Il fatto giuridico è un evento che provoca un’alterazione dell’equilibrio degli interessi con
l’alterazione di quest’ equilibrio, corrisponde il verificarsi degli effetti giuridici.
Il fatto giuridico può essere un fatto naturale, ovvero un evento che prescinde dall’opera
dell’uomo Ad esempio un terremoto che fa crollare un palazzo, o la nascita. Questi sono fatti
naturali che interessano il mondo del diritto quando provocano effetti giuridici. Se un
fulmine cadesse a mare aperto, non interesserebbe il mondo del diritto. Il fatto giuridico
stretto, è un accadimento che provoca effetti giuridici.
Gli atti umani volontari (o leciti) a loro volta si distinguono in operazioni e dichiarazioni.
Le operazioni sono tutti comportamenti materiali, come la costruzione di una nave.
Le dichiarazioni sono definite “fatti di linguaggio”. Le dichiarazioni si dividono in
dichiarazioni di volontà, e dichiarazioni di scienza:
Le dichiarazioni di scienza sono le cosiddette dichiarazioni di conoscenza (ad esempio la
confessione -> dichiarazione di conoscenza di atti o fatti sfavorevole a se o a un
altro).
Le dichiarazioni di volontà hanno la caratteristica del doppio ruolo della volontà che consiste
nella volontà di compiere l’atto e nella volontà degli effetti.
In sintesi
Fatto: (non vi è opera dell’uomo)
Atto: (comportamento consapevole e volontario del soggetto, che prescinde dagli effetti
giuridici che verranno ricollegati all’ordinamento giuridico.)
Il negozio giuridico
La definizione di negozio giuridico è frutto di un’elaborazione della dottrina tedesca del
19esimo secolo, Secondo la dottrina tradizionale è una dichiarazione di volontà con la quale
vengono enunciati gli effetti perseguiti, cioè un comportamento consapevole e volontario
dove la volontà ha un doppio ruolo, cioè la volontà di compiere l’atto, e la volontà che
derivino da questo determinati effetti.
Nonostante la grande importanza che il concetto di negozio giuridico riveste, nel nostro
codice civile non è dedicata una apposita disciplina, vengono tuttavia regolate le singole
figure negoziali come il contratto, il testamento il matrimonio ecc, ma non il negozio
giuridico in generale.
Il contratto
E’ la figura più importante di negozio giuridico, come fondamentale strumento di
esplicazione dell’autonomia dei privati. Autonomia da autos-> proprio, nomos->legge,
“legge propria”.
Non si tratta però di una libertà incondizionata e sconfinata, in quanto il contratto è tale solo
se produce effetti rilevanti per l’ordinamento giuridico. E’ nullo se viola una norma
imperativa o difetta di un requisito di forma.
Il contratto è previsto dal codice civile all’articolo 1321 “Il contratto è l’accordo di due o più
parti per costituire, regolare, o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale”
Analizzando l’articolo le parole chiave sono
Accordo: è l’incontro di due volontà, si incontrano le volontà di due soggetti, le parti, che si
accordano per definire l’assetto dei loro interessi di ordine patrimoniale
Parti: sono i soggetti che stipulano un accordo, è il centro di imputazione degli interessi. (Da
non confondere il concetto di “parte” con quello di persona, infatti la parte può comprendere
più persone ad esempio due fratelli che decidono di acquistare una casa.
Patrimoniale: cioè la caratteristica principale del contratto. Il contratto è tale perché
suscettibile di valutazione economica. Se un accordo non è suscettibile di valutazione
economica, non si può parlare di contratto.
L’accordo sotto il profilo della modalità, può essere sia espresso, sia tacito. Può essere
espresso quando questa volontà si manifesta con una dichiarazione verbale, quando si
manifesta con un documento, quando si manifesta attraverso un gesto (alzata di mano asta).
Può essere tacito che è quello che si raggiunge attraverso un comportamento univoco, che è
quello di aver raggiunto l’accordo (esempio supermercato, quando prendiamo i prodotti non
abbiamo raggiunto un accordo, nel momento in cui paghiamo alla tassa è un comportamento
concludente, che non lascia dubbi).
Sotto il profilo temporale può succedere che l’accordo avvenga simultaneamente, o per fasi
succcessive, può avvenire in tempi diversi.
La presunzione di conoscenza
Per dimostrare che il contratto si sia perfezionato, la legge ha introdotto una generale
presunzione (in linguaggio giuridico significa mezzo di prova, quando da un fatto noto
traiamo un fatto ignoto). E’ sufficiente infatti dimostrare che la dichiarazione di accettazione
sia prevenuta all’indirizzo del proponente. Graverà su quest’ultimo l’onere di provare di
essersi trovato senza colpa nell’impossibilità di averne notizia.
Fase precontrattuale
Prima di giungere alla formazione del contratto, spesso è necessario un periodo di trattative.
Durante le trattative le parti sono naturalmente libere di decidere se concludere o meno il
contratto ma debbono comportarsi secondo il principio della buona fede, cioè un vero e
proprio dovere giuridico che se violato incorre in un particolare tipo di responsabilità, detta
responsabilità precontrattuale o culpa in contrahendo.
La culpa in contraendo trova fondamento nella violazione del principio generale del
neminem ledere (non ledere nessuno), e che si esterna attraverso l’obbligo di risarcire il
danno. Se le trattative vengono interrotte senza un giustificato motivo, va in contro
all’obbligo di risarcire il danno. Il danno lucro cessante, danno emergente. Il danno
emergente saranno tutte le spese sostenute da chi ha trattato. Il lucro cessante sono tutte le
occasioni di lucro perdute.
La causa
Nel tempo è stata oggetto di grandi discussioni da parte della dottrina e tantissime sono le
definizioni. Una prima definizione si riferisce al titolo del contratto, cioè quale sia la sua
fonte. Una seconda interpretazione parla della causa con riguardo al fondamento del
contratto, cioè se il contratto sia giustificato o meno. L’interpretazione più frequente è che la
causa sia la sintesi degli effetti giuridici del contratto, La causa come funzione del contratto.
La causa può essere tipica o atipica.
Tipica: quando il contratto è tipico, cioè quando il contratto è regolato dalla legge. Nel
linguaggio giuridico quando si parla del contratto tipico si parla di un contratto previsto
dall’ordinamento giuridico, nel codice civile c’è una parte rubricata “i singoli contratti” il
leasing per esempio prima era atipico, poi è stato regolato dalla legge.
Atipica: quando il contratto è atipico, cioè dei contratti non previsti dalla legge, contratti che
sono espressione di autonomia contrattuale, espressione di libertà, espressione di un esercizio
libero della volontà contrattuale delle parti (dog sitter). La causa atipica è ammessa nel
nostro ordinamento, l’importante è che sia una causa lecita e che persegua interessi
meritevoli di tutela. E’ importante che la causa sia lecita e che persegua interessi meritevoli
di tutela per l’ordinamento giuridico.
L’oggetto
Per oggetto si intende ogni bene, ogni prestazione alla cui realizzazione è preordinato il
contratto, l’accordo contrattuale. L’oggetto del contratto secondo l’articolo 1346 del codice
civile deve essere possibile, lecito, determinato o determinabile.
- Possibile: cioè suscettibile di esecuzione, sia sotto il punto di vista giuridico (un bene o un
oggetto che possa essere venduto, es una parte del nostro corpo non può essere venduta), e
sotto il punto di vista materiale (oggetto che esiste).
- L’oggetto oltre che possibile deve essere lecito, quindi non contrario a normative
imperative (che le parti non possono derogare, non possono disporre diversamente da quanto
prevista nella norma, si pensi al commercio di un bene vietato dall’ordinamento giuridico),
all’ordine pubblico e il buon costume (norme non scritte, ma che si desumono
dall’ordinamento giuridico, es. contratto di non sposarsi va contro l’ordine pubblico. Il buon
costume principi di moralità, onestà, che mutano a seconda del mutare del popolo ecc).
- Determinato e determinabile: sotto il profilo della quantità o della qualità.
La forma
Nel nostro ordinamento la forma del contratto è libera. Può essere concluso grazie a qualsiasi
modalità di espressione del volere: parlando, scrivendo, esprimendosi a gesti (alzata di mano
in un asta). Talora però la legge impone che un certo contratto debba essere perfezionato
secondo una determinata forma, che se non viene rispettata, la pena è la nullità del contratto.
Frequentemente la legge impone la forma scritta che può essere di vari tipi:
-scrittura privata, è un contratto firmato per iscritto dalle parti è un contratto che le parti
fanno da sole mettendolo per iscritto a forza di legge tra le parti.
-Atto pubblico è la scrittura di parti autenticata, scrittura di parti che le parti firmano davanti
al notaio, che è un pubblico ufficiale, nel momento in cui le parti firmano davanti a lui ha il
potere di attestare che le parti hanno firmato. Ciò che dice il notaio fa fede fino a quella di
falso investe l’atto di una forza che il notaio ha in quanto è un pubblico ufficiale. Atto
pubblico: un contratto redatto dal notaio. Sono le parti che vanno dal notaio che lo redige, il
notaio non scrive ma redige. Ha una veste formale che è quella di appunto di atto pubblico.
-Forma solenne: riguarda soltanto la donazione, il contratto di donazione che per essere
valido ha bisogno della forma solenne, composta dall’atto pubblico e dalla presenza di due
testimoni.
Gli elementi accidentali si chiamano così proprio perché il contratto può fare a meno di
questi elementi, ma se ci sono possono influenzare il contratto della sua efficacia. Questi
elementi sono il termine la condizione e il modo.
Il termine
E’ una data futura e certa che viene apposta al contratto. Può essere iniziale oppure finale. Il
termine iniziale quando si fanno scaturire gli effetti del contratto, quando scade il termine
iniziale scade, il contratto inizia ad avere effetto.
Il termine finale è una data dalla quale scaturirà la cessazione degli effetti del contratto. Un
contratto di locazione quadriennale. Se il termine iniziale è un termine molto lontano, questo
contratto è nullo perché c’è la mancanza con la mancanza di volontà viene meno la volontà
del contratto. Se invece il termine finale è un termine molto lontana nel tempo allora si ha
come non apposta (da apporre, vuol dire inserire) come non inserita, si appone una clausola?
Il modo
Dal latino modus=misura, è un elemento accidentale che deve essere apposto a dei contratti o
degli atti che hanno come oggetto una liberalità, pensiamo ad una donazione (tizio dona a
caio una casa, apponendo questo modo, chiamato anche onere, perché si prenda cura dei suoi
tre gatti) la limitazione può consistere in un obbligo di dare, di fare o di non fare.
La condizione
La condizione è un evento futuro e incerto, dal quale le parti fanno dipendere la produzione
(sospensiva) o l’eliminazione dell’effetto del contratto (risolutiva). La condizione può essere
sospensiva se da essa dipende il prodursi degli effetti del contratto, o risolutiva se da essa
dipende l’eliminazione degli effetti del contratto.
La condizione, sia essa sospensiva che risolutiva si distingue in:
-Casuale se il suo avveramento dipende dal caso, o dalla volontà di terzi (es. se scoppierà la
guerra)
-Potestativa se dipende dalla volontà di una delle parti (es. se andrò in Francia)
-Mista se dipende in parte dalla volontà di una delle due parti, e in parte da terzi (es. ti vendo
la casa quando e se ti sposi)
La condizione inoltre deve essere lecita, quindi non contraria a norme imperative, ordine
pubblico, buon costume (ti do una casa se uccidi una persona).