Sei sulla pagina 1di 8

Paolo Jedlowski, Il mondo in questione

Massimo Cerulo, Andare per caffè storici / La Danza dei caffè

Confronto concettuale

“Il caffè (...) continuano a essere frequentatissimi, a svolgere un ruolo precipuo per quel che
concerne gli scambi sociali (...) il caffè esercita variegate funzioni, configurandosi, a seconda
delle circostanze, come: luogo di incontro, casella postale, bacheca informativa, sala di
lettura, zona di esposizione, campo politico, spazio di flirt, territorio di musica, oasi di relax,
ambito culinario, salotto di conversazione. In altri termini, abbiamo notato come il “luogo
terzo” caffè svolga funzione sia di spazio di esercizio del loisir, sia di ponte, almeno
potenziale tra strati e ceti diversi della societá”

Concetti chiave

1. Socievolezza

Definizione:

La socievolezza è “la forma ludica della sociazione” (...) nell’atteggiamento “socievole”


ciascuno rinuncia infatti, almeno in una certa misura, all’affermazione unilaterale della
propria individualità, accettando di regolare il proprio comportamento in vista della creazione
di uno spazio comune dove l'interazione sia fonte di piacere reciproco.
(...) la socievolezza è una sorta di interazione “allo stato puro”. Più propriamente, è
l’espressione dell’essenza stessa della sociazione (Vergesellschaftung), cioè della tendenza
delle interazioni ad assumere forme determinate.
(...) , la socievolezza non possiede alcun fine, non tende “ad altro risultato al di fuori di sé”.
Come un gioco, appunto. L’impulso alla socievolezza distilla dunque, per così dire, dalle
realtà della vita sociale la pura essenza della sociazione, del processo di associarsi come
valore in sé e come fonte di piacere.
(Jedlowski citando Simmel, 2020, p. 481)

Per Lasch, questi luoghi [i caffè] hanno propriamente un carattere “proto-politico”. Habermas
non sarebbe in disaccordo: in Storia e critica dell’opinione pubblica ravvisava nei caffè il
luogo della formazione originaria della sfera pubblica nella società moderna. Ma i caffè sono
indubbiamente anche luoghi di socievolezza (Jedlowski, 2010).

“La prima funzione dei caffé è, in effetti, di essere un luogo di libertà e di liberi incontri, un
luogo nuovo per la vita di società in pubblico (François, 1993, p. 150).”

Attualmente…

L’arte della conversazione socievole continua a manifestarsi nei caffè frequentati (...) di
questa [la socievolezza] (...) si possa oggi parlare anche riguardo a brevi dialoghi, in quanto
forme discorsive gratuite, libere e che si instaurano per il solo piacere della conversazione,
senza altri fini apparenti (Cerulo, M. 2011. pp. 59-60).

2. Capitale Sociale
Definizione:

Il capitale sociale consiste nella relazione di cui un soggetto dispone. L'effettiva collocazione
di una persona nella stratificazione sociale complessiva dipende dalla miscela di questi
capitali. [ Bourdieu lo definì come: la] Somma delle risorse, attuali e virtuali, che fanno capo
a un individuo o ad un gruppo in quanto questo possiede una rete durevole di relazioni,
conoscenze e reciproche conoscenze piú o meno istituzionalizzate.

Il capitale sociale è insomma la capacità di avere credito (in tutti i sensi della parola): la
possibilità di suscitare fiducia, di mobilitare l’aiuto di altri. L’interesse della sociologia
contemporanea per questa nozione (...) dipende del riconoscimento dell’importanza che
rivestono le dimensioni informali, tacite, scarsamente istituzionalizzate e difficilmente
passibili di razionalizzazione che attraversano la vita sociale e le organizzazioni (...) La
nozione di capitale, difatti ha sempre per Bourdieu una dimensione simbolica: la materialitá
dei suoi effetti dipende dal fatto che sia riconosciuto e che sia “spendibile” come tale
(Jedlowski citando Bourdieu, 2009, p. 294).

Ma cosa ha a che fare il Capitale Sociale con il Caffè?

(...) é vero anche che la conversazioni createsi in forma sia di socievolezza che di sfera
pubblica, possano poi trasformarsi in capitale sociale, ossia in reti di conoscenze costruite e
mantenute nel tempo (...) Rapporti che diventano risorse in quanto basate su “una rete
durevole di relazioni, conoscenze e reciproche riconoscente” (...) cui é possibile attingere nei
momenti di necessità (lotta simbolica).

(...) i caffè (...) si configurano come alvei in cui incontrare e discutere con qualcuno (anche
esterno al proprio gruppo sociale di appartenenza) al fine di trovare uno spunto, un
suggerimento o una indicazione per affrontare o risolvere questioni personali (...) assumono
i contorni di spazi in cui “maneggiare” una questione o un interesse personale (Cerulo
citando a Bourdieu, 2011, pp.70-71).

3. Sfera Pubblica

Definizione:

Teorizzazione base creata da Jürgen Habermas nel suo Storia e critica dell’opinione
pubblica, pubblicato nel 1962

Il concetto di sfera pubblica delineato da Habermas designa uno spazio di discorsi e di


pratiche discorsive pubblicamente accessibili, a prescindere dallo spazio concreto in cui in
questi si manifestano. Si tratta di uno spazio discorsivo in cui i cittadini si confrontano fra di
loro, si informano e discutono di ciò che li concerne collettivamente. In questo spazio,
almeno idealmente, i cittadini discutono di questioni collettivamente rilevanti in modo libero,
razionale e tra pari. Le argomentazioni di ciascuno si confrontano sulla base della necessità
di legittimare la propria validità: in linea di principio, si affermano così le argomentazioni
migliori. La sfera pubblica è dunque il luogo in cui si forma l’opinione pubblica (non tanto
come somma delle opinioni private, quanto come risultato di discussioni aperte, razionali e
informate), e in quanto tale è cruciale per il funzionamento di una società democratica: è lo
spazio grazie e attraverso il quale i cittadini controllano e influenzano le azioni dei propri
governi
(...) si tratta di uno spazio critico sorto grazie alla borghesia nei circoli e nei caffé del
Settecento. Successivamente però lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa lo ha
trasformato: invasa da interessi economici e politici, attraverso il controllo che questi hanno
esercitato progressivamente sui questi mezzi, la sfera pubblica ne è stata colonizzata e ha
perso le sue caratteristiche di confronto tra pari (Jedlowski, P. citando Habermas, J., 2021,
pp. 39-40).

Passo di socievolezza a Sfera Pubblica…

Nei caffè, il discorso cambia quando le conversazioni riguardano argomenti d’interesse


comune e soggetti partecipanti si danno a fare per proporre soluzioni a eventuali problemi o
condividono le loro opinioni di un fatto inerente al bene comune e, dunque, dalla rilevanza
"collettiva" (...) gli individui continuano ad avvertire la necessitá di incontrarsi fisicamente, di
interagire e di confrontarsi faccia a faccia per discutere di problemi di interesse collettivo,
magari fronte a una birra o a una tazza di caffé (Cerulo, M. 2011. pp. 64-67).

4. Mass- media

Definizione:

Quasi-interazione mediata (...) “mezzi di comunicazione di massa” (...) si fa riferimento a


mezzi come la stampa periodica, il cinema, la radio o la televisione: mezzi cioè che
permettono a un emittente di raggiungere un insieme di destinatari estremamente ampio,
disperso nello spazio e nel tempo e potenzialmente sconosciuto.
(...) qui il mezzo tecnico separa fisicamente emittenti e destinatari (...) si tratta di un
processo comunicativo prevalentemente unidirezionale, nel quale i destinatari non hanno
pressoché nessuna possibilità di inviare feedback, né ci si aspetta che abbiano la possibilità
di rispondere all’emittente sullo stesso canale (Jedlowski, P., 2021, p. 9).

L'influenza dopo il lock-down…

Qui é necessario pensare sull’influenza dei mass-media, principalmente dei nuovi mezzi
digitali-virtuale di comunicazione di massa (passare dall'ambito fisico-digitale, a quello
virtuale), e le rette sociali, nella costruzione della realtá, e anche nel comportamento sociale
delle persone.
Per esempio, nella costruzione della paura collettiva rispetto al COVID-19, come ha detto la
signora Renzelli. e in che modo questo ha influenzato la fiducia delle persone negli spazi
pubblici dopo i lock-down, anche se la riapertura degli stessi è stata fatta rispettando tutte le
misure sanitarie
Jürgen Habermas
La Storia critica dell’opinione pubblica (1962): Concetto di Sfera Pubblica

Concetto:

Il concetto di sfera pubblica delineato da Habermas designa uno spazio di discorsi e di


pratiche discorsive pubblicamente accessibili, a prescindere dallo spazio concreto in cui
questi si manifestano. Non si riferisce a ciò che è "pubblico" in senso istituzionale, bensì a
uno spazio discorsivo in cui sono i privati cittadini a incontrarsi, a informarsi, e discutere di
ciò che li concerne collettivamente. In questo spazio, almeno idealmente, i cittadini
discutono di politica liberamente, razionalmente e tra pari, affiancando e controllando in tal
modo le azioni dei propri giovani. Le argomentazioni di ciascuno si confrontano sulla base
della necessità di legittimare la propria validità: in linea di principio, si affermano così le
argomentazioni migliori. La sfera pubblica è dunque il luogo in cui si forma l’opinione
pubblica (non tanto come somma delle opinioni private, quanto come risultato di discussioni
aperte, razionali e informate), e in quanto tale è cruciale per il funzionamento di una società
democratica: è lo spazio grazie e attraverso il quale i cittadini controllano e influenzano le
azioni dei propri governi

Punti chiave:

● Sfera pubblica come: spazio critico ------ grazie alla borghesia nei circoli e nei caffè
del settecento.
● Sfera pubblica trasformata per lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa:
invasa da interessi economici e politici, attraverso il controllo che questi esercitano
sui mezzi di comunicazione. Secondo Habermas la sfera pubblica ne viene
colonizzata e perde le sue caratteristiche.
● Critiche della Sfera pubblica di Habermas: Sfera pubblica borghese ha escluso:
donne. E classi diverse, hanno sviluppato proprie forme di discorso pubblico.
● Habermas sulla critica: quello di sfera pubblica è un concetto normativo, rappresenta
un ideale che la borghesia ha offerto alla società e che vive a prescindere dalle sue
mancate realizzazioni.
● Sfera pubblica perché: Habermas riconosce che gli uomini sono sempre legati gli uni
agli altri dalla ricerca di una comprensione reciproca che si realizza mediante la
lingua. ------ Svolta linguistica (caratteristica di tutte le scienze umane)
● Importanza del linguaggio per formare l'opinione pubblica: se la forma di vita
caratteristica dell’essere umano è contraddistinta dalla presenza del linguaggio e
dalla ricerca di una comprensione reciproca, la societá non puó essere, analizzata
basandosi esclusivamente sulla dimensione del lavoro: a fianco delle attivitá
produttive, e altrettanto fondamentali, vanno considerate le pratiche dell’interazione
mediante del linguaggio.
● Razzionalitá comunicativa: si evolve attraversi l’emancipazione progresiva dai
vincoli che impediscono la comunicazione libera, autoconsapevole e responsabile fra
gli uomini:
Il senso comune
Il pensiero in cui siamo immersi nel quotidiano è il senso comune. É il pensiero dell’ovvio:
funziona come una sorta di automatismo che preserva ciascuno dal dover continuamente
risolvere di nuovo problemi che si sono giá affacciati e hanno giá trovato una risposta
soddisfacente.
Pensare come al solito, senza farsi domande non strettamente necessarie alla continuità
della nostra esistenza..
Il senso comune è una specie di meccanismo finalizzato a tenere i dubbi fuori della porta.
Questo lo intendiamo come “naturale”. Ma non sono naturali, sono modi di interpretare la
realtá che abbiamo appreso nella nostra esperienza e nella nostra socializzazione.

Socializzazione [Schutz]: Solo una piccola parte della mia conoscenza del mondo ha
origine nell’ambito della mia esperienza personale. La maggior parte è derivata
socialmente, trasmessa a me dai miei amici, dai miei genitori, dai miei insegnanti e
dagli insegnanti dei miei insegnanti. Mi é insegnato non solo come definire l’ambiente
(...) ma anche come i costrutti tipici devono essere formati (...) Ció include modi di
vita, metodi per venire a patti con l’ambiente, ricette efficaci per l’uso di mezzi tipici
per adattare fini tipici a situazione tipiche. Il mezzo tipificato per eccellenza attraverso
cui la conoscenza socialmente derivata viene trasmessa é il vocabolario e la sintassi
del linguaggio quotidiano. Il gergo della vita quotidiana è anzitutto un linguaggio di
oggetti ed eventi indicati con nomi, e ogni nome include una tipificazione e una
generalizzazione.

● Il senso comune è dunque un insieme di “ricette” per vivere: fini, mezzi, e situazioni
ricorrenti della vita quotidiana vengono compresi in un modo che li ritrae come “ovvi”.
● Non sempre le ricette bastano: L’immigrato, e qualcuno che si trova in una
situazione in cui niente è piú “ovvio”: Il quadro di cose che egli dava per scontare
all’interno dei gruppi da cui proviene non vale piú, per definizione, nel nuovo mondo
a cui accede. Lo stesso linguaggio può essere un altro. Ció comporta una crisi: lo
straniero deve abbandonare un senso comune e imparare a condividerne un altro.
● Nelle situazioni normali: come avviene che noi siamo certi che quello che il senso
comune ci fa dare per scontato sia vero? (sono possibili diversi sensi comuni,
all’interno di gruppi o di società differenti).
● I contenuti del senso comune sono veri almeno perché “funzionano”. Ma funzionano
solo perché ciascuno li condivide, cioè perché anche chi mi circonda condivide con
me la stessa interpretazione della realtá.

Come funziona dunque il senso comune?


Come sistema condiviso di credenze. Il senso comune è quello che ciascuno crede che tutti
gli altri credono. É il risultato di una sorta di accordo: un accordo tacito, non esplicito, che si
basa in parte sulla tradizione di ogni gruppo sociale e in parte è costantemente riprodotto e
confermato dell’attivitá di ciascuno, ma è un accordo fondamentale. Senza questo accordo
che permette di dare per scontata, all’interno di una cerchia sociale determinata, una certa
interpretazione della realtá, il nostro mondo quotidiano precipiterebbe nel caos.
Anche con la realtá: ció che intendiamo per realtá nella nostra vita quotidiana (in qualche
sfera della nostra esistenza) è ció che crediamo reale (credenza possibile perché è
convalidata intersoggettivamente). ---- costruzione sociale --- tutto quello chiamato reale.
Il pensiero quotidiano en la scienza
Microsociologia di Schutz: si occupa specificamente della dimensione quotidiana della vita
sociale, ma che questa interpretazione è riduttiva.
Costituzione intersoggettiva della realtá
Schutz:
Non vi sono puri e semplici fatti (...) vi sono sempre fatti interpretati (...) ció non
significa che, nella vita quotidiana o nella scienza, noi non siamo capaci di afferrare
la realtà del mondo. Significa che riferiamo solamente certi aspetti di essa, cipo quelli
che sono rilevanti per noi.

Punto di partenza di Schutz: come sia possibile che le scienze sociali forniscono
interpretazioni adeguate del senso delle azioni degli individui? e la soluzione passa per il
riconoscimento del fatto che interpretare il significato delle azioni degli altri è un problema
che gli individui risolvono di continuo nelle proprie interazioni ordinarie.
Basicamente, investigare prima di tutto l’interpretazione spontanea che gli attori svolgono
reciprocamente nel corso della propria vita quotidiana al fine di coordinare tra loro le proprie
condotte. Solo dopo questo, il metodo delle scienze sociali viene chiarito.

La differenza tra il pensiero delle scienze sociali e quello quotidiano, riguarda nella
incoerenza nel quotidiano, e la coerenza logica nel metodo scientifico ---- il metodo.
Ma la differenza principale é: che le tipizzazione delle scienze sociali sono “tipi di tipi”, cioé
costruzioni idealtipiche edificate sopra le costruzioni che i soggetti giá operano nel corso
della propria vita ordinaria.

Societá e comunicazione

● Con sessanta le tematiche della comunicazione hanno acquistato un ruolo sempre


più rilevante nel pensiero sociale. Cio e vero non solo per quanto riguarda la
comunicazione interpersonale ma anche, e in misura crescente, per quanto riguarda
l'analisi dei mezzi di comunicazione.
● Alcuni di questi media sono media di massa (mass media): permettono cioè una
comunicazione del tipo uno-molti, diffondono contenuti che sono fruiti in modo
pressoché identico da numeri elevati e indeterminati di persone.
● Il libro stampato. L'impatto sociale della stampa si è dispiegato con una certa
lentezza. Ma é cresciuto però notevolmente a partire dal xv e soprattutto nel XIX
secolo: parallelamente alla crescita di un pubblico di cittadini interessati alla
discussione della cosa pubblica (e dell’istruzione).
● La radio a partire dal 1920 diventa un mezzo di comunicazione di massa diverso:
non presuppone la capacità di leggere, basta ascoltare. Lo stesso con l'arrivo della
TV.
● Dopo gli usi della radio prima e durante la Seconda guerra mondiale e soprattutto
dopo Il successo straordinario della televisione, comincia a diventare difficile
proporre analisi della società che non ne tengano conto.
● Il medium è il messaggio: il mezzo di comunicazione in altre parole è affatto un mero
veicolo, ma contribuisce a costruire il messaggio (portatore e effetti rispetto al
contenuto trasmesso).
● “villaggio globale”: la forza con cui i media istantanei, mettono in contatto
quotidianamente le parti piú distanti del globo, configurandolo cosí come una sorta di
nuovo e planetario villaggio.
● “oralitá secondaria”: fase dopo quella di oralitá con la scrittura.
● Lo pseudo-ambiente di Lippman

Pierre Bourdieu

Considerando la disuguaglianza sociale, e l’improbabile dei cambiamenti radicali


dell’istruzione o della società intera.
Quali sono le risorse che contano?
Il capitale, ma non quello economico, ma quello sociale e culturale.

Il capitale culturale corrisponde all’educazione famigliare, all’istruzione e alla credenziali


educative di cui un soggetto è in possesso.
Il capitale sociale consiste nella relazione di cui un soggetto dispone. L'effettiva collocazione
di una persona nella stratificazione sociale complessiva dipende dalla miscela di questi
capitali. [ Bourdieu lo definì come: la] Somma delle risorse, attuali e virtuali, che fanno capo
a un individuo o ad un gruppo in quanto questo possiede una rete durevole di relazioni,
conoscenze e reciproche conoscenze piú o meno istituzionalizzate.

Il capitale sociale è insomma la capacità di avere credito (in tutti i sensi della parola): la
possibilità di suscitare fiducia, di mobilitare l’aiuto di altri. L’interesse della sociologia
contemporanea per questa nozione (...) dipende del riconoscimento dell’importanza che
rivestono le dimensioni informali, tacite, scarsamente istituzionalizzate e difficilmente
passibili di razionalizzazione che attraversano la vita sociale e le organizzazioni (...) La
nozione di capitale, difatti ha sempre per Bourdieu una dimensione simbolica: la materialitá
dei suoi effetti dipende dal fatto che sia riconosciuto e che sia “spendibile” come tale.

● Capitale --- multiforme. Sono capitali diversi per ogni campo o sottocampo della vita
sociale.
● Campo: è un'area della vita sociale caratterizzata dalla condivisione fra un certi
numero di attori di determinati interessi, dalla presenza di certe posizioni reciproche,
certe pratiche, certe regole e certi rapporti di forza (campo economico, artistico,
giornalismo, sport, ecc). - autonomia, con particolare tipo di capitale cioè il tipo di
risorsa il cui possesso corrisponde alle posizioni dominanti e per il cui possesso si
lota.
● La permanenza entro determinati campi della vita sociale ingenera nei soggetti
particolari tipi di habitus.
● L’habitus è un modo di porsi nei confronti del mondo, è la disposizione ad agire in un
certo modo, che ogni soggetto apprende nel corso delle proprie esperienze e nei
contesti in cui vive. Dipende dalla struttura del campo o dei campi entro cui ci si
forma en in cui si trascorre la vita, ma a sua volta struttura la percezione che il
soggetto ha del mondo ed i modi in cui agisce.
● É il versante sociale di quello che chiamiamo il “carattere” o la “personalitá” di
qualcuno (...) tutt’altro che digiuno, essere un “soggetto” é avere la capacitá di dire
no, cioé di opporsi al corso degli eventi, ai significati giá dati e, in certi casi, anche a
se stessi.
● É un atteggiamento che il soggetto sviluppa adeguandosi ai campi in cui é immerso:
puó mutare nel tempo, e in contesti diversi o situazione mutate, puó dar luogo a
comportamenti variabili.

Potrebbero piacerti anche