Sei sulla pagina 1di 3

PERCORSI DI STORIA LOCALE

TRENTINO-ALTO ADIGE
Volume 3 Capitolo 4

L’IRREDENTISMO
IN TRENTINO-ALTO ADIGE
La parola “irredentista” nasce nel 1877
L’irredentismo fu un movimento politico che aspirava al completamento
dell’unità d’Italia tramite l’annessione dei territori ancora soggetti al domi-
nio straniero, in primo luogo il Trentino, l’Alto Adige e il Friuli-Venezia
Giulia. Il nome del movimento nacque dall’espressione “terre irredente”,
che fu utilizzato per la prima volta nel 1877 al funerale del patriota Paolo Giuseppe Garibaldi fotografato
nel 1861.
Emilio Imbriani: durante la funzione, infatti, suo figlio Renato pronunciò
un accorato discorso per l’annessione dei ter-
ritori ancora in mano straniera. Le sue parole
vennero riprese da un giornale austriaco che, in
chiave dispregiativa, chiamò lui e i suoi amici
“irredentisti”.

La nascita delle
associazioni irredentiste
La storia dell’irredentismo iniziò almeno die-
ci anni prima quello storico discorso, ovvero
con la fine della terza guerra d’indipendenza,
quando Venezia venne strappata all’Austria nel
1866. In quello stesso anno, a Udine, migliaia
di giuliani sfilarono in strada chiedendo l’an-
nessione all’Italia e analoghe manifestazioni
si svolsero anche in Trentino. Successivamente,
in varie città d’Italia e dei territori “irredenti”,
cominciarono a sorgere comitati per l’annes-
sione del Trentino e del Friuli, come la Pro
Patria di Trento.
Queste associazioni erano appoggiate da molti
patrioti italiani, tra cui lo stesso Giuseppe Ga-
ribaldi, il quale, nel 1878, aveva addirittura pre-
parato un piano segreto per attaccare l’Austria e
annettere Trento e Trieste. Benché il piano non
venne mai messo in atto, l’accesa propaganda
degli irredentisti e il loro crescente seguito pre-
occupò non poco il governo austriaco, il quale
nel 1879 arrivò addirittura a radunare le pro-
prie truppe nel Trentino e a minacciare un in-
tervento armato contro l’Italia.
I fatti di Innsbruck
Anche per queste ragioni, il movimento irredentista venne guardato con
sospetto dai governi della Sinistra Storica che, almeno per il momento,
non erano intenzionati a cominciare una nuova guerra contro l’Austria.
Questa linea politica divenne ancora più chiara nel 1882, quando l’Italia
firmò con Austria e Germania la Triplice Alleanza.
Ciononostante, l’aspirazione all’unità d’Italia era un sentimento molto dif-
fuso nelle terre irredente, soprattutto fra la borghesia urbana del Trentino,
e continuò a creare tensioni non solo con il governo di Vienna ma anche
con gli stessi abitanti tedeschi del Tirolo. La situazione divenne sempre
più tesa a mano a mano che l’irredentismo, inizialmente animato da idee
democratiche, cominciò ad assumere le forme di un aggressivo naziona-
lismo.
Nel 1903 a Innsbruck, scoppiarono violenti scontri fra austriaci e ita-
liani. Intenzionati a bloccare l’apertura di un’università italiana richiesta
da alcuni studenti, infatti, gli austriaci scatenarono un vero e proprio po-
grom: molti dei negozi italiani vennero saccheggiati, vi furono tremendi
linciaggi e i membri italiani del governo regionale del Tirolo vennero co-
stretti a lasciare la città.

Illustrazione sui fatti di Innsbruck


pubblicata sulla “Domenica del
Corriere”.
PERCORSI DI STORIA LOCALE

La figura di Cesare Battisti...


Fra gli studenti italiani che scamparono alle violenze di Innsbruck c’era
Cesare Battisti, considerato insieme a Fabio Filzi, una delle più impor-
tanti figure dell’irredentismo.
Battisti nacque a Trento da una famiglia di commercianti. Fu mandato a
studiare a Graz e a Vienna, e infine si trasferì prima a Firenze e poi a To-
rino, dove perfezionò la sua istruzione e divenne un apprezzato geografo.
Tornato in Trentino, partecipò alla formazione del movimento socialista
locale e aderì alle idee irredentiste, di cui decise di farsi portavoce anche
all’interno del Parlamento di Vienna e della dieta tirolese di Innsbruck,
organismi in cui venne eletto deputato. Nell’agosto del 1914, tuttavia, ab-
bandonò il territorio austriaco e si trasferì in Italia, diventando subito
un attivo propagandista dell’interventismo, tenendo comizi nelle piazze e
scrivendo articoli su giornali e riviste. Quando scoppiò la guerra, Battisti
si arruolò come volontario nell’esercito italiano.

...e quella di Fabio Filzi


Fabio Filzi nacque a Trieste ma presto si trasferì a Rovereto insieme ai Cesare Battisti.
suoi genitori, che erano originari di quella zona. Come Battisti, anche Filzi
studiò a Graz ma si laureò in legge e intraprese la carriera di avvocato. In
seguito ai fatti di Innsbruck, divenne uno dei leader del movimento di
protesta roveretano, propagandando animatamente le idee irredentiste.
Scoppiata la Prima Guerra mondiale, venne arruolato nell’esercito austria-
co, ma disertò, oltrepassò la frontiera e si unì alle truppe italiane,
all’interno delle quali militò agli ordini del tenente Cesare Battisti.
Il 19 luglio 1916 la sua compagnia ricevette l’ordine di conquistare Monte
Corno in Vallarsa, ma durante i combattimenti Filzi e Battisti caddero
prigionieri degli austriaci che li riconobbero. Accusati di altro tradimen-
to nei confronti dell’Impero Asburgico vennero condotti in catene a Trieste
e impiccati.

Fabio Filzi.

Potrebbero piacerti anche