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GIURIDICHE
L'insieme delle sentenze emanate dai giudici nel corso del tempo va a formare
la giurisprudenza.
L'interpretazione autentica:
I MODI DI INTERPRETAZIONE
a) L’interpretazione letterale
b) L’interpretazione logica
L’interpretazione letterale consiste nel ricercare il significato proprio delle parole nella
loro connessione.
L’ANALOGIA
I casi simili devono essere regolati da norme simili. Poiché il sistema normativo è inevitabilmente
lacunoso, il giudice, per risolvere i casi non regolati da alcuna disposizione legislativa, dovrà
ricercare la volontà implicita della legge, ricorrendo all'analogia di casi simili o materie analoghe. I
presupposti dell'applicazione per analogia sono: il caso deve essere assolutamente non previsto,
altrimenti si avrebbe interpretazione estensiva; deve esistere almeno un elemento d'identità fra il
caso previsto e quello non previsto; l'identità fra i due casi deve riguardare l'elemento in vista del
quale il legislatore ha formulato la regola che disciplina il caso previsto e che pertanto ne costituisce
la ratio.
Non tutte le norme giuridiche permettono il procedimento analogico: l'art. 14 disp. prel. non lo
consente per quelle penali ed eccezionali.
Il procedimento dell'analogia legis era già contemplato dalla giurisprudenza romana.
Può accadere che un giudice si trovi a dover risolvere un caso concreto che non è
espressamente regolato da nessuna norma giuridica. Come si dovrà comportare il
giudice in questa ipotesi?
Le regole da seguire in questa evenienza sono contenute nel secondo comma dell'art.12
delle Disposizioni sulla legge in generale che prevede che "se una controversia non
può essere decisa con una precisa disposizione, si ha riguardo alle disposizioni che
regolano casi simili o materie analoghe; se il caso rimane ancora dubbio, si decide
secondo i principi generali dell'ordinamento giuridico dello Stato."
In altre parole il giudice deve fare riferimento alle norme che regolano casi simili o
materie analoghe. Si parla in questo caso di analogia di legge o analogia legis.
Se il caso rimane ancora dubbio, il giudice deve fare riferimento ai principi generali
dell'ordinamento giuridico. In questa ipotesi si parla di analogia di diritto.
ANALOGIA LEGIS
il caso che il giudice deve affrontare non sia affatto disciplinato da nessuna norma
giuridica, in altre parole vi deve essere un vuoto normativo. In caso contrario,
infatti, ci troveremmo di fronte ad una interpretazione estensiva e non ad una
interpretazione analogica;
ANALOGIA DI DIRITTO
Nel caso in cui il giudice debba far ricorso all'analogia di diritto potrà applicare i principi generali
dell'ordinamento giuridico. Essi comprendono tutte le norme vigenti dell'ordinamento dello
Stato.Esempio: sono principi generali dell'ordinamento giuridico il principio di uguaglianza di tutti i
cittadini di fronte alla legge, il principio di libertà di tutti i soggetti, il divieto di ingiustificato
arricchimento a danno di altri.CASI AI QUALI NON PUO' APPLICARSI
L'ANALOGIA
alle leggi penali;
alle norme eccezionali.
IL DIRITTO SOGGETTIVO
Dal diritto soggettivo vanno tenute distinte le aspettative di diritto. Le aspettative di diritto non
sono ancora dei veri e propri diritti, ma sono in corso di formazione.
Va precisato che non tutti gli interessi sono tutelati dall’ordinamento giuridico. L’interesse umano
per essere tutelato dal diritto deve essere riconosciuto come diritto soggettivo.
Degni di tutela sono anche gli interessi diffusi. Gli interessi diffusi sono interessi della comunità e
vanno distinti dagli interessi collettivi appartenenti ad una vasta collettività di soggetti.
Il rapporto giuridico consiste in una relazione tra privati - portatori di interessi contrapposti – presa
in considerazione dall’ordinamento giuridico il quale impone ad uno di essi il dovere di osservare
una certa condotta della quale l’altro può pretendere l’attuazione.
2) POTESTA’
3) STATUS
4) ASPETTATIVA
5) INTERESSE LEGITTIMO
I DIRITTI POTESTATIVI
Nell’ambito dei diritti relativi, la dottrina tende poi a far rientrare anche i diritti potestativi, così
definendosi il potere in capo ad un soggetto di modificare la sfera giuridica altrui, senza che il
destinatario di tale modifica si possa opporre. (Es., diritto direcesso da un contratto a tempo
indeterminato). I diritti potestativi vengono infatti qualificati come relativi in quanto possono essere
esercitati verso un soggettodeterminato, ovvero verso colui il quale si trova, per volontà della legge
o a seguito della stipula di un contratto, esposto alle modificazioni conseguenti all’esercizio
deldiritto stesso. Tuttavia, a differenza dei diritti di credito, i diritti potestativi sono
caratterizzati (come i diritti assoluti) dall’immediatezza, poiché il titolare soddisfa il suo
interesse indipendentemente dalla collaborazione del soggetto passivo, che deve, come
appena illustrato, limitarsi a subire le modificazioni che derivano dall’esercizio del
diritto.