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TRAMA: L’incipit è dato da una cornice narrativa con un narratore di cui sappiamo ben poco.

L’azione inizia a
Londra, su una nave sul Tamigi in attesa di salpare. A bordo ci sono cinque uomini: tra di loro vi è il narratore, di
cui sappiamo poco, e un uomo di nome Marlow, che appare tutt’altro che un uomo di mare e di cui non si
specifica la professione. Marlow esprime giudizi molto duri sulle atrocità del colonialismo di cui ha preso
coscienza durante un suo viaggio in Africa. Il racconto in prima persona di Marlow costituisce il resto del
romanzo. Marlow, nonostante il parere contrario di un medico che sembra alludere ad alcuni problemi
psichiatrici nella sua famiglia, è assunto da una Compagnia commerciale belga che commercia avorio dall’Africa
nera all’Europa. Marlow è da subito molto impressionato dal paesaggio selvaggio e devastato dell’Africa
coloniale. All’arrivo presso il campo-base della Compagnia balza agli occhi il disumano sfruttamento dei bianchi
della popolazione locale, che è schiavizzata; i rappresentanti della compagnia, ipocriti ed arrivisti, non fanno
molto per migliorare la situazione e curano solo il proprio tornaconto personale. Tutti parlano invece del
famigerato Kurtz, un tedesco rintanato da tempo nel cuore più impenetrabile della foresta. Benché Kurtz sia fonte
di grandi guadagni per i quantitativi d’avorio che procura, è invidiato e detestato dalla maggior parte dei membri
della Compagnia, che vorrebbe sbarazzarsi di lui ritenendolo un ingombrante rivale. La cortina di fascino e
mistero attorno a questo personaggio si fa ancor più fitta quando circola la voce che Kurtz sia gravemente
malato; Marlow parte allora su un battello per risalire il fiume con un equipaggio composto prevalentemente da
quelli che lui chiama “i pellegrini”, cioè un gruppo di alcuni coloni europei. Durante una sosta vengono
inspiegabilmente attaccati: ci sono alcune vittime e Marlow dà credito alla notizia che Kurtz è morto poco tempo
prima in un attacco simile. Arrivati alla base di Kurtz, un uomo di nazionalità russa che si trova lì comunica loro
che Kurtz è vivo anche se molto malato: egli sottolinea la forte personalità di Kurtz, la sua dedizione feroce e il
suo grande ascendente sulla popolazione indigena. All’arrivo all’accampamento di Kurtz, circondato da pali con
teste mozzate in cima, Marlow capisce che l’uomo è diventato una sorta di dio per la popolazione indigena e che,
malato e ormai folle, ha sfruttato questa condizione per approvvigionarsi senza scrupolo di avorio, ordinando
anche l’attacco contro il vaporetto di Marlow. Progressivamente, Kurtz non si è più interrogato sulle conseguenze
morali delle sue azioni, identificandosi solo ed esclusivamente nel perseguimento dei propri fini, che sono poi
quelli del ritorno economico per la Compagnia. Marlow, date le condizioni di salute dell’uomo, lo carica con
difficoltà sul traghetto e decide di ripartire la mattina successiva. Durante il ritorno, mentre anche Marlow si
ammala gravemente, Kurtz muore, consegnando al protagonista alcune carte e una fotografia, mormorando solo
“L’orrore! L’orrore!”. Tornato in Europa profondamente traumatizzato dal viaggio, Marlow legge le carte di
Kurtz e le consegna alla Compagnia (che vuole rivelazioni sull’avorio), dopo aver rimosso un post scriptum di
Kurtz stesso intitolato “Sterminate tutti i nativi”. Marlow incontra poi la donna sulla fotografia, che si rivela
essere la fidanzata di Kurtz. A lei, senza il coraggio di rivelare le scoperte atroci dell’uomo che ha amato,
Marlow dice che le ultime parole di Kurtz sono state per lei.

TEMI PRINCIPALI:
- Antropocene: Il termine è stato coniato dal chimico Paul Crutzen ed allude alla nuova epoca storica e
geologica, in cui per la prima volta è l’ambiente ad essere influenzato dalla presenza umana e non viceversa.
L’ambiente dunque è compromesso, con la conseguenza di effetti catastrofici. L’epoca potrebbe essere iniziata
dopo la seconda guerra mondiale con l’accelerazione dell’industria, oppure con l’inizio della rivoluzione
industriale.
- Genere dell’avventura: Il testo presenta elementi quali il mare, la nave, l’oceano, che alludono alla sfera
dell’avventura, che all’epoca di Conrad era molto di moda.
- Luce/oscurità: Il tema della luce accompagna il lettore dall’inizio alla fine della lettura. Sono infatti presenti
tanti termini appartenenti al campo semantico della luce e della luminosità, ma anche il suo contrario, quindi
l’oscurità e le tenebre (darkness). Ci sono molte immagini che riguardano il tramonto del sole, che alludono al
senso di morte. L’immobilità della luce attraversa nel testo diverse fasi fino a spegnersi. Si parla, infatti, di
entropia, ossia il lento degradarsi dell’energia. Gli inglesi, all’epoca del colonialismo, portano avanti l’idea di
essere i portatori di luce. La luce è, dunque, anche sinonimo di conoscenza e civiltà. Sono pertanto coloro che
illuminano tramite la cultura inglese e la religione cristiana le popolazioni primitive e selvagge. Il buio è
invece sinonimo di arretratezza. Nel testo il protagonista Marlow ricorda l’epoca in cui anche l’Inghilterra era
vista dai Romani come un popolo selvaggio e primitivo, essendo anch’esso oggetto di conquista. Il tema
dell’oscurità è da associarsi anche al paesaggio, grande protagonista del testo, poiché si riferisce alla grande
foresta, sconosciuta ed impenetrabile. E’ presente infatti, in contrasto al clima esotico, la descrizione di una
situazione atmosferica caratterizzata dalla presenza di foschia ed oscurità.
- Assenza di nomi: Il testo non presenta nomi di persona, ad eccezione del protagonista Marlow e del
misterioso Kurtz. I personaggi, presenti a bordo della nave, sono caratterizzati e differenziati solo mediante
l’utilizzo del loro ruolo all’interno della società e del posto di lavoro che ricoprono. L’uomo bianco, nel corso
della storia, avrà un nome, mentre gli africani avranno la loro identità non definita.
- Omosociale: si ha all’inizio del testo una situazione “omosociale”, in quanto sono presenti termini
specialistici e tecnici riguardanti strettamente l’universo maschile della navigazione. C’è il riferimento al
legame dato dalla condivisione delle esperienze negli oceani lontano dalla terra ferma.
- Imperialismo/colonialismo: All’inizio del testo viene fatto riferimento al fiume Tamigi, inteso come il fiume
che da Londra porta ovunque, alludendo così alla posizione centrale di Londra nelle grandi esplorazioni e
nell’imperialismo. Il Tamigi è anche il fiume che ha dato il via alle navigazioni dei “grandi e famosi” Francis
Drake e John Franklin. Tant’è vero che Londra è definita la più grande città, sia in termini materiali che di
importanza. L’imperialismo britannico nasce quando la corona affida ad una compagnia privata il monopolio
del commercio con determinati paesi. Si tratta della East India Company, che nel ‘700 ha la licenza e il
monopolio commerciale indiano, iniziando a depredare il paese e creando alleanze ed azioni militari che
porteranno ad uno scandalo in patria; ciò comporterà l’intervento europeo nel processo di nascita del paese.
E’ presente una denuncia alla finta della missione cristiana e culturale inglese, che nasconde invece solo lo
scopo reale di un’impresa puramente materiale ed economica. Si parla della nostalgia dell’impero su cui il
sole non tramonta mai (luce), con allusione alla grande crescita della nazione inglese alla conquista del
mondo. L’autore Joseph Conrad è stato considerato dallo scrittore Chinua Achebe nel 1975 razzista. Oggi noi
leggiamo Heart of Darkness non per dare un giudizio etico/morale, ma perché dà una ricca serie di prospettive
e concetti su come il mondo europeo si sia rapportato alla realtà africana nei secoli scorsi. Il protagonista,
Marlow, enuncia il fatto che l’imperialismo sia diventato un’idea, resa dagli europei una specie di culto da
adorare, alludendo ovviamente alla missioni civilizzatrice e cristiana. E’ la retorica utilizzata per giustificare
le idee immorali, credendo ad un ideale visto come valore superiore in nome del quale è lecito svolgere certe
azioni. C’è una condanna senza riserve al colonialismo poiché porta via la terra ai popoli. Heart of Darkness è
ambientato in Congo, “proprietà” del re Leopoldo del Belgio, che ha concesso che certe atrocità accadessero
per un guadagno personale. Da una lettura storica ne scaturisce che, all’uscita di Heart of Darkness, il testo è
stato considerato una denuncia al colonialismo belga, violento e sfruttatore, contrariamente all’illuminato
colonialismo britannico. Tuttavia Joseph Conrad non nomina i luoghi della storia né specifiche zone, ma
generalizza l’ambientazione. Si parla di “noble cause”, riferendosi al colonialismo. Il testo riporta la frase
“anything can be done in this country”: lo spazio coloniale è il luogo in cui può essere fatto tutto ciò che si
vuole. A livello teorico ogni stazione dovrebbe essere un faro sulla strada, un centro commerciale ma anche di
umanizzazione, miglioramento ed istruzione. Affinché l’uomo bianco potesse sfruttare persone e terra,
bisognava difendere l’idea razzista. Come afferma Edward Said il colonialismo è in primis produzione di
sapere e cultura su paesi da colonizzare in quanto il sapere è fondamentale per il controllo. Questo sapere si
basa su: - lavoro dei missionari che vanno in questi luoghi con lo scopo di evangelizzare e portare la luce alla
popolazione, considerate pagane ed inferiori; - Kurtz è un produttore del sapere sul campo coloniale poiché è
il soggetto che sa e conosce, mentre la colonia lo ammira. L’International Society for the Suppression of
Savage Customs, cercava di coprire l’impresa criminale del colonialismo creando una società per l’aiuto alla
soppressione dei costumi dei selvaggi, chiedendo a Kurtz di fare rapporto su ciò che avviene in quel territorio.
Kurtz afferma che i bianchi debbano comportarsi come divinità ed esercitare il potere per il bene sconfinato.
- Razzismo/Sfruttamento/Scienza della frenologia: Si basa sulla misurazione del cranio delle persone, poiché
c’era la credenza secondo la quale più grande era il cranio, maggiore fosse l’intelligenza. Si tratta di una
scienza della razza. Il primo incontro con gli africani presenta una descrizione del classico esotismo europeo:
si descrivono la parte bianca degli occhi degli africani; le loro urla e i loro canti [alludendo alla loro incapacità
di un linguaggio razionale]; i corpi nudi sudati, la mancanza dei volti, sostituiti da “grotesque masks”, che
tolgono la loro identità; i muscoli, la “vitality wild”. Le figure africane sono numerose all’interno del
racconto, ma non si possono considerare personaggi. E’ presente una scena in cui compaiono sei uomini neri,
avvolti in stracci sbrindellati e con collari al collo, che avanzano faticosamente tenendo in equilibrio ceste
piene di terra. Caratteristico è il tintinnio delle catene che li tenevano uniti. Sono caratterizzati da un’eccessiva
magrezza e sono paragonati ad oggetti. Hanno narici dilatate, a testimonianza dall'affaticamento, e lo sguardo
fisso nel vuoto, caratterizzato da una “deathlike indifference”. Sono chiamati “raw matter”, materia prima,
cruda. Nonostante la loro condizione fisica sono comunque considerati nemici da cui difendersi. Davanti a
questi sei uomini Marlow è uno spettatore interessato.
- Disumanizzazione: C’è differenza tra Zoe, che designa la vita come esistenza fisica e Bios, che si riferisce
alla vita umana e al modo di vivere. Giorgio Agamben, applicando questo concetto allo stato degli ebrei nei
campi di concentramento, afferma che la disumanizzazione è la cosa peggiore che l’umanità abbia fatto, anche
peggio di uccidere. Si parla del concetto di “nuda vita”, ossia lo stato di sopravvivenza in cui l’uomo ha solo
le funzioni vitali ed è ridotto ad una semplice macchina biologica. Conrad anticipa questa visione di
disumanizzazione Novecentesca, espressa in seguito ai nazisti, con la visione di questi sei uomini che sono
ridotti ad un corpo affaticato e indifferente. Quando l’uomo perde la capacità di esprimere se stesso nella sua
individualità, perde la sua “essenza” e si riduce a semplice “raw matter”, paragonabile ad oggetti. Con la
biopolitica, lo stato impone la politica del vivere. Sono presenti verbi associati agli animali nel momento in
cui si parla degli africani, togliendo loro l’umanità. Darwin afferma che l’uomo non sia stato creato da Dio ma
da un’evoluzione, confermando l’idea di primitivismo africano.
- “Progresso”/estrattivismo/modernismo: Marlow si trova di fronte ad oggetti, macchinari e pezzi di
tecnologia ammassati e gettati. Questa immagine allude alla Waste Land di T.S Eliot, ossia allo spreco e alla
desolazione del posto. C’è una contrapposizione tra il progresso all’interno dei paesi europei ed il paesaggio
nei luoghi di conquista, in cui sono presenti sprechi. Si ripetono concetti di vuoto e distruzione. Si parla di
estrattivismo perché le materie prime sono estratte violentemente dal territorio grazie alla schiavizzazione
della mano d’opera locale. L’avorio, infatti, è una materia violentemente estratta dagli animali; è implicito ma
palese anche il massacro di animali.
- Ambiente: Parlando di antropocene, si può fare riferimento alla personificazione del paesaggio, che non è
semplice sfondo, ma è un vero e proprio personaggio nel testo. C’è il termine “jungle”, che ha delle
connotazioni etiche e morali, pertanto non è semplice paesaggio. Il territorio descritto è caratterizzato dalla
presenza di un lungo fiume che non è nominato: il lettore implicito riempie di nomi i luoghi che sono descritti
ma non indicati dall’autore. Il fiume è paragonato ad un serpente che ha come testa il mare e il corpo si curva
dentro la terra. Il fiume ha la caratteristica dell’agency, ossia la capacità di agire (attante). Il protagonista,
affascinato dal fiume, decide di affidarsi alla “Company”, imbarcandosi come funzionario di questa su uno
steamboat. Si tratta di un grande viaggio in battello lungo il fiume. Il mare è personificato ed è paragonato alla
voce di un fratello: c’è la fusione/immedesimazione con il mare. L’acqua ha un significato, un senso ed una
ragione. Marlow si trova di fronte ad una grande muraglia/parete di vegetazione, data da elementi naturali
quali piante, rami, foglie. La natura è una “rioting invasion of soundless life”, una sommossa ma che è ferma.
La natura è vista come qualcosa che l’uomo ha il diritto di conquistare.
- Viaggio: Il viaggio in Conrad ha un valore allegorico, simile al viaggio di Dante all’inferno, oltre ad aver un
semplice interesse geografico e di denuncia politica. Il viaggio è anche quello dell’eroe mitico che affronta
ostacoli e sfide per acquisire consapevolezza di sé stesso e della sua gente, in questo caso rappresentata da
tutta la civiltà occidentale. Per questo il testo è stato paragonato ai grandi poemi in cui l’uomo affronta un
viaggio per scoprire sé stesso, come l’Odissea, l’Eneide di Virgilio e la Divina Commedia di Dante. Il primo
viaggio raccontato nel testo è un viaggio nel cuore dell’Inghilterra, compiuto dai navigatori romani, arrivati in
una “terra abominevole”. Il secondo viaggio si verifica quando Marlow decide di imbarcarsi in battello per
visitare il fiume, che tanto lo aveva intrigato. Ad un certo punto il viaggio temporale si trasforma in un viaggio
nel tempo verso la preistoria, poiché per Marlow viaggiare lungo il fiume era come viaggiare a ritroso nel
tempo dove la vegetazione era come una vitalità violenta, gli alberi erano monarchi. L’uomo africano è
considerato anche un uomo preistorico. Dal viaggio nel tempo, si passa al viaggio interiore che una persona fa
quando ricorda qualcosa nella sua memoria: “unrestful and noisy dream”[interpretazione dei sogni di Freud
secondo cui i sogni non sono evasione dalla realtà, ma sono una ricomposizione della nostra realtà interiore
che, pescando dall’inconscio, definisce il misterioso mondo]. E’ presente una similitudine secondo cui come il
territorio africano è abitato da persone di cui non si comprendono le parole, così il nostro inconscio si
manifesta attraverso i sogni: “inner truth”. Sappiamo che il passaggio tra storia e preistoria è sancito dalla
scrittura, considerata il momento in cui si diventa civili. Gli storici parlano di deep story: non bisogna pensarsi
come coloro che hanno iniziato ad esistere solo con la scrittura e la tecnologia, ma capire che la nostra
esistenza nasce milioni anni fa. Michael Montaigne afferma nel “Saggio sui cannibali”, che dall’epoca di
esplorazione si riportano varie storie di persone che hanno viaggiato per posti sconosciuti, scatenando enormi
fascinazioni dell’occidente per le scoperte che va oltre all’idea di medievale del diverso. C’è una nuova
cultura antropologica/etnografica secondo cui gli europei si sentono superiori ai cannibali. Ci si domanda:
sono superiori i cannibali oppure gli uomini occidentali che si uccidono a vicenda per motivi religiosi?
- Religione: E’ presente all’inizio del testo la descrizione di Marlow, che potrebbe alludere alla figura di
Buddha. Marlow potrebbe essere raffigurato come una figura mitologica. Tuttavia sta al lettore determinare
ciò tramite la costruzione di un’immagine, la ripetizione di elementi riconducibili alla figura di Marlow come
figura mitologica/cristologica. Oltre a questo, un rimando alla religione sta nella frase “devotion to
efficiency”, ossia la forma moderna ed efficiente di colonialismo, un valore assoluto divorziato da qualsiasi
considerazione etica (nazismo). Nel racconto c’è una venerazione pseudo religiosa nei confronti di una
persona normale. La religione è anche rappresentata dai “pilgrims”, che hanno il ruolo di cristianizzare.
- Tema della rappresentazione/nominazione: All’incipit della novella è presente una mappa che colloca il
lettore in un determinato luogo. Il protagonista ricorda che da bambino aveva la passione per le mappe dopo
essere stato in ufficio, in cui era circondato da queste. Ciò si ricollega all’idea di perdersi nelle glorie
dell’esplorazione, basato sul concetto che il mondo sia uno spazio da esplorare. Nel corso della vita del
protagonista le mappe si sono riempite di nomi e designazioni, dove c’era un grande”blank”, ossia assenza,
mancanza, uno spazio vuoto; in realtà questo spazio era vuoto solo agli occhi degli europei, perché era abitato
da civiltà. L’atto di colonizzare/mappeizzare si collega all’atto di nominazione: man mano che gli europei
scoprono nuovi luoghi, li nominano e li cartografano. I nomi sono segni che danno significato.
- Momento burocratico: In un momento del testo Marlow entra in edificio in cui ci sono due donne che
lavorano a maglio (Le Parche/Moire). E’ presente la banalità della democrazia, in quanto la colonizzazione è
vista come una macchina burocratica. Appare la mappa del mondo del 1884/85, in cui, in seguito alla
Conferenza di Berlino, l’Europa divide l’Africa artificialmente in base ai domini francese, inglese, italiano,
belga.
- Parole/lingua: Le parole fanno parte del potere coloniale poiché impongono una lingua straniera. Ciò si
contrappone alla lingua incomprensibile degli africani.
- Tema delle donne: Le donne del romanzo sono personaggi semi-passivi. In inglese abbiamo due parole che
significano genere: gender, in relazione al sesso, e genre, in relazione al testo letterario. Dagli anni ‘80 il
termine gender è diventato una categoria in sociologia, filosofia, ma anche nella letteratura del Novecento
prende piede grazie al femminismo. Fino agli anni 2000 la parola gender era strettamente accademica ma poi
ci furono delle prese di posizione. Col termine gender si indica lo studio di uomini e donne e determina il
modo in cui la società costruisce l’idea di ciò che è femminile e maschile. In Heart of darkness si sottolinea la
diversità tra la donna africana e quella della città sepolcrale europea. E’ presente la descrizione di una donna
africana, l’unico personaggio africano delineato. Si parla di “gorgeous apparition”: la donna africana è
descritta con il linguaggio del corpo: ha la testa alta, i capelli sono paragonati ad un elmo, porta i leggings di
ottone, che alludono all’immagine di donna guerriero, che mette in mostra sia il suo corpo sensuale sia gli
ornamenti, le zanne di elefante, e armamenti da guerriera. Questa donna è selvaggia e superba ed in lei c’è
qualcosa di “ominous”. E’ un personaggio ambivalente poiché alcuni elementi descrittivi si riferiscono
all’ammirazione, altri alla minaccia. Questa donna balla ed ha un corpo associato alla natura che la circonda:
donna e terra sono simboli di fertilità e sono entrambe da conquistare. Il suo volto ha un aspetto tragico e
feroce di un dolore selvaggio “wild sorrow”, ed è l’unico volto africano, quindi ha un’identità. La donna soffre
fisicamente e psicologicamente; alza le braccia al cielo, come se fosse una sacerdotessa in un rito. Si apprezza
molto la potenza di questo personaggio solo paragonandolo alle classiche donne europee dell’età vittoriana
che occupano una posizione di modesto decoro. Lo spazio coloniale diventa importante per il genere e la
sessualità, viste come oggetti di fantasia. Freud rivoluziona lo studio della sessualità, affermando che questa
non è controllabile e che appartiene a tutti gli esseri umani. E’ una forza ed un desiderio su cui si non si può
avere completo dominio. Questo si scontra con l’idea di donna modesta, il cui contrario è la figura della
prostituta di fine Ottocento, epoca in cui molti scrittori e letterati rappresentano la donna come soggetto
sessuale. Si trasferiscono queste idee su persone eccentriche o che occupano un basso ruolo all’interno della
società come prostitute o donne esotiche. Questa africana non ha nome: è un personaggio archetipo,
misterioso, esotico e ha la portanza dello sguardo poiché non è guardata ma è colei che guarda. C’è un
confronto tra la promessa sposa di Kurtz che rimane vedova, aspettando il ritorno di Kurtz, che poi Marlow
incontra, e l’immagine della donna africana che è nera ed ha regale potere nello sguardo e nei gesti.
- Personaggi/Figura di Kurtz (culto della personalità):
- Charles Marlow: è il protagonista, dal carattere buono e introverso. Fin da ragazzino è appassionato di
geografia e sogna di percorrere l’Africa, continente dai mille territori inesplorati. Grazie a sua zia riesce a far
parte della compagnia coloniale che lavora sulle rive del fiume Congo. Marlow rimane deluso dalla cattiveria
con cui vengono schiavizzati i neri e con cui viene sfruttato il territorio per la raccolta delle materie prime. E’
un eroe raccomandato dalle donne, che sono mediatrici, le quali gli consigliano di trovarsi un lavoro per farsi
strada. Qui è messo in discussione il tema dell’omosocialità e l’universo maschile. Se inizialmente Marlow è
impressionato dalla presenza di persone moribonde vicino a lui, nel corso del romanzo sembra abituartisi e ciò
lo rende un personaggio a tutto tondo. A ciò si aggiunge anche il mutamento dei suoi parametri morali. Da un
lato Marlow è sempre a contatto con la violenza ed il dolore, dall’altro volge lo sguardo sempre verso altrove.
Questi atteggiamenti lo rendono un personaggio ambivalente. Marlow è anche un personaggio passivo, un
eroe fermo che dorme.
- Kurtz: è il co-protagonista, un uomo senza scrupoli interessato molto all’Africa e nello specifico al Congo
unicamente per arricchirsi personalmente. E’, quindi, un despota e un folle. Vorrebbe diventare direttore della
compagnia solo per celebrare la sua autoesaltazione. All’inizio era un uomo diverso: voleva essere in contatto
con il mondo africano per civilizzarlo e portarlo ad un’evoluzione e al progresso. Di questo personaggio non
si dice subito chi sia, ma nel corso del racconto sono fatti degli accenni sulla sua figura, che è raccontata
prima che incontrata, creando suspense. Kurtz è un personaggio che si avvicina all’idea di superamento dei
valori e della morale di Nietzsche. Inizialmente Marlow è reticente ad informarsi sulla sua figura ma poi è
interessato quando gli viene detto che è il capo della Inner Station. E’ definito “prodigy” e “emissary of pity”,
quindi allude ad una rappresentazione religiosa, di scienza e progresso. Quindi è descritto come un
personaggio straordinario. Marlow incontra per la prima volta Kurtz quando, finita la funzione economica
della compagnia, motivo per il quale Kurtz avrebbe dovuto lasciare la stazione, questo, invece, decide di farvi
ritorno. Marlow, dunque, conosce il misterioso personaggio in un momento in cui non si comprende il motivo
delle sue azioni.
- Fresleven: rappresenta il signore inglese, impegnato nella nobile causa, che aveva bisogno di affermare il suo
“self-respect”, poiché, essendo un agente coloniale, deve presentarsi come modello e mantenere la sua
integrità con un confine tra nativo/selvaggio. Mostra la sua manliness, la sua mascolinità, che sarà la causa
della sua morte.
- Manager: è descritto come uno stupido, la cui unica qualità è quella di non ammalrsi, quindi di essere una
persona forte che non contrae virus né malattie.
- Pilgrims: sono dei funzionari che girano senza meta. Si allude al campo semantico della religione. In realtà si
trovano in un luogo da cui si procurano l’avorio e portano via le risorse senza preoccuparsi delle conseguenze
sul territori.
- Arlecchino: giovane russo figlio di un arciprete, che ha la caratteristica di annullarsi al cospetto di una persona
che venera.
- Conclusione: Marlow fa ritorno in Inghilterra dove trova la fidanzata, ormai vedova, di Kurtz alla quale deve
raccontare gli ultimi attimi di vita di questo, morto durante il viaggio di ritorno. Le ultime parole di Kurtz
lasciano spazio all’ambiguità (tema della referenzialità) poiché l’autore si rifiuta di trovare una
rappresentazione diretta e chiara delle cose. Non si sa se “the horror, the horror!" si riferisca al pentimento di
Kurtz, alla sua paura di morire, alla sua malattia. Sta al lettore decidere che significato attribuire a queste
parole ed è il lettore che deve riempire gli spazi vuoti. Il ritorno a casa di Marlow presenta una scena
domestica/borghese, che dà una sorta di circolarità e lo spazio ignoto africano è ritenuto quasi tranquillo [sorta
di lieto fine perché Marlow è sopravvissuto]. Marlow vuole raccontare tutti gli orrori che ha visto, riportando
tutto al codice cavalleresco, affermando che le ultime parole di Kurtz sono state rivolte alla fidanzata. [The
ballad of the ancient mariner by Coleridge]. L’ultima frase chiude il racconto e la cornice: “heart of an
immense darkness”.
- Ecocritica: Alla fine del racconto, l’Africa rimane un meccanismo coloniale che continua a schiavizzare,
estrarre materie prime e massacrare animali. L’ecocritica è lo studio della letteratura con attenzione al suo
rapporto con l’ambiente. Le prime letture del testo trattavano l’Africa come uno sfondo sul percorso
esistenziale di Marlow, mentre oggi sappiamo che è la componente non umana che si manifesta potentemente
attraverso la natura.
- Tre materie sociologiche trattate da Heart of Darkness:
- race: analisi delle classificazioni razziali nelle diverse società e nel mondo;
-gender: identità di genere come costruzione culturale che passa attraverso la creazione di forti modelli
letterari;
-classi sociali: sono protagonisti i piccoli borghesi ed i piccoli funzionari che non hanno avuto successo in
Europa e lo spazio coloniale è il luogo delle opportunità.
STILE: Dal punto di vista della disposizione degli eventi, Conrad fa un uso piuttosto frequente di salti in avanti e
in indietro, flashbacks e flashforwards (tipico del modernismo). Il racconto di Marlow viene ad essere così molto
spezzettato e l’effetto creato è quello della suspense per l’incontro finale con Kurtz.
Il narratore della storia, Marlow, racconta gli episodi in prima persona, riportandoci la propria esperienza e il
proprio punto di vista.(narratore in prima persona e focalizzazione interna). Spesso Marlow ha problemi a
raccontare con le parole le proprie esperienze e si esprime attraverso aggettivi dal significato vago, come
“indicibile”, “inimmaginabile” o “non spiegabile”.
Dal punto di vista linguistico dobbiamo ricordare che Conrad era di origine polacca, ma visse buona parte della
sua vita su navi inglesi, assorbendo perfettamente l’inglese, lingua in cui scrive i suoi romanzi. Il testo alterna il
racconto e l’analisi effettuata da Marlow in una lingua chiara e pulita ai dialoghi in cui Conrad usa un tipo di
linguaggio fortemente idiomatico, caratterizzato da domande, esclamazioni e interiezioni.

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