Gerosa Andrea Vestita
Direttore Generale
Andrea Cancellato Ufficio Servizi Amministrativi Direttore Generale
Anna Maria D’Ignoti Andrea Cancellato
Comitato Scientifico Isabella Micieli
Claudio De Albertis, Presidente Silvia Anglani Triennale Design Museum
Silvana Annicchiarico, Chiara Lunardini
Design, Industria e Artigianato Direttore
Edoardo Bonaspetti, Fundraising e sponsorship Silvana Annicchiarico
Arti visive e Nuovi Media Olivia Ponzanelli
Alberto Ferlenga, Giulia Panzone Producer Attività Museo
Architettura e Territorio Roberto Giusti
Eleonora Fiorani, Moda Servizi al pubblico e ricerche
Valentina Barzaghi Ricerche Museali
Settore Affari Generali Marilia Pederbelli
Maria Eugenia Notarbartolo Marketing e progetti speciali
Franco Romeo Caterina Concone Collezioni e Archivio
Valeria Marta del Design Italiano
Settore Biblioteca, Giovanna Alfieri Giorgio Galleani
Documentazione, Archivio
Tommaso Tofanetti Ufficio Iniziative
Claudia Di Martino Maria Pina Poledda
Elvia Redaelli
Beatrice Marangoni Ufficio Stampa e Comunicazione
Damiano Gullì
Attività Istituzionali ed Eventi
Laura Agnesi Attività TDMEducation
Roberta Sommariva Michele Corna
Alessandra Cadioli Michela Gazziero

Mostre e Iniziative Ufficio Servizi Amministrativi


Violante Spinelli Marina Tuveri
Laura Maeran
Eugenia Fassati Logistica
Giuseppe Utano
Progetti istituzionali e comitato
scientifico Laboratorio di Restauro, Ricerca
Carla Morogallo e Conservazione
Luca Lipari Barbara Ferriani, coordinamento
Michele Andreoletti Rafaela Trevisan
Alessandra Vannini
Servizi Tecnici
Alessandro Cammarata
Cristina Gatti
Franco Olivucci
Hernán Pitto Bellocchio
Xhezair Pulaj

Ufficio Servizi Amministrativi


Paola Monti

Comunicazione istituzionale e
relazioni media
Antonella La Seta Catamancio
Marco Martello
Micol Biassoni
Dario Zampiron
Gianluca Di Ioia

Partner per Arte e Scienza


Fondazione Marino Golinelli
Triennale Xtra Esportare il Centro Storico Fotografie e film Stefano Perego, Daniele Pini,
Maddalena D’Alfonso Elena Pivato Giovanni Plizzari
Mostre di Architettura, Arte e Brescia, Palazzo Martinengo Francisco Pol Méndez Anna
Design nei capoluoghi lombardi delle Palle Via S. Martino della Micro-trasformazioni Paola Pola Marco Philipsen Prahm
Battaglia 18 Paolo Mestriner con Salvatore Caterina Pregazzi Cristina Renzoni
Ideazione e coordinamento Carbone, Stefano Di Corato, Erika Paola Ricco Chiara Rostagno
scientifico — Frosi, Nicolò Galeazzi, Maria Pia Francesco Siravo Stefano Storchi
Alberto Ferlenga, Curatore Trien- Gervasi, Sara Omassi Bertrand Terlinden Maurizio
nale Architettura 11 settembre Tira Laura Travaglini Gian Paolo
28 dicembre 2015 Le città di Leonardo Benevolo Treccani Hanne Windsholt
Progetto d’identità visiva Benno Albrecht
Marco Strina Curatore Fornitura stampanti 3D
Benno Albrecht, Anna Magrin Prossemica Sharebot
Coordinamento organizzativo Benno Albrecht, Stefano Mandato,
Roberta Sommariva, La mostra è promossa da Anna-Paola Pola, Gianpiero Modellazione digitale e
Alessandra Cadioli Comune di Brescia Ribolla con Elisa Basso, Andrea stampa 3D
Emilio Del Bono, Sindaco Borgato, Matteo Brighenti, Raf- Giuseppe D’Acunto con Luisa
Coordinamento tecnico Laura Castelletti, Vicesindaco faele Camputaro, Alberto Cosaro, Vittadello Alessio Bortot, Marco
Marina Gerosa, Michela Tiboni, Assessore all’Ur- Matteo Dainese, Alberto Degani, Bomben
Cristina Gatti banistica e pianificazione per lo Martina Favaretto, Nicolò Golin, e con Filippo Andreoli, Massimilia-
sviluppo sostenibile. Giovanni Magri, Clara Mesaglio, no Arretino, Francesco Barisan,
Comunicazione Ermanno Rizzo Andrea Cabianca, Greta Cattelan,
Antonella La Seta Catamancio, Università degli Studi di Brescia Francesco Ceola, Margherita
Micol Biassoni, Dipartimento di Ingegneria Civile, Investire nel centro storico: l’Univer- Cisamolo, Alberto Colleoni,
Marco Martello, Architettura Territorio, Ambiente e sità degli Studi di Brescia Mattia Da Riol, Daniela Da Ronch,
Dario Zampiron, di Matematica Michele Pezzagno, Marco Rosini Martina Federici, Micol Galeotti,
Gianluca Di Ioia Sergio Pecorelli, Rettore Serrati, Fabiana Steele, Berend Barbara Ghirelli, Andrea Guar-
Strijland, Monica Velasco digli, Gianmarco Ippino, Diego
Fundraising and sponsorhip Consulenti scientifici Lucatello, Lubna Matar, Lavinia
Olivia Ponzanelli, Francesco Bandarin Urbicidi Muraro, Martina Nadalini, Fabio
Giulia Panzone Pier Luigi Cervellati Umberto Saraceni / Realizzazio- Oselladore, Francesca Pellegrinel-
Patrizia Gabellini ne ed Editing video con Benno li, Riccardo Pellizzari, Tommaso
La Mostra è frutto della Vittorio Gregotti Albrecht, Anna Paola Pola Petrosino, Giulia Piacenti, Jonatan
collaborazione tra Pizzini, Andrea Schiavinato,
Triennale di Milano, Regione Coordinamento Generale Installazione artistica Edoardo Solito, Simone Tormen,
Lombardia e Comune di Brescia Elena Pivato e Giovanni Chinnici / Rinaldo Turati Claudio Triassi, Elisa Vendemini,
Urban Center Comune di Brescia Rossella Villani, Martina Vio, Luca
Allestimento a Palazzo Zanette, Bartolomeo Zanotti
Partner istituzionale Supporto Organizzativo e Martinengo
Amministrativo per il Comune Benno Albrecht, Rinaldo Turati, La mostra è stata realizzata
di Brescia Enrico Guastaroba con il sostegno e la parteci-
Gianpiero Ribolla / Area Pianifi- pazione di
cazione urbana e mobilità, Settore Allestimento Crocera di Fondazione ASM gruppo a2a
Urbanistica San Luca Ordine degli Architetti, Pianifica-
Diana Mastrilli / Area Pianificazio- Benno Albrecht, Paolo Mestriner tori, Paesaggisti e Conservatori
Partner tecnico ne urbana e mobilità, Settore Urba- della Provincia di Brescia Ordine
nistica, Servizio Amministrativo Autori e Curatori degli Ingegneri della Provincia di
Massimo Azzini, Marco Ponzoni, Benno Albrecht Antonino Brescia Ordine Avvocati Brescia
Fulvio Frattini, Vittorio Quadri, Antequera Dora Arízaga Guzmán ANCE Brescia-Collegio dei Co-
Massimo Zanaglio / Area Servizi Gastone Ave Sarah Baker struttori edili Collegio Geometri e
Tecnici Massimo Balsimelli Francesco Geometri laureati della Provincia
Nora Antonini, Giovanni Giannelli, Bandarin Alessandro Benevolo di Brescia.
Giovanni Santalucia, Angelo Zava- Luigi Benevolo Viola Bertini
glio / Area Affari Generali, Settore Ruben Abel Bianchi Bertrando con la collaborazione
gare e Appalti Bonfantini Patrizia Bonifazio Pa- dei soci volontari del TOURING
olo Ceccarelli Pier Luigi Cervellati Club Italiano
Assistenza all’organizzazione Davide Cutolo Giuseppe D’Acunto
Serena Cominelli Roberto D’Agostino Maddalena e con il patrocinio del
D’Alfonso Silvia Dalzero Nicla F.A.I. Fondo Ambiente Italiano
Identità visiva e progetto Dattomo Filippo De Dominicis
grafico Adalberto Del Bo Felipe Delmont Assicurazioni
Stefano Mandato Michele Di Marco Jørgen Eske- Mansutti Spa Art Broker
mose Andersen Nasrine Faghih
Comunicazione locale Paola Favaro Joao Flores Giulia
Ufficio Stampa Comune di Brescia Fini Marika Fior Enrico Fontanari
Urban Center Comune di Brescia Enrico Formato Robert Freestone
Cecilia Fumagalli Donald Insall
Sezioni a cura di Patrizia Gabellini Bruno Gabrielli
Italia 1945-1990 Jacopo Galli Francesco Gastaldi
Anna Magrin Vittorio Gregotti Pilar Maria
Guerrieri Mehdi Kowsar Jorge
Dall’Italia all’Europa Lobos Giampiero Lombardini,
Jacopo Galli, Anna Magrin Pietro Macchi Cassia Anna Magrin
Michela Maguolo Alessandra Ma-
La città storica nei paesi rin Alvise Marzollo Laura Mascino
extraeuropei Paolo Mestriner Ludovico Micara
Filippo De Domincis, Cecilia Johan Mottelson Etra Occhialini
Fumagalli, Anna-Paola Pola Federico Oliva Sergio Pecorelli
Paola Pellegrini John Pendelbury
Catalogo Si ringraziano vivamente La Mostra è frutto della
per la collaborazione collaborazione tra
A cura di Leonardo Benevolo, Archivio
Benno Albrecht, Anna Magrin Progetti IUAV il presidente
Serena Maffioletti e il responsabile
Progetto grafico Riccardo Domenichini, Marco
Stefano Mandato Fasser (Soprintendenza per i Beni
Architettonici e Paesaggistici -
Redazione Brescia, Cremona e Mantova),
Silvia De Laude Impresa edile Rudy Gallia
Teodora Ott Andrea Guardigli, Umberto Ferro
(Laboratorio Fotografico IUAV),
Impaginazione Gabriele Corsani, Paola Viganò,
Jacopo Galli Roberto Bobbio, Matthias Ripp,
archivio digitale RAPu, Stavanger
kommune, Kultur og byutvikling,
Stampa Stadt Regensburg, Amt für
Stadtentwicklung, Katja Lemper,
A cura di Carmine Piscopo (Assessore
Guaraldi Srl all’Urbanistica Edilizia e Beni
Comuni del Comune di Napoli),
Presso Direzione Pianificazione e Gestio-
Centro Stampa Digitalprint Rimini ne del Territorio – Sito, UNESCO
settembre 2015 del Comune di Napoli, Francesco
Ceci, Giuseppe Panico, Francesca
ISBN 978-88-6927-193-9 Pignataro, Elio Caldarazzo, Donald
Insall Associates Francesco Giaco-
bone (Ministero delle Infrastrut-
ture e dei Trasporti) e Archivio
DiCoTer, Katja Marasovic, Jose
Vicente Pérez Palomar (Ayunta-
miento de Alcalá de Henares), Ana
Rosa Cànovas, Bruno Dolcetta
Chiara Manaresi, Settore Piani e
Progetti Urbanistici del Comune
di Bologna, Francesco Evangelisti,
Comune di Siena - Ufficio Servizio
Urbanistica del Comune, Rolando Con il contributo di
Valentini, Simone Ricca, François
Cristofoli, Cristina Pallini, Alberto
Gadola, Claudia Cominelli, Studio
Glass architettura urbanistica
(Archivio Giorgio Lombardi),
Fondazione Adriano Olivetti per
aver concesso la consultazione
e l’uso dei materiali provenienti
dal Fondo Ludovico Quaroni
conservati presso l’Associazione
Archivio Storico Olivetti a Ivrea.
SIAF/Cité de l’architecture et du
patrimoine / Archives d’architec-
ture du XXe siècle

In particolare si ringraziano
per il loro contributo
Patrizia Gabellini
Pier Luigi Cervellati
Francesco Bandarin
Enrico Fontanari
Indice
La cultura, las politicas y los
procesos de recuperacion de los
centros historicos en España, de
los promeros 80 del XX a hoy
( 100 ) — Francisco Pol Méndez
Presentazioni
( 13 ) — Claudio De Albertis, Alberto Ferlenga Il sincretismo tecnico dei piani di
( 16 ) — Michela Tiboni, Laura Castelletti ricostruzione
( 116 ) — Bertrando Bonfantini

1. ESPORTARE IL CENTRO STORICO Una questione di scala e di pubblico.


La dimensione territoriale della tutela
Esportare il Centro Storico nella programmazione nazionale degli
( 20 ) — Benno Albrecht anni Sessanta
( 128 ) — Cristina Renzoni
La conservazione della città è un
problema urbanistico La storia alimenta la storia
( 26 ) — Anna Magrin ( 134 ) — Benno Albrecht

Appunti per un’analisi del


contributo italiano alla conservazione 2. ITALIA 1945-1990
del patrimonio urbano
( 32 ) — Francesco Bandarin Italia 1945-1995. Il progetto urbanistico
della città storica
La città storica nel mondo globale ( 146 ) — Anna Magrin
( 42 ) — Pier Luigi Cervellati
BERGAMO 1926-1960
Una cultura per il futuro della città Il piano di Luigi Angelini per Bergamo Alta:
( 50 ) — Patrizia Gabellini snodo per il progetto dei centri storici
( 162 ) — Bertrando Bonfantini
Un breve excursus sui temi e problemi
dei centri storici ROMA 1954-1962
( 56 ) — Bruno Gabrielli Il nuovo volto della città e la ‘battaglia
per il piano’
Demolire l’idea di periferia ( 169 ) — Anna Magrin
( 64 ) — Vittorio Gregotti
ASSISI 1955-1966
Quale futuro per il nostro passato? I centri La pratica scientifica ad Assisi
storici tedeschi prima e dopo l’Anno ( 174 ) — Paola Pellegrini
Europeo del Patrimonio Architettonico
( 70 ) — Davide Cutolo URBINO 1958-1964
Fra struttura e forma. Una esperienza del tutto
La salvaguardia dei centri storici in eccezionale per Urbino
America Latina: un paradigma italiano ( 177 ) — Paola Pellegrini
( 76 ) — Enrico Fontanari
FIRENZE 1951-1962
Reconciling History with Modernity: Una idea di futuro per Firenze. Il piano regolatore
1940’s Plans for Durham and Warwick del 1962 e l’impegno di Edoardo Detti per la città
( 86 ) — John Pendlebury ( 181 ) — Paola Ricco
UMBRIA 1952-1972 GENOVA 1992-2007
Giovanni Astengo in Umbria Politiche e interventi per il centro storico
( 186 ) — Michela Maguolo, Alessandra Marin ( 238 ) — Francesco Gastaldi

BOLOGNA 1960-1973 VENEZIA 1993-1996


La forma della città pubblica Il Piano della Città Antica
( 193 ) — Anna Magrin ( 241 ) — Roberto D’Agostino

RIMINI 1968-1975 PRATO 1993-1996


La città come esperienza educativa Un progetto per Prato
( 198 ) — Alvise Marzollo ( 245 ) — Paola Viganò

NAPOLI 1970-2015 BRESCIA 1996-1998


Dal diradamento alla conservazione
Il Piano Regolatore Bernardo Secchi
( 203 ) — Enrico Formato, Laura Travaglini
( 251 ) — Elena Pivato

TOSCANA 1972-1980
La sperimentazione per il recupero dei centri
3. DALL’ITALIA ALL’EUROPA
storici in Toscana
( 205 ) — Massimo Balsimelli
Conservare l’Europa.
Verso una politica continentale per il
ANCONA 1972-1980
patrimonio culturale
Un progetto di città: ricostruzione e recupero del
( 258 ) — Jacopo Galli, Anna Magrin
centro storico dopo il terremoto
( 208 ) — Laura Mascino
STAVANGER 1956-1974
Stavanger Preservation Plan
BRESCIA 1972-1980
( 268 ) — Hanne Windsolt
Il Piano per il centro storico di Brescia
( 211 ) — Alessandro Benevolo
CHESTER 1966-1969
PAVIA 1976-1977 La conservazione come civic surgery

Il centro storico nel PRG del 1976 ( 268 ) — Jacopo Galli

( 214 ) — Federico Oliva, Marika Fior


PORTO 1969-1974
MELZO 1977-1980 The 1969 Barredo’s Urban Renewal Study
Innovazione e modernità. Il Piano per il centro ( 273 ) — Joaquim Moura Flores
storico di Melzo
( 217 ) — Pietro Macchi Cassia REGENSBURG 1971-2001
Il risanamento del centro storico
SIENA 1986-1990 ( 276 ) — Davide Cutolo
L’esperienza del P.R.G. di Siena
( 219 ) — Giampiero Lombardini BERLIN 1975-1987
Berlino città senza centro?
TORINO 1987-1995 ( 277 ) — Davide Cutolo
Un palinsesto per la modificazione
( 225 ) — Anna Magrin, Anna Paola Pola ALCALÁ DE HENARES 1985-2000
El Planeamiento del Recinto Histórico
PALERMO 1988-2000 ( 279 ) — Francisco Pol Méndez
Piano Particolareggiato Esecutivo del centro
storico di Palermo
( 232 ) — Luigi Benevolo
CÁCERES 1985-2011 DAMASCO 1966-1968
La conformacion y evolucion de la ciudad Il Piano direttore di Damasco
histórica ( 342 ) — Bertrand Terlinden
( 282 ) — Antonino Antequera, Francisco Pol
Méndez SYDNEY 1967-1971
The 1971 City of Sydney Strategic Plan
GIJÓN 1986-1999 ( 347 ) — Robert Freestone,
Planes Especiales y operaciones estructurantes Paola Favaro, Sarah Baker
( 286 ) — Francisco Pol Méndez
YAZD 1973-1977
LISBONA 1989-2000 A Master Plan for Yazd
Il Chiado, Lisbona, 1989-2000 ( 351 ) — Mehdi Kowsar
( 291 ) — Maddalena D’Alfonso
YAZD 1973-1977
ANTWERPEN 2002-2008 The Rehabilitation Proposal for Seied
Un programma di Renovatio Urbis Golesorkh Street
( 295 ) — Giulia Fini, Nicla Dattomo ( 356 ) — Ludovico Micara

ISFAHAN 1974-1978
4. LA CITTÀ STORICA NEI PAESI Master Plan of Isfahan
EXTRAEUROPEI ( 357 ) — Nasrine Faghih

L’America Latina, dal restauro urbano CIUDAD DE MÉXICO 1976-1982


alla tutela integrata della città storica Piano generale di sviluppo del
( 302 ) — Anna Paola Pola Distretto Federale
( 357 ) — Caterina Pregazzi, Rogelio Sevilla
Importare il centro storico. Quale Meijueiro
patrimonio per le città del mondo
islamico? CUSCO 1978-1980
( 312 ) —Filippo De Dominicis, Cecilia Fumagalli Studio per il Piano del Centro Storico di Cusco
( 360 ) — Enrico Fontanari
La tutela della città storica nei paesi
extra europei, l’esempio dell’Iran LAMU 1980-1982
( 324 ) — Anna Paola Pola Il recupero dell’edilizia storica nei paesi in via di
sviluppo: il caso di Lamu
MAPUTO 1947-1952 ( 366 ) — Francesco Siravo
Piano Urbanistico di Lourenço Marques
( 332 ) —Jorge Lobos, Michele Di Marco, BAGHDAD 1982-1984
Jørgen Eskemose Andersen, Johan Rusafa Study. Conservazione e riqualificazione
Mottels, Marco Philipsen Prahm urbana nel centro storico di Baghdad
( 371 ) — Anna Paola Pola
TUNIS 1960-1969
L’esperienza del piano della Grande Tunisi dello FES 1985-1986
Studio De Carlo-Quaroni. Scale e ruoli. Prime riflessioni. La medina di Fes e gli interventi sull’Oued Boukhrareb
( 333 ) —Patrizia Bonifazio ( 375 ) —Cecilia Fumagalli

BURSA 1956-1968 CARTAGENA DE INDIAS 1989-1992


The Work of Luigi Piccinato in Islamic Countries Il piano per Cartagena de Indias: un modello
1925-1981 and the Plan of Bursa, Turkey, 1959 nazionale
( 338 ) — Ruben Abel Bianchi ( 379 ) —Enrico Fontanari
QUITO 1989-1995 JERICHO 2010-2014
Proceso de intervención en el centro Piano regolatore di Gerico
histórico de Quito ( 418 ) — Paolo Ceccarelli, Etra Occhialini
( 382 ) —Dora Arízaga Guzmán
CAIRO 2010-2014
ZANZIBAR 1992-1994 Il Progetto UNESCO per la Rigenerazione
A Plan for the Historic Stone Town Urbana del Cairo Storico
( 386 ) — Francesco Siravo ( 420 ) — Daniele Pini

LA HABANA 1993-1995 JEDDAH 2012-2014


Una città dinamica in una società in evoluzione La città storica di Gedda, la candidatura e
( 391 ) — Stefano Storchi l’iscrizione UNESCO. Questioni di conservazione e
riuso
PRAIA 1997-1999 ( 424 ) — Filippo De Dominicis
Fragilità e conservazione. Piano Particolareggiato
per il “Plateau” di Praia a Cabo Verde
( 394 ) — Enrico Fontanari 5. APPARATI

DELHI 2001-2007 INVESTIRE NEL CENTRO STORICO


L’antica città di Shahjahanabad e
l’importazione delle idee di tutela del centro storico Investire nel centro storico:
( 396 ) — Pilar Maria Guerrieri l’Università degli Studi di Brescia
( 430 ) — Sergio Pecorelli
MONTEVIDEO 2002-2004
Il Piano strategico per la rivitalizzazione del ll ruolo dei saperi nel recupero del
centro storico di Montevideo patrimonio edilizio e della città storica
( 401 ) — Paolo Ceccarelli, Gastone Ave, ( 438 ) — Giovanni Plizzari, Maurizio Tira
Federico Bervejillo Gian Paolo Treccani

LUANG PRABANG 2002-2010 MICRO-TRASFORMAZIONI


The City of Short Paths
The City Without the Power Micro-trasformazioni
( 403 ) — Felipe Delmont ( 442 ) — Paolo Mestriner

SANA’A 2003-2006 DIGITAL LANDSCAPE


Sana’a, uno strumento di conservazione urbana
( 407 ) — Viola Bertini Landscape Digital Model. Sistemi
innovativi per la rappresentazione del
TIANJIN 2004-2005 paesaggio e della città
II progetto urbanistico ( 452 ) — Giuseppe D’Acunto
( 412 ) — Roberto D’Agostino
URBICIDI
MULTAN 2004-2006
Sustainable Social, Economic and Città alla deriva
Environmental Revitalization in Multan city ( 458 ) — Silvia Dalzero
( 413 ) — Adalberto Del Bo
Urbicidi
( 464 ) — Benno Albrecht, Anna Paola Pola
· ESPORTARE IL CENTRO STORICO ·

Micro-Trasformazioni
Paolo Mestriner

L’espressione micro-trasformazioni nasconde al suo interno un apparente antagoni-


smo tra i due termini che la definiscono, quantità e qualità sono le matrici di questi
termini. Se nel primo caso la corrispondenza è evidente, nel secondo conviene fare
alcune premesse, utili per una maggiore chiarezza. La trasformazione come valore e
“come strumento concettuale che presiede alla progettazione dell’architettura” è sta-
ta analizzata da Vittorio Gregotti nel numero doppio della rivista Casabella dal titolo
“Architettura come modificazione” 1.. In quelle pagine si è cercato di dare risposte alle
questioni riguardanti il progetto di architettura attraverso la nozione di luogo e delle
possibili relazioni che ne possono scaturire, in un contesto professionale, disciplinare
e culturale profondamente mutato. A distanza di trent’anni i cambiamenti che si sono
avvicendati in modo repentino, uniti alla crisi sistemica che stiamo vivendo da qualche
anno, ci hanno posto di fronte ad uno stravolgimento dei nostri centri urbani, stravol-
gimento, non trasformazione, degno di una città invisibile nel senso di immaginaria,
fatta di parcheggi al posto di viali e giardini, segnata da serrande abbassate che celano
automobili piuttosto che da aperture desiderose di mostrare mani sapienti, scandita
da porte blindate e bancomat anziché da banconi consumati di cappellai e laboratori
artigianali.

È un problema di abbandono, non esclusivamente fisico, come quello che ha


interessato le nostre campagne, ma anche emotivo, che ci pone in uno stato di non-
appartenenza, siamo qui ma siamo altrove, non siamo più in grado di avvertire la città
come dilatazione del nostro corpo, ci è difficile anche solo pensare che la città possa
essere “il nostro corpo nello spazio”, per dirla con le parole di Ferdinando Scianna 2..
Tutti risvolti che non riguardano la forma della città, di per sé compiuta a meno di stra-
volgimenti drammatici, ma lo sforzo per intenderla e viverla come polis, un’articolazio-
ne di realtà sociali e culturali che condividono in modo attivo lo stesso spazio. C’è da
chiedersi come possa oggi la città storica riaffermare il proprio valore di luogo sociale,
la propria legittima centralità, uscire da un impasse che la relega a pura facciata, nel-
la migliore delle ipotesi musealizzata, svuotata dal proliferare di “altri centri” simboli

( 358 )
· Apparati ·

del consumo superfluo, piuttosto che essere valorizzata in quanto depositaria di una
cultura materiale e immateriale, comunque commercializzabile, ma di altro spessore.
I tentativi di portare nei tessuti consolidati il modello grande magazzino è fallito, non
sono i posti auto o le gallerie commerciali “en plein air” a determinare la riuscita di
una riappropriazione sempre più urgente; invece di comprende l’anima dei luoghi 3. si è
cercato in un altrove, in altri meccanismi, una parvenza di verità.

Sta di fatto che la città, intesa come organismo, è anche capace di rigenerar-
si, o quanto meno tenta di contrastare le derive autolesioniste. Ne è un esempio la
tendenza che è in atto da qualche anno e che misura un tipo di trasformazione con
strumenti rinnovati, mettendo in gioco nuovi scenari; in questi casi il binomio qualità/
quantità sembra riguardare un minimo comune denominatore che possiamo definire
“fare tanto con poco”. È quello che abbiamo cercato di descrivere nei progetti esposti
in mostra, un’attitudine basata sull’ottenimento del massimo risultato utilizzando il
minor numero di risorse, economiche e di scala, argomento già messo in evidenza
dalla critica recente 4..

Ciò che interessa sottolineare è la possibilità di vedere se queste pratiche han-


no la forza per essere assunte a modelli capaci di risollevare la situazione attuale.
Se partiamo dal presupposto che nel progetto di architettura il tanto e il poco non sono
legati ad un significato quantitativo, non mi riferisco al noto “Less is More” di miesiana
memoria ma al fatto che il valore di ogni buon progetto non ha né scale né dimen-
sioni, possiamo facilmente convincerci che una buona architettura non dipende dal
numero di risorse che si mettono in campo, ma dalla capacità di organizzare e rendere
armonico uno spazio 5. con gli strumenti che si hanno a disposizione. Fare architettura
infatti non riguarda esclusivamente la costruzione di edifici ad alto valore simbolico
con budget pressoché illimitati, significa anche raggiungere un risultato emblematico
con spazi, mezzi limitati e gesti minimi. Dal punto di vista della gestione territoriale
ed amministrativa basata su operazioni di minore entità può essere utile ricordare le
idee che l’economista Enst Friedrich Schumacher ha esposto nel libro Piccolo è bello 6.
e in particolar modo nei capitoli che esaminano il tema della dimensione e dell’utilizzo
consapevole delle risorse del pianeta. Se dunque non è la quantità o la dimensione a
caratterizzare il valore del progetto di architettura, quali sono i paradigmi a cui riferirsi
per un mutamento degli usi nei contesti storici?

Il criterio adottato in questa sezione della mostra e i conseguenti progetti sele-


zionati, seppur in misura limitata possono contribuire a dare un’indicazione su alcune
strade possibili da percorrere. La pluralità espressiva che emerge non deve trarre in
inganno, ad un occhio attento e scevro da pregiudizi appare chiara la volontà diffusa
di perseguire quella che in tempi recenti è stata definita rigenerazione urbana, vissuta
inizialmente da un punto di vista antropologico per poi comprendere anche gli ambiti
economici e amministrativi. È infatti questa necessità di relazione che la città chiede
con insistenza, una relazione che considera i cittadini, con le loro azioni e i loro com-
portamenti, gli autentici custodi del paesaggio, sia urbano che territoriale. In questo
quadro generale le architetture a scala minuta, eredità appartenente più ad un mondo
rurale che urbano e forse per questo simbolo di una condizione socio-economica che si
voleva scordare, dichiarano l’appartenenza dello spazio della città alle persone, espri-
mono, sia attraverso i processi inclusivi che li determinano, sia tramite i risultati, la loro
vicinanza alla vita quotidiana, sollecitano, grazie alla sinergia con le altre discipline,

( 359 )
· ESPORTARE IL CENTRO STORICO ·

▶ AOR Architects, Viewpoint - An Urban Island


Hideaway, Londra, UK. Daniel Jiménez - Jaime
Olivera, Cielos y Suelos, Badajoz, Spagna.
OKRA Landschapsarchitecten, Domplein,
Utrecht, Olanda. Collectif ETC, Place au chan-
gement 1, Saint Etienne Francia. Beforelight, A
paticipatory light installation, Atene, Grecia.

( 360 )
· Apparati ·

( 361 )
· ESPORTARE IL CENTRO STORICO ·

▶ Mark Reigelman, Stair Squares, Brooklyn,


New York, USA. Gaëlle Villedary, Tapis rouge!,
Jaujac, Francia. Patricia di Monte + Ignacio
Grávalos arquitectos, San Josè, Zaragoza,
Spagna. Emilio Alarcón, Alberto Alarcón, Ciro
Márquez, Eva Salmerón, BUS, Baltimore, USA.

( 362 )
· Apparati ·

( 363 )
· ESPORTARE IL CENTRO STORICO ·

riflessioni intorno alla ri-appropriazione ed alla trasformazione di luoghi trascurati, o


nella peggiore delle ipotesi dimenticati. Un desiderio, quello del riavvicinamento tra i
luoghi della città e la vita quotidiana, avvertito da Georges Perec in “Specie di spazi”
quando nel capitolo intitolato “La città” scriveva: «Metodo: bisognerebbe, o rinunciare
a parlare di città, o costringerci a parlarne il più semplicemente possibile, a parlarne in
modo ovvio, familiare» 7..

È di questa semplicità, di questa familiarità che la città si dovrebbe nutrire,


con mezzi e dinamiche proprie delle micro-architetture. In primo luogo la scala, la
dimensione ridotta come dispositivo spaziale risulta essere adatta per un riavvicina-
mento delle comunità ai tessuti urbani, pare capace cioè di ripristinare quella relazione
interrotta di adesione e complicità al corpo della città. Vi è poi la cura, l’improrogabile
bisogno di riportare l’architettura a strumento di servizio, per rendere la città un luogo
abitabile 8. attraverso il contributo di tutti, dove non si occupano spazi, ma ci si occupa
degli spazi e delle innumerevoli relazioni attuabili. In terza battuta il fattore tempo. La
temporaneità di qualche esempio non deve distrarre, certo, non c’è bisogno di queste
righe per tenere saldamente ancorata l’architettura ad una delle sue principali pe-
culiarità, ciononostante è probabile che si debba accettare l’idea di una transitorietà
necessaria negli scenari futuri del panorama architettonico; una precarietà che non
assume un carattere inopportuno, ma che utilizza strumenti specifici per dare risposte
a nuove domande.

La riflessione riferita al fattore quantitativo non è connessa unicamente alla


dimensione, se osservata da punti di vista diversi può assumere significati imprevedi-
bili, come ad esempio la possibilità di “partire dal basso” e di ritenere i comportamenti
dei singoli un veicolo influente per la “modificazione” degli assetti attuali è testimo-
niata da alcune teorie ambientaliste, come quelle del filosofo Marcello Di Paola 9., nelle
quali scopriamo molte analogie con le esigenze emerse nei processi di trasformazione
dei tessuti sociali. Il bisogno innanzitutto di una rete, fondamento di ogni paesag-
gio, cioè di una capillarità di elementi posti a sistema, presupposto per concorrere ad
un’integrazione tra i vari attori che lo compongono. Il ruolo che possono avere alcuni
“casi di metamorfosi urbana in spazi verdi” è incoraggiante. In questa direzione la ne-
cessità di una microeconomia, non necessariamente in contrapposizione con i sistemi
economici globali, appare un’alternativa realizzabile in grado di condizionare i processi
a scala più ampia.

Proprio l’aspetto economico risulta essere l’elemento determinante per la ri-


uscita dei micro-interventi e non solo per il periodo difficile che stiamo vivendo; anche
la necessità di dare al progetto la “giusta misura”, sia dal punto di vista ambientale che
disciplinare, è un elemento determinante. Risulta superfluo ricordare la corrisponden-
za tra i termini economico, poco costoso e a buon mercato, anche se nell’uso corrente se
ne sono perse le tracce; eppure grazie alle agitazioni dei mercati globali, negli ultimi
anni vi sono diffusi comportamenti che si prefiggono questi obiettivi. In questi scenari
assume importanza la responsabilità dell’architetto, già messa in campo dalle pagine
de “L’Architecture d’aujourd’hui” 10. come ago della bilancia tra gli Stati e le leggi di
mercato e dunque del rapporto qualità/prezzo, vero “cuore del problema”, non solo
dell’abitazione sociale oggetto di indagine di quel numero della rivista francese, ma
anche della soluzione dei problemi che interessano i tessuti storici.

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· Apparati ·

1. Casabella n. 498-499 (gen.-feb. 1984), ed. Electa, Milano

2. Conferenza tenuta presso la Facoltà di Architettura del


Politecnico di Milano, 1984

3. A tale proposito si veda James Hillman “L’anima dei Luo-


ghi – Conversazione con Carlo Truppi”, Rizzoli, Milano, 2004

4. Vedasi A. Rocca, Architettura Low Cost Low Tech – Inven-


zioni e strategie di un’avanguardia a bassa risoluzione, Sassi
Editore, Schio, 2010

5. Per un approfondimento vedasi “Per un’armonia del


nostro spazio”, in Fernando Tàvora – Opera completa, di A.
Esposito e G. Leoni, Ed. Electa, Milano, 2005

6. E. F. Schumacher, Piccolo è bello – Uno studio di economia


come se la gente contasse qualcosa, Mursia, Milano 2011.

7. Georges Perec, Specie di spazi, Bollati Bolinghieri, Torino,


1989.

8. Nicola Emery, Progettare, costruire, curare – per una deon-


tologia dell’architettura, Ed. Casagrande, Bellinzona, 2010

9. Marcello Di Paola, Giardini globali – Una filosofia dell’am-


bientalismo urbano, Luiss University Press, Roma, 2012

10. L’Architecture d’aujourd’hui, n. 345, (marzo-aprile


2003), ed. J.M. Place.

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