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Sallustio è il primo grande storico latino e ritiene che la storiografia sia la più nobile attività a cui un cittadino possa
dedicare il suo otium.
Luogo di origine
Nasce nell’86 a.C. ad Amiterno, in Sabina, un municipio piccolo vicino all’Aquila, probabilmente il suo luogo d’origine
influì sul suo modo di vivere la vita, poiché, essendo una piccola cittadina erano molto legati alle tradizioni; l’attaccamento
al mos maiorum che lo caratterizza, lo ha attinse infatti dal luogo in cui nacque.
Epoca
Gli studiosi lo inseriscono nell’epoca di Cicerone e di Cesare, ma si potrebbe dire che la sua produzione letteraria risalga a
dopo la morte di Cesare. Il momento in cui Sallustio scrive, si colloca ad un momento successivo, il momento delle guerre
civili in cui hanno operato Ottaviano ed Antonio.
Famiglia di appartenenza
La famiglia di appartenenza di Sallustio era plebea, ciò fece si che lui percorse il cursus honorum. Sallustio, si schiera dalla
parte di Cesare, iniziano la sua carriera politica come homo novus, poiché non è partito da una situazione privilegiata, e
perciò era senza un illustre passato familiare in politica.
Parte alla conquista del territorio della nuova Africa, diventa propretore e si arricchisce, dato che quel luogo era molto ricco,
gli avversari optimati credevano che avesse approfittato della sua carica per arricchirsi a discapito della provincia, ed è per
questo motivo venne nuovamente espulso dal senato. Venne infatti accusato di concussione, ma sfuggì all’accusa grazie
all’intervento di Cesare, il quale gli consentirà di ritornare al senato, ma Sallustio deciderà di ritirarsi a vita privata.
Sallustio andò quindi, a vivere nella sua casa di campagna e solo in quel tempo (ormai in tarda età) cominciò a dedicarsi alla
letteratura.
All’interno delle monografie introduce i proemi, i quali gli servivano per esprimere il suo obiettivo, ossia quello di indagare
sulle origini della crisi. Infatti la concezione storiografica di Sallustio, è affidata soprattutto ai proemi delle due monografie:
si attua un excursus, partendo da un’indagine sulla crisi, ed a causa di questa crisi è ormai impossibile dedicarsi alla politica
e per questo Sallustio giustifica il suo lavoro di scrittore, considerando la sua opera come un’importante strumento di
formazione per i cittadini.
Essendosi ormai ritirato dalla vita politica, Sallustio garantisce ai suoi scritti imparzialità ed obbiettività.
“Storiografia moralistica”
Sallustio non racconta solamente dei fatti, ma li interpreta, affidando il suo giudizio agli excursus politico-sociali ed alla
caratterizzazione psicologica dei personaggi.
Negli excursus, Sallustio individua il momento di inizio della crisi romana, ossia la sconfitta di Cartagine, a partire dalla
quale, il venir meno del “metus hostilis” (paura del nemico), che teneva uniti i cittadini nel fronteggiare le cause comuni, ha
prodotto rilassatezza nei costumi.
Sallustio riesce quindi a ritrovare questo momento scatenante, con l’abbandono del mos maiorum: con la sconfitta di
Cartagine, la paura contro i nemici era venuta meno, poiché erano riusciti a sconfiggere i loro massimi nemici, questo portò
il popolo romano a “montarsi” la testa.
La rilassatezza dei costumi ha portato ad una società corretta, nel momento in cui si sono arricchiti hanno perso
quelli che erano i veri valori.
Attraverso i personaggi, poi, Sallustio propone dei ritratti psicologici, con i quali affina il suo giudizio sulle virtù ed i vizi
dei protagonisti della storia, proponendoli al lettore, come modelli di comportamento da imitare o da respingere.
Con le Historie, torna alla tradizione romana, adottando una narrazione annalistica.
Opere principali
Sallustio viene ricordato per tre opere storiografiche principali: Le Historie, e le due monografie.
“Le Historie”, opera annalistica, in cui ripercorre le vicende della vita romana, anno per anno; l’opera rimase incompiuta.
Lui rimane ricordato per due opere principali, le monografie (sceglie un argomento e parla solo di quello).
“De Catilinae coniuratione” opera riguardante gli eventi sulla congiura di Catilina del 64 e del 62 a.C., fino alla sconfitta di
quest’ultimo a Pistoia. La narrazione parte dal ritratto fisico e morale di Catilina, dotato di un’ambizion spudorata.
“Bellum Iugurthinum” o “De bello civili” opera riguardante la guerra tra i romani ed il re africano Giugurta, questa guerra
Sallustio non la vissuta, l’ha conosciuta infatti attraverso le fonti e quindi è riuscito ad essere imparziale.
Argomenti
Nelle mammografie sono presenti ritratti dei personaggi positivi e negativi; Sallustio ritiene che sia importante descrivere i
personaggi, cosicché il lettore sia portata ad allontanarli o ad emularli, così che siano da monito o esempi.
Modelli
Per il modello stilistico riprende Catone il Censore.
Per il modo storiografico, ossia per il modo di intendere la storia, Sallustio riprende il modello greco di Tucidide, egli aveva
svolto infatti un’indagine approfondita sulla guerra del Peloponneso. Tucidide rappresentava il maggiore esponente della
storiografia tragica piena di gravitas; riprende da Tucidide il modo di vedere la storia come un rapporto di causa effetto,
cosa più importante riprende l’atteggiamento razionalistico: essere in grado di separare le cause superficiali da quelle
profonde, osservando la società con distacco.
Linguaggio
Sallustio utilizza un linguaggio caratterizzato da:
Arcaismi, che danno l’impressione di ascoltare le parole di un romano del passato.
Brevitas, ossia la capacità di concentrare in frasi di poche parole anche concetti più complessi della narrazione.