La FG ha avuto origine nella fascia tropicale terrestre già a partire da 13000/19000 anni
fa, presso villaggi di pescatori del sud est asiatico, dove gli scarti del cibo, gettati nelle
vicinanze del villaggio stesso, davano origine alla crescita di FG spontanee, ricche delle
principali piante utili al fabbisogno degli abitanti.
Uno dei principali esponenti a livello mondiale delle teorie e degli studi sulla FG è Martin
Crawford. Egli è il direttore della 'Agroforestry Research Trust' di Dartington (UK), società
nata nel 1992 che si occupa di condurre ricerche sui sistemi agroforestali delle regioni
temperate. Negli ultimi 25 anni si è dedicato alla creazione di una FG del clima temperato,
che include quasi 600 specie, con più varietà per ognuna.
PROGETTARE UNA
FORESTA GIARDINO
Importanza del progetto iniziale, disegnare riduce i costi, il tempo di gestione ed i prodotti (energia) da
inserire nel sistema
Abbondante e varia produzione
Riduzione dei costi e auto mantenimento
Ecosistema sano
In questo caso i problemi affrontati in un contesto come quello della FG sono caratterizzati da:
MENO UOMO-CENTRICO
PIU' ECOLOGICO
Diagramma che mostra
l'essenza della foresta giardino
e racchiude quelle che sono le
principali strategie che noi
impieghiamo per progettare e
gestire il sistema.
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FORESTA GIARDINO
POLICOLTURA DI PIANTE
PERENNI MULTIFUNZIONALI
MODELLO ECOSISTEMICO
Nei sistemi naturali, il modello ecosistemico risulta dalla morfologia del sito, disturbi esterni, successione
temporale delle piante, adattamento ai parassiti, competitività. Nei sistemi artificiali il modello deriva dalle
lavorazioni del sito, dalle specie inserite o presenti, dalla densità d'impianto, dalla successione più o meno
guidata, dagli interventi di manutenzione.
ATTIVITA' DI GESTIONE
Non è quasi mai considerata come elemento importante di progettazione, erroneamente, perchè riduce i
costi successivi e consente una miglior distribuzione dei carichi di lavoro
DINAMICHE ECOSISTEMICHE
PIANTE SANE
Quale strategia progettuale possiamo usare per facilitare l'impiego di piante sane?
Pianta giusta per il posto giusto
Avere un buon suolo, profondo, fertile, privo di compattamento
Cercare armonia tra le piante (densità, forme ed esigenze complementari, consociabilità, gestione
simile…)
Preparare bene il sito d'impianto (anche 1-2 anni di preparazione, irrigazione,..)
Usare piante sane, resistenti ai parassiti di zona e curare le fasi d'impianto
Fare molta attenzione alla densità d'impianto (minor competizione, maggior circolazione d'aria)
Progettare e gestire la FG per ridurre al minimo i problemi di parassiti e malattie garantendo sempre
ottime condizioni di suolo, acqua, luce, insetti utili ed impollinatori,….
AUTO RIGENERAZIONE DI FERTILITA'
Fare attento controllo del suolo e delle nicchie presenti sul sito (nutrienti, falda, tessitura del suolo,
…)
Esplorazione radicale profonda nel terreno; conservazione e riciclo di elementi lisciviati
Consentire diffusione di microrganismi (funghi) per migliorare la distribuzione di nutrienti nel suolo
(ridurre il compattamento, aggiungere sostanza organica, ridurre le lavorazioni o altri disturbi)
Usare nutritivi in forma di materia organica in superficie (non interrati)
Pacciamare (lettiera), compostare i primi anni (materia organica), ammendare (sabbia, organici)
Utilizzare vegetazione lussureggiante (per prodursi pacciame e accumulare energia e nutritivi)
Usare piante azotofissatrici ed accumulatrici dinamiche
UTILIZZO SOSTENIBILE DI ACQUA
Ottimizzare l'uso delle pioggie, regolando il ruscellamento e lo stoccaggio in sito
Ridurre la compattazione del suolo, lavorare sulle caratteristiche fisiche del terreno al fine di garantire
la massima profondità radicale ed il massimo accumulo di acqua nel suolo
Massimizzare la capacità delle piante di trovare il soddisfacimento dei propri bisogni idrici (creare
aiuole rialzate, trincee radiali, rippaggio, drenaggio o altro ancora)
Aumentare l'infiltrazione per consentire accumulo diretto di acqua nel suolo che è anche il metodo più
economico e facile (importante nei terreni in pendenza)
Sfruttare acqua che cade dall'alto, senza stazioni di pompaggio
Scegliere le specie adatte alla zona d'impianto, in base alle precipitazioni di pioggia prevista
RIDURRE L'AZIONE DEGLI ERBIVORI
Conoscenza degli insetti nocivi (a livello locale e regionale) e creare habitat sfavorevole (barriere,
microclimi sfavorevoli, piante repellenti)
Usare biodiversità (organismi, specie e varietà di piante) – diversità di funzioni, tolleranza e
risposte agli attacchi parassitari.
Distribuire le piante a gruppi per favorire insetti predatori ed altri ancora (ragni)
Usare sistemi policolturali dove sia più difficile per il parassita trovare il cibo preferito
Usare specie e varietà resistenti a specifici parassiti locali
Garantire un suolo sano e ricco di elementi nutritivi – vantaggio per predatori sottoterra e uccelli
Garantire sanità delle superfici fogliari (compost tea va molto bene) – minor malattie
Attrarre insetti utili o altri animali che svolgono ruolo di controllo parassiti (insetti, ragni, rane,
uccelli)
Inserire attentamente le piante in grado di richiamare predatori e parassitoidi di insetti (asteracee,
ombrellifere, ..)
Usare piante aromatiche che confondono i fitofagi (aglio, artemisia, monarda, rosmarino)
Praticare una sanitizzazione della FG quando necessario (rimuovere foglio o frutti infestati o
distribuirvi calce sopra..).
Controllo con prodotti organici specifici e non a largo sprettro (solo se necessario)
RIDURRE AL MINIMO LA COMPETIZIONE
La competizione avviene quando due o più organismi richiedono la stessa fonte di cibo o energia allo
stesso tempo e la disponibilità di questa risorsa è limitata.
Conoscere bene le caratteristiche del sito e delle piante esistenti. Limiti di luce, acqua o nutrienti?
Gestire il limite di una o più risorse è molto utile nel controllare la competizione tra specie utili o tra
specie utile ed infestante (la luce è il fattore limitante più importante)
Preparare il sito è importante con la riduzione o eliminazione delle piante infestanti (lavorazione ed
un anno di coprisuolo, pacciamatura
Installare barriere contro piante rizomatose o stolonifere
Regolare la distanza tra piante così che le chiome coprano bene gli spazi. Densità anche in funzione
delle risorse disponibili (acqua e nutrienti)
Usare sistemi policolturali dove si mischiano specie con nicchie ecologiche divergenti, anche usando
piante azotofissatrici e accumulatori dinamici
Utilizzare piante coprisuolo sfruttando il principio di esclusione per competizione, garantiscono inoltre
controllo erosione, ricostruzione del suolo e del paesaggio
Conoscere le infestanti e convertirle in piante utili se possiedono funzioni utili come ad esempio attira
insetti o edibile…
Riempire subito gli spazi lasciati liberi dalle infestanti
Usare il principio di riduzione in un gruppo policolturale: si mantiene la diversità e si previene
l'esclusione di alcune piante rispetto ad altre
Controllare anche le piante infestanti al di fuori della nostra area
Progettare una successione autosufficiente con riduzione degli interventi che aprono alle infestanti
CONDURRE LA SUCCESSIONE
Si tratta di guidare intenzionalmente i cambiamenti nella composizione di una comunità nel tempo.
Esistono tre metodi per guidare il cambiamento intenzionale: 1,agire sul sito e sulla disponibilità di
nicchie, 2.favorire l'insediamento di alcune specie a discapito di altre (sopravvivenza dei propaguli e
loro dispersione), 3.migliorare le condizioni e performance di alcune specie (colonizzazione, vigore,
persistenza e riproduzione)
Selezione bene il sito per il proprio impianto e fare una buona progettazione
Selezione le specie per il sito in modo oculato sulla base di: risorse disponibili, stress ambientali,
rusticità, adattamento e strategia (resistenza alle fitopatie, competizione, consociazioni, inibizione di
altre piante, utilizzazioni umane e funzioni per l'ecosistema (fertilità, nettarifera, coprisuolo,…)
Progettare al meglio la comunità di piante (architettura, consociazioni e policoltura)
Prevedere interventi ben progettati sia nella preparazione del sito che nella gestione e manutenzione
delle attvità
Impianti attivi: sempre pronti per propagare e diffondere specie desiderate sull'area quando si
presenta l'occasione a causa di eventi avversi che aprono spazi (limita insediamento di piante non
desiderate). Aver sempre a disposizione semi o parti di piante utili
Gestire le risorse (nutritivi, acqua e luce). Esempio: usare un concime solubile piuttosto che compost
determina l'insediamento di piante a strategia competitiva rispetto a quelle tolleranti stress…)
Gestire la rete micorrizica del suolo. Prato/batteri – bosco/funghi. Prato/nitrato-bosco/ammoniaca.
Usare inoculazione con micorrize, pacciamatura, compost,...
POLICOLTURA A MAGGIOR PRODUTTIVITA'
Una sovraproduzione da policoltura ha corso quando due o più colture che crescono insieme producono
di più di ogni singola coltura che cresca da sola, per unità di superficie. Può anche risultare quando il
raccolto di ogni pianta per unità di superficie è più basso che il raccolto della stessa in condizioni di
monocoltura, ma la somma di tutti i prodotti di tutte le specie è superiore sempre per unità di
superficie.
Più piante rendono disponibili risorse altrimenti scarse, conferiscono maggior resilienza e stabilità al
sistema e quindi meno malattie.
Maggior accesso alle risorse. Piante sciafile, apparati radicali diversi, piante igrofile o meno
Comunità resilienti e stabili agli stress risultano da interconnessioni funzionali tra i membri della
comunità, così come da diversità e replica di funzioni all'interno della comunità stessa.
CONDIZIONI DESIDERATE
Vogliamo produrre cibo in varietà, a maturazione scalare, con diversi valori nutrizionali e caratteristiche
(noci, frutti, more, radici, funghi,…) oltre ad habitat richiesti. Altri obiettivi possono esistere: piante
medicinali, da fibra, cibo per animali, per le fioriture,…
Più difficile è produrre in quantità. Trucchi:
Scegliere un sito con habitat diversi
Creare un ambienta living esterno, dove vivere la nostra foresta
Scegliere colture con raccolto stagionale scalare, che occupa spazi diversi e sia di tipo diverso anche
Adattare il raccolto alle nicchie ecologiche disponibili (frutta al sole…)
Creare un raccolto diffuso e ridondante in funzioni (non più d'una pianta di mele, ma una pluralità di
varietà di frutta che siamo in grado di stoccare diversamente (da mangiare fresca, in torte, succhi di
frutta….)
Creare un sistema in una fase di successione intermedia (no foresta a maturità)
Piantare più piante e raccolto di quanto sia il bisogno
Creare 'tasche monocolturali interne' comunque sempre inferiori ad un terzo
Pianificare bene il processo d'impollinazione, soprattutto per le piante auto sterili (anche le piante
nettarifere generalisti hanno fiori adatti ad attrarre gli insetti pronubi)
Coltiva i funghi in tutti gli spazi e luoghi idonei
AUTO-MANUTENZIONE E COSTI RIDOTTI AL MINIMO
La manutenzione è il lavoro necessario per mantenere un sistema efficiente. L'automantenimento
avviene quando il sistema provvede da solo a compiere questo lavoro, senza la necessità di lavoro
umano o energia meccanica (rigenerazione della fertilità,…). Inoltre la manutenzione costa parecchio.
Ma ricorda, dobbiamo scendere a compromessi: meno soldi può significare più tempo da dedicare,
massimizzare la produzione o massimizzare auto manutenzione (e minimi costi). Come fare per
ridurre al minimo tali compromessi:
Fare errori sulla carta (questo permette di provare molte idee a costo zero)
Adattarsi o modificare le condizioni del sito d'impianto
Progettare al meglio per ridurre i costi, con particore riferimento a: zone d'uso (elementi che
richiedono attenzione frequente in posizione vicina e frequentata, elementi da curare meno possono
essere posti più lontano, sia fisicamente che a vista), deposito compost strategico per la
movimentazione sull'area, giusto dimensionamento dei sentieri e creare nodi nei punti chiave,
proporre aiuole a forma di 'buco della serratura', impiantare secondo schemi a gruppi le piante da
frutto
Irrigazione è costo elevato, quindi ha senso progettare per ridurne i bisogni. Esistono molte soluzioni
Propagare le proprie piante (vegetativa per piante da frutta, da seme per le erbacee perenni)
Scegliere varietà antiche o meno selezionate
Scegliere specie in grado di auto riprodursi (minor costo e carichi di lavoro minori)
Accontentarsi di un raccolto un po' meno perfetto
Raggruppare le piante in base alle caratteristiche gestionali e di lavori che richiedono
Riuso dei materiali per la progettazione di oggetti in giardino
Diffidare delle specie opportuniste (piante molto espansive o dispersive)
OTTIMA SALUTE DELL'ECOSISTEMA
Obiettivo è quello di creare un ecosistema salutare (capacità del territorio di auto rinnovarsi).
Benefici al terreno, struttura del suolo, maggior biodiversità e resilienza, minor erosione e maggior
infiltrazione di acqua nel suolo….. benefici anche per il paesaggio con più habitat selvatici, miglior
distribuzione dei nutritivi nel sottosuolo, qualità dell'aria migliore. A livello planetario: meno petrolio,
pesticidi, erbicidi, minor inquinamento dell'aria e emissioni clima alteranti, minor consumo di suolo e
habitat.
Usare il meno possibile fitofarmaci
Essere cauti nell'utilizzo di piante esotiche (spesso invasive)
Costruire un Arca: promuovere habitat a difesa di specie e varietà minacciate
Evitare interventi in ambienti integri ed in buona salute (meglio scegliere ambienti compromessi a cui
la nostra azione possa portare un effettivo miglioramento)
CONCLUSIONI
QUESTO TIPO DI APPROCCIO INDIRITTO PER RISOLVERE I PROBLEMI E' CONTRO IL
MODELLO CULTURALE OCCIDENTARE DEL 'COMANDA E CONTROLLA'.
DOBBIAMO IMPARARE COME CONSENTIRE AL SISTEMA DI GESTIRSI DA SOLO.