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2. Gloria
3. Credo
4. Sanctus
5. Benedictus
6.Agnus Dei
Organico: coro misto, 2 oboi, corno inglese, 2 fagotti, 2 trombe, 3
tromboni
Composizione: 1944 (Kyrie e Gloria), 1947 - Hollywood, 15 marzo
1948
Prima esecuzione: Milano, Teatro alla Scala, 27 ottobre 1948
Edizione: Boosey & Hawkes, New York, 1948
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Appena mi misi a suonare queste dolcezze peccaminose del periodo
operistico rococò, seppi che avrei dovuto scrivere una Messa, una vera
Messa. Tra parentesi, sentii per la prima volta la Messa di Guillaume de
Machault un anno dopo che la mia era stata composta, per cui non fui
influenzato nella mia Messa da alcuna musica "antica", né fui guidato da
alcun esempio».
Lo stile della Messa è sobrio e asciutto, improntato ad un primitivismo di
gusto volutamente medioevale, nel pieno rispetto dell'Ordinarium della
messa cattolica.
Le stesse dissonanze, tipiche delle opere del periodo neo-classico
dell'autore, non determinano toni drammatici e neutralizzano qualsiasi
tensione armonica, quasi a sottolineare maggiormente il carattere della
composizione.
Il discorso corale è rigorosamente sillabico e di colore ascetico: i solisti
di canto, secondo le indicazioni della partitura stravinskiana sono esclusi
e gli a solo sono affidati a singole voci che, solo a tratti, emergono
dall'anonimato della massa corale. Il coro è sorretto da uno scarno
complesso strumentale, formato da due oboi, corno inglese, due fagotti,
due trombe e tre tromboni, che producono sonorità arcaiche.
Il Kyrie si articola in una diecina di episodi corali, cantati in modo piano
e tranquillo e inframmezzati dall'accompagnamento degli strumenti.
Nel Gloria due voci si distaccano dal coro per intonare dei melismi, ai
quali pochi lievissimi spostamenti degli accenti metrici e qualche lieve
inflessione delle curve melodiche servono ad imprimere un'atmosfera di
giubilo.
Il Credo costituisce la base architettonica della Messa: la ieratica
sillabazione corale viene sostenuta dal grave incedere di misurati accordi
che soltanto nella parte centrale acquistano un accento ritmico. Un Amen
non accompagnato conclude questo brano centrale della composizione.
Il Sanctus si apre con melismi fioriti di due tenori punteggiati da
alleluiatici interventi del coro. Quindi quattro voci sole svolgono una
fuga sulle parole «plaeni sunt coeli».
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Il Benedictus è inserito tra l'Hosanna e la sua ripresa finale che il coro
intona in movimento più mosso.
L'Agnus Dei poggia su tre episodi corali a cappella introdotti e poi
separati da un ritornello strumentale. La Messa si conclude in un clima di
decantata purificazione, massima indicazione espressiva dell'ultimo
Stravinsky.
Testo
KYRIE
Kyrie eleison.
Christe eleison.
Kyrie eleison.
GLORIA
CREDO
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Et resurrexit tertia die, secundum scripturas, et ascendit in coelum, sedet
ad dexteram Patris; et iterum venturus est cum gloria, judicare vivos et
mortuos, cujus regni non erit finis.
Credo in Spiritum Sanctum Dominum et vivificantem, qui ex Patre
Filioque procedit, qui cum Patre et Filio simul adoratur et
conglorificatur, qui locutus est per Prophetas.
Confiteor unum baptisma, in remissionem peccatorum. Et expecto
resurrectionem mortuorum, et vitam venturi saeculi. Amen.
SANCTUS
BENEDICTUS
AGNUS DEI
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