Sei sulla pagina 1di 7

🎙

Naturalismo Francese
Quadro Storico

Positivismo

Negli ultimi decenni del 1800 (1860-1900) si utilizza il mito del superuomo
per rappresentare il clima culturale dell'epoca: il superuomo Nietzschiano
incarna lo spirito prometeico, cioè la smania di conoscenza e di progresso,
di stappare alla natura i suoi beni, di fare dell'uomo un altro Dio bastante a
se stesso e signore delle cose. Il superuomo di Nietszche era uno spirito
libero, un individuo che aveva ripreso possesso di sé e della propria natura e
del proprio destino e si era emancipato vivendo una vita piena e gloriosa e
libero di sprigionare tutte le proprie energie positive.
Il mito del superuomo arrivò anche in Italia e ne troviamo traccia nella rivolta
degli scapigliati, ma anche in alcune opere di D'Annunzio, di Carducci e
negli stessi personaggi di Verga.
Questo spirito prometeico si radica in una società sotto l'influsso della
potente scienza. Possiamo quasi parlare di una rivoluzione culturale, in cui
la scienza strappa lo scettro della sapienza alla religione e alla filosofia e
che grazie proprio ai suoi metodi infallibili risolve tutte le ingiustizie sociali e
le sofferenze di ogni genere.
La scienza quindi diventa il faro di un mondo totalmente secolarizzato in cui
non esiste più alcuna legge divina e dove esiste soltanto la materia; Infatti
anche ciò che chiamiamo ragione o sentimento nella prospettiva del
materialismo non è altro che il risultato di combinazioni chimiche e di
sensazioni nervose. Da qui nasce l'idea del positivismo che si afferma nella
seconda metà del XIX secolo in Europa. Il positivismo fu un movimento che
postulava proprio l'estensione dei principi scientifici a tutta la realtà e la cui
regola prima prevedeva che si stesse i fatti, che si misurasse, che si
verificasse, per poi postulare una serie di leggi universali valide per tutti i
campi. Il positivismo quindi si configura come un movimento filosofico che
rimuove dalla sfera dei suoi interessi le spiegazioni religiose o metafisiche
attenendosi unicamente all' osservazione del reale.
Infine si deve tener conto che la scienza al tempo era atea e impegnata a

Naturalismo Francese 1
smantellare tutti i capisaldi della fede, tanto che il libro di Darwin, tradotto poi
in molte lingue, fu subito salutato come la nuova Bibbia della storia naturale.

Caratteristiche e esponenti (88)

Il Naturalismo nasce in Francia nella seconda parte del 1800; naturalismo sta a
indicare che in questo periodo anche l’arte, in particolare la letteratura, viene
considerata una disciplina naturale, alla quale si può applicare il metodo
scientifico. Il Naturalismo è quindi considerato l'aspetto letterario del positivismo,
ideato dal filosofo Auguste Compte, e da cui eredita l’attenzione per la realtà,
l’uso del metodo scientifico e la fiducia nel progresso. Infatti il movimento
Naturalista accosta la letteratura alle realtà e la indaga avvalendosi del metodo
scientifico, facendo particolare attenzione agli aspetti sociali ed economici delle
classi più umili, in quanto in quest’ultime sono più evidenti i fattori che
condizionano la vita dell'uomo, ovvero ambiente ed ereditarietà. Anche lo stile si
adegua a questo nuovo contenuto, si adopera infatti un linguaggio semplice,
antiletterario e perfettamente aderente all’ambiente ed ai personaggi, utilizzando
se necessario anche il dialetto ed il gergo.

Il Naturalismo condivide con il Positivismo l'attenzione e la fiducia nel progresso,


infatti gli scrittori naturalisti, pur narrando le tristi condizioni di vita degli umili e
mettendo in evidenza gli aspetti negativi della società, sono convinti che
attraverso la loro denuncia tutto possa migliorare.
I canoni fondamentali di questa letteratura sono l’oggettività, lo scrittore deve
infatti partire da avvenimenti realmente accaduti e ricostruirli secondo la
relazione causa-Effetto; l’impersonalità, lo scrittore non deve imporre le sue
idee, i sui sentimenti, i sui giudizi e non deve parteggiare per i sui personaggi,
ma ha l’obbligo di esporre i fatti in modo freddo e distaccato, come un fotografo;
la scientificità, lo scrittore deve tener conto delle leggi scientifiche che regolano
la società e tutte le azioni umane devono essere analizzate alla luce
dell'ambiente e dell'ereditarietà.
Tra i massimi teorici del naturalismo troviamo Honorè De Balzac, il quale
afferma che lo scrittore deve essere solamente il regista del bene e del male, e
che la società umana assomiglia alla natura: “ La società fa degli uomini, a
seconda dell’ambiente in cui si svolge la vita, tante specie diverse quanti sono
gli animali nella zoologia”. Balzac scrisse inoltre la "Commedia Umana", una
raccolta di 91 romanzi nei quali vengono descritti uomini appartenenti a diversi
contesti sociali.
I maggiori esponenti del Naturalismo furono Gustave Flaubert, che scrisse
“Madame Bovary”, e Emile Zolà, che si forma come scrittore sulle idee di Balzac

Naturalismo Francese 2
e del fisiologo Claude Bernard. Grazie a quest’ultimo scrisse infatti "La Medicina
Sperimentale", opera in cui sostiene che un romanzo debba essere costruito
come un esperimento di laboratorio.
Secondo Zolà infatti lo scrittore deve essere uno sperimentatore ed andare alla
ricerca delle relazioni che ci sono tra causa ed effetto, deve inoltre riprodurre
l'esperienza vissuta, e quindi, come uno scienziato, deve far ricorso
all'esperienza diretta.
Importante fu anche Hippolyte Taine, che fu il primo a parlare di poetica
naturalistica, a lui si deve l'introduzione di una mentalità scientifdica nella
letteratura, lo scrittore è scienziato prima di essere artista; Taine basava i suoi
personaggi su tre elementi: razza, ambiente sociale e momento storico.
Infine abbiamo i fratelli de Goncourt, precursori diretti del Naturalismo, che
scrisero Germinie Lacerteux, che influenzò molto Zolà.

Zola

Romanzo sperimentale (fotocopia)

l romanzo come ‘documentazione’

Il romanzo è la documentazione dell’esperimento messo in atto: dati un


certo carattere ereditario, una certa situazione storica e un
certo ambiente sociale, il destino e l’agire dei personaggi sono
prevedibili, non possono che seguire linee predeterminate. Il metodo
sperimentale vuole trasformare la creazione artistica in un’attività
scientifica: il romanziere non si limita a ‘fotografare’ la realtà, ma la
osserva e la studia come farebbe uno scienziato, fa ricerche sul campo,
si documenta sui temi della sua opera, indaga le premesse storiche e
sociali della sua storia. Ovviamente si tratta di un esperimento virtuale e
fittizio, dato che in ogni caso è l’autore che decide la sorte dei
personaggi, senza la possibilità effettiva di un riscontro reale.

La polemica contro l’idealismo romantico

Il principale obiettivo polemico di Zola è l’idealismo romantico, per il


quale la creazione artistica è frutto del genio e dell’ispirazione
irrazionale. Al contrario, i naturalisti rifiutano qualsiasi elemento
irrazionale, qualsiasi presenza ‘occulta’ e sottopongono ogni fatto
all’osservazione e all’esperimento, senza presupporre forze misteriose e
inspiegabili. Non si interessano alle questioni metafisiche (il perché delle
cose), ma si limitano a osservare lo svolgersi dei fenomeni (il come). La
polemica contro l’idealismo romantico si traduce anche, sul piano delle

Naturalismo Francese 3
concrete scelte narrative, nel rifiuto del ‘romanzesco’, ridimensionando o
eliminandoil pathos narrativo, e nella rappresentazione, invece, di una
‘tranche de vie’.

La crisi del personaggio romantico

I personaggi romanzeschi del primo Ottocento lottavano con passione


per inseguire i propri desideri e ideali fino alle estreme conseguenze:
l’appagamento o la morte. I personaggi di Zola, invece, soffrono di una
sfasatura ormai irrimediabile tra desideri, potenzialità e volontà. Non
hanno grandi vocazioni, non seguono grandi ideali, non sanno ciò che
vogliono o rinunciano facilmente a realizzarlo, o impiegano tutte le loro
forze per realizzare qualcosa che poi non li soddisfa. Nei romanzi
romantici, inoltre, i personaggi miravano a suscitare l’identificazione del
lettore. Nel romanzo naturalista, invece, che presenta personaggi
spesso ambigui e contraddittori, entra in crisi il meccanismo di
identificazione e il lettore è piuttosto indotto a osservarli dall’esterno.

La scelta dell’impersonalità

Obiettivo dichiarato è infatti l’assoluta imparzialità: il narratore deve


descrivere senza giudicare, senza prendere posizione, senza lasciar
trapelare simpatia o antipatia nei confronti dei suoi personaggi. L’autore
scompare e manca una voce autorevole che commenti le vicende e
indichi ai lettori la loro corretta interpretazione, mostrando ciò che è
giusto e ciò che è sbagliato. La tecnica dell’impersonalità esprime la crisi
ideologica di fine Ottocento e testimonia la perdita di fiducia nei valori
borghesi: qualsiasi giudizio è parziale e relativo, non esistono in astratto
modelli negativi e modelli positivi.

L’uso dell’indiretto libero


Dal punto di vista stilistico il principio di impersonalità si traduce in un
uso molto particolare del discorso indiretto libero (un discorso indiretto
senza alcun verbo introduttivo, del tipo «disse che», o «pensò che»):
voci e pensieri dei personaggi non sono limitati ai dialoghi, ma presenti
in tutta la narrazione e la voce del narratore si confonde in
continuazione con quella dei personaggi, al punto che diventa
pressoché impossibile capire chi di volta in volta stia parlando.

Il primato delle descrizioni

Naturalismo Francese 4
La riduzione della componente romanzesca si lega a una
corrispondente estensione delle parti descrittive. Nei romanzi tradizionali
le parti narrative sono prioritarie mentre le descrizioni sono subordinate
all’azione. Nei romanzi di Zola le parti descrittive diventano fondamentali
mentre il racconto degli eventi è meno rilevante. In ossequio al principio
dell’impersonalità, la descrizione non è gestita dal narratore, bensì dai
personaggi. Il lettore vede attraverso la prospettiva interna di chi di volta
in volta si trova a osservare l’ambiente circostante.

Il metodo di lavoro

Nella prima fase della stesura Zola individua le caratteristiche di


partenza dei personaggi e dell’ambiente. Poi si dedica alla compilazione
di un dossier composto da:
documentazione scientifica (studi storici, sociologici e linguistici; articoli
di cronaca) sugli ambienti che intende rappresentare;indagine sul
campo mediante osservazione diretta, trascorrendo intere giornate negli
ambienti, e a contatto con i ceti sociali protagonisti del romanzo.

Poi lo scrittore abbozza una trama che derivi in modo consequenziale


dal carattere e dalle condizioni dei personaggi. La fase successiva era
costituita dalla stesura di un progetto dettagliato in cui l’azione viene
suddivisa nei vari capitoli, indicando per ciascuno il contenuto di
massima. Infine, Zola procedeva alla stesura completa del romanzo.

Ciclo dei Rougon-Macquart (90)

Caratteristiche (90)

L'opera è stata concepita come una ricerca scientifica, volta a


confermare il seguente pensiero: il destino dell'uomo viene
inevitabilmente influenzato dal contesto nel quale vive e dai suoi geni.
Ad esempio, se si nasce in un contesto sociale dove si consuma alcool
abitualmente e se nella famiglia di origine si sono riscontrati casi di
alcolismo, senza ombra di dubbio l'individuo in questione acquisirà con il
tempo il vizio del bere.
Les Rougon-Macquart è un ciclo composto da venti romanzi, fondato
essenzialmente su quattro generazioni di due rami della stessa famiglia.
Da un lato, si osserva il ramo legittimo dei Rougon; dall'altro, si nota il
ramo illegittimo dei Macquart (originato da una relazione adulterina).

Naturalismo Francese 5
L'opera è ambientata durante le Second Empire, nel quale si
verificarono importanti cambiamenti nell'economia e all'interno del
mondo operaio. Di fatto, gli individui furono condotti ad alienarsi a causa
dell'ambiente di origine e del loro modo di essere, la famiglia dei
Macquart è condizionata da una lesione organica interna, che influenza
tutti i membrio della famiglia, la malattia della famiglia si rispecchia nella
malattia che Zola vedeva nella società francese del tempo (autoritarismo
Napoleone III).

Zola, prima di iniziare a scrivere, osserva, si documenta e conduce delle


inchieste. Dopo di ché, inizia a preparare delle bozze e dei piani
accurati. Di fatto, ogni romanzo è frutto di un proprio dossier
preparatorio.
Infine, egli è molto attento allo stile e dedica molto tempo alla rilettura e
alla correzione di eventuali errori. All'interno dell'opera si verifica il
fenomeno del plurilinguismo, volto a rappresentare ciascun personaggio
nella maniera più vera e sincera possibile. Anche gli oggetti assumono
un ruolo chiave, infatti molto spesso sono personificati. Rispetto al ciclo
dei Vinti però in Zola si può notare un certo ottimismo: ottimismo legato
alla letteratura, che ha la possibilità di migliorare queste condizioni.

Gli effetti dell'acquavite (102)


Zola descrive gli effetti dell'alcol sull'organismo di Copeau, uno dei
protagonisti dell'Ammazzatoio. Ormai è alcolizzato e non può fare a
meno dell'acquavite, da cui è dipendente. Il quadro clinico è allarmante,
ma nonostante ciò Copeau non vuole ammettee che l'acquavite è la
causa del suo disfacimento.

L'Ammazzatoio (nome di una bettola con distilleria di acquavite dove


molti del quartiere vanno a ubriacarsi, prende questo nome dala fine che
fa la gente con l'alcol) è il settimo titolo del ciclo dei Rougon-Macquart,
narra la rovina di una alvandaia laboriosa e economa, Gervaise, che
sperava di far fortuna a Parigi; viene però abbandonata da Lantier, un
cappellaio pigro, che la lascia con due figli. Sposa così un operaio,
Copeau, suo vicino di casa. Inizialmente le cose vanno per il meglio,
apre anche una stireria, ma poi Copeau inizia a baere e diventa un
alcolizzato. Qui ritorna in gioco Lantier, la moglie, delusa da Copeau, si
rimette con lui; nel mentre la stireria fallisce. Nel mentre la figlia Nana,
non sopportando la vita di stenti alla quale è costretta, si da alla

Naturalismo Francese 6
prostituzione; infine pure Gervaise si abbandona all'alcol e alla
proseituzione, morirà povera e sola.

Naturalismo Francese 7

Potrebbero piacerti anche