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L’epoca di Jane Austen

Un primo aspetto da sottolineare è quello della socialità. Austen visse in un’epoca e


in uno strato sociale in cui, in mancanza di altri intrattenimenti, la conversazione, gli
incontri, le passeggiate in compagnia, le visite agli amici e ai vicini di casa erano la
parte più importante della vita quotidiana. Gli spostamenti da una parte all’altra delle
città o delle campagne avvenivano naturalmente in carrozza (possederne una di
famiglia, o addirittura una individuale, era appannaggio delle classi più abbienti), e gli
eventi più clamorosi e più attesi erano i balli. Durante i balli, che potremmo dire sono
i grandi protagonisti sociali della letteratura di Jane Austen, si stringevano nuove
amicizie, ci si divertiva fino a tarda notte, e soprattutto le giovani donne avevano la
possibilità di trovare un marito. In una società dove la libertà femminile era limitata al
punto che a una donna non era consentito camminare da sola in città o scrivere una
lettera ad un uomo che non fosse un parente o il fidanzato, i balli costituivano una
straordinaria opportunità per farsi conoscere e, alla lunga, per accasarsi. E il
matrimonio era l’unica via di fuga per una donna del ceto medio-alto, la quale non
poteva lavorare e guadagnarsi da vivere da sola, solo raramente poteva possedere
proprietà, e aveva sempre bisogno della protezione maschile per mantenere la
propria buona reputazione. La scelta di Jane Austen di “vivere della propria penna”
rifiutando il matrimonio e quindi il naturale destino delle donne della sua epoca diede
adito a forti difficoltà: furono i suoi fratelli, soprattutto Edward, a dover sempre
provvedere per il mantenimento suo, della sorella Cassandra (anche lei mai sposata
a seguito della morte del fidanzato) e della madre vedova. Edward e Frank Austen
dovettero procurare loro una casa dopo la morte del padre e assicurare la loro
sopravvivenza.

Le donne al tempo di Jane Austen


La vita di una donna era quindi per la maggior parte legata alle quattro mura di una
casa (che si trattasse di un cottage o di un’imponente dimora con ettari ed ettari di
parco annesso, non fa differenza). Ci dobbiamo immaginare queste donne vestite
con abiti più o meno semplici a seconda delle occasioni, ma generalmente tutti
disegnati secondo la moda imperiale introdotta in Francia da Giuseppina Bonaparte;
e le vediamo impegnate a disegnare, a ricamare, a cantare, a suonare il pianoforte,
a leggere. Jane Austen suonava molto bene, leggeva tantissimo, conosceva bene il
francese, non disegnava, ma era un’appassionata di punto croce. E fra i suoi
“passatempi” preferiti, naturalmente, ce n’era uno che la rese famosa: la scrittura.

Nortangher Abbey
Tocca ora a L’abbazia di Northanger. La protagonista, Catherine Morland, è una
giovane senza grandi qualità che sogna ad occhi aperti, immaginando che la vita
vera assomigli ai libri che ama leggere: storie di misteri, di delitti e di segreti
ambientati in antichi ruderi gotici infestati dai fantasmi. A Bath Catherine stringe
amicizia con i fratelli Thorpe, che cercano di trascinarla in abitudini dispendiose e
poco onorevoli, e incontra Henry Tilney, di cui si innamora. Il padre dei Tilney invita
Catherine a casa loro, l’abbazia di Northanger, dando luogo a una serie di
fraintendimenti talvolta drammatici, talvolta ironici.

La donna nella ltetteratura


In particolare, il campionario femminile che ci offrono i romanzi di Jane è così
completo e ben definito da sembrare un manuale di comportamento. L’epoca della
Reggenza, in effetti, ne produsse numerosi; e talvolta sembra davvero che anche la
nostra autrice abbia voluto indagare i modi di fare e d’essere delle donne (nonché
quelli degli uomini). Il suo, però, non è mai un intervento censorio, severo, o
pregiudizievole: la sua penna indugia su pregi (meno) e difetti (con maggiore
attenzione) con il preciso e semplice intento di descriverli, e spesso trattandoli con
delicata ironia. Le ladies di Jane Austen sono le vere e grandiose protagoniste della
sua letteratura, e sono personaggi così pieni di vita, di sensazioni e di personalità da
differenziarsi nettamente l’una dall’altra, così come sono del tutto diverse tra loro le
donne della realtà.

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