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Lupo,
A. Ventrone. Novecento,
seconda parte (22-32)
Storia Contemporanea
Università di Torino
47 pag.
1.
Perdite umane IIGM: numerose e squilibrate, in est Europa 10 volte in più dell’ovest. Enormi perdite materiali,
la tecnologia bellica ha un potenziale distruttivo mai pensato. La guerra destruttura le società, vengono colpite
le popolazioni civili.
Nel dopoguerra trionfano le idee di Stato-nazione e Repubblica, quest’ultima succede alla monarchia in
Romania, Bulgaria, Jugoslavia, Ungheria e Italia. La monarchia (costituzionale e parlamentare) persiste nei
paesi scandinavi, Paesi Bassi, Lussemburgo, Belgio, UK. Scompaiono le ultime tracce dell’Antico Regime.
Tolti Spagna e Portogallo (ordinamento autoritario e parafascista) si afferma dappertutto l’idea di democrazia,
l’applicazione è diversa tra Europa occidentale e orientale. Prima: veste pluralista di liberal-democrazia,
aperture a dimensione sociale; seconda si afferma il sistema illiberale e monopartitico dell’URSS. Non nascono
nuovi Stati, alcuni si ricostruiscono (es. Cecoslovacchia e Jugoslavia, smembrate nel ’38 e ’41). Elemento
importante: spostamento di frontiere, URSS ne beneficia, dorante la conferenza di Parigi (ottobre-novembre
1946) le vengono riconosciuti territori di confine con Cecoslovacchia e Romania + gli ex possedimenti zaristi.
Ingloba una regione finlandese, i paesi baltici, e la Polonia orientale. Polonia ottiene la Prussia orientale e lo
sbocco sul mar Baltico (Stettino e Danzica). La Jugoslavia si espande ad ovest, ottiene Dalmazia e Istria. Gli
ebrei nella ex zona occupata dai nazisti sono scomparsi, molti sono morti e altri sono scappati in Israele/altri
paesi. L’antisemitismo non si placa ovunque e subito, in Polonia ci sono altri tentativi di pogrom. Lo sterminio
degli ebrei causa la perdita di alcuni dei personaggi più attivi in senso culturale, economico e politico (il
contributo delle comunità ebraiche è sempre stato di importanza centrale in Europa).
1944-45 mln di tedeschi fuggono dalle zone via via occupate dall’Armata rossa, URSS cerca vendetta: uomini
uccisi, donne violentate, deportazione in campi di concentramento o in URSS per mano d’opera, vengono fatte
dipingere grandi svastiche sui vestiti dei reclusi.
Conferenza di Potsdam, 1945→le deportazioni devono svolgersi in modo ordinato e umano, vengono
dichiarate legittime. Convinzione comune: solo l’omogeneizzazione etnica renderà la pace duratura. Non si
svolgono in modo ordinato e umano, alla fine della guerra iniziano le espulsioni selvagge, saccheggi, violenze,
espropriazioni ed esecuzioni collettive, migliaia si suicidano. Polonia: per dissuaderli dal restare, i tedeschi
vengono privati di assistenza medica, i bambini esclusi dalla scuola, i crimini contro di loro tollerati. Lituania:
bambini-lupo, bambini orfani che si aggirano nelle foreste per anni prima dell’adozione, o di essere trasferiti
in orfanotrofi URSS. 14 mln di germanofoni lasciano quelle regioni, 500 mila morti, 1mln e mezzo ha sorte
sconosciuta). 7 mln di polacchi, cechi, slovacchi, ucraini e baltici sono costretti a lasciare le loro case. 250-
300 mila italiani espulsi dall’Istria. Ci sono un totale di 46 mln di profughi in tutta Europa tra 1939-1948.
2.
Fine della guerra: punizione dei tedeschi e degli alleati. Al momento della liberazione in Italia vengono uccisi
9-10 mila persone, poco meno in Francia. Tra 1945-1946 ci sono migliaia di procedimenti giudiziari contro i
collaborazionisti, alcune decine di condannati a morte. Germania→mln di epurati (temporaneamente), in resto
Europa molti meno. Le classi politiche postbelliche sanno che non possono arrestare tutti senza bloccare il
funzionamento dello Stato (condanne miti e amnistie). URSS e Europa est: resa dei conti più tragica, sono
nemici del popolo i proprietari terrieri, i borghesi e le minoranze etniche (non solo tedesche).
Piano di denazificazione della Germania, preparato dagli Alleati durante il conflitto: punizione dei colpevoli
responsabili di/per crimini di guerra, chi li ha ordinati e chi ha partecipato. La responsabilità è personale, non
collettiva.
Agosto 1945. Londra→firmato accordo tra i paesi che hanno sofferto dell’occupazione nazista, nasce il
Tribunale Militare Internazionale (IMT), per perseguire i maggiori criminali dell’Asse. Da punire: crimini
vs la pace (guerre di aggressione o contro i trattati internazionali), crimini di guerra (violazione delle leggi di
guerra, assassini, maltrattamenti, deportazioni), crimini vs l’umanità (assassini, stermini, deportazione,
3.
Roosevelt→discorso delle Quattro Libertà, 1941. Nuovo approccio rooseveltiano: attualizzazione della visione
wilsoniana e ripensamento della SdN, 1945 viene siglata a San Francisco la Carta delle Nazioni Unite, mira a
salvare le generazioni future dalla guerra e a riaffermare i diritti umani, a promuovere il progresso sociale, un
più elevato tenore di vita e una più ampia libertà. Gennaio 1946 prima riunione dell’Organizzazione delle
Nazioni Unite (ONU) a NYC. Stati nell’ONU→51, maggioranza europei e americani. Roosevelt pensa che i
ruoli decisionali più importanti debbano essere delegati alle grandi potenze, l’ONU, a differenza della SdN,
deve garantire un ordine stabile tra le nazioni. Per questa ragione gli USA si affidano a un direttorio ristretto,
il Consiglio di Sicurezza, comporto dai “cinque grandi” vincitori della IIGM: USA, UK, Francia, Cina
nazionalista (sede a Taiwan) e URSS. Le decisioni prese in quella sede sono vincolanti, in caso di infrazione
si deve ricorrere alle armi. A ciascuno dei grandi viene riservato il diritto di veto (possibilità di bloccare ogni
decisione del Consiglio). Gli altri paesi sono rappresentati a rotazione e non hanno diritto di veto. L’Assemblea
generale (riunisce tutti gli stati membri) non ha grandi poteri.
1965→120 stati aderenti all’ONU (ora 193), dopo la nascita di nuovi Stati in seguito al collasso degli imperi
coloniali di Asia e Africa.
1948→i diritti democratici dell’uomo vengono sanciti dalla “Dichiarazione internazionale dei diritti
dell’uomo”. Agenzie dell’ONU: UNESCO, FAO, OMS, UNHCR. 1948 approvata la convenzione sul
genocidio, ufficializzata una nuova categoria di delitto, i crimini contro l’umanità. Viene creato un tribunale
con il compito di tutelare i diritti umani, la Corte di giustizia dell’Aia (Olanda).
Aspetti economici del nuovo ordine internazionale: luglio 1944 conferenza interalleata di Bretton Woods,
presenti rappresentanti di 44 nazioni. Ruolo più importante: USA e UK, delegazione UK guidata da Keynes,
l’impianto dell’accordo è keynesiano→si devono evitare le logiche punitive del primo dopoguerra, dannose;
l’economia migliore è quella della collaborazione; bisogna creare istituzioni internazionali per far ripartire gli
investimenti e il mercato mondiale sulla base del libero scambio. Vede luce il Fondo Monetario
Internazionale (FMI), 2 obiettivi: creare un fondo con riserve valutarie a cui gli Stati possano attingere in caso
di necessità e stabilizzare i cambi tra le monete. La Banca mondiale fornisce prestiti a medio e lungo termine
per favorire lo sviluppo dei paesi. Nuovo gold exchange standard, basato sulla convertibilità del $ in oro e
delle valute mondiali in $. Il $ sostituisce la £ come mezzo per gli scambi internazionali e come moneta usata
dalle banche centrali. 1947→Accordo generale sulle tariffe e sul commercio (GATT), Ginevra. Scopo:
riduzione delle tariffe doganali e rimozione degli ostacoli al libero commercio. USA diventa garante della
stabilità dell’economia mondiale. Solo URSS può fungere da parziale contraltare del potere USA, infatti Stalin
non firma gli accordi di Bretton Woods.
4.
Durante la IIGM le differenze USA-URSS vengono portate in secondo piano, hanno il volere comune di
abbattere il nemico. Le conferenze di Teheran (novembre-dicembre 1943), Jalta (febbraio 1945) e Potsdam
1.
1949→URSS sperimenta prima bomba atomica, 1952 USA producono la bomba termonucleare, 2 anni dopo
vengono raggiunti dall’URSS. USA sono più avanzati nei mezzi di trasporto delle armi: bombardieri con
autonomia sufficiente per colpire il nemico, missili, sommergibili nucleari. URSS può colpire l’Europa
occidentale e si sta armando per colpire oltreoceano. Le armi atomiche sono talmente tante che possono
uccidere un numero di persone superiore a quello della popolazione nemica: over-killing. La guerra rimane
fredda grazie al meccanismo della reciproca deterrenza: la guerra nucleare distruggerebbe il mondo, la corsa
continua al riarmo paradossalmente mantiene la pace. Con la fine del monopolio USA dell’arma atomica nel
1949 inizia una seconda fase della GF, più pacifica. 1949 arrivo nuovo regime comunista in Cina, Asia nuovo
scenario per lo scontro globale. Asia→GF coincide con la decolonizzazione, dopo il 1945 ottengono
l’indipendenza le Filippine, Corea, sub-continente indiano, Medio Oriente. L’Indonesia si emancipa dai Paesi
Bassi nel 1949 e l’Indocina nel 1954. In Africa la decolonizzazione è più lenta (tolta l’Etiopia che torna
indipendente con la fine della guerra), Libia, Tunisia e Marocco diventano indipendenti negli anni ’50,
l’Algeria nel 1962, Africa nera tra anni ’50-’60, Angola e Mozambico nel 1975. In questi paesi nascono
movimenti indipendentistici, soprattutto in Asia, il colonialismo è in crisi già nel 1939.
Decolonizzazione→terza grande rivoluzione politica dopo la Rivoluzione francese e la Rivoluzione d’ottobre,
trionfa il principio di nazionalità impostosi dopo la IGM. Decolonizzazione e GF si sovrappongono ma con
scarsa importanza in India e Medio Oriente, con effetti enormi in Corea e Indocina. Nasce il concetto di Terzo
Mondo (Primo Mondo è occidentale guidato da USA, Secondo Mondo europeo-orientale guidato da URSS),
parte del pianeta afflitta da sottosviluppo e radicale pauperismo, non vicino a USA né URSS, cerca una propria
strada verso lo sviluppo. Alfred Sauvy, economista francese, conia il termine Terzo Mondo nel 1952,
riprendendo il concetto di “Terzo Stato”. Entra al centro della discussione mondiale nel 1955 a Bandung,
Indonesia, durante una conferenza che raggruppa i rappresentanti di 29 nazioni asiatiche e africane, molte delle
quali indipendenti. C’è Nehru, leader dell’India, unico paese neo-indipendente con ordinamento politico
liberal-democratico di tipo occidentale. Ci sono anche Tito e il cinese Zhou Enlai, rappresentanti di due regimi
comunisti indipendenti da URSS. Questi paesi si sentono uniti dal rifiuto di ogni “ingerenza” delle grandi
potenze, rivendicano il diritto di mantenersi neutrali, di restare fuori dalla GF.
2.
IIGM→armate giapponesi colpiscono il colonialismo occidentale nell’Estremo Oriente. Giungono in Birmania
e minacciano l’India, impero UK. Giappone non riesce a conquistarla, ma i nazionalisti vengono ammaliati
dalle lusinghe della loro propaganda per un nuovo ordine asiatico. La guerra destabilizza la situazione politica
del paese e induce il Partito del Congresso a radicalizzare la battaglia per l’indipendenza, rifiutando le
promesse di Churchill circa l’Home Rule. Impiego di risorse e soldati inasprisce gli animi, non vengono
consultati i governi delle province formatisi dopo la riforma del 1935. I rappresentanti del Congresso che
ricoprono cariche istituzionali si dimettono: Ghandi, Nehru e altri vengono imprigionati. Ne conseguono
scioperi e repressioni (estate 1942). 1943 in Bengala muoiono 3mln di persone causa carestia (provocata
3.
Palestina→UK si ritira velocemente come in India MA qui c’è solo un progetto nazionale, quello ebraico-
sionista. Le popolazioni arabe dopo la sconfitta del 1936-38 sono senza leader, si appoggiano sui paesi arabi
circostanti. Nasce un conflitto duraturo tra ebrei e arabi.
Prima IIGM: Turchia e Arabia Saudita sono indipendenti, Egitto (1922) e Iraq (1930) ottengono indipendenza
ma sono sotto controllo UK, l’indipendenza diventa sostanziale dopo la guerra. 1945-46 UK concede
indipendenza a Transgiordania, i francesi la concedono al Libano e alla Siria. Si forma la Lega araba: Arabia
Saudita, Egitto, Siria, Transgiordania, Iraq, Libano e Yemen MA il sentimento panarabista non ottiene di più,
gli Stati arabi sono conservatori, dubbie credenziali nazionaliste, le élite cooperavano col colonialismo.
Rimangono ferme le frontiere del 1920. In Palestina il movimento sionista durante la IIGM rimane prudente,
ha paura che i nazisti entrino in Egitto e minaccino la popolazione ebrea. Dopo sconfitta a El-Alamein però
riinizia a pretendere l’applicazione delle promesse della dichiarazione di Balfour. Irgun (milizia dell’ala
radicale sionista dei revisionisti di Menahem Begin) proclama la lotta armata per l’indipendenza.
1946→attentato distrugge Hotel David, sede dell’amministrazione UK a Gerusalemme, 91 vittime. I labouristi
si schierano contro l’amministrazione UK. Problema: immigrazione ebrea, UK cerca di tenerla al minimo per
rispondere alla richiesta araba MA masse di ebrei con bisogno di rifugio dalla Shoah rende questa linea
irrealistica. 1947 vicenda della nave Exodus, profughi ebrei non sbarcano in Palestina a causa
dell’intransigenza UK, respinti per rispettare le quote di immigrazione. 29 novembre 1947, ONU, col voto di
una maggioranza formata dal blocco occidentale e sovietico (mentre gli arabi sono molto contrari) l’Assemblea
generale vara la “risoluzione 181”, prevede una partition, separazione della Palestina in 2 stati: uno ebraico e
uno arabo, Gerusalemme destinata ad amministrazione internazionale. Ebrei ottengono 55% del territorio
(nonostante sia quota minoritaria della popolazione), Ben Gurion (fondatore d’Israele) è soddisfatto, gli arabi
rifiutano con sdegno. UK annuncia che non prenderà parte alla separazione, ritirerà le truppe entro la scadenza
del mandato, 14 maggio 1948, “se ne lava le mani”. Iniziano gli scontri arabi vs ebrei, ad aprile si notano le
differenze tra le forze di guerriglieri arabi e le milizie ebraiche ben armate, gli scontri e atti di terrorismo
costringono gli arabi palestinesi a lasciare le loro case, le forze ebraiche si impadroniscono dei territori destinati
4.
Impero giapponese coloniale finisce nel 1945, USA lascia sul trono l’imperatore Hirohito MA il generale
Douglas MacArur traccia gli obiettivi chiave: distruggere il potere militare, punire i criminali di guerra,
costruire le strutture del governo rappresentativo, modernizzare la Costituzione, tenere libere elezioni, liberare
le donne, rilasciare i prigionieri politici, liberare i contadini, creare una stampa libera e responsabile. 1947
varata la Costituzione giapponese, il Giappone rinuncia all’uso della forza per risolvere le controversie,
reintrodotti i partiti e sindacati e il voto è esteso alle donne. 1952 il paese riconquista l’indipendenza. In questi
anni trae profitto dalle relazioni commerciali garantitegli dall’inserimento nello schieramento occidentale e
dall’abbondanza di manodopera a basso costo, ma preparata culturalmente. Stato e imprese investono in
tecnologia, il paese eccelle in questo campo.
1946 USA concedono l’indipendenza alle Filippine, si preparano a esercitare sull’Asia continentale
un’influenza
proporzionale alla loro forza militare ed economica. Loro logico interlocutore: governo cinese di Guomindang,
guidato
da Chiang Kai-shek, il quale durante la guerra vs giapponesi si è alleato al Partito comunista di Mao Zedong
(nemico) creando un fronte unico. La resistenza dell’Armata popolare di liberazione (comunista) non ha
sconfitto l’invasore, ma ha guadagnato ai cinesi una nuova legittimazione internazionale, convincendo USA e
UK a rinunciare ai privilegi commerciali, militari e di altra natura. IIGM finita, a Chiang Kai.shek ottiene un
posto permanente al Consiglio di sicurezza dell’ONU. Finita la guerra vs Giappone, a giugno 1946 scoppia la
guerra civile Guomindang vs Partito Comunista, Chiang Kai-shek viene sconfitto, si rifugia in Taiwan. Mao
proclama la fondazione della Repubblica popolare cinese, ottobre 1949. Perché USA non aiutano Chiang Kai-
shek? Non hanno necessità di contenere URSS perché non è coinvolta, anzi sostiene Chiang Kai-shek.
Quest’ultimo, oltretutto, è autoritario e corrotto, non incarna gli ideali democratici.
Fine 1949 USA si accorgono dell’allargamento comunista, 20% del pianeta. Corea: luogo in cui la guerra
fredda diventa calda e in cui la Cina prende parte al conflitto. Fine della IIGM in Corea si conclude il dominio
giapponese, paese diviso in due: nord con URSS e sud con USA. 1947 la differenza si istituzionalizza: a nord
del 38 parallelo è Repubblica popolare di Corea (capitale Pyongyang) e a sud è Repubblica di Corea (capitale
Seoul). A nord il Partito comunista di Kim Il Sung si conforma ai modelli URSS, monopolio del potere,
economia statalizzata e dittatura. Al sud emerge la leadership di Syngman Rhee, studia in USA e parla inglese
MA segue strada di repressione e dittatura personale. USA e URSS ritirano le truppe nel 1947 ma entrambe le
parti coreane vogliono ricorrere alla forza per riunificare il paese. Kim il Sung nell’agosto 1950 (non instradato
da USA o URSS) prende l’iniziativa. Le truppe del nord hanno la meglio, si impadroniscono di quasi tutto il
paese, l’amministrazione Truman lo interpreta come scontro tra mondo libero e comunismo e lo presenta
all’ONU (il rappresentante URSS è assente, non si oppone). Sbarca sull’isola un esercito formalmente sotto
5.
Durante guerra di corea→controversia tra MacArthur e Truman. Il primo rifiuta le prospettive di compromesso
col nemico e propone bombardamenti (anche atomici) sulla Cina, ha eco tra i repubblicani. Questi pensano che
Truman sia debole con Cina e URSS e contrappongono alla sua strategia difensiva (containment) una strategia
controffensiva, detta roll-back (ributtare indietro il nemico). Aprile 1951 Truman destituisce MacArthur, sa
che la guerra totale è troppo pericolosa (anche URSS ha la bomba atomica). Non tutti se ne rendono conto, la
teoria del roll-back viene riproposta nel 1952 dal repubblicano John Foster Dulles durante la campagna
elettorale. I repubblicani vincono e tornano dopo 20 anni alla presidenza con Dwight D. Eisenhower, Foster
Dulles viene nominato segretario di Stato. La nuova amministrazione enuncia la strategia del New Look,
rappresaglie atomiche in risposta ad attacchi anche con armi convenzionali da parte dell’URSS. La teoria
rimane tale, unica concretizzazione: installate basi missilistiche in Europa. Hanno quindi un’ottica del
containment simile a Truman, ma le danno un’applicazione planetaria: la NATO viene usata per presidiare il
fronte europeo.
America latina→dal 1947è coinvolta in un patto di mutua difesa, concretizzato in piani di assistenza militare
dal 1951.
Medio Oriente→1954 creata un’alleanza, il Patto Baghdad con Turchia, Pakistan, Iran e Iraq. Estremo
Oriente→USA propone l’alleanza SEATO, comprendente tra gli altri Filippine, Thailandia e Pakistan.
USA affida le operazioni segrete (covert operations) all’agenzia spionistica Central Intelligence Agency
(CIA), guidata da Allen Dulles. Questa si dedica soprattutto alla schedatura dei membri delle organizzazioni
comuniste, all’infiltrazione nei loro ranghi, al finanziamento di partiti anticomunisti, creazione di reti
clandestine di controguerriglia, sovversione e rovesciamento di governi “ostili”.
America latina→diplomazia ufficiale e diplomazia coperta USA sostengono ogni tipo di regime dittatoriale e
militare purché ostile al comunismo. Es. la dinastia dei Somoza, che governerà il Nicaragua tirannicamente
fino al 1979 (dal 1937). Accusano di cripto-comunismo i governi ostili e cercano di rovesciarli. Es. la CIA nel
1954 fa cadere con un colpo di Stato il governo democratico in Guatemala perché entrato in contrasto con la
multinazionale USA United Fruits.
Complotti simili hanno luogo anche in altri continenti, es. Iran, dove regna con stile autocratico lo scià
Mohammed Reza Pahlavi finché la guida del governo viene assunta da Mohammad Mossadeq nel 1951.
Quest’ultimo inizia una svolta radicale: svolte democratiche, induce lo scià a lasciare il paese e nazionalizza
l’industria petrolifera, cosa che fa guadagnare il sostegno del Partito comunista e l’ostilità degli occidentali +
delle multinazionali USA, UK e olandesi che monopolizzano l’industria petrolifera. 1953 colpo di Stato
organizzato da CIA e sevizi segreti UK rovescia Mossadeq e abolisce le sue riforme.
6.
Vietnam→parte più popolata dell’Indocina. 1945 truppe giapponesi si ritirano, creando un vuoto di potere +
c’è carestia, 2mln di morti. Viet Minh cerca di riempire il vuoto, è un movimento guerrigliero composto per
buona parte da comunisti come Ho Chi Minh. Il nazionalismo vietnamita vuole essere poco comunista,
l’intento è di moderare gli appelli alla rivoluzione per creare un’unità antigiapponese/francese più vasta
possibile. Notevole è la convergenza del Viet Minh coi servizi segreti USA (lo considerano l’unico movimento
in gradi di lottare contro i giapponesi). Settembre 1945, Hanoi, Ho Chi Minh proclama la fondazione della
repubblica MA nessun paese, nemmeno gli USA, riconosce l’autoproclamata Repubblica. Dopo un periodo di
occupazione UK e cinese (Guomindang) vengono dispiegate nuovamente le truppe francesi, cominciando da
Saigon, capitale del Vietnam del Sud. Viet Minh cerca una mediazione, il governo francese accetta di
intavolare le trattative MA 1946 i francesi prendono iniziativa militare, bombardano il porto di Haiphong e si
CAPITOLO 24 (COMUNISMO)
1.
Europa nettamente divisa tra orientale e occidentale, la GF risucchia nel campo orientale anche la
Mitteleuropa, il nuovo ordine è bipolare. Prima della guerra i comunisti in Mitteleuropa sono deboli, i regimi
parafascisti prebellici li perseguitavano e alcuni di loro, fuggiti in URSS, sono stati vittime delle purghe
staliniste. All’Est il proletariato industriale era ridotto, l’economia era prevalentemente agricola. La
Cecoslovacchia è l’unico paese in cui i comunisti hanno una tradizione, è il più avanzato nel campo
dell’industria. Comunisti→più forti in periodo postbellico grazie alla resistenza al nazifascismo, impersonano
le speranze in un profondo rinnovamento sociale e politico. Da distinguere i casi di Jugoslavia e Albania, hanno
cacciato i nazifascisti da sole. In paesi come Polonia e Cecoslovacchia è possibile che l’influenza URSS sia
stata accettata anche come metodo di protezione da minacce tedesche, secondo una logica panslavista. Elezioni
1945-46 comunisti conseguono discreti successi elettorali, anche grazie alle pressioni dirette/indirette URSS,
ottengono il controllo dei ministeri chiave (interni, difesa e giustizia) in governi di coalizione di fronte
patriottico. Questi estendono i poteri dello Stato all’economia, espropriando i latifondi senza concedere
indennizzi, nazionalizzano miniere, industrie e banche. La ricostruzione deve passare dal ridimensionamento
della proprietà privata. La pianificazione economica è affascinante per l’Europa orientale (arretrata rispetto
2.
Occidente→i paesi oltrecortina (di ferro) dell’Europa orientale sono definiti satelliti URSS. Su modello URSS
vengono varati piani quinquennali, l’industria pesante viene preferita, nazionalizzati l’industria e il commercio.
Campo industriale: risultati notevoli, crescita pari a quella occidentale (sistema basato sull’uso intensivo della
manodopera a basso costo). Diffusi miti URSS, la campagna di emulazione socialista riprende lo
stachanovismo, gli operai migliorano la loro produzione. In Ungheria il Movimento dei dieci minuti richiede
ai lavoratori di arrivare a lavoro 10’ prima, all’orario di inizio tutto deve essere pronto. Il lavoro a cottimo
chiede prestazioni sempre maggiori, gli straordinari non sono pagati, i salari diminuiscono, negato il diritto di
sciopero. La modernizzazione funziona da trampolino sociale, i contadini hanno condizioni di vita migliori
come operai; i progressi dell’industrializzazione generano funzionari e impiegati, che trovano lavoro grazie
all’espansione dei servizi. La mobilità contribuisce a creare consenso MA l’agricoltura viene sacrificata agli
interessi industriali. Le autorità iniziano a prelevare i raccolti con la forza, si scatenano rivolte contadine, la
repressione è feroce (decine di migliaia di deportati, processati e internati). Di fronte a tali proteste i governi
negli anni ’50 abbandonano il progetto di collettivizzazione della terra. La sfera economica è in relazione con
quella politica. I comunisti immaginano uno sviluppo per stadi successivi, il primo è quello delle democrazie
popolari, si pensa che in futuro si arriverà alla società interamente comunista. Legame che unisce gli Stati
dell’est all’URSS è simile per certi versi tra paesi occidentali e imperi: dipendenza politica + economica. In
Germani l’URSS requisisce macchinari, impianti e strutture finanziarie, mentre i trattati commerciali sono
asimmetrici. Su questa base funziona dal 1949 il COMECON (Consiglio di mutua assicurazione economica),
si occupa di regolare il tasso di cambio delle monete e il commercio nell’area del rublo, limitazione dei consumi
interni. URSS rafforza il proprio controllo sulle economie dei paesi controllati. 1947 nasce il COMINFORM
(Ufficio informazione dei partiti comunisti), riedizione del COMINTERN, sciolto nel 1943, deve coordinare i
partiti comunisti orientali e quelli forti in Occidente, i patiti “fratelli” devono essere controllati dall’URSS. I
governi orientali possono essere distratti dal nazionalismo MA devono sempre proteggere la patria del
3.
In URSS è difficile dire quanto il governo goda del consenso dei cittadini, secondo studi di sociologi USA,
accettano i principi del sistema, ma ne rigettano alcune applicazioni (es. polizia politica è invadente).
Esperienza significativa→Aleksandr Solženicyn: famiglia cosacco-ucraina agiata, nonno materno arrestato nel
1930. Aleksandr si forma nell’ideologia comunista, fa studi universitari, si arruola volontario vs i nazisti. Spera
che i sacrifici fatti possano portare a una liberalizzazione. 1945 critica Stalin in una lettera a un amico, viene
scoperto e condannato a 8 anni di lavori forzati. Inizio GF→ripresa degli aspetti più tirannici del regime
stalinista, emanati decreti severissimi, es. (giugno 1947) qualsiasi attentato ad una proprietà dello Stato o di
un kolchoz è punito con 5-25 anni di internamento, dei ragazzi vengono condannati a 8 anni di reclusione per
aver rubato dei cetrioli, cose simili succedono a 1.3mln di persone. Continua la deportazione (in Siberia e
Kazakistan) di chi rifiuta la sovietizzazione e la collettivizzazione. 1953 i gulag contengono 2.5 mln di detenuti.
Il KGB (Comitato di sicurezza dello Stato), polizia segreta sovietica, esercita un potere esorbitante. Lavrentij
Berija, anima nera del KGB, cresce in influenza politica e gli viene affidato il coordinamento dei lavori per
realizzare la bomba atomica, nonostante ciò teme che Stalin possa rivoltarglisi contro.
Hannah Arendt in “Le origini del totalitarismo” pone attenzione all’universo concentrazionario, pensa che la
condizione umana nei campi di concentramento identifica il carattere specifico del totalitarismo sia nazista sia
stalinista. In comune i due sistemi hanno una spietata volontà punitiva verso il nemico (razziale,
nazismo/ideologico, stalinismo e nazismo). Analoga anche l’ambizione di creare un ordine nuovo +
legittimazione della distruzione di ogni resistenza.
Il nazismo si impegnava a sterminare gli individui “inutili” perché erano una zavorra, un peso morto; il nemico
era tale per quello che era, trattati ugualmente adulti e bambini. Nel comunismo sovietico della fase stalinista
la discriminazione e persecuzione sono su base ideologica, il nemico è tale per quello che fa/pensa. Differenza
riconoscibile anche nel diverso carattere dei campi di concentramento: in quelli nazisti si entrava per morire,
in quelli staliniani si entra per essere (teoricamente) rieducati. Ciò non significa che nei gulag non si muoia,
ma se si resiste alla fame, al freddo e alle torture si può anche uscire. Scopo: realizzazione del grande progetto
socialista, non modificare la composizione etnica. Sotto alcuni aspetti lo stalinismo si spinge oltre il nazismo:
in Germania erano minacciati “solo” gli oppositori e le minoranze, in URSS il terrore è uno degli strumenti
più efficaci per imporre la volontà del potere. Le purghe/epurazioni possono colpire chiunque, anche i dirigenti.
Vengono generate voci di congiure e tradimenti, nessuno è al sicuro, il potere controlla e interviene
liberamente.
Marzo 1953 muore Stalin, nel paese e all’estero c’è grande emozione e cordoglio, si ricorda come padre della
patria, colui che ha salvato il mondo dai nazisti (non come tiranno sanguinario). Sollievi in gulag e tra i membri
dell’élite, timorosi del ritorno dell’era delle purghe. Il cambiamento si senta già a giugno, quando a Berlino
Est scoppia una protesta operaia contro l’intensificazione delle ore di lavoro e per chiedere elezioni libere con
voto segreto. Viene soffocata dall’esercito, ma ai vertici si pensa che qualcosa debba cambiare. Berija elabora
progetti audaci di amnistie e riforme liberaleggianti: liberate dal gulag più di 1mln di persone + critica il culto
della personalità. Viene però arrestato e fucilato, l’oligarchia che governa il paese vuole impedire alla polizia
segreta di dominare col terrore il partito + vuole mettere fine al passato, proponendosi di esercitare il potere in
4.
1955 URSS consente la riunificazione dell’Austria (anch’essa divisa tra i 4 vincitori) e lasciano che si organizzi
in forma democratica all’occidentale in cambio della dichiarazione di neutralità. Stessa cosa proposta nel 1952
alle altre 3 potenze circa la Germania, sperando che i tedeschi si avvicinassero all’URSS, proposta bocciata
dai vincitori. Germania e Berlino sono il simbolo della GF. 1955 la Germania federale aderisce alla NATO;
URSS e gli alleati dell’est sottoscrivono un’alleanza militare, il patto di Varsavia. I due blocchi si schierano
simmetricamente uno vs l’altro, Chruščëv però cerca una coesistenza pacifica. 26 febbraio 1956 celebrato il
XX congresso del Partito comunista dell’URSS. Viene ritirata la scomunica a Tito, URSS comprende che un
comunista può essere neutrale al conflitto senza essere considerato un nemico. Chruščëv afferma il principio
di policentrismo, i PC dei diversi paesi possono seguire strade diverse, viene quindi sciolto il COMINFORM.
Alla fine del Congresso Chruščëv pronuncia un rapporto segreto su Stalin e i suoi crimini. Il paese desidera
benessere, l’élite vuole superare la dittatura personale e limitare i poteri alla polizia politica, per Chruščëv è
necessaria una destalinizzazione. Ribadisce la validità del leninismo, non mette in discussione la prima fase
del potere sovietico (anche collettivizzazione forzata). Problema: aperture improvvise possono scatenare
dinamiche incontrollabili. I risultati del congresso incoraggiano le dissidenze dei paesi “satelliti”, es. estate-
autunno in Polonia si ha da un lato la rivolta operaia e dall’altro l’ascesa al governo, col consenso di Chruščëv,
di Władisław Gomułka. Quest’ultimo, prima di accettare l’incarico, chiede e ottiene la sospensione dei progetti
di collettivizzazione della terra, fine del controllo dell’esercito URSS su quello polacco e libertà per la Chiesa
cattolica. In Ungheria Chruščëv favorisce l’ascesa al potere di Imre Nagy, che propende per politiche
riformatrici e di tutela agli interessi nazionali. Nagy→primo ministro nel 1953, troppo rivoluzionario, dimesso.
1956 viene richiamato al governo, incoraggiato dalle riforme polacche coinvolge i dirigenti di disciolti partiti
non comunisti e pone fine al partito unico. URSS si preoccupa, l’Ungheria può sembrare all’Occidente un atto
di debolezza, Chruščëv interrompe il ritiro delle truppe URSS. Budapest viene scossa da manifestazioni
popolari di protesta con scontri armati tra filocomunisti e anticomunisti, Nagy proclama la neutralità
dell’Ungheria e l’uscita dal patto di Varsavia, interviene l’Armata Rossa che stronca la resistenza ungherese.
Vene restaurato un governo comunista di stretta osservanza URSS, Nagy arrestato e impiccato. Impossibile
l’evoluzione del sistema verso i principi di pluralismo e indipendenza nazionale. Agosto 1961 i sovietici
costruiscono un muro, una barriera fortificata, a Berlino (città simbolo della GF) per bloccare il flusso di
persone che si rifugiano a Berlino Ovest. Alcuni provano a scavalcarlo, c’è chi ci riesce e chi viene
imprigionato o ucciso. Rinnovamento in URSS→fine delle persecuzioni di massa, aumento della produzione
di beni di consumo, apertura all’iniziativa privata. Molti dirigenti compromessi col passato vengono epurati e
le vittime riabilitate. Chiusi molti campi di lavoro, i detenuti tornano a casa grazie ad amnistie, abolito il divieto
di sciopero, proibite violenza e tortura per ottenere confessioni, gli imputati hanno diritto ad assistenza legale,
i dibattimenti devono essere pubblici. Svolta post-totalitaria, non liberale. Gli antisovietici sono perseguitati,
no equilibrio tra poteri, forze diverse non possono competere per il governo. Nei paesi satelliti e in URSS il
comunismo fa anche qualcosa di buono (nonostante prometta molto di più) MA le politiche attivate continuano
a puntare sullo sviluppo dell’industria pesante, sulla produzione di acciaio e altri materiali di base,
sottovalutando l’industria manufatturiera (quindi no prodotti di consumo qualitativamente/quantitativamente
accettabili). La comunicazione tra primo e secondo settore è problematica. A ogni modo, è grazie a questo
sforzo che URSS consegue successi nel campo dell’industria tecnologica e degli armamenti e supera gli USA
nella “gara” allo spazio. Fine 1957 lanciate due astronavi Sputnik, primavera 1961 parte la Vostok 1, che
porta un essere umano per la prima volta, Juri Gagarin in poco più di 100’ compie un’orbita attorno alla Terra.
Industrializzazione: 20mln di persone da campagna a città. Passi avanti dal punto di vista sociale e culturale→
5.
Repubblica popolare cinese→gigante comunista. La Cina è di antica civiltà, sottosviluppato e appena
emancipatosi dal colonialismo, vuole tornare protagonista mondiale. La rivoluzione comunista cinese
restituisce fiducia all’antico impero, recupera legittimità nei confronti del popolo. I comunisti spazzano via i
residui occidentali dal territorio. URSS propone un modello alla Cina, e insieme ad esso fornisce crediti, tecnici
e tecnologie. Il sostegno viene usato per migliorare il modello originario, miglior equilibrio tra agricoltura e
industria. Obiettivo: risposta efficace ai 300mln di contadini, la riforma agraria annienta la rendita fondiaria e
la borghesia rurale. La Cina comunista consegue successi analoghi all’URSS nella scolarizzazione di massa,
nell’emancipazione femminile e in altri aspetti della modernizzazione. Segue l’esempio stalinista/leninista:
eliminazione del pluralismo ideologico/politico. Dal 1957 le esigenze dell’agricoltura vengono trascurate in
favore di uno sforzo di industrializzazione rapida, il Grande balzo in avanti (si pensa che economia e società
si possano cambiare solo con la volontà). Il sogno di poter aumentare la produzione solo grazie a un maggiore
impegno produttivo provoca una grave carestia (non ci sono i mezzi necessari), 10mln di morti. Negli anni
successivi le scelte vengono corrette, l’economia si riprende. Mao non viene considerato responsabile, ma
rinuncia momentaneamente alla gestione diretta del potere politico. Altra causa della crisi: ritiro di tecnici e
capitali URSS causato dalla rottura dei due paesi→1956 i cinesi iniziano accusare Chruščëv di tradimento e
revisionismo, a causa delle politiche di destalinizzazione e coesistenza pacifica con USA. In realtà ci sono
conflitti d’interesse e di interesse, 1960 formale denuncia dei trattati di amicizia tra i due paesi.
1.
1950-73→età dell’oro dell’economia mondiale, la ripresa postbellica è trainata dagli USA, Europa occidentale
e Giappone seguono, anni ’50-’60 la loro produzione aumenta a velocità maggiore degli USA (il livello di
potenza USA è più elevato in partenza, le altre potenze recuperano velocemente). Si diffondono i metodi di
produzione di massa, come il fordismo. Si presentano in forma radicalizzata i cambiamenti come la crescita
della classe operaia e calo della manodopera agricola. Novità: crescita dell’incidenza percentuale del settore
terziario (commercio+ servizi). Aumento della disponibilità di beni/servizi→miglioramento della vita delle
persone, cresce il livello di istruzione, emancipazione femminile, diminuzione della mortalità infantile ecc.
Fine della guerra→boom demografico, da oltre 2mlrd di persone nel 1950 si passa a oltre 4mlrd nel 1970 nel
mondo, anche grazie ai miglioramenti in igiene e medicina e migliora alimentazione. Un ruolo importante lo
hanno le innovazioni tecnologiche, come l’automazione, basata sul principio per cui delle macchine fanno
lavorare altre macchine, riducendo la necessità di intervento umano. Ciò aumenta l standardizzazione e la
serializzazione dei prodotti, tratto tipico del fordismo. Cresce la produttività, abbattimento dei costi. Politiche
volte a facilitare scambi commerciali + stabilizzazione della moneta = aumento delle imprese multinazionali,
crescita della competitività, abbassamento ulteriore dei prezzi. Maggiore disponibilità delle materie prime e
abbattimento del loro costo→grande rilievo, fino a questo momento il costo più alto erano le materie prime.
Con la crescita degli scambi commerciali, le nuove tecniche estrattive ecc. la disponibilità di materie prime
diventa più abbondante. Il riconoscimento dei diritti dei lavoratori e l’aumento dei salari stabiliti dagli accordi
coi sindacati accrescono il costo del lavoro. Con il tempo diventa più economico acquistare invece che
produrre. Anni ’50-’80 la società dei consumi si impone anche in Europa e Giappone, oltre che USA. In Europa
si passa alla società del benessere, meno del 50% del salario viene speso in alimenti, si possono acquistare beni
di consumo.
2.
3.
Germania e Italia→discontinuità istituzionale, rompono con l’eredità del nazifascismo. Vero suffragio
universale col voto alle donne: in Francia nel 1945, in Italia nel 1946, in Belgio nel 1948, in Grecia nel 1952.
Ultimi sono Svizzera nel 1971, Portogallo nel 1976 e Liechtenstein nel 1984. Sistema elettorale proporzionale
(in diversi paesi come Francia e Italia) concede alle minoranze una robusta rappresentazione nelle istituzioni
parlamentari MA ha anche difetti, i partiti hanno difficoltà ad ottenere più del 50% dei voti, quindi nascono
governi di coalizione, spesso precari. UK ha sistema elettorale maggioritario, favorisce i due grandi partiti e
rende difficile l’accesso al Parlamento a candidati di gruppi minori. Germania federale adotta una legge
elettorale proporzionale con un premio di maggioranza che riduce la frammentazione politica in Parlamento.
UK unico paese in cui vincono i conservatori: il Partito conservatore prevale sui laburisti 1951-64, con
Churchill, poi Anthony Eden e infine Harold MacMillan. Altrove prevalgono partiti cattolici: in Italia la DC,
in Francia il Movimento repubblicano popolare (MRP), in Belgio il Partito cristiano sociale (CSP), in
Germania l’Unione cristiano-democratica (CDU) e l’Unione cristiano-sociale bavarese (CSU). De Gasperi
4.
USA→fieri della tradizione democratica, pensano di essere la giusta guida per l’occidente liberale e
capitalistico. Incubo nucleare è un’angoscia per il paese, le famiglie costruiscono rifugi antiatomici. La
paranoia del nemico interno coinvolge anche gli USA: maccartismo, termine derivato dal senatore
repubblicano Joseph McCarthy, il quale dal 1950 ha un gran ruolo nella campagna dei conservatori, volta a
denunciare gli elementi antiamericani. Maccartismo accusa sindacalisti e intellettuali di sinistra, cominciando
da quelli impegnati nell’industria cinematografica di Hollywood. In pubblica amministrazione ha come
bersaglio l’ala liberal già rooseveltiana. McCarthy accusa l’esercito e si inimica i moderati del suo partito,
cominciando con Eisenhower che nel 1954 lo costringe alle dimissioni. Rimane in vigore l’Internal security
act, approvato dal Parlamento nel 1950 dopo aver superato il veto Truman, che permetteva di indagare
chiunque fosse sospettato di filocomunismo. FBI svolge all’interno un ruolo analogo alla CIA all’estero: cerca
traditori, spie ecc. Uno dei processi più famosi: Julius e Ethel Rosenberg, ebrei di sinistra, una sentenza li
condanna a morte nel 1951. Il paese sente come antiamericane l’ideologia comunista e quella socialista in ogni
sua forma, compresa quella socialdemocratica moderata. L’ostilità coinvolge i partiti politici, i sindacati della
confederazione AFL-CIO, giornalismo e televisione e opinione pubblica. Elezioni presidenziali 1956 i 3
candidati che si richiamano al socialismo prendono pochi voti, nella guerra vs il comunismo tutti si sentono
chiamati a rimanere patriotticamente compatti, USA si sente una comunità solidale composta da produttori e
consumatori, non classi contrapposte. Secondo Charles Wilson, direttore della General Motors gli interessi
dell’azienda e del paese si identificano. GM ha il primato automobilistico mondiale, l’auto è simbolo della
produzione di massa con gli elettrodomestici. Fede nel mercato→componente importante dell’ethos nazionale
5.
Gennaio 1961 Eisenhower alla fine del mandato presidenziale mette in guarda circa il pericolo per la
democrazia rappresentato dal “complesso militar-industriale” (interessi legati agli apparati di sicurezza e
all’industria bellica).
Gli succede il candidato repubblicano Richard Nixon, avvocato californiano, chiamato “Tricky Dicky”.
Conquista legittimità politica come vicepresidente di Eisenhower e incontrando (agosto 1959) Chruščëv a
Mosca ad un’expo di produttori americani, nel padiglione delle cucine. La discussione viene registrata e
trasmessa dalla tv USA e URSS (censurata in parte), passa alla storia come kitchen debate. Dimostra che il
nuovo clima di coesistenza pacifica non esclude la competizione ideologica e morale. Chruščëv prevede che
in futuro un’economia basata sulla produzione di “gadget inutili” crollerà, richiama i successi URSS in campo
missilistico. Nixon sottolinea la loro arretratezza in quello dei consumi e rileva che gli elettrodomestici
svolgono una funzione importante nel progresso della civiltà. Non ci crede chi sostiene che i problemi dei paesi
sottosviluppati siano dovuti alla dipendenza economica nei confronti dei paesi sviluppati e allo scambio
ineguale tra materie prime e manufatti occidentali. Le tesi terzomondiste hanno successo tra gli intellettuali di
sx, soprattutto tra i neomarxisti (es. Arghiri Emmanuel e Samir Amin), per loro il mercato è un problema da
risolvere, l’accrescimento del ruolo dello Stato è la soluzione. Terzomondismo tende a una linea
antioccidentale e antiamericana, parole chiave: neocolonialismo e imperialismo. USA→no colonie (a parte le
Filippine), ma in Messico e America latina hanno seguito una linea di condotta imperialista, continuano su
questa linea in Nicaragua e Guatemala. È possibile che le scorribande della CIA abbiano l’intento di tutelare
gli interessi delle multinazionali USA (es. in Medio Oriente), ma gli interessi nelle aree più “calde” della GF
(es. Estremo Oriente) hanno altra natura: la contrapposizione ideologica al comunismo pesa quanto, se non di
più degli interessi economici.
Termine neocolonialismo→utile per descrivere la situazione in Africa nera, dove la decolonizzazione è più
tardiva. Caso più discusso è quello del Congo belga, indipendente nel 1960. Il suo primo presidente, Patrice
Lumumba, vuole diminuire lo strapotere dell’Union minière, società belga che produce nella regione del
Katanga l’uranio per le bombe atomiche, motivo per cui gli USA lo accusano di filocomunismo. L’Union
minière reagisce foraggiando un governo separatista nel Katanga, il quale nel 1961 lo fa assassinare. La CIA
si mobilita per trovare un successore malleabile, lo individua nel sanguinario dittatore Joseph Mobutu. Il peso
del passato è forte in Africa nera, es. Sud Africa e Rhodesia mantengono sistemi di apartheid, monopolio del
potere di minoranze bianche. In altre zone il colonialismo crea frontiere artificiose, mettendo
assieme/dividendo gruppi umani + alimenta i conflitti tribali e si dimostra disinteressato a sanare le situazioni
di sottosviluppo. Spesso ciò si concretizza in conflitti, movimenti separatisti e dittature. La disgregazione
politica e culturale causata dall’occupazione, la corruzione che gli occidentali esercitano sulla classe politica
delle ex colonie, l’interventismo frequente per impedire il raggiungimento dell’autonomia contribuiscono a
ostacolare lo sviluppo in Africa.
6.
Medio Oriente→area in cui l’egemonia USA è messa in discussione. 1956 momento di svolta, in Egitto si
consuma la guerra del canale di Suez, ultimo atto colonialista.
1950 gli Stati arabi a ordinamento monarchico (Egitto, Giordania, Iraq, Arabia Saudita, Marocco e Libia)
seguono una linea tradizionalista in politica interna e filooccidentale in politica estera. Sono retti da dinastie
che in passato hanno collaborato col governo UK, ci si aspetta che vogliano tutelare gli interessi economici
7.
Francia è tra i vincitori solo grazie alla resistenza di De Gaulle, conserva ruolo militare e politico. UK e Francia
si dotano di armi nucleari. Accomunate dal colonialismo e dalle sue conseguenze, UK inizia una politica di
decolonizzazione in tempo, mentre Francia si invischia nel conflitto in Indocina. In seguito, il governo si
impegna nella concessione d’indipendenza al Marocco e alla Tunisia (1956), nel frattempo rimane coinvolta
in un’altra guerra coloniale in Algeria. In Algeria sono insediati 1.7mln di coloni europei (pieds noirs) che non
vogliono vivere sotto un governo arabo. La Francia quindi si irrigidisce alla richiesta d’indipendenza del FLN
algerino, che sceglie la strada della lotta armata. Secondo la tradizione intellettuale l’Algeria è parte della
Francia, né sx né dx sono inclini a concessioni. La lotta coinvolge 3 diversi soggetti: il governo francese, il
movimento indipendentista, i coloni con cui simpatizzano i militari impegnati nella repressione. Vengono
deportati 2mln di individui sospettati di sostenere l’FLN. Gli indipendentisti organizzano quindi feroci attentati
terroristici, ai quali i coloni rispondono col controterrorismo. Le autorità militari francesi si macchiano di
torture e atrocità, tra loro si diffonde un gruppo di estrema destra che diventerà una società segreta, l’OAS
(Organisation Armée Secrète). La classe dirigente francese si rende conto dell’ineluttabilità di un ritiro
dall’Algeria, mentre l’esigenza di uscire dall’immobilismo torna a dare fiato alle domande di riforma del
sistema politico. La Quarta Repubblica non dà risposte alle domande, ripropone i difetti della Terza
Repubblica: problemi tipici legati alla legge elettorale proporzionale (governi instabili, litigiosità,
delegittimazione politica). De Gaulle critica la situazione→è di dx ma rispettato come campione di patriottismo
e antinazismo. È favorevole a una legge maggioritaria e a un accrescimento dei poteri dell’esecutivo, 1947 dà
vita al Raggruppamento del popolo francese (RPF). De Gaulle si ritira dalla vita politica in attesa che abbiano
bisogno di lui. 1958 De Gaulle viene chiamato dal presidente della Repubblica René Coty e torna a impersonare
“l’uomo del destino”. Critica la “dittatura parlamentare” e ripropone i progetti di rafforzamento dell’esecutivo
(la sx grida al fascismo). L’Assemblea nazionale vota la fiducia a De Gaulle e gli concede poteri straordinari.
La nuova Costituzione viene sottoposta a un referendum e approvata dall’80% dei francesi. Fine anno→il
parlamento elegge De Gaulle presidente, inizia la Quinta Repubblica. La Francia passa a un sistema
semipresidenzialista, il presidente della Repubblica ha grandi poteri, governa il primo ministro da lui scelto.
Dal 1962 saranno i cittadini a eleggere direttamente il presidente (eleggeranno De Gaulle).
1.
1945 Umberto di Savoia è luogotenente del Regno d’Italia MA l’Italia deve rimanere monarchia o diventare
repubblica? Il governo è guidato da Bonomi e composto dai membri del CLN che si richiamano alla
democrazia ma non sono stati eletti. Giugno 1945 l’asse sembra spostarsi a sx, nominato presidente del
Consiglio Ferruccio Parri (Partito d’azione, antifascista), l’esperienza governativa dura poco. I moderati non
apprezzano il suo radicalismo: vuole compromettere i funzionari e gli esponenti del potere economico
compromessi col fascismo. Anche il PC conviene che sarebbe meglio puntare sulla DC. Dicembre 1945 Alcide
De Gasperi (DC) diventa presidente del Consiglio. 1943-45 si sono delineati nel CLN due campi politici: a sx
i partiti pro alla repubblica (PSIUP, PCI, Partito d’Azione), al centro c’è la DC (elementi repubblicani e
monarchici) e a dx quelli pro alla monarchia (PLI, Democrazia del lavoro). Forze non nel CLN: a sx c’è il
Partito Repubblicano (PRI), a dx il Movimento dell’Uomo qualunque (UQ, a favore della monarchia). I
neofascisti si muovono in una dimensione clandestina. DC, PCI e PSI impersonano in Italia i “partiti di massa”,
impegnati a presidiare l’intero territorio nazionale. Cattolicesimo sembra un’ancora di salvezza agli strati
sociali che si sono identificati col regime e che ora sono disorientati. Le strutture ecclesiastiche sono rimaste
intatte durante il fascismo, la Chiesa gode di un’influenza molto ampia. DC ha bisogno del suo sostegno dal
punto di vista politico e organizzativo MA l’incontro non è immediato, la DC è nel CLN con forze anti-
ecclesiastiche come il PCI. Il PCI conta sul prestigio derivato dall’antifascismo; ruolo cruciale durante la
Resistenza; mito dell’URSS. L’organizzazione del PCI è stata smantellata dal fascismo, deve ricostruirsi, si
pena di dar vita al “partito nuovo” di cui ha parlato Togliatti nel 1944. Togliatti pensa che il PCI possa
inquadrare milioni di iscritti come aveva fatto il PNF, viene incoraggiata l’iscrizione di tutti i cittadini. 1945
1mln di iscritti, 1946 poco meno di 2mln. Rigorosa disciplina dei PC deriva dalla convinzione che in una
società borghese il proletariato può trionfare solo se unito. La vita del PCI viene regolata dal centralismo
democratico: le decisioni degli organi dirigenti, eletti dagli iscritti, divengono obbligatorie per tutti.
Vantaggio→ messaggio di coesione. Difetto→favorisce il controllo dei dirigenti sui militanti e
l’emarginazione delle idee non omogenee a quella ufficiale. Centralismo democratico traspone l’idea
stalinista/leninista da un contesto di partito unico a uno di pluralismo. I comunisti pensano che l’URSS sia il
paese dell’utopia incarnata, nel quale ci sono veramente giustizia e uguaglianza sociale.
PSIUP conta su una tradizione che il fascismo non ha cancellato ma ha debolezze: ha svolto un ruolo di minore
rilevanza durante la Resistenza; non ha un’organizzazione solida; è lacerato da divisioni interne come nel
primo ‘900. Una corrente maggioritaria sostiene la necessità di un legame col PCI, l’altra vuole inserirsi tra le
socialdemocrazie europee, riformiste e anticomuniste. Pietro Nenni impersona la prima, Giuseppe Saragat la
seconda. Le altre forze politiche hanno un radicamento sociale più tenue e soffrono di divisioni interne: il
Partito d’Azione ha un’ala socialisteggiante guidata da Emilio Lassu e una liberal-democratica guidata da La
Malfa e Parri. Questo partito e la Democrazia del lavoro di Bonomi son destinati a scomparire. Il PRI ha una
posizione stabile, seppur non di grandissimo rilievo, come il PLI. Il forte riferimento al passato si traduce nei
liberali in un elitarismo fuori dal tempo, anche se possono contare sul prestigio di Benedetto Croce. Croce
esprime però l’incomprensione liberale dell’esperienza storica da cui nasce la nuova Italia: il fascismo è stato
solo una parentesi, una momentanea ondata irrazionale.
Le donne→ammesse per la prima volta al voto, i partiti di massa si impegnano nella valorizzazione del loro
impegno in politica. La DC si sente in vantaggio, si pensa che le donne siano tradizionaliste e influenzate dal
clero. Delle donne viene valorizzata la funzione di “cura”, vengono realizzate iniziative a carattere
assistenziale. I partiti di massa concorrono a realizzare cooperative di consumo e produzione; uffici per
l’assistenza legale e medica gratuita; corsi di lingue straniere; scuole popolari e borse di studio. La presenza
capillare nella società aumenta i consensi di DC e PCI. Danno il loro supporto i sindacati, in primis la CGIL
(nata 1944), che raccoglie cattolici, comunisti, socialisti e repubblicani→più definita disciplina per i
2.
Gli italiani devono pronunciarsi sulla questione istituzionale “repubblica o monarchia?” con un referendum a
suffragio universale, contemporaneamente devono votare per eleggere un’Assemblea costituente (che stenda
la Costituzione), 2 giugno 1946. Maggio Vittorio Emanuele III abdica formalmente a favore del figlio
Umberto II (volto nuovo slegato dal fascismo). La sx è a favore della Repubblica, la dx della monarchia, la
DC non si pronuncia (orientamenti divergenti).
Al referendum vince la Repubblica (12.7mln di voti), il margine (monarchia ha 10.7mln)è discreto ma ha forte
differenza regionale: monarchia al sud, hanno bisogno di “normalità” e non hanno vissuto la Resistenza;
repubblica al centro-nord, hanno sentito la Resistenza, i partiti di sx stanno ricostruendo il loro insediamento.
I sostenitori della monarchia denunciano brogli nella conta dei voti, la Corte di Cassazione conferma la
legittimità del risultato elettorale. Umberto II parte per l’esilio, a fine mese viene eletto come capo provvisorio
dello Stato Enrico de Nicola, ultimo presidente della Camera prima del fascismo. Risultati elezioni per
l’Assemblea costituente: DC 35%, PSIUP 21%, PCI 19%. La DC raccoglie voti sia in centro-nord sia al sud e
conferma il carattere centrista, i suoi elettori votano in parte per la Repubblica e in parte per la monarchia. La
sx conferma la forza al centro-nord, MA comunisti delusi. UQ raccoglie tutti i consensi al sud, gli azionisti
spariscono dalla scena politica. De Gasperi riceve pressioni, soprattutto dalle gerarchie ecclesiastiche, perché
interrompa la collaborazione tra DC, PCI e PSIUP, ma lui resiste: è in vista la firma del trattato di pace con gli
Alleati, responsabilità da dividere tra tutte le forze politiche; la Costituzione deve essere varata da tutti gli
antifascisti, in particolare per l’inserimento in essa dei Patti lateranensi. L raggiungimento di questi risultati
entro il 1948 permette alla DC di conservare piena credibilità tra i moderati. Febbraio 1947 firmato il trattato
di pace, l’Italia si impegna a pagare riparazione ai paesi aggrediti e rinuncia ai possedimenti africani, al
Dodecaneso, a territori che vanno alla Francia, l’Istria viene ceduta alla Jugoslavia, Trieste diventa “città
libera” sotto controllo internazionale. Maggio De Gasperi pone fine alla fase dei governi di unità antifascista,
non può continuare la coalizione col PCI in un paese sotto l’ala USA. Costituisce un nuovo governo sostenuto
da DC, PLI e qualunquisti. L’Assemblea costituente vota una fiducia di strettissima misura. Viene agevolato
dalla scissione del PSIUP: la componente minoritaria e filooccidentale di Saragat si separa e dà vita al Partito
socialista dei lavoratori italiani, che diventerà Partito socialdemocratico italiano (PSDI), mentre la
componente maggioritaria di Nenni conferma la collaborazione coi comunisti e riprende il nome di PSI. Il
PSDI e i “laici” (repubblicani e liberali) diventano parte della strategia degasperiana, volta a governare con
una coalizione di moderati, dal centro dello schieramento politico, centrismo. PCI e PSI →all’opposizione
MA la collaborazione tra partiti continua nell’Assemblea costituente per la stesura della Costituzione, finisce
nel dicembre 1947, si scioglie. 1 gennaio 1948 in vigore la Costituzione: assegna potere legislativo alle 2
Camere (dei Deputati e Senato) elettive, il capo del governo è nominato dal presidente della Repubblica. La
Costituzione afferma il principio del governo parlamentare, legge elettorale proporzionale (sufficiente 1% per
entrare in Parlamento), si vuole evitare errore della legge Acerbo del 1924. Inevitabili i partiti di coalizione e
il reciproco controllo. Costituzione repubblicana→basata su principi fondamentali liberal-democratici garantiti
dallo Statuto albertino: garantisce i diritti civili (uguaglianza di fronte alla legge, libertà ecc.) e riconosce i
diritti politici + è innovativo il riconoscimento dei diritti sociali (pari opportunità). Rottura con l’esperienza
autoritaria costituita dal rovesciamento del rapporto individuo-Stato. La dittatura vede l’individuo come servo
3.
Luigi Einaudi (ministro del tesoro) debella l’inflazione e rassicura ceti medi e titolari di redditi fissi. UQ
scompare dalla politica e il suo voto viene assorbito dalla DC. La restrizione del credito e la fine del blocco
dei licenziamenti→aumento della disoccupazione operaia. Si scatenano proteste, la sx estende il suo consenso
al sud e al centro. Le resistenze dei conservatori sono tenaci, es. 1 maggio 1947 strage di contadini a Portella
della Ginestra, Palermo perpetrata dalla banda di Salvatore Giuliano (bandito, ma legato con il Movimento di
Indipendenza della Sicilia che ha legami col mondo mafioso). Muoiono 12 persone, prima strage dell’Italia
repubblicana. Le sinistre si uniscono in Fronte democratico popolare, hanno come emblema il volto di
Garibaldi per dimostrare il patriottismo. Il clima internazionale peggiora, riverberandosi sulla situazione
interna italiana. Momento di svolta: adesione del PCI al COMINFORM, il colpo di stato in Cecoslovacchia
spaventa gli anticomunisti, anche quelli italiani. I due schieramenti si raffigurano l’un l’altro come nemico
assoluto, il papa ribadisce che si è o con Cristo o senza, si serve dei Comitati civici (organizzazione creata da
Luigi Gedda, presidente dell’Azione Cattolica) per fare propaganda elettorale senza coinvolgere direttamente
la Chiesa. USA dichiarano che se vinceranno i comunisti gli aiuti del piano Marshall saranno interrotti, la DC
si presenta come il partito che garantisce l’appoggio USA. 18 aprile 1948 elezioni per il primo Parlamento
repubblicano. DC→ maggioranza dei seggi alla Camera e raggiunge quasi lo stesso risultato al Senato. De
Gasperi chiarisce che continuerà la collaborazione con socialdemocratici, repubblicani e liberali. Il Fronte
popolare ottiene solamente il 30% dei voti, ne perde soprattutto nelle regioni più sviluppate del nord,
preoccupate che l’interruzione degli aiuti americani bloccherà la ricostruzione industriale. 14 luglio attentato
a Togliatti, la CGIL proclama uno sciopero generale, occupate le fabbriche e scontri vs le forze dell’ordine, i
partigiani “rossi” tirano fuori le armi nascoste nel ’45. L’Italia è sull’orlo della guerra civile, De Gasperi
mantiene il sangue freddo e Togliatti invita alla calma dall’ospedale. Le proteste rientrano, ma il sindacato
unitario si frantuma: la componente cattolica fonda la Confederazione italiana sindacati lavoratori (CISL) e
quella laico-repubblicana l’Unione italiana del lavoro (UIL), lasciano la CGIL alla maggioranza
socialcomunista. 1947-48 si verifica la situazione di bipartitismo imperfetto: sistema politico basato su due
partiti, DC e PCI, imperfetto perché non può verificarsi l’alternanza al potere. È impensabile che un partito
comunista durante la GF possa governare un paese in Occidente senza effetti catastrofici. La sua forza ne
impedisce la totale esclusione (messa fuori legge come in Germania federale), gli anticomunisti sanno che la
sua base reagirebbe violentemente, che si uscirebbe dagli accordi costituzionali e che si lascerebbe via libera
alla destra antidemocratica. Si convincono a combattere il comunismo come ideologia e a dialogare con loro
per integrare le masse da loro guidate nello Stato repubblicano. I comunisti vogliono combattere la DC ma
anche comunicarci e trovare un accordo. Maggioranza e opposizione cercano mediazione nelle commissioni
parlamentari, l’insieme di queste pratiche (chiamato negativamente consociativismo) ha una ragione: evitare
che lo scontro politico si sposti dal Parlamento alle piazze.
4.
De Gasperi incoraggia un atteggiamento più severo delle forze dell’ordine. Mario Scelba (ministro dell’interno
1947-55) utilizza a questo scopo i reparti di polizia “Celere”, vengono spesso usate armi nel corso di
manifestazioni in piazza. 1949→preoccupata dalle persecuzioni a cui la Chiesa è sottoposta in regimi
comunisti, la Santa Sede dà il contributo all’idea di uno scontro totale, scomunica a chiunque ammetta la
dottrina marxista, atea e anticristiana. Dopo le elezioni del 1948 USA propongono di mettere fuori legge il
PCI, alternando pressioni e minacce. Il PCI ne esce rafforzato, fino al 1976 guadagnerà voti. Fine decennio→si
avvia la ricostruzione economica. 1951-51 Inchiesta parlamentare sulla miseria in Italia e sui mezzi per
combatterla, ne risulta che l’attività principale è l’agricoltura e che ¼ degli italiani vive in situazioni di
miseria/disagio. Più di ½ delle spese delle famiglie povere è destinata ai beni alimentari, rimane poco per
abitazione, istruzione ecc. Al nord le famiglie povere sono il 5,2%, in centro il 15,6%, nelle isole il 45,4% e al
sud 50,2 % (area depressa). Emanate leggi di riforma: 1948 la “formazione della piccola proprietà” garantisce
un piccolo contributo statale ai coltivatori diretti che intendono acquistare un terreno; 1950 approvata la legge
che prende il nome della zona Sila, Calabria e dopo alcuni mesi viene estesa ad altre zone sottosviluppate, il
5.
Ritmo sviluppo economico italiano post 1950 è straordinario, PIL pro-capite triplica tra 1950-70, tasso medio
annuo di crescita del 5-6%. Per ritmo dello sviluppo si piazza seconda dopo la Germania occidentale,
avanguardia in settore siderurgico, meccanico e chimico, prodotti in mercato internazionale. Italia diventa
grande potenza. DC media tra Italia in via di modernizzazione e quella tradizionale, comincia De Gasperi con
governo forte, continua Amintore Fanfani in governo fragile (eletto 1954 alla segreteria del partito). Fanfani
punta a rendere la DC autonoma da Chiesa e dal mondo imprenditoriale, la sostengono condizionandone le
scelte. Promuove una penetrazione capillare della politica nel settore pubblico, ne derivano guasti morali ed
economici, diventeranno evidenti più tardi. La DC di Fanfani si impegna a estendere il controllo sulla Cassa
per il Mezzogiorno, riforma agraria e organismi di partecipazione statale + sui consigli di amministrazione
degli enti locali che gestiscono: trasporti, distribuzione del gas, assistenza sociale e opere di pubblico interesse.
Contributo allo sviluppo economico da banche, industria, servizi, Iri e Banca d’Italia. La DC trova uno spazio
in cui inserirsi, in cui penetrano solo nel tempo. 1956 per il coordinamento e controllo di questo management
viene creato il Ministero delle Partecipazioni statali. Ruolo propulsivo dello Stato nell’economia non piace a
6.
1956 PCI in difficoltà, denunciati i crimini staliniani, scema il mito dell’URSS. Il PCI, per minimizzare
l’impatto, sostiene che lo stalinismo si stato una degenerazione e che il sistema URSS non contenga difetti
strutturali. È capace di correggersi da solo, come dimostra Chruščëv. Togliatti coglie l’occasione per ribadire
che in ogni paese il PC debba essere indipendente dall’URSS. I fatti in Polonia e Ungheria danno un forte
colpo alla credibilità URSS, recuperano credibilità con la guerra di Suez, dipingono gli anglofrancesi come
imperialisti. La crisi comunista spinge i socialisti italiani a mettere in discussione il mito dell’URSS e la scelta
strategica di allearsi in fronte unico con tutti i comunisti dagli anni ’30 in poi. Febbraio 1957 congresso
socialista a Venezia sancisce all’unanimità la rottura del patto di unità comunista e la volontà di integrarsi col
socialismo occidentale, obiettivo di riunificazione col PSDI e decisione di dialogare con la DC. 1955 apertura
dialogo con le sx, presidente della Repubblica Giovanni Gronchi (DC), eletto anche coi voti di socialisti e
comunisti. Rasserenamento politico permette la realizzazione della Corte costituzionale→ modernizzazione
della legislazione (prima seduta 23 aprile 1956) e il Consiglio superiore della magistratura→ indipendenza
della magistratura dal potere politico (in funzione nel 1958). Si pensa di poter finire gli anni di politica estera
subordinata a USA, nuovo atteggiamento della maggioranza viene chiamato neoatlantismo. Enrico Mattei
rappresenta al meglio questa politica. Crescente indipendenza da USA è favorita dal processo di unificazione
europea. 1955 Italia ammessa all’ONU. 1955-57 accelerate le trattative per raggiungere l’istituzione del
Mercato comune europeo (MEC), obiettivo: creare un mercato di consumatori in cui sia assicurata la
circolazione delle merci, dei lavoratori, dei capitali e dei servizi. 25 marzo 1957 al palazzo del Campidoglio,
Roma viene firmato il trattato finale per la nascita del MEC. PCI vota contro, teme il rafforzamento del sistema
occidentale sotto USA, socialisti si astengono.
1.
Politica e tv entrano in contatto: Nixon e John F. Kennedy (democratico, candidato alla presidenza) dibattono
nel 1960 in un programma tv. JFK diventa presidente, è rampollo di una famiglia agiata di Boston cattolica,
origine irlandese. Novità: fino a questo momento la presidenza ha sempre mantenuto il carattere WASP: white,
anglo-saxon, protestant. Propone un’immagine di bellezza, gioventù, cultura e ricchezza che, completata dalla
moglie Jacqueline e dai due bambini contribuisce al successo. È progressista, il suo slogan “Nuova Frontiera”
richiama lo spirito della Frontiera e il New Deal di Roosevelt. In politica estera si ispira a Roosevelt, Wilson
e Truman (presidenti democratici). Vuole che USA trasmettano un messaggio universalistico, cosa che
trasmette nel giugno 1963 a Berlino (al Muro): dice che la democrazia ha difetti, ma non costruirebbe mai un
muro per impedire ai cittadini di andarsene come il comunismo, se qualcuno è schiavo, nessuno è libero. Ogni
uomo libero, ovunque viva, è cittadino di Berlino. Conclude con Ich bin ein Berliner. 22 novembre 1963 JFK
viene assassinato a Dallas, Texas. Ottimismo e speranza da lui ostentate si risolvono in mistero: non si sa se lo
abbia ucciso un solo individuo o se sia stato vittima di un complotto. JFK governa per poco tempo, non realizza
pienamente il suo programma. Per giudicare bisogna unire le sue politiche a quelle del suo vicepresidente e
successore Lyndon B. Johnson, che si colloca sul solco da lui tracciato e governa fino al 1968.
Crisi di Cuba→dalla guerra con la Spagna del 1898 gli USA esercitano sull’isola una sorta di protettorato. Gli
imprenditori USA controllano l’economia cubana, es. nella produzione dello zucchero, nella gestione del gioco
d’azzardo (nelle mani dei mafiosi di NYC). Il regime autoritario corrotto di Fulgencio Batista protegge questi
interessi. Fine 1956 si leva contro di lui il movimento guerrigliero di Fidel Castro, che trionfa in gennaio
1959. I guerriglieri sono conosciuti nel mondo come barbudos (non si tagliano la barba). Inizialmente USA
non si dimostra ostile, poi esplodono i contrasti: Castro e il suo entourage, tra cui il medico argentino Ernesto
Che Guevara elaborano un progetto terzomondista (o nazionalcomunista): l’economia cubana deve essere
sottratta al dominio USA. Varata la riforma agraria: esproprio di piantagioni di zucchero a locali e imprenditori
USA, seguono altre riforme sociali. Nonostante l’apprezzamento, il regime ripiega sul modello autoritario del
partito unico. USA sono spaventati dall’insediamento del nemico comunista a pochi km dalle coste della
Florida. JFK autorizza una task force CIA (esuli anticastristi e equipaggiamenti USA) a sbarcare a Cuba, Baia
dei Porci (aprile 1961): invasori rigettati in mare dalla pronta risposta cubana. Casto appare come un grande
leader, JFK come un incapace, motivo per cui nella seconda crisi cubana (ottobre 1962) decreta il blocco
navale dell’isola quando scopre che l’URSS vi sta installando missili atomici. La crisi si risolve quando
Chruščëv accetta di smantellare le basi missilistiche in cambio dell’impegno USA a non invadere l’isola.
Tensione USA-URSS diminuisce, istituito il filo rosso per la comunicazione diretta Cremlino-Casa Bianca,
siglato il primo trattato per la sospensione di esperimenti atomici nell’atmosfera. JFK porta la sfida nel campo
ideologico: 1961 costituisce un’Alleanza per il progresso, gli intellettuali da cui è circondato sostengono che
USA debbano aiutare l’America Latina a combattere l’arretratezza da cui trae alimento il comunismo: largo
impiego di capitali (18mlrd $), tecnici e volontari civili nei Peace Corps. In quasi tutti gli stati rimangono al
potere oligarchie tiranniche, JFK prima e Johnson poi, in nome dell’anticomunismo, appoggiano
contraddittoriamente colpi di Stato vs governi democraticamente eletti (es. Brasile, Repubblica Dominicana
ecc.) e le dittature militari che seguono.
2.
Vietnam→diviso in 2 dal 1954: Nord comunisti e Sud USA piazzano Ngo Dinh Diem per arginare il nemico.
Nord: segue il modello URSS, monopolio del potere del partito comunista e controllo centralizzato
dell’economia. Errore→ 1956 un tentativo di collettivizzazione dell’agricoltura colpisce anche gli strati
intermedi che sostengono il Viet Minh (contrarietà di Ho Chi Minh). Alcuni del Viet Minh ascoltano URSS e
Cina e sono sensibili agli inviti di prudenza, altri vogliono la riunificazione del paese per patriottismo. Tra
questi, i meridionali rifugiatisi al nord chiede una risposta alle politiche repressive di Diem. 1959-60 vengono
autorizzati a tornare al sud per costruirvi il FLN e organizzare una resistenza armata. Uomini e mezzi si
infiltrano al nord attraverso Laos e Cambogia (giungla). USA chiamano i guerriglieri del FLN vietcong
(comunisti vietnamiti) e denunciano la loro azione come un’aggressione nord-vietnamita. JFK e Johnson non
vogliono trattative, forniscono a Diem armamenti e finanziamenti. Pensano che controinsurrezione possa avere
successo solo conquistando il consenso popolare. Puntano su progetti di sostegno allo sviluppo economico: es.
3.
In Occidente soffia un vento nuovo negli anni ’60. Si pensa che scienza e tecnica possano piegare la natura:
primo trapianto di cuore nel 1967 e sbarco sulla Luna nel 1969. L’Occidente è pieno di giovani, grazie al boom
demografico del dopoguerra, si inizia a usare l’espressione teen-ager, il fascino del modello americano
(americanismo) fa si che i giovani facciano propri certi modelli di abbigliamento e di consumo (es. jeans e
Coca-Cola). Il rock permette agli USA di esportare l’idea di cultura giovanile, essere giovane è il fondamento
di una cultura che vuole essere innovativa, trasgressiva, libera. Il passaggio dal vecchio al nuovo non è
semplice, il cinema hollywoodiano anni ’50 mostra giovani problematici che cercano modelli diversi dai
genitori (es. Il selvaggio e Gioventù Bruciata). Negli anni ’60 il distacco di realizza (rappresentato dal film Il
laureato). Ai progressi scientifici e tecnologici si accompagnano previsioni apocalittiche, al boom dei consumi
consegue una rabbia causata dalle disuguaglianze sociali nei paesi avanzati (e tra paesi avanzati e paesi poveri).
La società dei consumi viene identificata con un meccanismo standardizzante e omologante, capace di
mercificare tutto, di rendere l’essere umano plagiato dai persuasori occulti (Packard, 1957), sembra che le
masse debbano essere eterodirette, dirette dall’esterno. Nell’arte e nella letteratura i protagonisti sono privi di
sentimenti, capaci solo di reazioni automatiche (es. Beckett, Antonioni). Preoccupazioni simili le manifesta la
filosofia politica degli anni, es. “L’uomo a una dimensione” (1964) di Herbert Marcuse (tedesco scappato negli
USA). Per Marcuse la società contemporanea è irrazionale: conserva la pace con la minaccia della guerra
atomica; produce ricchezza ma la maggior parte della popolazione è povera; ha inventato l’automazione ma
continua a schiavizzare l’uomo. Per difendere e mascherare tale irrazionalità, il sistema utilizza la tolleranza
repressiva: garantisce la crescita dei consumi e del benessere materiale e concede il soddisfacimento di desideri
superflui (es. automobile) e di apparenti libertà (es. vacanze), così che le persone siano illuse di poter fare ciò
che vogliono. È come un nuovo totalitarismo, seducente e confortevole. La società dei consumi si presenta il
migliore dei mondi possibili, ma priva l’individuo della libertà di scelta, riducendolo a “cosa tra le cose”. Chi
si può attivare per il cambiamento nella società a una dimensione? Coloro che non sono stati plagiati dal
sistema: i giovani e in particolare gli studenti. Le generazioni nate dopo il 1945 hanno una visione del mondo
e un’identità proprie e distinte da quelle degli adulti. Molti pensano che la sorte di ogni individuo sia legata a
quella degli altri, la nuova categoria “crimini contro l’umanità” ne è testimonianza. Giornali e TV mostrano
4.
I movimenti collettivi giovanili degli anni ’60 si ispirano all’internazionalismo, dell’egualitarismo, del
pacifismo e dell’antiimperialismo. La vera libertà deve andare oltre ai bisogni indotti da una società fondata
sul mercato e profitto, creata e governata da adulti. 1968 anno in cui il movimento studentesco giunge al
culmine in USA e Europa occidentale. Il movimento prende forma nelle università USA, come la Berkeley,
per poi diffondersi in Europa e radicalizzarsi con occupazioni e proteste. È principalmente è il frutto della
presa di coscienza generazionale che prende a bersaglio il meccanismo di trasmissione della cultura. Si
infrange il meccanismo pedagogico, per cui la verità è trasmessa da adulti a giovani, il flusso prende una
direzione contraria, dal basso verso l’alto. Diventa pratica comune l’organizzazione di controcorsi,
controlezioni e seminari autogestiti contro le “autoritarie” lezioni tradizionali. Gli studenti esprimono pareri
anche circa l’orientamento della ricerca, contestando l’uso della scienza per fini militari o economici.
Obiettivo: rendersi autonomi culturalmente e moralmente. Parte del movimento si coagula in gruppi politici
che nell’insieme vengono chiamati New Left (USA), Nouvelle Gauche (Fr), Neue Linke (De), Nuova sinistra
(It). La “vecchia” sx (liberale, socialdemocratica o comunista) è vista con diffidenza, come complice del
sistema. Si rifiuta il comunismo sovietico, viene preferito il Terzo Mondo: Cuba, Cina, Vietnam, più sono
lontani meno si notano le imperfezioni e possono rappresentare l’utopia della società solidale. La democrazia
parlamentare è ritenuta un vuoto contenitore di verità formali. Costante ricerca della democrazia diretta e
rifiuto della delega: ognuno deve rappresentare sé stesso. Viene stigmatizzata la repressione sessuale (maschile
e soprattutto femminile), in quanto architrave di quel mondo, viene rivelata la connessione tra la struttura
gerarchica della famiglia e quella del potere in generale: genitori comandano sui figli, l’uomo sulla donna, il
bianco sul nero ecc. Droghe, libertà sessuale o semplicemente i capelli lunghi segnalano l’opposizione dei
giovani all’autorità e la loro appartenenza ad una controcultura. Si formano comuni in cui gli hippies rifiutano
la proprietà privata, vivono insieme mettendo tutto in comune. Ci sono gruppi suggestionati dalle filosofie
orientali che praticano preghiere di gruppo, meditazione, ecc. e spesso consumano droghe in compagnia. L’uso
di sostanze stupefacenti è principalmente volto alla scoperta di sé. Uno dei frutti più importanti del movimento
è il neofemminismo, incentrato principalmente sui diritti civili. A partire dagli USA si diffondono i
consciousness-raising groups, che intendono aiutare le donne a liberarsi dai condizionamenti che le relegano
ad una posizione subordinata al mondo maschile. L’introduzione della pillola anticoncezionale nei primi
anni ’60 (condannata dalla Chiesa) rende più facile la separazione tra rapporti sessuali e procreazione,
rendendo le donne più libere nella gestione della sessualità. Aumenta il numero di studentesse (e di donne
intellettuali, come Simone De Beauvoir e Margaret Mead), e quindi anche quello delle donne economicamente
e culturalmente indipendenti. Il femminismo dimostra che esiste anche l’oppressione di genere, deve essere
sanato da una rivoluzione politica. Il punto di principio è affermato ma è difficile consolidarlo nel tempo.
Anche nei movimenti del ’68 spesso le donne sono escluse dai ruoli direttivi.
5.
Il movimento è internazionale, ma gli USA occupano il ruolo centrale con una duplice veste:
1. In quanto avversario: gli USA si dimostrano incapaci di sconfiggere uno Stato debole (Vietnam) a
causa della forza morale di quest’ultimo + i mezzi feroci usati dagli USA sono distanti dalla difesa
della libertà.
2. In quanto protagonista: l’opposizione più significativa alla guerra è quella degli USA stessi.
Negli USA non ci sono solo il movimento studentesco e quello contro la guerra, ma anche quello dei neri
oppressi negli Stati del sud. 1955 a Montgomery, Rosa Parks (attivista di un’associazione per i diritti della
gente di colore) si siede su un autobus in un sedile riservato ai bianchi e si rifiuta di alzarsi, finisce in prigione.
Nasce la pratica del sit-in, pacifica occupazione di luoghi riservati ai bianchi per legge. La protesta pacifica
trova un leader in Martin Luther King, pastore battista afroamericano di Atlanta. Le autorità locali del sud
difendono la segregazione, più volte imprigionano King e coprono il Ku Klux Klan, che più volte uccide i
militanti del Movimento per i diritti civili. 1963 King organizza la marcia su Washington D.C. (250mila
persone) che si conclude col discorso “I have a dream”, nel 1964 vince il Nobel per la pace. La protesta ha due
comportamenti: quella di King, più moderata, vicina ai democratici e multirazziale; l’altra, radicale, non
esclude il ricorso alla violenza, composta da militanti afroamericani in gran parte del nord, che non vivono la
6.
Johnson dà contributo allo sviluppo della democrazia negli USA, combattendo l’apartheid e garantendo
l’approvazione del Civil rights act che dichiara illegali le discriminazioni in base a sesso, razza, etnia e
religione. La Guardia nazionale deve garantire l’applicazione delle leggi che dichiarano l’apartheid illegale e
l’FBI deve vanificare la violenza del KKK. Quest’iniziativa “dall’alto” si incontra con quella “dal basso” di
Martin Luther King ma è incompatibile con quella del Black Power (di Malcolm X). Johnson spinge per un
incremento della spesa pubblica per fini sociali (es. assistenza sanitaria per i poveri) in un progetto definito
della “Grande società”. Il numero di poveri si dimezza, ma il bilancio federale, sottoposto all’incremento di
spese militari e sociali, genera un deficit che provoca un processo inflattivo planetario. Crea un gigantesco
problema di consenso: la politica interna è liberale, ma l’escalation vietnamita no. Il governo sostiene che se
il nemico vincesse in Vietnam, tutte le altre piazzeforti del mondo libero crollerebbero. Il comunismo è dipinto
come un unico complotto, senza contare le differenze nazionali. Il contrasto tra URSS e Cina sta assumendo
proporzioni elevatissime: URSS si avvicina all’India in funzione anticinese dopo la guerra sino-indiana del
settembre-novembre 1962; 1964 i cinesi si armano di bomba atomica; 1969 scontri armati sul fiume Ussari
al confine Cina-URSS.
La logica del containment delle giungle vietnamite suona pretestuosa, giudicata così sia dall’opinione
pubblica radicale sia da quella moderata che guarda al Partito democratico. I democratici guardano ad altri
possibili leader, tra cui Robert Kennedy (ministro della giustizia). Alla scadenza del mandato presidenziale
(1968) Johnson decide di non ricandidarsi e avvia trattative di pace col Vietnam del Nord. Robert Kennedy si
candida ma nel giugno 1968 viene assassinato. Due mesi prima muore Martin Luther King, la rabbia dei neri
si scatena. L’elettorato premia il candidato repubblicano, Nixon, che manda a Parigi a trattare coi nord-
vietnamiti Henry Kissinger. L’accordo appare remoto, l’amministrazione rappresenta la dx e non può
accettare termini di pace che umilino gli USA, infatti inasprisce i bombardamenti sul Vietnam del Nord e
allarga alla Cambogia le operazioni di terra. Il duo Nixon-Kissinger fa una mossa clamorosa: riconosce
diplomaticamente la Cina comunista. Nasce l’accordo per la limitazione della corsa al riarmo atomico
(trattato SALT). Kissinger è uno studioso di storia delle relazioni internazionali, è affascinato dalla politica
dell’equilibrio seguita dai pianificatori del congresso di Vienna (1815). Kissinger si ispira alla Realpolitik,
lasciando poco spazio alle ideologie. Il realismo vuole che gli USA escano dalla palude vietnamita, i nord-
vietnamiti lo sanno e tengono duro. Gennaio 1973 Kissinger sottoscrive a Parigi un accordo col Vietnam del
Nord e con l’FLN. USA ritirano le truppe e cerca di sostituirle con denaro che dovrebbe assicurare la
sopravvivenza del Vietnam del Sud. Le menzogne che giustificano la guerra lasciano una ferita tra autorità e
opinione pubblica, Nixon ne paga le conseguenze, quando si scopre che ha abusato del potere per sviare le
indagini su un caso di spionaggio organizzato dai repubblicani ai danni dei democratici riuniti all’Hotel
Watergate. Minacciato di impeachment, il presidente di dimette (agosto 1974). In Vietnam riprende la
guerra, il Vietnam del Sud crolla, trionfano i soldati del nord e i vietcong, il nuovo presidente USA, Gerald
Ford dichiara che non interverrà. 30 aprile 1975 Saigon viene occupata e il Vietnam viene unificato sotto un
governo comunista.
2.
Spagna e Portogallo: regimi parafascisti, dopo il 1945 resistono attenuando i tratti di totalitarismo e
orientandosi verso modelli autoritari più tradizionali. Si basano sulla fedeltà dell’esercito, sul sostegno delle
gerarchie cattoliche e sulla protezione USA (perché argini al comunismo). Francisco Franco rimane caudillo
per quasi 40 anni, nel dopoguerra il paese viene espulso da NATO, piano Marshall e ONU. 1953 firma un
accordo militare con USA: cede basi militai per aiuti economici, 1955 ammesso all’ONU. Fine
anni ’50→svolta tecnocratica, scambi liberalizzati e diminuito il controllo statale sull’economia. Anni ’60
boom economico spagnolo MA a fine decennio la situazione diventa difficile: manifestazioni studentesche +
1973 crisi causata dall’aumento del prezzo del petrolio. 1973 Franco cede la guida del governo per problemi
di salute, il periodo franchista si conclude nel 1975 con la sua morte. La guida del paese passa al re Juan Carlos
di Borbone, dal 1947 Franco ha restaurato la monarchia, proclamandosene reggente. Inizia processo di
democratizzazione: legalizzati i partiti, amnistia per prigionieri politici, 1978 Costituzione democratica, che
abolisce pena di morte e religione cattolica come religione di Stato, dà più autonomia a Catalogna e Paesi
baschi. La transizione non è pacifica→omicidi e attentati di estrema sx e dx. 1981 reparti dell’esercito tentano
3.
Con l’invasione della Cecoslovacchia si spegne il fascino dell’URSS (anche PCI non la sostiene più). Già dal
1956 (invasione Ungheria) i socialdemocratici si distanziano dai comunisti e dal marxismo, motivo per cui
salgono al potere. Durante la guerra in Vietnam nemmeno gli USA piacciono, nessuno vuole l’imperialismo.
De Gaulle nutre forti dubbi verso gli USA, la Francia in politica estera non è sempre allineata alle logiche
occidentali: 1964 riconosce la Repubblica popolare cinese, condanna l’intervento USA in Vietnam, 1966 esce
dalla NATO. Si dota di armi nucleari per guadagnare in potenza e prestigio. Maggio 1968 acme della
mobilitazione studentesca, nasce nella periferia di Parigi e giunge in centro, scontri con le forze dell’ordine.
Notte 10-11 maggio studenti costruiscono barricate, 13 maggio sciopero generale, vengono affiancati da
operai. Timore di uno scontro finale fa allontanare il PCF e il sindacato (CGT) dal movimento e accettare gli
aumenti salariali + provoca una controspinta a dx. De Gaulle assicura l’appoggio dell’esercito vs il pericolo
della dittatura comunista e indice delle elezioni per giugno: gaullisti hanno la maggioranza, la protesta è
limitata alle grandi città e inizia a scemare. Poco domo De Gaulle si dimette perché un referendum boccia la
sua proposta di riforma delle amministrazioni locali. Gli uomini a lui legati (Pompidou, d’Estaing)
governeranno il paese nel decennio dopo. Repubblica Federale Tedesca→movimenti studenteschi hanno meno
appoggio operaio rispetto a Francia e Italia MA grande tensione quando il leader principale del movimento
(Rudi Dutschke) viene ferito da un’estremista di dx e dopo il varo di una legislazione per la difesa dell’ordine
pubblico (in ambienti di sx definita liberticida). Ci sono atti terroristici ma la democrazia regge. I più radicali
non vedono possibilità di dialogo con la politica ufficiale, non ci sono forze di sx e dal 1966 lo Stato è governato
dalla coalizione cristiano-democratici e socialdemocratici fino al 1969, quando vincono i socialdemocratici
che si alleano ai liberali (FDP) e mandano all’opposizione i cristiano-democratici. Collaborazione dura fino al
1982. C’è competizione con la Germania Est, non bastano le libertà civili e politiche lì negate, bisogna reggere
il paragone anche dal punto di vista sociale (Est: garantiti lavoro e istruzione). Politica estera→ innovativa,
uomo simbolo è Wikky Brandt, costretto all’esilio col nazismo torna in Germania nel 1945 e segue il processo
4.
Congiuntura economica mondiale è in cambiamento, a fine anni ’60 appaiono i segni della saturazione dei
mercati. Prima volta→1971 Nixon decide di porre fine agli accordi monetari di Bretton Woods (convertibilità
dei $ in oro). USA hanno stampato molta moneta e si sono indebitati a causa della guerra in Vietnam + spese
del progetto della “Grande Società” di Johnson. Nixon teme la diminuzione della fiducia internazionale nel
dollaro + deficit della bilancia commerciale: le importazioni superano le esportazioni, aumenta la capacità
commerciale degli altri Stati. Dollaro viene svalutato→fine stabilità commerciale, altri paesi decidono di
svalutare per favorire le esportazioni, ondata inflazionistica causa l’aumento del costo delle importazioni tra
1971-73. Aumento di prezzo del petrolio inizialmente ha motivazioni politiche (guerra arabo-israeliana del
Kippur, 1973), favoriti i paesi esportatori (Medio Oriente e Libia), sfavoriti quelli importatori. Aumento del
prezzo del petrolio alimenta le tendenze inflazionistiche (fa girare il mondo). L’inflazione cresce del 15-20%
l’anno in Italia, UK, Spagna, resta bassa in Germania federale, Svizzera, Paesi Bassi. Si salvano i salari operai,
colpiti i lavoratori a reddito fisso. Fenomeno nuovo: l’inflazione corrisponde a un calo della produzione
(stagflazione, stagnazione + inflazione). Nella seconda metà degli anni ’70 la produzione torna a crescere, ma
a ritmo lento. Molteplicità di conseguenze culturali e politiche, messa in discussione la fede nel progresso,
inizia a nascere il pensiero ecologista, il modello di sviluppo seguito non è sostenibile (critica di sx). Critica
di dx è politicamente più influente, è legata alla questione fiscale: nell’immediato dopoguerra le classi più
abbienti accettano l’aumento del carico fiscale, necessario per il welfare state. Seconda metà degli anni ’60 lo
Stato viene accusato di produrre sprechi e inefficienze.
1.
Conflitto arabo-israeliano: prima fase 1947-48, seconda fase 1956, terza fase 1967. Nella terza fase USA
sostiene ancora gli israeliani, URSS sostiene ancora gli arabi. Gli arabi non hanno mai riconosciuto la
legittimità di Israele e minacciano di distruggerlo, gli israeliani sanno che le loro frontiere sono indifendibili e
pianificano un attacco preventivo. Giugno 1967 Israele scatena un’offensiva con successo fulmineo (guerra
dei 6 giorni): conquistano il Sinai egiziano, Gaza, le alture del Golan e Gerusalemme Est + Cisgiordania (si
impadroniscono dell’intera Palestina). I politici israeliani collegati al Partito labourista (sx) o al Likud (dx)
pensano di tenere Gerusalemme Est e Cisgiordania per costruire un Grande Israele. Un movimento neo-
sionista organizza colonie di popolamento ebraiche su territori occupati. Nelle terre di occupazione vivono
2.
Anni ’60 seguono esempio di Cuba, ma senza successo, i movimenti rivoluzionari in Bolivia, Colombia,
Guatemala, Perù e Venezuela. Che Guevara prende posizione su questo versante, visto come un guerrigliero
romantico. Tutti i rivoluzionari lo citano con “cercare uno, due, tre, molti Vietnam”. Ci sono molte differenze
però tra America Latina e Vietnam. In Bolivia Guevara è in guerriglia con il governo filoamericano, viene
catturato e ucciso nel 1967. In America Latina i rivoluzionari e progressisti sono antistatunitensi, USA si
appoggiano a gruppi conservatori locali. 1975 Il coordinamento già esistente tra servizi segreti latino-americani
per combattere la sovversione di sx con il sostegno CIA e FBI viene formalizzato attraverso l’avvio
dell’operazione Condor. Obiettivo: eliminazione dell’opposizione e della sovversione.
Brasile→primo paese in cui vengono cancellate le regole della democrazia, 1964 c’è un colpo di Stato
dell’esercito che vede rovesciato il governo del cattolico di sx Goulart: fuori legge tutti i partiti e create due
forze politiche controllate dal governo, soppresse le manifestazioni studentesche e ridotti al silenzio i vescovi
e parroci che denunciano l’ingiustizia sociale nel paese, guerriglia urbana repressa.
Uruguay→tradizioni liberali, anni ’60 grave crisi economica accompagnata da proteste sindacali e
studentesche + azioni armate e assassinii compiute dal movimento marxista-leninista Movimento di
Liberazione Nazionale Túpac Amaru (da nome di una rivolta indigena vs spagnoli). Il presidente della
Repubblica nel 1972 proclama lo stato di guerra interna e affida all’esercito la repressione della guerriglia e
nel 1973 cede il controllo del governo ai militari, che attraverso gli squadroni della morte smantellano le
organizzazioni armate. Parlamento sciolto, partiti politici banditi, diritto di riunione negato, leader sindacali
arrestati, manifestazioni represse.
Cile→forte tradizione liberal-democratica, i militari non sono mai intervenuti nel governo. presidente della
Repubblica: eletto dal popolo col sistema presidenzialista. 1970 elezioni, schieramento di centro-destra
candida un democristiano vs uno di centro-sinistra (Unidad Popolar) che richiama i fronti popolari e candida
3.
1975 Vietnam è libero dallo straniero, unificazione sotto un regime comunista, le sinistre lo identificano come
un luogo positivo e di benessere MA si instaura un regime comunista autoritario. Il partito governa il paese
con piglio centralistico e autoritario, i sostenitori del vecchio regime vengono mandati in campi di
rieducazione, borghesia perseguitata, alcuni scappano nel mar Cinese meridionale (boat-people). La
collettivizzazione non sana i problemi del sud, l’ambiente è distrutto da guerra e armi chimiche + masse di
persone sono state sradicate dai loro villaggi durante la guerra. Il governo USA perseguita il Vietnam con
sanzioni economiche, quindi il Vietnam chiede aiuto all’URSS inimicandosi la Cina.
Cambogia→socialista, linea filocinese. Con la partenza degli americani si crea un vuoto di potere, colmato dai
khmer rossi, il cui leader è Saloth Sar, conosciuto come Pol Pot. Nasce un regime ferocissimo, obiettivo è
cancellare ogni differenza di classe, differenze tra città e campagna e instaurare una società virtuosa. Abolito
tutto ciò che sembra proprietà privata: industrie, botteghe artigiane ed esercizi commerciali. La capitale Phnom
Penh e le altre città vengono svuotate, popolazione deportata in campagna, bambini di 10-12 anni sottratti a
genitori e famiglie separate. Vengono uccisi gli oppositori, i filooccidentali e chi non apprezza la vita semplice
di campagna (in tre anni muore 1.5mln di persone su 7mln, auto genocidio cambogiano). Vietnam si sente
minacciato, 1978 appoggia le forze ostili ai khmer rossi attraverso un intervento militare che porta
all’instaurazione di un governo favorevole. Cina la reputa un’azione a lei ostile manovrata dall’URSS, 1979
invade il Vietnam nord, dove deve scontrarsi coi militari vietnamiti, più forti, che la fanno retrocedere in poco
tempo. Vengono messi in discussione il progetto comunista e il mito terzomondista (pure nei paesi più poveri,
senza interferenze occidentali, si combattono guerre). Scompaiono gli uomini simbolo di tale progetto: Houari
Boumédiène, presidente della Repubblica algerina anni ’60, Tito di Jugoslavia, ci si rende conto che il regime
di Fidel Castro è autoritario come gli altri.
4.
1.
Difficoltà economiche URSS si accentuano nella seconda metà degli anni ’70. Il PIL pro-capite smette di
crescere, le aspettative di vita (maschile) calano soprattutto a causa dell’alcolismo, aumenta la criminalità.
1982 muore Brežnev, 1984 muore il suo successore alla guida del PCUS, Jurij Andropov. 1985 l’oligarchia
nomina alla carica Michail Gorbačëv. Gorbačëv si muove sul versante del rinnovamento con molta energia, la
sua linea ha 2 parole-chiave: perestrojka (riforma, ovvero liberalizzazione economica e politica) e glasnost
(trasparenza, chiarezza nei processi decisionali, legalità e libertà di espressione). 1988 nuova Costituzione, non
mette in discussione il partito unico ma consente candidature plurime alle elezioni del Congresso dei soviet
2.
Indipendenza dei paesi satelliti dell’Europa orientale è seguita da un processo di disgregazione interno
dell’URSS. Il
sistema comunista URSS va in crisi, viene meno la soluzione federale che nel 1921 ha garantito la tenuta di
parte dell’ex impero zarista. Prime indipendenti (1990-91) repubbliche baltiche (Lettonia, Estonia e Lituania),
poi le repubbliche caucasiche (Armenia. Georgia e Azerbaigian) e quelle dell’Asia centrale. Anche la Russia
3.
Regno di Jugoslavia→anni ’20-’30 egemonizzato da serbi, altre comunità hanno poca autonomia, malcontento
tra croati e sloveni. 1945 Tito cerca di rendere più agevole la convivenza tra i popoli jugoslavi: Stato con forma
federale. 1989 perdita fede nel comunismo, no ragione nel vivere assieme. La Costituzione jugoslava prevede
il diritto di secessione dei singoli Stati, il primo governo postcomunista che se ne vale è quello sloveno. Dopo
un referendum proclama la propria indipendenza 1991, l’esercito jugoslavo ha una debole reazione, respinta.
Crisi: 1991 la Croazia si dichiara indipendente, dopo che il partito nazionalista al governo (Unione democratica
croata) emana una costituzione sentita discriminatoria dalla minoranza serba (12%). Settembre 1991 diventa
indipendente la Macedonia. I serbi non vogliono la Jugoslavia, il capo del governo Slobodan Milosevic vuole
una Grande Serbia nella quale confluirebbero le minoranze serbe e le zone da loro abitate. Tornano vivide le
violenze del passato: in Krajina, regione croata a maggioranza serba, le milizie filofasciste croate hanno
perpetrato stragi orribili durante la IIGM vs i serbi. Le truppe serbe invadono la Croazia e inizia la guerra.
Contrapposizioni di nazionalismi e religioni. Nulla è basato sul passato, bensì sulle questioni politico-
identitarie del presente. Aprile 1922 la Bosnia Erzegovina dichiara l’indipendenza, dove fino a questo
momento hanno convissuto croati cattolici, serbi ortodossi e bosniaci musulmani, con l’indipendenza scoppia
un conflitto triangolare. Combattono minoranze serba vs croata per l’unificazione ai loro Stati, e serbi + croati
vs musulmani che vogliono Stato proprio, Sarajevo è polveriera. Ognuno vuole uno Stato proprio su un
territorio proprio MA le popolazioni vivono mischiate: ognuno cerca di omologare dal punto di vista etico-
religioso le aree che controlla militarmente. Pulizia etnica: espulso o deportato chi è di un’etnia diversa, vietati
matrimoni misti, costruiti campi di concentramento. Stupri di massa delle donne di altri gruppi, fosse comuni
per cancellare le tracce dell’uccisione di uomini, donne e bambini di etnia nemica. Bosnia: distrutta dalla
guerra, 100mila morti di cui 40mila civili. 1992 interviene militarmente l’ONU (poco effetto), 1994 le
pressioni internazionali e USA hanno effetto: fine ostilità croati vs bosniaci, si alleano vs i serbo-bosniaci e
fine del sostegno serbo ai serbo-bosniaci. I serbo-bosniaci non si arrendono e 1995 USA mobilitano la NATO
per bombardamenti. A Srebrenica bosniaci vengono trucidati dal generale Mladic, l’ONU non interviene. 1995
offensiva croata ha la meglio sui serbi della Krajina, segue pulizia etnica. 1995 a Dayton (Ohio) iniziano le
trattative tra Tuđman (croati), Milosevic (serbi) e Izetbegovic (bosniaci), a fine anno viene siglato l’accordo
di pace a Parigi. Bosnia Erzegovina diventa somma di 2 entità: Federazione (croato-musulmana) di Bosnia ed
Erzegovina e una Repubblica serba, ognuna con propria Costituzione. Serbia viene coinvolta in un conflitto in
1.
1968 Italia scossa da movimentazione studentesca e giovanile. Il movimento si appella a una democrazia
diretta vs una delegata, è convinto che l’ampliamento dei consumi soddisfi desideri materiali ma alieni gli
individui, definisce “di classe” scuola e università (funzionali al mantenimento delle disuguaglianze sociali).
Il movimento studentesco italiano ha radici simili a quelli USA, francese e tedesco, ma è più radicale.
Inizialmente punta ad avere più aule, più mense, più laboratori e maggiore attenzione per gli studenti lavoratori,
alla fine 1967 le proteste diventano dure e vengono occupate le facoltà. Marzo ’68 a Roma gli studenti si
scontrano con la polizia che vuole impedire l’occupazione della facoltà di Architettura. Gli studenti reagiscono
per la prima volta alle cariche delle forze dell’ordine. L’Italia ha vissuto per 30 anni sotto la DC, l’ala più
radicale del movimento ne deduce una mancanza di democrazia e accusa la DC di aver asservito il paese
all’imperialismo USA e di aver creato un regime clerico-fascista. Rimprovera alla sx istituzionale di essersi
integrata col sistema. Gli studenti capiscono che rimanendo chiusi nelle Università il progetto rivoluzionario
fallirebbe, gruppi piccoli e combattivi provano a organizzarsi per dare continuità alla propria azione. Alcuni si
ispirano al leninismo (partito centralizzato diretto da una élite il cui fine è la rivoluzione). Almeno 2 gruppi
della Sinistra rivoluzionaria (Lotta Continua e Potere operaio) si definiscono operaisti. L’operaismo (R.
Panzieri, M. Tronti, T. Negri) esalta l’autonomia operaia, i lavoratori non devono delegare a nessuno la
rappresentanza dei propri interessi, la fabbrica è il luogo di massimo sfruttamento capitalistico. I rivoluzionari
si convincono che coloro che sono emigrati da campagne in città non siano integrati nel sistema (sono
emarginati con orari di lavoro insostenibili), quindi che non siano esposti alle sue lusinghe. Pensano che
occorra canalizzarne la delusione e rabbia per far scoppiare la rivoluzione. Molti fatti sembrano confermare le
teorie dell’operaismo, gli scioperi continuano fino agli anni ’70, dando vita a una conflittualità sociale mai
vista in Europa. Picco: autunno caldo 1969 MA no rivoluzione.
Economia→la protesta spinge sindacati e INTERSIND (associazione delle imprese a partecipazione statale)
alla firma di un accordo, dicembre 1969, poco dopo cede Confindustria. I salari vengono generalmente
aumentati MA in questo periodo ci sono elementi negativi: shock petrolifero, aumento costo materie prime,
calo dell’esportazione a causa della contrazione del commercio mondiale, aumento del deficit del bilancio
pubblico. Crisi anni ’70 è arresto momentaneo, dopo di che la crescita riprende e diminuiscono le differenze
di reddito.
Politica→maggioranza di operai rimane fedele al PCI (politica riformatrice e vuole la rivoluzione), che
conserva il radicamento sociale, l’influenza sul movimento sindacale e trae prestigio dalla sua diversità (non è
al governo, non è causa di problemi). Guadagna affidabilità democratica condannando nel ’68 l’invasione della
Cecoslovacchia da parte URSS. La politica “ufficiale” è bloccata, la spinta a sx dell’opinione pubblica non si
trasferisce su piano elettorale nel 1972. La DC si attesta quasi 39% dei voti e rimane in maggioranza coi suoi
alleati. PCI ha 27%, PSI 10%, 3% per sx più estremista, il MSI ha 9% dei voti. Il MSI non può allearsi con la
DC, la DC torna alla formula del centro-sx: Mariano Rumor presidente del Consiglio.
2.
Alla dx del MSI si formano gruppi rivoluzionari neofascisti, tra cui Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale,
distaccatisi dal MSI nel 1956 e 1960. Svolgono un ruolo importante nella strategia della tensione. Momento
di avvio: esplosione di una bomba in una banca in p.zza Fontana a Milano, 12 dicembre 1969 (17 morti, 205
feriti). Seguono la bomba sul treno Freccia del Sud presso Gioia Tauro (luglio 1970), l’attentato a una pattuglia
di Carabinieri a Petano (maggio 1972), l’attentato alla questura di Milano (1973), bomba in p.zza della Loggia,
Brescia (maggio 1974), bomba sul treno Italicus a San Benedetto Val di Sambro (agosto 1974), attentato alla
stazione di Bologna, 85 morti e 200 feriti (agosto 1980). Il terrorismo è indiscriminato, quindi stragismo. Gli
attentati non vengono rivendicati, i gruppi puntano a incolpare la sx per portare a dx l’opinione pubblica. Per
l’attentato in p.zza fontana viene arrestato un anarchico (Giuseppe Pinelli) che cade da un balcone della
questura di Milano durante l’interrogatorio, e in seguito un altro (Pietro Valpreda) che viene condannato a una
3.
Come sbloccarsi dai 25 anni di DC? PCI è unico partito che potrebbe attirare una maggioranza, ma il
bipartitismo imperfetto lo esclude dal governo. Ogni volta che si propone di modificare il conventio ad
excludendum (patto non scritto ma ferreo) c’è una controspinta a dx per evitare che ciò accada. L’Alleanza
Atlantica e USA premono per impedire tale esito. L’alternanza al governo è impossibile, ma l’Italia realizza
grandi riforme. 1970 lo “Statuto dei lavoratori” amplia le conquiste del movimento operaio: tutelata la privacy
(soprattutto di opinioni politiche), garantiti permessi a studenti lavoratori, diritti di associazione e attività
sindacale su posti di lavoro, e diritto delle rappresentanze di verificare l’applicazione delle norme di salute e
integrità fisica. 1970 attuato l’ordinamento regionale, alle Regioni vengono affidati poteri legislativi in campo
di sanità, assistenza sociale, pianificazione urbana e opere pubbliche, giugno prime elezioni Regionali. 1970
la DC si impegna nel varo della legge che regolamenta l’istituto del referendum abrogativo, per poter chiamare
gli italiani ad abrogare la legge sul divorzio, che sta per essere varata al Parlamento. All’origine di questa
battaglia c’è il partito Radicale di Marco Pannella, in Parlamento il PSI ha ruolo decisivo, PCI si schiera tardi
perché teme di essere considerato estremista (poi si dice pro). Maggio 1974 referendum sul divorzio, Ciesa e
associazioni spingono la DC allo scontro convinte di vincere MA 60% di italiani vota sì per conservare la
legge. Iniziano a venire varate una serie di leggi che contribuiscono al cambiamento dei costumi e
all’emancipazione femminile. 1971 cancellato il divieto di vendita di anticoncezionali, 1975 riconosciuta la
parità giuridica di marito e moglie, equiparazione dei figli “legittimi” (nel matrimonio) e “naturali” (fuori),
abbassamento della maggiore età da 21 a 18 anni. 1977 vietate le discriminazioni tra uomini e donne
nell’accesso al lavoro, nella retribuzione e nella carriera. 1978 varata la legge sull’aborto, fa accendere dibattiti
e conferma schieramenti: DC e Chiesa vs sx e forze laiche, 1981 cattolici chiedono referendum, la legge rimane
in vigore.
1973 varata la legge sull’obiezione di coscienza: servizio civile al posto di quello militare. 1974 varata legge
sul finanziamento pubblico dei partiti (per renderne trasparenti i conti economici) MA assenti controlli seri,
non ci sono risultati apprezzabili e l’opinione pubblica non limita la propria diffidenza. Dall’estero arrivano
finanziamenti segreti: da URSS per PCI e da USA per DC. 1978 istituito il Servizio sanitario nazionale, cure
per tutti i cittadini senza distinzione, 1980 “legge 180”, chiusura degli ospedali psichiatrici. 1981 abolito il
delitto d’onore e matrimonio riparatore. 1982 approvata la legge che permette il cambiamento di sesso.
L’impatto dell’ondata delle ontestazioni giovanili non può essere ridotto solo a disordini e violenza: ha una
forte funzione rinnovatrice-modernizzatrice. Dall’intrecciarsi delle due grandi questioni: “difendere la
democrazia borghese o lottare per il comunismo?” deriva una forte democratizzazione. Luoghi fino ad ora
chiusi agli sguardi esterni (es. uffici statali, caserme, scuole, ospedali ecc.) sono costretti ad aprirsi alla
4.
Enrico Berlinguer: sardo, alta borghesia, figlio di un’esponente del Partito d’Azione. Fin da giovane entra nel
PCI e fa vita di partito, pone attenzione al mondo cattolico. Segue l’insegnamento di Togliatti: solo abbattendo
gli “storici steccati” tra comunisti e cattolici la democrazia italiana può raggiungere l’equilibrio. 1972 diventa
segretario del partito, formula la proposta di un compromesso storico tra PCI, PSI e cattolici. Attraverso
l’unione delle forze popolari vuole evitare il successo di tentativi golpisti. Berlinguer afferma che in una
democrazia lacerata la sx non potrebbe governare da sola. 1969 Luigi Longo (segretario del partito) sostiene
che la futura società socialista deve essere pluralista, fondata su consenso popolare. Berlinguer si spinge più
avanti, coinvolgendo altri partiti comunisti europei in una proposta politica simile ai Fronti popolari, si parla
di eurocomunismo. 1976 Berlinguer ufficializza l’allontanamento dal modello URSS, vuole mantenere l’Italia
nella NATO. 1976 e 1977 in due congressi a Mosca ribadisce che i comunisti italiani considerano la
democrazia parlamentare e il pluralismo politico conquiste irrinunciabili, non vogliono la dittatura del
proletariato. L’eurocomunismo rimane vago ma ne deriva un aumento di consensi del PCI. 1970 il partito alle
elezioni conquista la “cintura rossa”: Emilia-Romagna, Toscana, Umbria. 1975 conquista le giunte delle
maggiori città italiane e altre regioni. PSI pensa che la linea democristiana non piaccia all’elettorato e pone
fine all’esperienza del centro-sx. 1976 PSI ha 10% voti, DC 38% e PCI 34%. I voti dei partiti di centro non
bastano alla DC per formare il governo, è inevitabile coinvolgere il PCI. 1976 si avvia la fase politica di
solidarietà nazionale, per cui il governo, guidato dal leader DC Giulio Andreotti, si basa sull’astensione del
PCI e degli arti partiti dell’arco costituzionale. Votano contro solo MSI, radicali e Democrazia proletaria.
L’ispiratore della svolta è Aldo Moro (DC), professore di diritto, eletto presidente della FUCI (federazioni
universitari cattolici) e del Movimento laureati cattolici. 1946 eletto alla Costituente, 1959 eletto segretario
DC, è convinto che le riforme necessarie possano arrivare solo col coinvolgimento socialista: con Fanfani
spinge per l’avvio del centro-sx. Moro ha un progetto ampio e di lungo periodo, vede il PCI come “anfibio”:
antisistema e antioccidentale MA ha contribuito a fondare la Repubblica e scrivere la Costituzione. Confida in
una terza fase della democrazia, nella quale una forza moderata e una progressista si alternano senza traumi.
Ottobre 1976 Moro presidente DC, fa da garante dell’affidabilità del PCI di Berlinguer come forza di governo
con Chiesa e Occidente (USA soprattutto).
5.
Il progetto Berlinguer-Moro scatena dubbi: un’alleanza onnicomprensiva non ha opposizione (non è
democrazia), ci sono dubbi in DC, a dx e a sx. il nuovo segretario del PSI Bettino Craxi sostiene la necessità
di autonomia di PSI e PCI e fa in modo che la sua “terza forza” venga schiacciata dai catto-comunisti. La sx
estrema considera l’alleanza un tradimento di Berlinguer. Anni ’60-’70→giovani di dx e sx iniziano a
scontrarsi, molti organizzano “servizi d’ordine” per difendere le proprie manifestazioni e pianificare
aggressioni vs gli avversari. Parte dell’estrema sx sceglie la lotta armata (+è diffuso lo stragismo di dx), non
sono anomalie in Occidente: in Spagna prende le armi l’ETA, in Irlanda l’IRA, in Germania nel 1970 nasce la
RAF (Rote Armee Fraktion), in Francia nel 1979 nasce Action directe, in Giappone c’è il Rengo Sekigun
(Esercito rosso unito, 1969) e negli USA ci sono i Weathermen (1969). I militanti di questi gruppi sono
affascinati dai movimenti guerriglieri, le organizzazioni armate metropolitane dell’America latina: i
Tupamaros (Uruguay), i Montoneros (Argentina) ecc. Vengono incoraggiati dalla caduta dei regimi
parafascisti europei (Spagna, Grecia e Portogallo), pensano che ciò accadrà anche nel resto dell’Occidente
“falsamente democratico”. I fautori della lotta armata sono convinti che la violenza sia quella capitalista, la
loro è legittima difesa. Il sistema deve essere ostretto a mostrare il suo vero volto, quello della repressione e
bisogna far scuotere e rendere attive le masse con gesti esemplari. In Italia le forze armate hanno una forza
specifica e un ruolo politico importante, tra esse si distinguono le Brigate Rosse (BR) nate nel 1970, iniziano
con azioni incendiarie. 1972-73 rapiscono per breve periodo i dirigenti di grandi industrie (es. FIAT e Alfa
Romeo), 1974 rapiscono il magistrato Mario Sossi, 1974 uccidono due militanti del MSI a Padova, 1976
assassinano il magistrato Francesco Coco e la sua scorta. In questo momento si intensifica “l’attacco al cuore
dello Stato”, 130 vittime tra morti e feriti. 1977 seconda ondata di protesta giovanile, frequente il ricorso ad
6.
Passaggio anni ’70-’80 rimette in auge l’alleanza DC, PCI e partiti laici minori. La sconfitta della DC circa il
referendum sul divorzio mette in dubbio la pretesa di rappresentare il centro del sistema politico. 1981
referendum sull’aborto ha risposta analoga. Per la prima volta il governo non è presieduto dalla DC, ma dal
repubblicano Giovanni Spadolini sostenuto dal proprio partito e da DC, PSI, PSDI, PLI. Si apre la fase politica
del pentapartito, 1983 DC sconfitta, Pertini è costretto a non nominare un democristiano. Craxi diventa il
primo presidente del Consiglio socialista (governa per 5 anni). Craxi vuole scalzare la DC, pone militanti o
simpatizzanti socialisti in testa ai centri di potere e dà alla sua battaglia un senso ideologico, si oppone alle
vecchie “chiese” (cattolica e comunista). Punta a far perdere consensi al PCI e alle sue contraddizioni. Non
riesce però a riequilibrare la sx, il PSI non supera mai il 14% dei voti, il PCI si assesta intorno al 27%. Il PSI
rappresenta l’Italia moderna che vuole distaccarsi dalle vecchie ideologie. Il ciclo di radicalizzazione e di
violenza politica si stanno esaurendo, l’assassinio di Moro è una svolta: provoca paura anche tra i simpatizzanti
BR. Forze dell’ordine e magistratura reagiscono con decisione, 1988 i fondatori delle BR abbandonano
definitivamente la battaglia (le Nuove Brigate Rosse uccideranno i giuristi Massimo D’Antona, 1999 e Marco
Biagi, 2002).
Il paese negli anni ’80 cambia in ogni direzione, diventa famoso il made in Italy (es. Versace, Armani, ecc.),
è simbolo di glamour e un’icona postmoderna. Il successo è l’elemento più evidente della trasformazione
industriale, il sistema non è più concentrato nel triangolo industriale del Nord-Ovest, le imprese per abbattere
i costi decentrano alcune fasi della produzione in Veneto, Emilia-Romagna e Marche (Terza Italia), si
sviluppano aziende familiari e semiartigianali. Elementi negativi dell’Italia anni ’80→deficit bancario statale,
si gonfia da 65% del PIL a 90% a fine decennio. Le forze politiche non agiscono in merito perché cercano di
guadagnare consenso ampliando la spesa pubblica. Importante è il peso dei poteri occulti simboleggiati dalla
P2 e dalla corruzione. Partiti, correnti e singoli uomini nell’area di governo si arricchiscono chiedendo tangenti
a imprenditori in cambio di favori. Boom mafie meridionali: Cosa nostra (siciliana), ‘ndrangheta (calabrese),
camorra (campana), si rafforzano nelle zone di antico radicamento (Sicilia centro-occidentale, Calabria
meridionale, Napoletano) e dilagano in regioni del Sud (Puglia, Sicilia orientale, Calabria settentrionale).
Cresce il loro controllo militare ed economico del territorio, imposti tributi ai gestori di attività, sviluppo
traffico d’armi e droga. Le mafie approfittano della corruzione del mondo politico e dell’incapacità dello Stato
di conservare nelle proprie mani il “monopolio della violenza”. Nel momento in cui si esaurisce la violenza
politica, si avvia quella criminale. Soprattutto Cosa nostra rivolge la furia omicida vs uomini delle istituzioni,
il delitto che fa più scalpore è l’assassinio del generale Carlo Alberto della Chiesa (settembre 1982) nominato
dal governo prefetto di Palermo in funzione antimafia.
8.
Si attenuano i meccanismi che spingono i cittadini al “voto di appartenenza”, per cui ognuno esprime la propria
identificazione con l’ideologia di un partito. Si crea spazio per il “voto di opinione”, basato sulla valutazione
del singolo elettore della credibilità del programma, del partito e dei candidati, può cambiare ogni volta. DC,
PSI e PDS continuano a seguire il modello del “partito di massa”, sono rivolti a specifici gruppi sociali.
Mantengono una forte presenza a livello territoriale in modo da dialogare coi ceti di riferimento, intrecciano
rapporti con organizzazioni, vogliono coinvolgere i militanti e le loro famiglie e credono nell’impegno
pedagogico (possibilità di educare pedagogicamente l’elettorato). Dagli anni ’60 in Europa si diffonde il partito
pigliatutto: il ruolo dell’ideologia è attenuato e sono deboli i legami coi gruppi di riferimento, dato che la
società è più dinamica e la mobilità sociale è più elevata. La modernità spinge gli individui a portare in primo
piano gli interessi personali rispetto a quelli collettivi. I partiti militanti sono caratterizzati da centralizzazione
e personalizzazione, la società dei mass-media richiede decisioni rapide e leader riconoscibili. 1989-1992 i
1.
Protagonisti politici anni ’80-’90 sono da un lato Reagan e Thatcher, dall’altro Gorbačëv e El’cin. 1989 Reagan
viene succeduto dal repubblicano George H.W. Bush che prosegue con prudenza sulla linea del predecessore:
libero mercato e riaffermazione della superiorità USA. 1990 Thatcher costretta alle dimissioni a causa del
riemergere delle difficoltà economiche e della sua opposizione all’integrazione europea. 1991 elezioni,
maggioranza ai laburisti con Tony Blair. Blair non vuole tornare alle politiche pre-Thatcher, occorre dare
spazio al libero mercato limitando gli effetti negativi. 1992 Bill Clinton, democratico, succede a Bush. Clinton
insiste su una linea di apertura alla concorrenza internazionale, viene rieletto nel 1996. Gorbačëv è ammirato
nel mondo ma malvisto nel suo paese, gli si critica l’incapacità di padroneggiare la disgregazione del sistema
e il caos derivatone. 1991 esce di scena con URSS, El’cin non riesce a creare un ordine nuovo: le
2.
UE nasce nel 1993c, sviluppo della CECA (1951) e del MEC (1957). Prima fase→l’integrazione è economica,
la costruzione europea non vuole superare le entità statuali-nazionali. C’è un’esigenza politica: la
consapevolezza del carattere distruttivo mostrato dai nazionalismi europei con guerre, nazismo e fascismo. La
costruzione europea si lega alla scomparsa della guerra guerreggiata, è l’evento politico-istituzionale mai
realizzatosi senza l’uso di armi. Motto: si vis pacem para pacem (se vuoi la pace prepara la pace). 1989-90
crollo URSS riporta la guerra nelle periferie orientali (es. Jugoslavia), l’accelerazione del processo unitario
vuole rispondere a queste sfide. Sforzi per rafforzare gli aspetti politici della costruzione europea hanno
coronamento nel 1992, trattato di Maastricht sottoscritto da 12 membri: Belgio, Danimarca, Francia,
Germania, UK, Grecia, Irlanda, Italia, Lussembrugo, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna. Nasce l’UE, ambisce
a una politica estera di sicurezza comune, creare uno spazio continentale di libertà, sicurezza e giustizia +
armonizzazione di settori di pertinenza statale (es. politiche sociali e istruzione). Prime 2 decisioni:
realizzazione di un mercato unico (no barriere e dazi); impegno a dar vita all’unione monetaria e a una Banca
centrale europea. Inizialmente si decide che i sistemi economici e finanziari dei paesi debbano presentare
stabilità dei cambi e tassi di inflazione bassi, contenere il disavanzo del bilancio pubblico sotto il 3% e non far
superare al debito pubblico il 60% del PIL. 1995 si aggiungono Austria, Svezia e Finlandia. 1995 applicazione
accordi di Schengen, no controlli in frontiere interne, UE è un’area di libera circolazione. 1998 prende vita
l’unione monetaria: Grecia non rientra nei parametri, rimanda l’adesione (2001), UK, Danimarca, Svezia
conservano la propria moneta. 1998 prende vita la Banca centrale europea, 1999 prende vita l’euro. Rispetto
dei parametri di Maastricht→taglio alla spesa pubblica, difficili, causano malcontento. In Italia (pesanti deficit)
le politiche di risanamento impongono riduzioni di spese destinate a servizi sociali. 2004 in UE: Cipro, Malta,
Ungheria, Polonia, Slovacchia, Lettonia, Estonia, Lituania, Repubblica ceca e Slovenia. 2007 in UE: Romania
e Bulgaria, 2013 Croazia. Allargamento verso est: nuove condizioni Europa post-URSS MA più arduo
processo di integrazione politica. Messi insieme identità, interessi e redditi eterogenei. L’euroscetticismo UK
trionfa nel 2016 con un referendum indetto dai conservatori, che sancisce la Brexit. UE comprende 27 paesi,
19 con euro come moneta unica. Istituzioni principali: 1979 nasce il Parlamento europeo, formato da
rappresentanti eletti da cittadini europei, funzioni legislative e di bilancio + controllo politico della
Commissione europea, la quale rappresenta una sorta di governo dell’UE; Consiglio dell’Unione, ne fanno
parte i ministri degli Stati membri, ha potere legislativo; Consiglio europeo, capi di Stato o di governo degli
Stati membri e presidente della Commissione europea; Corte di giustizia, garantisce la corretta interpretazione
e applicazione del diritto dell’UE. A volte le competenze UE e degli Stati membri si sovrappongono. Non tutti
3.
America Latina→in auge contrapposizione USA vs Cuba, i primi colpiscono la 2° con embargo economico,
la 2° giustifica l’autoritarismo castrista con la necessità di proteggersi da un’aggressione. Fine 1989 ultimo
intervento USA in America centrale, Panama, dettato da intenti egemonici. I governi USA in America Latina
rinunciano a sostenere i governi autoritari purché anticomunisti, agevolando così la transizione verso
democrazia pluralista. Brasile primo luogo di transizione, il regime militare cede il potere dalla fine anni ’70.
Argentina: la dittatura non reggere l’umiliazione della sconfitta vs UK, 1983 indice libere elezioni, vince il
radicale Raúl Alfonsín. 1988 in Cile Pinochet viene sconfitto da un referendum da lui indetto, 1990 costretto a
lasciare il potere, rimane a capo delle forze armate fino al 1998. Anche in America centrale le dittature militari
lasciano spazio a governi civili (anche se fragili), 1990 Nicaragua il governo della sx sandinista viene sostituito
da un governo conservatore con elezioni. Nessuno paga per i crimini in America Latina durante le dittature a
parte Pinochet, che viene incriminato ma muore prima della conclusione del processo. Problema comune dei
paesi latinoamericani: indebitamento verso banche e istituti finanziari internazionali, le risorse per servizi
pubblici e le infrastrutture vengono assorbite dal pagamento dei debiti. Di fronte alle proteste dei paesi debitori,
negli anni ’80 il Fondo monetario internazionale interviene per favorire la rinegoziazione del debito estero e
la riduzione in cambio di riforme strutturali negli Stati. Inizi 2000 le situazioni in America Latina iniziano a
stabilizzarsi grazie a processi di sviluppo. Brasile diventa una potenza emergente, tra i primi 10 per ricchezza
prodotta. La crescita però è difficile e discontinua, pesano antichi squilibri: disuguaglianza tra maggioranza
povera e minoranza ricca, 1/3 degli abitanti vive al di sotto della soglia di povertà. Messico ha condizione
simile: dopo governo del Partito rivoluzionario istituzionale dagli anni ’20, 2000 vince un candidato
dell’opposizione alle elezioni, si avvia un’alternanza al potere di forze politiche diverse. Il paese è legato a
Canada e USA da accordi economici come il North American Free Trade Agreement (NAFTA) del 1994.
Ultimi decenni Messico cresce rapidamente MA si fanno sentire disuguaglianze sociali e geografiche. La
corruzione politico-affaristica e la criminalità organizzata (las mafias) contribuiscono a ritardare l acrescita
dell’America Latina, soprattutto in Colomba e Messico si formano cartelli di narcotrafficanti (inizialmente
cocaina verso USA, poi nel mondo). Gli scontri criminali vs autorità e criminali vs criminali causano continue
morti.
4.
Fine GF non ha effetti positivi nell’Africa nera. L’Africa produce 80% dei diamanti al mondo, ½ dell’oro, 1/3
del platino, 10% di petrolio e ferro. Queste risorse espongono le deboli realtà statali emerse dalla
decolonizzazione agli appetiti neocolonialisti e alla corruzione delle classi dirigenti locali, che non sanno
promuovere un vero sviluppo. Dittature, golpe e guerre civili caratterizzano il continente alla fine del ‘900.
Eritrea conquista l’indipendenza dell’Etiopia in un conflitto che inizia negli anni ’60 e finisce nel 1991-93 ma
un nuovo conflitto scoppia tra 1998-2000. 1991 in Somalia deflagra una guerra civile, 1992 interviene l’ONU
a fini umanitari, fallisce. Da questo momento il paese è vittima del conflitto tra signori della guerra, milizie
islamiche approfittano del vuoto di potere ma nel 2006 sono costrette alla difensiva dall’intervento etiope.
2003 Sudan attraversato da scontri tra popolazioni arabe e non, alimentati da interessi stranieri che mirano alle
risorse petrolifere del Darfur (regioni sud). Eventi più drammatici→1994 Ruanda, gli estremisti dell’etnia
maggioritaria (hutu) scatenano una caccia all’uomo vs i tutsi (etnia minoritaria che occupa le posizioni di
potere) e vs gli hutu favorevoli alla pacifica convivenza. Genocidio, in poche settimane muoiono più di
800mila persone, gran parte uccise con machete. Il conflitto si estende negli Stati confinanti, dopo lo Zaire (in
seguito a un colpo di Stato riprende il nome di Repubblica del Congo) la guerra coinvolge la Namibia, Angola,
Uganda, ecc. Sottosviluppo e povertà vengono aggravati da incapacità di programmare investimenti (causa del
debito estero) + dalla desertificazione (riscaldamento globale) + tassi di natalità troppo elevati + malattie come
AIDS, Ebola e malaria. Problemi si aggiungono a guerre e dittature, causano emigrazione di massa e gravi
carestie. Europa occidentale è la destinazione principale delle migrazioni, soprattutto Grecia e Italia. Le
politiche restrizioniste europee (+ no sforzo per risanare le economie africane) spingono parte di questo
movimento alla clandestinità. Sud Africa→primi 70 anni del ‘900 si consolida l’apartheid. La maggioranza
5.
Dopo crollo URSS rimangono in piedi i regimi comunisti in Asia orientale: Cina, Vietnam. Laos, Corea del
Nord. Cina recupera un ruolo centrale. 1966-69 rivoluzione culturale, alcuni movimenti guardano alla Cina
come utopia, dove i movimenti giovanili dichiarano fedeltà a Mao. Milioni di giovani cinesi, movimento delle
guardie rosse, vengono chiamati dal leader a mobilitarsi contro i “vecchi” elementi che costringono la Cina
nei valori del passato. Contestano la tradizionale cultura confuciana che garantisce il potere degli anziani sui
giovani, uomini su donne ecc. Mao fa mettere nel mirino gli altri dirigenti comunisti e la nuova borghesia
comunista. Le Guardie rosse agitano il libretto rosso che raccoglie brani delle opere di Mao, assumono il suo
pensiero come fondamento di ogni verità, culto della personalità. Cacciano i (considerati) privilegiati dal potere
e li mandano nelle campagne per rieducarli attraverso il lavoro materiale nei campi, danni enormi all’economia.
1969 il caos minaccia il paese, Mao pone lo stop. Rivoluzione culturale si ispira a temi egualitari e caratteri
apparentemente anarchici (impastati con elementi totalitari). Mao cerca di spazzare via parte della classe
dirigente postrivoluzionaria, simile a purghe staliniane MA con spinta dal basso. 1976 muore Mao, fase di
transizione, prevale Deng Xiaoping. Segretario del comitato centrale del partito nel 1953, dimesso negli anni
’60 perché contrario agli eccessi della rivoluzione culturale. 1977 torna ai vertici del potere, guida l’ala
riformista vs i radicali (guidati dalla vedova di Mao, Jiang Quing, incriminata nel 1980 con suoi collaboratori).
Il processo alla Banda dei quattro fa allontanare il regime dalle violenze. Deng diventa famoso per il suo
pragmatismo, non assume la carica di segretario di partito ma permette alla Cina di aprire rapporti col mondo.
Vuole far uscire il paese dalla povertà, crea delle Zone economiche speciali (ZES) con facilitazioni fiscali, la
cui produzione è destinata all’esportazione e vengono importati tecnologia e capitali dall’estero. Introdotti
elementi dell’economia di mercato: liberalizzazione parziale dei prezzi, contadini possono gestire
appezzamenti di terra, assumere manodopera e vendere surplus al mercato, abbandonato l’egualitarismo
(premiati e incentivati i lavoratori migliori con salari più alti). 1980 Cina aderisce a FMI e Banca mondiale.
Vengono abolite le comuni, convertite in cooperative. Metà anni ’80 permesso costruire imprese private con
limite di 7 dipendenti. Viene favorita la formazione di un ceto medio, i dirigenti devono migliorare tecnologia
e produzione nelle aziende. + benessere = + domanda di beni di consumo e nuove case, crescita. 1992 Deng
lascia il potere, primi 2000 la Cina diventa la seconda potenza al mondo con tassi di crescita del PIL del 10%
annuo 1978-2007. 1997 UK cede Hong Kong alla Cina, è un centro commerciale e tecnologico, favorisce
l’integrazione globale. 2001 entra nell’Organizzazione mondiale per il commercio (WTO). Cresce il reddito
medio assieme al divario tra poveri e ricchi (il basso costo della manodopera è caratteristico cinese).
Accentuato lo squilibrio tra zone costiere (industriali) e interne (rurali), aumenta il dissesto ambientale. 1989
maggior tensione, protesta studentesca che si conclude tragicamente: legge marziale e massacro di migliaia di
giovani in piazza Tienanmen a Pechino. PC non rinuncia al monopolio del potere e lascia poco spazio a
dissidenze, situazioni difficili per le minoranze religiose. Non si capisce se la Cina sia comunista o variante
del capitalismo. La sua economia è interconnessa con quella USA, il deficit commerciale USA nei confronti
della Cina è stratosferico, cinesi sono i primi acquirenti mondiali di titoli di Stato americano: maggiori
finanziatori del debito di Stato USA.
Vietnam→avviato verso un vivace sviluppo economico in quadro di stabilità interna garantita dal regime
comunista. Giappone→dopo IIGM aumenta il proprio peso in campo economico, il sistema liberal-
democratico è caratterizzato dalla stabilità politica dovuta al dominio del Partito liberaldemocratico (PLD).
Anni ’90 avviata l’alternanza tra forze politiche. India→conflitti armati col Pakistan, richieste indipendentiste
6.
Durante il tramonto del colonialismo ci sono Stati indipendenti basati su un’identità religiosa islamica
(Pakistan e Arabia Saudita), MA negli anni ’50-’60 si pensa che l’elemento religioso sarà sovrastato da quello
nazionalista e laico (laicismo legato alla modernità). Questa prospettiva sembra trionfare, all’insegna del
nazionalismo terzomondista, anche nei paesi islamici come Turchia e i paesi arabi di Nord Africa e Medio
Oriente. Questo modello si contrappone all’Occidente ma lo imita con l’idea di Stato-nazione e facendo valere
la laicità. Nei paesi arabi le élite nazionaliste al potere non danno però spazio reale agli ideali panarabisti,
lasciano intatti i confini del colonialismo e non danno spazio alla democrazia pluralista→modelli oligarchici
(spesso corrotti) e autoritari. La principale religione laica (comunismo) collassa, va in crisi l’idea di Secondo
Mondo (sovietico) e l’idea di Terzo Mondo. Fine anni ’70 le entità religiose assumono forza in campo politico
(soprattutto nei paesi islamici). Rivoluzione iraniana e resistenza afghana ai sovietici portano il mutamento
davanti agli occhi del mondo. Pakistani, afghani, iraniani, turchi, 138mln di indiani non sono arabi, ma sono
musulmani: l’islam forma una nazione estesa su vari continenti, comprende 2mln di persone. Non tutti i fedeli
dell’islam si schierano per l’islamismo politico, solo una parte minoritaria di questo è definibile
fondamentalismo MA il peso di questa variante cresce nel XX secolo. Essa sostiene che i precetti dell’islam
vadano posti alla base delle istituzioni civili, deve prevalere la shari’a e che ogni musulmano deve partecipare
al jihad (guerra santa). L’islamismo radicale interpreta il jihad (che può essere anche lotta interiore) come
guerra vs gli infedeli: altre religioni + musulmani che non osservano fedelmente i precetti religiosi e indulgano
a costumi o concezioni politiche occidentalizzanti. Due maggiori varianti dell’islam: sunnita (maggioritaria) e
sciita (minoritaria, maggioranza in Iraq e prevalente in Iran), sunnita si reputa l’unica ortodossa e reputa la
sciita un’eresia. Il valore politico acquisito dall’identità religiosa in tardo ‘900 radicalizza i contrasti:
fondamentalismo sunnita inconciliabile con quello sciita. Conflitto Iran vs Iraq→USA sostengono
sorprendentemente il dittatore iracheno inizialmente filo URSS Saddam Hussein per contrastare la rivoluzione
islamica iraniana. 1990 Saddam sottoscrive la pace con l’Iran, poco dopo scatena una guerra per pretese
territoriali, vuole occupare l’emirato arabo Kuwait. Obiettivo: impadronirsi dei giacimenti petroliferi +
posizione strategica in Golfo persico. Pensa di poter vincere: vuoto di potere URSS e sostegno USA, ma
Kuwait è su una linea filoamericana, l’amministrazione Bush non vuole lasciare le ricchezze a Saddam. Bush
aspetta che l’ONU condanni l’aggressore e spedisca centinaia di migliaia di uomini + truppe di UK, Francia,
Italia e alcuni arabi (es. Siria). Ottiene anche il consenso dell’URSS. L’attacco sconfigge le forze irachene +
rivolte di minoranze religiose ed etniche, Saddam Hussein sta per cadere MA Bush blocca le truppe pronte
all’invasione dell’Iraq e lo lascia al potere (non si sa chi mettere al potere dopo Saddam). Conseguenze: USA
si confermano come unico paese in grado di plasmare gli equilbri globali, Saddam Hussein si appella alle
masse islamiche per uno jihad volto a riscattarsi. Finisce il nazionalismo arabi, solo la religione alimenta le
masse. L’integralismo si diffonde in Iran, Egitto, Turchia, Algeria, Marocco e Tunisia, esiti drammatici in
Algeria: il FIS (Fronte islamico di salvezza, partito integralista) vince le elezioni e il governo dichiara nullo il
risultato. FIS risponde con guerriglia e terrorismo, 1992-97. A questa guerra partecipano volontari da altri
paesi, in nome della fratellanza islamica (succede anche in Afghanistan, Bosnia, Nigeria, Sudan, Indonesia e
Filippine, dove le comunità islamiche sono in conflitto con gli infedeli).
7.
Afghanistan→1989 si ritira l’URSS, seguono guerre civili e conflitti tra fazioni e tribù che portano alla nascita
della Repubblica islamica dell’Afghanistan (1992). La guerra continua per 4 anni finché il potere non cade
nelle mani dei talebani (gruppo fondamentalista), restaurano ordine, applicazione alla lettera della shari’a,
8.
2011→movimenti popolari in diversi paesi arabi puntano su una rivoluzione laica-democratica e rovesciano i
regimi autoritari, moto conosciuto come primavera araba MA vero processo di democratizzazione solo in
Tunisia. Egitto: i militari ricreano regime autoritario, Libia è divisa in entità regionali indipendenti, Siria si è
disgregata in una feroce guerra civile. Parte dei cittadini in questi paesi simpatizza per l’islamismo politico,
nella ricerca di un’identità propria e antioccidentale i fondamentalisti riscoprono l’islam delle origini,
applicazione alla lettera di testi sacri e di precetti del Corano. Lo sviluppo del fondamentalismo islamico ha
carattere globale: oltre agli USA anche l’Europa viene colpita da attentati, es. 2004 a Madrid, 2005 a Londra,
poi Parigi, ecc. Il problema si ripropone più chiaramente nel 2014, anno di fondazione dell’ISIS (Stato islamico
dell’Iraq e Siria) chiamato anche DAESH, che sostituisce al-Qaida come centro motore del terrorismo
islamista. Volontari di tutto il mondo accorrono in Iraq e Siria per combattere a fianco della corrente sunnita
più intransigente, assumono controllo di città e territori. L’ISIS, con gli attentati terroristici nei paesi
occidentali, ripropone il terrorismo islamista come fenomeno globale. Il fondamentalismo non è tradizionale,
ma tradizionalista: guarda al passato per trovare le radici ma è attuabile solo nel mondo moderno. Il