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ORVILLE

MEYER
Orville Meyer

Telepatia
In Azione
di
Orville Meyer

t
© 1961 Orville Meyer
© 2019 edizione italiana a cura di Matteo Filippini

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Telepatia In Azione

Traduzione, editing, elaborazione grafica, note e saggio in


appendice a cura di Matteo Filippini.

Vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione


scritta da parte del curatore della presente edizione.

N
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Orville Meyer

INTRODUZIONE ALL’EDIZIONE ITALIANA

Nelle pagine a seguire trovate la traduzione italiana a ‘Telepathy


In Action’ di Orville Meyer. Devo ammettere che non è stato
affatto semplice tradurre il testo in modo che fosse chiaro e
comprensibile ad un lettore del 2019. Il modo di scrivere di Meyer
è a volte datato e, a tratti , non così chiaro e lineare. Ho fatto
quindi del mio meglio perché il libro fosse facilmente
comprensibile, pur cercando di mantenere il sapore un po’ démodé
del manoscritto originale.
Per tutto il testo troverete alcune mie note a piè di pagina (NdC -
note del curatore), quando ho ritenuto opportuno dover
ulteriormente ampliare o meglio specificare certi concetti.
Il tutto verrà poi ulteriormente sviluppato in appendice con il mio
saggio “Considerazioni su Telepathy In Action”.

Buona lettura,

Matteo Filippini
Cremona, giugno 2019

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Telepatia In Azione

Pubblicità del manoscritto degli anni ‘60

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Orville Meyer

Molti anni fa ebbi la fortuna di poter assistere allo


spettacolo del Professor George Lyman, lo stesso descritto
in dettaglio in queste pagine, che aveva chiamato
“Esplorando il labirinto della mente”. Ricordo vividamente
come il Professore fosse in grado di far ridere quasi
istericamente il proprio pubblico fin dal principio,
lasciandolo nel dubbio di come facesse ad dar vita a questi
incredibili esperimenti.
Si parlò per mesi dello spettacolo, anzi per molti anni. Non
ebbe mai problemi a trovare un ingaggio dopo l’altro.
Infatti capitava che gli venissero proposte più date di
quante potesse farne. In veste di prestigiatore e mentalista,
riconobbi subito la psicologia alla base del suo numero. Nel
corso delle seguenti esibizioni ne studiai il testo, le
caratteristiche e tutta la routine come un insieme. In
seguito alla morte del Professor Lyman, cominciai a
proporre il suo numero in modo da poterne catturare la sua
piena ‘essenza’ e profondità. La mia descrizione si basa
quindi sia sull’osservazione che sull’esperienza personale.
Le pagine a seguire espongono questo materiale quanto più
accuratamente possibile. La sola esperienza può fornire le
sottigliezze personali, i vari cambiamenti e le sfumature che
andranno a rendere unico il vostro numero.
Attualmente non conosco nessuno che proponga, o abbia
proposto, tale numero negli ultimi anni così come non lo ho

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Telepatia In Azione

mai visto descritto e spiegato su qualche libro. In parte ho


deciso di scrivere questo libro per assicurarmi che questo
meraviglioso numero non andasse perso per sempre tra i
meandri dell’intrattenimento. Si tratta quindi di qualcosa di
nuovo e diverso che offre infinite possibilità al performer
capace.
Con perseveranza ed impegno, non vi è limite alla
popolarità, al successo e alla soddisfazione personale che il
performer non sia in grado di raggiungere con questo
numero. Lo show è insolito anche per il fatto che non vi è la
necessità di strumenti speciali, attrezzature, esigenze
scenografiche e costumi o capacità manuali. Tuttavia c’è
bisogno di studio, esercizio, buona padronanza di
linguaggio, una particolare comprensione della natura
umana e della psicologia, showmanship, sangue freddo e la
capacità di esibirsi di fronte a molte persone con sicurezza e
padronanza.
Senza ulteriori spese oltre al costo di questo libro, oltre allo
studio serio, comprensione e messa in pratica dei principi in
esso contenuti, il lettore potrà sviluppare un act in grado di
eguagliare, dal punto di vista dell’intrattenimento, un
qualsiasi altro spettacolo in voga.

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Orville Meyer

Capitolo 1
LA MENTE È POTENTE!

Nel corso degli ultimi anni è cresciuto il numero e la


popolarità dei libri che spiegano come usare i grandi poteri
della mente. Non c’è bisogno di molto tempo perché gli
avventori delle librerie si imbattano (e comprino, nel caso
siano saggi) in libri come TNT, The Power Within You,
The Magic Of Believing, Think And Grow Rich, The Secret
Of The Ages e svariate altre decine. Un numero sterminato
di persone devono la propria felicità e realizzazione alle
verità contenute in tali libri. Lo scettico, naturalmente,
legge, sorride e vive la propria vita materiale nella sua
miserabile ignoranza.
Questo libro, specialmente grazie alle risate e
all’intrattenimento che sa generare, si sforza di fornire
un’idea di come funziona la mente umana. Esso include una
breve dissertazione di come, anche pochi rudimenti di tale
conoscenza, possano essere la base di una vita più sana e
felice.
Gli esperimenti vengono condotti con l’aiuto di vari
membri del pubblico, mai incontrati prima dal performer.
Essi vengono invitati sul palco e il performer, senza usare la
forza ma solo grazie all’uso della suggestione, fa in modo
che compiano cose che letteralmente possono sbalordire e
deliziare il resto del pubblico.

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Telepatia In Azione

Ma questo libro ha un ulteriore obbiettivo: mostrare che la


potenza mentale applicata a noi stessi, con l’autocontrollo
della nostra mente, ci darà la possibilità di raggiungere ed
ottenere qualsiasi cosa desideriamo sinceramene.
I milioni di persone che il Professor Lyman ha
intrattenuto, sono rimaste sconcertate dai poteri mentali
occulti da lui raggiunti. Questi segreti, per la prima volta,
sono a disposizione di chiunque desideri metterli in pratica.
Sono fermamente convinto che il numero descritto in
queste pagine non sia adatto al performer in erba. Con tutto
il dovuto rispetto per i giovani, i molti fattori psicologici
nel corso del numero richiedono l’esecuzione da parte di un
performer più grande, sicuro di sè e con la necessaria
esperienza.
Visto il numero degli aiutanti scelti tra il pubblico, il
performer dovrebbe avere una platea di almeno cinquanta
persone, se non di più.

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Orville Meyer

Capitolo 2
IL NUMERO: INTRODUZIONE

T
“ utti sanno che la mente è un grande e fertile campo
per l’immaginazione, che possiede molti punti di forza e
diversi livelli. Nella mente possiamo custodire odio,
malizia, amore, paura, simpatia, gentilezza così come
qualsiasi altra emozione e c’è la possibilità di proiettare tutto
ciò nella mente degli altri. La prima parte del mio discorso è
chiara a tutti ma, quando dico che si può fare in modo che
gli altri sentano le nostre vibrazioni mentali, ciò lascia un
po’ perplessi. È questa capacita di proiettare, talvolta
chiamata telepatia, che permette alla mente di un oratore di
raggiungere la mente degli ascoltatori, portandoli ad agire
secondo le suggestioni date.
Non esistono due menti uguali. Vi sono così tante differenze
e sfumature di opinioni, così tanti sono gli anfratti più
nascosti della mente che sarebbe impossibile passarli tutti in
rassegna. Ma dietro a tutto ciò giacciono dei principi
fondamentali, principi che determinano e danno forma ai
nostri pensieri. È un campo piuttosto complesso, ancor
poco esplorato e, come dicevo, qualche volta lo si definisce
come telepatia mentale. Ho verificato l’esistenza di tale
telepatia, lanciando una suggestione mentale ad un’altra
mente, ad una distanza di circa quindici/venticinque metri.
Le mie suggestioni mentali sono state immediatamente

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Telepatia In Azione

messe in atto1, perciò posso affermare senza dubbio alcuno


che vi siano ancora da fare enormi passi nel campo della
telepatia. Ma vi è un altro e ben più profondo scopo nelle
mie esibizioni. Nel corso dei miei anni di esperienza davanti
al pubblico, ho scoperto che i problemi che affliggono le
persone sono, perlopiù, quelli causati dall’ambiente
domestico e dall’infelicità familiare. L’intrattenimento può
esser meramente ricreativo o magari esser ricreativo ma, al
momento giusto, far comprendere l’utilizzo di poteri capiti
a malapena ma che possono esser di indubbia utilità. La
gente è curiosa e desiderosa di veder qualcosa di diverso, dal
grande valore morale, che mostri loro che le cose a cui essi
aspirano già le hanno all’interno e non si trovano
all’esterno. E perciò la mia esibizione dimostrerà dei
semplici principi che vi daranno la possibilità di godervi la
vita e tutto ciò che essa può darvi, moralmente,
spiritualmente e mentalmente 2. Tali esperimenti
riporteranno alla mente la sua naturale tendenza ad esser
gioiosa. La normale tendenza di una persona è quella di
ridere e dimenticare i problemi, di allontanare i fantasmi e
gli incubi notturni. Vi fornirò nuovo coraggio, vi insegnerò
ad esser pazienti, vi mostrerò ciò che siete in grado di fare.
#1 NdC - Il fatto di affermare che le suggestioni lanciate siano state immediatamente messe in atto è
una sottile suggestione di per sè stessa; ciò infatti, se detto con assoluta convinzione, crea aspettativa
ed aiuta a stabilire e rafforzare l’autorità del performer. Si tratta insomma di un esperimento che
l’esecutore ha compiuto innumerevoli volte e non può assolutamente fallire.
2NdC - Sebbene la forma di tale discorso sia piuttosto antiquata, il suo contenuto riadattato per un
pubblico moderno può avere un forte impatto emozionale sul pubblico. Il performer afferma infatti
che, in un certo modo, sarà in grado di fornire a tutti i presenti degli utili strumenti per poter vivere
bene e raggiungere i propri obbiettivi.

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Orville Meyer

Tali esperimenti daranno dimostrazione che l’attitudine


della mente umana può essere modellata, che è suscettibile
alle suggestioni, così come è stato visto da milioni di
testimoni nel corso della mia carriera”.
Questa è l’introduzione del numero che serve a ‘settare’
un’attitudine di interesse piuttosto acceso ed attenzione. Il
dimostratore di questi esperimenti deve assolutamente
capire (nel nostro caso preferisco il termine ‘dimostratore’
piuttosto che ‘mentalista’3 ) se la mente con cui si instaura
un contatto è normale. Si dovrebbe evitare di scegliere
spettatori con disturbi mentali per le influenze deprimenti
che agiscono su di essa4. Solo in una mente normale
l’immaginazione può esser rafforzata e le nozioni portate in
equilibrio.
A causa di patologie, sfinimento fisico e scoramento
mentale, le persone talvolta entrano in confusione, si
perdono e hanno bisogno di riposo per riacquistare piena
salute mentale. Dev’essere il tipo di riposo unito
all’ispirazione. Ed ecco che gli esperimenti descritti nel
libro e che, con lo studio e la pratica, potreste voler
dimostrare, dovrebbero riportare la normale tendenza
dell’individuo ad essere allegro, sorridere e dimenticare i
problemi. Qualcuno riderà prima di provare tali

3NdC - Meyer assume un approccio accademico da relatore/dimostratore. Personalmente, come


vedremo anche nella mia trattazione in appendice, adotto un approccio diverso definendomi
comunque un mentalista. A voi la scelta.
4 NdC - Nonostante la forma del testo piuttosto aulica, penso sia chiaro che bisogna evitare di
lavorare con spettatori che abbiano dei disturbi o ritardi mentali evidenti. Non sottovalutate
assolutamente la cosa e cercate di scegliere con attenzione le persone da coinvolgere.

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Telepatia In Azione

dimostrazioni, altri saranno critici, altri sarcastici, altri


scettici. I fatti riportati in questo libro e le prove sono
pronte da mettere in pratica. Ogni fatto qui descritto è stato
ampiamente dimostrato migliaia di volte. Avrete dunque la
possibilità di dare un’occhiata alle meccaniche interne della
mente. Tutto è spiegato. Ci sono voluti anni di duro lavoro,
sperimentazione e ricerca per aprire tali porte della mente,
in modo da conoscerle e trarne beneficio. Ciò che qui viene
spiegato darà la possibilità di creare dell’intrattenimento
meraviglioso e, nel caso in cui voi ed il vostro pubblico non
rimaniate impressionati dall’incalcolabile potere della
mente, avrete mancato l’obbiettivo ultimo di tale esibizione.
Questo libro è dedicato non solo ad interessi morali e
spirituali, ma anche per aiutare le persone demoralizzate,
riportando la luce nel cuore di tutti.
Dopo aver concluso la propria introduzione, il dimostratore
è pronto per scegliere un gruppo di assistenti volontari dal
pubblico. Il numero ideale da utilizzare è tra dodici e
venticinque, preferibilmente circa diciotto5. L’esperienza
ha dimostrato che un gruppo totalmente composto da
uomini è meglio di un gruppo misto o di un gruppo di sole
donne6, dal momento che le donne sono generalmente più a

5 NdC - Personalmente utilizzo una decina di persone. Mi è anche capitato di lavorare con un
numero minore di spettatori in base alle circostanze. Per esperienza personale, consiglio di
coinvolgere almeno 7/8 spettatori.
6NdC - I tempi sono cambiati rispetto alla fine degli anni ‘50 (periodo in cui si esibiva Meyer). In
più occasioni ho coinvolto anche delle ragazze o donne, senza particolari problemi.

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Orville Meyer

disagio rispetto agli uomini, specialmente quando si trovano


di fronte ad un gruppo di propri conoscenti.
Uno dei requisiti fondamentali in questi esperimenti è
quello di non usare mai la forza7 con una persona che sta
per partecipare in veste di soggetto. L’antagonismo
potrebbe alzare una barriera praticamente insormontabile
tra la vostra mente e la sua. Potreste quindi chiedervi come
evitare tale antagonismo. Accogliete l’assistente come un
amico, cercate di disarmare la sua diffidenza, salutatelo con
un sorriso, dategli un colpetto sulla schiena e spiegategli
che si tratta solo di un piccolo gioco in cui provare qualcosa
di divertente. Se la persona è intelligente, va fatta sentire,
grazie alla amichevole conversazione iniziale, una brava
persona proprio come lo siete voi. Spiegategli, attraverso
istruzioni chiare ed amichevoli, che grazie al suo aiuto8
accadranno molteplici cose strane; cose che probabilmente
non avrebbe mai pensato potessero accadere nella vita di
tutti i giorni.
Tutti gli assistenti vengono presi dal pubblico e vien chiesto
loro di dare una mano perché si possano condurre gli
esperimenti telepatici del programma. La selezione va
effettuata con cura tuttavia, evitando ove possibile gli
ubriachi, i ‘primi della classe’ e gli inesorabili scettici. Ciò si

7 NdC - Per ‘forza’ penso che Meyer si riferisca all’utilizzo di modi piuttosto duri. Ognuno dei
volontari va trattato con grande cortesia (come dovrebbe essere per qualsiasi esperimento mentale in
cui si coinvolgono uno o più spettatori), un bel sorriso stampato in faccia e un clima di complicità.
8 NdC - Ciò è di assoluta importanza! Specificate fin da subito a tutti i partecipanti che il loro aiuto
è di grande importanza. Questo è possibile grazie soprattutto ad un testo assolutamente chiaro.

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Telepatia In Azione

impara con l’esperienza, la diplomazia e attraverso i test


preliminari degli individui scelti, analizzando le loro
reazioni. In molti si offrono volontari per essere
antagonisti, per mettersi in mostra, per fare i musoni o gli
altezzosi o per cercare di sbandierare quel che ritengono
essere solo un trucco.
Il dimostratore non dovrà esitare a sbarazzarsi velocemente
di tali persone che potrebbero, con tali tattiche, rallentare o
impedire il corretto svolgimento del numero. Ciò può esser
fatto con il giusto tatto, spiegando semplicemente che non
tutte le persone sono mentalmente ricettive in egual misura
e che preferite lavorare con reazioni mentali sopra alla
media. Questo tipo di spiegazione spingerà inoltre il resto
degli aiutanti a fare il loro meglio per esser cooperativi9.
Dal momento che sicuramente dovrete liberarvi di alcune
persone, è meglio iniziare con un maggior numero di
assistenti di quelli che vorrete usare.

E
9 NdC - Altra importante sottigliezza. Le persone del gruppo più empatiche e collaborative
cercheranno davvero di fare/farvi fare bella figura. Se dite qualcosa come ‘purtroppo tali esperimenti
non funzionano con ogni tipo di mente ... vi sono menti più sensibili e ricettive, altre un po’ più chiuse e
resilienti ... con questo test iniziale andremo a fare una prima importante selezione tra questi nostri
amici’ vedrete che una gran parte delle persone coinvolte faranno di tutto per apparire speciali
(‘sensibili e ricettive’) agli occhi di tutto il pubblico, cercando di essere collaborative al massimo.

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Orville Meyer

Capitolo 3
La Chiave

Eccoci all’astuta e quasi incredibile ‘chiave’ che sta


alla base del numero. Il principio dietro a questa ‘chiave’ va
stabilito velocemente ed immediatamente, senza però che
appaia evidente al resto del pubblico o troppo ovvio per gli
assistenti.
La mente ed i pensieri del dimostratore e dei suoi assistenti
devono esser posti in completa armonia10. All’inizio questa
armonia ed intesa devono esser stabilite con la suggestione
vocale.
Potrebbe volerci un po’ di allenamento all’inizio. Studiate
sempre i volti delle persone che vengono sul palco o sulla
pedana. Grazie all’esperienza nel portare in scena il numero
e alla familiarità con alcuni principi psicologici, potrete
individuare quelli più adatti ad esser velocemente ricettivi
alla suggestione vocale.
Una volta che il feeling tra le menti è stato stabilito, il
dimostratore dovrà scegliere quali esperimenti proporre
visto che sono così numerosi e diversi tra loro che sarebbe
impossibile poterli descrivere tutti; l’immaginazione del
dimostratore sarà il suo unico limite.

10NdC - Ciò che Meyer chiama armonia, può essere tranquillamente definito pure con ‘complicità’;
con l’esperienza capirete come creare tale complicità con ognuno dei vostri aiutanti. Abbiamo già
visto come sia importante far presente che l’aiuto dei volontari è determinante. Specifichiamolo
sempre nel nostro testo.

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Telepatia In Azione

Gli esperimenti inoltre si baseranno in gran parte


sull’intelligenza delle persone coinvolte ed in base al tipo di
situazione in cui si mette in scena il numero.
Ora che lo spettacolo è pronto per iniziare, descriverò gli
esperimenti veri e propri, in modo da poter descrivere al
meglio i metodi impiegati per stabilire l’armonia tra le
menti e per condurre l’allievo11 (chiameremo l’assistente in
questo modo) nell’assistere volontariamente nella
realizzazione dello spettacolo.
Ora, nel mettere in scena questo programma per dimostrare
gli incredibili principi della suggestione mentale, poniamo
il caso di aver riunito un gruppo di venti allievi. Mi preparo
per un test diverso con ogni allievo. Ma prima mi rivolgo
all’intero gruppo velocemente e discretamente, con un tono
di voce abbastanza forte da poter esser sentito da loro, ma
non così potente perché il resto del pubblico capisca con
esattezza quanto detto12.
Non importa se qualcuno degli spettatori più vicini sente,
ma le parole sono rivolte al solo gruppo di volontari:

11NdC - L’approccio quasi ‘accademico’ di Meyer lo porta a chiamare ‘allievi’ gli spettatori
coinvolti nel numero. Personalmente non utilizzo tale approccio, in quanto voglio che il tutto resti
sempre e comunque intrattenimento. A voi la scelta.
12NdC - Il mio consiglio è quello di utilizzare un microfono a gelato per l’esecuzione di TIA. Nel
caso in cui abbiate un microfono ad archetto, potreste spegnere per un istante il microfono, mentre
dite ciò che dovete agli assistenti sul palco. Come dice Meyer, se qualcuno delle prime file dovesse
sentire comunque quanto dite, non è un grosso problema.

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Orville Meyer

“Apprezzo il fatto che siate qui per aiutarmi, signori e


vorrei chiedervi una domanda seria e sincera ... farete come
vi dico?13’”
Ripetete se necessario in modo che annuiscano, dando il
proprio consenso. L’allievo che a tale domanda risponderà
affermativamente, segue la suggestione che a breve
tramuterà in azioni volontarie. Continuo, usando la prima
persona, per maggiore chiarezza.

“Allora, ti chiedo di venire un po’ più in là con me ... cerca


di fare quello che pensi io voglio che tu faccia. Scopri quanto
più velocemente possibile ciò a cui stai pensando. È proprio
ciò che devi fare. Quindi fallo! Vogliamo che sia un bello
show e vogliamo divertirci! Potresti non fare sempre la cosa
giusta ogni volta ma FAI QUALCOSA! Metti in atto la
suggestione che pensi io stia cercando di trasmetterti”14.

Cominciate a capire come funziona? I primi due test


renderanno ancora tutto più chiaro. Questo breve discorso
13NdC - Domanda rivolta a tutti, di fondamentale importanza. Quando pongo tale domanda
sorrido ed annuisco con la testa, guardando TUTTI i miei aiutanti un paio di volte.
14 NdC - In questo testo vi è tutto il vero segreto di TIA. Io faccio in questo modo. Prendo uno
degli spettatori (quello che mi sembra più collaborativo) e lo porto con me a circa un metro dal
resto dei volontari (disposti in fila). Mentre lo ‘dispongo’ in posizione con entrambe le mani (una
delle quali tiene anche il microfono a gelato, abbastanza lontano dalla mia bocca in modo che solo
lo spettatore senta chiaramente ciò che dico) gli dico qualcosa di molto simile al testo di Meyer.
Sottolineo infatti di ‘cercare di fare ciò che io voglio tu faccia’ e che è importante che l’aiutante
‘faccia qualcosa’ (non esiste giusto o sbagliato). Spesso dico (mentre prendo le braccia della persona
e lo invito a metterle lungo i fianchi, ben rilassato) ‘Rilassati e cerca di avvertire le suggestioni che
tra poco ti manderò. Immagina ... immagina con tutte le tue forze ciò che pensi io ti stia inviando
mentalmente ... quindi fallo ... dai che ci divertiamo tutti assieme!’. Spesso sorrido e faccio
l’occhiolino alla persona per cementare ulteriormente la nostra complicità.

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Telepatia In Azione

di meno di un minuto pone i vostri allievi in uno stato di


aspettativa, rendendoli vogliosi di potervi aiutare. Ora
rivolgetevi al pubblico e, parlando sia ad esso che agli
allievi, dite:

“Per prima cosa lancerò i miei pensieri ad una distanza di


pochi metri, proprio qui, tra coloro che si sono offerti di
aiutarmi. Dopo, se avrò successo, dimostrerò che questi
pensieri possono esser trasmessi e messi in atto a dieci,
trenta e pure a cinquanta metri di distanza. Ecco, proprio
come tutti siamo diversi per l’aspetto o la forza fisica, ci
distinguiamo anche per i nostri processi mentali. Alcuni
riescono ad afferrare immediatamente le idee ... altri hanno
bisogno di un po’ più di tempo. Ciò non sta a significare
assolutamente che una persona sia più intelligente di
un’altra. Vuol solo dire che i nostri processi di pensiero sono
un po’ diversi15”.

Capite cosa stiamo facendo? Con tale approccio abbiamo


condizionato fin da subito il pubblico circa la possibilità che
vi sia un certo numero di fallimenti. Tuttavia, una volta che
il numero è partito, anche quel paio di allievi un po’ lenti
all’inizio si allineeranno al 100%.

15NdC - Anche queste precisazioni sono molto importanti per la riuscita degli esperimenti ed in un
certo modo giustificano l’eventuale mancata risposta da parte di qualcuno dei volontari. Allo stesso
tempo continuano a ‘sollecitare’ gli spettatori sul palco a rispondere velocemente.

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Orville Meyer

Capitolo 4
IL NUMERO continua

Ora mi rivolgo al primo allievo e gli chiedo di


mettere il palmo della sua mano, piatto, sul dorso della mia,
quindi gli chiedo di alzare la sua mano dalla mia. Egli lo fa.
Gli dico a voce bassa “Si è staccata con facilità, vero? Non
si è attaccata?”. Ed a voce un po’ più alta: “Farai come ti
dico?”. Egli annuisce. Quindi, con voce più bassa: “Agisci
come pensi io voglio tu faccia”. Se non è troppo
preoccupato di mantenere la propria immagine o non è
troppo imbarazzato, di sicuro accetterà e, di conseguenza,
abbiamo rotto un’ulteriore barriera tra la mia mente e la
sua. “Di nuovo, metti la tua mano sul dorso della mia. Ora
(detto a voce bassa) pensa a cosa voglio tu faccia, (a voce piu
alta) PROVA a togliere la tua mano dalla mia. Prova!”.
Scopre quindi di non poterlo fare (non lo farà) fino a che
non gli dico “bene, è di nuovo libera”.
Di nuovo, avete visto? Senza dirgli direttamente di tenerla
attaccata, avete innestato l’idea. Non è semplice e
meraviglioso? Potreste trovare delle parole migliori, un

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Telepatia In Azione

approccio migliore ... per questo principio di base. In tal


caso, usatelo16.
Quando questo primo esperimento col primo allievo ha
successo, il resto diventa un gioco da ragazzi17 . Nel corso
delle prime poche performance, prima che si acquisti
completa esperienza e sicurezza, alcuni performer
potrebbero voler isolare il primo allievo dagli altri di
qualche decina di centimetri, schiacciandogli l’occhio; ciò
lo aiuta a capire cosa deve fare. A parer mio però questa è
una sorta di ‘imbroglio’ che non raccomando e neppure
ritengo necessario tranne che, come ho detto, non si voglia
acquistare maggior sicurezza.
Con la persona successiva faccio un altro test che potrebbe
riguardare il colore di un suo capo di abbigliamento, come
ad esempio la cravatta. Posso dire qualcosa tipo: “Quella
che indossi è una cravatta davvero bella. Di che colore si
tratta?”. Al che risponde: “Marrone”. Ora mi preparo a

16 NdC - Meyer consiglia di trovare il vostro testo e non posso che essere d’accordo. Tuttavia vi
invito a fare attenzione a come egli gestisce i vari toni di voce in base a cosa si vuole che senta anche
il resto del pubblico o meno. Nell’esempio sopra riportato vi sono due punti in cui il performer
abbassa il tono di voce per parlare con il solo volontario. Il primo quando si dice “Si è staccata con
facilità, vero? Non si è attaccata?”. Questo momento è molto importante, soprattutto quando si dice
“Non si è attaccata?”. Proprio in questo frangente state dando un comando suggestivo nascosto allo
spettatore ... gli state indirettamente chiedendo di immaginare che, nel corso del prossimo
tentativo, lasci che la sua mano si attacchi al palmo della vostra. Il tutto sarà ancora più chiaro
quando direte “Ora (detto a voce bassa) pensa a cosa voglio tu faccia, (a voce piu alta) PROVA a
togliere la tua mano dalla mia”; il “pensa a cosa voglio tu faccia” va detto con una certa enfasi,
guardando lo spettatore intensamente negli occhi, magari accennando ad un sorriso.
17NdC - Anche se la guardia non va mai abbassata per tutto il corso del numero, vi renderete conto
che la cosa più complessa è dare inizio al tutto. Vedrete che gli esperimenti a seguire saranno
progressivamente più ‘semplici’, quasi come se si innescasse una sorta di suggestione collettiva.
Provare per credere!

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Orville Meyer

fargli cambiare idea in modo che dica ciò che voglio che
dica. Posso continuare con ulteriori domande preliminari,
come sopra, in modo da cementare una certa confidenza
quindi, per finire, dirgli lentamente e in modo rilevante:
“Ok, ora di che colore è la tua cravatta?”18. Ed ecco che la
risposta è “Rossa” (o un qualsiasi altro colore che non sia
marrone). Naturalmente tali risposte saranno solitamente
accompagnate da un sorrisetto19. Questo va bene visto che
sorrisi, sorrisetti e risate non stanno a rivelare nulla; essi
dimostrano soltanto che non si sta usando nulla di simile
all’ipnosi. E lasciate che vi dica che, nonostante molti degli
esperimenti a seguire possono ricordare da vicino quelli
impiegati in uno spettacolo di ipnosi, non dovrete mai
imitare l’attitudine di un ipnotista e neppure utilizzare
nessuno dei suoi tradizionali gesti o manierismi20. Piuttosto
parlerete ripetutamente di ‘lanciare delle suggestioni
mentali’, complimentandovi21 di continuo con i vostri

18NdC - È molto importante, dopo le domande preliminari, porre particolare enfasi sulla parola
ORA, quando si chiede “Ed ora di che colore è la tua cravatta?”. Quella semplice parola (“ora”) fa
capire al soggetto che adesso deve rispondere un colore differente!
19NdC - confermo, spesso i volontari fanno un sorrisetto ma ciò non ha nessun effetto negativo agli
occhi del pubblico.
20NdC - Meyer insiste più volte sul fatto di non far nessun tipo di riferimento all’ipnosi nonostante
molti degli stunt ricordino da vicino gli spettacoli di ipnosi da scena. Mi trovo d’accordo con il suo
pensiero e tornerò a parlare di tale argomento e delle relative motivazioni nel mio saggio in
appendice.
21 NdC - Di fondamentale importanza è complimentarsi di continuo con i volontari che si
impegnano, dando vita al vero e proprio spettacolo. Queste lusinghe spingeranno tutti gli spettatori
in scena a fare del loro meglio!

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Telepatia In Azione

allievi per il modo in cui riescono a percepire i pensieri che


lanciate loro.
Un altro punto: ricordate che il pubblico non conosce e non
può sapere quale sia la risposta ‘corretta’. Ad esempio,
supponete (nell’esperimento discusso più avanti) di
trasmettere il pensiero che una moneta da 2 euro sia
bollente. State guardando con aspettativa l’allievo ed egli
risponde che non si tratta di una moneta da 2 euro ma di
una da cinquanta centesimi. Fantastico! Enfatizzate la cosa
proprio come se fosse ciò che vi aspettavate di sentirvi dire.
Capite quindi che è praticamente impossibile che qualcosa
vada per il verso sbagliato!
All’allievo seguente della fila vien chiesto di contare le
proprie dita. Procedo quindi con un testo simile a quello
sopra con il risultato che, quando gli verrà chiesto “contale
ora”, l’allievo sbaglierà completamente la conta (o non
vedrà nessun dito). E così via per tutta la prima parte del
programma. Potrete tranquillamente inventare ulteriori
test in linea con questi.
Ciò mostra i primi modi di utilizzare il principio.
Non c’è bisogno di protrarre la cosa visto che si tratta
dell’ABC della scienza che ci accingiamo ad investigare.
Ora spiegate al pubblico che questo primo principio era
soltanto VOCALE ... la presentazione di tale scienza
mentale all’allievo, così come è. Dunque, se l’allievo dice
che riesce ad alzare la sua mano dalla mia, come nella
prima dimostrazione, ditegli (mentalmente) che non può
farlo; se dice che la propria cravatta è marrone, suggeritegli
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Orville Meyer

che è di colore diverso; se dice di aver di fronte un solo dito,


mentalmente ditegli che ce ne sono di più; se afferma che
sono tre, “ditegli” che sono dieci; se insiste nell’affermare
di poter saltare dal pavimento, suggeritegli di non potere.
Tutto il segreto22 sta nel trasmettere loro che devono fare il
contrario di ciò che normalmente farebbero e, nel caso
siano soggetti alle suggestioni e disposti a collaborare,
faranno esattamente ciò che mentalmente vi aspettate che
facciano.
Questo è dunque il primo principio di tale scienza mentale.
Se gli allievi agiscono seguendo la suggestione trasmessa
loro e non secondo ciò che vorrebbero, se la suggestione
riesce a scavalcare la loro naturale inclinazione, essi hanno
sviluppato la giusta comprensione del primo principio e ciò
li porta direttamente al secondo.
Ora spiegate agli allievi ed al resto del pubblico che le fasi
successive di tale dimostrazione includono principi fisici ed
ottici così come vocali e mentali e che ora darete
dimostrazione di alcuni esperimenti di natura fisica.
Ed ecco che il secondo tipo di test può avere inizio. Chiedo
ad un signore di mettersi in piedi davanti ad una sedia,
quindi gli do la suggestione che ci possa esser qualcosa di
strano a proposito della sedia. Ad esempio, posso dire
“Controlla e senti se c’è qualcosa che può far male quando

22 NdC - Meyer dice di provare a ‘trasferire mentalmente’ le idee al volontario; penso che,
nonostante possa sembrare perlomeno bizzarro, sia importante provare a trasmettere davvero
telepaticamente le informazioni. Ciò permette di raggiungere un grado di credibilità tale che, unito
al testo che usate (di grande importanza), si riesca davvero a condizionare/suggestionare i volontari
a rispondere ai vostri comandi.

!23
Telepatia In Azione

ti siedi”. Egli controlla e dice “No, è tutto a posto”. Quindi


dico “Bene, mi hai detto che è tutto OK. Ora PROVA a
sederti su quella sedia”. Quando egli, seguendo le mie
direttive, si siede, grazie alla propria intelligenza deduce
che ci dev’essere qualcosa di strano in quella sedia.
Potrebbe saltare dalla sedia o non riuscire più ad alzarsi da
essa.
Il test successivo è semplicemente una trasmissione mentale
del pensiero. Chiedo a quanti più allievi di sedersi sulle
sedie a disposizione. Ora mi allontano di qualche metro
(richiamando l’attenzione del pubblico sul fatto che state
aumentando la distanza da cui trasmettere i vostri pensieri)
quindi chiedo loro se pensano di potersi alzare. Essi
risponderanno affermativamente. Poi, mentalmente, senza
dir loro se possono o meno, trasmetto il pensiero di non
potersi alzare. Potrei sorridere intenzionalmente,
ammiccare al pubblico e dire “Pensate davvero di potere?
Bene ... provate ... provate ad alzarvi!”. Raramente accade
che non ricevano la mia suggestione mentale.
A questo punto siete nel pieno del numero. Nel caso ci
dovessero essere una o due persone che, per motivi
personali, non rispondono correttamente, è tempo di dir
loro “Mi spiace signore (o signori) ma sembra che non
riesca a ricevere i pensieri trasmessi abbastanza
velocemente. Può tornare al suo posto e grazie mille per la
sua partecipazione”. La maggior parte delle volte queste
persone realizzano di ‘sembrare stupide’ agli occhi del

!24
Orville Meyer

pubblico non reagendo quindi si adegueranno agli altri23.


Per coloro del gruppo di volenterosi assistenti che
seguiranno questa routine è ora il momento buono per
complimentarsi per il loro ottimo lavoro, dicendo che
stanno andando alla grande, lodandoli per il loro sforzo nel
cercare di capirvi mentalmente, rassicurandoli circa
qualsiasi eventuale paura che possiate usare qualche strana
forza mentale su di essi ed enfatizzando che stanno facendo
solo ciò che si sentono di fare. Se le suggestioni non sono
state sufficientemente forti, potrebbe essere necessario
tentare qualche altro semplice esperimento. Ma se stanno
collaborando bene, ognuno è ben ‘inserito’ e sembra fare
sempre meglio, possono essere usate tutte e cinque le fasi:
mentale, ottica, fisica, gustativa e vocale.

r
23NdC - Ed aggiungerei che i volontari che restano in scena, solitamente, si guarderanno bene dal
non seguire le vostre direttive e suggestioni, con il rischio di sembrare ‘stupidi’. Sono molto sottili le
molteplici dinamiche psicologiche che entrano in gioco nel corso del numero; difficili da fissare su
carta ma (vi garantisco) appariranno sempre più chiare esibizione dopo esibizione.

!25
Telepatia In Azione

Capitolo 5
Test Avanzati

Guardate con attenzione il volto degli uomini e delle


donne del vostro gruppo in quanto dovrete scegliere quelli
che ritenete siano i migliori per l’esecuzione degli
esperimenti che state per fare24.
Nel primo esperimento, chiedete un fiammifero a qualcuno.
Chiedete all’allievo scelto di allontanarsi da voi di circa
cinque metri25. Fategli tenere il fiammifero davanti al viso
in modo che il pubblico possa vederlo.
Ditegli: “Ti ho per caso suggerito cosa fare con quel
fiammifero?”. Naturalmente risponderà “no”. Quindi,
rivolgendovi al pubblico, dite con nonchalanche: “Un
bambino qualsiasi può sostenere anche migliaia di
fiammiferi. Il peso di un fiammifero è praticamente nullo”.
Giratevi quindi verso l’allievo e chiedete: “Quel fiammifero
non è pesante vero?”. Mentre gli fate la domanda,
lanciategli la suggestione che SIA pesante. Se vi è
sufficiente armonia tra la vostra mente e la sua, in modo da
trasmettergli cosa volete che faccia, egli farà esattamente

24 NdC - Ovviamente andrebbero scelte le persone che meglio hanno risposto ai test preliminari.
25 NdC - Personalmente non ho mai chiesto ai volontari di allontanarsi di qualche metro.
Probabilmente Meyer ha deciso di adottare questa ‘pantomima’ per allontanare dal pubblico l’idea
che possa bisbigliare qualcosa al volontario. Dal mio punto di vista, è sufficiente stare a poca
distanza, mostrando chiaramente che non state dando nessun tipo di istruzione segreta al vostro
aiutante.

!26
Orville Meyer

l’opposto di quanto tutto il pubblico si aspetta che possa


fare, con il fiammifero che diventa incredibilmente pesante.
Se la persona non afferra l’idea, egli rimarrà semplicemente
in piedi con il fiammifero in mano. Se accetterà la
suggestione con successo, egli prenderà il fiammifero con
entrambe le mani, sforzandosi più possibile per poterlo
sostenere; le sue ginocchia inizieranno a piegarsi e finirà per
lasciar cadere il fiammifero per evitare che le sue mani
cadano al suolo.
Il primo esperimento con il fiammifero convince il resto
della ‘classe’ che sta avvenendo qualcosa di estremamente
interessante nel corso di questa lezione e aumenterà la loro
disposizione nei vostri confronti, facendo crescere la vostra
autorità di insegnante ai loro occhi.
L’esperimento successivo potrebbe essere svolto con un
penny26. Chiedete in prestito un penny a qualcuno del
pubblico. Usando la stessa tecnica del fiammifero,
consegnate il penny ad un signore della classe,
chiedendogli di allontanarsi di qualche metro e tenere la
moneta sul palmo aperto della mano. Quindi chiedetegli di
guardare il penny, concentrandosi su di esso. Mentre egli
guarda la moneta, lanciategli la suggestione mentale che il
penny è scomparso. Chiedetegli “Riesci a vedere la
moneta?”. Risponde di si. Quindi chiedetegli “ED ORA,
riesci a vedere la moneta?”, usando il medesimo tono di
voce e dandogli una trentina di secondi perché si concentri

26 NdC - O una qualsiasi altra piccola moneta!

!27
Telepatia In Azione

ulteriormente. Se l’esperimento ha successo, egli avrà


afferrato la suggestione e risponderà “Non lo vedo più. È
sparito”. Quindi chiedetegli di guardare di nuovo dopo aver
liberato la sua mente dal comportamento indotto che lo
convince a non vedere la moneta. Ad esempio, dite qualcosa
come “Eccolo lì”27. Il commento riporterà la moneta alla
sua vista ed egli dirà, sorridendo “Si, eccolo qui”.
Ora potreste dirgli “Ora prova a vedere se con l’altra mano
riesci a trovare il penny”. Dovrete fornirgli un pensiero
sotterraneo, una suggestione dalla vostra mente alla sua in
modo che faccia ciò cercate di comunicargli mentalmente28.
Ripetete “Riesci a trovare il penny?”. Armeggerà con una
mano cercando insistentemente il penny scomparso fino a
che non gli direte che è di nuovo in grado di trovarlo.
Quindi chiedetegli “Il penny ti fa male29 alla mano?”.
Risponde “No”. Quindi chiedete “Vedi se riesci a tenere il
penny in mano dopo che ho contato fino a tre” e nel
contempo inviategli la suggestione che non può farlo. Di

27NdC - A volte, per sottolineare ulteriormente la cosa, schiocco le dita come a rimuovere la
suggestione dalla mente del volontario.
28 NdC - Ciò, come abbiamo gia visto, è possibile grazie al testo utilizzato. La ‘formula’ rimane
sempre la stessa: una prima domanda (“riesci a vedere la moneta?”) ed una seconda domanda (“ed
ORA riesci a vedere la moneta?”). Con la giusta autorità non è escluso che alcuni dei volontari
subiscano davvero la suggestione, ma anche nel caso in cui il volontario decida semplicemente di
‘giocare con voi’, divenendo un istant stooge (complice istantaneo), il risultato agli occhi del
pubblico non cambia di una virgola.
29NdC - Personalmente non amo assolutamente fare dei test in cui si accenna a dolore fisico o cose
del genere. Il massimo a cui mi spingo è suggestionare che la moneta diventi calda o fredda tanto da
non poter esser tenuta nella mano.

!28
Orville Meyer

nuovo, se l’esperimento ha successo, egli lancerà via dalla


mano il penny come se fosse un pezzo di carbone ardente.
Tutte ste cose funzionano con le menti degli allievi senza
che se ne rendano conto a livello conscio. Essi iniziano ad
avvertire il desiderio di fare le cose e reagire più
velocemente possibile e tale desiderio cresce sempre di più
per tutto il tempo che sono sul palco. State veramente
guidando la loro mente come un maestro fa con un bambino
durante l’insegnamento.
Un altro esperimento che solletica il pubblico è questo:
chiedete ad uno degli allievi di tenere un penny di fronte al
viso e guardarlo. Quindi ditegli di metterlo in una qualsiasi
delle sue tasche. Ora chiedetegli “Dove hai messo il
penny?”. Egli sorridendo dirà “Nella mia tasca”. Il
pubblico già immagina cosa sta per succedere. Hanno già
capito di aspettarsi qualcosa di inusuale, che sanno esser
qualcosa di divertente in senso positivo. Continuate,
dicendo all’allievo “Facci vedere che trovi la moneta se sei
così sicuro del posto in cui l’hai messa”. L’espressione che si
disegna sul volto del l’allievo mentre cerca invano la
moneta ripaga il pubblico del loro interesse e conferma
l’allegria nell’assistere agli esperimenti attraverso fragorose
risate.
L’allievo sta ora lavorando con voi e tali risate gli sono di
incoraggiamento, di certo non come se fossero di scherno
nei suoi confronti a causa della sua inettitudine.
Avete lanciato delle suggestioni all’allievo, sia a livello
mentale che orale; le sta ricevendo sempre più velocemente,
!29
Telepatia In Azione

la sua mente è sempre più all’erta e lavora più rapidamente,


facendo sì che gli esperimenti abbiano sempre più successo
con l’andare del tempo.
Ed eccoci alla parte finale dell’esperimento che è molto
divertente. Dite al pubblico che, dopo aver contato fino a
tre, metterete una piccola fiamma o una fonte di calore sul
penny e che quindi l’allievo lo troverà in un batter d’occhio.
Il pubblico assisterà con suspense ma divertito.
Contate fino a tre e, se tutto procederà come previsto,
l’allievo lancerà fuori tutto dalla tasca cercando quel
penny!
Queste sono le prime tre applicazioni del principio. Vi ho
fornito il metodo per influenzare gli allievi mentalmente,
verbalmente e fisicamente, scendendo nel dettaglio per
spiegare le profondità della lezione e come fare in modo che
essi trovino le soluzioni con la propria mente, senza che
venga loro detto cosa fare.
La quarta applicazione prevede il gusto. Gomme da
masticare, caramelle e sigarette30 vengono prese in prestito
dal pubblico. Ogni membro della ‘classe’ prende uno degli
oggetti e lo mette in bocca. Mi allontano di qualche metro
dal gruppo. Alla mia domanda “Le cose che avete messo in
bocca hanno un sapore regolare?” essi risponderanno
affermativamente. Questo esperimento viene eseguito con lo
scopo di cambiare il sapore nelle varie bocche, inducendo

30 NdC - Attenzione a cosa chiedete di mettere in bocca ai vostri spettatori ... avversione al fumo di
sigaretta, intolleranze alimentari di varia natura, diete prive di zuccheri ecc. possono
compromettere tutto ciò che avete costruito fino ad ora!

!30
Orville Meyer

una reazione negativa. Indico tale reazione negativa


dicendo “Si, ora il sapore vi sembra naturale, ma ...”. Non
appena dico ciò, ecco arrivare immediatamente la
suggestione che il sapore sia amaro o acido e che non
possano tenere in bocca qualunque oggetto essi abbiano.
Lasciate che ancora una volta vi dica che, se la suggestione
è stata ricevuta con sufficiente forza, essi faranno
esattamente il contrario di ciò che farebbero in condizioni
normali. Invece di tenere qualsiasi oggetto essi abbiano
nella bocca, lo sputeranno o lo estrarranno con
un’espressione di disgusto.
Mentre tolgono gli oggetti dalla bocca essi appaiono
particolarmente perplessi e buffi l’uno con l’altro e per il
pubblico, dimostrando che la suggestione controlla
completamente tutti i processi fisici coinvolti.
Alcuni annuseranno gli oggetti, altri li getteranno a terra,
altri ancora prenderanno un fazzoletto per pulirsi la bocca.
Vi sono un sacco di reazioni divertenti.
Successivamente gli allievi vengono fatti sedere. Mi
allontano da loro, scendendo dal palco e portandomi tra il
pubblico31. Girandomi, chiedo alla ‘classe’ come stanno,
seduti sulle proprie sedie sul palco. Essi annuiscono dicendo
che stanno bene. Ripeto la cosa al pubblico, quindi dico
“Guardateli”. Ciò mette la ‘classe’ in allerta. La loro
inclinazione ed impulso di fare il contrario di ciò che
farebbero se si trovassero in condizioni normali (grazie a
31NdC - Ho personalmente notato che scendere dal palco, lasciando i volontari da soli in scena,
può essere molto efficace.

!31
Telepatia In Azione

questo timore di qualcosa di sbagliato) li obbliga a saltare


dalle sedie. Di tanto in tanto qualcuno siede tranquillo,
guardandomi. Ma il 99% afferra la cosa. A questo punto la
‘classe’ è tutta in accordo con me, avendo capito che non
voglio assolutamente abusare di loro, sminuendo la loro
intelligenza o facendoli sentire o apparire stupidi agli occhi
del pubblico; ed essi si stanno calando nello spirito
dell’intrattenimento, con le proprie menti lentamente
educate ed indirizzate ad ottenere ciò che non avrebbero
mai pensato di poter fare. Ciò ha dato loro
l’incoraggiamento che porterà il numero ad un grande
finale. Tutti stanno lavorando assieme32.
Eccoci all’esperimento successivo, basato sul medesimo
principio.
Tutta la ‘classe’ è in piedi, ognuno davanti alla rispettiva
sedia, a qualche metro di distanza da me.
Chiedo loro “Sentite caldo?”. Senza aspettare una risposta,
chiedo quindi “Non avete freddo vero?”. Essi rispondono
di no. Si sentono esattamente come il momento prima che
parlassi, per un istante, quindi lancio il pensiero ed ognuno
sentirà immediatamente caldo o freddo in base alla propria
regola circa la suggestione inviata. Ogni mente reagisce in
modo diverso. Se la sensazione è di caldo, la persona si
toglierà la giacca, la cravatta e si allargherà il collo della

32 NdC - Ad ogni test concluso con successo, chiedete sempre un grande applauso per le persone che
vi stanno dando una mano in scena. Il più delle volte i volontari, anche se non suggestionati affatto,
non riveleranno mai al resto del pubblico cosa sia veramente successo. Ciò farà in modo che
l’illusione continui ben oltre la fine dello spettacolo.

!32
Orville Meyer

camicia. Se sarà freddo, si rannicchierà al proprio vicino, si


abbottonerà la giacca e si alzerà il colletto. Tutto il gruppo
ha ricevuto la suggestione ed ogni individuo agisce in base
alla propria interpretazione. E a volte ognuno potrebbe
reagire diversamente alla stessa suggestione; tutto dipende
dall’attitudine della mente in quel preciso contesto
psicologico.
La quinta applicazione del principio, di questa serie, è
quella della voce che apparirà chiara grazie alla descrizione
a seguire.
Chiedo alla prima persona a cui mi rivolgo “Qual’è stato il
tuo livello scolastico raggiunto?. Egli potrebbe rispondere
“Due anni di università”. Continuo “Dì a tutto il pubblico
ciò che mi hai appena detto”. Naturalmente tutto il
pubblico lo ha appena sentito dire di aver fatto due anni di
università. Mentre parlo con esso la seconda volta, mi
sforzo mentalmente per mettergli in testa l’idea che lo porti
a dire di aver frequentato il secondo, terzo o quarto anno o
la scuola materna, o qualunque cosa sia. Molto raramente
egli non fornisce la risposta suggerita. Il resto della ‘classe’
viene interrogata allo stesso modo ma proposito di cose
diverse e, nonostante ognuno si sia divertito nel sentire il
precedente allievo che si contraddiceva, nessuno può fare a
meno di fare lo stesso una volta arrivato il proprio turno.
Lasciate che ripeta queste cinque applicazioni. Esse sono:
mentale, fisica, ottica, gustativa e vocale. Esse sono le
varianti dalle quali dipende il successo degli esperimenti.
Coloro tra voi che possano dimostrare o assistere a questi
!33
Telepatia In Azione

esperimenti possono valutare quanto importanti essi siano


nella costruzione delle facoltà mentali.

u
!34
Orville Meyer

Capitolo 6
Test ‘Sfacciati’

Dopo un paio di test di gruppo tipo ‘caldo e freddo’,


‘impossibile alzarsi’, ecc, utilizzo alcuni test veloci che ho
visto usare anche dal Professor Lyman; stunt che fanno
scoppiare dalle risate il pubblico.
A questo punto svaniscono le sottigliezze ed entra in gioco
il puro sangue freddo.
Con una breve pausa dopo la serie di test di gruppo sopra
descritti, il dimostratore può dire qualcosa come “Molto
bene signori ... ma guardate ... guardate quella meravigliosa
ragazza che sta salendo dall’altra parte del palco! Non è un
incanto? Guardatela ... fate un fischio ... proprio così!”.
Dopo che la ‘ragazza’ è salita e se ne è andata, ecco arrivare
una parata militare ... la musica ... la bandiera americana (la
salutate e lo faranno anche loro ... continuate descrivendo
qualche altro particolare tipico di una parata) ... ed ecco
arrivare l’uomo dei panini ... avete tutti fame ... mangiate di
gusto (ma non suggerite assolutamente che faranno
indigestione!).
Potete continuare a descrivere altre allucinazioni33 o altre
situazioni tipiche simili a quelle che userebbe un ipnotista

33NdC - Preferisco qualcosa di più ‘sobrio’ rispetto a belle ragazze o parate militari. Intendo
appunto mani incollate o cose del genere. Vi sono in commercio molteplici testi dedicati all’ipnosi
da scena (ad esempio lo splendido Encyclopedia Of Stage Hypnosis di Ormond McGill) che possono
darvi molte idee in fatto di stunt del genere.

!35
Telepatia In Azione

(vedere topi sul pavimento, amoreggiare con una scopa o


uno spazzolone, andare a cavallo [una sedia], piedi
incollati al pavimento, pollici attaccati al naso, non riuscire
a chiudere la bocca, ecc). Ricordate tuttavia che è
importante che vengano evitati i manierismi ed il tono di
voce tipici dell’ipnosi; lanciate semplicemente le
suggestioni oralmente in modo energico ma divertente.
È un numero bold ma la psicologia che ne sta alla base è
quella con cui il dimostratore ha saputo guidare i suoi
allievi tanto che queste istruzioni vocali appaiono così
naturali da passare inosservate. Le cose si succedono così
rapidamente che nessuno ha comunque la possibilità di
pensarci sopra specialmente quando, dicendo “molto
bene ... ognuno sta alla grande ora, ecc”, riportate gli
allievi ed il pubblico all’originale linea di pensiero, per poi
procedere con il gran finale successivamente descritto.
Sebbene descritti brevemente, i vari eventi trattati in questo
capitolo possono coprire dai cinque ai dieci minuti di tempo
e diverranno il culmine comico dell’intero programma.

t
!36
Orville Meyer

Capitolo 7
CLIMAX

La dimostrazione è giunta al termine con un


drammatico e spettacolare esperimento che dimostra in
modo definitivo il principio psicologico grazie al quale ogni
mente può essere sintonizzata con le altre.
Sono in piedi sul palco con gli allievi dietro di me, divisi in
due gruppi uguali, uno per lato; faccio qualche osservazione
sia per il pubblico che, naturalmente, per gli allievi.
Concludo, dicendo che il mio ultimo test con questo
meraviglioso gruppo di allievi si chiama “Prova a trovarmi”.
Dico chiaramente che quando dirò “via”, il gruppo inizierà
a camminare per tutto il palco, attorno a me, ma nessuno
sarà in grado di trovarmi o toccarmi. Cercheranno di
trovarmi, senza successo alcuno. Ho usato il solito doppio
significato nelle parole appena dette che trasmette agli
allievi l’idea da mettere in pratica.
Se ogni membro del gruppo coglie il significato di ciò che
ho appena detto, cogliendone il pensiero nascosto,
l’esperimento sarà un successo.
Chiedo poi agli allievi di stendere le mani di fronte ad essi,
come fanno i sonnambuli, quindi dico “Via!”. Dopo un
minuto di vani tentativi nel cercare di trovarmi (e di grasse
risate da parte del pubblico), dico loro di fermarsi e che ora
possono trovarmi se vogliono.

!37
Telepatia In Azione

La dimostrazione giunge al termine con i seguenti


commenti: “Tutto ciò che è avvenuto nel corso dello
spettacolo è stato il mio sincero tentativo di dimostrare i
poteri della mente. La mente è assolutamente resiliente;
quando perde la propria elasticità, il proprio brio, la
propria energia, divenendo tesa e priva di reazioni, può
derivarne ogni sorta di problemi. Quando essa risponde
velocemente, è segno di una mente attenta, una mente che
abbandona la depressione ed è in grado di raggiungere le
proprie ambizioni. Ciò mostra esattamente cosa potete fare
da soli, una volta imparato ad usare il principio che ho
utilizzato. Potete sconfiggere tutta la negatività, le
emozioni negative in grado di rendervi un catorcio mentale.
È proprio l’individuo che permette a sè stesso di
scoraggiarsi e deprimersi nei confronti delle delusioni della
vita, subendo tali sconfitte in misura piena. Sta a voi
diventare vitali, attutire le delusioni che potrete incontrare,
imparando a valutare quali siano le cose più importanti
della vita. Se metterete in pratica tali principi con
disciplina, sarà facile render la propria vita ben più
interessante e ricca di successo. Potete iniziare oggi stesso a
recuperare forza grazie alla volontà, visto che essa è il
fulcro predominante della vita. Ciò che questo sistema ha
fatto per altri, può riuscire anche con voi”.

!38
Orville Meyer

Capitolo 8
Riflessioni

Nel corso della descrizione del numero mi sono


trattenuto dall’introdurre osservazioni circa le reazioni del
pubblico. Di volta in volta lo show si fermerà a causa delle
risate e le urla del pubblico. E questo è ciò che un
intrattenitore cerca ed ama ... la palese evidenza che tutti si
stanno divertendo come pazzi.
Molte, molte volte ho sentito spettatori affermare “Ho riso
così tanto da stare male”.
E quindi il numero non può fare a meno di raggiungere
l’obbiettivo primario del mondo dell’intrattenimento:
portare gioia e felicità a tutti coloro che hanno assistito.
Ma, come detto in precedenza, questo numero e questo
libro hanno uno scopo ben più elevato della semplice
descrizione di uno spettacolo. L’obbiettivo è quello di
aiutare e dare beneficio a chi lo legge, lo studia e lo mette in
pratica così come aiutare e dare beneficio a coloro che
assistono allo spettacolo.
Ciò che è stato fatto in questi esperimenti, mettendosi in
contatto con la mente di un assistente, può essere
immediatamente eseguito da colui che abbia correttamente
allenato e disciplinato la propria mente. Nessuno della
classe ha fatto nulla che non volesse fare e tutti hanno

!39
Telepatia In Azione

voluto fare quel che io desideravo. Si è trattato di un


piccolo gioco di casualità; un gioco in cui l’assistente esegue
ciò che pensa io voglia, senza che io proferisca parola. Non
ho usato nessuna forza o costrizione, ma fino ad oggi tutti
quelli che mi hanno aiutato, hanno lasciato emergere i
propri desideri, per così dire, perché i miei desideri sono
penetrati nelle loro menti, avendo la meglio, grazie al loro
accordo con me.
Ciò dimostra esattamente cosa un individuo può fare da solo
quando ha appreso come usare i princìpi di cui mi sono
servito. Egli può eliminare tutte le emozioni negative che lo
riducono ad un catorcio mentale. Grazie a tali impulsi
positivi che nascono dal profondo, egli può diventare più
felice, un uomo migliore, ottenere successo inaspettato e
sentire di nuovo il gusto della vita.
Solamente colui che permette a sè stesso di scoraggiarsi e
abbattersi per le delusioni della vita le subisce a pieno. Sta a
noi diventare allegri, attutire tali delusioni ed imparare a
valutare quali siano le cose più importanti della vita. Se
disciplinate voi stessi, applicando i princìpi qui descritti,
sarà un gioco da ragazzi render la propria vita più
interessante e ricca di successo.
Se ci provate con impegno, POTETE iniziare fin da subito
a rafforzarvi grazie al vostro volere, visto che il volere (la
mente) è il fattore predominante della vita.
Ne ho avuto continuamente dimostrazione nel corso delle
carriere di molte famose persone di successo. Può portare
salute, gioia e soddisfazione. Quando conobbi il professor
!40
Orville Meyer

George Lyman era un uomo molto avanti con gli anni che
ancora si sentiva giovane nella mente e nello spirito. Ciò
che la psicologia ha fatto per lui, lo può sicuramente fare
per voi.

w
!41
Telepatia In Azione

Capitolo 9
Al Dimostratore

Se avete studiato a dovere i contenuti di questo libro e


possedete qualche conoscenza di come si sta in scena, con
un po’ di showmanship ... non esiste motivo per cui la vostra
prima esibizione non debba essere un successo.

La profondità e la grandezza di questo numero, tuttavia,


richiede un po’ di tempo perché venga sviluppata. Con ogni
performance il dimostratore acquisterà nuovi, efficaci gesti,
frasi, sfumature, tecniche e trucchi del mestiere. Ciò vale
per qualsiasi numero; dovrebbe crescere naturalmente con
l’esperienza. Il performer imparerà cosa evitare e quali
tecniche portano ad un numero più veloce ed interessante.

p !42
Orville Meyer

Capitolo 10
Test Aggiuntivi

C ome precedentemente spiegato, le tecniche


ipnotiche ed i relativi riferimenti devono assolutamente
essere evitati. Tuttavia molti degli stunt utilizzati dagli
ipnotisti possono essere adattati a questa presentazione.
A seguire alcune idee per eventuali aggiunte od alternative
ai test già descritti:

Non si riesce a strappare la carta

Non ci si riesce ad alzare dalla sedia

Non si ricorda il proprio nome

Non si trova la propria bocca con una sigaretta accesa

L’acqua fa ubriacare

Migliaia di banconote cadono dal cielo. Fatele afferrare al


gruppo che le mette in tasca. È molto divertente.

Non si riesce ad abbottonare il cappotto

!43
Telepatia In Azione

Gli allievi ridono l’uno dell’altro

Tali idee sono solo l’inizio. Con un po’ di fantasia, un


performer dovrebbe essere in grado di svilupparne a decine
di ugualmente divertenti, se non ancor di più.

N
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Orville Meyer

Capitolo 11
Conclusione

Questo libro contiene uno dei più insoliti ed incredibili


segreti che esistano. Solo pochi capiranno. E ancor di meno
li metteranno in pratica.
E così dovrebbe essere.

s
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Telepatia In Azione

Annuncio pubblicitario apparso su The Linking Ring


all’epoca della pubblicazione del libro

!46
Orville Meyer

[Traduzione dell’annuncio pubblicitario nella pagina a seguire]

IMMAGINA!
Un numero senza attrezzature ...
Nulla da trasportare ...
Nessun compare o assistente ...
Nessuna preparazione ...
Niente abilità particolari ...
Praticamente nulla da memorizzare ...

ED ANCORA ... Potete incantare il pubblico più numeroso ... farlo


scoppiare dalle risate ... far scuotere la testa dall’incredulità ... grazie ai
vostri incredibili esperimenti di telepatia. Otterrete più risate di un comico
nonostante si tratti di una presentazione semi-seria!
“Telepatia In Azione!” è diversa. Mai descritta prima. Nessuna abilità
magica o principio richiesto. Un solo vero requisito per il performer:
sicurezza, ottenuta con l’esperienza nell’esibirsi in pubblico; il numero
funziona meglio se presentato da una persona più matura.

Un numero completo; non consigliato come parte di un altro tipo di


spettacolo, tra cui l’illusionismo. Funziona comunque abbinato ad altri
numeri in caso di uno spettacolo più lungo. Dà inizio ad un nuovo campo
nell’ambito dell’intrattenimento!
“Telepatia In Azione!”, un libro stampato e dettagliato (non c’è bisogno
d’altro) ................................................................................................. $4.00

Disponibile dal vostro negozio di fiducia o direttamente da


ORVILLE MEYER

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Telepatia In Azione

— Addendum all’edizione italiana —


CONSIDERAZIONI SU
“TELEPATHY IN ACTION”
di Matteo Filippini

Ricordo il giorno preciso in cui trovai “Telepathy In


Action” di Orville Meyer, acquistandolo assieme a molti
altri pamphlet di magia e mentalismo, in un negozietto di
libri usati di Manhattan, molti anni fa. All’epoca non ero
ancora particolarmente interessato al mentalismo (ed
argomenti affini come ipnosi e suggestione) ma, nonostante
ciò, decisi comunque di leggere il libretto.
Più lo leggevo, più sorridevo fino a quando, una volta finita
la lettura, lo buttai da una parte in malo modo, facendo una
risata di disgusto e pensando qualcosa tipo “Che ca*****
pazzesca! Una cosa del genere non potrebbe mai
funzionare!”.
E “Telepathy In Action” (da ora in poi TIA) rimase
sepolto da qualche parte tra centinaia di libri magici, a
prender polvere. Voglio far notare che ero molto giovane e
che pure i pochi testi di mentalismo che già possedevo, non
mi attraevano in particolar modo (ricordo che anche dopo
aver letto il Corinda pensai “non farò mai sta roba!”).
Erano gli anni dell’immaturità magica più assoluta, fatta di
inutili gimmick (che da tempo hanno preso il posto di TIA
a prender polvere...) e altre quisquilie.

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Orville Meyer

Gli anni passano, si cresce e con noi, inevitabilmente, muta


pure la nostra sensibilità magica. Nonostante ami
moltissimo la prestigiazione anche oggi, da anni sono
passato totalmente al mentalismo; ho ripreso i ‘testi sacri’
per studiarli a dovere, ne ho acquistati e letti altre centinaia
e ho capito che ciò era quello che volevo fare: una forma di
magia che potesse coinvolgere diversamente il pubblico,
facendo leva su corde emozionali diverse. Quella che
Annemann definiva come magia ‘adulta’. Di sicuro, se fatto
bene, il mentalismo è ciò che, nella mente degli spettatori,
assomiglia di più alla vera magia.
Dal mio battesimo di fuoco nel mondo del mentalismo è
radicalmente cambiato il mio modo di fare magia (anche
per ciò che riguarda la prestigiazione) ma soprattutto è
cambiato il mio approccio nei confronti del pubblico, sia
esso una numerosa platea o un solo ‘spettatore’ durante una
seduta di mentalismo one on one. Ho iniziato a lavorare
molto sul modo di porsi al pubblico, sul modo di interagire
con esso, sul modo di saperlo/poterlo gestire al meglio, sul
modo di saper/poter veicolare le emozioni. Anche il mio
rinnovato interesse per materie come ipnosi e suggestione
hanno avuto una parte determinante per tutto ciò che
riguarda questa mia ‘evoluzione’.
Ed il caso volle che un paio di anni fa, impegnato a dare
una parvenza d’ordine alla mia biblioteca, ritrovassi proprio
il libretto di Meyer. L’ho quindi riletto immediatamente,
tutto d’un fiato e, con gli occhi sognanti rivolti in un punto
invisibile della stanza, ricordo di aver pensato “Wow, che
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Telepatia In Azione

roba pazzesca ... ci vogliono le palle per portare in scena


una cosa del genere. Chissà che non possa funzionare
davvero”.
L’unico modo per scoprirlo era ... provarci!
Studiai a dovere il testo, rielaborando gli script in base al
mio personaggio e al modo odierno di conversare (il testo di
Meyer va infatti letto consapevoli del fatto che spesso il
linguaggio è piuttosto ‘datato’). Misi nero su bianco una
scaletta del numero, inserendolo nei miei spettacoli di
mentalismo non appena vi fossero state le occasioni giuste
per poterlo provare. Torneremo a parlare di ciò tra poco.

La réclame pubblicitaria di TIA sosteneva che per


l’esecuzione del numero non vi fosse bisogno di nessuna
preparazione o nessuna abilità particolare.
In realtà, nelle prime pagine, Meyer specifica alcune delle
capacità necessarie per l’esecuzione: “studio, esercizio,
buona padronanza di linguaggio, una particolare
comprensione della natura umana e della psicologia,
showmanship, sangue freddo e la capacità di esibirsi di
fronte a molte persone con sicurezza e padronanza”. Nei
prossimi step analizzeremo alcuni di tali importanti fattori
alla base di TIA.

IL CONTESTO E LE PREMESSE
Per contesto non intendo solamente la location dove
mettere in scena il numero. Per ‘contesto e premesse’

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Orville Meyer

intendo piuttosto la ‘cornice’ della quale vestire tutto il


numero.
Come avete potuto notare leggendo il libro, Meyer insiste
più volte sul fatto di NON fare mai cenno all’ipnosi; molti
degli stunt che vengono eseguiti dagli/con gli spettatori
ricordano da vicino tanti numeri tipici degli spettacoli di
ipnosi. Mi sono più volte chiesto perché Orville Meyer
scoraggiasse il lettore dal nominare l’ipnosi e, a dire il vero,
mi sono dato più di una risposta. E sono sicuro che anche
voi, riflettendoci, ne troverete di ulteriori.
Una delle risposte potrebbe essere quella dal punto di vista
‘legale’ della cosa; non in tutti i luoghi al mondo è possibile
mettere in scena uno spettacolo di ipnosi, senza correre il
rischio di avere problemi di natura legale. Un’altra
potrebbe essere voler evitare di coinvolgere spettatori
troppo spaventati dall’idea di essere ipnotizzati (anche se vi
sono numerosi metodi per far fronte a questa evenienza ...)
o spettatori che possano in qualche modo sentirsi sfidati,
rischiando di rovinare lo spettacolo (anche a proposito di
questo vi sono metodologie ben precise da adottare, oltre al
fatto che pure Meyer dà dei suggerimenti a tal proposito).
Un’ulteriore motivazione potrebbe esser quella di voler
differenziare lo spettacolo da quello di un ipnotista.
Ritengo che la motivazione più importante e profonda (e
piuttosto difficile da definire nero su bianco) sia quella di
creare un preciso contesto, una particolare premessa su cui
poi costruire tutto il numero. Mi spiego meglio. Meyer
definisce la ‘cornice’ del suo numero sulla base dei ‘poteri
!51
Telepatia In Azione

della mente’ e sulla suggestione. Da qualche parte nella sua


introduzione al libro dice che, tra le cose necessarie per
proporre con successo TIA, vi sia la ‘buona conoscenza
della natura umana’. Ebbene, ecco dove già comincia la
prima vera suggestione ... nella premessa, nel contesto che
andremo a costruire per poter presentare l’act al nostro
pubblico.
L’ipnosi spaventa molti perché la maggior parte delle
persone NON sa nulla a proposito di essa o, ancora peggio,
pensa che il malvagio ipnotista possa ottenere il controllo
totale della mente di chiunque, inducendo le persone a
rivelare segreti, compiere rapine, spogliarsi in pubblico o
qualsiasi altra sciocchezza. Chi ha una conoscenza anche di
base della materia sa bene che tutto ciò è assolutamente
infondato, solo una suggestione derivante da film e libri che
però può pregiudicare uno spettacolo, sia totalmente
ipnotico che qualunque altro numero in cui venga usata
l’ipnosi come premessa. Senza contare che in Italia l’ipnosi
ha subito anche uno ‘sputtanamento’ mediatico grazie a
certi ipnotisti televisivi che, in certi casi, hanno mischiato i
propri numeri da ipnotista con autentiche macchiette,
alimentando il credo comune che si tratti solamente di un
mucchio di stupidaggini.
Quindi, visto e considerato tutto ciò, direi che l’idea di non
parlare di ipnosi, possa ritenersi un’idea più che valida.
E, tornando a ciò che dicevo prima, parlare di ‘potere della
mente’ (non solo del mentalista ma di chiunque!) è la prima
delle potenti suggestioni che può catturare l’attenzione del
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Orville Meyer

pubblico. Guardate il successo che ha ottenuto Francesco


Tesei con i suoi primi tour di Mind Juggler; Tesei parlava
(sul palco e giù da esso in varie interviste) di PNL e di come
e cosa essa permettesse di fare. ‘Giustificava’ parte dei suoi
prodigi mentali in quel modo, forniva quella suggestione
ancor prima di andare in scena. Così che molte persone
uscivano dal teatro convinte di poter arrivare a far ciò che
avevano visto fare a Tesei nella vita di tutti i giorni. Una
forte suggestione con un hook emozionale pazzesco sul
pubblico.
TIA può avvalersi dello stesso aggancio emozionale, nel
caso in cui la presentazione del performer verta sul fatto
che, grazie a facoltà inutilizzate della mente, chiunque può
raggiungere traguardi inaspettati. Molto, molto
affascinante.
Possiamo dire che il numero può funzionare anche grazie a
tale contesto/premessa: il mentalista/telepata/
quelchemegliocredete riesce nell’intento di creare delle
comunicazioni telepatiche tra lui e vari spettatori,
PROPRIO PERCHÉ sa come farlo, sa quali principi usare,
conosce profondamente la psicologia umana. E molti
spettatori finiranno per chiedersi “e se potessi usare anch’io
tali principi?”.
Personalmente non mi piaceva l’idea di Meyer di impostare
la cosa come se si trattasse di una lezione o una conferenza,
addirittura arrivando a chiamare ‘allievi’ gli spettatori
partecipanti. Sebbene ci sia un motivo ben preciso per tale
scelta (autorità del performer - leggete più avanti),
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Telepatia In Azione

preferisco mantenere il numero legato ad un momento di


intrattenimento piuttosto che conferirgli un taglio quasi
accademico.

CONOSCENZA ED AUTORITÀ
Come già detto, tra le varie cose che Meyer ritiene
necessarie per il performer, vi è “una particolare
comprensione della natura umana e della psicologia”. Qui
si torna a ciò che dicevo poco fa: la creazione di premesse
che fin da subito rendano terribilmente affascinante ciò che
si sta per fare.
Pensateci; sto raccontando al pubblico che sono un esperto
di psicologia e di natura/comportamento umano e che, in
veste di mentalista, so come portare alcuni volontari a
compiere delle cose incredibili! Ovviamente, come già
detto, buona parte del pubblico (se il nostro testo sarà
chiaro e pregno della giusta convinzione) inizia proprio ora
ad esser ‘vittima’ della suggestione.
Ma veniamo alla prima parola di questo secondo step:
conoscenza. La pubblicità di TIA recita ‘nessuna
preparazione o nessuna abilità particolare richiesta’ ma in
realtà il performer dovrebbe aver letto molto circa la
psicologia e la natura umana (chiunque voglia fare
mentalismo dovrebbe ...). Ovviamente non c’è bisogno di
essere laureati in psicologia. Vi sono libri e riviste destinate
al pubblico ‘profano’ che possono aiutarci ad approfondire
non poco la psiche, le manie, le aspettative, i desideri, i
tratti distintivi del genere umano. Le stesse letture che
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Orville Meyer

qualunque buon mentalista e/o reader dovrebbe fare, in


quanto trattano di ciò con cui dobbiamo lavorare: la mente.
Se ciò non vi interessa o costa troppo impegno o fatica,
forse dovreste riconsiderare l’idea di fare il mentalista.
Quindi leggete più che potete. E ascoltate anche la dritta di
un grande maestro come Bob Cassidy che sempre
consigliava di uscire di casa, conoscere nuove persone,
osservarle e ‘leggerle’. Provate a legger loro la mente, per
davvero. Per quanto folle sembri, fatelo sul serio. Durante i
miei tour musicali degli scorsi anni, trascorrevo le ore ad
osservare la gente negli aeroporti. È una grande palestra.
Siate affamati di nuove conoscenze e comportamenti umani,
anche i più spiccioli o strambi.
La seconda parola di questo step è ‘autorità’ e ciò ci riporta
un po’ al campo dell’ipnosi. Mi scuseranno coloro che già
conoscono bene l’argomento. L’autorità è una delle
prerogative del buon ipnotista o del mentalista che voglia
servirsi della suggestione. Dovete dar l’impressione di saper
molto di ciò di cui vi occupate (Meyer addirittura chiama i
volontari pupils, allievi quasi come se fosse un professore
universitario nel corso di una lezione. Un approccio che
sicuramente gli calzava a pennello e che va contestualizzato
sul finire degli anni ‘50 - oggi penso vadano prese strade
diverse). Ciò vale perfettamente anche nel caso di TIA; il
numero non potrebbe MAI esser fatto da un performer che
sale sul palco, dicendo “stasera voglio provare qualcosa che
non ho mai fatto prima, speriamo vada tutto per il verso
giusto ...”. Assolutamente da evitare. Fosse pure la prima
!55
Telepatia In Azione

volta che state portando TIA in pubblico, il vostro


‘sottotesto’ deve esser del tipo ‘ho eseguito lo stesso numero
centinaia di volte e non esiste che possa fallire’. Dovete
trasmettere autorità e sicurezza, trasudare conoscenza e
competenza. E forse questa è la parte su cui dovete
concentrarvi di più, quella più difficile.

ESPERIENZE E CONSIGLI
Non vi nascondo che la prima volta che decisi di mettere in
scena TIA ero dannatamente preoccupato. Le domande
che mi ronzavano in testa erano ‘E se non funziona? E se
perdo il controllo della situazione?’ ed altre della stessa
natura.
In realtà il primo grande ‘out’ che dovrebbe farci stare
tranquilli è proprio il fatto che il più delle volte non c’è
bisogno che i vari aiutanti facciano esattamente ciò che
avevamo in mente o ci eravamo preposti. La cosa veramente
importante è che ‘ricevano’ le vostre suggestioni e che
facciano ‘qualcosa’. Che vi sia perciò una reazione ai vostri
‘stimoli verbali’.
Ovviamente ci vuole coraggio e sfrontatezza. TIA non è
cosa per tutti, sia chiaro. Lo scrive più volte lo stesso Meyer
e lo sa bene chiunque lo abbia mai eseguito di fronte ad un
pubblico.
Un consiglio, oltre a possedere un buon set di palle in
acciaio inossidabile, è quello che darei per qualsiasi numero
che abbia a che fare con la suggestione: credere fermamente
che ciò che si sta tentando funzionerà senza indugi - quello
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Orville Meyer

che state per proporre ai vari aiutanti avverrà senza alcun


problema.
Infatti, con mia immensa sorpresa, fin dalla prima volta che
eseguii TIA tutto funzionò senza inghippi. Non avevo
nessun out, nessun salvagente. Si trattava di un mio slot di
venti minuti circa nell’ambito di una manifestazione con
altri artisti. Se avessi fallito, non c’erano altri effetti a colpo
sicuro con cui chiudere il mio intervento. Avrei fallito e
basta. Un bell’azzardo, lo ammetto.
Ma tra i suggerimenti dati da Meyer tra le righe vi è quello
di avere un atteggiamento assolutamente positivo
(soprattutto quando, nel suo patter, afferma che la tendenza
naturale della mente è quella di esser gioiosa e spensierata -
come potreste essere convincenti se sul palco trasmettete
paura, ansia e tensione?).
Meyer consiglia inoltre di avere almeno 50 persone in sala
visto che dovrà chiamare almeno 20 aiutanti.
Il pubblico per cui mi sono esibito con TIA la prima volta
era composto da qualche centinaio di persone, quindi
nessun problema. Avevo però deciso di chiamare in scena
non più di dieci spettatori.
Iniziai parlando appunto delle potenzialità inespresse della
mente, di quanto essa sia meravigliosa e di come
l’immaginazione può aiutare chiunque a compiere cose
meravigliose, a raggiungere obbiettivi inaspettati in tempi
brevissimi (pensate a quanta gente tra il pubblico ha sogni
da realizzare, speranze, obbiettivi).

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Telepatia In Azione

Forse per insicurezza decisi, prima di chiamare i volontari


sul palco, di provare a testare l’immaginazione di tutti i
presenti, facendo il famoso test delle ‘dita magnetiche’.
Penso sia un test di suggestionabilità meraviglioso, dalla
forza straordinaria che aiuta il performer a rompere il
ghiaccio e gli spettatori ad entrare nel mood della
performance che seguirà. E sua funzione più importante il
fatto di aiutarmi a selezionare coloro che ritengo più adatti
al numero perché più suggestionabili.
Un altro importante ‘dettaglio’ è il modo in cui si
accolgono gli spettatori sul palco. Meyer sottolinea di non
usare mai la ‘forza’ con gli aiutanti scelti; ciò è
importantissimo in quanto avere un atteggiamento un po’
troppo brutale può contribuire ad innalzare delle pericolose
barriere tra performer e volontari. Cosa da evitare come la
peste.
Ogni volta che invitate qualcuno in scena, accoglietelo
come un vecchio amico, con cortesia ed un grande sorriso.
Per la persona è una situazione assolutamente stressante ed
inconsueta. Trattatelo come se lo invitaste a casa vostra per
un drink.
Ebbene, una volta invitati i dieci spettatori in scena (sul
palco c’è una fila di dieci sedie - faccio mettere gli
spettatori in fila ognuno davanti ad una sedia), chiedo un
bell’applauso, sottolineando che “meritano il vostro più
caloroso applauso in quanto saranno proprio loro a
compiere qualcosa di assolutamente inusuale ... usando la
loro mente in modo sorprendente!”.
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Orville Meyer

Questo primo importante applauso e la velata lusinga nel


mio testo servono, non solo a far sentire gli spettatori a
proprio agio, ma a cominciare a far capire che il loro
contributo (che ancora non conoscono ma intanto
l’aspettativa cresce ...) “sarà fondamentale per la riuscita
dell’intero numero”. Questo lo dico, con enfasi, mentre li
guardo negli occhi. Psicologicamente si avvia un sottile
meccanismo grazie al quale cerco di fare in modo che
ognuno dei volontari avverta un senso di responsabilità per
la riuscita dell’intero spettacolo.
Non si può certo escludere che uno degli spettatori in scena
non abbia come obbiettivo quello di rovinare tutto. Certo, è
possibile. Ma, come chiaramente descritto nel libro,
essendo performer sufficientemente navigati, saprete certo
come ‘congedare’ eventuali disturbatori.
Dopo il patter introduttivo, molto simile a quello descritto
da Meyer, prendo il volontario che mi sembra più
collaborativo e lo porto avanti di un paio di passi assieme a
me. Il resto dei miei assistenti restano davanti alle proprie
sedie.
Con il primo soggetto faccio esattamente ciò che è descritto
a pag. 17, dicendogli tra le altre cose (gestendo il microfono
a gelato in modo che vi siano delle parti che sente solo il
mio assistente) “Farai quello che ti dico? Cerca di fare quello
che pensi io voglio che tu faccia. Cerca di capire il più
velocemente possibile ciò che ti sto per trasmettere
mentalmente. È proprio ciò che devi fare. Quindi fallo! Dai
che ci divertiamo tutti assieme! Non esiste una cosa giusta o
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Telepatia In Azione

sbagliata da fare ... basta che tu FACCIA QUALCOSA,


quello che pensi sia giusto fare!”.
La fase più complessa e delicata è proprio questa ... ‘istruire’
in pochi secondi il primo spettatore su quello che dovrà
fare! Cercate di farlo nel modo più CHIARO possibile,
senza farvi prendere dall’ansia. Egli si trova in una
situazione totalmente innaturale e di forte stress.
Sorridetegli, rassicuratelo, create un contatto anche fisico
prendendogli le braccia e facendolo rilassare, parlate
scandendo molto bene le parole, cercando il suo sguardo ed
annuendo.
Una volta superato tale step e constatato che il soggetto vi
segue in tutte le suggestioni, il resto del percorso sarà molto
meno tortuoso.
Finito lo speech con il primo aiutante, faccio
immediatamente il test della sua mano che si attacca alla
mia. Usate la stessa formula suggerita da Meyer: fate una
prima domanda, quindi con la domanda successiva lanciate
la suggestione (“non si è attaccata alla mia mano?”). Questo
sarà sufficiente perché una qualsiasi persona di normale
intelligenza capisca esattamente cosa deve fare.
Quando siete sicuri che il volontario ha capito la cosa e non
stacca la mano, guardate il pubblico e fate una pausa. Se
gestite bene i tempi, partirà un applauso spontaneo.
Schioccate le dita e dite “ora prova pure a staccare la mano
dalla mia ...”. Guardate di nuovo il pubblico e dite “Fate un
bell’applauso a (nome dello spettatore)”.

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Orville Meyer

La riuscita del primo test sarà la ‘molla’ che permetterà a


tutto il resto di funzionare.
Per ciò che riguarda quali test fare, la scelta è solo vostra.
Come ho già scritto nelle varie note in corpo al testo, io
eseguo gran parte dello show di Meyer, tranne la parte
finale della bella ragazza e della parata militare. Prendendo
spunto da alcuni show di ipnosi da scena, ho spesso
concluso il set con le sensazioni di caldo/freddo o facendo
attaccare le mani al viso, ecc.
Avete tra le mani una serie di semplici e allo stesso tempo
diabolici segreti/principi per costruire un numero dal forte
impatto.
Accendete la creatività e fatene buon uso.

Matteo Filippini
Cremona, giugno 2019

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Telepatia In Azione

Stampato a Roma nel giugno 2019

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