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A scuola gli allievi imparano qualcosa che va ben oltre il mandato istituzionale dei programmi ministeriali; la
scuola è un contesto in cui si attuano apprendimenti sociali e valoriali: da un lato grazie ai sistemi di
relazioni complesse in cui sono inseriti, gli allievi costruiscono condotte sociali e legami di appartenenza;
dall’altro essi sviluppano consapevolezze su come funzionino le istituzioni nelle loro complesse architetture
di ruoli, gerarchie e norme. In questo ambiente sociale in cui dalla concretezza delle relazioni faccia a faccia
si arriva a costruire un’idea della società e dei vincoli istituzionali, prendono corpo e si precisano nel corso
delle relazioni quotidiane dei principi di natura etica che riguardano: giustizia, diritti, responsabilità, pro-
socialità. Diversi settori della conoscenza si sono occupati di questo fenomeno: la filosofa Nussbaum
sostiene che l’ambito dell’istruzione è fondamentale nella costruzione di cittadini responsabili e democratici
e che proprio per questo le nazioni dovrebbero mettere al centro della priorità di governo del sistema
scolastico. Dewey sottolineava che il fondamento della democrazia si radica a scuola nell’incontro fra
interessi e istanze diverse e nel riconoscimento di queste diversità devono trovare un terreno comune per
realizzarsi. Negli ultimi decenni il dibattito psicologico, pedagogico, filosofico e umanistico sulla valenza
dell’istituzione scolastica nei termini della formazione delle persone alla convivenza e alla cittadinanza
attiva e consapevole è stato senza dubbio intenso. Spesso però tale dibattito si è scontrato con le difficoltà
che obiettivi così ambiziosi comportano nella pratica concreta, difficoltà con cui spesso devono confrontarsi
in prima istanza con gli insegnanti e i dirigenti scolastici.
JUST COMMUNITY: è in tale scenario che va inserito l’approccio della “just community” sviluppato da
Kohlberg. Tale approccio delinea un percorso grazie al quale è possibile a scuola creare le condizioni
affinché gli allievi facciano concrete esperienze di giustizia e di democrazia che saranno poi esportate nella
vita oltre le mura scolastiche. Per poter meglio comprendere questo approccio è necessario fare
riferimento alla teoria dello sviluppo morale.
LIVELLO PRECONVENZIONALE
- C’è consapevolezza del punto di vista dell’altro ma non dei principi che regolano il giudizio morale
Stadio 1 – (orientamento premio-punizione) – “non si ruba per non finire in prigione” – morale eteronoma.
Stadio 2 – (orientamento individualistico e strumentale) – si riconosce che i bisogni possono essere diversi e
bisogna rispettarli – non c’è un criterio universale di giustizia – giusto è ciò che è leale, uno scambio alla pari,
un patto.
LIVELLO CONVENZIONALE