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Il secondo canto si apre con il proemio dell'Inferno, suddiviso a sua volta in protasi (prime due terzine) e

invocazione alle muse (3° terzina).

E' la sera dell'8 Aprile (Venerdì Santo), sulla Terra tutti riposano e Dante si accinge a intraprendere,
assieme a Virgilio, un viaggio, che sembra essere superiore alle sue forze. Il cammino per i regni
dell'oltretomba era già stato compiuto in passato da Enea e San Paolo: il primo conquistò l'Italia e
rifondò, a Roma, l'impero (premessa dell'impero cristiano) e il secondo, viene considerato un
"recipiente" di Dio (Vas d'Elezione), da Dante, per raccontare la parola del Signore. Ma Dante, perchè è
stato scelto? Virgilio, notando le perplessità del poeta, spiega che anche il suo viaggio corrisponde a un
disegno provvidenziale di Dio ed è presieduto da tre donne: Maria (grazia preveniente), Santa Lucia
(grazia illuminante) e Beatrice (grazia operante). Il poeta latino, infatti, racconta a Dante di aver parlato
con Beatrice: nell'Empireo, Maria, preoccupata per Dante, invia S. Lucia da Beatrice, seduta vicino a
Rachele (allegoria della vita contemplativa) per chiederle di "soccorrere quei che t'amò tanto, ch'uscì per
te de la volgare schiera" (ovvero colui che l' amò tanto e che per averla amata si distinse dalla gente
volgare). Di qui, Beatrice, si reca nell'Inferno per parlare con Virgilio, a cui chiede di essere guida di Dante
("l'amico mio, e non de la ventura"), dopo di ciò lo lascia, con gli occhi lacrimanti, e torna in Paradiso.
Abbiamo quindi tre antagonisti (Lonza, Leone e Lupa) e tre aiutanti. Rinfrancato dalle parole di Virgilio,
ora Dante è pronto ad incominciare il lungo e faticoso viaggio, non solo per la conquista della propria
elezione al Paradiso, ma, anche, per riedificare una società, in cui governino pace e giustizia.

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