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Tolleranza, un termine che si radica nella storia per molti secoli arrivando fino a noi;

Il termine è stato spesso legato all’ambito religioso e politico, poiché la tolleranza si rivolge
soprattutto verso altre fedi religiose o pensieri politici. Nel corso della storia umana molti
filosofi si sono occupati di questo tema; Spinoza, John Locke, gli illuministi e soprattutto
Voltaire hanno espresso il loro pensiero a riguardo.
Tolleranza vuol dire accogliere la diversità; è la capacità di accettare e rispettare le idee e gli
atteggiamenti altrui senza violenza; tollerare vuol dire mettersi nella posizione di ascolto
dell’altro e cercare di confrontare le varie opinioni proposte per arrivare ad un punto di
contatto: è questa la funzione positiva della tolleranza.
Essa però riguarda una negatività perciò ha anche una valenza negativa: infatti questo
aspetto negativo viene sopportato per vari motivi che escludono una piena accettazione e
senza condizioni di ciò che viene tollerato.
Oggi in un sistema basato sulla democrazia la tolleranza ha un ruolo più debole del diritto di
libertà. Nella Costituzione francese del 1793 era presente una tendenza a ricondurre la
tolleranza alla libertà: perciò la tolleranza andò gradualmente ad identificarsi con la libertà di
coscienza come scrisse il filosofo inglese John Stuart Mill. L’unico vincolo imposto alla
tolleranza come libertà è dato dalla proibizione di infliggere un danno a qualcuno; infatti
arrecando un danno ad un persona si violerebbero i suoi diritti fondamentali.
Riguardo il diritto alla libertà religiosa penso sia giusto porre dei limiti entro cui restare:
ognuno può professare la religione che vuole a patto che non danneggi altri; se infatti si
praticasse una religione infliggendo danni ad un'altra persona si violerebbero i diritti
fondamentali di quella persona.
La famosa frase di Voltaire che rappresenta la tolleranza e la libertà nella sua concezione
illuminista rappresenta un sentimento ispiratore che si è completamente perso ormai:
“Disapprovo quello che mi dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo”.
L’esempio forse più eclatante è la politica italiana dove sono presenti violente
contrapposizioni che dimostrano come il confronto con l’altro sia sempre segnato da una
violenza linguistica e fisica.
Contrapposta alla tolleranza c’è l’intolleranza, cioè l’atteggiamento improntato ad un rigido
rifiuto delle opinioni e convinzioni altrui. Nel corso della storia l’intolleranza è stata
prevalentemente di tipo religioso, nei confronti di minoranze religiose che deviavano dalla
religione dominante; l’intolleranza impose talvolta conversioni forzate a parte della
popolazione e ostacolava in ogni modo l’insediamento di confessioni diversi.
L’intolleranza si è manifestata anche in discriminazioni razziali e discriminazioni contro
persone con un diverso orientamento sessuale; quest’ultimo aspetto dell’intolleranza è molto
presente nella nostra società attuale dove sono presenti molti episodi di violenze.

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