LA STUDENTESSA:SALOME KVEZERELI LIVELLO:B2-1 TBILISI, 2021 La Georgia, antica Colchide, avamposto a oriente dell’Impero Romano e tradizionale corridoio di transito dei traffici tra Europa ed Asia, è stata da sempre attraversata da viaggiatori provenienti dall’Italia, in gran parte mercanti e missionari. Nel tredicesimo secolo Marco Polo incluse una descrizione del paese nel famoso libro, cronaca dei suoi viaggi, Il Milione. I missionari italiani che giunsero in Georgia nel diciassettesimo secolo, in seguito alla decisione di Roma di istituire la Missione dei Padri Teatini in Georgia nel maggio del 1626, svolsero un ruolo importantissimo per la diffusione in Europa della cultura di questo lontano paese. Nei loro scritti, in particolare quelli del missionario Cristoforo Castelli, molti dei quali custoditi ancora oggi nei musei e negli archivi della Città del Vaticano a Roma, raccolsero preziose informazioni sulla cultura e le tradizioni georgiane. il primo libro stampato in georgiano fu il "Dittionario giorgiano e italiano" , stampato nel 1629 a Roma da Stefano Paolini, insieme all'allora ambasciatore di Georgia Niceforo Irbachi. Si tratta del primo libro stampato in lingua georgiana con la tecnica dei caratteri mobili. Fu stampato principalmente per aiutare i missionari nell'apprendimento della lingua georgiana al fine di promuovere il cattolicesimo in Georgia. Anche a Roma, nel 1643, fu poi stampata "La grammatica georgiana" del missionario teatino Francesco Maria Maggio. FRONTESPIZIO DEL DITTIONARIO FRONTESPIZIO DEL "DITTIONARIO GIORGIANO E ITALIANO" DI STEFANO PAOLINI E NICEFORO IRBACHI Una lapide sulla parete meridionale della Facoltà di Giurisprudenza di Palermo, in via Macqueda, ricorda Francesco Maria Maggio e Cristoforo Castelli, “messaggeri di amicizia e cultura nel XVII secolo da Palermo in terra di Georgia”. Le città di Tbilisi e di Palermo sono oggi legate da un gemellaggio. Negli anni 1950-1953, durante scavi archeologici condotti dal padre francescano ed archeologo Virgilio Corbo (1918-1991) fu scoperta nel monastero di Bir El-Qutt, presso Betlemme, un’interessante iscrizione dedicatoria in lingua georgiana. L’iscrizione è considerata di grande valore storico per la conoscenza della lingua georgiana antica. Le bellezze e gli usi della Georgia sono stati raccontati anche nel repertorio di diversi fotografi italiani: Vittorio Sella (1859-1943), alpinista e fotografo, partecipò a ben tre spedizioni nel Caucaso (1889, 1890, 1896), dalle quali tornò con incredibili scatti di Racha e dello Svaneti. Un altro importante fotografo italiano attivo in Georgia fu Vittorio Ronchetti (1874-1944), che negli anni 1907-1913 intraprese cinque spedizioni nel Caucaso Centrale. Alla sua morte Ronchetti lasciò un prezioso archivio fotografico con migliaia di scatti e una corposa documentazione sul Caucaso, frutto di sue lunghe ricerche. GRAZIE PER L'ATTENZIONE