1 – Introduzione
Il Calcolo combinatorio, componente di primo piano di quella branca della Matematica chiamata
Matematica discreta, viene da sempre considerato una sorta di “argomento corollario”, utilizzato di fatto per
affrontare discipline ben più ampie e complesse, prime tra tutte la Teoria delle Probabilità e la Statistica.
Tale condizione fa sì che i pochi e semplici concetti costituenti il calcolo combinatorio siano di norma
affrontati in maniera frettolosa e sbrigativa, a scapito di quel rigore e di quella completezza necessari nella
trattazione (e soprattutto per la comprensione) di un qualsivoglia argomento di natura matematica.
L’obiettivo del presente scritto è quello di ( …. cercare di) trattare in modo completo e sufficientemente
rigoroso i concetti che stanno alla base del calcolo combinatorio.
2 – Una classificazione
A R
a1
a2
a3
Costruzione dei
...... raggruppamenti
formati da k
elementi di A
ai ......
an
Figura 1
A seconda del criterio utilizzato nella scelta degli elementi ai di A si ottengono diverse tipologie di
raggruppamento (e quindi diverse cardinalità dell’insieme R), alcune delle quali hanno da sempre rivestito
un’importanza fondamentale nel calcolo combinatorio.
In particolare, storicamente sono state definite 3 fondamentali tipologie di raggruppamento (ciascuna
delle quali, a sua volta, presenta poi 2 varianti), elencate qui di seguito:
Disposizioni
o con ripetizione degli elementi
o senza ripetizione degli elementi (dette anche Disposizioni semplici)
Permutazioni
o con ripetizione degli elementi
o senza ripetizione degli elementi (dette anche Permutazioni semplici)
Combinazioni
o con ripetizione degli elementi
o senza ripetizione degli elementi (dette anche Combinazioni semplici)
La variante con ripetizione degli elementi, presente con significati diversi1 in tutte e 3 le tipologie di
raggruppamento, considera i casi in cui è ammesso che all’interno di alcuni/tutti i raggruppamenti di R siano
presenti elementi di A ripetuti. A tal riguardo, ove sia necessario far riferimento esplicito al numero di volte
in cui un elemento ai compare in un raggruppamento, tale valore verrà indicato con ki.
In ogni caso va comunque precisato che l’esatto criterio con il quale vengono inseriti elementi ripetuti in
un raggruppamento viene indicato dalla definizione di quest’ultimo e pertanto è ad essa che va sempre fatto
riferimento.
Nei prossimi paragrafi daremo le definizioni generali di disposizione, permutazione, combinazione e, per
ciascuna di queste, definiremo le due varianti con o senza ripetizione degli elementi (Figura 2).
Definizione di
DISPOSIZIONE
Definizione di con ripetizione
DISPOSIZIONE Definizione di
DISPOSIZIONE
senza ripetizione
Definizione di
TIPOLOGIE PERMUTAZIONE
Definizione di con ripetizione
FONDAMENTALI DI
PERMUTAZIONE
RAGGRUPPAMENTO Definizione di
PERMUTAZIONE
senza ripetizione
Definizione di
COMBINAZIONE
Definizione di con ripetizione
COMBINAZIONE Definizione di
COMBINAZIONE
senza ripetizione
Figura 2
1
Questo aspetto, spesso trascurato nelle varie trattazioni, può essere fonte di grossolani errori. Ad esempio vedremo che
tra disposizioni e permutazioni vi è una sorta di “disallineamento”: mentre le permutazioni senza ripetizione ricadranno
come caso particolare delle disposizioni senza ripetizione, le permutazioni con ripetizione non potranno essere viste
come caso particolare delle disposizioni con ripetizione.
3 – Disposizioni
Sia dato un insieme A = {a1 , a2 , a3 , … , ai , … , an} finito e non vuoto costituito da n elementi distinti.
Definizione 3.1 – Una disposizione degli n elementi di A a gruppi di k si dice con ripetizione (o con
reinserzione) se ciascun elemento di A può comparire più volte nello stesso raggruppamento, cioè può essere
ripetuto (Figura 3).
Proprietà – Alla luce della Def. 3.1, esponiamo alcune semplici considerazioni in ordine a questa tipologia
di raggruppamento:
La lunghezza (numero di elementi) di ciascun raggruppamento è costante e vale k.
Il valore di k non è vincolato al valore di n, quindi questo problema di calcolo combinatorio può
essere indifferentemente formulato con:
k<n
k=n
k>n
Preso un elemento di R (cioè un raggruppamento di elementi di A), il numero di volte (ki) in cui un
elemento ai di A compare in esso non è costante e può assumere qualunque valore naturale (anche
nullo, cioè l’elemento può non comparire nel raggruppamento), a condizione che, in ciascun
raggruppamento, venga rispettato il vincolo:
k1 + k2 + … + kn = k ∀ai∈A
Calcolo del numero totale di raggruppamenti – Alla luce della Def. 3.1, l’espressione che fornisce il
numero totale di disposizioni con ripetizione si ottiene seguendo un semplice ragionamento.
a3 ai
an
......
......
Elementi del
raggruppamento: 1° 2° 3° k-esimo
Figura 3
Questo processo di scelta dei k elementi di ciascun raggruppamento può essere anche rappresentato
attraverso un grafo ad albero (vedasi Figura 4 in cui la radice dell’albero è posta sulla sinistra):
Raggruppamenti
possibili
. .......... .
. .......... .
. .......... .
. .
. . .......... .
. ..........
.
.
.
.
. .
.
. .
Figura 4
Osservando l’albero di Figura 4 si vede facilmente che il numero totale dei raggruppamenti possibili
(cioè il numero delle disposizioni con ripetizione) coincide con il numero totale di nodi figli al k-esimo
livello dell’albero (evidenziati in Figura 4 con il rettangolo rosso tratteggiato).
Pertanto, osservato che ogni nodo padre ha sempre n nodi figli, l’espressione che ci fornisce il numero
delle disposizioni con ripetizione è data da:
Infine, per concludere, poniamoci in un ben noto caso particolare, fondamentale nel campo
dell’Informatica. Vogliamo calcolare il numero totale di disposizioni di 2 elementi a gruppi di k con
ripetizione (oppure, detto in altro modo del tutto equivalente, il numero totale delle possibili stringhe binarie
di lunghezza k):
Definizione 3.2 – Una disposizione degli n elementi di A a gruppi di k si dice senza ripetizione se ogni
elemento ai ∈ A compare al più una sola volta nello stesso raggruppamento, cioè non può mai essere ripetuto
(Figura 5).
Proprietà – Anche in questo caso esponiamo alcune semplici riflessioni su questa tipologia di
raggruppamento, conseguenze dirette della definizione:
La lunghezza di ciascun raggruppamento è costante e vale k;
Il valore di k è vincolato al valore di n in quanto deve essere k ≤ n (non essendo possibile ripetere
elementi all’interno dei raggruppamenti).
Il numero di volte ki in cui un elemento ai compare all’interno di un raggruppamento, in generale,
non è costante, ma è vincolato ad essere:
ki ≤ 1 (cioè ki = 0 oppure ki = 1) ∀ai∈A.
Calcolo del numero totale di raggruppamenti – Come nel caso precedente, consideriamo i k elementi
costituenti il raggruppamento ed osserviamo che (Figura 5):
Per la scelta del 1° elemento si hanno n diverse possibilità;
Per la scelta del 2° elemento evidentemente si hanno (n-1) possibilità, in quanto, non essendo
ammessi elementi ripetuti, si va a pescare dall’insieme A privato dell’elemento scelto per la prima
posizione;
Per la scelta del 3° elemento si hanno (n-2) possibilità, poiché stavolta l’insieme A si trova privato di
due elementi;
….
Per la scelta del k-esimo, nonché ultimo elemento della disposizione, si hanno (n-(k-1)) possibilità, in
quanto immediatamente prima della k-esima scelta l’insieme A si trova privato di (k-1) elementi.
A R
a2
a1
......
a3 ai
an
......
......
Elementi del
raggruppamento: 1° 2° 3° k-esimo
Figura 5
Il processo di scelta descritto sopra può essere rappresentato anche in questo caso con un grafo ad albero,
nel quale si vede facilmente che il numero totale delle disposizioni senza ripetizione coincide con il numero
totale di nodi figli al k-esimo livello dell’albero (evidenziati in Figura 6 con il rettangolo rosso tratteggiato):
Raggruppamenti
possibili
. .
. .
(n-k+1) scelte
. .......... .
. .......... .
. .......... .
n scelte . (n-1) scelte ..........
.
. . .
. ..........
.
.
.
. . .
. . .
Figura 6
Pertanto il numero totale delle disposizioni di n elementi a gruppi di k senza ripetizione risulta essere
dato dalla seguente formula:
n ⋅ (n − 1) ⋅ ... ⋅ ( n − k + 1) ⋅ ( n − k )! n!
Dn ,k = n ⋅ ( n − 1) ⋅ ... ⋅ ( n − k + 1) = = (3.2.1)
1444 424444
k termini
3 Moltiplica ndo
num. e denom.
( n − k )! (n − k )!
per ( n − k )!
n!
Dn , k = (3.2.2)
(n − k )!
4 – Permutazioni
Sia dato un insieme A = {a1 , a2 , a3 , … , ai , … , an} finito e non vuoto costituito da n elementi distinti.
Definizione 4.0 – Si definiscono permutazioni degli n elementi di A i raggruppamenti contenenti tutti gli
elementi di A (i raggruppamenti differiscono tra loro solo per l’ordine degli elementi).
Analogamente al caso delle disposizioni, le permutazioni possono essere con o senza ripetizione di
elementi (a tal riguardo si ponga particolare attenzione alla definizione di permutazione con ripetizione,
riportata più avanti al par. 4.2).
Diversamente dall’ordine di esposizione seguito in precedenza, iniziamo col trattare il caso (semplice e
molto frequente) delle permutazioni senza ripetizione, in quanto il risultato che si otterrà ci sarà di immediata
utilità per affrontare il successivo caso delle permutazioni con ripetizione (par. 4.2).
Definizione 4.1 – Una permutazione degli n elementi di A si dice senza ripetizione (o semplice) se ogni
elemento ai ∈A compare una e una sola volta all’interno di ciascun raggruppamento (Figura 7).
Proprietà – In questo caso le uniche osservazioni che possiamo fare (come conseguenza diretta della Def.
4.1) sono le seguenti:
La lunghezza di ciascun raggruppamento è costante e vale:
k1 + k2 +…+ kn = n
Il numero di volte ki in cui un elemento ai compare in un raggruppamento è costante e vale:
ki = 1 ∀ai∈A.
A R
a2
a1
......
a3 ai
an
......
......
Elementi del
raggruppamento: 1° 2° 3° n-esimo
Figura 7
Calcolo del numero totale di raggruppamenti – Osservato che, per definizione, ciascun raggruppamento
risulta essere costituito sempre da n elementi distinti (Figura 7), per determinare il numero delle
permutazioni è sufficiente osservare quanto segue: l’insieme delle permutazioni di n elementi senza
ripetizione coincide con l’insieme delle disposizioni di n elementi a gruppi di n senza ripetizione.
Quindi la definizione di permutazioni senza ripetizione (Def. 4.1) non è altro che un caso particolare della
definizione di disposizioni senza ripetizione (Def. 3.2), e cioè quando k = n (Figura 8):
Disposizioni
senza ripetizione
Permutazioni
senza ripetizione
Figura 8
n!
Dn,k = (4.1.1)
( n − k )!
e che n = k, il numero Pn delle permutazioni di n elementi senza ripetizione è dato dalla seguente espressione:
n! n!
Pn = Dn ,n = = = n! (4.1.2)
(n − n)! 1
Quindi:
Pn = n! (4.1.3)
Definizione 4.2 – Una permutazione degli n elementi di A si dice con ripetizione se almeno un
elemento ai∈A viene ripetuto un prefissato numero di volte ki>1 all’interno di ciascun raggruppamento
(Figura 9).
Proprietà – A proposito di questa tipologia di raggruppamento, al fine di evitare errori nel calcolo del
numero di raggruppamenti, è opportuno osservare quanto segue (vedasi anche Figura 9):
La lunghezza di ciascun raggruppamento è costante e vale:
k1 + k2 +…+ kn > n
in quanto, secondo la definizione sopra, ∃ ki > 1 mentre il valore dei restanti kj è pari a 1.
Il numero di volte ki in cui un elemento ai compare in ciascun raggruppamento è costante ∀ai∈A.
Diversamente dal caso precedente (par. 4.1), la Def. 4.2 (permutazioni con ripetizione) non è un
caso particolare della Def. 3.1 (disposizioni con ripetizione).
Quest’ultima osservazione, espressa anche nella nota 1 del cap. 2, è di fondamentale importanza, in
quanto evita grossolani errori nel calcolo delle permutazioni con ripetizione.
Calcolo del numero totale di raggruppamenti – Consideriamo l’insieme A costituito da n elementi distinti
a1 , a2 , a3 , … , an. Indichiamo come al solito con k1 , k2 , k3 , … , kn , rispettivamente il numero di volte in cui
gli elementi a1 , a2 , a3 , … , an devono comparire all’interno di ciascun raggruppamento:
A R
a2
a1
......
a3 ai
an
......
......
Elementi del
raggruppamento: 1° 2° 3° (k 1 +k2 +...+kn )-esimo
Figura 9
Per calcolare il numero di raggruppamenti possibili, cioè la cardinalità di R, si può procedere con il seguente
approccio. Supponiamo in prima battuta che i (k1 + k2 +…+ kn) elementi costituenti ciascun raggruppamento
siano tutti diversi tra loro, e cioè che tali raggruppamenti siano stati costruiti come permutazioni senza
ripetizione degli elementi di un insieme B formato da (k1 + k2 +…+ kn) elementi distinti2 (Figura 10):
2
Detto in altro modo, l’insieme B viene ottenuto dall’insieme A sdoppiando ciascun elemento tante volte quant’è il
numero di ripetizioni richieste per tale elemento.
B Insieme co mposto da R’
(k 1 + k2 +…+ k n ) elementi
Figura 10
In tal caso, in virtù del risultato ottenuto al precedente punto 4.1, il numero totale di permutazioni
risulterebbe essere pari a:
Ora, visto che nel calcolo qui sopra abbiamo ipotizzato che nei raggruppamenti di Figura 10 tutti i
(k1 + k2 +…+ kn) elementi di B siano distinti, se vogliamo calcolare le sole permutazioni con ripetizione
generate da A, nella 4.2.1 dobbiamo chiaramente eliminare l’effetto di tale assunzione, in quanto aver
considerato diversi elementi che sono uguali (lo stesso elemento ripetuto più volte) ha inevitabilmente fatto
computare come diversi raggruppamenti che in realtà sono uguali.
Per spiegare tale fatto e per comprendere come correggere la 4.2.1 iniziamo con un caso particolare, che poi
generalizzeremo. Supponiamo di dover calcolare le permutazioni con ripetizione generate dagli n elementi di
A in questo caso specifico:
In tale situazione, se calcoliamo le permutazioni con ripetizione generate da A attraverso la 4.2.1 (che
considera quindi la ripetizione di a1 come 2 elementi distinti, che, per comodità, indicheremo con a1′ e a1′′)
otterremo un R’ il quale sarà formato da 2 sottoinsiemi (aventi lo stesso numero di elementi):
Visto che la sequenza a1′a1′′ è la stessa di a1′′a1′ (è solo la ripetizione di a1), nella 4.2.1 aver considerato la
ripetizione di a1 come 2 elementi distinti (a1′ e a1′′) ha raddoppiato il numero di raggruppamenti, quindi il
correttivo da introdurre nella 4.2.1 consiste nel dividere il risultato per 2 (che non è altro che il numero di
permutazioni senza ripetizione dei 2 elementi a1′ e a1′′).
il sottoinsieme dei raggruppamenti contenenti, nell’ordine, prima a1′ poi a1′′ e poi a1′′′
il sottoinsieme dei raggruppamenti contenenti, nell’ordine, prima a1′ poi a1′′′ e poi a1′′
il sottoinsieme dei raggruppamenti contenenti, nell’ordine, prima a1′′ poi a1′ e poi a1′′′
il sottoinsieme dei raggruppamenti contenenti, nell’ordine, prima a1′′ poi a1′′′ e poi a1′′
il sottoinsieme dei raggruppamenti contenenti, nell’ordine, prima a1′′′ poi a1′ e poi a1′′
il sottoinsieme dei raggruppamenti contenenti, nell’ordine, prima a1′′′ poi a1′′ e poi a1′
e quindi il risultato della 4.2.1 andrebbe diviso per 6 (che non è altro che il numero di permutazioni senza
ripetizione dei 3 elementi a1′, a1′′, a1′′′).
è evidente che il risultato della 4.2.1 va pertanto diviso per k1! (il numero di permutazioni senza ripetizione
dei k1 elementi a1′, a1′′, a1′′′, a1′′′′, ....).
Infine, estendendo il ragionamento qui esposto nel caso vi siano anche altri ki>1, la Card[R] (Figura 9) si
ottiene dividendo la 4.2.1 per ciascun ki!, quindi la formula definitiva cercata risulta essere la seguente
(notare che tutti i ki=1, correttamente, non alterano nulla nella 4.2.1):
n
∑ k i !
Pn(/rk)1,k 2,...,kn = 1n (4.2.3)
∏ ki !
1
Esempio – Un classico problema in cui è necessario ricorrere alle permutazioni con ripetizione degli
elementi è quello della determinazione del numero di anagrammi di una parola.
Si supponga di voler calcolare il numero totale di anagrammi della parola ARCOBALENO. Considerando
l’insieme delle 10 lettere che compongono tale parola, si osserva che alcune di queste compaiono più volte,
pertanto il problema va formulato come segue:
con: kA = 2; kR = 1; kC = 1; kO = 2; kB = 1; kL = 1; kE = 1; kN = 1.
Applicando la 4.2.3 il numero di anagrammi della parola ARCOBALENO risulta quindi dato da:
Sia dato un insieme A = {a1 , a2 , a3 , … , ai , … , an} finito e non vuoto costituito da n elementi distinti.
Analogamente ai casi precedenti le combinazioni possono essere con o senza ripetizione di elementi (a
tal riguardo si ponga particolare attenzione alla definizione di combinazione con ripetizione, riportata più
avanti al punto 5.2).
Diversamente dall’ordine di esposizione seguito con le disposizioni, iniziamo col trattare il caso
(semplice … e molto frequente) delle combinazioni senza ripetizione, in quanto il risultato che si otterrà ci
servirà per affrontare il successivo caso ( … un po’ più complesso) delle combinazioni con ripetizione (par.
5.2).
Definizione 5.1 – Una combinazione degli n elementi di A a gruppi di k si dice senza ripetizione (o semplice)
se ogni elemento ai ∈ A compare al più una volta nello stesso raggruppamento, cioè non può essere ripetuto
(Figura 11).
Proprietà – Analogamente ai casi precedenti possiamo esporre le seguenti considerazioni (uguali al caso
delle disposizioni senza ripetizione):
La lunghezza di ciascun raggruppamento è costante e vale k;
Il valore di k è vincolato al valore di n in quanto deve essere k ≤ n (non essendo possibile ripetere
elementi all’interno dei raggruppamenti).
Il numero di volte ki in cui un elemento ai compare all’interno di un raggruppamento, in generale,
non è costante, ma è vincolato ad essere:
ki ≤ 1 (cioè ki = 0 oppure ki = 1) ∀ai∈A.
Calcolo del numero totale di raggruppamenti – Il calcolo del numero di raggruppamenti si può facilmente
ottenere a partire dalla formula 3.2.2 delle disposizioni di n elementi a gruppi di k senza reinserzione
osservando quanto segue:
Nelle disposizioni di n elementi a gruppi di k senza reinserzione ogni sottoinsieme di k elementi
distinti genera sempre k! raggruppamenti, cioè le permutazioni semplici dei k elementi, essendo
l’ordine influente.
Nelle combinazioni di n elementi a gruppi di k senza reinserzione ogni sottoinsieme di k elementi
distinti genera sempre uno ed un solo raggruppamento (Figura 11), essendo l’ordine ininfluente.
Pertanto, come detto sopra, le nostre combinazioni come disposizioni,dalle quali poi decurtiamo l’effetto
dovuto all’ordine degli elementi (k!).
A R
a2
a1
......
a3 ai
an
......
......
Elementi del
raggruppamento: 1° 2° 3° k-esimo
Figura 11
n!
Dn , k (n − k )! n! n
C n,k = = = = (ove k ≤ n sempre) (5.1.1)
Pk k! k!(n − k )! k
Quindi:
n
C n, k = (5.1.2)
k
Definizione 5.2 – Una combinazione degli n elementi di A a gruppi di k si dice con ripetizione (o con
reinserzione) se ciascun elemento di A può comparire più volte nello stesso raggruppamento, cioè può essere
ripetuto (Figura 12).
Proprietà – Esponiamo alcune considerazioni (che, inevitabilmente, risultano uguali al caso delle
disposizioni con ripetizione):
La lunghezza (numero di elementi) di ciascun raggruppamento è costante e vale k.
Il valore di k non è vincolato al valore di n, quindi questo problema di calcolo combinatorio può
essere indifferentemente formulato con:
k<n
k=n
k>n
Dato un raggruppamento di R, il numero di volte (ki) in cui un elemento ai compare in esso non è
costante e può assumere qualunque valore naturale (anche nullo, cioè l’elemento può non comparire
nel raggruppamento), a condizione che, in ciascun raggruppamento, venga ovviamente rispettato il
vincolo:
k1 + k2 + … + kn = k ∀ai∈A
Calcolo del numero totale di raggruppamenti – Visto che, per definizione, le combinazioni non sono altro
che delle disposizioni dove l’ordine degli elementi non è importante, analogamente a quanto fatto nel par. 5.1
si potrebbe pensare di calcolare il numero di combinazioni con ripetizione a partire dalla formula delle
disposizioni con ripetizione, per poi decurtare il solito effetto dovuto all’ordine degli elementi.
Purtroppo in questo caso un simile approccio risulta difficilmente percorribile, in quanto, a causa delle
ripetizioni, risulterebbe notevolmente complesso determinare la formula in grado di annullare l’effetto
dovuto all’ordine degli elementi (tanto per chiarire il concetto, la questione non può essere risolta,
analogamente al caso 5.1, con una banale divisione della 3.1.2 per una qualche permutazione di elementi,
proprio a causa della presenza delle ripetizioni degli stessi).
A R
a2
a1
......
a3 ai
an
......
......
Elementi del
raggruppamento: 1° 2° 3° k-esimo
Figura 12
Pertanto la formula che fornisce il numero di combinazioni con ripetizione va ricavata utilizzando un
approccio completamente diverso rispetto alle metodologie finora impiegate.
Come prima cosa, visto che gli elementi dell’insieme A possono essere di qualunque tipo (oggetti vari,
numeri, funzioni, … ), decidiamo per comodità di rappresentare gli n elementi distinti di A attraverso i primi
n numeri naturali a partire da 1, cioè costruiamo un nuovo insieme B = {1 , 2 , 3 , … , n} i cui elementi
sono in corrispondenza biunivoca con gli elementi di A attraverso la seguente funzione: ai → i (Figura 13):
A a2 2 B
a1 . 1 ......
.
a3 . i
ai ...... . 3 n
...... .
an
......
Figura 13
A questo punto, vista la nuova rappresentazione degli elementi di A in forma numerica, ripetendo il
processo di raggruppamento rappresentato in Figura 12, definiamo l’insieme R’ contenente tutte le
combinazioni di n elementi di B a gruppi di k con ripetizione (Figura 14), utilizzando la seguente piccola
accortezza: all’interno di ogni raggruppamento di R’ tutti gli elementi (che sono numeri naturali, anche
ripetuti) dovranno essere disposti in ordine non decrescente (o, detto in altro modo, crescente non
strettamente). Precisiamo che l’introduzione di tale condizione non modifica in nessun modo il problema
(cioè è una scelta libera nella rappresentazione di ogni raggruppamento), in quanto in una combinazione
l’ordine è ininfluente.
A R
a2
a1
Costruzione delle
...... combinazioni degli
a3 ai n elementi di A
a gruppi di k
an con ripetizione
......
Corrispondenza Corrispondenza
biunivoca biunivoca
B R’
1
2
Costruzione delle
3 combinazioni degli
...... n elementi di B
a gruppi di k
i ...... con ripetizione
Figura 14
E’ evidente (Figura 14) che così come Card [B ]= Card [A] (A e B sono, per costruzione, in
corrispondenza biunivoca tra loro) si ha anche che Card [R’ ]= Card [R ], in quanto gli elementi di R’ non
sono altro che una rappresentazione in forma numerica (vettori di numeri) degli elementi di R (che sono
vettori di elementi di A). Pertanto il nostro problema sarà il calcolo di Card [R’ ].
Costruiamo ora un nuovo insieme C = {1 , 2 , 3 , … , (n+k-1)}, costituito dai primi (n+k-1) numeri
naturali a partire da 1.
Costruiamo quindi l’insieme R” delle combinazioni degli (n+k-1) elementi di C a gruppi di k senza
ripetizione (Figura 15), di cui riusciamo a calcolare il numero attraverso la 5.1.2 ricavata al par. 5.1.
Analogamente a quanto fatto per l’insieme R’ decidiamo di rappresentare all’interno di ogni
raggruppamento di R” tutti gli elementi, che sono numeri naturali stavolta non ripetuti, in ordine non
decrescente (che coincide con l’ordine crescente, proprio poiché in questo caso non esistono numeri ripetuti):
C R”
1
2
Costruzione delle
3 combinazioni degli
...... (n+k-1) elementi di
C a k a k senza
i ...... ripetizione
n
n+k-1
Figura 15
f: mi → mi + i - 1 con i∈[1,k]
R’ f R”
Figura 16
Ricordato che la f, come definita sopra, è una legge di corrispondenza tra vettori numerici di dimensione
k, per renderne più agevole la comprensione, la definizione della f viene anche rappresentata graficamente
qui sotto in Figura 17:
Insieme R’
m1 m2 m3 ... mk
m1 m2 + 1 m3 + 2 ... mk + (k-1)
Insieme R”
Vettore formato da k numeri
(le p roprietà dell’insieme formato da questi elementi sono da dimostrare)
Figura 17 – La definizione di f
Facciamo notare che quando abbiamo introdotto f abbiamo volutamente utilizzato il generico sostantivo
corrispondenza e non funzione, dal momento che una qualunque legge di corrispondenza tra due insiemi
(come, ad esempio, quella riportata in Figura 17) non è affatto scontato che essa sia conforme alla
definizione di funzione monodroma, essendo quest’ultima una proprietà da dimostrare ( … ed è quello che
faremo tra un po’).
A questo punto, dal momento che attraverso la 5.1.2 riusciamo a calcolare Card[R”], il nostro obiettivo
ora sarà quello di dimostrare che la corrispondenza f: R’→R” è una funzione biiettiva, al fine di poter così
affermare che Card[R’ ] = Card[R”].
1 – Per dimostrare che f è una funzione occorre provare che ogni elemento di R’ ha uno ed un solo
corrispondente in R”.
Per poter effettuare tale dimostrazione conviene prima identificare un criterio che ci permetta di verificare se
un dato vettore di k numeri naturali appartiene a R” oppure no. Alla luce delle caratteristiche degli elementi
dell’insieme R” un criterio utilizzabile è il seguente.
λ1 λ2 λ3 ... λi ... λk
Raggruppamento (vettore) di k numeri
Figura 18
Criterio di appartenenza a R” – Il vettore numerico λ appartiene all’insieme R” se valgono
congiuntamente le seguenti 3 proprietà (le proprietà 1 e 2 sono vere per costruzione di R”, mentre la
veridicità della proprietà 3 è provata attraverso quanto illustrato in Figura 19):
1. λ i∈ N ∀i∈[1,k]
Le k componenti devono essere numeri naturali. Il fatto che siano appartenenti a C e quindi soggette
alla ulteriore limitazione 1 ≤ λ i ≤ (n+k-1) in questa prima condizione può anche non essere
specificato, in quanto è già contenuto nella successiva proprietà 3.
3. i ≤ λ i ≤ (n+i-1) ∀i∈[1,k]
La i-esima componente di λ, la quale appartiene per costruzione all’insieme C, non può assumere
qualunque valore naturale compreso tra min(C) = 1 e Max(C) = (n+k-1) a causa dell’ordinamento e
dell’assenza di ripetizione degli elementi, ma tale valore deve essere compreso all’interno di un
intervallo i cui estremi variano in funzione della posizione della componente i, secondo quanto
spiegato qui sotto in Figura 19:
Affinché λ appartenga a R” i valori min e Max Affinché λ appartenga a R” i valori min e Max
della prima componente devono essere: dell’u ltima co mponente devono essere:
• min = 1 • min = k
(essendo λ1 la prima co mponente del vettore) (cioé quel valo re che permette alle precedenti
• Max = n k-1 componenti di raggiungere e non oltrepassare il
(cioé quel valo re che permette alle successive min(C) in λ1 )
k-1 componenti di raggiungere e non oltrepassare • Max = n+k-1
il Max(C) in λk) (essendo λk l’u ltima co mponente del vettore)
λ1 λ2 λ3 ... λi ... λk
[1,n] [2,n+1] [3,n+2] [i,n+(i-1)] [k,n+(k-1)]
Figura 19
A questo punto, ora che abbiamo a disposizione un criterio per stabilire se un elemento appartiene o meno ad
R”, preso un qualunque α∈R’ calcoliamo f(α) e quindi verifichiamo, attraverso il criterio appena enunciato,
se f(α)∈R”.
Prima proprietà
mi∈{1,2,3, … , n} ∀i∈[1,k]
allora anche la i-esima componente di f(α), data da (mi+i-1), è un numero naturale ∀i∈[1,k].
Seconda proprietà
mi + i < mj + j (5.2.3)
mi + i - 1 < mj + j - 1 (5.2.4)
I termini di sinistra e di destra della 5.2.4 non sono altro che, rispettivamente, le componenti i-esima e j-
esima (con i<j) di f(α), le quali quindi risultano essere:
diverse tra loro (la disuguaglianza 5.2.4 è in senso stretto)
ordinate in senso strettamente crescente
Terza proprietà
Preso un α∈R’ verifichiamo se il valore della i-esima componente di f(α) soddisfa la terza proprietà del
criterio sopra ∀i∈[1,k] e ∀α∈R’:
Ma visto che 1≤ mi≤ n, essendo mi∈{1,2,3, … , n} ∀i∈[1,k], si ha che i valori min e Max della i-esima
componente di f(α) sono dati da:
Essendo soddisfatte tutte e tre le condizioni del criterio enunciato sopra, possiamo pertanto affermare che
f(α)∈R” ∀α∈R’.
Quanto all’univocità di f(α) essa è immediatamente dedotta dal fatto che le k corrispondenze
mi → mi + i - 1 ∀i∈[1,k]
che legano le componenti i-esime di α e di f(α), sono k funzioni monodrome (banali funzioni lineari nella
variabile mi) tra scalari interi naturali.
2 - Per dimostrare che la funzione f è anche biiettiva occorre provare che ogni elemento di R” è
immagine di uno ed un solo elemento di R’.
α = [α 1 , α 2 ,..., α k ]
ρ = [ρ1 , ρ 2 ,..., ρ k ]
β = [β1 , β 2 ,..., β k ]
ρ1 = α 1
ρ = α + 1
2 2
ρ 3 = α 3 + 2 (5.2.5)
....
ρ k = α k + (k − 1)
ma anche:
ρ1 = β1
ρ = β + 1
2 2
3ρ = β 3 +2 (5.2.6)
....
ρ k = β k + (k − 1)
α 1 = β1
α = β
2 2
α 3 = β 3 (5.2.7)
....
α k = β k
Ora, visto che ϕ∈R”, i valori delle sue k componenti devono essere compresi negli intervalli indicati nella
Figura 19:
i ≤ ϕi ≤ n + i - 1 ∀i∈[1,k] (5.2.8)
Applicando la definizione di f calcoliamo µ = f -1 (ϕ) ( … che non sappiamo ancora se appartiene a R’), il
quale sarà legato a ϕ attraverso le seguenti k relazioni:
ϕi = µi + i - 1 ∀i∈[1,k] (5.2.9)
µi + i − 1 ≥ i
∀i∈[1,k] (5.2.10)
µ i + i − 1 ≤ n + i − 1
da cui, semplificando, risulta che ciascuna delle k componenti di µ deve soddisfare alle seguenti condizioni:
µi ≥ 1
∀i∈[1,k] (5.2.11)
µ i ≤ n
In conclusione il numero di combinazioni degli elementi di A con ripetizione (la cardinalità di R) si può
pertanto calcolare come cardinalità di R”, cioè come combinazioni di (n+k-1) elementi a gruppi di k senza
ripetizione:
n + k − 1
C n( r,k) = (5.2.13)
k
6 – Ringraziamenti
Vorrei rivolgere un particolare ringraziamento al Prof. Ing. Antimo Barbato del Politecnico di Milano
per i preziosi consigli e per la scrupolosa opera di revisione del presente documento, nonché al caro amico
Prof. Ledo Stefanini dell’Università di Pavia per il costante aiuto ed incoraggiamento.