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Quasar

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ARCHITETTI ITALIANI NEL LEVANTE

E NELL' AFRICA SETTENTRIONALE

ANGELO PONTECORBOLI EDITORE


FIRENZE
Quasar
QUADERNI DEL DIPARTIMENTO DI STORIA DELL'ARCHITETTURA E RESTAURO DELLE STRUTTURE ARCHITETTONICHE
FACOLTA DI ARCHITETTURA - UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE

Direzione e redazione:
Dipartimento di Storia dell' Architettura e
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Autorizzazione del Tribunale di Firenze


n. 3840 del'11/5/1989

I Quaderni sono finanziati con i fondi


del Dipartimento di Storia dell' Architettura
e Restauro delle Strutture architettoniche
dell'Universita degli Studi di Firenze
Paolo Girardelli

GASPARE FOSSATI IN TURCHIA (1837-1859):


CONTINUITA, CONTAMINAZIONI, TRASFORMAZIONf

l.Da Pietroburgo a Costantinopoli

L' esperienza internazionale del ticinese Gaspare Fossati (1809-1883), forma-


tosi a Brera ed attivo per due anni a Pietroburgo prima di trasferirsi sulle
sponde del Bosforo nel 1837 come architetto dell' ambasciata russa a Cos-
tantinopolP, suggerisce un parallelismo fra il contributo italiano (e ticinese)
all' edificazione della citta di Pietro il Grande, e la ristrutturazione ottocen-
tesca di Istanbul, alIa quale parteciparono centinaia di tecnici, architetti,
ingegneri, imprenditori ed operai italiani. Un' analogia di carattere politi-
co lega, al di la delle evidenti discrepanze cronologiche, culturali e quan-
titative, l' occidentalizzazione della Russia alIa riforma amministrativa ot-
tomana denominata Tanzimat (1839-1876)2, riflettendosi anche nell' architet-
tura delle capitali di questi due imperi fioriti ai margini dell'Europa e di-
stinti dall'Occidente suI piano confessionale da fedi che potevano entrambe
configurarsi come" eresie cristiane". Ma proprio Gaspare Fossati, affiancato
dal fratello Giuseppe, manifesta nella sua opera turca il duplice, apparen-
temente contraddittorio significato dell'intervento italiano nella storia ur-
bana e architettonica ottocentesca di Istanbul. Da un lato l' esportazione del
neoclassicismo nella sua codificazione durandiana 0 comunque "prosaica",
slegata dai presupposti illuministi: versante nel quale si inseriscono la gia
1. Gaspare Fossati, veduta dell'esedra nord-orien-
menzionata ambasciata russa 3 , l' ambasciata olandese, i progetti teatrali4 , tale di Santa Sofia, con il mahfil in secondo piano
la chiesa di S.Pietro a GalataS, l' edificio del Dar-iiI Funun 0 Universita Ot-
tomana6 , 1'archivio di Stato. Dall'altro lato, l'interpretazione delle tradizio-
ni insediative e monumentali ottomane, Ie contaminazioni stilistiche e tipo-
logiche che influenzano ed impegnano due generazioni di architetti italia-
ni e levantini attivi nella seconda meta del secolo in una zona limite fra il
vernacolarismo e Ie forme eclettiche di matrice europea.
In queste pagine ci concentreremo suI secondo aspetto, trascurato dalla
storiografia in favore degli episodi pili leggibili e monumentali della car-
riera fossatiana: cercando tuttavia di mostrare, fra Ie righe, che il coinvol-
gimento con la cultura ottomana non e incompatibile con illinguaggio ne-
oclassico, a patto di consider are Ie due dimensioni contrastanti in un con-
testa culturale e di committenza ampio, segnato dalle istanze ottomane di
modernizzazione che implicano in se stesse la definizione di una identita
nazionale.

2. Il contesto urbano

I ventidue anni trascorsi da Fossati in Turchia coinci9-ono in gran parte con


il regno di Abdul Mecid (1839-1861), sovrano impegnato nel suddetto pro-
gramma di riforme Tanzimat e successore di Mahmut II, cioe del sultana
che aveva dato un impulso decisivo alIa secolarizzazione dell' esercito sop-
primendo il corpo dei Giannizzeri, che aveva favorito anche a livello
monument ale la diffusione di uno "stile impero" ottomano forte mente
europeizzato 7 , e che si era fatto seppellire in un complesso funerario di
ispirazione neoclassica nel cuore della citta storica, suI Divan Yolu. Altro
personaggio influente di questi anni e il ministro Re~it Pa~a, diretto ispira-
tore del Tanzimat, che sara committente di Fossati. Come ambasciatore a

9
Londra, nel1836 il futuro gran vizir sollecitava la Sublime Porta ad adottare
Ie tecniche, i materiali ed inevitabilmente anche i linguaggi architettonici oc-
cidentali, proponendo di ingaggiare architetti europei nella ricostruzione
con materiali murari dei quartieri incendiati, e di inviare giovani ottomani
a formarsi nelle scuole di architettura europee 8 . Nello stesso anna dell'ar-
rivo di Fossati, I'amministrazione ottomana commissiona una pianta di
Istanbul al giovane ufficiale Helmut von Moltke, membro di una missione
prussiana, in vista di un piano urbanistico ispirato a criteri occidentali, che
prevede allineamenti viari, lottizzazioni e apertura di nuove arterie nelle
zone incendiate da ricostruire oltre che in quelle periferiche non ancora edi-
ficate 9 . A questi provvedimenti si aggiungera nel '56 I'istituzione del-
l' esproprio per pubblica utilita. Frattanto, l'incremento delle relazioni com-
merciali con I'Europa avviato dal trattato anglo-turco del 1838 ha innescato
trasformazioni del costume soprattutto negli strati alti della societa, ha fa-
vorito I'insediamento di cittadini europei nei quartieri "latini" o"franchi"
di Pera e Galata (dove anche i fratelli Fossati risieciono, a breve distanza
dalI' ambasciata russa), offrendo occasioni di emergere alIa categoria me-
diatrice dei levantini, cioe degli occidentali nati in territorio ottomano e dei
cristiani orientali che hanno acquisito cittadinanze straniere. E' dunque su-
2. Gaspare Fossati, progetto di hamam (ACB, jF, perfluo sottolineare Ie opportunita insite in una simile congiuntura socio-
Joglio 899) politica e urbana per architetti con la formazione e la provenienza di un
In alto:
Fossati.
3. Gaspare Fossati, Tiirbe di Rescid Pas cia a Le prime opere costantinopolitane di Gaspare, affiancato dal fratello Giu-
Beyazit, 1858 (Joto dell'autore)
seppe a partire dal '39, so no queUe che diffonderanno nel contesto urbano
stilemi lontani dalla tradizione ottomana classica (cinque-seicentesca): ba-
samenti a bugnato liscio 0 rustico, fronti simmetrici e monumentali, aper-
ture a serliana, finestroni termali, ordine gigante di semicolonne e di para-
ste, cup ole palladiane con base gradonata, cornici e modanature classiche,
pronai sormontati da timpani triangolari. In rapporto allo sviluppo del
quartiere "europeo" di Pera, che si sta trasformando in senso occidentale
con l' adozione dei materiali murari e la formazione di quinte stradali con-
tinue, verra elaborata dai fratelli Fossati un' architettura di facciata ad im-

10
pianto neorinascimentale e classicista, adatta ai progetti residenziali per la /'
borghesia mercantile e professionale italo-levantina. I prospetti eseguiti in
~ .
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vari periodi per Pedemonte, Ottoni, Spadaro 10 , manifestano nella stesso
tempo l' appartenenza sociale ad una elite legata all'Europa e l' adesione ad
un modello insediativo locale, che e stato definito Tanzimat box in un recen-
te studio tipologico sulla continuita e Ie trasformazioni nell' edilizia residen-
ziale di Istanbul del XIX secolo l l . Ecco dunque, e proprio nel quartiere pili
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1
occidentale di Istanbul, una traccia di ambientazione ottomana delle forme
importate dall'Europa, un' ambientazione rintracciabile, sia pure in negati- "'---=4 .,r---,J
vo, persino nel progetto della chiesa di S.Pietro a Galata, dove l' assenza di ) I

. una facciata con uno sviluppo plastico e iconografico, la riduzione della •
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visibilita del monumento inserito senza contrasto nell' ambito delle preesi- •I
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stenze (il convento domenicano incluso in un recinto murario, il settecen-
tesco caravanserraglio edificato dalI' ambasciatore francese conte di Saint
Priest), rispondono aIle caratteristiche dell'architettura religiosa non mu-
sulmana di Istanbul, soggetta ad una regolamentazione che ne riduceva
1 J
l'impatto e la presenza simbolica nel tessuto urbano 12 . • • • •
Ma e naturale che un' apertura pili esplicita di Fossati ai temi e ai caratteri
della tradizione indigena avvenga sotto 10 stimolo della committenza ari-
stocratica ottomana. Gia nel '41-'43 l' ospedale militare realizzato a Beyazit
4. Pianta della ~erifler yah 81 a Emirgan (da S.H.
(Bekir AI1a BoliiI1ii), riflette nella frammentazione volumetric a l'insofferen- Eidem 1974, rielaborazione)
za ottomana per gli involucri tetragoni, come pure dipendente da consue-
In basso a sinistra:
tudini locali e l' articolazione delle falde di copertura. Pochi anni pili tardi, 5. Gaspare Fossati, rilieva schematico della
quando il ministro Re§it gli commissiona la propria residenza di Balta ~erifler yah 81 a Emirgan (da S.H. Eidem 1974)

Limam, Fossati realizza per l' edificio principale un impianto neocinquecen- In basso a destra:
tesco sviluppato intorno ad un cortile porticato, impiegando tuttavia all'in- 6. Gaspare Fossati, rilievo schematico della yah di
Amucazade KoprulU Husseyin Pa§a a Anadolu
terno elementi del repertorio "orientalista" come gli archi polilobati, ed Hisan (da S.H. Eidem 1974) .

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Saggi I GASP ARE FOSSA II IN TURCHIA 11


7. La yah di Amucazad.e Koprulu I-f.usseyin Pa§a
a Anadolu Hisan (da U. VOGI GOKNIL 1965)

In basso:
8. Gaspare Fossati, prospettiva interna della yah
di KoprulU Husseyzn Pa§a (ACB,fFJoglio 844)

inserendo suI fronte stradale un corpo aggettante con uno sviluppo pili
pronunciato e pili autonomo rispetto al bovindo europeo: vera e propria
trasposizione in chiave classicista del tradizionale cumba turco-ottomano 13 .
Per la palazzina costiera annessa a questa residenza, viene invece adotta-
to senza riserve 10 schema planimetrico aulico della dimora ottomana ad
impianto cruciforme, con uno spazio centrale di distribuzione e di soggior-
no ed ambienti periferici ampiamente finestrati 14 • Lo stesso Alphonse de
Lamartine visito il cantiere di Balta Limam nel '48 ammirando il carattere
composito, la varieta pittoresca dei corpi di fabbrica che 10 costituivano.

12
3. Architettura sacra. Il restauro di Santa Sofia e il tiirbe di Re§it Pa§a.

II prestigio raggiunto dai fratelli Fossati soprattutto attraverso la realizza-


zione delle ambasciate a Pera e dell'Universita Ottomana, fruttava ai due
ticinesi l'incarico imperiale di restaur are il massimo monumento di archi-
tettura bizantina della citta e del mondo, incarico accordato da Abdul
Mecid nel maggio del 184715 . L'intervento su Santa Sofia, su un edificio sa-
cra che veniva usato come una delle principali moschee della capitale ot-
tomana (capitale virtu ale di tutto il mondo islamico), non permetteva una
separazione astratta, accademica, fra cia che esso rappresentava come
massima espressione architettonica di una civilta estinta, e cia che esso si-
gnificava attualmente. Oltre a risolvere i problemi di dissesto causati dal-
Ie contrastate vicende costruttive, dalla forte spinta laterale della cupola a
sesto eccezionalmente ribassato (che verra "cerchiata" sull'esempio del con-
solidamento iuvarriano della cupola di San Pietro aRoma), da incidenti si-
smici, dalla trasformazione in moschea e da quattordici secoli di assesta-
menti, gli architetti saranno tenuti a rispettare la funzione cultuale contem-
poranea. Caratteristiche salienti dellavoro su Santa Sofia sono ad esempio
il disegno aniconico e fitomorfo dei rivestimenti murali interni a copertu-
ra del mosaico "svelato" e restaurato, la ricostruzione del primo minareto
in mattoni eretto da Mehmet II all'indomani della conquista e sproporzio-
nato rispetto ai tre successivi, la costruzione all' esterno della moschea di
una "stanza delle ore" (vakit odasl). Ma soprattutto, all'interno dell'edificio,
la committenza sultaniale richiedera l' adeguamento della tribuna imperiale
(hiinkar mahfil), aIle forme e al significato che questa arredo aveva raggiunto
nel corso del suo sviluppo sette-ottocentesco. La "vecchia e disadorna tri-
buna"16 viene dunque sostituita da una loggia esagonale con colonnine e
capitelli ispirati allo "stile impero" ottomano, mentre i sostegni architravati
dell' ordine inferiore sono coronati da capitelli bizantineggianti che sporgo-
no alquanto dal perimetro. La nuova loggia e accessibile al sultana attraver-
so una galleria addossata al muro di fondo della navata sinistra della chie-
sa, nella quale si prolungano i trafori dorati che schermano la famiglia im-
peri ale dalla vista dei fedeli. II risultato compositivo e vicino al genere tar-

9. Gaspare Fossati, fontana per 10 yah di


Amucazade KoprulU Hiisseyin Pafjll (ACBJFJo-
glio 739)

Saggi/GASPARE FOSSATI IN TURCHIA 13


10. Gaspare Fossati, pianta di edificio residenzia- do-ottomano di mahfil, improntato ad una separazione della tribuna dalla
Ie (ACB,jF,foglio 851)
11. Gaspare Fossati, schizzo con prospetto e pianta sala di preghiera piu netta che nei secoli "classici". Secondo una testimo-
di yah (ACB, jF, foglio 558) nianza tarda di Giuseppe Fossati, nella costruzione del mahfil furono impie-
gati anche materiali antichi: "colonne, capitelli, basi, cornici e marmi, da noi
rinvenuti tra Ie fondamenta nei ruderi di antichi edifici"17. La stessa fonte
sostiene che l' opera in questione e stata realizzata "in stile bizantino omo-
geneo al monumento". Ma la tipologia stessa e la destinazione rendono evi-
denti i limiti e il carattere relativo di un' affermazione simile: nel comples-
so, possiamo dire che tutto l'intervento di ristrutturazione su Santa Sofia
avviene sotto il segno della continuita bizantino-ottomana, tern a caratteri-
stico della cultura orientalista ottocentesca menD superficialmente attratta
dall' esotico 18 , che in alcuni casi arriva ad estendere il riferimento biz anti-
no fino a contemplare una "romanita" ottomana19 . Nelle litografie a colo-
ri tratte dagli acquarelli di Gaspare che illustrano il monumento restaura-
t0 20 , e evidente l'intenzione di presentare l'edificio nel rapporto con la cit-
ta e nella sua dimensione vissuta, con l' adozione, per Ie vedute interne, di
tagli prospettici piranesiani che discendono dal periodo romano dell' auto-
re, ed un senso del rapporto tra la figura umana e l' architettura influenzato
largamente dal versante pittoresco e romantico dell'iconografia
orientalista21 .

Per seguire personalmente questa impresa tipografica, affidata all' editore


Colnaghi di Londra, Fossati lascia la capitale ottomana alIa volta dell'Eu-
ropa ne11850, ed intraprende un viaggio che rinfreschera i suoi rapporti
can la cultura architettonica internazionale, in particolar modo britannica
e francese. Agli anni successivi al ritorno in Turchia risale un suo probabile
intervento di restauro sulle architetture term ali di <::ekirge, sobborgo di
Bursa, danneggiate dal terremoto del 1856 22 . L'interesse per questa
tipologia COS! intimamente legata alIa societa islamica e documentato da
rilievi in cui Ie diciture calidarium, sudarium 23 riflettono la diffusa convin-
zione di una filiazione diretta della ham am islamico dalle terme romane. Ma
questa stesso interesse si esplica anche in un progetto di ham am moderno
conservato nell' Archivio Cantonale di Bellinzona24 , dove l'impiego "orien-
talista" di archi oltrepassati - estranei aHa tradizione ottomana rna insepa-
rabili dall'immagine occidentale del mondo islamico - non intacca il rispet-
to di fondo della tipologia tradizionale.

Al versante romantico dell' esperienza di Fossati si pub leg are la sua inter-
pretazione dell' architettura funeraria ottomana, rappresentata da un tipo

14
di monumento - detto tiirbe - con una struttura a pianta centrale in cui l'in- 12. Gaspare Fossati, prospetto di un casino (ACB,
fF,foglio 79)
volucro tende ad aprirsi fino a poter essere sostituito da sostegni isolati. In
virtu dell' atteggiamento islamico e ottomano di fronte alIa morte, 10 si tro-
va spesso inserito nel paesaggio urbano senza cesure, 0 in spazi verdi che
appartengono comunque alIa vita quotidiana della citta, ed e imparentato
idealmente (soprattutto negli esempi tardi) piu con Ie architetture del giar-
dina romantico che con i monumenti sepokrali europei. L' archivio di
Bellinzona conserva uno studio del mausoleo di Solimano il Magnifico
(1495-1566), ad impianto ottagonale, realizzato dall'architetto imperiale
Sinan, mentre in altri schizzi fossatiani compaiono riferimenti al tiirbe set-
tecentesco di Ragib Pa§a, gran vizir di Mustafa III25. Negli spunti
compositivi di questo ambito documentati dai disegni di Bellinzona, la
pianta centrale si combina in vario modo a sviluppi verticali di ascenden-
za italiana, ottomana 0 genericamente islamizzante. Questo eclettismo di
fondo inform a anche Ie tre proposte progettuali relative all'unico tiirbe
fossatiano realizzato ed esistente: il mausoleo progettato nel 1858 da Fos-
sati per il suo antico mecenate ottomano, il ministro Re§it Pa§a, inserito nel
muro di confine del sepolcreto di Beyazit. Una tavola acquarellata 26 contie-
ne infatti tre versioni della stesso monumento elaborate in chiave
neoclassica, neomanierista e neoottoman'l, fra Ie quali il vizir 0 i suoi fami-
liari avrebbero scelto proprio l'ultima, dimostrando di preferire per un
monumento religioso i caratteri formali di ambito islamico al posto di quelli
occidentalizzanti sui quali si basava la residenza di Balta Limam 27 • Rispetto
al disegno - un semplice volume cubico sormontato da una cupola il cui
innesto sulla base quadrata e mascherato da una cimasa - Ie modifiche in-
trodotte nella realizzazione si possono spiegare in gran parte come adatta-
menti al contesto: il sesto della cupola, inizialmente modellato suI profilo
che nell'Ottocento aveva la Cupola della Roccia a Gerusalemme, si abbas-
sa per rispondere ai canoni proporzionali tipici dell'architettura religiosa
di Istanbul fin da prima della sua ottomanizzazione, e Ie aperture dell'in-
volucro si riducono da tre a una sui due lati contigui menD visibili dalla
piazza di Beyazit. Gli archi ad ogiva sono leggermente oltrepassati, in linea

Saggi/GASPARE FOSSATI IN TURCHI A 15


1 Fra il1822 e il1827 Gaspare Traiano Fossati, con precedenti scelte formali "orientaliste"; i medaglioni fra gli archivolti
nato a Morcote, studia all' Accademia di Brera
con Carlo Amati, allievo di Piermarini. Dopo
sono la trasposizione di un motivo ampiamente utilizzato dal Fossati
il diploma soggiorna per qualche anna aRoma classicista, in un contesto islamizzante. Le colonnine tortili sugli spigoli ap-
dove, oltre ad approfondire la conoscenza del partengono al repertorio ottomano e compaiono fra l' altro proprio suI por-
Rinascimento, del Seicento edell' architettura
antica, arricchisce la sua esperienza pittorica tale del quadriportico della vicina moschea di Beyazit. Le due colonne del
e vedutistica. Nel 1830 viaggia da Roma a protiro di accesso sono invece modellate e proporzionate in conformita ad
Napoli insieme al ticinese Pietro Bianchi, per una sorta di interpretazione tardo-ottomana dell' ordine dorico moderno
poi seguire gli scavi di Ercolano, Pompei,
Capua e Paestum. Torna a Morcote nel1833 e documentata a partire dalla meta del XVIII secolo.
attraverso contatti con la colonia artistica
ticinese di Pietroburgo riceve !'invito a rag-
giungere la famiglia Rusca(che 10 appoggera 4. La dimora ottomana nei disegni dell'archivio di Bellinzona.
anche a Istanbul) nella capitale della zar Ni-
cola 1. L' esperienza russa fruttera, tra I' altro,
un approfondimento di tematiche II rapporto di Fossati con la tradizione monumentale ottomana di varie
medievaliste e romantico-pittoresche alter-
native 0 complementari alia formazione
epoche e tipologie e manifestato anche da rilievi e schizzi delle moschee
neoclassica, presupposto al successive ap- classiche (SUleymaniye, $ehzade, Yeni Valide), delle fontane settecentesche
prezzamento della cultura architettonica come quella di Tophane, della sistemazione paesistica di Sa'dabad (com-
ottomana. Per la biografia ed il periodo
pietroburghese, efr. T.Lacchia 1943, 1. Pedrini
plesso settecentesco ristrutturato in chiave neoclassica da Mahmut II nel
1992. 1815), e scende nei dettagli tecnici fino a toccare Ie "regole proporzionali
2 Cfr. B. Lewis 1968. A. Toynbee interpreta i per la costruzione dei minareti": suona infatti COS! la didascalia apposta ad
processi di occidentalizzazione della Russia,
dell'impero ottomano e di altre civilta non un disegno che rap present a la sezione di un minareto con il collegamento
occidentali come strategie di difesa, e consi- alIa moschea. Ma l' aspetto pili interessante della partecipazione attiva ad
dera Pietro il Grande come "il prototipo del- un habitat e ad una cultura insediativa COS! lontani dai modelli europei, si
l' autocratico riformatore occidentalizzante
che, durante i due ultimi secoli e mezzo, ha esprime nelle interpretazioni dell' architettura residenziale. Oltre aIle case
salvato il mondo dalla prospettiva di cadere perOte della borghesia euro-levantina e alIa citata proprieta di Re§it Pa§a,
interamente sotto il dominic occidentale co-
stringendo questa mondo ad imparar I'uso
l' archivio di Bellinzona conserva disegni relativi a progetti per l' aristocrazia
delle armi occidentali per resistere all' aggres- ottomana (Kamil Bey, Fuat Pa§a, Ali Pa§a), nonche all'intervento su abita-
sione dell'Occidente. I sultani Selim III e zioni tradizionali ottomane ascrivibili al tipo della ya11 (edifi in legno con
Mahmut II e il presidente Mustafa Kemal
Atatiirkin Turchia ( ... ) seguivano tutti Ie orme un fronte affacciato suI Bosforo e accessibile dal mare). A questa proposi-
di Pietro il Grande, consapevolmente 0 no" to, nel vasto repertorio elaborato da S.H. EIdem in KO!jkler ve Kas1rlar, sono
(1992, p.18). Le prime vere intrusioni state pubblicate Ie piante tracciate da Fossati di due yalJ storici, tuttora esi-
volumetricamente fuori scala nel paesaggio
urbano di Istanbul sono in effetti Ie caserme stenti, situati a Emirgan e a Anadolu Hisan, cioe sulla riva europe a ed asia-
progettate da tecnici francesi tra la fine del tica dell'alto Bosforo, che a partire dall'inizio del Settecento aveva conosciu-
'700 e !'inizio dell"800, con un apparato di
to uno sviluppo legato alIa diffusione delle residenze estive dell' aristocrazia
superficie chiaramente improntato alia razio-
nalita classicista. Ma un' organizzazione del- ottomana e dei diplomatici europei. Secondo il giudizio di EIdem, i rilievi
l' esercito suI modello europeo si rivela presto in questione sarebbero testimonianze superficiali, tracciate probabilmente
imprescindibile da altri fattori di contesto
urbanistici, territoriali, amministrativi e di
a memoria e senza una conoscenza diretta degli interni, e rivelerebbero la
costume. tendenza a regolarizzare gli aspetti non simmetrici dei due edifici. Ma esi-
31. Pedrini 1992, sottolinea illegame di que- ste in realta la prova che Fossati conosceva molto bene almena il secondo
st' opera, che manifestava il nuovo,
preponderante ruolo della Russia in Oriente, dei due yalJ, quello edificato da Amucazade KoprUlu Husseyin Pa§a nel
con il neoclassicismo pietroburghese. Sulle 1699, caratterizzato da un'audace estensione volumetrica a T in gran par-
ambasciate di Pera efr. anche T. Lacchia 1943 te aggettante suI Bosforo. Si tratta di un elemento comune ad altre architet-
e C. Can, Fossati ....
4 G. Heinrich 1989. ture bosforiche in legno del '700, che nel caso in questione, forse per 1'in-
5 B.Palazzo 1943. tervento di Fossati, all'interno risulta articolato a croce grazie al diafram-
6 In posizione dominante, fra emergenze
monumentali dellivello di Santa Sofia e della
rna degli archi che filtrano il collegamento con il resto dell' edificio. E pro-
moschea di Ahmet I sulla piazza dell'Ippo- prio al centro di questa spazio cruciforme, il restauratore di Santa Sofia
dromo, inserito anche in una veduta litografi~ collochera una fontana da lui concepita suI modello del tradizionale fiskiye,
ca del volume fossatiano Aya Sofia ... , 1852 (per
il quale efr. infra, § 3), I' edificio, utilizzato di cui esistono a Bellinzona i disegni prospettici preliminari28 • Perche dun-
come tribunale dopo precedenti cambiamenti que la pianta della ya11 di Anadolu Hisan pubblicata e criticata da EIdem
di destinazione, brucio ne11933. appare COS! distante dalla realta di un manufatto che Fossati conosceva al
7 SuI neoclassicismo ottomano, efr. U. Bates
1979 e S. Eyice 1978 punto di avervi compiuto un'intervento di sistemazione interna 0 quanto
8 A. Borie, 1989 meno di arredo?
9 P. Pinon, 1995. II piano sara realizato solo
La risposta dovrebbe ricercarsi nell' attenzione agli impianti tipologici insita
frammentariamente, in rapporto ai grandi in-
cendi della second a meta del secolo. in una formazione neoclassica influenzata dal verbo durandiano: in questa
10 T. Laccia 1943; 1. Pedrini 1992. come nel caso della $erifler ya11 S1 di Emirgan, pili che Ie caratteristiche

16
concrete di quei particolari edifici, interessa l'individuazione di uno sche- 11 Z. Enlil, 1994. In questa rice rca viene messa
in evidenza la sostanziale permeabilita ed
ma planimetrico e distributivo, da utilizzare eventualmente anche come omogeneita di forme e modelli abitativi, sia in
spunto progettuale. Infatti, la stessa disposizione di un fulcro (molto pro- senso diacronico (attraverso Ie epoche recen-
babilmente anche in questo caso una fontana) al centro di un'impianto til, sia sincronicamente attraverso Ie varie
"nazioni" che pop olano la citta ed i rispettivi
cruciforme, compare nella pianta di un progetto residenziale di Fossati quartieri. Non viene considerato il contributo
influenzato dallo schema della yall 29 . Sembra quasi che l' architetto abbia dei singoli architetti, rna e chiaro che questa
persistenza e continuita di schemi influenza-
voluto riprodurre 10 stesso or dine proporzionale misurando l'ingombro no anche l'intervento degli architetti stranieri
della fontana rispetto ai "bracci di croce" che la inquadrano. La diversa e levantini.
articolazione dei volumi e del perimetro rispetto al modello e frutto delle 12 Su questa aspetto, non sufficientemente
studiato e meritevole di maggiore attenzione,
esercitazioni anglicizzanti di Fossati nell' area del cottage e del paesaggismo efr. Z. Karaca 1995, per una introduzione aIle
romantico. chiese greco-ortodosse di epoca ottomana, che
Ancora dipendente da consuetudini compositive locali e la pianta di un attestano legami tipologici con Ie altre archi-
tetture non-musulmane di Istanbul.
vero e proprio yall progettato da FossatPO, dove la disposizione delle stanze 13 C. Can, Re§it Pa§a ...
ha prodotto l' alternanza caratteristica di avancorpi e rientranze che movi- 14 Sull' origine di questa schema planimetrico
mentano la volume tria in forme ancor pili aderenti al genius loci rispetto al e distributivo (che, come vedremo, influenze-
ra ulteriormente I' esperienza turco-ottomana
progetto precedente. Anche il disegno delle falde di copertura, ampie e di Fossati) esistono svariate teorie ed un' am-
tracciate nella pianta come elementi costitutivi del progetto, accompagna pia letteratura critica. Per una sintesi del pun-
to di vista "occidentale", efr. A. Borie 1988.
il movimento dei volumi con la stessa segmentazione tipica dei tetti Per Ie interpretazioni turche, tendenti a sotto-
ottomani. L' adozione di un corridoio rappresenta uno dei tanti compro- line are il ruolo degli archetipi spaziali e delle
messi distributivi sulla via dell' occidentalizzazione della cultura dell' abi- categorie simboliche centro-asiatiche, il testa
di riferimento e S.H. EIdem 1962.
tare, processo in larga misura endogeno, dipendente dalla politic a culturale 15 Giu. Fossati 1890. Per il restauro di Santa
della corte e non semplicemente "imposto" dall'esterno ad opera degli ar- Sofia, efr. T. Lacchia 1943 e G. Goodwin 1992.
chitetti occidentalPI. Dal momenta che l' archivio fossatiano non conserva 16 Sono parole di Giu. Fossati (1890).
17 Giu. Fossati, 1890. Gli elementi di spoglio
i disegni esecutivi di quasi nessun progetto, aHo stato attuale delle cono- consistono soprattutto nelle grandi colonne
scenze non possiamo stabilire se questi due edifici siano stati realizzati 0 di breccia verde che sostengono la galleria di
accesso, con i relativi capitelli.
meno. La mancanza dei prospetti impedisce inoltre di conoscerne 10 svilup- 18L' architetto J.N. Huyot(1780-1840), adesem-
po verticale. Ma un'idea di come si potesse applicare ad una pianta pio, che viaggio in territorio ottomano fra il
ottomanizzante un involucro di impronta europe a la possiamo ricavare dal 1817 e il1820 per scopi archeologici rna che si
interesso vivamente aIle caratteristiche del-
prospetto acquarellato di un "casino"32 (dizione che pub riferirsi anche alIa l' architettura residenziale ottomana, esprime
residenza estiva suI Bosforo), dove la disposizione delle mensole indica che 10 stesso tipo di suggestione e di sovrapposi-
il primo piano sporge suI pianterreno da pili lati, e che la facciata e movi- zione quando sostiene un' origine "greca" della
dimora ottomana. Su di lui, efr. P. Pinon 1994.
mentata dall'ulteriore aggetto dell'avancorpo centrale. Ad una composizio- A livello monumentale, era diffusa (e 10 sara
ne di volumi strettamente connessa con Ie caratteristiche dell' architettura ben oltre il periodo di Fossati) la convinzione
residenziale ottomana in legno, corrispondono superfici scandite secondo che Ie moschee ottomane seguissero pili 0
meno pedissequamente gli schemi compositivi
una stretta osservanza classicista: il timpano triangolare con fregio, i me- bizantini.
daglioni fra gli archivolti a pieno sesto, Ie cornici delle finestre, Ie 19 A. Baratta {1831, p. 85), parla di "superbe
moschee, emule della romana magnificenza",
modanature lisce. nonche di sultani che, "calcando Ie tracce se-
gnate da' Cesari loro predecesori, si addarono
pili volte ad opere illustri e grandi ( ... ) Gli
acquedotti di Pirgos e di Bacce-Kioi, pieni di
Questa discussione sommaria del rapporto di Fossati con la tradizione romana magnanimita, ( ... ) vennero con pari
ottomana dovrebbe essere sufficiente a sfatare almena in parte il pregiudi- magnanimita riparati, ricostrutti."
zio storiografico che identifica il ruolo - per altro poco no to - degli archi- 20 Aya Sofia ... , 1852
21 Soprattutto dalle vedute costantinopolitane
tetti italiani e stranieri attivi a Istanbul nell'Ottocento con un colonialismo degli architetti-viaggiatori anglosasoni
architettonico unilaterale ed estraneo al contesto urbano. Al di fuori di un Thomas Allom (1804-1872) e William Bartlett
riferimento stretto alla storia della citta ealle sue problematiche interne, Ie (1809-1854), Ie cui incisioni in acciaio, parti-
colarmente sensibili al colore locale e agli
etichette di neoclassicismo, di eclettismo, di estetica romantica del pittore- aspetti pittoreschi del paesaggio urbano, co-
sco 0 tutt' al pili di "orientalismo" nel senso pili superficiale ed esotista del stituiranno I' apparato illustrativo di tante
descrizioni occidentali ottocentesche della
termine, ostacolano la comprensione di un ambiente urbano originale, in capitale ottomana.
cui si verificarono, ad opera di Fossati e dei suoi successori italiani, 22 Un rilievo delle terme di Mustafa Nouri a
levantini,33 greci, armeni, contaminazioni stilistiche e tipologiche ascrivibili Cekirge econservato nell' Archivio Cantonale
di Bellinzona (ACB), fondo Fossati (fF), foglio
alla dinamica del "continente liquido" di braudeliana memoria, all'inevi- 642.
tabile, continuo scambio di modelli ed esperienze culturali fra sponde di- 23 ACB, fF, fogli 61 e 610.
24 ACB, fF, foglio 899.
verse del Mediterraneo.
25 L' edificio era nota fra I' altro anche a Durand,

Saggi/ GASP ARE FOSSATI IN TURCHIA 17


che 10 inseriva nella sua Raccolta comparati- Bibliografia
va del 1800, tradotta in Italia nel '33.
26 Pubblicata in L. Pedrini 1992, p. 95.
27 Questa scelta, certamente non "obbligata" Architettura e architetti italiani ad Istanbul tra il XIX e il XX secolo, Atti del Conve-
dal momenta che a breve distanza da questa gno organizzato da Istituto Francese di Studi Anatolici, Istituto Italiano di Cultu-
tiirbe sorgeva it citato mausoleo neoclassico ra, in collaborazione con la Mimar Sinan Universitesi, Istanbul, 27-28 novembre 1995.
del sultana Mahmut II, pub far riflettere suI Aya Sofia. Costantinople. As recently restored by order of H.M. the Sultan Abdul Medjid
fatto che il pensiero riformatore del periodo
from the original drawings by Chevalier Gaspard Fossati, Colnaghi, London 1852
Tanzimat, anche secondo intepretazioni
storiografiche recenti, non mira tout court A. Baratta, Costantinopoli ne11831, Genova 1831.
all' occidentalizzazione rna piuttosto alia sal- U. Bates, "The European influence on Ottoman Architecture", in The Mutual Effects
vaguardia dei valori dell'islam nell' inevitabi- of the Islamic and Judeo-Christian Worlds: the Eastern Pattern, a cura di A. Ascher, T.
Ie impatto con l'occidente e con il mondo Halasi-Kun e B.K. Kiraly, New York 1979.
inoderno.
29 ACB, fF, foglio 851.
G. Belin, Histoire de la latinite de Constantinople, Paris 1892
30 ACB, fF, foglio 558. A. Borie, P. Pinon, "La maison ottomane: une centralite inachevee?", in Cahiers de
31 Ad esempio, nella pianta di una grande la Recherche Architecturale, n. 20-21, 1988.
dimora armena nel quartiere di Pera, rilevata A. Borie, P. Pinon, S. Yerasimos, L'occidentalisation d'Istanbul au XIXeme siecle,
da Huyot (efr. n.18) e databile alia fine del Rapport de recherche, Ministere de l'Equipement et du Logement, Bureau de la
XVIII secolo, come pure in altri edifici resi-
Recherche Architecturale, Paris 1989.
denziali aristocratici, P. Pinon (1994, p. 222),
osserva significative deroghe alia tradiziona- C. Can, voce "Fossati, Gaspare Traiano", in Istanbul Ansiklopedisi (Enciclopedia di
Ie distribuzione degli spazi intorno ad un sofa Istanbul), Tarih Vakf 1, Istanbul 1993.
(atrio coperto) centrale. C. Can, voce "Re~it Pa~a Sahil SaraYI " (11 palazzo costiero di Re~it Pa~a), in Istanbul
32 ACB,fF, foglio 79.
Ansiklopedisi (Enciclopedia di Istanbul), Tarih Vakf 1, Istanbul 1993.
33 In un intervento allOth International Congress
Z. C;:elik, The Remaking of Istanbul, University of Washington, Seattle 1986.
of Turkish Art (Ginevra, settembre 1995), ho
presentato una prima ipotesi interpretativa M. Cerasi, La citta del Levante. Civilta urbana e architettura sotto gli Ottomani nei se-
di alcune architetture degli anni '90 deil'Otto- coli XVIII-XIX, Milano 1988.
cento (firmate da G. Semprini e dallevantino P. Cuneo, "Galata e Pera. Introduzione allo studio dei quartieri "latini" di
A.N. Perpignani) sulla base del precedente Istanbul", in Quaderni dell'Istituto di Storia dell'Architettura, Nuova Serie - Fascicoli
fossatiano, rispetto al quale tali manifestazio-
1 - 10, Roma 1987, pp. 113 - 122.
ni appaiono meno legate alia cultura accade-
mica, sia per la formazione "mista" degli ar- S.H. EIdem, Turk Evi Plan Tipleri (Tipi di pianta della casa turca), Istanbul 1962.
chitetti, sia per il carattere non aristocratico S.H. EIdem, KO$kler ve Kaslrlar (Ville e padiglioni), vol. II, Istanbul 1974.
della committenza. Mi ripropongo di tornare Z. Enlil, Continuity and Change in the 19th Century Residential Neighborhoods of
. sull' argomento piu dettagliatainente in. un Istanbul: From Traditional House to Apartment House, PhD Dissertation, Univ. of
prossimo contributo.
Washington, 1994.
S. Eyice, "L' architettura turca del secolo XVIII e 10 stile neo-classico nell' arte tur-
ca", in Luigi Vanvitelli e il 700 europeo, Atti del Congresso internazionale di studi,
(Napoli 1972), 1978.
Giu. Fossati, Rilievi storico-artistici sulla architettura bizantina dal IVai XV e fino al
XIX secolo ovvero notizie intorno aIle scoperte fatte in Santa Sofia a Costantinopoli da-
gli architetti Gaspare e Giuseppe Fossati durante i lavori di restauro ... , Milano 1890.
P. Girardelli, Istanbul e l'Italia, 1837-1908. Confronto e interpretazioni reciproche di due
tradizioni architettoniche, Tesi di Dottorato, Univ. degli Studi di Napoli "Federico
II", 1995.
G. Goodwin, "Gasp are Fossati di Morcote and his Brother Giuseppe", in Amate
sponde ... , Presence of Italy in the Architecture of the Islamic Mediterranean, atti del
convegno tenuto aRoma (ottobre 1990) pubblicati in Environmental Design, a. VIII,
nn. 9-10,1992.
G. Heinrich, Die Fossati. Entwurfe zu Theaterbauten ... , Monaco di Baviera 1989.
Z. Karaca, Istanbul'da Rum Ortodoks Kiliseler (Le chiese greco-ortodosse di Istanbul),
Istanbul 1995.
T. Lacchia, I Fossati architetti del Sultano di Turchia, Roma 1943.
B. Lewis, The Emergence of Modern Turkey, London 1968.
B. Palazzo, La chiesa dei Domenicani di S.Pietro a Galata, Istanbul 1943.
L. Pedrini Stanga, (a cura di), Gaspare Fossati architetto pittore, pittore architetto,
catalogo della mostra, Pinacoteca Zust, Rancate, 1992.
P. Pinon, "Le voyage d'Orient de l'architecte Jean-Nicolas Huyot (1817-1820) et la
decouverte de la maison ottomane", in Turcica, tome XXVI, 1994.
P. Pinon, S. Yerasimos, "Releves apres incendie et plans d'assurances: les
precurseurs du cadastre stambouliote", in Environmental Design, a. XI, nn. 13-14,
* Ringrazio gli amiei Cengiz Bekta§, Cengiz Can e 1995.
Daniela Corrente per I'aiuto offertami nella parte
A. Toynbee, II mondo e l'Occidente, Palermo 1992.
ieonografiea di questa contributa. Per la grafia dei
termini turehi estato usato I'alfabeto tureo moder- U. Vogt Goknil, Architettura ottomana, Milano 1965.
no.

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