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Comitato Regionale FGI

Scuola Regionale dello Sport - CONI

Le fasi dell’apprendimento dei movimenti


I presupposti cognitivi dell’apprendimento
Il feed-back interno dell’atleta e quello esterno dell’allenatore
La correzione degli errori

Corso Tecnico di I livello


Palestra Federale “La Pegna”
Napoli, 1 Novembre 2010

Prof. Furio Barba


La motilità

 Proprietà di un organismo di modificare


la propria posizione o quella di un suo
organo in rapporto all’ambiente in cui
vive; in forma estensiva insieme delle
facoltà motorie di un corpo (dizionario
De Agostini 1995).
La motilità
La motilità, nelle sue svariatissime forme
dell’esercizio fisico, è il punto di partenza
con cui un insegnante od un educatore
sportivo forma ed educa la persona nella
sua totalità.
Lo sviluppo del linguaggio e della capacità di
lavoro sono stati i mezzi più importanti con
i quali l’uomo è riuscito a relazionarsi con i
suoi simili e l’ambiente.
La motilità
La motilità è un arricchimento delle
possibilità umane di movimento e
quindi di sviluppo dei processi di
funzionamento e regolazione dei
movimenti legati ad un maggiore
sviluppo e maturazione delle
capacità del sistema nervoso.
La motilità
Il movimento è la fonte cognitiva dei bambini che,
tramite le azioni motorie, acquisiscono conoscenze
attraverso i sensi.
Attraverso l’attività motoria sviluppano le doti, le
capacità e le possibilità, fino al livello richiesto
dall’ambiente.
Il lavoro motorio consentirà poi l’intellettualizzazione
delle attività lavorative correlate ad un riscorso
crescente alle capacità mentali creative.
Fattori della motilità
Sistema senso-percettivo

Sistema senso-motorio

Schemi posturali e motori

Capacità motorie

Abilità motorie

Prestazione motoria
Fattori della motilità
 Sistema senso-percettivo:
– Discriminazioni relative agli organi di senso
dei segnali provenienti dall’esterno (visive,
uditive, tattili)
– Discriminazioni relative al proprio corpo
provenienti dall’interno (cinestesiche,
somatognosiche)
Fattori della motilità
 Il Sistema senso-percettivo si basa:
 L’analizzatore visivo
 L’analizzatore acustico
 L’analizzatore tattile
 L’analizzatore vestibolare
 L’analizzatore cinestetico
 La capacità di percepire il tempo
Fattori della motilità

 Il Sistema senso-motorio si basa su elementi


bio-informazionali:
 Presa d’informazione
 Elaborazione delle informazioni
 Immagazzinamento delle
informazioni
 Trasmissione delle informazioni
Gli elementi bio-informazionali
 Funzioni: Cattura delle Trattamento Risposte
informazioni ed integrazione
delle informazioni

 Strutture: Apparato Strutture Apparato


neuro - midollari neuro -
sensoriale e cerebrali muscolare

Esterocezione: Propriocezione:
Informazione Informazioni provenienti dall’interno
proveniente (conseguenze sensoriali dell’attività)
dall’esterno
Fattori della motilità
 Schemi posturali: sono schemi statici o
statico-dinamici tridimensionali che si
suddividono in:
– segmentari (che riguardano i settori del
busto, degli arti, del capo)
– di massa (quando sono coinvolti insieme)
 Schemi motori: sono schemi dinamici
quadrimensionali che si suddividono in:
– schemi motori di base (camminare,
rotolare, afferrare, etc.)
– Schemi motori complessi (azioni articolate)
Fattori della motilità
 Capacità motorie: sono l'insieme delle potenzialità
che influenzano una prestazione motoria.
La loro sintesi, in proporzioni diverse tra loro,
determina i diversi tipi di prestazione motoria
nell'uomo ed il giusto equilibrio tra esse determina
invece il livello ottimale della funzionalità motoria del
singolo.
Possono definirsi come un tratto stabile dell’individuo
che supporta e sostiene diverse abilità motorie; sono
geneticamente determinate e parzialmente
modificabili con l’allenamento, l’esperienza e
l’apprendimento.
Fattori della motilità
 Capacità motorie: sono state suddivise da
Gundlach (1968) in:
– Condizionali; quelle capacità fondate
sull’efficienza dei meccanismi energetici
– Coordinative; quelle capacità di
organizzare e regolare il movimento
Fattori della motilità
Oggi il concetto di capacità motorie suddivise in capacità
condizionali e coordinative è superato.
La motilità non deve essere intesa come processo di
controllo, differenziato dai processi funzionali, ma come il
risultato di entrambi i processi insieme: come movimento.
La visione moderna delle capacità motorie è quindi quella di
un modello integrato dei processi funzionali di controllo-
operativi, dove la motilità è intesa come l’insieme delle
funzioni biologiche che determinano il movimento.
Fattori della motilità
 Le abilità motorie: è il termine con cui si definiscono tutte
quelle azioni che, attraverso insegnamento ed esperienza
sono state apprese e consolidate diventando patrimonio
dell’individuo; sono automatizzate con la ripetizione del
gesto e ricorrono e si realizzano senza l'intervento
consapevole dell'attenzione.
Permettono di risolvere problemi motori in modo adeguato
a finalità ed obiettivi prefissati e si basano su condizioni
neurologiche, fisiologiche e psicologiche che consentono
al soggetto di apprendere, organizzare, controllare e
trasformare il movimento.
Fattori della motilità

 La prestazione motoria: è il risultato di una


molteplicità di fattori che devono essere
dominati ed ordinati.
Il problema dell’esecuzione di un movimento
è di sapere cosa deve essere realmente
ordinato insieme.
Principi operativi
Per un coerente approccio metodologico-
didattico, le attività motorie, riguardanti
principalmente i soggetti dei primi due cicli,
devono ispirarsi a due principi fondamentali:
• Polivalenza
• Multilateralità
Principi operativi
 Polivalenza:
– riguarda gli aspetti metodologici dell’insegnamento
delle attività motorie che devono avere carattere
orientato allo sviluppo di capacità ed abilità la cui
trasferibilità, valenza e validità sia molteplice:
– molteplice e globale:
 neiconfronti delle funzioni cognitive, emotive,
sociali e organiche
– molteplice e specifico:
 nei confronti delle funzioni motorie
Principi operativi
 Multilateralità:
– riguarda gli aspetti didattici dell’insegnamento delle attività
motorie cioè ai contenuti, ai mezzi, all’organizzazione,
(giochi, circuiti, prove multiple, etc.).
Anche secondo il principio della multilateralità ci dovrà
essere fruibilità e trasferibilità degli esiti programmati delle
attività motorie e precisamente:
– Di tipo generale:
 Nelsenso dello sviluppo della più ampia base motoria
possibile
– Di tipo mirato
 Nelsenso dell’apprendimento delle abilità motorie
quanto più riconducibili ad abilità polisportive e
successivamente monosportive
Le basi dello sviluppo delle
capacità prestazionali

Lo sviluppo delle capacità prestazionali non può


prescindere dall’apprendimento, che a sua
volta è collegato all’insegnamento.
Le più importanti forme di apprendimento sono:
– l'apprendimento elementare
– l'apprendimento complesso
Le basi dello sviluppo delle
capacità prestazionali

L'apprendimento elementare è legato alle


reazioni più semplici, dirette a soddisfare i
bisogni di tipo primario sia negli animali
che nell'uomo.
In questo tipo di apprendimento si fanno
rientrare il condizionamento classico o
pavloviano e il condizionamento operante
o strumentale
Le basi dello sviluppo delle
capacità prestazionali
L'apprendimento complesso coinvolge le
funzioni psichiche superiori (intelligenza,
creatività) soprattutto dell'essere umano, e
prende il nome di "apprendimento cognitivo"
cioè un tipo di apprendimento così
complesso che sembra implicare la
riorganizzazione delle idee e delle percezioni
di una persona.
Le basi dello sviluppo delle
capacità prestazionali
L'apprendimento motorio, in relazione allo
sviluppo e dei contenuti di coordinazione, si
articola in tre fasi:
– I fase: sviluppo della coordinazione grezza
– II fase: sviluppo della coordinazione fine
– III fase: consolidamento della
coordinazione fine e sviluppo della
disponibilità variabile
Le basi dello sviluppo delle
capacità prestazionali
I fase: inizia dal momento in cui viene esposto il nuovo
compito al soggetto sino a quando è in grado di
eseguirlo, anche se l'esecuzione presenta notevoli difetti.
L'esecuzione motoria di questa fase presenta alcune
caratteristiche tipiche: c'è un uso eccessivo e
parzialmente errato della forza, c'è l'impressione di
rigidità nei movimenti, manca un adeguato ritmo del
movimento, una insufficiente fluidità dei movimenti ed
una scarsa ampiezza del movimento.
Le basi dello sviluppo delle
capacità prestazionali
II fase: va dal momento in cui si ottiene lo stadio della
coordinazione grezza fino allo stadio nel quale il
soggetto può eseguire il movimento quasi senza errori
(coordinazione fine).
In questa fase viene raggiunto un grado più elevato di
coordinazione fra forze, movimenti parziali e fasi del
movimento, ed il decorso del movimento diventa più
armonico e continuo. Scompaiono i movimenti sinergici,
inutili e scomposti. Il controllo dell'intera esecuzione
motoria aumenta, e diventa più preciso e razionale.
Le basi dello sviluppo delle
capacità prestazionali
III fase: inizia dal momento in cui si è raggiunto lo stadio
della coordinazione fine e termina al momento in cui
l'allievo può eseguire il movimento con sicurezza, ed
usarlo sempre efficacemente, anche se in condizioni
difficili ed inabituali.
In essa si raggiunge il livello massimo nella padronanza,
nella sintonia, e nella coordinazione delle forze, dei
movimenti parziali e delle fasi del movimento, cioè la
coordinazione fine stabilizzata
Le basi dello sviluppo delle
capacità prestazionali

Possedere un metodo d’insegnamento è un uno dei


requisiti più importanti che un educatore sportivo
deve possedere.
Egli, infatti, deve individuare le strategie più idonee
ed efficaci per poter insegnare ad un soggetto una
determinata tecnica d’esecuzione ed una forte
motivazione per spronarlo nel continuo di talune
esercitazioni faticose ed altre un po’ noiose.
Sviluppo della motilità di base in
età infantile (fino a 7-8 anni)

 Lo sviluppo dei primi tre livelli (senso-


percettivo, senso-morio, schemi posturali e
motori), avviene tramite:
– risposte a stimoli sensoriali
– costruzione volontaria del movimento
Sviluppo della motilità di base in
età infantile (fino a 7-8 anni)
 L’apprendimento e lo sviluppo dei tre livelli avviene tramite
stimoli che devono essere caratterizzati da varianti di tipo:
– Spaziale (avanti-dietro, dentro-fuori, sopra-sotto, aperto-
chiuso, vicino-lontano, lungo-corto, alto basso, largo
stretto, grande-piccolo)
– Temporale (prima-dopo-contemporaneamente, veloce-
lento)
– Quantitativo (tutto-parte, tanto-poco)
– Qualitativo (pesante-leggero, duro-morbido, ruvido-liscio,
caldo-freddo, asciutto-bagnato, forte-piano)
– Ambientali (in natura, in piscina, in palestre varie)
Attività dell’età infantile
 Strisciare - Rotolare - Capovolta
 Gattonare - Camminare - Correre - (in tutte
le direzioni e posizioni, da soli ed in gruppo)
 Saltare (sul posto, camminando, correndo)
 Lanciare (da fermi, di corsa, saltando)
 Afferrare (da fermi, in movimento)
 Calciare (da fermi, in movimento)
 Arrampicarsi (sul posto, traslocando)
Attività dell’età infantile
 Attività con il proprio corpo
 Attività con il corpo dei compagni
 Con piccoli attrezzi (palla, cerchi, nastri,
scatole, birilli, funicelle, ostacoli)
 Con grandi attrezzi (scivoli, spalliere, plinti)
Attività dell’età infantile
 L’organizzazione dell’attività deve essere
ricca di fantasia e prevedere canzoni,
filastrocche, giochi, girotondi, coinvolgendo
talvolta, se presenti, anche i genitori per
realizzare un migliore intervento educativo.
In questo modo agli obiettivi dello sviluppo
dei primi tre livelli (senso-percettivo, senso-
morio, schemi posturali e motori), se ne
aggiungeranno altri, quali:
Attività dell’età infantile
 Sostegno e stimolo al benessere dell’allievo,
assecondandone il corretto sviluppo fisico
 Sviluppo e stimolo della motivazione alla
partecipazione ed al movimento
 Sostenere i processi di socializzazione, di
autonomia e di autostima del soggetto,
attraverso un’opportuna configurazione dei
mezzi didattici
Obiettivi in età prepuberale
(8-12 anni)

 Ulteriore sviluppo della motilità di base


 Sviluppo delle Capacità motorie

 Sviluppo delle Abilità motorie


Sviluppo della motilità di base in
età pre-puberale (8-12 anni)

 Le potenzialità sotto il profilo biologico e


funzionale acquisite dal soggetto dopo il
primo ciclo, e lo sviluppo delle capacità
motorie, sono la condizione base per
l’incremento di abilità motorie via via più
complesse che avvieranno progressivamente
alle azioni tecniche.
Sviluppo della motilità di base in
età pre-puberale (8-12 anni)
 L’apprendimento e lo sviluppo dei tre livelli avviene tramite
stimoli che devono essere caratterizzati da varianti di tipo:
– Spaziale (vicino-lontano, lungo-corto, alto basso, largo
stretto, grande-piccolo, avanti-dietro, dentro-fuori, sopra-
sotto, aperto-chiuso)
– Temporale (veloce-lento, prima-dopo-
contemporaneamente)
– Quantitativo (tanto-poco, tutto-parte)
– Qualitativo (forte-piano, pesante-leggero, duro-morbido,
ruvido-liscio, caldo-freddo, asciutto-bagnato)
– Varianti di tipo tattico (fintare, marcare, anticipare)
– Ambientali (in natura, in piscina, in palestre varie)
Sviluppo delle capacità motorie
 Per comprendere lo sviluppo delle capacità
motorie, è necessario innanzitutto rispondere
a due quesiti:
Come si possono sviluppare le capacità
motorie e da cosa dipende tale sviluppo?
In che cosa si esprime la maggiore
organizzazione funzionale dei processi di
elaborazione dell’informazione alla quale
si mira?
Le tappe del processo di maturazione di vari
organi e strutture corporee in funzione dell’età
e della percentuale di maturazione (Bosco, 1997)
Le tappe del processo di maturazione di vari
organi e strutture corporee in funzione dell’età
e della percentuale di maturazione (Fröhner, 2003)
Modello delle fasi sensibili (Martin, 1982)
Modello delle fasi sensibili (Martin, 1982)
Modello delle fasi sensibili (Martin, 1982)
Il miglioramento delle capacità motorie:
insegnamento ed allenamento

 L’Insegnante di Educazione Fisica è un esperto

della formazione umana che progetta in funzione di

uno sviluppo integrato della persona e della sua

formazione ottimale; egli, intervenendo con progetti

educativi basati su interventi psico-pedagogici mirati

e fondati su conoscenze scientifiche e tecniche,

promuove lo sviluppo della personalità, delle

capacità motorie e delle abilità motorie di base.


Il miglioramento delle capacità motorie:
insegnamento ed allenamento

 Simile, ma concettualmente e profondamente

diverso, è il ruolo dell’Educatore Sportivo in quanto

egli è un realizzatore di progetti professionali che

promuove lo sviluppo di abilità motorie specifiche ed

il potenziamento delle capacità motorie con

interventi psico-pedagogici mirati e fondati su

conoscenze scientifiche e tecniche.


L’insegnamento

 L’Insegnamento è quel processo didattico che un

insegnante opera nei confronti di una persona;

quest’ultima, utilizzando le indicazioni

dell’insegnante, raggiunge la soluzione di un

problema postogli elaborando, strutturando,

organizzando e gestendo i processi necessari

all’ottenimento dello scopo in base alle potenzialità

possedute.
L’insegnamento

 E’ quel processo didattico che un insegnante opera

nei confronti di una persona; quest’ultima,

utilizzando le indicazioni dell’insegnante, raggiunge

la soluzione di un problema postogli elaborando,

strutturando, organizzando e gestendo i processi

necessari all’ottenimento dello scopo in base alle

potenzialità possedute.
L’allenamento

E’ un processo d’azione psico-pedagogico complesso

che, a seguito di corretti ed appropriati stimoli ed

interventi sulla sfera psico-somatica e sulle

capacità ed abilità motorie, tende a formare e

potenziare la personalità e le caratteristiche psico-

fisiche del soggetto.


Caratteristiche fondamentale
dell’allenamento degli adulti

 La definizione netta del modello individuale di


allenamento come risultato delle esperienze accumulate
negli anni precedenti

 L’alternanza tra carichi di lavoro elevati e carichi di


lavoro di moderata o media intensità, per attivare più
efficacemente i fenomeni di supercompensazione

 L’esigenza di limitare all’essenziale gli obiettivi da


perseguire, fino a valorizzare sempre più, anno per
anno, le esercitazioni specifiche
Caratteristiche fondamentale
dell’allenamento dei giovani
 L’attività di gruppo è da preferire per esigenze
metodologiche didattiche ed organizzative
 Il perseguimento di numerosi, ma fondamentali,
obiettivi metodologici ha il fine di favorire la
costituzione di un insieme di esperienze motorie capaci
di qualificare la successiva specializzazione
 L’obiettivo di sviluppare i molteplici presupposti
(capacità motorie) della prestazione conduce a ricercare,
nel breve periodo, un miglioramento agonistico più
attenuato e riferito ad esperienze di gara diversificate
Il miglioramento delle capacità motorie

1. Obiettivi
– Apprendimento psicomotorio
– Apprendimento cognitivo
– Apprendimento affettivo
2. Contenuti
– Esercizi di sviluppo generale
– Esercizi speciali
– Esercizi specifici o di gara (dal secondo ciclo in poi)
3. Mezzi
– Di tipo organizzativo
– Attrezzi
– Di genere informativo
4. Metodologie
– Sono le procedure pianificate che vengono sviluppate allo scopo
di realizzare gli obiettivi preposti
Il miglioramento delle capacità motorie

Avviene attraverso stimoli di carico


adeguati attraverso:
 Un carico

 L’alterazione dell’omeostasi

 L’adattamento

Ottenendo così un risultato di un più


elevato stato funzionale
Le capacità coordinative
 Sono determinate prevalentemente dai processi di
regolazione del movimento che rappresentano
qualità dello svolgimento relativamente consolidate
e generalizzate di questi processi, fondate sulle
esperienza motorie, che caratterizzano lo
svolgimento di processi di controllo dei movimenti
specifici e adeguati alla prestazione; vanno distinte
dalle abilità motorie che sono riferite ad azioni
concrete di movimento stabilizzate, in parte
automatizzate.
Tipi di capacità coordinative

 Capacità coordinative generali

 Capacità coordinative speciali


Hirtz (1981) distingue 3 capacità coordinative

Capacità di apprendimento motorio

Capacità di Capacità di adattamento


controllo motorio e trasformazione motoria

alle quali subordina


le capacità di Coordinazione rapida e di Coordinazione prolungata,
da cui 5 capacità fondamentali che cerca di classificare in modo
gerarchico
Capacità di Capacità di Capacità di
apprendimento controllo motorio adattamento e
motorio trasformazione

Capacità di Capacità di
coordinazione rapida coordinazione prolungata

Capacità di Capacità di Capacità di


reazione ritmo equilibrio

Capacità Capacità di
d’orientamento spaziale differenziazione cinestetica
Blume (1981), Harre (1987), e Meinel e Schnabel (1987),
concordano nel riassumere le capacità coordinative speciali in:

 Capacità di accoppiamento e realizzazione dei movimenti (Blume)


 Capacità di coordinazione segmentaria o capacità di abbinamento (Harre, Meinel
e Schnabel)
Sono eguali nel concetto: collegare la coordinazione segmentaria degli arti superiori ed )inferiori

 Capacità di differenziazione; (cenestetica) realizzare in modo differenziato i movimenti sulla


base delle percezioni del tempo, dello spazio e della forza

 Capacità di equilibrio; (statico e dinamico) recuperare l’equilibrio dopo spostamenti


 Capacità di orientamento; (spazio-temporale) modificare la posizione del corpo nello spazio e
nel tempo, in riferimento ad un campo d’azione ben definito
 Capacità di ritmo; organizzare impegni muscolari secondo un ordine cronologico
 Capacità di reazione; (semplice e complessa) reagire a stimoli con azioni motorie adeguate
 Capacità di trasformazione; (del movimento) adattare il programma motorio ad improvvisi
mutamenti che alterano il programma originale e che richiedono aggiustamenti
Sviluppo delle capacità coordinative

Per la rappresentazione mentale del


movimento è possibile attivare 2 metodi:
 Il metodo dell’informazione ottica

 Il metodo dell’informazione verbale


Per l’aumento delle richieste di coordinazione,
si utilizzano i metodi della variazione e della
combinazione degli esercizi

 Variazione della posizione di partenza


 Variazione dell’esecuzione del movimento
 Variazione dinamica del movimento
 Variazione della struttura spaziale del movimento
 Variazione delle condizioni esterne
 Variazione della ricezione delle informazioni
 Combinazione di abilità motorie
 Esercitazioni sotto pressione temporale
 Esercitazioni ad imitazione o a specchio
 Esercizi eseguiti dapprima con un arto e poi con l’altro
La classificazione moderna
delle capacità motorie
Un ulteriore aspetto delle capacità motorie è
quello delle capacità nei percorsi a tempo.
In una ricerca effettuata agli inizi degli anni ’90
condotta dal Maestro dello Sport A. Donati
sulla valutazione nell’avviamento allo sport, a
seguito delle analisi effettuate su una vasta
batteria di test, sono stati evidenziati tre
aspetti.
La classificazione moderna
delle capacità motorie
 I test condizionali sono tra loro correlati essendo
ricondotti fondamentalmente ad una sola matrice di
partenza, la forza
 i test coordinativi non sono correlati tra loro; le ragioni
portate a spiegare tale fenomeno si basano:
– sul ruolo di diversificazione esercitato dai parametri
biomeccanici
– sul ruolo svolto dal tempo di apprendimento
necessario per acquisire e migliorare la
prestazione proposta nel test
La classificazione moderna
delle capacità motorie
 I percorsi a tempo sono collocati in una
posizione intermedia tra i test condizionali e
coordinativi con un fattore in comune
rappresentato dalla “capacità di assumere,
rapidamente, decisioni passando da un
compito all’altro”
La classificazione moderna
delle capacità motorie
Lo sviluppo della capacità motorie passa, quindi,
per diverse strade metodologiche:
– La combinazione delle diverse capacità
coordinative
– I livelli tassonomici (tassonomie = sistemi di
classificazione) delle capacità coordinative
– Lo sviluppo delle diverse modalità
(capacità) di espressione della forza
– La combinazione delle capacità
coordinative e di espressione della forza
La classificazione moderna
delle capacità motorie

Capacità coordinative

Capacità di Capacità nei


espressione della forza percorsi a tempo
Il compito motorio
L’esecuzione di un compito motorio si fonda su:
• Elementi sensoriali o percettivi
• Elementi decisionali
• Elementi del controllo del movimento
Dalla loro sintesi è possibile la certezza di ottenere un
movimento che sia concernente all’obiettivo
preposto; la capacità del suo raggiungimento
tramite il minimo dispendio energetico, il minore
tempo possibile e la massima precisione, prende il
nome di abilità.
Sviluppo delle abilità motorie
Rappresentano il risultato finale di un processo di apprendimento e:
– Si sviluppano a seguito delle esperienze effettuate e al
progressivo affinamento della precisione e della coordinazione
dei movimenti; si sviluppano, quindi, con la pratica
– Tanto maggiore è il numero delle esperienze motorie già
vissute, tanto maggiore sarà la capacità di costruirne delle
nuove e più evolute; in sintesi sono infinite nel numero
– Dipendono dalle capacità motorie
– Si modificano con l’apprendimento e l’esercizio ripetuto
– Il loro apprendimento si realizza in relazione alla capacità di
percezione, elaborazione e interpretazione degli stimoli,
all'influenza dei fattori motivazionali, alle caratteristiche del
feedback
Classificazione delle abilità motorie

Abilità chiuse: sono quelle che si svolgono in un


ambiente stabile, il soggetto tratta delle
informazioni provenienti dal proprio corpo e
dai suoi spostamenti; si dirà che il soggetto
controlla la propria azione
Abilità aperte: sono quelle che si svolgono in un
ambiente instabile, fluttuante, il soggetto
tratta le stesse informazioni delle abilità
precedenti più quelle risultanti dall'ambiente
Caratteristiche delle abilità motorie
in relazione al tipo di movimento

1. Movimenti ciclici
2. Movimenti aciclici
3. Movimenti stereotipati
4. Movimenti non stereotipati
Caratteristiche delle abilità motorie
in relazione al tipo di movimento

Si definiscono ciclici quei movimenti le cui


fasi si ripetono numerose volte (ad esempio
la corsa, il nuoto, il ciclismo).
Si definiscono aciclici quei movimenti le cui
fasi non si ripetono (ad esempio i lanci, i
salti, i fondamentali dei giochi sportivi quali
il 3° tempo nel basket o la battuta o il muro
nel volley).
Caratteristiche delle abilità motorie
in relazione al tipo di movimento
Si definiscono stereotipati quei movimenti che hanno
variazioni minime nei parametri fondamentali della loro
esecuzione e sono presenti gradi elevati di
automatizzazione delle loro fasi (la maratona, il ciclismo
a cronometro, le gran fondo di nuoto, lo sci di fondo).
Si definiscono non stereotipati quei movimenti che,
dipendendo da agenti esterni (il suolo, gli avversari),
pongono il soggetto ad interagire con essi e quindi a non
poter definire a priori i parametri dell’azione motoria da
compiere per la soluzione del problema (il difensore o
l’attaccante negli sport di squadra, lo sciatore)
Apprendimento delle abilità motorie

I fattori che possono influenzare


l’apprendimento delle abilità motorie sono:
 I sistemi d’elaborazione dell’informazione
o l’attenzione
o la motivazione
 Le capacità motorie
Abilità motorie ed Abilità cognitive

A fianco delle abilità motorie si pone la coscienza di ciò


che si deve eseguire e la sua conoscenza ma ciò è
possibile indipendentemente dalla necessità di una
prestazione motoria; si parla di abilità cognitive quando
la natura del movimento è meno importante della
decisione o della strategia del movimento da eseguire.
L’accento in questo caso è posto principalmente sul
“sapere cosa fare” mentre in una abilità motoria esso è
posto principalmente “sulla esecuzione corretta”.
Abilità motorie ed Abilità cognitive

Queste due abilità sono poste agli estremi di


un continuum con in mezzo le altre abilità.
Il successo di una prestazione è quindi il frutto
di un insieme di abilità cognitive e motorie
spesso definite abilità psico-motorie o
abilità percettivo-motorie.
Abilità motorie ed Abilità cognitive

Abilità Abilità
Motorie Cognitive
Presa di decisione Qualche presa di Presa di decisione
minima decisione ed massima e
Un certo controllo Controllo motorio
motorio minimo
Salto con l’asta Quarterback Giocare a scacchi
Sollevamento pesi Pilota Allenatore
Attività dell’età pre-puberale
 Lo sviluppo dei primi tre livelli (senso-
percettivo, senso-morio, schemi posturali e
motori), viene ulteriormente migliorato
 Il miglioramento delle capacità motorie segue
l’andamento del periodo delle “fasi sensibili”
 Il miglioramento delle abilità motorie segue
un andamento crescente per un
arricchimento che consenta
successivamente l’acquisizione delle
tecniche
Attività dell’età pre-puberale
 Strisciare - Rotolare - Capovolta
 Gattonare - Camminare - Correre - (in tutte
le direzioni e posizioni, da soli ed in gruppo)
 Saltare (sul posto, camminando, correndo)
 Lanciare (da fermi, di corsa, saltando)
 Afferrare (da fermi, in movimento)
 Calciare (da fermi, in movimento)
 Arrampicarsi (sul posto, traslocando)
Attività dell’età pre-puberale
 Attività con il proprio corpo
 Attività con il corpo dei compagni
 Con piccoli attrezzi (funicelle, ostacoli, birilli,
palla, cerchi, nastri, scatole)
 Con grandi attrezzi (spalliere, plinti, scivoli)
 Uso di attrezzi simili o uguali a quelli
standard
Attività dell’età pre-puberale
 L’organizzazione dell’attività deve essere
ricca di fantasia e prevedere giochi, e prime
piccole competizioni; in questo modo agli
obiettivi dello sviluppo dei primi tre livelli
(senso-percettivo, senso-morio, schemi
posturali e motori), se ne aggiungeranno
altri, quali:
Attività dell’età pre-puberale
 Sostegno e stimolo al benessere dell’allievo,
assecondandone il corretto sviluppo fisico
 Sviluppo e stimolo della motivazione alla
partecipazione ed al movimento
 Sostenere i processi di socializzazione, di
autonomia e di autostima del soggetto,
attraverso un’opportuna configurazione dei
mezzi didattici

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