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MUSICA

Il Canto degli Italiani


L’inno italiano (Il Canto degli Italiani) è stato scritto o l’8 o il 10 settembre 1847 dallo studente e
patriota genovese Goffredo Mameli, che lo inviò il 10 novembre 1847 a Michele Novaro per
musicarlo. Divenne ufficiosamente inno italiano dopo la seconda guerra mondiale ed ufficiale dal
30 dicembre 2017. È in 4 quarti in tonalità si bemolle maggiore. È composto da 6 strofe di 4 versi
che vengono separate tra di loro dal ritornello, anch’esso di 4 versi. La struttura melodica si può
dividere in introduzione, strofa e ritornello.

Mer Hayrenik
L’inno armeno (Mer Hayrenik, “la nostra patria”) è stato scritto nel 1861 da Mikael Nalbandian per
poi essere musicato da Barsegh Kanachyan sull’inizio del XX secolo. Fu inno della prima
repubblica armena dal 1918 al novembre 1920, quando venne invasa dai sovietici. Nel periodo
sovietico venne bandito e sostituito fino a che non tornò con l’indipendenza armena dall’Unione
Sovietica nel 1991. È in 4 quarti in tonalità fa maggiore. È composto da 4 strofe di 3 versi di cui
l’ultimo viene sempre ripetuto. Non c’è ritornello e la struttura melodica è sempre la stessa ripetuta
per la breve durata dell’inno.

GEOGRAFIA
Il Caucaso
Il Caucaso è una regione dell'Eurasia posta tra il Mar Nero e il Mar Caspio e principalmente
occupata da Armenia, Azerbaigian, Georgia e Russia. Prende il nome dall'omonima catena
montuosa e da un punto di vista storico-geografico può essere considerato il limite naturale tra
l'Europa e l'Asia. Il Gran Caucaso è il più grande sistema montuoso della Catena del Caucaso. Si
estende per una lunghezza di 1.200 km ed il monte più alto è il monte Elbrus, monte e vulcano più
alto d’Europa (5642 m); ed è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità da parte
dell'UNESCO. È diviso in tre parti:

 Caucaso occidentale,
 Caucaso centrale,
 Caucaso orientale.
Il Caucaso Minore è invece la seconda catena montuosa del Caucaso , lunga circa 600 km,
parallela a quella del Caucaso Maggiore, al quale è connessa al dai monti Likhi, monti Suram e
separata da esso dal bassopiano colchico a occidente e dalla depressione del Kura a est. La vetta più
alta è il monte Aragats (4094 m) in Armenia.
Geografia dell’Armenia
Dal punto di vista geografico l'Armenia è situata nel continente asiatico, ma spesso viene compresa
tra gli stati europei, in ragione di considerazioni di tipo storico-culturale. L'Armenia è un territorio
prevalentemente montuoso, senza sbocchi sul mare, ricco di vulcani spenti, risultato di un
sollevamento della crosta terrestre venticinque milioni di anni fa che ha creato l'altopiano armeno e
la catena del Caucaso Minore. L'Armenia è ricca di acque dolci. Il lago Sevan è il più esteso del
paese, mentre il secondo, il lago Arpi, è grande appena l'1,75% rispetto al primo. Dal lago Sevan
nasce l'Hrazdan che attraversa la capitale Erevan per sfociare nell'Aras, che segna il confine con
la Turchia ed è il fiume più lungo del paese (158 km). Il clima è di tipo continentale.
Popolazione ed ordinamento dello stato
La popolazione è composta per la maggior parte di armeni (98,1%) mentre il resto comprende
prevalentemente curdi (1,3%), russi (0,5%).L'Armenia ospita solo parte della popolazione armena.
Alcune stime contano 8 milioni di armeni residenti all'estero, originari perlopiù del Medio Oriente,
contro i meno di 3 milioni di abitanti dell'Armenia.Nel paese si parla la lingua armena nella variante
orientale. Gran parte della popolazione armena parla come seconda lingua il russo. I cristiani
ortodossi armeni rappresentano il 93% della popolazione, il 2% appartiene ad altre confessioni e lo
yazidismo è praticato dall'1%. Il restante 4% dichiara di non seguire alcun culto religioso. Il
parlamento unicamerale è detto Azgayin Zhoghov (Assemblea nazionale). A seguito
dell'approvazione del referendum costituzionale del 2015, sono state introdotte alcune modiche alla
Costituzione dell’Armenia tra cui il cambio d'ordinamento da un sistema semipresidenziale al
sistema parlamentare.

Economia armena
Il settore primario occupa il 40% della popolazione. Si coltivano principalmente frumento, orzo e
mais. Il latte di pecora dà il famoso formaggio motal. Importante è anche l'estrazione di oro, rame,
zinco. Ferro, argento e gas naturale. L'Armenia è un paese altamente industrializzato. Il settore
secondario è quello che conta in assoluto più addetti al lavoro. Hanno una particolare importanza le
industrie di genere alimentare, cartaria e meccanica. Molto redditizio è il turismo montano.

SCIENZE
Le rocce magmatiche sono le rocce che si sono formate in seguito al raffreddamento ed alla
solidificazione di masse di magma. Costituiscono il 65% delle rocce del mondo, ma molto spesso
vengono nascoste da rocce sedimentarie e metamorfiche. Si dividono in rocce intrusive ed effusive.
Le rocce intrusive hanno la caratteristica di formarsi in profondità e la loro solidificazione è molto
lenta, creando rocce granulari e cristalline. Alcune rocce intrusive sono granito, diorite, sienite e
gabbro. Le rocce effusive invece si formano in superficie e rapidamente, non lasciando tempo di
cristallizzare se non per qualche cristallo di dimensione modesta. Alcune rocce effusive sono
basalto, andesite, pomice e porfido. C’è anche la possibilità che i cristalli non si formino proprio, di
cui il miglior esempio è l’ossidiana. Dal punto di vista chimico invece si possono dividere per i
minerali che le compongono in sialiche (con maggioranza di silicio ed alluminio) e femiche (con
maggioranza di ferro e magnesio). Infine possono essere divise in base al loro contenuto di silice (o
diossido di silicio) in acide (più del 65%), intermedie (tra il 52% e il 65%), basiche (tra 45% e 52%)
ed ultrabasiche (meno del 52%).

TECNOLOGIA
Il petrolio è un combustibile fossile, ovvero un combustile che deriva dalla sedimentazione di
organismi animali e vegetali vissuti milioni di anni fa. Attualmente è la maggiore fonte di
produzione energetica mondiale ma è una fonte di energia non rinnovabile che non sarà più
disponibile una volta esaurita. Il petrolio è una miscela di idrocarburi liquidi (sostanza composte da
carbonio e idrogeno) e altra sostanze fossili. È contenuto in involucri di rocce sedimentarie in
seguito al deposito di detriti sul fondale marino avvenuti milioni di anni fa. Per trovare giacimenti
petroliferi si usa la “sismica a riflessione”: individua un’area considerata giusta, si creano onde
sismiche con l’ausilio di dinamite sulla terraferma e bolle d’aria compressa in mare. Le onde
propagate vengono registrate e confrontate per controllare la presenza di un giacimento, in quanto le
ostacola e la fa propagare in maniera diversa. Sulla terraferma per estrarlo viene impiegato uno
scalpello roteante attaccato ad aste dette derrick che man mano vengono attaccate mentre si va
sempre più in profondità, raggiungendo fino 8000 m. Solitamente il petrolio risale per il pozzo data
la pressione elevata, altrimenti essa viene aumentata con gas o acqua. Quando invece il giacimento
è in acqua si usano due tipi di piattaforme petrolifere: jack-up e semisommergibile. Il primo è
attaccato al fondale marino e raggiunge la profondità massima di 150 m, mentre il secondo
galleggia e riesce ad arrivare ad una profondità di 3000 m.

MOTORIA
L'alpinismo è una disciplina sportiva basata sul superamento delle difficoltà incontrate durante la
scalata di una montagna (pendio e/o parete), utilizzando anche tecniche
di arrampicata su roccia o su ghiaccio. Queste difficoltà possono essere legate agli ostacoli del
terreno (pareti verticali, creste strette ecc.) o all'ambiente stesso (alta quota, variabilità atmosferica
ecc.). Le difficoltà variano a seconda della stagione in cui si affronta la scalata e del tipo di
ambiente che si decide di affrontare. A volte si rendono necessarie tecniche di arrampicata
risalendo vie d'arrampicata, altre volte si sfruttano vie completamente attrezzate come le vie ferrate.
L'ambiente alpino è stato popolato fin dalla preistoria ed è testimoniata da ritrovamenti archeologici
(Uomo del Mondeval e Uomo del Similaun in primis). La motivazione che spinse i primi abitanti
delle Alpi a salire oltre i boschi ed i pascoli era molto probabilmente legata alla caccia o a riti
religiosi. Già Erodoto, Sallustio e Livio descrissero le imprese del passato. Ma l’alpinismo come
inteso al giorno d’oggi è nato l’8 agosto 1786, giorno della prima ascensione del Monte Bianco. La
spinta ad effettuare la salita venne da uno scienziato ginevrino (Horace-Bénédict de Saussure), ma
essa venne realizzata da un medico (Michel Gabriel Paccard) e da un cacciatore e cercatore di
cristalli (Jacques Balmat). Alcuni alpinisti italiani famosi sono Reinhold Messner (primo ad aver
scalato tutti gli Ottomila) e Walter Bonatti (autore di numerosi libri e reportage). Nel 2019
l’alpinismo è stato inserito nella lista dei patrimoni immateriali dell’umanità dall’Unesco.

RELIGIONE
La Chiesa apostolica armena è tra le chiese più antiche della cristianità e una delle prime comunità
cristiane nel mondo. La Chiesa apostolica armena è una delle Chiese ortodosse orientali. La prima
testimonianza dell'introduzione della religione cristiana in Armenia risale al I secolo, quando venne
predicata da Bartolomeo e Taddeo, due dei dodici apostoli. L'Armenia fu la prima nazione ad
adottare il Cristianesimo. Ciò avvenne quando il sovrano Tiridate III nel 301 dichiarò il
cristianesimo religione di Stato. Il Cristianesimo in Armenia si rafforzò ulteriormente grazie
alla traduzione in lingua armena della Bibbia dal parte del teologo e monaco Mesrop Mashtots.
Essendo lo stato armeno situato al di fuori dei confini dell'Impero romano, la Chiesa apostolica
armena non prese parte al concilio di Calcedonia (451), in cui si affermò che Cristo è una sola
persona in cui convivono due nature, quella umana e quella divina. Si separò definitivamente dalla
Chiesa cattolica nel 554 (appena un anno dopo il concilio di Costantinopoli II), quando gli armeni
rigettarono (Concilio di Dvin) le tesi del concilio di Calcedonia. La Chiesa armena aderisce invece
alla dottrina di Cirillo di Alessandria, che considera la natura di Cristo come unica, frutto
dell'unione di quella umana e divina; dottrina chiamata «Miafisismo».
Organizzazione
Sua santità Karekin II è il Catholicos (capo) di tutti gli Armeni; la sede centrale della Chiesa
apostolica armena è la città di Echmiadzin, a ovest di Erevan. Un secondo Catholicos, sua
santità Aram I Catholicos di Cilicia, risiede ad Antilyas in Libano, e guida le chiese che
appartengono al Catolicosato della Grande Casa di Cilicia. La divisione in questi due dicasteri
venne causata dal frequente spostamento della sede della Chiesa apostolica armena sotto l'Impero
ottomano. Tuttavia il Catholicos di tutti gli Armeni ha sovranità sul Catholicos di Cilicia. Sono
quattro le entità ecclesiastico-giuridiche di cui è composta la Chiesa apostolica armena:
• Catolicosato d'Armenia e di tutti gli armeni, con sede a Echmiadzin;
• Catolicosato della Grande Casa di Cilicia, con sede a Antilyas;
• Patriarcato armeno di Gerusalemme;
• Patriarcato armeno di Costantinopoli.

STORIA
Con il termine genocidio armeno si indicano le deportazioni ed eliminazioni di armeni perpetrate
dall’Impero Ottomano tra il 1915 e il 1916, che causarono circa 1,5 milioni di morti. Nello stesso
periodo storico l'Impero Ottomano aveva condotto attacchi simili contro altre etnie (come
assiri e greci), e per questo alcuni studiosi credono che ci fosse un progetto di sterminio.

I massacri hamidiani
Il genocidio armeno venne però preceduto da una serie di massacri, detti hamidiani (dal nome del
sultano Abdul Hamid). Dopo la guerra russo-turca del 1877-78 i russi ottennero una buona parte del
territorio ottomano. Questi ultimi però volevano continuare ad influenzare ad indebolirli gli
ottomani, istigando le popolazioni cristiane ortodosse a ribellarsi, nel nome del trattato di Berlino
che imponeva all’Impero Ottomano di rispettare e tollerare le minoranze cristiane, cosa che però
non avvenne. Attorno al 1890 ci furono le prime proteste di queste popolazioni formate quasi
interamente da armeni che chiedevano, oltre al rispetto del Trattato di Berlino, il diritto di voto,
l’istituzione di un governo democratico e la rimozione di una tassa agricola imposta dai curdi in
alcune provincie orientali. Dopo ciò si ebbero diverse rappresaglie per punire gli armeni da parte dei
civili, di cui un esempio è il rogo della cattedrale di Urfa con cui vennero bruciati vivi più di tremila
armeni rifugiativisi. Ma il 29 agosto 1896 un gruppo di rivoluzionari armeni fece irruzione nella
Banca Ottomana ad Istanbul, uccidendo le guardie e tenendo più di 140 ostaggi. Fu così che
avvennero i massacri, da parte sia di civili che di militari. Il sultano Hamid non li ordinò ma ne fu
personalmente compiaciuto, fatto che fece attribuire l’aggettivo “hamidiani” ai massacri.

Il genocidio armeno
Nel periodo antecedente alla Prima guerra mondiale, nell'Impero ottomano si era affermato il
governo dei «Giovani Turchi». Essi temevano che gli armeni potessero allearsi con i russi, di cui
erano nemici. Nell'anno 1909 si registrò un primo sterminio di almeno 30.000 persone nella regione
della Cilicia. Il genocidio vero e proprio fu scatenato nel 1915, in seguito all'approvazione
della legge Tehcir del 29 maggio 1915, che autorizzò la deportazione della popolazione armena
dell'Impero ottomano. È attualmente in dibattito se si trattasse di manovre più islamiste o
nazionaliste. Allo scoppio della prima guerra mondiale molti armeni disertarono, e battaglioni
armeni dell'esercito russo cominciarono a reclutare fra le loro file armeni che già avevano
combattuto nell'esercito ottomano. La città di Van venne conquistata da queste truppe, che
intendevano cederla poi ai russi. Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1915 vennero eseguiti i
primi arresti tra l'élite armena di Costantinopoli. L'operazione continuò l'indomani e nei giorni
seguenti. In un solo mese, più di mille intellettuali armeni, tra cui giornalisti, scrittori, poeti e
perfino delegati al parlamento furono deportati verso l'interno dell'Anatolia e massacrati lungo la
strada. Nelle cosiddette marce della morte centinaia di migliaia di armeni morirono per fame,
malattia o sfinimento. Queste marce furono organizzate con la supervisione di ufficiali dell'esercito
tedesco in collegamento con l'esercito turco, secondo le alleanze tra Germania e Impero ottomano.
Altre centinaia di migliaia furono massacrate dalla milizia curda e dall'esercito turco. Malgrado le
controversie storico-politiche, un ampio ventaglio di analisti concorda nel qualificare questo
accadimento come il primo genocidio moderno. Dopo che gli Ottomani persero la guerra, l'Alta
Commissione Britannica trasse in arresto 144 alti ufficiali turchi e li condusse a Malta per inquisirli
ma non vennero trovate prove che vi fosse una volontà di sterminio da parte delle autorità o
dell'esercito turco, e dunque tutti vennero rilasciati. Ci sono tuttavia molte prove che l'élite
ottomana volesse eliminare la popolazione armena: ad esempio, l'ambasciatore Morgenthau ricordò
nelle sue memorie che il Ministro dell'Interno, Tallat Pascià, gli disse in un'occasione: «Ci siamo
liberati di tre quarti degli armeni… L’odio tra armeni e turchi è così grande che dobbiamo farla
finita con loro, altrimenti si vendicheranno su di noi».

MATEMATICA
Ecco una serie di grafici da me realizzati per illustrare i numeri delle vittime secondo alcune delle
più famose stime. Si consideri che la popolazione armena nell’odierna Turchia era tra 1,1 milioni di
persone (censimento ufficiale nel 1912) e i 2,1 milioni (Patriarcato Armeno)

Vittime dei massacri hamidiani


300,000
250,000
250,000
200,000
200,000
150,000
100,000 89,000 80,000
50,000 15,000
0
Ramsay Lepsius (fino governo tedesco Rummel Renouvin (più
dicembre 1895) (fino dicembre completa)
1895)

Vittime del genocidio


1,600,000 1,500,000
1,400,000
1,200,000
1,200,000
970,000
1,000,000
800,000
800,000
600,000
400,000
200,000
0

Vittime in città occupate dagli Ottomani


200,000
180,000 175,000
160,000 150,000
140,000
120,000
100,000 80,000
80,000
60,000
40,000
20,000
0
ad Alessandropoli Armenia Persiana in Transcaucasia
Vittime totali
2,155,000
2,000,000 1,500,000
1,220,000
1,000,000 800,000
250,000 405,000
15,000
0
Massime
Minime

I dati sono ancora più impressionanti considerando che, come già accennato, la popolazione armena
in Turchia all’epoca era tra gli 1,1 e i 2,1 milioni di individui. Si può dire quindi che il genocidio
armeno (soltanto in Turchia, ignorando territori occupati e massacri hamidiani) abbia ucciso tra il
71% e il 72% degli armeni turchi.

ITALIANO
“Quattro anni sotto la mezzaluna” è un libro scritto dallo scrittore venezuelano Rafael de Nogales
Méndez nel quale parla della sua esperienza nei quattro anni della prima guerra mondiale presso
l’esercito ottomano. Il libro inizia con Rafael che desidera combattere nella guerra a fianco del
Belgio, ma viene rifiutato, in quanto non ha né la cittadinanza belga né quella di un paese alleato, in
quanto il Venezuela è neutrale. Chiede a generali inglesi e francesi se può unirsi ai loro eserciti. Le
due nazioni però impongono sempre la stessa condizione: abbandonare la cittadinanza venezuelana.
Ma Rafael non vuole. Allora decide di prendere una nave a Bari per raggiungere il Montenegro
dove, prima di essere rifiutato, viene scambiato per un disertore e quasi fucilato. Chiede a Grecia,
Serbia, Bulgaria e Russia. Ma niente. Tuttavia nel suo albergo incontra il barone Colmar von der
Goltz, capo della missione diplomatica tedesca in Turchia. Inizia così la sua carriera nell’esercito
ottomano come generale di cavalleria. Viene collocato nel Caucaso, in Armenia, dove diventa
testimone del genocidio armeno. Vede cadaveri accalcati sui bordi delle strade, buttati nei laghi,
villaggi in fiamme. Sarà combattente nell’assedio di Van, città in mano a russi ed armeni. Protesta
contro il genocidio ma ottiene solo sguardi sospetti da parte dei generali ottomani. Alla vista di
decine di profughi scheletrici e di cadaveri minaccia di abbandonare l’esercito. Viene così dislocato
in Medio Oriente dove vince contro gli inglesi a Gaza. Ma la sua vittoria non serve: l’impero sta
crollando e perdendo sempre più battaglie. E ad Istanbul si trama contro di lui per la sua scomoda
testimonianza del genocidio. Mentre si trova in Germania, la guerra si avvicina alla fine. Ritorna in
una Istanbul nel caos, nella fuga dei generali ottomani. Lui però non fugge e si arrende alle truppe
italiane, francesi ed inglese, ponendo fine ai suoi “Quattro anni sotto la mezzaluna”.
ARTE ED IMMAGINE
I testimoni principali del genocidio armeno sono essenzialmente 2: il sottotenente ed attivista
tedesco Armin Theophil Wegner e il pittore armeno-statunitense Arshile Gorky.

Armin Theophil Wegner


Armin T. Wegner è stato prima un paramedico e poi un sottotenente tedesco nell’esercito ottomano,
in seguito all’alleanza Germania - Turchia. Per l’assistenza data ai feriti è stato insignito della Croce
di Ferro. Sarà dislocato lungo la ferrovia Baghdad – Konya, lungo la quale passarono numerose
marce della morte. Disobbedendo agli ordini d’insabbiamento dei generali data l’alleanza, ha
raccolto decine di fotografie, documenti, informazioni e lettere. Su richiesta turca sarà rimpatriato e
molte delle sue foto saranno confiscate o distrutte, ma lui riuscirà a salvare lo stesso molti negativi.
Protestò contro il genocidio in una lettera al presidente degli Stati Uniti Wilson; punto che verrà
usato a favore dell’indipendenza armena nella Conferenza di Pace del 1919. Durante il regime
nazista si opporrà alla persecuzioni degli ebrei, motivo per cui venne arrestato e torturato dalla
Gestapo, oltre ad essere portato in vari campi di concentramento. Dopo il rilasciò restaurò ed abitò
in un mulino sull’isola di Stromboli, venendo insignito di numerosi premi. Dopo la morte, parte
delle sue ceneri verranno portate in Armenia per ricevere un funerale di Stato nel Memoriale del
Genocidio Armeno.

Arshile Gorky
Arshile Gorky (nome di nascita Vostanik Manoug Adoian) è nato in una povera famiglia armena in
un villaggio vicino al già citato diverse volte lago Van. Nel 1908 il padre fuggirà negli Stati Uniti
per evitare il servizio di leva obbligatoria. All’inizio del genocidio armeno fuggì con la madre e le
tre sorelle verso l’Armenia in mano russa. La madre morirà lì di fame e di stenti, ad Erevan, nel
1919. Nel 1920 arrivarono in America dove si ricongiunsero col padre. Sarà allora che cambierà
nome in Arshile Gorky, omaggiando lo scrittore russo Maksim Gor’kij che come lui ebbe una vita
dolorosa ed errante e la parola russa “gorky”, letteralmente “amaro”. La sua esperienza con il
genocidio influenzerà i suoi quadri, che riprendono l’impressionismo, il cubismo e il surrealismo.
Dal 1946 soffrirà di una forte crisi in seguito ad un incendio del suo ufficio (che distrusse tutti i suoi
libri ed una trentina di quadri), la diagnosi di un cancro ed un incidente, fino a che il 21 luglio 1948
venne ritrovato da un suo studente ed un vicino impiccato nel suo studio.

EDUCAZIONE CIVICA
Stando alla maggioranza degli storici i genocidi compiuti dai Giovani Turchi servivano a creare uno
stato etnicamente omogeneo. Nonostante ciò è controverso lo status di genocidio in quanto il
governo turco negava e nega l’organizzazione sistematica come nell’Olocausto, parlando di
“spostamenti” e “deportazioni” in senno all’inimicizia tra russi e turchi, nella quale gli armeni si
schieravano a fianco dei russi. Al giorno d’oggi in Turchia parlare del genocidio in pubblico rientra
nel reato di “vilipendio all’identità nazionale” con reclusione da sei mesi a due anni. Famose
“vittime di questa legge sono stati Orhan Pamuk, massimo scrittore turco in vita al momento, e
Hrant Dink, scrittore turco – armeno e direttore del giornale bilingue Agos, assassinato davanti alla
sede del suo giornale. Attualmente il genocidio è riconosciuto da 31 paesi, tra cui Stati Uniti,
Russia, Brasile, Francia, Italia e Germania; oltre che dall’Unione Europea e da papa Francesco. A
negarlo esplicitamente invece sono Turchia e Azerbaigian.
INGLESE
On 28th May 1961Peter Benenson, an English human rights lawyer, published an article in the
London newspaper The Observer, entitled “The Forgotten Prisoners”, in which he expressed
concern at an account he'd read of two Portuguese arrested for toasting to freedom during António
de Oliveira Salazar's regime. While the actual case was revealed to be hearsay, the sentiment of the
piece touched a global nerve. Benenson's article was to lead to the foundation of the human rights
organisation Amnesty International. Benenson during the war worked in army intelligence and after
it was a lawyer representing prisoners in Spain, Hungary and South Africa. He was one of a group
of British lawyers who in 1957 founded the human rights and law reform organisation JUSTICE,
and he was a member of a body set up by the UK Labour Party that sought fair trial in Spain for
Francisco Franco’s opponents. In 1958 he became ill and went to Italy to recover. It was there that
he decided that it was better to appeal to the moral values and aspirations of people everywhere in a
way that transcended party politics. In his article, Benenson cited the Universal Declaration of
Human Rights and he coined the term “prisoner of conscience”, which he defined as one who has
been imprisoned or persecuted for the non-violent expression of their beliefs. The article was
reprinted in newspapers across the world and by July, the organisation Amnesty International had
been established. It rapidly evolved and it is still funded through its membership and personal
unaffiliated donations. This allows it to maintain full independence from governments, political
ideologies, religions or economic interests. Since 1964 Amnesty International has had special
consultative status at the United Nations. It won the Nobel Peace Prize in 1977 for its campaign
against torture. Prisoners of conscience (POC) are the only prisoners who Amnesty International
demands should be immediately and unconditionally released. Controversies arise as to what
defines a POC and whether this includes political prisoners, given that many governments deny that
the latter exist, claiming they are just criminals. The organisation changed Benenson's original
definition of a POC to include anyone imprisoned because of race, sexual orientation, religion or
political views, but always excluding those who advocate violence or hatred. Thus, Nelson Mandela
initially qualified when he was imprisoned in South Africa in 1962, but the decision was reversed
after he turned to violently opposing the regime. In February this year, Russian opposition leader
Alexei Navalny's status as a POC was removed due to comments he had made on migrants fourteen
years earlier which Amnesty International regarded as “hate speech”.

FRANCESE
Le génocide arménien est un génocide perpétré d’avril 1915 à juillet 1916, voire 1923, contre les
Arméniens qui vivent en Turquie. Il est planifié et exécuté par le parti au pouvoir, le Comité Union
et Progrès ou les Jeunes-Turcs. Deux tiers des Arméniens périssent du fait de déportation, famines
et massacres. Sa reconnaissance politique c’est objet de débats et de controverses et seulement 31
pays l’ont reconnu. Anatole France est un écrivain français, autre, entre autres, de Le Dieux ont
soif, un roman que décrive les années de le Terreur. Il développe ses opinions sur la cruauté de
l’homme et sur la dégénérescence des idéaux: les massacres et la barbarie de la Révolution
Française sont comparable au génocide arménien par leur atrocité et leur fanatisme. Il s’engage en
faveur de nombreuses causes et aussi de le génocide et il dénonce l’indifférence du gouvernement
français, qualifiée honteux, avec Jean Jaurès, une politique. À la Chambre des députés, le 3
novembre 1896, avaient interpellé le gouvernement à ce propos . Des tracts, des articles de
journaux, des revues d’intellectuels avaient largement alerté l’opinion publique, jusqu’aux Etats –
Unis et Canada. Mais la Première Guerre Mondiale éclate et la tentative d’extermination du peuple
arménien prend un nouveau tour tragique.

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