4. La tutela delle destinazioni patrimoniali a prescindere dalla personalità giuridica come esito
comune delle discipline civile e canonica
Nel diritto canonico per lungo tempo si è fatto ricorso alla categoria concettualmente più ampia di
“pia causa” (la quale ricomprende qualsiasi forma di destinazione patrimoniale a scopo religioso)
nel tentativo di dare una valida qualificazione giuridica a ogni tipo di donazione a finalità religiosa.
In tale categoria rientrano sia gli atti di disposizione che diano vita a soggetti forniti di
personalità giuridica sia quelli che attribuiscono beni ad un soggetto di diritto già esistente,
con l’onere di adempiere determinati atti → entrambe le ipotesi sono classificate dal diritto
canonico come “fondazioni ecclesiastiche” e l’elemento in comune tra le due fattispecie non è il
riconoscimento di una personalità giuridica ma la destinazione di un patrimonio a uno scopo.
Nel legato pio persiste l’autonomia sostanziale della massa patrimoniale destinata rispetto al
soggetto legatario, il quale si trova ad essere un puro amministratore di beni ricevuti in legato, per
cui secondo alcuni il legatario era un puro esecutore del volere del fondatore, e che il legato si
presentasse come entità a sé, provvisto di personalità giuridica.
A fine 800 la dottrina italiana, in base alla corrispondenza tra autonomia patrimoniale e personalità
giuridica, afferma la personificazione dei patrimoni destinati.
Quindi la disposizione dell’art 1 della legge del 1867 non sembra criticabile per il fatto che aveva
stabilito un trattamento uniforme per due fattispecie non assimilabili tra loro, dal momento che una
sarebbe fornita di personalità giuridica, l’altra no. Non è la personalità giuridica che accomuna le
due figure oggetto di soppressione (fondazione di culto e legato di culto), ma la nota di autonomia
patrimoniale, goduta da entrambi.
Il problema è che il legislatore si trova in alcuni casi di fronte a masse di beni dotate di autonomia
patrimoniale che non costituiscono il sostrato di un ente dotato di personalità giuridica.
Però il dato dell’autonomia patrimoniale diviene oggetto della disposizione di cui all’art.1 della
l.3848/1867 (soppressiva delle istituzioni qualificate come fondazioni o legati pii per oggetto di
culto), e il legislatore civile mostra di allinearsi alla tradizione dell’ordinamento canonico nel
riconoscimento della rilevanza dell’autonomia patrimoniale a prescindere dal godimento della
personalità giuridica e che viene tutelata dallo stesso legislatore eversivo che, pur imponendo lo
smobilizzo dell’asse ecclesiastico, garantisce il flusso reddituale per il raggiungimento degli scopi
di culto.
2.La personalità giuridica degli enti ecclesiastici nei concordati europei di Pio XI
Gli Accordi tra il Cardinal Gasparri e Mussolini si inseriscono nel contesto dei numerosi concordati
stipulati da Pio XI nel suo Pontificato. La situazione cambia dopo il primo conflitto mondiale,
circostanza che impone un grande impegno diplomatico per ridisegnare i rapporti tra Chiesa e varie
Nazioni alla luce delle mutate condizioni di queste e per difendere la Libertas Ecclesiase dai vincoli
che il potere politico era solito imporle; per cui era necessario contrattare con i singoli Stati la
propria situazione giuridica e fissarla in testi/concordati che tutelassero questa posizione dai
mutamenti delle maggioranze.
Una nota che accomuna i concordati di questo periodo e li differenzia da quelli precedenti è
l’attenzione posta a stabilire le modalità di riconoscimento della personalità giuridica degli enti
ecclesiastici in ambito civile, per cui il denominatore comune è la determinazione di centri di
imputazione certi per quanto concerne la titolarità dei patrimoni di pertinenza ecclesiastica.
Di particolare interesse sono il concordato firmato nel 1922 con la Lettonia e quello con la
Romania del 1928.
Il primo rappresenta un caso unico in quanto viene stipulato con una nazione formatasi solo pochi
mesi prima e che quindi non è vincolata da nessuna pregressa legislazione ecclesiastica interna;
riconosceva la personalità giuridica di diritto privato in capo alla Chiesa
Cattolica nella sua astratta universalità, ma l’effettiva capacità di acquistare e possedere beni è
invece riconosciuta a quella parte dell’organizzazione ecclesiastica che opera nell’ambito del
territorio nazionale (in questo modo si evitava anche che potessero sorgere delle incertezze in
relazione all’individuazione dell’appartenenza dei beni ecclesiastici).
Il secondo concordato dispone il riconoscimento della personalità giuridica sia alla Chiesa cattolica
che ai singoli enti ecclesiastici, tuttavia il riconoscimento della personalità giuridica alla Chiesa ha
solamente carattere pubblicistico, mentre la personalità giuridica di diritto privato, nella quale è
compresa la capacità di acquistare e possedere, compete ai singoli enti ecclesiastici appartenenti alle
tipologie menzionate nel concordato stesso. Nell’area tedesca, i rapporti tra la Santa Sede e Hitler
rispecchiano le esigenze di controllo tipiche di un regime dittatoriale, si sancisce il diritto della
Chiesa di far riconoscere i propri enti a livello civile, tuttavia, ciò deve avvenire in seguito a
provvedimento formale dello Stato e secondo le regole del diritto comune.