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PALAZZO BUTERA

Palazzo Butera, prestigiosa sede di rappresentanza del Comune di Bagheria, sorge in fondo all'omonimo
corso ed è il più antico dei palazzi bagheresi. Fu fatto edificare nel 1658 da Giuseppe Branciforti, principe di
Pietraperzia e Leonforte, conte di Raccuglia e cavaliere del Vello d'Oro. Dopo la morte di un figlio e dopo
una cocente delusione politica, il principe amareggiato per essere stato coinvolto in una congiura
antispagnola, che gli costò la nomina a vicerè di Sicilia, scelse l'esilio volontario, lasciando la sua residenza
di Palermo e facendosi costruire un'imponente castello nelle sue terre di Bagheria.
Ebbe origine così, il primo insediamento della zona che condusse nella campagna bagherese, oltre ad un
personaggio così noto, anche una piccola corte che traeva sostentamento dalle ricchezze del principe.

Struttura del palazzo - Il nucleo originario di Palazzo Butera  ricorda un castello medioevale, protetto da
mura e da due torri di guardia merlate e camminamento per le ronde. La torre rivolta verso Termini
Imerese, ormai cadente, fu demolita alla fine del XIX secolo, mentre quella che guarda Palermo, ancora oggi
esistente, custodiva, un tempo, la collezione d’armi e costituiva l'ingresso al palazzo dalla consolare Valeria,
venuta alla luce durante l'ultimo restauro. Sulla facciata della torre fa bellavista l'incisione ''O Corte a
Dio'' che insieme a quella in spagnolo che sovrasta l'ingresso principale del castello, testimoniano lo stato
d'animo amareggiato del principe Branciforti: ''Ya la esperanza es perdida, Y un sol bien me consuela, Que el
tiempo, que passa y buela, Llevara presto la vida'' (Ogni speranza è ormai perduta, un solo bene mi consola
che il tempo passa e vola e presto mi toglierà la vita). Il castello ha forma rettangolare con due ampie
scalinate: una sul fronte sud e l'altra sul fronte est. Il portale sopra la scalinata sud fu realizzato nel '500 ed
è coronato da una magnifica decorazione di stile spagnolo che riproduceva con freschezza grappoli di
frutta, foglie e fiori. Una decorazione simile la riscontriamo anche nella torre sud intorno ad una nicchia che
ospita una statuina raffigurante la Madonna. Il castello si snoda attorno a due grandi cortili ed è circondato
da bassi 'dammusi' che anticamente erano abitati dai servitori o ospitavano le scuderie, dando vita ad un
piccolo borgo, nato all'ombra del castello. All'interno delle mura si trova anche una chiesetta e, nelle
vicinanze del palazzo, un teatro.

Il palazzo è elevato su tre livelli con tanti ambienti che hanno subito, nel corso del tempo, notevoli
cambiamenti. Nel primo livello si trovano l’anticucina, la cucina grande, il passetto ed il quartino dell’abate
Farina; la scala di nuova fattura in acciaio marmo e vetro. Sul secondo livello si trovano lo splendido salone
con gli affreschi del Borremans, la stanza della Principessa, l’appartamento del Principe. Sul terzo livello il
camerino dell’armeria, la camera per retret, la sala dell’orologio, dove si può ammirare il meccanismo dello
stesso, rimesso in funzione durante il restauro.
Nasce il primo nucleo di Bagheria - Nel 1769 Salvatore Branciforti, principe di Butera, nipote di Giuseppe,
realizzò il primo schema urbanistico della città di Bagheria. Egli fece costruire un nuovo palazzo adiacente al
lato Nord del castello medievale che prospettava su corso Butera. Fu proprio Salvatore Branciforti infatti, a
far tracciare corso Butera che la gente ai tempi chiamò 'lo Stradone' e che scendeva, da Bagheria,
direttamente verso il mare di Aspra. Questo corso, secondo la tradizione, fu tracciato, in una sola notte,
perché lambiva la proprietà di altri principi che non avrebbero mai dato il loro consenso. Ortagonalmente a
Corso Butera fu tracciato un altro largo corso fino ai ''pilastri'' che delimitavano i suoi possedimenti, il
cosiddetto ''Stradonello'' (odierno corso Umberto I) cui fa da fondale la Chiesa Madre fatta edificare, in quel
periodo, dallo stesso Salvatore Branciforti.
Al centro della facciata di Palazzo Butera fu scolpito lo stemma della famiglia Branciforti mentre sotto, nel
1900, la principessa Sofia di Trabia fece collocare un grande orologio. Sempre sullo stesso prospetto una
lapide ricorda Manfredi e Ignazio Lanza di Trabia, caduti durante il primo conflitto mondiale. 
Il parco della villa, che non esiste più, perché interamente lottizzato e coperto dal centro abitato, era
magnifico con i suoi viali alberati, con i vasi e le belle statue barocche e soprattutto con la Fontana
dell'abbondanza cheoggi si trova nel parco di Villa Trabia, sempre a Bagheria.

LA CERTOSA

Nel 1797, Ercole Michele Branciforti Pignatelli, figlio di Salvatore Branciforti, fece costruire nella pineta
retrostante il castello, un'originale Certosa, un padiglione neoclassico, con portico a quattro colonne di stile
dorico, adagiate su un basamento a scalini. L'edificio raccoglieva, in un bizzarro museo, figure in cera di
monaci certosini a grandezza naturale. Il principe, nella sua Certosa, volle ritrarre con statue in cera
imbottite di paglia e stoppa e con statue in

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