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Soluzioni
Capitolo 1
Esercizio 1.14
La concentrazione n(x) indicata in figura può essere espressa come
⎧
⎨ n 0 − n(0)
x + n(0) = kx + n(0) per 0 < x < W
n(x) = W
⎩n per x > W
0
n 0 − n(0)
con k = <0
W
(a) In base all’Equazione 1.35, per E = 0 si ha
dn
Jn (x) = q Dn
dx
e, poiché la concentrazione di elettroni è funzione lineare di x, la densità di corrente
è costante:
q Dn k per 0 < x < W
Jn (x) =
0 per x > W
(b) Per Jn (x) = 0 l’Equazione (1.35) fornisce
dn Dn dn
Jn (x) = qμn n(x)E + q Dn =0 da cui E = −
dx nμn d x
Sostituendo VT = Dn μn (relazione di Einstein) e ricordando l’espressione dell’an-
damento di n(x) si ottiene
⎧
⎨− kVT per 0 < x < W
E= kx + n(0)
⎩
0 per x > W
n(0)
−VTk
n0 J0
n0
0 w x 0 W x
2 Soluzioni
(c)
W W W
kVT
V =− E (x)d x = d x = VT ln[kx + n(0)]
0 0 kx + n(0) 0
n0
= VT [ln(n 0 ) − ln n(0)] = VT ln = VT ln(10−3 )
n(0)
= −3VT ln 10 = −173 mV
Esercizio 1.15
La corrente netta di elettroni è nulla; quindi in base all’Equazione (1.35)
dn Dn dn VT dn
Jn (x) = qμn n(x)E + q Dn =0 o E =− =−
dx nμn d x n dx
dove è stato fatto uso della relazione di Einstein VT = Dn μn . Poiché è E = −d V /d x,
si ottiene d V = VT dn/n e, integrando tra x1 e x2 ,
n2 n1
V21 = V2 − V1 = VT ln = −VT ln o n 1 = n 2 e−V21 /VT
n1 n2
Capitolo 2
Esercizio 2.3
(a) Imponendo I S (e V /ηVT −1) = 1 mA, con VT = kT /q = 25.8 mV alla temperatura
T = 300 K e per V = 0.7 V si ottiene, per la corrente di saturazione inversa,
I S = 1.31 nA. Sostituendo il valore di I S nell’equazione della caratteristica corrente-
tensione si ottiene, per V = 0.8 V I = I S (e V /ηVT − 1) = 6.92 mA. L’aumento di
corrente è pertanto di 6.92 − 1 = 5.92 mA.
(b) Con η = 1 e per corrente di 1 mA a 0.7 V si ricava I S = 1.65 fA; con questo
valore e per V = 0.8 V si ottiene I = 48.2 mA; la variazione di corrente è dunque di
48.2 − 1 = 47.2 mA.
Esercizio 2.5
(a) La retta di carico passa per il punto VD = 0, I D = 5 mA e ha un coefficiente
angolare di −1/1000 = −1 mS. Una ragionevole stima del punto di riposo porta a
ottenere I D Q = 4.4 mA e V D Q = 0.62 V.
(b) La corrente che scorre in R è I D Q e, dalla legge di Ohm, si ha V R = R I D Q =
4.4 V.
(c) PD = I D VT = 2.73 mW.
(d) Portare R al valore di 2 k determina il fatto che l’intersezione con l’asse I D
si sposta a 5/2 = 2.5 mA e il coefficiente angolare diviene −1/2000 = −0.5 m S.
L’intersezione con la caratteristica si ha per I D Q = 2.2 mA. Analogamente, quando
R = 5 k, l’intersezione con l’asse verticale si ha per I D = 5/5 = 1 mA e il
coefficiente angolare è −0.2 m S. Di conseguenza, si ha I D Q = 0.9 mA.
Esercizio 2.16
(a) Dall’osservazione diretta del circuito si ricava che i due diodi non possono con-
durre simultaneamente, in quanto si ha la conduzione di D1 per vu > V1 = 12 V
e l’interdizione di D2 per vu > V2 = 10 V. Pertanto, i tre possibili stati dei diodi
sono: D1 in conduzione e D2 interdetto, D1 interdetto e D2 in conduzione, entrambi
i diodi interdetti. Assumendo inizialmente D1 e D2 interdetti, il circuito diviene
Essendo entrambi i diodi dei rami aperti, nel circuito non scorre corrente e quindi
vu = vin . Per avere entrambi i diodi interdetti deve essere V1 < 0 e V2 < 0. In effetti,
Soluzioni 3
R R1 R2
−
+ V vu
1 + V2
−
+ + −
vin V1 12 V V2 10 V
− − + −
+
i
R R1
vu
D1
+ +
vin 12 V V1
− − −
vin − V1 R1 R 2
i= e vo = R1 i + V1 = vin + V1 = vin + 4 V
R + R1 R + R1 R + R1 3
Quando invece è vin < −V2 = −10 V, D2 è acceso e D1 spento e il circuito diviene
+
i
R R2
vu
D2
+
−
vin 10 V V2
− + −
−V2 − vin R R2 2 10
i= e vu = −R2 i − V2 = − V2 + vin = vin − V
R + R2 R + R2 R + R2 3 3
4 Soluzioni
Si ha dunque
⎧
⎪ 10 2
⎪
⎪ − + vin [V] vin ≤ −10 V
⎨ 3 3
vo = vin −10 V < vin < 12 V
⎪
⎪
⎪
⎩4 + 2 vin [V] vin ≥ 12 V
3
La caratteristica di trasferimento complessiva del circuito è quindi
vu, V
17 1
3
12
Pendenza = 2
3
Pendenza = 1
−20 −10
12 20 vin, V
−10
Pendenza = 2
3
−16 2
3
Per −10 V < vin < 12 V si ha vu = vin . La tensione sinusoidale 20 sin ωt assume
valore 12 per ωt = sin−1 (12/20) 0.643 rad ( 37◦ ). In modo analogo, si ha che
il valore −10 è assunto per ωt = sin−1 (10/20) = 7π /6 (= 210◦ ). In conclusione, la
forma d’onda in uscita ha l’andamento riportato nella figura.
vu, V
17 1
3
12
7π/6 2π
0 37 π π ωt, rad
180
−10
−16 2
3
Esercizio 2.22
La prima conclusione che si può trarre è che i diodi non possono condurre contempo-
raneamente. Quando |vi | > |VZ + Vγ |, un diodo Zener conduce (in inversa) e l’altro
è polarizzato direttamente. Quando |vi | < |VZ + Vγ |, uno dei diodi è interdetto, non
scorre corrente e vu = vi . Quando la tensione d’ingresso raggiunge il valore VZ + Vγ
il circuito diviene quello rappresentato nella figura a pagina successiva.
Dalla II legge di Kirchhoff si ricava
vi − VZ − Vγ Rf R
i= e vu = i R f + Vγ + VZ = vi + (VZ + Vγ )
R + Rf Rf + R R + Rf
Per vi < −(VZ + Vγ ) si ottiene un circuito analogo a quello appena considerato, nel
quale però la polarità dei generatori VZ e Vγ deve essere invertita e la corrente scorre
Soluzioni 5
+
R
Rf i
+ + vu
vi Vγ
−
−
+
VZ
−
−
VZ + Vγ
Rf
Pendenza =
Rf + R
−(VZ + Vγ)
VZ + Vγ vi
−(VZ + Vγ)
Rf
Pendenza =
Rf + R
Capitolo 3
Esercizio 3.1
Le equazioni risolventi delle maglie che comprendono collettore-emettitore e base-
emettitore sono rispettivamente:
VCC = RC IC + VC E
VCC = R B I B + VB E
Esercizio 3.15
Ovviamente il transistore è interdetto quando VI N < 0.7 V e in queste condizioni
V0 = VCC . Quando il transistore lavora in zona attiva (VI N > 0.7 V) sulla giunzione
base-emettitore si trova una tensione costante VB E = 0.7 V. In queste condizioni
6 Soluzioni
VI N − VB E
VU = VCC − RC β F = 22.5 − 15Vi [V]
RB
il diodo Schottky rimane interdetto fin quando VU non scende fino al valore di 0.3 V.
Nel punto limite di conduzione del diodo si ha VU = 0.3 V, da cui, sostituendo
nella (1) VU = 0.3 V, VI N = VCC /15 + 0.68 = 1.48 V. Dunque il diodo
Schottky comincia a condurre quando si ha VI N = 1.48 V. Per un ulteriore aumento
di VI N la tensione d’uscita si mantiene pari a 0.3 V e la corrente I nella resistenza
sul collettore rimane costante al valore (12 − 0.3)/2 = 5.85 mA. La corrente nella
resistenza R B ha invece il valore (VI N − 0.7)/10 [μA]. Dall’equazione del bilancio
delle correnti discende che I = I D + I B e IC = I D + 5.85 [mA]. Utilizzando la
condizione IC = β F I B , si possono ricavare i valori di I B e I D per qualunque valore
di VI N > 1.48 V.
Riassumendo si ha
⎧
⎪
⎨VCC VI N < 0.7 V
VU = 22.5 − 15Vi [V] 0.7 V < VI N < 1.48 V
⎪
⎩
0.3 V VI N > 1.48 V
VCC
0.3
0.7 VX VIN,V
Capitolo 4
Esercizio 4.3
(a) Essendo il transistore un PMOS si ha VD D = −9 V e
R2
VGG = VD D = −3 V
R1 + R2
W
I D = −k (VG S − VT )2 = −0.2 mA
L
Siccome VG S + I D R S = VGG ,
VGG − VG S
RS = = 5 k
ID
Soluzioni 7
(b) Dall’equazione alla maglia che comprende drain e source deriva che
VD D − VDS − I D R S
RD = = 25 k
ID
(c)
W
I D = −k
(VG S − VT )2 = −0.2 mA
L
da cui VG S = −2.5 V. Quindi VGG = VG S + I D R S = −3.5 V. Dall’equazione
R2
VGG = VD D
R1 + R2
si ottiene infine R2 = 153 k.
Esercizio 4.4
(a) La curva di carico è mostrata in Figura 4.24b. Tuttavia, in questo caso, anche il
transistore Q1 è collegato come resistenza non lineare con VG S1 = VDS1 . Costruen-
do la caratteristica di resistenza di Q1 si ottiene l’intersezione tra le due curve per
V DS1 = 3 V e I D = 20 μA. Si ha dunque VU = VDS1 = 3 V.
(b) VDS2 = VD D − VU = 3 V. Questo risultato era prevedibile perché i due di-
spositivi si comportano come due resistenze uguali in serie e dunque la tensione di
alimentazione si ripartisce in ugual misura sui due transistori.
Esercizio 4.5
Siccome Q1 e Q3 sono uguali tra loro e hanno VG S1 = VG S3 , anche le loro cor-
renti di drain sono uguali. Q1 e Q2 sono collegati come resistenze non lineari ad
arricchimento e, essendo anch’essi uguali tra loro, ci si può aspettare che siano sot-
toposti alla stessa caduta di tensione (si veda appunto il Problema 4.4). Pertanto,
VG S1 = VDS1 = 3 V e I D1 = 20 μA = I D3 = IU . Applicando la seconda legge di
Kirchhoff si ottiene infine VU = VD D − R D IU = 5.8 V.
Esercizio 4.12
La caratteristica di trasferimento è espressa in forma generale dall’Equazione 4.4, che
descrive una parabola sul piano VG S − I D . Sostituendo al gruppo VD D , R1 ed R2 il
circuito equivalente di Thèvenin si ottiene
ID, mA
1 12
Pendenza = − + ID
RS RG
VDS
− RD
Q
IDQ
Retta + +
di polarizzazione VGG RS VDD
VGS, V − −
−5 VGSQ 0 VGG
dove
R2
VGG = VD D = 3.31 V e RG = R1 R2 = 73.5 k
R1 + R2
8 Soluzioni
VGG − VG S
VGG = VG S + R S I D da cui ID =
RS
VDS Q = VD D − I D (R S + R D ) = 6.32 V
Esercizio 4.17
(a) Il modello equivalente per piccoli segnali è riportato nella figura.
rd id
G 1 G
gmvgs μvgs −
=
R1 R1 R2
rd
S S
RD
2 +
R2 RD
RS vγ i
RS
−
Ro Ro
−R S (1 + μ)
i d [R D + rd + R S (1 + μ)] = −i R S (1 + μ) da cui i d = i
R D + rd + R S (1 + μ)
−R S (1 + μ)
v = (i d + i)R S = R S +1 i e
R D + rd + R S (1 + μ)
v R S (R D + rd ) R S (R D + rd )/(1 + μ) R D + rd
= Ro = = = RS
i R D + rd + R S (1 + μ) R S + (R D + rd )/(1 + μ) 1+μ
(b) Con μ = gm rd = 100 si ottiene
R D + rd
Ro = R S = 461
1+μ
(c) Con R D = 0 si ha
rd
Ro = R S = 425
1+μ
Soluzioni 9
Esercizio 4.23
Il modello è riportato nella figura seguente:
RG + +
rd1
+
vi vgs rd2 vu
gmvgs
−
− −
Capitolo 5
Esercizio 5.2
Esercizio 5.3
Dall’equazione (5.3) deriva
ρ
RS = ( /)
y
dove è
1
ρ= = 0.083 cm
(N D − N A )qμn
Di conseguenza si ottiene R S = 32.8 /.
10 Soluzioni
Esercizio 5.4
(a) Dall’Equazione (5.4): R = R S L/W deriva L = RW/R S = 2500 μm = 2.5 mm
(b) Utilizzando ancora l’Espressione (5.4) si ha W = L R S /R = 1 μm
Esercizio 5.6
Essendo
A
C= ε 0 εSi
W
segue
CW
A= = 0.323 mm2
ε 0 εSi
Capitolo 6
Esercizio 6.1
(a) Risolvendo l’Equazione (6.6) rispetto ad R e sostituendo i valori numerici si ha
β F VCC − VB E
R= = 18.3 k
βF + 2 IC
βF + 2
|V B E | = R|IC | = 93.0 mV
βF
e
|T | = |V B E |/(d VB E /dT ) = 42.3◦ C
La massima escursione di temperatura risulta pertanto di ±42.3◦ C.
Esercizio 6.9
Nell’ipotesi che sia β F 1, le correnti di base possono essere trascurate rispetto a
quelle di collettore; quindi
VB E1 + IC1 R1 = VB E2 + IC2 R2
VB E1 − VB E2 = IC2 R2 − IC1 R1
IC1 VB E1 − V B E2 IC1
= e(VB E1 −VB E2 )/VT , ovvero = ln
IC2 VT IC2
Di conseguenza
IC1
IC2 R2 − IC1 R1 = VT ln
IC2
e
IC1 R1 VT IC1
1− = ln
IC2 R2 IC2 R2 IC2
da cui
IC1 R2 VT IC1
= 1− ln
IC2 R1 IC2 R2 IC2
Soluzioni 11
Nota: Ponendo IC2 = IC1 , risulta R2 = R1 ; inoltre, dal momento che si è assunto che
le correnti di base sono trascurabili, è I R = IC2 e in base alla II legge di Kirchhoff,
IC2 = (VCC − VB E )/(R + R2 ).
Esercizio 6.19
W W
I D1 = k (VG S1 − VT )2 e I R = I D2 = k (VG S2 − VT )2
L 1 L 2
Poiché è VG S1 = VG S2 ,
I D1 (W/L)1
=
I D2 (W/L)2
Esercizio 6.21
(a) Utilizzando le Equazioni (6.31) e (6.32) si ha
IC Q h fe
gm = = 20 mS ed rπ = = 10 k
VT gm
Utilizzando le formule riportate in Tabella 6.1
RC h f e
da AV = − segue RC = 6 k
Rs + r π
(b) Per h f e = 200(1 + 0.6) = 320,
h fe RC h f e
rπ = = 16 k e AV = − = −107
gm Rs + r π
(c) Per h f e = 200(1 − 0.6) = 80,
h fe RC h f e
rπ = = 4 k e AV = − = −80
gm Rs + r π
Esercizio 6.24
Il circuito equivalente per l’amplificatore a base comune, con r0 → ∞ ed rb = 0 è
riportato nella figura.
ie
E gmvπ C +
ic
−
vπ vo
rπ RC
+
B −
Ro Ro'
ic
Per il guadagno in corrente A I = si ha
ie
rπ i e
i c = gm vπ , e vπ = −rπ (i e + gm vπ ) da cui vπ = −
1 + h fe
12 Soluzioni
e quindi
ic gm rπ h fe
=− =−
ie 1 + h fe 1 + h fe
Per valutare Ro , assumendo che i t sia fornita da un generatore di corrente,
gmvπ
− +
vr rπ it vt
+ −
si ottiene
i t = gm vπ vπ = −gm vπ rπ = −h f e vπ
che risulta soddisfatta solo per vπ = 0; pertanto
it = 0 ed Ro → ∞; Ro
= RC //Ro = RC .
(1) vo = −gm vπ RC
rπ i e
(2) vπ = −rπ (i e + gm vπ ), ovvero vπ = −
(1 + h f e )
Quindi
h f e i e RC
vo = − = A I RC i e
(1 + h f e )
Applicando la II legge di Kirchhoff alla maglia d’ingresso si ha
−vs + i e Rs − vπ = 0
Ri = rπ /(1 + h f e ) 1/gm
Esercizio 6.26
Il circuito equivalente per piccoli segnali del generatore di Widlar è riportato nella
figura seguente. Si osservi che la tensione vπ1 insiste proprio ai capi del generato-
re gm vπ 1 , quindi vπ1 /gm vπ1 è una resistenza di valore 1/gm . La parte di circuito
racchiusa nel rettangolo tratteggiato equivale a una resistenza R X = Rro1 1/gm
rπ 1 1/gm .
Soluzioni 13
B1 B2
C2
−
R ro1
gm1vπ1
Ro
RE
B2 C2
+
vπ2 rπ2 ro2
gm2vπ2
−
RX E2
RE
Ro
È immediato riconoscere nello schema di figura uno stadio a emettitore comune con
resistenza di emettitore. Quindi Ro è la resistenza d’uscita di questo stadio con R X al
posto di Rs .
β o2 R E
Ro = ro2 1 +
R X + rπ2 + R E
Poiché rπ2 = h f e /gm2 = h f e VT /IC2 è una resistenza di valore elevato, essendo IC2
una “piccola” corrente (si ricordi che il circuito viene impiegato proprio per ottenere
sul carico “piccoli” valori di corrente), frequentemente risulta rπ2 (R X + R E ).
Quindi
β o2 R E
Ro ro2 1 + = ro2 (1 + gm2 R E )
rπ 2
Esercizio 6.34
(a) Essendo A V = −h f e RsR+h
C
ie
, per ottenere |A V | = 1010 si deve avere
|A V |
RC = (Rs + h ie ) = 25.25 k
h fe
h
(b) dai parametri forniti si ricava gm = rπf e = 200 mS e IC = gm VT = 5 mA.
Affinché il transistore sia polarizzato in regione attiva deve essere VCC = VC E +
RC IC e assumendo VC E = VC E,min = 0.3 V si ottiene VCC,min = 126.6 V.
14 Soluzioni
Capitolo 7
Esercizio 7.1
(a) I valori assunti da vu (t) per vari valori di ω0 t sono riportati nella tabella; il relativo
grafico della forma d’onda è mostrato nella figura
vu(V)
ω0t vu
rad V
1.5
0 −0.375
π/6 0.875 1
π/3 1.62
π/2 1.38
0.5
2π/3 0.492
5π/6 −0.250 4π/3 2π
π −0.375 0
π/3 2π/3 π 5π/3 ω0t(rad)
7π/6 −0.125
4π/3 −0.116 −0.5
3π/2 −0.624
5π/3 −1.24 −1
11π/6 −1.25
−1.5
π π
vu (t) = sin ω0 t − + sin 2ω0 t −
12 6
π π
= sin ω0 t − + sin 2ω0 t −
12ω0 12ω0
Dunque le componenti spettrali del segnale vu (t), oltre che entrambe amplificate di un
fattore 10, risultano sfasate in misura proporzionale alle relative frequenze e risultano
pertanto ritardate di una medesima quantità τ = π /(12ω0 ); quindi l’uscita risulta
non è distorta, ma semplicemente ritardata. Il grafico relativo coincide, a meno di una
traslazione lungo l’asse dei tempi, con quello della Figura 7.1 del testo.
Esercizio 7.2
Il circuito equivalente risulta
C
B C
+ +
Rs
rπ RL
Vπ
+ gmVπ Vo
vs
− −
−
E
Soluzioni 15
Vo 1 − sC/gm
= A0
Vs 1 + s/ω H
dove, essendo h f e = gm rπ , è
h f e rπ
A0 = − e
Rs + r π
Rs + r π
ωH =
C[R L Rs + rπ (R L + Rs + gm R L Rs )]
Esercizio 7.3
Rs + Vπ − 1/sC
B rπ
+
RE' = RE ro
—
—
Vs
− gmVπ
Vo 1 + sCrπ /(1 + h f e )
= A0
Vs 1 + s/ω H
dove, essendo h f e = gm rπ , è
(h f e + 1)R
E
A0 = e
Rs + rπ + (h f e + 1)R
E
1
ωH =
Crπ (Rs + R E )/[Rs + rπ + R
E (h f e + 1)]
16 Soluzioni
Rs
1/sCμ
+
+
Vs rπ Vπ RC
1/sCπ gmVπ
−
− Zo'
Zo
Esercizio 7.8
(a) Il circuito equivalente alle alte frequenze di uno stadio a emettitore comune è il
seguente:
Posto R L = RC , l’espressione di A V H (s) fornita dall’Equazione (7.33) rappresenta
la tensione di Thèvenin VT h ai punti X -X . La corrente di cortocircuito Icc fra gli
stessi punti risulta
Vs 1 Rπ0 1
= Vπ + s(C π + C μ ) cioè Vπ = V s
Rs 0
Rπ Rs 1 + s Rπ (Cπ + Cμ )
0
L’espressione di Z o
può essere riorganizzata espandendo il denominatore e mettendo
in evidenza RC , per cui si ha
1 + s Rπ0 (Cπ + Cμ )
RC
sCμ (1 + gm Rπ0 + s Rπ0 Cπ ) RC Z o
Z o
= =
1 + s Rπ (Cπ + Cμ )
0 RC + Z o
RC +
sCμ (1 + gm Rπ + s Rπ Cπ )
0 0
Esercizio 7.9
(a) I parametri del transistore sono: gm = 40 mS, rπ = 3.125 k e, secondo
l’Equazione (7.19),
gm
Cπ + Cμ = = 21.2 pF, da cui (con Cμ = 0.5 pF) Cπ = 20.7 pF
2π f T
Soluzioni 17
Inoltre
h f e RC
Av0 = − = −43.8
Rs + r π
Dalle considerazioni svolte al Paragrafo 7.5, si ricava
e quindi
1 ωH
ωH = 80.8 Mrad/s da cui fH = = 12.87 MHz
τi 2π
(b) dal circuito equivalente a π ibrido, per s = jω H si ha
1 rπ
Z i ( jω H ) = rπ =
CM 1 + jω H rπ [Cπ + Cμ (1 + gm RC )]
Esercizio 7.13
Il circuito equivalente è riportato nella figura seguente:
G S
Cgs = C2
RI rd
RS Cgs = C3
+ Cgd = C1 +
Vs μVgs
− −
D
μR S
Av0 = = 0.820
rd + R S (1 + μ)
rd
RI RS
+
o o
R11 μVgs R33
−
D
0 = R = 5 k, R 0 = R
= R R = 0.164 k.
Per cui risulta R11 I 33 o S o
18 Soluzioni
RS
1+μ
Vt + VT h R S + rd
It = = Vt essendo Vgs = Vt
R I + RT h R I + RT h
Quindi
Vt R I + RT h
0
R22 = = = 1.066 k
It RS
1+μ
R S + rd
Cosı̀
a1 = R11
0
C gd + R22
0
C gs + R33
0
Cds = 15.7 ns ovvero
1
fH = 10.1 MHz
2πa1
Esercizio 7.15
Facendo uso delle formule riportate in Tabella 6.1 del testo si ha
h f e RC
AV 0 = − = −93.9
Rs + r π
Dalle considerazioni svolte al Paragrafo 7.5, si ricava
r π Rs
τ 1 a1 = [Cπ + Cμ (1 + gm RC )] = 35.625 ns da cui segue
r π + Rs
1
fH = = 4.47 MHz
2πa1
Esercizio 7.16
(a) Si osservi intanto che il blocco rappresentato all’interno del riquadro ombreggiato
rappresenta una amplificatore ideale di tensione con guadagno Av = 1 + Rb /Ra .
Pertanto nel circuito equivalente esso sarà sostituito con un generatore di tensione
controllato dalla tensione ai capi del condensatore C2 .
Per il calcolo della resistenza R110 , è immediato verificare che, essendo C un
2
circuito aperto, non scorre corrente in R2 e quindi la tensione Vx coincide con quella
ai capi della resistenza R1 . Rimane dunque un’unica maglia costituita da R1 , dal
generatore di prova (al posto di C1 ) e dal generatore controllato Av Vx . Detta It la
corrente erogata dal generatore di prova e Vt la sua tensione, si ha
Vt = R1 It − Av Vx e Vx = R1 It
Vt
= R11
0
= R1 (1 − Av )
It
0 , considerando adesso C un circuito aperto risulta R 0 = R +
Per il calcolo di R22 1 22 1
R2 . Segue a1 = C1 R110 + C R 0 = C (R + R ) + R C (1 − A ).
2 22 2 1 2 1 1 v
Soluzioni 19
pertanto i poli appaiono essere coincidenti. Si osservi però che i due poli cosı̀
calcolati non sono distanti l’uno dall’altro.
(c) L’equazione caratteristica risulta
1 + a1 s + a2 s 2 = 1 + RCs + R 2 C 2 s 2
ovvero
1 + p + p2 avendo posto p = RCs
Le radici di questa equazione sono
√
1 3 1 √
p= ±j cioè s=− (1 ± j 3)
2 2 2RC
(d) L’approssimazione a polo dominante non è quindi valida. L’ipotesi | pi | = |ai−1 /ai |
è vera solo se i poli sono reali, mentre in questo caso risultano complessi. La con-
dizione | p1 | < | p2 | utilizzata per adottare le soluzioni approssimate | p1 | = |1/a1 | e
| p2 | = |a1 /a2 | è condizione necessaria ma non sufficiente.
Esercizio 7.20
Sostituendo
Av0 A v R2
Av (s) = in A V H (s) = −
1 + s/ωh R1 (1 + Av ) + R2
[R1 (1 + Av0 ) + R2 ]
ω H = ωh
R1 + R2
Per Av0 1 è
Av0
ω H = ωh
1 + R2 /R1
20 Soluzioni
Capitolo 8
Esercizio 8.2
(a) Un amplificatore di corrente può essere realizzato disponendo in cascata un am-
plificatore transresistivo (convertitore corrente-tensione) e un amplificatore transcon-
duttivo (convertitore tensione-corrente).
+ + Io
Is Convertitore Vo1 Vi2 Convertitore RL
corrente - tensione corrente - tensione
Ria Roa − − Rib Rob
(b) La resistenza d’ingresso dell’amplificatore ottenuto coincide con quella del primo
stadio (amplificatore transresistivo), mentre quella di uscita è la resistenza d’uscita
dell’amplificatore transconduttivo. Dunque Ri = 50 ed Ro = 100 k. Il gua-
dagno di corrente Ai , con l’uscita in cortocircuito (R L = 0), può essere calcolato
utilizzando il circuito riportato nella figura.
Roa
Ii + +
+
Is Vo1 Vi2
Ria RmIi Rib GmVi2 Rob Io
−
− −
Rib
Ii = I s Vo1 = Vi2 = Rm Ii = 0.999 × 104 Ii . Io = G m Vi2 =
Rib + Roa
Rib Io
Gm Rm Ii = 999Ii . Dunque Ai = = 999.
Rib + Roa Ii
Esercizio 8.3
Un amplificatore di tensione può essere realizzato disponendo in cascata un amplifica-
tore transconduttivo (convertitore tensione-corrente) e un amplificatore transresistivo
(convertitore corrente-tensione) come è mostrato nella figura.
Io1 Ii2 +
+
Vs Convertitore Convertitore Vo2 RL
tensione - corrente corrente - tensione
−
Rib Rob Ria Roa −
Ri
Soluzioni 21
Roa
+ Io1 Ii2 +
+ +
Vs Vi1 Vo2
GmVi1 Rob Ria RmIi2 RL
− Rib −
− −
Esercizio 8.6
Nella figura è riportato il circuito equivalente per piccoli segnali dell’inseguitore di
source, con una scomposizione tra gate e source. Per questo circuito si ha
I p V p
ρ= = 0, Z p = Zi = =∞
Vs V p =0 I p Vs =0
Infine
αA μR S
Af = +γ =
1 − βA rd + R S (1 + μ)
G
+
Vp
−
Zp
s
+ Vr − +
+
Vs gmVgs ra RS Vn
−
−
Esercizio 8.7
s
s
Ir
gmVgs ra RS Ig gmVgs ra RS Ip Yp Ig
22 Soluzioni
Cosı̀ infine
1 R S
Rout = =
(Y p + Yb )(1 − β A) 1 + gm R S
Esercizio 8.8
Per calcolare gli effetti del disturbo sull’uscita è possibile utilizzare il circuito, in
cui la sollecitazione è costituita dal generatore vn sul collettore e si è operata una
scomposizione tra gate e source.
Vp + rd
–
Zp
s
+ Vr − gmVgs
+ +
R RS Vn Vn
− −
In questo caso è
I p V p
ρ= = 0, Z p = Zi = =∞
Vn V p =0 I p Vn =0
Inoltre
Vr RS Vu RS
α = Vn V =0 =− γ = Vn V =0 = = −γ
p R S + rd p R S + rd
Vu Vr
A = V p V =0 = gm (R S //rd ) β = Vu V =0 = −1
n n
Dunque
αA RS 1 RS
Af = +γ =− =−
1 − βA rd + R S 1 + gm (R S rd ) rd + R S (1 + μ)
Soluzioni 23
Esercizio 8.12
Nella figura è riportato il circuito equivalente dell’amplificatore non invertente, con
l’indicazione del generatore d’ingresso Vs e una scomposizione utile ai fine del cal-
colo richiesto. Applicando le definizioni si trova
I p V p
ρ= = 0, Z p = Zi = = Ri
Vs V p =0 I p Vs =0
Inoltre
Vr Zp Ri
α= Vs V =0 = Z p +R1 (R2 +Ro ) = Ri +R1 (R2 +Ro ) = 0.999
p
Vu R1 (R2 +Ro )
γ = Vs V =0 = Ro
Ro +R2 · Z p +R1 (R2 +Ro ) = 16.4 × 10−6
p
Vu R2 +(R1 Z p )
A= V p V =0 = AV Ro +R2 +(R1 Z p ) = 0.984A V = 98.4 × 103
s
R1 Z p
Vr
β= Vu V =0 =− = −0.333
s R2 + R1 Z p
Dunque
αA
Af = + γ = 3.00
1 − βA
Si osservi che con la scomposizione operata, l’impedenza Z p viene a trovarsi in serie
al generatore Vs , evidenziando cosı̀ una reazione di tipo serie; la stessa scomposizione
può allora essere utilizzata anche per il calcolo della resistenza d’ingresso Rin . Alle
funzioni di taglio già calcolate va aggiunta
Z b = R1 (R2 + Ro ) = 0.672 k
Si ottiene cosı̀
Rin = (Z p + Z b )(1 − β A) = 32.8 G
+
+
Vp V Vi Ri
–p
− R2
+ Vr −
+
Zp Ro
+ +
Vs Ri AvVi Vu
– –
(b)
Capitolo 9
Esercizio 9.1
(a) Assumendo α = 1 e γ = 0, il guadagno del sistema reazionato può essere scritto
nella forma:
A(s)
A f (s) =
1 − β A(s)
24 Soluzioni
Av0
1 + s/ωh Av0 1 Af0
A f H (s) = = =
Av0 1 − β Av0 1 + s/[ωh (1 − β Av0 )] 1 + s/ω H
1−β
1 + s/ωh
Av0
Af0 = = 83.3 ω H = ωh (1 − β Av0 ) = 1.88 × 106 rad/s
1 − β Av0
Av0 s/ωl
1 + s/ωl Av0 s(1 − β Av0 )/ωl A f 0 s/ω L
A f L (s) = = =
Av0 s/ωl 1 − β Av0 1 + s(1 − β Av0 ) 1 + s/ω L
1−β
1 + s/ωl
ωl Av0
ωL = = 1.05 krad/s e ancora Af0 = = 83.3
1 − β Av0 1 − β Av0
P G B = A f 0 ( f H − f L ) = 25.0 MHz
Esercizio 9.2
(a) I due amplificatori in cascata hanno guadagno in bassa frequenza
A1 (s) A2 (s)
A f 1 (s) =
1 − β 1 A1 (s) 1 − β 2 A2 (s)
A1 (s)A2 (s)
A f 2 (s) =
1 − β A1 (s)A2 (s)
a1 a2 a1 a2
=
1 − β 1 a1 1 − β 2 a2 1 − βa1 a2
Soluzioni 25
β 1 a1 + β 2 a2 − β 1 β 2 a1 a2
β=
a1 a2
(b)
dAf1 a2
= e
d A1 (1 − β 2 a2 )(1 − β 1 a1 )2
A d A f 1 a1 a2 a1 1
S A1f 1 = = a1 a2 =
d A1 A f 1 (1 − β 2 a2 )(1 − β 1 a1 )2 1 − β 1 a1
(1 − β 1 a1 )(1 − β 2 a2 )
dAf2 a2
= e
d A1 (1 − βa1 a2 )2
A d A f 2 a1 a2 a1 1
S A1f 2 = = a1 a2 =
d A1 A f 2 (1 − βa1 a2 )2 1 − βa1 a2
(1 − βa1 a2 )
A
A 1 1 S A1f 1
S A1f 2 = = =
1 − β 1 a1 − β 2 a2 + β 1 β 2 a1 a2 (1 − β 1 a1 )(1 − β 2 a2 ) 1 − β 2 a2
a12 a12
A f 1 (0) = e A f 2 (0) =
(1 − β 1 a1 )2 1 − βa12
a12 a12
A f 2 (0) = = = A f 1 (0)
1 − 2β 1 a1 + β 21 a12 (1 − β 1 a1 )2
Esercizio 9.4
Il fattore di riporto ha espressione
T0
T (s) =
(1 + s/ω1 )(1 + s/ω2 )(1 + s/ω3 )
26 Soluzioni
60
−90
40
20
100 ω(rad/s)
0,1 ω1 1 10 ω2 ω3 1000
ωφ=102 Mrad/S
ωG=317 Mrad/S =100 Mrad/S
−270
Esercizio 9.10
(a) I poli ad anello aperto hanno frequenze f 1 = 400 kHz ed f 2 = 1.6 MHz. Il mi-
nimo tempo di salita senza sovraelongazione si ha per k = 1, ovvero Q = 1/(2k) =
0.5.
Detto n = f 2 / f 1 , dalla (9.36)
√ √
n(1 + T0 ) f 1 f 1 (1 + T0 ) Q 2 ( f 1 + f 2 )2
Q= = segue T0 = − 1 = 0.563
n+1 f1 + f2 f1 f1
cioè T0 |dB = −5 dB.
Si osservi che quello ottenuto è un valore piuttosto basso per il guadagno d’a-
nello. Per ottenere una guadagno d’anello più elevato, con i relativi benefici, sarebbe
stato necessario avere una maggiore separazione tra i poli (cioè un valore maggiore
per n).
(b) Il tempo di salita può essere ricavato per esempio dalla Figura 9.18. La variazione
di y per x che varia tra il 10 % e il 90 % è
Soluzioni 27
Esercizio 9.16
(a) Il circuito equivalente, assumendo CC Cμ è quello riportato nella figura:
CC
Rs
+
rπ Vs RC
Cπ gmVπ
+ −
Vs
−
Questo circuito è uguale a quello dello stadio a emettitore comune (ad alte frequenze),
in cui la capacità Cμ è stata sostituita con CC . Quindi, applicando il metodo delle
costanti di tempo, risulta
Capitolo 10
Esercizio 10.6
(a) Per soddisfare la I legge di Kirchhoff applicata al nodo comune alle due resistenze
R1 deve essere
IC1 + IC2 = α F I E E (1)
La II legge di Kirchhoff applicata alla maglia che comprende le due giunzioni base-
emettitore fornisce
28 Soluzioni
1 1
IC1 − IC2 = α F I E E −
1 + e−V /VT 1 + eV /VT
eV /VT − e−V /VT
= α F IE E
2 + eV /VT + e−V /VT
Poiché inoltre
e x − e−x (e x/2 + e−x/2 )(e x/2 − e−x/2 ) (e x/2 − e−x/2 )
= = = tanh(x/2)
2 + e x + e−x (e x/2 + e−x/2 )2 (e x/2 + e−x/2 )
si ottiene
V
IC1 − IC2 = α F I E E tanh (5)
2VT
Sostituendo la (5) nella (2) si ottiene
V
VD = V + R1 I E E tanh
2VT
da cui, dividendo entrambi i membri per 2VT ,
V VD R1 I E E V
= − tanh (6)
2VT 2VT 2VT 2VT
Per |V /(2VT )| 1 si ha tanh(V /(2VT )) V /(2VT ), cosicché la (6) diviene
V VD R1 I E E V
= −
2VT 2VT 2VT 2VT
e quindi
VD
V = (7)
1 + R1 I E E /(2VT )
Per |V /(2VT )| 1 si ha tanh(V /(2VT )) → 1, e in questo caso la (6) fornisce
V = VD − R1 I E E (8)
sia la (7), sia la (8) indicano che per forzare una stessa corrente in uno dei transistori
occorrono valori più elevati di V D di quelli necessari per R1 = 0 (come nello stadio
standard a emettitori accoppiati, vedi Figura 3.48). Le caratteristiche di trasferimento
hanno andamento qualitativamente simile.
Si noti che il termine R1 I E E determina di quanto la VD deve essere maggiore (in
valore assoluto) di 4VT 100 mV per considerare che una delle correnti di collettore
sia praticamente nulla, mentre l’altra sia praticamente pari a α F I E E . Inoltre, dalla (6),
se VD = 0, poiché l’equazione x = k tanh x è soddisfatta solo per x = 0, si ha
IC1 = IC2 .
(b) Con VD = 0 si ha IC1 = IC2 = α F I E E /2, con α F = β F /(β F + 1). Pertanto
β F IE E
IC1 = IC2 = = 0.497 μA
βF + 1 2
Esercizio 10.11
Per risolvere il problema è conveniente utilizzare il principio di sovrapposizione degli
effetti, calcolando separatamente i contributi dovuti ai diversi generatori v1 , v2 , Vio ,
I B1 , I B2 .
Soluzioni 29
R2 R2
vo = (v2 − v1 ) = − (v1 − v2 )
R1 R1
I2
Y
−
νi VO
I1 +
IB1 X
R1
R2 R1
(c) Poiché non scorre corrente attraverso il terminale d’ingresso non invertente, la
corrente I B2 scorre tutta nel parallelo di R1 ed R2 , producendo una tensione V X =
−(R1 R2 )I B2 . Questa tensione agisce come la tensione d’ingresso di un amplifica-
tore non invertente (vedi figura), per cui si ha
R2
I2
Y
−
vi VO
I1
+
X
R1
IB2 R2 R1
R2 R2
VO,I B2 = V X 1+ = −(R1 R2 ) 1 + I B2 = R2 I B2
R1 R1
30 Soluzioni
I2 + −
Vy −
+
Vio Vi VO
− +
+ X
V1 R1
− R2 R1
I1
Esercizio 10.22
Se l’amplificatore ha guadagno finito Av l’uscita, ottenuta per sovrapposizione degli
effetti, vale
−R2 Av R4 Av (R1 + R2 )
Vo = V1 + V2
R1 (1 + Av ) + R2 R3 + R4 R1 (1 + Av ) + R2
Per V2 = −V1 , cioè con tensione differenziale VD = V1 − V2 = 2V1 (e quindi con
V1 = VD /2) si ha
−Av V1 R4 (R1 + R2 )
Vo = R2 +
R1 (1 + Av ) + R2 R3 + R4
Cosı̀
Vo −Av /2 R4 (R1 + R2 )
AD = = R2 +
Vd R1 (1 + Av ) + R2 R3 + R4
Essendo R1 /R2 = R3 /R4 , si ha
−Av R2
AD =
R1 (1 + Av ) + R2
Se V1 = V2 (cioè con una tensione a modo comune VC = (V1 + V2 )/2 = V1 = V2 ),
allora
Av V2 R4 (R1 + R2 )
Vo = −R2 + =
R1 (1 + Av ) + R2 R3 + R4
Av V2 R1 R4 − R2 R3
= =
R1 (1 + Av ) + R2 R3 + R4
−Av V2 R2 R3 − R1 R4
= = AC VC
R1 (1 + Av ) + R2 R3 + R4
Soluzioni 31
R2 R3 + 2R2 R4 + R1 R4
CMRR =
2(R2 R3 − R1 R4 )
Capitolo 11
Esercizio 11.5
Usando il principio di sovrapposizione degli effetti si ottiene:
1 1 1 1
Vu,2 (s) = − V2 (s) e Vu,1 (s) = 1+ V1 (s) = V1 (s)
RCs 1 + RCs RCs RCs
Dunque
1
Vu (s) = Vu,1 (s) + Vu,2 (s) = [V1 (s) − V2 (s)]
RCs
e
1
vu (t) = (v1 (t) − v2 (t)) dt
RC
Esercizio 11.9
Il circuito equivalente è il seguente
R3 +
R1 C2
C1 +
RVVi Vo
−
+
V1 R2
−
−
Vu = Av Vi (1)
R2 R2 C 2 s
Vi = Vx = Vx (2)
R2 + 1/C2 s 1 + R2 C 2 s
L’applicazione della I legge di Kirchhoff al nodo Vx fornisce
Vx − V1 Vx Vx − Vu
+ C1 sVx + + =0 (3)
R2 R2 + 1/C2 s R3
A v R2 C 2 s
Vu = Vx (4)
1 + R2 C 2 s
32 Soluzioni
Esercizio 11.10
Il circuito in esame è il seguente
C2 R2
−
R1 Vx A
C1 +
+ +
V1
V2
−
−
Vu Vu
C1 sVx − ovvero Vx = − (1)
R2 R2 C 1 s
Vx − V1
+ C1 sVx + (Vx − Vu )C2 s = 0 (2)
R1
Esercizio 11.20
a) Si osservi la figura.
−
A1 +
vI + A2 vu
−
C
Soluzioni 33
b) Si osservi la figura.
−
A1 + vu
vI + A2
−
C
R2
v'
R1
Durante il campionamento si ha v
= v I , da cui
v
R2
vU = (R1 + R2 ) = v I 1 +
R1 R1
R2
R1
vI −
+
+ vu
−
C
Capitolo 12
Esercizio 12.1
Operando una scomposizione tra gate e massa (ρ = 0, Z p = ∞) e per R R L , si
ottiene il circuito riportato in figura.
C C C
A
+
−
gmRLVp R R R Vr
+
−
B
34 Soluzioni
Esercizio 12.12
a) Con riferimento alla figura, in condizione di riposo v2 = −V R e l’uscita del com-
paratore è a livello alto (vU = VO = VZ + VD ). A riposo, nel condensatore non
scorre corrente, quindi la tensione su R è nulla e v1 = 0. La tensione ai capi di C è
VO .
b) per t = 0, uno stretto impulso di trigger di ampiezza maggiore di V R porta v2
a un valore positivo per cui il comparatore commuta verso il livello basso vU =
−VO . Poiché la tensione ai capi del condensatore non può variare istantaneamente,
la variazione vU = −2VO si trasmette a v1 . Quindi v1 scende da 0 a −2VO , il
diodo risulta interdetto e la tensione sul condensatore ora varia esponenzialmente con
costante di tempo τ = RC dal suo valore iniziale VO verso il suo valore finale −VO .
Anche v1 varia con la stessa costante di tempo da −2VO a 0. Quando si verifica
v1 = v2 = −V R il comparatore commuta nuovamente a vU = VO . Tutto questo
richiede che sia trascorso un determinato tempo T , per cui il sistema ha generato un
impulso (negativo) di durata T .
c) Per t = T + , vU = VO e il diodo entra in conduzione e la costante di tempo di
recupero è τ f = R f C, in cui R f R è la piccola resistenza diretta del diodo.
d) Dopo l’applicazione dell’impulso di trigger
Dunque
2VO
−V R = −2VO e−T /τ da cui T = RC ln
VR
Esercizio 12.13
a) Per il cortocircuito virtuale tra gli ingressi dell’amplificatore operazionale, la cor-
rente in R1 è I1 = VCC /R1 . Poiché l’A.O. non assorbe corrente, I1 va a caricare C1
e la tensione di uscita è una rampa la cui pendenza, negativa, è −VCC /(R1 C1 ). Si
ricava così
VCC Ts VCC Ts
VS = ovvero C1 = = 3 μF
R1 C 1 R1 VS
Dall’Equazione (11.49) si ricava
Vs
es = = 33.3 × 10−6 (= 0.0033%)
Av VCC
b) Il valore di C1 è proporzionale a Ts . Dal punto a) si ricava C1 = 3 pF. Poiché
invece l’errore nella pendenza non dipende da C1 , ancora dal punto a) si ricava es =
0.0033%.
Soluzioni 35
Capitolo 13
Esercizio 13.2
Per un segnale vi (t) = VM sin ωt, l’angolo di conduzione θ 1 = ωt1 è individuato
dalla relazione vi (t1 ) = Vγ , ovvero Vγ = VM sin ωt1 . Quindi θ 1 = sin−1 (Vγ /VM )
e, per simmetria, θ 2 = π − θ 1 . Questo conferma la (13.19). Inoltre
2π
1
I DC = i(ωt)d(ωt)
2π 0
VM π − 2θ 1 Vγ
I DC = cos θ 1 −
π (R f + R L ) 2π R f + RL
Esercizio 13.6
(a) Quando il diodo conduce, assumendo trascurabile la tensione ai suoi capi, si ha
vo (t) = VM sin ωt; la corrente i(t) nel diodo è data dalla somma della corrente i L (t)
nel resistore di carico e della corrente nel condensatore i C (t). Quindi
vo dvo VM sin ωt
i = i L + iC = +C = + ωC VM cos ωt = I M sin(ωt + ψ)
RL dt RL
con
1
I M = VM + ω2 C 2 e ψ = tan−1 (ωC R L )
R 2L
Esercizio 13.7
(a) Ponendo Z 1 = R + Ls e Z 2 = L R (1/Cs) = R L /(1+ R L Cs) è possibile scrivere
le equazioni nodali del circuito nella figura
36 Soluzioni
R R sL VB
+
+
V1 C 1/sC 1/sC RL V2
− −
V1 1 1 1
= VA + sC + − VB
R R
Z1 Z1
1 1 1
0 = −V A + VB +
Z1 Z1 Z2
Risolvendo il sistema e considerando che si ha V2 = VB , si ottiene, valutando il
rapporto V2 /V1 per s = jω, l’espressione
V2
H ( jω) =
V1
RL
=
RL +2R −ω2 [LC(R + RL )+ R 2 R L C ]+ jω[C R(R +3R
2
L )+ L −ω
2 LC 2 R R
L]
RL
H (0) = = 0.8
R L + 2R
Cosı̀ √
4 Ve 2
V2 ( jω0 ) = H1 e j (π+θ )
3 π
La corrispondente funzione del tempo è allora
√ √
Ve 2 4 Ve 2
v2 (t) = H (0) − H1 cos(ω0 t + θ )
π 3 π
Esercizio 13.8
(a) Operando nel dominio di Laplace e dette Z 1 (s) = R + R S + Ls e Z 2 (s) =
R L (1/Cs) = R L /(1 + R L Cs), si ottiene
Soluzioni 37
RS R
+ +
V1 RL V2
− −
V2 Z2
=
V1 Z1 + Z2
Ponendo s = jω si ha
V2 RL
H ( jω) = =
V1 R S + R + R L − ω LC R L + jω[L + C R L (R + R S )]
2
Esercizio 13.9
(a) Procedendo come nel Problema 13.12 si ha
α = π − tan−1 (ω0 R L C) = 1.75 rad ( 100◦ ), ω0 = 2π f 0
(b)
√ 1
i(t) = 2Ve + ω20 C 2 sin(ω0 t + ψ) = Im sin(ω0 t + ψ)
R 2L
con
√ 1
Im = 2Ve + ω20 C 2 = 541 mA e
R 2L
ψ = tan−1 (ω0 R L C) = 1.40 rad ( 80◦ )
√
Quando il diodo conduce è vo (t) = Vm sin(ω0 t), con Vm = 2Ve = 56.6 V. Tra l’i-
stante di interdizione t1 e quello di conduzione t2 il condensatore di scarica attraverso
la resistenza di carico con costante di tempo τ = R L C, per cui
vo (t) = [Vm sin(ω0 t1 )]e−(t−t1 )/τ = [Vm sin(ω0 t1 )]e−(ω0 t−ω0 t1 )/(ω0 τ ) =
38 Soluzioni
i1
400
vo
300 60
200 40
100 20
0 0
44° 100° 224° 280°
cut-in cut-out
ψ = tan−1 (ω0 RC
) = 1.51 rad ( 86.6◦ )
Quando il diodo conduce si ha vo (t) = Vm sin(ω0 t). Tra gli istanti t1 (interdizione) e
t2 (conduzione) si ha invece
i1 80
800
νo 60
600
40
400
200 20
0 0
60° 93,4° 240° 273,4°
cut-in cut-out
I p = I M sin(ω0 t2 + ψ) = 890 mA
Soluzioni 39
Esercizio 13.13
(a) La corrente nella resistenza R1 è I1 = V R E G /R1 . Quindi
R2
VU = V R E G + R2 (I Q + I1 ) = I Q R2 + V R E G 1 +
R1
Vin 1 2 Vo
+
IQ VREG R1
−
3
R2
(b) La tensione tra i terminali 2 e 3 del regolatore (a) è V R E G . A causa del cor-
tocircuito virtuale agli ingressi dell’amplificatore operazionale, nel circuito c) ta-
le tensione appare direttamente ai capi di R1 . Trascurando la corrente in ingresso
all’amplificatore, si ottiene
VR E G R2
VU = V R E G + R2 = VR E G 1 +
R1 R1
Il vantaggio che ne consegue è l’indipendenza della tensione d’uscita dal valore della
corrente I Q .
Esercizio 13.14
(a) La corrente in R è VREG /R = 1 A, per cui I L = I Q + VREG /R = 1.01 A. Si noti
che I L è indipendente dal carico.
(b) È possibile utilizzare un amplificatore operazionale, come nel circuito c) del Pro-
blema 13.24, in cui R1 = R ed R2 è la resistenza di carico. Allora I L = VREG /R =
1 A, indipendentemente da I Q .
Esercizio 13.16
Si ottiene
i c = G 1 i b + G 2 i b2 =
= G 1 I1 cos ω1 t + G 1 I2 cos ω2 t + G 2 I12 cos2 ω1 t + G 2 I22 cos2 ω2 t
+2G 2 I1 I2 cos ω1 t cos ω2 t
40 Soluzioni
IC
Imax
Im
Vm Vm
VCE
Imin=0
Imin ICEQ ICC=Vmax
Esercizio 13.18
(a) Si ha Imin = 0 e B2 = 0. Dall’equazione (13.61)
1
B2 = (Imax + Imin − 2IC ) = 0
4
Quindi Imax = 2IC . Dalla figura I M = IC e VM = 0.5(VCC − Vmin ) Dall’equazione
(13.73)
I M VM VM 1 VCC − Vmin
η= = =
2VCC IC 2VCC 4 VCC
1 VCC − Vmin VCC − Vmin
η% = 100 = 25
4 VCC VCC
(b) Se Vmin VCC , allora il rendimento percentuale tende al 25%. In altre parole, se
VC E(sat) VCC , si ha η = ηmax = 25%.