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Nome
Si tratta di un metallo di transizione pesante, avente colore argenteo. È uno dei pochi elementi della tavola
periodica (e l'unico metallo in assoluto) a essere liquido a temperatura ambiente, insieme al bromo e ad
altri elementi.
Nomi utilizzati anticamente per indicare il mercurio sono argento vivo e idrargirio,
dal latino hydrargyrum (Hydrargyrum è il nome da cui derivano le lettere Hg) che a sua volta deriva
dal greco hydrárgyros, composto da ὕδωρ, "hydor" (acqua) e ἄργυρος, "árgyros" (argento).
Storia
Il mercurio è citato per la prima volta dal filosofo e botanico Teofrasto nel 300 a.C., ma era già noto in
tempi antichi in Cina e India; giacimenti di mercurio sembrano essere stati conosciuti fin dall'antichità dai
Fenici, come testimoniano i lavori ch'essi hanno lasciato su argento o rame dorati. Alcuni sono stati
sfruttati dai Greci, poi dai Romani e, nel medioevo, dagli Arabi, soprattutto in Spagna. Fu anche rinvenuto
in tombe dell'Antico Egitto risalenti al 1500 a.C.
In Cina, India e Tibet si riteneva che il mercurio prolungasse la vita, curasse le fratture e aiutasse a
conservare la buona salute. Si narra che il primo imperatore (dell’esercito di soldati di terracotta) della
Cina, Qin Shi Huang Di, sia impazzito e quindi morto per l'ingestione di pillole di mercurio che, nelle sue
intenzioni, avrebbero dovuto garantirgli vita eterna. Gli antichi greci e romani lo usavano negli unguenti e
come cosmetico.
Il mercurio metallico è l'ingrediente principale dell’amalgama mercurio-argento (stagno, zinco e rame) per
uso odontoiatrico. L’amalgama viene utilizzata da oltre 160 anni ed è considerato il materiale ideale per le
otturazioni: economico, di facile applicazione e resistente. Nonostante i medici garantiscano la sicurezza di
tale amalgama, visto il mix con altri elementi che dovrebbe rendere il mercurio stabile, la tossicità del
composto è oggetto di controversia sin dall'introduzione. È quindi sempre più spesso sostituito dal
plexiglas.
Tra XVIII e XIX secolo la produzione di cappelli di feltro passava attraverso un processo chiamato
"carotatura" che consisteva nell'immergere le pelli di animali in una soluzione color arancione di nitrato di
mercurio, Hg(NO3)2. Questo processo separava il pelo dalla pelle, compattandolo. La tossicità della
soluzione e dei suoi vapori causarono moltissimi casi di avvelenamento tra i fabbricanti di cappelli che si
manifestarono con sintomi quali tremori, instabilità emotiva, insonnia e allucinazioni. A tali casi si ispirò lo
scrittore e matematico britannico Lewis Carroll per il personaggio del Cappellaio Matto in Alice nel Paese
delle Meraviglie.
Il mercurio, infine è molto utilizzato nei barometri e, fino a poco tempo fa, nei termometri, grazie alla sua
proprietà di dilatarsi all’aumentare della temperatura. Tale sostanza è stata piuttosto recentemente vietata
per quest’utilizzo a causa della sua tossicità, venendo sostituita dalla lega “galinstan”, costituita da gallio,
indio e stagno.