Sei sulla pagina 1di 5

ENZIMI

sono sostanze di natura proteica prodotte dalle cellule con funzione di catalizzatori ma, a differenza dei
catalizzatori inorganici, si distinguono per la loro specificità:

SPECIFICITÀ ASSOLUTA (quando un enzima agisce su di un unico substrato)

SPECIFICITÀ DI LEGAME (quando un enzima agisce su uno specifico tipo di legame chimico)

SPECIFICITÀ DI GRUPPO (quando un enzima solo su un particolare gruppo di molecole)

In ogni reazione chimica, due o più molecole (dette substrati) si combinano per generare una o più nuove
molecole (nonché prodotti).

Questo processo comporta la rottura di legami chimici dei substrati e

la formazione di nuovi legami nei prodotti.

L'energia richiesta per rompere i legami dei substrati e generare i prodotti è detta energia di attivazione (c'è
da dire che alcune reazioni hanno una bassa energia di attivazione mentre le reazioni metaboliche hanno
un'energia di attivazione alta) in quanto serve a portare le molecole dei substrati in uno stato di transizione
o stato attivato, in cui possono combinarsi nei prodotti.

Gli enzimi si distinguono in:

Enzimi endocellulari: i quali catalizzano le complesse reazioni metaboliche che avvengono nel citoplasma e
negli organuli cellulari;

Enzimi extracellulari: intervengono in reazioni tipiche di cavità dell’organismo (nell’apparato digerente o es


lipasi e amilasi).

Le migliaia di enzimi, ognuno al quale è assegnato un numero che lo identifica, si possono dividere in 6
classi a loro volta divise in sotto-classi e sotto-sotto-classi (in base al tipo di reazione che catalizzano).

COME FUNZIONANO?

Gli enzimi hanno tasche di legame (al fine di avvicinare due substrati) ma anche un'altra tasca detta sito
attivo dove praticamente le catene laterali R degli amminoacidi entrano in contatto con i gruppi reattivi
degli amminoacidi facilitando in questo modo la sintesi dei prodotti (complesso ES, cioè al legame enzima-
substrato).

STRUTTURA CHIMICA

sono proteine di grandi dimensioni (spesso a struttura quaternaria) che sono in grado di legare più sostanze
reagenti (substrati) talvolta catalizzandone la conversione in altre.

Questa catalizzazione delle volte avviene autonomamente mentre in altri casi avviene grazie all'intervento
di cofattori (ovvero ioni metallici come Fe2+,Mg2+,Mn2+,Zn2+) o molecole inorganiche dette coenzimi (es
NADP accettatore e trasportatore di elettroni, FAD la cui forma ossidata è FAD e quella ridotta è FADH2,
CoQ o coenzima Q che è coinvolto nel trasporto di elettroni nella catena respiratoria e nella fosforilazione
ossidativa che produce ATP ed ha una struttura simile a quella della vitamina K ed E, biotina ed infine
coenzima A ).

Se gli ioni metallici o un coenzima si trovano stabilmente legati agli enzimi in modo covalente sono detti
gruppi prostetici.

L'insieme componente proteica e cofattori di un enzima è detto oleonzima (mentre la sola parte proteica è
detta apoenzima o apoproteina).

REGOLAZIONE ENZIMATICA

Gli enzimi sono però anche importanti punti di regolazione la cui attività può essere regolata dalla
concentrazione dei substrati e dei prodotti, dal PH, da cofattori essenziali per la reazione e dalla
temperatura.

Esistono per l'appunto varie strategie di controllo dell'attività enzimatica:

ALLOSTERISMO (è la regolazione di un enzima o di una proteina che legano una molecola effettore al sito
allosterico della proteina, gli effettori che intensificano l'attivazione della proteina vengono detti attivatori
allosterici mentre quelli che diminuiscono l'attivazione della proteina sono gli inibitori allosterici).

MODIFICAZIONI COVALENTI (reversibili come la forsofrilazione/defosforilazione che sono catalizzate dagli


enzimi quali la proteina chinasi e fosfopreoteina fosfatasi; mentre le irreversibili consistono in tagli mirati e
selettivi della catena polipeptidica ,catalizzati da proteasi specifiche di cui ne sono un esempio gli enzimi
digestivi proteolitici ( tripsina, chimotripsina, pepsina) i quali vengono sintetizzati in forma di precursori
inattivi (zimogeni) per non danneggiare i tessuti secernenti e vengono poi attivati; analogamenete vengono
attivate anche altre proteine (insulina e diverse proteine della coagulazione del sangue come protrombina-
trombina; fibrinogeno-fibrina).

INIBIZIONE ENZIMATICA

attraverso l'inibizione enzimatica gli enzimi possono legarsi a molecole (inibitori);

attraverso l'inibizione enzimatica gli enzimi possono legarsi a molecole (inibitori) ;questi possono essere
inibitori irreversibili ovvero quando si legano in modo stabile all'enzima causando gravi danni ma anche
inibitori reversibili competitivi (si verifica quando l'inibitore compete con il substrato per il legame del sito
attivo ovvero dal momento che l'inibitore e il substrato si legano allo stesso sito la concentrazione delle due
specie determina quale dei due avrà successo; se la concentrazione del substrato è di molto maggiore
rispetto a quella dell'inibitore allora la concentrazione di enzima legato all'inibitore è trascurabile rispetto
alla concentrazione di enzima che lega il substrato) e inibitori reversibili non competitivi (l'inibitore si lega a
un sito sull'enzima (sito allosterico) diverso dal sito attivo e quindi nonostante il substrato si leghi
all'enzima, il successivo legame dell'inibitore modifica la forma dell'enzima in modo tale che non riesce più
a trasformare il suo substrato).

DIGESTIONE CARBOIDRATI

durante la digestione una serie di enzimi riducono i carboidrati a monosaccaridi.

Ha inizio nella bocca con la amilasi salivare (la saliva contiene l'alfa-amilasi) che idrolizza l'amido liberando
maltosio e destrine, passata poi nello stomaco viene disattivata dato l'ambiente acido ed in seguito
riprende nell'intestino (dove gli enzimi trasformano i disaccaridi in monosaccaridi come glucosio, fruttosio e
galattosio mentre l'alfa-amilasi pancreatica trasforma l'amido in disaccaridi).

Gli zuccheri semplici passano poi nel sangue (qui la quantità media di zucchero si aggira tra i 65-100 mg/dl)
fino ad arrivare al fegato dove vengono trasformati in glucosio il quale è in grado di eseguire diversi sistemi
metabolici (ovvero se le scorte di carboidrati sono piene di glucosio allora questo viene trasformato in
grasso,in caso contrario in glicogeno).

GLICOGENO

appunto per quanto riguarda il glicogeno (che non è altro che il glucosio in eccesso contenuto nei
carboidrati), questo si trova sia nel fegato che nei muscoli scheletrici; anch'esso ha un proprio metabolismo
(si divide in due parti):

1.GLICOGENOLISI (demolizione glicogeno):

DETTAGLI:

qui entra in gioco l'enzima Glicogeno fosforilasi (è capace di legarsi al glicogeno quando si trova nello stato
R) che stacca i monomeri di glucosio dalla forma 1-4 e li trasforma in monomeri di glucosio 1 fosfato ma
poiché non è in grado di eliminare i residui di glucosio interviene così un enzima deramificante (esochinasi)
che trasforma il glucosio in glucosio 6 fosfato (nel fegato è presente invece un altro tipo di enzima detto
glucochinasi).

2.GLICOGENOSINTESI (biosintesi glicogeno): si attua dopo i pasti e si svolge sia nei muscoli ma in particolar
modo si attua nel citoplasma delle cellule del fegato e consiste nel convertire il glucosio in glicogeno il
quale, grazie all'azione di un enzima ramificante e il glicogeno sintasi, verrà poi alla fine ramificato in una
struttura definitiva.

DETTAGLI:

affinché il glucosio possa essere utilizzato dalla glicogeno c'è bisogno che si attivi un enzima (UDP-glucosio
pirofosforilasi) che scambia il fosforo in posizione uno del glucosio 1fosfato con l'UDP permettendo la
formazione di un UDP-glucosio (utilizzato dalla glicogeno sintetasi); infine l'enzima ramificante crea le
ramificazioni corrette tra le varie unità di glucosio (ovvero alfa 1-4 e alfa 1-6).

GLUCONEOGENESI

produce glucosio a partire dal piruvato,glicerolo ed alcuni tipi di amminoacidi.

In caso di digiuno prolungato (dura 7-8h rispetto ad un digiuno normale),nonchè quando le riserve di
glicogeno sono esaurite ,è importante rifornire i tessuti che dipendono quasi completamente dal glucosio di
energia.

CORPI CHETONICI

derivano dalla trasformazione dell'acetil CoA prodotto dall'ossidazione degli acidi grassi (es sono
l'acetone,acetoacetato e beta-idrossibutirrato) e vengono utilizzati dal cuore e dai reni per ricavare
l'energia ma anche dal cervello che può utilizzare acetoacetato e beta-idrossibutirrato ma non grassi a
scopo energetico in quanto l'uso eccessivo,potrebbe comportarne la chetosi (portando spesso al coma e
alla morte).
RESPIRAZIONE CELLULARE:

la respirazione polmonare rifornisce ossigeno alle cellule (eliminando il diossido di carbonio) e permette
inoltre gli scambi di ossigeno molecolare e di diossido di carbonio tra un organismo e il suo ambiente; le
cellule ricavano cosi energia trasferendo gli elettroni (che liberano energia potenziale) dalle molecole
organiche dell'ossigeno

Il glucosio è l'elemento più importante per gli esseri viventi in quanto fonte di energia mentre il
catabolismo del glucosio è una reazione di ossidoriduzione (qui il glucosio si ossida a CO2 mentre l'ossigeno
si riduce ad acqua).

GLICOLISI (SCISSIONE DELLO ZUCCHERO):

è un processo metabolico (che si svolge nel citosol) e che può essere suddiviso in due fasi

FASE ENDOERGONICA: in cui non ci sono reazioni chimiche

PARTENDO DA UNA MOLECOLA DI GLUCOSIO E FORNENDO A QUESTA ENERGIA SI OTTENGONO 2


MOLECOLE DI ZUCCHERI A 3 ATOMI (triosi) (ALISI DEGLI ZUCCHERI) 1 CHETOSO E UN ELDOSO;

ENTRA COSI IN GIOCO L'ATP.

LA GLICOLISI PARTE CON LA CESSIONE DI FOSFORO(P) DA PARTE DELL'ATP CHE SI ATTACCA AL GRUPPO OH
DEL GLUCOSIO FORNENDO ENERGIA (TALE PROCESSO E' DETTO FOSFORILAZIONE)

IN QUESTA FASE TUTTE LE REAZIONI SONO CATALIZZATI DA ENZIMI E OGNI REAZIONE POSSIEDE IL PROPRIO
ENZIMA CATALIZZANTE.

FASE ESOERGONICA:

DOPO L'ISOMERIZZAZIONE DELLE 2 MOLECOLE DI TRIOSI (ANCHE QUI CATALIZZATA DA TUTTI GLI ENZIMI
DEL CASO) AVVIENE LA TRASFORMAZIONE DELLA GLICERALDEIDE IN ACIDO PIRUVATO (GRAZIE A
NUMEROSE REAZIONI DI OSSIDORIDUZIONE ATTRAVERSO DEGLI ENZIMI C,I QUALI HANNO COME
COENZIMA NADH+)

PER QUESTO MOTIVO LE MOLECOLE PERDONO TUTTE LE MOLECOLE DI FOSFORO GUADAGNATE PRIMA
DALL'ADP E CHE DI FATTO TORNANO PROPRIO DALL' ADP PER LA FORMAZIONE DI ATP

QUINDI PER RESA FINALE AVREMO 2 MOLECOLE DI ATP.

Bilancio della situazione

la glicolisi partendo da una molecola di glucosio permette di ottenere:

la produzione netta di 2 molecole di ATP

la formazione di 2 molecole di un composto, il NADH (nicotinamide adenin dinucleotide), che funge da


trasportatore di energia.

la formazione di 2 molecole di un composto, il NADH (nicotinamide adenin dinucleotide), che funge da


trasportatore di energia.
La glicolisi può avvenire sia in presenza che in assenza di ossigeno (anche se caso in cui l'ossigeno è assente,
viene prodotta una minore quantità di energia)

Di fatto in:

condizioni aerobie: le molecole di acido piruvico possono entrare nel ciclo di Krebs e subire una serie di
reazioni che ne determinano la degradazione ad anidride carbonica e acqua.

Prima di entrare nel ciclo di Krebs, l’acido piruvico viene modificato e gli enzimi trasformano l’acido piruvico
(liberando CO2 e formando NADH e acetilcoenzima A (acetil-CoA).

Negli eucarioti gli enzimi di che intervengono in queste reazioni si trovano nei mitocondri dove avviene il
ciclo di Krebs (fa parte del catabolismo, prepara i trasportatori di elettroni alla fosforilazione ossidativa ed è
composto da 8 reazioni)

1.Nella prima fase l’acetil-CoA è combinato con acido ossalacetico per formare citrato e poiché la citrato
sintasi è inibita dal prodotto finale del ciclo dell’acido citrico come ATP, l’ADP (adenosina difosfato) agisce
come attivatore allosterico dell’enzima quando l’ATP è ancora formato da ADP.

2.Nella seconda fase il citrato viene isomerizzato ad isocitrato per poi essere decarbossilato (ad a-
chetoglutarato (a-KTG)) e la reazione viene catalizzata dall’enzima aconitasi.

Il citrato viene convertito in isocitrato attraverso la formazione dell’intermedio cis-aconitato mentre


l’enzima citrato sintasi viene inibito dall’ATP.

3.L’enzima isocitrato deidrogenasi è un catalizzatore importante nella terza fase della reazione (poiché
regola la velocità alla quale l’isocitrato isomero citrato perde un carbonio per formare la molecola a cinque
carbonio α-chetoglutarato) mentre il coenzima NADH è un prodotto della reazione (e a livelli elevati, agisce
come un inibitore spostando direttamente le molecole NAD + da cui è formato).

4.L’enzima α-chetoglutarato deidrogenasi è uno tra i piu' importanti catalizzatori nella quarta fase del ciclo.

Qui anche l’α-chetoglutarato perde un carbonio e si combina con il coenzima A per formare succinil CoA.

5.La quinta fase è catalizzata dalla succinil-CoA sintetasi ed è molto importante perché è l’unica tappa in cui
viene prodotto un nucleotide diverso dall’ATP che separa il CoA dal succinil-CoA sotituendolo con un
fosfato libero.

Verrà quindi rilasciato il succinato e il gruppo fosfato legherà un GDP per formare una molecola di GTP.

6.Nella sesta fase il succinato viene ossidato nei carboni 2 e 3 formando un doppio legame tra i due con la
formazione di un FADH2(l’enzima è la succinato deidrogenasi e la molecola formata è il fumarato).

7.Nella settima fase il legame viene idratato tramite la fumarasi formando L-malato. L’enzima è altamente
stereospecifico e l’isomero che può formarsi è solo il “trans L”.

8.Nell’ottava fase il gruppo ossidrilico viene ossidato dall’ amalato deidrogenasi formando nuovamente
ossalacetato e un NADH.

condizioni anaerobie: in assenza di ossigeno le molecole di acido piruvico vengono degradate in altri
composti organici, ovvero il piruvato viene trasformato in due molecole di acido lattico con la liberazione di
energia sotto forma di ATP.

Potrebbero piacerti anche