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22 gennaio

12 febbraio esami

30/09
Esame: orale, domande relative a storia, cultura, letteratura, influenza sull’italiano e critica testuale.
(importante anche l’esposizione)
Studi dei testi antichi fino 1500-1550
Password: grimm
Lingue germaniche: tedesco, nederlandese, faroese, inglese, afrikaans. Fanno parte del ramo della famiglia
indoeuropea.
Gioco:

- TEODORICO: re germanico, ostrogoti in Italia.


- Le rune sono la prima forma di scrittura
- La legge salica era la prima legislazione scritta germanica in lingua LATINA la quale regolava la
successione dinastica tra padre e figlio maschio.
Le lingue germaniche antiche sono: inglese, tedesco e svedese.
Si pensa che l’inglese abbia perso pian piano la caratteristica del germanico. Dal V secolo si colonizza
l’Inghilterra dopodiché si sovrapposero diversi strati di lingua germanica (vichinghi)
Ex: SHORT e SKIRT derivano da SKJORTA (abito, camicia). Arriverà la prima volta agli anglosassoni con
la palatalizzazione “sci” mentre la seconda “ski”. I vichinghi la useranno senza palatalizzazione ma verranno
accettate entrambe per indicare due abbigliamenti diversi.

Guglielmo: Inghilterra avrà una forma di DIGLOSSIA ovvero che coesisteranno due lingue:

- Francese a livello culturale


- Inglese a livello del parlato.

Quando si tornerà a parlare solo inglese questo avrà influenze francesi e latine = perde caratteristiche
germaniche.

Alto tedesco
Basso tedesco: deriva dalla tradizione antico sassone. Parlato a Nord, non si riferisce a meridionale o
settentrionale ma bensì all’altitudine. Ovvero che il basso si parlerà in pianura mentre l’alto tedesco sui
monti.
Le due aree si distinguono per la seconda rotazione consonantica. La prima che riguardava la trasformazione
dall’indoeuropeo a germanico mentre la seconda faceva riferimento solo all’alto tedesco.
Il basso tedesco è delineato con l’inglese e il nederlandese.
Nello standard dopo la Riforma Protestante e dopo la traduzione della Bibbia da Lutero ed ancora dopo la
pace di Westfalia 1648, il basso tedesco inizia a declinare.
Lo svedese è parente delle lingue scandinave, norvegese, danese.
Il norvegese ha due varianti:

- Bokmal [bokmol]: parlato nel sud-est del paese (lingua dei libri)
- Nynorsk

Ha queste due varianti perché nasce come regno più o meno con la Svezia e Danimarca, ma non riuscirà a
sopravvivere al medioevo (momento in cui i 3 stati sono sotto monarchia).
Margarete (trono di Danimarca) viene data sposa al re di Norvegia. Muoiono padre e figlio quindi si
accaparrerà anche il regno di Norvegia. Gli svedesi offrono anche il loro trono a Margarete perché il
successore non era visto di buon occhio. La Svezia tornerà poi ad essere indipendente dopo la morte di
Margarete, mentre la Norvegia e Danimarca continueranno a stare unite.
La peste farà sparire la lingua norvegese dagli scritti. Per 5 anni non avremmo più una tradizione scritta
norvegese.
1814 indipendenza della Norvegia dalla Danimarca.
NORVEGESE
Negli anni del Romanticismo sorgerà il problema di trovare una lingua per i norvegesi. Quindi seguiranno
quelle due proposte di variazione linguistica. Il Bokmal era simile al danese ma con una pronuncia
norvegese, mentre il nynorsk era una forma più estrema, infatti voleva tornare al medioevo per ripescare dai
dialetti ed evolverli. Poche varianti ma esistono entrambe. Di importanza storica c’è anche il Gutnico che ora
è rimasto solo un dialetto, ma prima era considerato una lingua.
ISLANDESE
Simile alla lingua utilizzata nella fase medievale. È molto vicino all’antico nordico (soprattutto per le saghe),
differiscono per fonetica; a livello semantico l’islandese ha conservato il sistema flessivo.
FAROESE
Lingua utilizzata nell’arcipelago di 18 isole tra la Norvegia e l’Islanda (sono del regno danese e sono molto
indipendenti.) Questa è una lingua che ha subito un’influenza danese (perché all’inizio era parte del regno).
Fino al 1948 il faroese non aveva nulla di ufficiale, c’era ancora molta influenza danese. Assomiglia
all’islandese come scrittura, dal punto di vista orale invece è diversa.
LINGUE MINORITARIE

- Varietà di tedesco parlate negli Stati Uniti


- Piccole isole linguistiche dell’area italiana
- Dialetti walser [migrazione a piedi dalla svizzera] (base alemannica): attorno al Monte Rosa e nella
Valle d’Aosta
- Veneto: dialetti cimbri (base bavarese), attraverso le Alpi

Serie di lingue germaniche estinte soprattutto orientali: gotico (attestato fino al XVI sec, gotico di Crimea poi
estinto); Noorn: norreno delle isole scozzesi.

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STORIA DELLA FILOLOGIA GERMANICA
Diversi personaggi associati ad un interesse germanico che si sono distinti:
PUBLIO CORNELIO TACITO: “de origine et situ germanorum” origine e posizione dei germani, ha
come data di composizione il 98 d. C. scrittore di lingua latina che si occupa di popolazioni germaniche. Mai
stato al di là delle Alpi. Ci racconta informazioni di altre fonti. Tipo da Plinio il Vecchio ha usato le sue
informazioni come fonte principale della sua opera.
CARLO MAGNO (imperatore del Sacro Romano Impero). Era analfabeta ma molto interessato all’aspetto
culturale. Il suo biografo ci racconta che aveva fatto raccogliere una serie di testi antichi in lingua francone in
cui si celebravano le imprese e guerre degli antichi re e che aveva dato ordine che si cominciasse a lavorare
su una grammatica del francone. Riconosce la superiorità dell’impero romano, ma rimarrà interessato solo
per quanto riguarda la sua lingua originaria.
SAXO GRAMMATICUS SASSONE GRAMMATICO è un danese che scrive in lingua latina, etnicamente
germanico. Intorno al 1200, scrive “gesta Danorus” (le gesta dei danesi), in 9 libri in cui narra la storia dei
danesi in latino e attinge anche a fonti leggendarie quindi orali. Epico-eroiche e ad antiche saghe
germaniche. Temi trattati per le prima volta: AMLETO (Principe di danimarca).
SNORRI STURLUSON membro di una delle più importanti famiglie di proprietari danesi, legami con
Norvegia, uomo politico, grande letterario. Opere:

- “EDDA in prosa” o “edda recente”o “edda di Snorri” è un manuale del poeta con indicazioni sulla
metrica e stile di poesia scaldica -derivazione di parola islandese di “skald” (poeta)- è caratterizzata
da complessità della lingua perché non chiama le cose con il loro nome ma usa delle perifrasi
poetiche per identificarle = figura retorica Kenning(ar) ovvero perifrasi che spiegano gli oggetti
attraverso frasi, spiega tutti i miti che stanno dietro alle figure retoriche. Edda è in prosa per la parte
più grande.
- Edda: la nota raccolta di carmi norreni di contenuti eroici e mitologici. Nell’800 viene ritrovato un
manoscritto denominato R= CODEX REGIUS (in latino), questo manoscritto contiene testi in
poesia, meno complicati di quella scaldica, leggendola si nota che c’erano molte somiglianza con
l’Edda in prosa quindi decise di chiamare questo manoscritto “Edda”
- HEIMSKRINGLA (l’orbe terrestre = mondo) collezione di saghe incentrate sulla figura del sovrano,
in prosa, dedicate ai re di Norvegia, dalle origini fino all’età contemporanea di Snorri.
Tutti questi personaggi sono precursori della filologia germanica ma gli mancano 2 cose importanti e sono:

- Metodo linguistico rigoroso


- Metodo scientifico per l’edizione critica dei testi

Queste due compaiono nel 1800 con il movimento romantico. Prima (età moderna, umanesimo) c’è interesse
verso filologia germanica ma è un interesse dilettantesco ed antiquario. Solo con il romanticismo ci sarà un
approccio diverso per quanto riguarda l’aspetto linguistico e testuale.
TESTUALE:
KARL LACHMANN è uno studioso classicista, si dedica alla critica testuale ovvero alla trasmissione dei
testi in forma manoscritta. Se noi abbiamo un testo e lo trasmettiamo è sempre uguale. Per i testi medievali
era molto difficile trovare dei manoscritti uguali, non sanno quali siano i testi veri, sono mobili. Quello che
fa Lachmann è trovare un metodo adatto di lavoro con i manoscritti. Bisogna reperire tutti i manoscritti poi si
deve confrontare i testi per tirare fuori il testo originale o meglio il più vicino. GRAMMATICA
COMPARATIVA

METODO RICOSTRUZIONE LINGUISTICA


Uno dei primi a proporlo è Friedrich von Schlegel: grammatica comparata, ha capito la sostanza. Lingua
madre originaria poi tutte le altre per ramificazioni (ipotesi che il sanscrito fosse la lingua madre). Questo
rapporto di parentele è rappresentato con la “TEORIA DELL’ALBERO GENEALOGICO” di August
Schleicher. Ottima presentazioni ma tiene conto solo chi discende da chi, non si vedono le somiglianze.
Raffigura i rapporti di parentela
Fu così ricostruito l’indoeuropeo come lingua madre.
Il germanico : lingue germaniche = latino : lingue romanze. L’unica differenza è che il germanico è
ricostruito.
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due persone che si contengono il primato cronologico dell’intuizione che le lingue fossero riconducibili ad
una lingua sola:
RASMUS RASK danese 1814 presenta all’accademia Copenaghen un testo che potremmo chiamare ‘la
prima grammatica comparata dell’antico indoeuropeo’. Pubblicazione solo nel 1818
FRANZ BOPP sistema di coniugazione sanscrito ma sostanzialmente è di nuovo una grammatica comparata
delle lingue indoeuropee.
I due forse si sono copiati. Bopp scrive in tedesco al posto che in danese. Risultato dovuto all’esigenza del
tempo di trovare conclusioni.
Rask nel suo lavoro comincia a parlare dei mutamenti fonetici caratteristici delle lingue germaniche.
JACOB e WILHELM GRIMM prima mutazione consonantica. Prima esposizione scientifica dei fenomeni
comuni a tutte le tradizioni germaniche. Grimm presenta la sua tesi sulla Deutsche (riferimento alla
tradizione germanica) Grammatik. Altro documento fu la Deutsche Mythologie 1835
Dizionario vede la luce nel 1854 in collaborazione con suo fratello. (Il sedicesimo volume nel 1960).
Dizionario storico. Sempre oggetto di revisione, nel 1965 c’è una seconda revisione (seconda edizione di
Grimm) che è i corso ancora ora. (OED dizionario più famoso inglese). Poi si dovette digitalizzare tutto.
Personaggi all’inizio della filologia germanica.
Dopo di loro, nella seconda metà dell’800 si iniziano a studiare strumenti utili ancora oggi = movimento dei
NEOGRAMMATICI. Lingue regolate da leggi logiche, tutto quello che non è regolare nello sviluppo, viene
spiegato dettagliatamente con tutte le eccezioni. I neogrammatici consideravano la linguistica come scienza
esatta e le lingue come l’esito delle azioni di “leggi” ineccepibili che regolano ogni mutamento e agiscono in
modo assoluto senza eccezioni. I fenomeni che non corrispondono alle leggi vengono spiegati con il
principio dell’analogia (elemento di disturbo nella regolarità dei processi fonetici). Lavori utili ancora oggi.
In questo periodo, oltre a queste opere, abbiamo lavori dedicati all’etimologia, sintassi…
HERMANN PAUL: “compendio della filologia germanica” in tre volumi, sintesi dei risultati raggiunti dagli
studiosi.
C. W. M. GREIN: fonda la Biblioteca della prosa anglosassone con lo scopo di fornire delle edizioni critiche
dei testi inglesi medievali
Compaiono anche le grandi riviste, collane, ancora oggi in corso, nascono gli strumenti che oggi noi abbiamo
a disposizione.
In Inghilterra c’è più o meno la stessa cosa (sviluppi nell’800).
Personaggi come Grimm erano dei tuttologi (mitologia, lessico, morfologia, sintassi…) nel 900 ci sarà di più
una specializzazione: più linguisti, più storici della lettura, epici, poesia mistica, letteratura storiografica,
anche ricerca collaborazione interdisciplinare (ci può essere bisogno di aiuto). Oggi siamo più specializzati
in più ambiti, più contatti interlinguistici (multilinguismo, plurilinguismo); cambiati anche gli strumenti.
Per la critica testuale il mezzo elettronico riscosse molto successo perché c’era maggiore spazio dato che non
c’è bisogno di rilegatura… ma l’ebbrezza della cosa passò presto perché non portava a nulla. Il lettore medio
voleva leggere il testo così com’era. Lasciare al lettore libertà non portava a nessun successo. Il problema
dell’uso delle edizioni elettronico è che alcune cose si dovevano comunque cercare manualmente.
In Italia la filologia è relativamente recente (non ancora compiuto 100 anni), inizialmente non ci sono
filologi germanici. I primi docenti sono dati dai glottologi interessati all’area germanica, da lì in poi
nasceranno i filologi.
Padre filologia in Italia fu Piergiuseppe Scardigli, docente universitario. Ha formato la generazione
successiva dei filologi recenti. Occupato del gotico e del rapporto delle lingue germaniche con l’italiano e il
germanismo in Italia.

STORIA POPOLAZIONI GERMANICHE


Germanico è riferito a tutte le popolazioni germaniche e questo termine si ricollega al termine geografico:
Germania nel senso latino. Germania superiore e inferiore da qui comincia la terminologia tedesco alto (alpi,
superior) e basso (pianura).
LIMES parola latina significa confine. Ma in questo ambito fa riferimento al confine regolato dal Reno e poi
dal Danubio, ma non è invalicabile. È una demarcazione di un territorio con un altro, è una zona di
passaggio di oggetti, capacità, abitudini in cui si possono anche importare soldati. Forse la parola Germani è
di uso latino che si diffonde poi tra i germani stessi. Molto lessico delle lingue germaniche derivano dal
latino (street, Schtrasse). Contatto tra le aree. Zona area superior c’erano anche popolazioni di origine celtica.
La fonte classica è rappresentata da Tacito e lui ci dà un mito di nascita delle popolazioni germaniche
riconducibili ad un unico progenitore : Mannus, mitico personaggio all’origine dei germani. 3 figli= 3 gruppi
dei germani. Noi parliamo di germani: orientali, occidentali, e settentrionali. Invece Tacito parlava di: Ingwi
capostipite degli Ingevoni, Istwi capostipite degli Istevoni (Reno-weser), Irmin capostipite degli Erminoni.
Questi fanno parte della sezione Occidentale.
La sede delle popolazioni germaniche è la cosiddetta CERCHIA NORDICA, zona che comprende Germania
settentrionale, Danimarca attuale e una punta meridionale della Scandinavia (Svezia e Norvegia). Culla
originaria delle popolazioni germaniche. Poi si spostano in 3 momenti diversi.
I fase = migrazione: dalla cerchia verso sud nel territorio della Germania, si fermano circa a metà, nei monti
mediani; verso ovest fino ai Paesi Bassi e verso Est fino a zone della Vistola. Entro il 450 a.C.
II fase: 200 anni dopo, nel II secolo a.C. germani sempre più in contatto con i romani. (Cimbri, Teutoni)
III fase = età migrazioni/invasioni germaniche che sono scatenate da un fattore esterno: spostamento Unni
370 d.C. che portano una reazione a catena. Invadono territori germanici e questi a loro volta occupano
territori romani (375-568). 375 morte re Ermanarico, dopo incursione Unni. 568 riguarda l’Italia
direttamente, i longobardi arrivano in Italia. 476 caduta dell’impero romano occidente, Romolo Augustolo
ultimo re di Roma.
Per i germani si parla di storia solo dopo l’ingresso della scrittura (alfabeto latino), prima si usava il runico
ma poco. Fonti storiografiche prima non erano scritte da loro.

POPOLAZIONI GERMANICHE
I germani orientali
Germani orientali sono un gruppo di popolazioni: Goti, Burgundi, Vandali, Gepidi.
GOTI : altro non vuol dire che “uomini”. Per i Goti abbiamo una fonte di uno storico: Giordane. Ci racconta
che i Goti avrebbero lasciato la Scandinavia nella seconda metà del II secolo per andarsi a stabilire nella
Vistola (foce), scacciando i Vandali. Origine dei Goti: Isola di Gotland forse “terra dei goti”, oppure nella
regione svedese dello Gotaland. Due opzioni. Dopo la Vistola (Polonia) si spostano (fine II sec) verso sud-
est attraversando pianure dell’Europa orientale ed arrivano al Mar Nero all’inizio del III sec al confine
(Danubio) dell’impero romano orientale. In questa fase si dividono in: occidentale ed orientale. Per il termine
ostrogoti la terminologia *austro li riconduce all’oriente, ma per quelli occidentali l’etimologia Visigoti è
difficile da spiegare. Potrebbe derivare da “wisja”=occidentale in germanico ricostruito sulla base della sua
comparsa Visigoti ma boh. Unico elemento di somiglianza è il confronto con la parola latina “vesper” perché
il sole tramonta ad occidente. Altra ipotesi deriva da “wesu”=nobili. Forse ancora un’altra interpretazione
che è quella proposta ma Carlo Alberto Mastrelli che pensa sia possibile spiegare la parola Visigoti da un
calco strutturale slavo da un nome goto “alagutos” ala-“tutti”; gotus-“goti”. Nella lingua slava ala si
traduceva con Visi quindi per questi sono Visigoti (parallelo alamanni). All’interno dei gruppi ci sono altre
suddivisioni. Il sottogruppo dei visigoti sono i “Gothi minores”, i quali appartengono al ramo di Wulfila,
l’imperatore Costanzo II gli concederà di insediarsi nella Mesia inferiore. Sono quelli che si convertono al
cristianesimo per primi a seguito di una serie di incursioni oltre il Danubio che avevano preso dei prigionieri
tra cui preti e sacerdoti. Dopo la conversione hanno aiuti dall’impero d’oriente. I Visigoti nel 378 infliggono
una dura sconfitta all’Impero orientale ad Adrianopoli e nel 382 ci sarà un patto di confederazione fra
Bizantini e Visigoti. Nel IV sec iniziano a spostarsi verso l’Italia dove giungono all’inizio del V sec guidati
da ALARICO. Sacco di Roma 24 agosto 410; tentativo di passare in Africa; indietreggiano per passare nella
Gallia meridionale dove entreranno nel 412; fondazione del regno di Tolosa e regno di Toledo.
Seguono la dottrina ariana poi considerata eretica. Arianesimo si differenzia dal cristianesimo ortodosso per
la diversità della concezione della trinità. Secondo gli ariani cristo sarebbe stato creato dal Padre ma se non
avesse voluto creare gli uomini, Cristo non sarebbe nato (solo creazione funzionale). Concezione più
semplificata

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Gli ostrogoti nel IV sec al tempo di Ermanarico, re degli ostrogoti, a cause di incursioni Unne iniziano a
premere sull’impero d’Oriente, ma il grosso degli Ostrogoti spinge per verso altri territori e alcuni
rimangono nella zona del Mar Nero. Dopo morte Ermanarico quasi tutti si sottomettono agli Unni di Attila e
partecipano alla spedizione in Gallia (battaglia ai Campi Catalauni). Dopo crollo regno degli Unni, gli
Ostrogoti vengono accolti nel regno romano e formano un regno nell'attuale Romania, qui avviene la
conversione al cristianesimo in forma ariana. Agli ostrogoti è legato il nome della dinastia degli Amali di cui
ricordiamo il padre di Teodorico il Grande, figlio di Thiudimir, che nel 459 quando Teodorico ha 8 anni,
manda il figlio a Costantinopoli come garante di questo patto di federazione. Zenone poi nel 488 dà a
Teodorico il compito di andare in Italia a sconfiggere Odoacre (principe degli Sciri), con a cambio la
reggenza dell’Italia fino all’arrivo dell’imperatore, lui accetta, parte, c'è una prima battaglia sull’Isonzo, poi
un'altra a Ravenna, Odoacre si barrica in Ravenna che viene assediata per 3 anni e la cosa viene risolta
dall'inganno con Odoacre che si consegna ma Teodorico che gli aveva detto che lo avrebbe risparmiato, lo
uccide lo stesso, non rispettando la parola con l'impero romano. Crea un regno ostrogoto in Italia con
capitale Ravenna, la dominazione ostrogota è molto legata alla figura di Teodorico e quando lui muore nel
553 avviene la riconquista da parte dei bizantini.

Per quanto riguarda i burgundi l’origine è incerta, c'è una somiglianza con un'isola, quella di Bornholm
(isola Danimarca) perché c'è una parola burgundarholm che vuol dire terra dei burgundi.
Sono collocati nel nord est dell’Europa, nella zona dell'attuale Polonia e a partire dal IV secolo si spostano
verso sud-ovest. Nel 407 giungono nel territorio del Reno-Meno e fondano un regno. Quando cercano di
espandersi verso la Gallia romana, i Romani reagiscono con una spedizione con a capo Ezio che riesce a
sconfiggere i Burgundi. Solo quelli sopravvissuti, più tardi, fonderanno un nuovo regno lungo il Rodano e la
Saona (Francia) che vivrà un momento di splendore sotto re Gundobaldo. Nel 534 i Burgundi vengono vinti
dai Franchi. Ad essi è collegato il poema dei nibelunghi, decadenza e caduta del regno burgundo, tradizione
nibelungica con 2 rami: uno è quello tedesco con il cantare dei nibelunghi nibelunghelnied (scritto in alto
tedesco medio)

La vicenda del canto dei Nibelunghi ha inizio quando il giovane re  Sigfrido, figlio del re della regione del
basso Reno, parte per impossessarsi dell'immenso tesoro dei Nibelunghi, una stirpe di nani che vive sotto
terra e conosce i segreti della fusione del ferro. Nel corso della sua impresa Sigfrido sottrae al nano Alberico
un cappuccio magico che lo rende invisibile e gli dà la forza di dodici guerrieri, uccide il drago Fafnir e si
bagna  nel suo sangue diventando quasi completamente invulnerabile, tranne in un punto tra le scapole dove
si è posata una foglia.  Conquistato il tesoro dei Nibelunghi, Sigfrido giunge alla corte dei Burgundi (nella
città di Worms, lungo il corso del fiume Reno), dove cerca di ottenere la mano di Crimilde, la bella sorella
del re Gunther. Per raggiungere il suo scopo promette a Gunther di aiutarlo a conquistare la crudele regina
d'Islanda Brunilde, che sottopone i suoi pretendenti a terribili prove di forza e di coraggio.
Durante il torneo Sigfrido si rende invisibile e sconfigge Brunilde, costringendola a sposare Gunther che
crede di essere il vero vincitore della sfida. Grazie alla sua impresa anche Sigfrido può sposare Crimilde e
tornare con lei nella sua terra. Trascorsi dieci anni, le due coppie si ritrovano, ma nel corso di una violenta
lite Crimilde rivela a Brunilde l'inganno che si cela dietro le sue nozze, suscitando in lei un furioso spirito di
vendetta. L'odio nei confronti di Sigfrido dilaga e coinvolge anche Gunther, che vuole eliminare l'antico
alleato per impadronirsi del suo tesoro; quando il vassallo Hagen scopre il suo punto debole Sigfrido viene
ucciso e i due rubano il tesoro dei Nibelunghi, nascondendolo nel letto del fiume Reno. Rimasta vedova,
Crimilde accetta di sposare il re degli unni Etzel (Attila) ma non riesce a vendicare la morte del primo
marito; dodici anni dopo, in occasione della nascita del primogenito, invita i Burgundi alla sua corte e
durante i festeggiamenti li fa sterminare tutti.
Solo Hagen e Gunther vengono risparmiati e sono condotti da Crimilde che, dopo aver fatto decapitare il
fratello, chiede ad Hagen di svelarle il luogo dove è nascosto il tesoro.
Al suo rifiuto, Crimilde decapita Hagen con la spada di Sigfrido, ma viene uccisa a sua volta da Ildebrando,
un maestro d'armi degli Unni indignato dalla crudeltà della donna: la conclusione del poema realizza
un'antica profezia secondo cui l'oro dei Nibelunghi è maledetto e procura morte e rovina a chi cerca di
possederlo.

Altra popolazione germanica importante sono i Vandali che sono ingiustamente passati alla storia come i
grandi distruttori e saccheggiatori, ma anche gli altri hanno fatto saccheggi e portato distruzione.
Nel III secolo sono nel territorio della Pannonia fino a quando arrivano gli Unni che li costringono a fuggire.
Arriveranno in Gallia, passeranno la Francia e arrivano nella penisola iberica nella regione dell’Andalusia
che prende il nome da Andalisia, nel 429 guidati da re Genserico attraversano lo stretto di Gibilterra e vanno
in Africa, conquistano Cartagine e costruiscono un impero con a capo il re Genserico, però questo muore e
all'inizio del VI secolo i bizantini iniziano a pensare di riconquistare quei territori, poi i territori vengono
annessi all'impero bizantino.

Ultima popolazione dei germani orientali sono i Gepidi che si spostano verso sud-est della Vistola e alla fine
del V secolo sono alla fine della riva sinistra del Danubio fino a che non vengono sconfitti dagli Avari.

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TRADIZIONE SCRITTA IN GOTICO

GOTICO: lingua estinta ma è una di quelle di cui sappiamo di più. Lingua degli ostrogoti ci sono giunti
alcuni testi e glosse (all’interno di un testo abbiamo parole tradotte in un'altra lingua, possono essere a
margine, interlineari, contestuali) in latino. 488-493 (sconfitta Odoacre) Teodorico.
Si aggiungono una serie di parole dal gotico trasferite nelle lingue romanza. Ostrogoto traccia linguistica
abbastanza scarsa.

I visigoti hanno una tradizione più ricca, non sono solo testi in gotico ma dal punto di vista biblico e religioso
sono rappresentanti di una cultura che aveva esperienza con l’esegesi (traduzione Bibbia). Nella trasmissione
sono in qualche forma appartenenti all’Italia. L’Italia ostrogota ha trasmesso testi provenienti dalla tradizione
visigota. Molti di questi manoscritti provengono e sono conservati in Italia.

Wulfila (VISIGOTO) discendente da un gruppo di prigionieri cappadoci (catturati dai Goti in Asia Minore)
in cui c’erano dei sacerdoti cristiani che avevano contribuito alla diffusione del cristianesimo tra goti. Nasce
attorno al 311 quando i visigoti si trovano a nord del Danubio. Cresce in ambiente multilingue. Madrelingua
gotico, ma conosceva il Greco e aveva buona famigliarità con il latino. Fino a 30 anni ha avuto l’incarico di
lettore = sensibile alla necessità di tradurre le scritture religiose in gotico. Intorno ai 28 anni fu consacrato
vescovo, doveva fare attività missionaria tra i visigoti, incaricato dal patriarca di Costantinopoli. Attorno al
348 ci furono persecuzioni contro goti cristiani (minores) da parte del re pagano. Costretta stanziarsi (grazie
all’imperatore Costanzo II) nella Mesia inferiore. Vulfila ha guidato i minores per 33 anni (anni Cristo), capo
spirituale e politico.

Il gotico non esiste come lingua scritta quindi deve creare un alfabeto per tradurre in gotico, inventerà un
alfabeto simile al greco (variante maiuscola), latino e runico. Ogni segno ha sia un valore fonetico che
numerico. La traduzione che svolge è fatta a partire da un testo in greco. TRADUCE LA BIBBIA DAL
GRECO AL GOTICO, bibbia diffusa nella zona di Costantinopoli. Alcuni passi sembrano suggerirci che
abbia consultato anche una versione latina, magari per capire bene il messaggio del testo. Traduzione
letterale ovvero partendo dalla singola parola. Questa caratteristica ha motivazioni religiose in quanto la
parola di dio è intoccabile quindi bisognava riprodurla cosi anche nell’altra lingua.

CREAZIONE ALFABETO GOTICO

Attorno alla metà del IV secolo Wulfila creò l’alfabeto formato da 27 segni, 25 sia fonetico che numerico, 2
solo numerali ( numero 90 e 900). Come in greco ci sono dei digrammi per rappresentare suoni diversi
(ei=i:). Per quanto riguarda la tradizione manoscritta ci sono una serie di considerazione in confronto con i
dati che abbiamo di wulfila:

1. I manoscritti della bibbia non indicano mai Wulfila come autore della traduzione (noi lo sappiamo da
dati storici). Non sarebbe stato il caso di indicare il nome essendo un testo sacro;
2. CRONOLOGIA: la bibbia è nata nel IV secolo quasi in Bulgaria (zona del basso Danubio) ma le
testimonianze scritte arrivate a noi sono tutte della prima metà del VI secolo redatte nell’Italia
settentrionale, nel Regno degli Ostrogoti. Con il superamento dell’arianesimo (Teodorico muore nel
526). I visigoti di Francia e Spagna si convertono al cristianesimo alla fine del VI secolo. Fine necessità
teologica di avere un testo ariano (andati via). Perdita interesse e valore dei testi come la Bibbia gotica
perché adesso parlano latino o comunque verso le lingue romanza. I manoscritti della Bibbia: distrutti,
abbandonati, riscritti. Abbiamo solo manoscritti palinsesti (manoscritti in pergamena sono nel medioevo
molto preziosi = quando un manoscritto non interessava più veniva cancellato e poi riscritto. Buona
parte dei manoscritti della Bibbia hanno questo destino = non considerati più utili) nessuno è completo.

il manoscritto più completo è il:

CODEX ARGENTEUS frammento del testo originale, è un evangeliario. Il colore della pergamena è color
porpora con alcune parole in oro. 187 fogli conservati in Svezia. Originariamente erano 336, contenevano i 4
vangeli della tradizione occidentale (Matteo, Giovanni, Luca e Marco) manoscritto grande, fatto a FOLIO
(quando la pelle dell’animale viene piegata a metà e si scrive solo sulla metà) ,QUARTO, OCTAVO.
Composto su pergamena vergine (forse bovina). È il più esteso probabilmente prodotto per Teodorico.
CODEX BRIXIANUS: manoscritto purpureo scritto in argento e oro, evangeliario in latino nel VI secolo
composto in qualche centro scrittorio dell’Italia settentrionale. Si pensa che questo sia una copia di parte di
un evangeliario bilingue la cui parte gotica fosse il codex argenteus.

CODEX GIESSENSIS (conservato a Giessen, Germania) distrutto in un’alluvione. Parte di un bifolio in


pergamena del VI secolo ritrovata in Egitto nel 1907. È interessante perché i goti in Egitto non ci sono mai
stati ma ci sono stati i Vandali. Questo ci testimonia come la bibbia gotica fosse utilizzata come testo di
prestigio germanico anche al di fuori dalla comunità germanica. Evangeliario gotico-latino bilingue. Testo
gotico sinistra “posto d’onore” e il latino a destra (latino come lingua di servizio, solo per rendere
comprensibile in testo gotico). Si sono invertiti i ruoli, il gotico era il testo che doveva essere spiegato. Dal
punto di vista monografico possiamo puntare a una produzione italiana ma l’uso che sembra più probabile
sarà stato il fatto che non si avesse una bibbia ariana e si usava questa.

CODEX CAROLINUS: palinsesto (cancellato e riscritto), V-VI secolo, più antico. 4 fogli che contengono 40
versetti delle lettere di San Paolo ai romani. Non ci sono vangeli.

CODICES AMBROSIANI: biblioteca ambrosiana Milano. 4 frammenti separati, VI sec, palinsesti.


Contengono: i frammenti A e B lettere di San Paolo; C frammento del vangelo secondo Matteo; D
frammento libro di Neemia. Prima volta che si cita parte Antico Testamento in gotico (2010)

CODEX TAURINENSIS: 4 fogli in condizione pessime, hanno usato agenti chimici per evidenziare le
scritture, parte del codice ambrosiano A. Conservato nella biblioteca di Torino, prima nella biblioteca di
Bobbio.

Testi religiosi oltre alla bibbia

SKEIREINS [ski:ri:ns] : commento del vangelo di Giovanni del V secolo, trasmesso in forma frammentaria,
provengono dal monastero di Bobbio. Parte conservata a Milano all’Ambrosiana e parte Biblioteca Vaticana
a Roma. (uno VERSO: FRONTE, uno REKTO: RETRO). Differenze tra skeireins e bibbia è che uno
commenta la bibbia mentre l’altra è il testo sacro. Essendo un commento troviamo svariate citazioni e
interpretazioni

GOTICA VERONENSIA (NOTE ALLE OMELIE DI MASSIMINO) manoscritto V-VI secolo alla
Biblioteca capitolare di Verona, 24 omelie latine del teorico ariano Massimino. Quasi tutte hanno commenti
e annotazioni a margine scritte in gotico (servono a spiegare le omelie) contatto linguistico tra latino e
gotico. (Gotico aveva una rappresentanza alta mentre la parte da comprendere era in latino)

FRAMMENTO CALENDARIO FESTIVO da 23 ottobre al 30 di novembre, conservato nell’ultima pagina


della sezione A dell’ambrosiano, accanto alle date ci sono singoli nomi o gruppi di martiri. 23, 29 ottobre
riportano l’espressioni “popoli dei Goti” e “nella terra dei Goti” (il nome Goti in gotico). Anche se è stato
scritto nell’Italia settentrionale non rispetta la tradizione ecclesiastica di quella zona

TABELLA UNGARICA Ritrovamento di una tavoletta di piombo piegata, trovata tra il 54 e 58 del 900 in un
cimitero ungherese e messa tra le mani di un ragazzo in una tomba. Incisi dei frammenti e citazione vangelo
Giovanni, amuleto per chiedere la protezione divina dopo la morte. Datata nell’ultimo terzo del V secolo.
Circolazione oltre ai territori goti

2010 CODEX BONOMIENSIS: testo anonimo, forse un’omelia, scrittura inferiore di un manoscritto
palinsesto ritrovato nella copertina di un libro contabile di una famiglia bolognese Foscarari. Conservato dal
1746 presso archivio di san petronio a bologna. Qualcuno si è accorto (due dottorandi latinisti) che si
intravedeva qualcosa di fondo. La scrittura inferiore era in gotico. Decifrata al 99%. Ha una serie di citazioni
all’intero del testo prese dall’ Antico Testamento come l’ambrosiano. Sappiamo la genesi, esodo, salmi e il
libro di Daniele sono stati tradotti in gotico.
GOTICA PARISINA: testi gotici di Parigi che contengono 7 nomi biblici gotici ma trascritti in caratteri
latini, fine VIII e IX sec, forse ultima testimonianza in lingua gotica anche se traslitterato in latino.

GOTICA VINDOBONENSIA (GOTICI DI VIENNA): contiene alcune parole del vangelo di Luca e il titolo
del vangelo in gotico, corredate da una specie di trascrizione fonetica in caratteri latini, alcune notizie di
carattere fonetico-ortografico e da 2 serie di numeri gotici che sono trascritte con equivalete romano
affianco. VIII-IX sec e inserimento del testo gotico è contemporaneo alla stesura del manoscritto. Epoca più
tarda delle attestazioni in gotico. Dopo questo il gotico verrà dimenticato. Il manoscritto viennese contiene
anche una serie runica anglosassone e tre alfabeti gotici  (Vienna -Wien- ONB, 795, Folio 20 recto
compaiono 3 serie alfabetiche, 2 complete e una no, accompagnate da una serie di rune. Da una parte
riconducibili alla bibbia gotica, dall’altra parte troviamo parti di alfabeto runico e 3 alfabeti gotici ci fa
pensare che qualcuno abbia voluto conservare traccia del runico e alfabeti gotici: conoscenza gotica in parte
perduta ma qualcuno sapeva cosa fossero questi simboli)

18/10

Testi non religiosi

Citazione gotica nel “DE COVIVIIS BARBARIS” = sui banchetti dei barbari (è un lamento verso i barbari
che hanno comportamenti sgradevoli e con i rumori non si riesce a capire più nulla)

-cit “Inter EILS Goticum scapiamatziaiadrincan non audet quisquam dignos educere versus” nessuno riesce a
produrre dei versi decenti

Citazione gotica in un componimento in lingua latina, contenuto nella raccolta “antologia latina”. All’interno
del verso latino sono state aggiunte parti di gotico. La grafia è diversa.

EILS: significa evviva (hails in gotico standard).

SCAPIAMATZIAIADRINCAN: in gotico standard sarebbe “skapja(m) matja(m) ja(n) dringkan”=


procuriamoci cibo e bere.

“in mezzo alle grida gotiche ‘Evviva! Procuriamoci da mangiare e da bere’ nessuno osa più tirare fuori versi
decenti”

PAPIRI DI RAVENNA (materiale scrittorio non comune nella tradizione germanica) sono 2 atti notarili
(compravendita) provenienti da Ravenna, conservato solo uno a Napoli e l’altro è andato perduto da 200 anni
ed è stato per lungo tempo conservato nell’archivio del duomo di Arezzo. Abbiamo una trascrizione
settecentesca che ci permette di sapere il contenuto del papiro.

Napoli databile nel 551. Le firme dei testimoni e l’autentica delle firme sono in lingua e in grafia gotica e in
una lingua molto vicina a quella della lingua biblica (motivo biblico). Non solo la lingua della bibbia si è
mantenuta tale dal passaggio dalla Mesia inferiore all’Italia ostrogota ma si passa da un ambiente religioso a
quello profano della compravendita.

GERMANI OCCIDENTALI I

La tripartizione di Tacito dei germani la possiamo applicare solo ai germani occidentali e abbiamo: Istevoni
(Reno-Weser), Ingevoni (Mare del Nord), Erminoni (Germani dell’Elba) derivate dai 3 figli di Mannus:
Istwi,Ingwi, Irmin

ISTEVONI
Semplici, una sola popolazione ovvero I FRANCHI: compaiono nelle fonti storiche tra alla fine del III e
inizio IV sec, in testi di lingua latina. Prima non li menzionavano perché erano un’associazione nuova,
diversi gruppi si erano raggruppati e danno vita ai franchi. Deriva da “an frakkr” coraggiosi, audaci.

I Franchi stanziati nel Reno-Weser erano divisi in 2 gruppi  franchi SALII (terre lungo il basso Reno fino
al mare) e franchi RIPUARI (medio corso del Reno). Poi dopo un po' si riuniranno e a partire dal III sec d. c.
iniziano ad estendere il loro territorio. Nel IV sec i Salii saranno oltre il Reno nella zona del Belgio dove,
attorno al IV sec, fondano un regno nella città di Tournai sotto il re Childerico. Nel 476 cade impero romano
di occidente, nel frattempo i franchi si sono estesi fino alla conquista di alcune delle città romane. Questo
porta uno spostamento confine linguistico: la fascia ad ovest del Reno che prima era gallo-romanza ora si
parla la lingua germanica. Poi sarà anche la zona dove i franchi si adatteranno alla lingua di sostrato e si
romanizzeranno.

Dinastia MEROVINGI a cui appartiene Clodoveo (re tra il 482-511). I franchi aumentano la loro espansione
e conquiste, arrivano a inglobare la Gallia tranne il regno dei Burgundi e a Est sottomisero gli Alamanni e
allargano notevolmente il territorio a est del Reno. Clodoveo fa una scelta politica giusta ovvero: i franchi
sono la prima comunità che passa subito al cristianesimo cattolico, non passa verso all’arianesimo.
Conversione al cattolicesimo di Clodoveo nel Natale del 497 e 498 viene battezzato a Reims dal Vescovo.
Scelta intelligente perché avrà un ruolo privilegiato con la chiesa e gli darà una scusa ufficiale per
conquistare territori di altri utilizzando la bandiera del cristianesimo per espandersi. I franchi avranno sempre
questo vantaggio e se lo giocheranno frequentemente. Conquista regno visigoto di Tolosa, cade il regno
burgundo. Fine VI sec il regno franco comprenderà quasi tutta l’attuale Francia e il territorio centro
meridionale della Germania.

732 guerra di Poitiers: momento alto per i Franchi (con Carlo Martello) perché si sono scontrati con le truppe
arabe solo con la scusa del cristianesimo. Un’altra medaglia per i franchi

Carlo Martello non è re dei Franchi, solo in assenza del re lui può governare. 737 governa da solo perché il
re non poteva. Prima di morire si divise il regno con i suoi figli (Carlomanno e Pipino il breve) senza avere
nessun diritto a farlo. I suoi figli non saranno destinati bene. Manno si ritira in convento e Pipino sarà da solo
a governare. Pipino sarà maestro di palazzo come suo padre. Nel 743 dopo aver deposto l’ultimo re
Merovingio si prepara la strada alla sua incoronazione.

Dinastia CAROLINGI. Pipino primo regno della dinastia del Carolingi. Pipino il breve ha due figli (Carlo
Manno e Carlo ‘Magno’). Manno muore e Carlo Magno sarà primo imperatore del Sacro Romano impero

25/10

Carlo diventa re da solo, lui e suo fratello entrambi sposati con principesse longobarde. Quando muore il
fratello Carlo usurpa il trono e ripudia la moglie. Taglia il legame di amicizia con i longobardi
sconfiggendoli e diventandone il nuovo re. Si fa incoronare imperatore, notte di Natale dell' 800 → sacro
(cristiano) romano (in continuità con l'impero dei romani) impero. (Guerre sassoni, 804 capitolazione della
Sassonia.)
La transizione da Carlo Magno a Ludovico il Pio non vede problemi, ma la successione a Ludovico crea una
serie di lotte. La faccenda della successione a Ludovico il Pio avvenne secondo il Trattato di Verdun 843 in
cui si spartiva il regno in tre parti: Ludovico il Germanico ottiene parte orientale (attuale Germania), Carlo il
Calvo la parte occidentale (attuale Francia) e Lotario I i territori dei Franchi in Italia e la regione della
Lorena. I secondi ce l'hanno con il primogenito. A Lotario spettava la Lorena. Una serie accordi vari tra i
fratelli soprattutto i secondi che si alleano contro il primo. Carlo e Ludovico sconfissero il fratello nell’841.
Nell' 842 ci sono i giuramenti di Strasburgo, per rendere ufficiale l'alleanza davanti agli eserciti che fanno
da testimoni. Tutto raccontato da Nithard, nipote di Carlo magno e funzionario alla corte di Carlo il Calvo.
Volevano giurarsi fedeltà ma l'impero franco era diventato tanto grande da non avere una lingua comune,
c’era una divisione tra Francia e Germania. Perché tutto fosse comprensibile ciascuno giura nella lingua
dell'altro, così i 2 eserciti sono in grado di comprendere. Ludovico giurò nella lingua del popolo di Carlo, il
galloromanzo e Carlo in quella di Ludovico, il francone, poi giurarono i due eserciti, ognuno nella propria
madrelingua. Il testo tedesco è scritto in francone renano.
Nell'introduzione in latino del testo troviamo l'espressione “teudisca lingua / romana lingua” per indicare le
due lingue utilizzate. Teudisca → lingua germanica del popolo, deriva da feudo che significa popolo.
 
INGEVONI → GERMANI DEL MARE DEL NORD

Più popolazioni : i cauci, gli angli, i sassoni, gli juti, i frisoni.


I cauci erano collocati tra il fiume Ems e l'Elba, non si sa molto.
Gli angli erano collocati nella parte meridionale della penisola dello Jutland.
I sassoni non compaiono nelle fonti fino al II secolo d.C.
I frisoni lungo le coste del mare del nord.

ANGLOSASSONI
Colonizzazione dell'isola britannica iniziata dalla metà del V secolo con Angli, Sassoni, Juti e gruppo
Frisoni.
Gli juti prevalgono nella penisola dello Jutland, nella parte stretta. Angli parte che unisce lo Jutland al
continente, Sassoni dalla Germania settentrionale, Frisoni ad occidente dei Sassoni.
Beda, religioso cristiano → historia ecclesiastica gentis anglorum. Racconta dell'arrivo di queste
popolazioni, sarebbero arrivati nel 449, a capo del gruppo c'erano 2 fratelli che sono Hengist e Horsa
(cavallo e cavallo). Nomi allitteranti. Ricordano molto Romolo e Remo. Ciò dà l'idea della creazione di un
mito per dare nobiltà alla popolazione anglosassone. Non tutti e 2 andranno avanti nella conquista perché
Horsa muore contro i bretoni. Le popolazioni celtiche vengono sottomesse e mandate nella zona periferica
della Cornovaglia, Galles, Irlanda e Scozia.

28/10

Situazione non fissa, si formeranno e scioglieranno regni,  grandi linee gli angli si stanziano sulla zona
settentrionale, i sassoni nella zona del Tamigi e gli Juti nella zona del kent.

Gli anglosassoni formano una serie di piccoli regni “eptarchia anglosassone”,

Angli: East Anglia (centro Cambridge), Mercia (centro Oxford), Northumbria (si estende a nord del fiume
Humber e arriva fino al vallo adriano) dove erano arrivati i romani, la northumbria è già il risultato della
fusione di due regni precedenti.

I sassoni hanno 3 regni Wessex, Essex, sussex, questi regni avranno sorti alternate, il regno che ha in modo
più evidente un predominio sugli altri è quello del Wessex. Nella fase inglese antica il grosso delle
testimonianze scritte arriva da lì in dialetto sassone occidentale, dialetto più importante dell’inglese antico.
Alfredo il Grande è legato al Wessex ed è stato uno dei pochi sovrani a riuscire a resistere alle invasioni
vichinghe, anche se il rapporto non inizia bene viene mandato in esilio ma recupera la situazione e protegge
il suo territorio, creerà una rete di fortificazioni via terra e la prima flotta, ma lo ricordiamo per altro: per la
politica culturale, è paragonato a Carlo Magno perché entrambi hanno promosso la diffusione della riforma
benedettina, ora et labora lavoro inteso come lavoro nei campi ma anche lavoro al livello intellettuale e
culturale, promuove una religione non solo contemplativa, ma la riforma pone uno standard minimo di
cultura che i monaci devono avere, devono conoscere il latino e nelle piccole cerchie di chi aveva accesso
alla cultura, la riforma porta ad un miglioramento della situazione culturale, Alfredo fa tradurre alcune delle
opere più importanti dal latino all’anglosassone. Questo equilibrio dura dalla fine del VI secolo fino agli anni
30 del IX secolo, dove cominciano ad arrivare incursioni da parte dei vichinghi (momento che consideriamo
iniziale dell’epoca vichinga è il 793 con la distruzione del monastero di Lindisfane in Inghilterra ed è la data
scelta per indicare l’età vichinga). Distruggono un monastero per le ricchezze e perché non era difeso
militarmente, quindi dagli anni 30 del IX secolo inizia ad impattare la continua presenza vichinga in
Inghilterra. C’è un territorio nell’isola danelaw sottomesso alla legge dei danesi, diventerà un regno con
capitale York X e XI secolo dominio danese e anglosassone, poi si arriva ad un unico regno anglosassone,
nel 1036 per la prima volta in Inghilterra c’è di nuovo un sovrano anglosassone, la capitale passa da
Winchester a Londra.

1066:

Ultimo attacco vichingo, questa volta non danese, questi sono dei norvegesi che viene respinto dagli
anglosassoni che pensano di essersi liberati dai vichinghi ,ma nello stesso anno c’è un altro nemico che
arriva dal Nord, sono i normanni (di Guglielmo il Conquistatore), ma fanno un percorso strano. (capo
vichingo di allora era Rollone che aveva il compito di proteggere questa zona, la Normandia). 1066 guidato
da Guglielmo il Conquistatore che diventerà re d’Inghilterra. La lingua che porteranno con sé i normanni
sarà il francese. 1066 anche data per distinguere antico inglese e inglese medio. Diglossia con variante alta
(scritta) il francese, si parla l’anglonormanno (normanno prodotto in Inghilterra) e il sostrato anglosassone
sopravvive ma in modo marginato e non per la scrittura.

BEOWULF: testo più famoso tradizione inglese. Ha sempre dato l’idea di essere germanico e non
contaminato dalla tradizione cristiana. Originale dal punto di vista germanico, ma non anglosassone.
Ambientazione scandinava, si parla di danesi, geati e svedesi. Vari aspetti sul quando sia stato scritto e dove

1. Periodo di Beda a cavallo tra VII e VIII sec. Il regno importante a quell’epoca era
NORTHUMBRIA.
2. Alcuni lo collocano in Mercia ai tempi di Offa nella seconda metà VIII sec.
3. Dorothy Whitelock: the Audience of Beowulf suppone come data possibile di composizione il primo
periodo dell’VIII sec.

Gli angli hanno portato questa vicenda sull’isola durante la migrazione. Dal tardo VII sec fino all’XI sec
(data non documentata). Originale scritto probabilmente in dialetto anglico e poi a noi è giunta una versione
con sassone occidentale. Testi più lunghi della fase inglese antica conta più di 3000 versi allitteranti, ciò che
li lega è l’allitterazione. Il titolo non è quello originale perché non ha un titolo in realtà. Dato nel 1805 da una
studiosa e lo ha preso dal nome del protagonista. Manoscritto unico (codex unicus, London, British library,
Cotton Vitellius A XV). La biblioteca di Sir Cotton aveva una libreria in cui c’erano delle statue di
imperatori romani (Vitellius non tanto famoso ma c’era quello). Prima parte metà XII sec e contiene testi in
prosa anglosassone. Poi versi dell’anno 1000, con testi in prosa; il Beowulf (129-198); Giudith (la storia di
Giuditta) poema anglosassone di argomento cristiano. Originale testo scritto seconda metà VII sec dialetto
anglico.

1. Dopo il IX sec ci fu la trasposizione in sassone occidentale ma ancora forme northumbriche.


2. Copresenza elementi dialettali: sassoni e anglici= forse perché c’era un copista e nello trascrivere la
versione in sassone occidentale lasciò delle tratte northumbriche, ha portato con sé parte del suo
dialetto. (antigrafo: manoscritto da cui si copia).

Lo sfondo storico: storia e leggende eroiche dei Geati, Danesi e Svedesi tra seconda metà del V sec e prima
metà del VI sec.

Beowulf non pare esistito, probabilmente c’erano state storie analoghe e si creò la sua storia. BEO= ape
WULF= lupo; maybe composto esocentrico con -Beug in tedesco moderno biegen (sottomettere, piegare)=
colui che sottomette i lupi. Lupo ha spesso significato di fuori legge, bandito = colui che sconfigge i banditi.
Grendel come umano (bandito) e non come mostro.
Poema di argomento pagano che parla di un eroe di cui si racconta il passato. Suo padre, bandito dal suo
regno, ha dovuto trovare riparo in terra straniera, sotto il re Hrothgar che lo aiuterà a ritornare sul trono dei
geati. Non è solo un eroe ma è una sorta di obbligo giuridico, lui si “prostra” a colui che aveva aiutato il
padre. Da piccolo portato alla corte dei nonni materni e qui all’inizio è un bambino insignificante, ma
durante la gara di nuoto con un ragazzino più grande di lui Breca, si distinguerà notevolmente, aiutando
anche il compagno. Arriva alla terra dei Finni indenne. Questo segna il momento in cui tutti capiranno le
capacità di Beowulf. Cresce e ha la notizia che c’è una situazione difficile nel regno danese, si dice ci sia un
mostro che di notte arriva nella reggia dei danesi, nel banchetto e uccide tutti i guerrieri. I parenti di Beowulf
gli dicono di partire per uccidere il mostro Grendel. Arrivano davanti al re e ci sarà un banchetto per questi
geati (che erano insieme a Beowulf). Un danese mette in discussione le capacità dell’eroe. Il banchetto
terminò ma Beowulf decide di rimanere dopo il banchetto e affrontare il mostro. Grendel trova Beowulf
volutamente disarmato. B strappa il braccio di Grendel e lo appende davanti alla reggia. Il mostro va a
morire più avanti. Il re fa una serie di doni all’eroe. Nella notte arriva la madre di Grendel (mostro delle
acque fredde) che assale la reggia con intento di vendicare la morte del figlio. B insegue la madre di G fino
all’abisso dove lei si nasconde. Questa volta prende l’armatura e la spada. Si getta in mare la lotta si svolge
sul fondo dove troverà un’altra spada fino a decapitarla. Altro banchetto, corte momentaneamente al sicuro.
Prima parte poema finisce con il ritorno casa di Beowulf. B salirà poi al trono dei geati e comincia la
seconda parte: Beowulf adulto, re e il suo nemico ora si trova in casa. Questo drago era sostanzialmente
pacifico, ma qualcuno ruba una corona dal suo tesoro e di notte sto drago fa stragi. B affronta con 12
compagni il drago. Ha un atteggiamento malinconico, ricorda la fanciullezza e il nonno = presagi di morte.
Si arma di tutto punto. Stana il drago, questo sputa fuoco, i compagnia scappano tranne Wiglaf e con l’aiuto
di questo ragazzo, B avrà la meglio sul drago. Là fu ferito e questa fu la sua ultima battaglia. Non muore
subito, da disposizione sul suo funerale e nomina come suo successore Wiglaf. Fine con elogio funebre
dell’eroe. Wiglaf rivolgerà severe parole ai compagni vigliacchi. Si esprime anche il timore che i Geati
possano in questo momento difficile essere attaccati dai Franchi o dai Frisoni o Svedesi.
Struttura a spirale sempre un po' di grave e pericoloso. Era davvero un mostro, un essere maligno e
demoniaco il nemico o era un fuori legge, escluso dalla società?
Religione cristiana: privo di riferimenti al cristianesimo ma il manoscritto è stato scritto intorno all’anno
1000, in quegl’anni i normanni erano già cristianizzati, il copista forse si interrogò su come i cristiani
dovessero vedere questo manoscritto. B doveva morire, se no si sarebbe troppo avvicinato al divino.
1. Stato scritto o dettato da un poeta e il testo scritto divulgato poi da lettori;
2. Nato nell’oralità e veniva recitato a memoria finché, dietro esplicita richiesta del re, fu stato
trascritto.
Il testo Grendel: si rifà il racconto dal punto di vista del mostro.
Prima edizione a fumetti è in Italiano Kid Beowulf .

08/11

GERMANI OCCIDENTALI II

I SASSONI antichi o continentali sono gli unici a continuare conquiste ed espansioni verso sud-ovest nel
continente. Abitudine di portare un’arma, via di mezzo tra coltello e spada (corta). Questa è la caratteristica
identificativa Sex.

I sassoni saranno uno dei nemici più difficile da sconfiggere per i Franchi di Carlo Magno. 772-804 guerre
sassoni. 804 fase finale guerre viene distrutto un luogo sacro simbolico = Irminsul ovvero un albero sacro,
(modo per riconoscersi come i sassoni, caratteristica solo loro.) Simbolo pagano distrutto dai Franchi perché
era una guerra per cristianizzare i Sassoni.

La cristianizzazione dei Sassoni: La scelta proposta ai Sassoni era o di inginocchiarsi davanti a Cristo o
sarebbero stati uccisi con la spada. Dopo la vittoria militare iniziano una serie di attività per riconvertire i
Sassoni ma in un modo più ortodosso, affidata ad una serie di vescovi. Oltre al clero secolare, ci sono anche
delle fondazioni di monasteri (più famoso è quello di Corvey sul Weser), nato nei primi anni del IX secolo
dal distaccamento di un’abazia, Corbie, nella Francia settentrionale. In questo contesto rientra “Heliand”
testo in lingua sassone per questa volontà di convertire i sassoni al cristianesimo. I franchi quando stanno per
assoggettare i sassoni si danno un codice di leggi Lex Saxonum che rispecchi le consuetudini proprie dei
sassoni perché nel medioevo vige il principio della PERSONALITÀ DEL DIRITTO opposto alla
territorialità del diritto. Dopo la sconfitta dei sassoni nell’804 questa popolazione entra a far parte del regno
dei Franchi e diventerà un ducato nel regno, la Sassonia.

L’armonia dei vangeli in antico sassone o HELIAND = vita del Salvatore

Testo originale in lingua sassone, pubblicato nel 1830, è una delle composizioni poetiche di argomento
biblico pervenuteci dai primordi della letteratura tedesca. Poema in 6000 versi allitteranti dedicati alla storia
e vita di Cristo, rientra nel genere dell’harmonia evangelica: la ripetizione, come si poteva avere nel vangeli,
si toglieva. Veniva preso il racconto globale del vangeli per essere messo in un racconto unico in ordine
cronologico senza interesse da quale evangelista viene preso il documento. Poesia in lingua germanica
stimata dal modello biblico. Nessun manoscritto si può definire completo soprattutto la fine. Il testo è molto
legata alla storia tra sassoni e franchi. Portare il cristianesimo vicino alla lingua per trasmetterlo nel migliore
dei modi.

Un teologo luterano ha inserito una “prefazione ad un antico libro in lingua sassone” e i “versi
sull’autore”che originariamente erano premessi da un codice miscellaneo, oggi perduto che conteneva
l’Heliand e altri componimenti in antico sassone. In questa prefazione si loda Ludovicus piissimus Augustus
per aver dato l’incarico ad un poeta di comporre in versi e in lingua tedesca un poema sul Vecchio e Nuovo
Testamento, per diffondere il messaggio cristiano e le leggi divine sia agli litterati che agli illitterati. Se il
menzionato Ludovicus fosse:

1. Ludovico il Pio (figlio di Carlo Magno) allora l’opera dovrebbe essere stata composta tra l’822 (data
del commento di Rabano Mauro sul Vangelo di Matteo - utilizzato nello Heliand-) e l’840 (anno
morte Ludovico il Pio).
2. Ludovico il Germanico (figlio di Ludovico pio) potrebbe essere stato scritto prima dell’843 (fu
spartito il regno dei Franchi e Ludovico il G. divenne re della parte orientale del Regno)

Tramandato in due manoscritti quasi completi e in 2 frammenti, anche frammenti della genesi in sassone
antico.

Tutte le testimonianze sono redatte intorno all’850. Negli anni dopo la pubblicazione ha suscitato interesse e
si è copiata fortemente. Testimonianza della ricezione dello Heliand fuori dall’area tedesca è costituito dal
codice Cottonianus, appartenente alla parte Cotton, conservato in Inghilterra, redatto nella seconda metà del
X sec. opera che ci dice che i manoscritti continentali circolavano anche sull’isola. I sassoni del continente e
i sassoni che erano sull’isola comunicava e si scambiavano i manoscritti. L’autore era qualcuno colto e la
scelta dell’harmonia evangelica fu fatta sulla base della conoscenza della tradizione già presente. Un’altra
harmonia evangelica conosciuta è quella di Taziano. Probabilmente stato composto della zona di Fulda,
molti dei manoscritti provengono da qui, era centro di produzione fisica dei manoscritti e centro di cultura.

Dal punto di vista grafico e fonetico, tutti i manoscritti di Heliand hanno forte influsso francone forse perché
hanno commissionato l’opera. Nessuno documenta che ci sia un accompagnamento musicale. Il poema è
diviso in capitoli più o meno della stessa lunghezza predisposti per la recitazione a voce alta, chiamati vittea
“lezioni”. Questo tipo di struttura è legato all’uso che si voleva fare dell’opera perché forse usato in un
contesto particolare.

Forma e Stile: vicino a tradizione poetica germanica, versi allitterazioni. I Vangeli vengono presentati il più
vicino possibile alla presentazione germanica e le strutture e i concetti biblici vengono trasposti nella forma e
nei modelli del poema eroico germanico. Linguaggio elevato, ricche perifrasi poetiche, formule, ripetizioni
con altre parole di uno stesso concetto. Assolutamente ortodosso, il rapporto tra Gesù e discepoli ricorda un
capo germanico con il suo seguito (seguirlo e combattere per lui), importante è il dialogo, molti discorsi
diretti per dare senso di immediatezza e movimento. Stile caratterizzato da enjambement, unità sintattica non
finisce a fine verso ma va avanti, sintassi difficile. Ha frasi secondarie le quale rendono il testo più vivace,
immediato per tenere l’attenzione di chi ascolta in veste quasi arcaica. Funzione di rafforzare il cristianesimo
tra i sassoni, consolidarne la Parola. Il destinatario era individuato nella nobiltà secolare sassone, forse la
divisione in capitoli potevano rappresentare la durata di un pasto (quando mangiavano qualcuno andava a
leggere). Testo in sassone magari perché era riservato solo a particolari occasioni, magari quando avevano
ospiti. L’opera fu anche un importante monumento linguistico per dimostrare l’alto livello raggiunto dalla
cultura scritta.

11/11

Genesi (autore ignoto) antico sassone è altro testo importante, ma ridotta rispetto a heliand. La versione
originale è contenuta in 3 frammenti per un totale di 337 versi lunghi conservati in un manoscritto nella
biblioteca di Roma che comprende anche alcuni frammenti dello Heliand. I temi sono interessanti perché
abbiamo: pentimento di Adamo e Eva, uccisione di Abele da parte di Caino, elenco dei sui discendenti fino a
Enoch e la distruzione di Sodoma. Vi si possono desumere altri versi da un passo della Genesi in
anglosassone dove vi si narra di Adamo ed Eva con la caduta di angeli ribelli (lucifero) e la storia del peccato
originale. Tutti questi temi hanno in comune di essere storie di ribellione, disobbedienza, che sono andate a
fine tutte male, punite. Questo suggerisce che questa scelta dei temi sia stato un messaggio politico tra
Sassoni e Franchi.

842 momento importante con la rivolta di Stellinga: tentativo dei sassoni di ribellarsi ai franchi, non riuscito.
Momento storico che ha posto le basi per la Genesi in antico sassone “ci hanno provato, ma è andata a finire
male” per convincere (in modo ideologico) che era meglio non ribellarsi ai franchi. Il contesto della Genesi è
dato dalla casa regnante che voleva far comporre opere religiose per enfatizzare il cristianesimo.

Non sappiamo che dimensione avesse la genesi originariamente. Forse anche la genesi all’inizio era divisa in
capitoli. Nei confronti della materia biblica, l’atteggiamento dell’autore è di insolita libertà forse perché non
si è basato solo su fonti bibliche. Questo manoscritto vaticano può essere identificato in un documento che
voleva esporre l’antico testamento, ma anche mandare un messaggio biblico alle popolazioni. Con questo
frammento, in area tedesca, finisce la poesia biblica con versi allitteranti, non avremo più testi biblici.

La poesia in volgare cristiana si orienterà verso la forma poetica dei versi a rima finale

FRISONI

V sec colonizzazione isola britannica, pochi frisoni però partecipano alla spedizione. Molti rimangono nel
continente sulle coste del mare del nord fino alle isole frisoni. Nelle fonti vengono chiamati FRISII,
compaiono nell’opera di Plinio Il vecchio. Contatti con i Sassoni, franchi e danesi. Importanti per la loro
posizione: centrale, affacciato sul mare, controllano le vie commerciali. Ruolo di commercianti e personaggi
che non si possono bai passare per commerciare con altri paesi. I franchi contribuiscono all’indebolimento
dei frisoni, i danesi iniziano a fare incursioni nel territorio dei frisoni. IX secolo i territori vengono inglobati
dai franchi con la conseguente cristianizzazione dei frisoni (avvenuta in modo meno cruento rispetto ai
sassoni.) Opera di missionari che vengono dal regno Franco ed anche dall’Inghilterra = testimonianza del
contatto dell’isola britannica e il continente. La genesi ha anche una versione anglosassone = i testi
circolavano tra Inghilterra e continente.

Dopo il IX sec i frisoni scompaiono dalle fonti, il loro nome continua ad apparire come nome geografico (la
frisia come regione), Frise (popolazione che sta in quella regione), Academia per la lingua frisone.
Importante è la lingua storica perché l’antico frisone nel medioevo ha i suoi testi e attestazioni. Lingua con
caratteristiche proprie ma fa parte delle lingue ingevoni.
ERMINONI: germani dell’Elba

SVEVI

Tribù più importante, piccola parte si muove verso Ovest, attraversa il Reno e nel 411 li troviamo nella
penisola iberica con un regno che avrà vita breve (Galizia, Gallia settentrionale), verrà assorbito dal regno
dei visigoti di spagna. La maggior parte degli svevi si sposta nel III sec d.c. con gli Alamanni (vuol dire
‘tutti gli uomini’ perché si uniranno agli Svevi) verso sud e va a stanziarsi nel V sec nella zone che oggi fa
parte del sud-occidente della Germania.

313 battaglia Caracalla, le incursioni di svevi e alamanni nel regno romano saranno sempre più frequenti.

ALAMANNI conquistano un’ampia zona di territorio (attuale Alsazia, Land tedesco Baden Wurttenberg e
Svizzera tedesca). Poi ci sarà uno scontro con i Franchi. Periodo breve in cui si ristabiliranno con la loro
indipendenza (indebolito regno dei franchi) ma saranno nuovamente sottomessi con Carlo Martello.

Fine del periodo imperiale carolingio, nasce un ducato con il nome degli Svevi SVEVIA, con la casata degli
HOHENSTAUFEN.

BAIUVARI O BAVRI O BAVARESI: dall’Elba questi si espandono verso sud, attraversano il Danubio
andando nella parte sud-orientale: Baviera e Austria. In un primo momento riescono a tenersi indipendenti
ma con Carlo Magno verranno assoggettato dai Franchi: diventano ducato del regno carolingio. Prima
ereditario da padre in figlio poi dal 788 viene deposto il duca di Baviera. Tassilone sarà l’ultimo duca
ereditario ed il successore sarà sostituito con un duca di nomina reale (cambia che non ci saranno più ducati
ereditari, ma il titolo verrà assegnato dall’imperatore).

MARCOMANNI: ‘uomini di frontiera’ sempre Germania dell’Elba. Collocati tra Elba e fiume Oder,
sconfitti dai Romani e si sono rifugiati nella Boemia. Qui hanno fondato il loro regno. Tra V e VI sec il loro
nome scompare dai documenti storici, forse spostati nell’attuale Baviera.

LONGOBARDI: ‘quelli con le barbe lunghe’, notizie quando c’era Tacito, erano stanziati lungo l’Elba e nel
V sec a.C. erano stati sconfitti da Tiberio. La storia dei longobardi la scrive Paolo Diacono in latino
“Historia Longobardorum” e dice che prima di raggiungere l’Elba si siano fermati nel Baltico dove erano
noti per le loro doti da guerrieri con il nome di WINNILES (guerrieri). Risalgono poi l’Elba e nel 488
invadono i Rugi e vanno a finire nel territorio della Boemia dove passeranno e nel VI secolo andranno verso
la Pannonia (Romania), poi spinti dal pericolo degli avari decidono di immigrare verso ovest nel 578
arrivano in Italia passando dal Friuli guidati dal re Alboino. Si dilagano rapidamente dirigendosi verso il
centro-sud. Conquista dell’Italia ultimata nel 650

Altri centri dell’Italia longobarda: Pavia,Brescia, Milano, Lucca. Alboino resiste poco perché viene
assassinato, succede Clefi che era duca di Bergamo. Quando morì, per 10 anni i duchi decisero di non
eleggere più un re. La spinta che li porterà a rieleggere un re, sarà la minaccia dei Bizantini. Eletto re Autari
poi suo successore sarà Agilulfo che riappacifica un po' i Bizantini. Questi 2 saranno sposati con la stessa
donna Teodolinda che sarà ritenuta responsabile della conversione al cattolicesimo dei longobardi. (Non
sparirà completamente l’arianesimo.) Un altro re importante sarà Rotari, con lui i Longobardi avranno una
legge scritta in latino “l’editto di Rotari” 643. Latino era la lingua del diritto. Rotari vieta la vendetta con il
sangue (faida) sostituendola con il wergeld = guidrigildo (deriva dal longobardo)= risarcimento in denaro per
la vita, ferita o danno a qualcuno. Catalogo con il valore nelle varie circostanze.

La problematica religiosa (ariani, cattolici) diventa centrale nell’evoluzione politica, poiché ci sarà un
indebolimento della figura del re, risultato di semianarchia dei duchi = non bene all’unità politica. 712
quando viene eletto Luitprando che riprende il potere dei longobardi. Quando muore cominciano ad esserci
diversità religiose ma entra anche un potere altro, agente esterno = CHIESA DI ROMA. Il Papa si sente
minacciato per la presenza ariana e chiederà aiuto ai franchi in nome della fede 744. I franchi all’inizio non
vogliono intervenire militarmente, ma vogliono alleanza tra re longobardo Desiderio e Pipino il Breve
(governa i franchi): 2 matrimoni dinastici Pipino 2 figli maschi (Carlomanno e Carlo) e Desiderio 2 figlie
Femmine. Quando Carlo muore, il fratello Magno ripudia la moglie, prende tutto il potere dei franchi 771,
Desiderio viene catturato e il territorio assediato. Adelchi (figlio di Desiderio) non resiste neanche lui, quindi
in nome dell’impero carolingio si occupano tutti i territori longobardi 774= fine dominazione longobarda in
Italia. Non spariranno proprio dall’Italia, soprattutto presenti nel sud.

TRADIZIONE LETTERARIA ALTO TEDESCA ANTICA

I DIALETTI alto tedeschi antichi: non si parla di una lingua a parte. Seconda mutazione consonantica.

Serie di iscrizioni runiche arrivano dalla Germania meridionale tra V e VII sec, dal VII sec in poi alto
tedesco antico. Scrittura runica è precedente alla cristianizzazione. Fibula I di Nordendolf in lingua alemanna
risalente all’inizio del VII sec e troviamo 3 parole: Logafone, Wodan (odino), Wigifonar. Sull’altro lato
abbiamo Awa, Leubwini che sono di nuovo due nomi. Abbiamo due allitterazione, usata per dare
collegamento a un testo brevissimo e fatto per la maggior parte di nomi. Un altro caso del runico, in lingua
franca: fibula di Osthofen, seconda metà del VII sec con caratteristiche del rapporto con la religione
cristiana, comprende una specie di scongiura “dio davanti a te diavolo”. Riferimento dio e diavolo è perché
siamo in un contesto cristiano. Al di là delle iscrizioni troviamo le rune in alcune composizioni in testi brevi
con valore didattico, mnemonico in testi ormai lontani dall’effettivo uso delle rune, si sta perdendo. IX sec,
manoscritto “Abecedarium Nordmannicm” prende in considerazione in ordine alfabetico e simboli della
lingua runica. Componimento in lingua con elementi dell’antico nordico, antico sassone e alto tedesco. 11
versi allitteranti che spiegano segni della tradizione runica recente spiegandoli attribuendo loro il significato
che aiuta a ricordare e memorizzare. Sembra composto appositamente per spiegare il significato di queste
rune che si stanno perdendo. Scritto da qualcuno che non voleva che questa tradizione andasse persa.

Testi messi per iscritto per gusto antiquario: “incantesimi di Merseburgo”, cittadina dell’ex Germania
dell’est, contiene formule magiche perché di origine religiosa. Sul foglio di guardia (tra copertina e inizio del
testo vero) sono state messe per iscritto 2 formule magiche con carattere pagano, li che fa ritenere essere
testimonianza del periodo precedente ai franchi e al cristianesimo.

Primo incantesimo per liberare un prigioniero, si fa riferimento a 3 gruppi di donne, divinità femminili con
qualche potere particolare, sovrannaturale di cui non sappiamo molto, vengono chiamate con il nome di Idisi
e ce ne sono 3 gruppi: uno descritto che intreccia lacci (per trattenere), l’altro blocca degli eserciti (forse i
nemici) e l’ultimo che scioglie le catene (libera il prigioniero). Parte narrativa, la parte successiva è lo
scongiuro che viene formulato come un imperativo, un ordine : “sottraiti dalle catene e fuggi”.

Secondo incantesimo per guarire un cavallo ferito sulla zampa, più evidentemente pagana perché nella parte
narrativa compaiono nomi che sono chiaramente riferiti a divinità pagane: Odino, Freia e a Baldr (figlio di
Odino che ha una storia particolare ovvero è una divinità quasi priva di difetti che sarà vittima di invidia
altrui e sarà ucciso), visto un po’ come la figura di cristo. Si racconta di come una giornata, un gruppo di
divinità si trovi a cavallo nel bosco e il cavallo di Baldr si sloghi la zampa. Cominciano così a provare,
pronunciare parole per guarirlo. Odino riuscirà a guarire il cavallo. Le sue parole, che sono le parole
dell’incantesimo con un discorso diretto, sono quelle che si devono dire per guarire un cavallo. Altra cosa
interessante è che ne esiste un altro che è parallelo a quello di Merseburgo come incantesimo: è
l’incantesimo di Treviri per i cavalli: struttura narrativa uguale, cavalli nel bosco, slogatura zampa cavallo,
però i personaggi sono Santo Stefano (proprietario cavallo), Vergine, Gesù cristo (guarirà il cavallo),
abbiamo il passaggio da divinità pagane a cristiane. Cristianizzata ma forse lo scriba che ha messo per
iscritto gli incantesimi di Merseburgo abbia di sua volontà cambiato i personaggi. Chiedono che sia recitato
il padre nostro, fluidità da una religione ad un’altra.

Queste due parti vengono identificate come Historiola (parte narrativa), Incantatio (parole da pronunciare).
Rapporto di analogia. Rientrano nella tradizione poetica più antica, comprende anche il discorso magico.

Non è l’unica forma di incantesimi, ne abbiamo anche senza parte narrativa.

15/11

Gli incantesimi di Merseburgo sono un’eccezione perché sono pagane perché di solito ci si rifà a personaggi
della tradizione cristiana. C’è un incantesimo per le ferite che fa riferimento ad un evento, che è un incontro
da bambino tra Gesù e Barabba . Si dice che avessero giocato con armi e Gesù avesse colpito Barabba ma
poi l’avesse anche guarito. Inventata.

Ma si creano situazioni esemplari per creare formule magiche. Moltissimi incantesimi di guarigione: occhi,
emorragie, ma anche insonnia, prevenire il furto, qualcosa per ritrovare oggetti. Si va verso l’individuazione
del colpevole a livello punitivo. Incantesimi d’amore: finalizzato a far innamorare, oppure già da sposati e si
vuole prevenire l’infedeltà.

All’interno della tradizione biblica si trovano analogie che funzionano in questo contesto: fiume Giordano
(arca dell’alleanza) per fermare il sangue, o apertura mar rosso da Mosè.

Incantesimi dedicati a Longino, figura della Bibbia nel vangelo di Giovanni, soldato romano che trafigge il
costato di cristo con una lancia. In realtà questa figura è stata rimpolpata, lo hanno chiamato così in
riferimento alla lancia, cambiata nazionalità: ora ebreo, poi fatto diventare un ebreo cieco. Quando ha
trafitto Cristo : il sangue e l’acqua gli sono andati negli occhi= ha ripreso la vista, ma anche conversione al
cristianesimo = incantesimo per guarire la vista. Viene anche usato per guarire le ferite perché le ferite di
Cristo non si sono infettate (perché era già morto, ma se la girano come vogliono).

Ci sono storie basate su santi e martiri.

Le formule di Merseburgo sono quelle più comuni.

Elemento che può essere presente sono le “istruzioni d’uso” come deve essere fatto l’incantesimo, i
movimenti da fare (spostarsi verso i punti cardinali)

Nella letteratura alto tedesco antica abbiamo la poesia eroica, poco però è giunto in pergamena, non molto è
riuscito a conservarsi fino a noi. La poesia eroica in Germania è il canto di Ildebrando “Hildebrandslied”,
manoscritto in forma completa, versi trascritti da due mani diverse intorno all’81. Manoscritto di carattere
teologico proveniente dall’abazia di Fulda. Molto complicato e discusso, alto tedesco antico con tracce di
elementi basso tedeschi (bavaresi, franconi, antico sassone) o un modello antico sassone o un copista
dell’antico sassone. Il tema è semplice e banale “conflitto padre e figlio”, contesto storico della tradizione di
Teodorico. ILDEBRANDO come seguace di Teodorico. Inizia con preparativi di una battaglia, i due eserciti
hanno scelto un guerriero abile contro guerriero del nemico. Il guerriere scelto è Ildebrando, altra parte è
Adubrando. Loro non sanno a chi si scontreranno. A è figlio di I. Situazione impossibile, i due si incontrano,
non si riconoscono. Il riconoscimento avviene quando si presentano e allora A si presenta, dice la storia della
famiglia. A questo punto I capisce cosa sta succedendo ed è impossibile. I prova un gesto di avvicinamento e
gli offre una cosa d’oro per riappacificarsi. Ma A non gli crede perché pensava che il padre fosse morto. I
capisce la situazione è piange, si rivolge a Dio. O muore o uccide il figlio. Ma sarebbe da codardi ritirarsi. Il
poema si interrompe alla prima scena della battaglia, non sappiamo come vada a finire, ma abbiamo indizi da
una saga nordica “Asmundarsaga kappabana” dove compaiono questi due personaggi Asmund e Ildebrandur
i due non sono padre e figlio ma sono fratelli e qui alla fine Ildebrandur ha dovuto uccidere suo fratello.

Poi ci sono altri indizi dell’esito: uno nella metà del XIII secolo, un poeta della lirica tedesca , “poeta
vagante” che si chiama Marner e in una delle sue strofe parla dell’età eroica e ne cita alcune della morte di
Adubrando. Sempre nel XIII secolo abbiamo un’altra versione nel canto di Ildebrando, e una ballata popolare
completamente diverso ma si dice che quando i due si riconoscono, si abbracciano e non combattono.

18/11

Canto eroico “Ludwigslied” (canto di Ludovico III, re dei franchi occidentali). 881 a Saucourt aveva vinto
sui normanni. Dialetto germanico in cui Ludovico è celebrato. Composizione testo: scritto dopo il 3 agosto
del 881 e prima dell’882. Autore anonimo, ma appartenente alla cerchia del re. Dialetto francone. Abbiamo
solo un manoscritto composto probabilmente nel “centro scrittori”. All’interno del manoscritto questo canto
è l’unico in tedesco, il resto è in latino o francese. Ha i testi divisi in strofe da due o tre versi (strano di solito
sono uniti). Nessuna testimonianza che il testo fosse accompagnato da una melodia, ma forse poteva averla.
Forse veniva recitata in una sorte di celebrazione per il sovrano quando si spostava da territorio a territorio.
Costruzione semplice dal punto di vista sintattico: poche secondarie, solo all’interno dove viene riportato il
discorso di Ludovico ai franchi. Terminologia militare, testo lineare, semplice da seguite. C’è un narratore,
durante la narrazione si nasconde dietro a questa, per tornare alla fine del carme in prima persona. I
destinatari dovevano essere persone informate dell’avvenimento o forse avevano anche partecipato perché ci
sono diverse allusioni. Si raccontano solo eventi epici o per elogiare il sovrano. L’attacco dei vichinghi qui
viene interpretato in modo religioso. Ludovico viene scelto per salvare il popolo franco perché era
considerato come un personaggio sacro. La vittoria significava che il re è stato all’altezza della missione e i
franchi sono stati aiutati da Dio per il quale hanno cambiato stile di vita. Da argomento militare a storia della
salvezza. Funzione: idea di un testo di propaganda, la scelta linguistica del dialetto francone è voluta e
funzionale per l’idea di propagandare, con il testo, la volontà di Ludovico. Rivolgersi alla nobiltà di lingua
germanica del regno era un modo per favorire delle alleanza con il regno occidentale. Instaurare dei rapporti
tra le due metà del regno, poteva essere un modo per risaldare i legami. La propaganda era per rappresentare
Ludovico III come punto di riferimento, un personaggio che portava salvezza divina. Speranza positiva per
la dinastia dei Franchi.

Non è ricordato solo per la celebrazione della battaglia, ma ha anche per altre tradizioni che hanno tono
positivo basato sulla volontà di stimolare la solidarietà.

Nell’802 il sindaco di Aquisgrana decise di far imparare a tutti “La regola benedettina”, nell’816 quelli che
sapevano bene il latino, dovevano tradurla a tutti. La regola benedettina era al centro della regola monastica
del regno benedettino. La regola monastica scritta a Montecassino , era un testo in cui venivano elencati tutti
gli scopi e ordini del regno benedettino e dettava anche come devono comportarsi i monaci (obbedienza,
carità e castità) . Diviso in 5 parti con all’interno tutti gli ambiti riguardanti i monaci. Come si debba fare per
entrare nel convento, le cariche, le punizioni…. Testo significativo dell’alto medioevo e, l’accento forte che
la regola ha sulla lettura della Bibbia, ha favorito una svolta nella cultura dei monaci. Carlo Magno era
interessato alla regola e ordina di farne una copia per essere portata nel suo regno che sarà poi la base per la
riforma monastica. Il manoscritto è stato redatto forse a San Gallo, compatibile con dati linguistici e per dati
di grafia. Versione interlineare (parole di traduzione sopra il testo : il testo tedesco sopra quello latino).
Traduzione fatta sulla base di una copia precedente, perché confrontando il testo latino e il testo tedesco
troviamo molte discordanze. Il tedesco forse è stato elaborato su una versione latina con alcune differenze,
oppure forse per tradurla si è consultato anche un altro manoscritto. Per i primi 14 capitoli traduce il testo per
intero. Prima traduce tutto, poi solo le parole che non sa. Dal capitolo 65 solo parole isolate, sparse.
Il volgare è nato forse proprio dalle traduzioni. Si traduce il testo latino per guardare al contenuto.
Traduzione letterale (parola per parola), con la funzione di comprendere il testo di partenza. Scopo di capire i
contenuti.

GERMANI SETTENTRIONALI

Danesi, Geati/ Svíar, Norvegesi. Cominciano a spostarsi, in parte, solo verso la fine del VIII sec

Saranno i germani che si sposteranno meno. I primi sono i danesi insediati nell’attuale Svezia meridionale e
sulle isole danesi per estendersi nella penisola dello Jutland nel V-VI sec(visto migrazione degli angli). A
nord dei danesi si trovano nel VI sec i Geati che compaiono nelle fonti, ma oggi non sono più citati, sono
stati vinti e assimilati dagli Svíar (predecessori degli svedesi). ‘Gotaland (Geati), Svealand (stanziati gli
Svíar). Svíar corrispondono agli Sviones.’

I norvegesi erano insediati nei Fiordi della Norvegia. Poco spazio tra mare e monti che influenzerà il
comportamento dei norvegesi.

Fine VIII sec ci sarà ETA’ VICHINGA  793 inizio (data della distruzione monastero di Lindisfarne in
Inghilterra). Incursione vichinga importante, nella prospettiva anglosassone significava che poteva essere
soggetto di razzie dai vichinghi. I vichinghi (parola norvegese), sono gruppi di persone provenienti dalle 3
popolazioni citate prima, senza grandi speranza ereditarie, si uniscono a un capo carismatico e, dopo il
giuramento di fedeltà, sarà lui a decidere che azioni intraprendere dividendo il bottino con tutti. I vichinghi
non hanno la religione come scopo del loro spostamento, ma ne favorisce il loro comportamento. Come altro
motivo della loro nascita c’è il miglioramento tecniche di navigazione, per spostarsi facilmente. Il nome
vichingo è un prestito dall’antico nordico (vík  baia, ing  suffisso di appartenenza) = colore che si
spostano da una baia all’altra. Non sono un popolo e non sono tutti uguali, abbiamo 3 tipi di vichinghi che
corrispondono ai vichinghi norvegesi, danesi e svedesi. Questi 3 si differenziano per la diversità di
spostamento e per le motivazioni di spostamento.

 Norvegesi verso ovest e gli spostamenti sono tendenzialmente finalizzati alla ricerca di nuovi
territori da conquistare (non hanno più territori per produrre cibo per la loro popolazione numerosa)
 Danesi rispecchiano lo stereotipo vichingo, desiderio di conquista e bottino. Arrivano, fanno razzie e
ripartono, si dirigono verso sud-ovest. Li troviamo sulle coste del regno franco e in Inghilterra
 Svedesi conosciuti come Variaghi o Vareghi e sono soprattutto commercianti, nuove vie
commerciale verso est.

Prima incursione è quella verso il monastero di Inghilterra di Lindisfarne nel 793, dal 799 anche la costa
della Frisia e Sassonia, coste regno Carlo Magno saranno soggette a incursioni vichinghi. Costui ha dovuto
persino istituire una guida costiera per proteggere i territori. A partire dall’840 (morte Ludovico Pio) le
incursioni saranno più organizzate: grossi eserciti con accampamenti verso la foce di un fiume e da lì partono
per avanzare verso il paese. Sempre più pericolosi.

I vichinghi norvegesi si trovano nelle Shetland e nelle Orcadi (Scozia), poi Fær, poi colonie nelle Ebridi
(Irlanda sett) poi c’è l’Islanda come passo successivo. Islanda scoperta nell’860, ma lasciata stare perché non
considerata come territorio ospitale: vento, strani fenomeni vulcanici. Poi colonizzata perché nel frattempo è
cambiata la situazione politica della Norvegia. Re Aroldo I Bellachioma fu il primo re ad unificare il
territorio norvegese, ma darà fastidio la sua concezione del potere reale. Ha idea di un re forte con in mano il
potere politico, modello di monarchia ‘moderna’ e meridionale. Si ispira a Carlo Magno, vuole essere come i
re che comandano davvero e che non si contestano. Discreto malcontento norvegese. Alcuni rappresentanti
decidono di lasciare la Norvegia migrando in Islanda formando una repubblica (prima repubblica Europa)
nel IX sec. Governata da un’assemblea generale annuale, anche con funzione di tribunale perché decide
anche di questioni giudiziarie (decide anche sulle singole cause discusse). L’assemblea sarà anche l’organo
che deciderà nell’anno 1000 che l’Islanda dovrà adottare la religione cattolica. Da qui gli spostamenti dei
norvegesi non sono finiti. 982 ‘Erik il rosso’, islandese che insieme a un gruppo scopre la Groenlandia
(decidono di chiamarla “terra verde” per renderla più interessante). Attorno all’anno 1000 il figlio del Rosso
ovvero Leif Erikson intraprese una spedizione verso la Groenlandia, ma sbaglia rotta e si ritrova sulle coste
dell’America, nell’isola di Terranova e del Labrador (estremo nord America). Racconti e descrizioni del
territorio. Forniva prodotti nuovi. Saga dei Groenlandesi, territorio diviso in 3 parti: Vínland (terra del vino),
Halluland (da una bacca rossa), Markland (boschi). Grande attrattiva per gli islandesi.

Il grande esercito (chiamati così i vichinghi danesi) si dirige verso parte occidentale del regno franco, in
Portogallo, nelle Baleari, incursioni anche in Toscana, Provenza e usandola come base, ogni anno
saccheggiano monasteri del regno Carolingio.

I vichinghi danesi per un po’ abbandonano la Francia per concentrarsi verso l’Inghilterra. Alfredo del
Wessex resisterà un po’ ai vichinghi, si organizzerà , finché riuscirà a scacciarli. Danelaw (Danelagu) parte
di Inghilterra sotto controllo danese. 886 si arriverà a spartire il paese: oriente rimangono nella sfera danese.
A partire dal X secolo queste terre diventano danese con capitale la città di York . Regni danesi assoggettati
dagli anglosassoni poi di nuovo danesi. Passaggi di potere. Inizio XI sec abbiamo Canuto il Grande (Knut)
1016-1035, con lui l’isola britannica è sottoposto alla corona danese, ma lui sarà comunque re di entrambi i
regni. In parallelo c’è anche l’azione dei vichinghi danesi contro il continente. In particolare, verso fine IX
sec 896, si stabiliscono sulla foce della Senna (molto male), sarà un campanello d’allarme per il regno
Carolingio il quale dovrà correre ai ripari cercando di farseli alleati. Nel 911 Accordo di Saint Claire Sür
l’Epte. Si dice che questo territorio verrà dato in feudo dal re franco al capo dei vichinghi Rollone a due
condizioni:

- Rollone deve convertirsi al cristianesimo


- Proteggere il territorio da eventuali attacchi di altri vichinghi.

Feudo che diventerà ducato di Normandia. ROLLONE diventa duca di Normandia e vassallo del re franco
(crea problemi perché dalla Normandia partirà “Guglielmo il conquistatore”) . Perderanno il danese, si
romanizzeranno cioè parleranno il francese, si civilizzeranno. Dalla Normandia i vichinghi partiranno per
altre spedizioni

Vichinghi svedesi, commercianti, attraversano il Mar Baltico, si spostano per via fluviale e instaurano centri
commerciali (Kiev , Novgorod). IX-X secolo svolgono rotte commerciali, fino al mar nero e Caspio.
Contatti con bizantini e arabi. Quando questi contatti iniziano a perdere importanza, l’XI sec età vichinga
finisce. Islanda rimane indipendente fino al 1262 poi tornerà ad essere dipendente dalla Svezia.

Consolidati 3 regni: Danimarca, Norvegia e Svezia.

22/11

TRADIZIONE LETTERARIA ANTICO NORDICO

Dal punto di vista della trasmissione scritta abbiamo molto meno che dall’Islanda e Norvegia. Quindi
parleremo principalmente di loro. La letteratura antico nordica 3 generi principali:

- Poesia eddica
- Poesia scaldica
- Saghe (in prosa)

Duplicità parola Edda: l’Edda di Snorri ed Edda poetica (ovvero testi in poesia trasmessi in un unico
manoscritto ovvero il Codex Regius). Manoscritto trovato e, guardato il contenuto, si notò che avesse molte
uguaglianze con quello di Snorri. Codex Regius divisa in: una parte di carattere mitologico, mentre la
seconda è di carattere eroico. Chiamato anche carmi degli dei e degli uomini. Nella parte eroica c’è Sigurdr
(durante un bagno una foglia gli è caduta sulla spalla e non si è bagnata = parte debole come il tallone
d’achille) e Helgi: personaggi con caratteristiche particolari. C’è la prova di coscienza, di conoscenza. Dal
punto di vista della struttura sono abbastanza semplici i testi dell’Edda poetica, questi componimenti ci sono
giunti in forma anonima = novità rispetto al genere della poesia Scaldica in quanto questa non è anonima.
Questi sono testi di occasione per celebrare sovrani, circostanze… diversi momenti in cui si compongono
questi testi es : “la descrizione dello scudo” ovvero una celebrazione di un dono dal sovrano ad un guerriero
caratterizzato da incisioni e il manoscritto ci narra la storia delle incisioni. Nella poesia scaldica quasi niente
viene chiamato con il proprio nome, ma viene descritto in modo dettagliato per farci arrivare all’oggetto.
Poesia problematica perché difficile. Non abbiamo dei manoscritti per contenere i testi scaldici, ma li
troviamo all’interno di altri testi (nelle saghe vengono inseriti versi scaldici). Abbiamo pezzi separati delle
poesie, difficile sapere cosa veniva prima e cosa dopo. Gli scaldi non sono tutti maschi, abbiamo una serie di
poetesse “Skaldkona” (skald=poeta, Kona=donna). Il genere che ha un peso maggiore sono le saghe, perché
è quello che presentano di sé stessi. Patrimonio in parte islandese e in parte Irlandese. Gli islandesi si
considerano una cosa ibrida, sanno di essere emarginati, ma se sono famosi per qualcosa, questo qualcosa
sono le saghe. La parola saga è una cosa nordica. Noi per riferirci a una serie televisiva o una serie di
romanzi ci riferiamo alle saghe. Deriva dal verbo dire SEGJA cioè ciò che viene detto, raccontato. Ma si
riferisce sia alla Storia sia alla storia (racconto), questa ambiguità è caratteristica, perché giocano sulla
finzione, sull’accordo che quello che viene raccontato sia un fatto reale.

All’interno del genere saga ci sono molti sottogeneri, sono tutti scritti in prosa poi in base agli argomenti, o
storie inventate, o se siano nordiche, o in base al periodo si scelgono saghe di diverso genere. Da puramente
nordiche a materiale di importazione. La classificazione delle saghe vede 7 categorie diverse

1. Islendinga sögur : SAGHE DELL’ISLANDA hanno come protagonista personaggi islandesi, ambiente
in Islanda e raccontano eventi avvenuti tra la colonizzazione dell’Islanda e i primi decenni dopo la
conversione del cristianesimo (870-1050). Rispecchiano più o meno fedelmente la Storia dell’isola e
rispettano i lettori e i fautori delle saghe. Ci sono anche saghe più lunghe con più capitoli (fauttr).
Possono comparire da sole o all’interno di opere più ampie. Nelle islendiga fauttir due personaggi di
saghe diverse si incontrano.
2. Konungasögur: SAGHE DEI RE. Racconto di ciò che avviene durante un regno, anche come il
protagonista riesce a diventare re. Tratti dalla storia della Norvegia, Danimarca, Svezia, Orcadi nel
periodo compreso tra IX e XIII sec.
3. Byskupasögur: SAGHE DEI VESCOVI E DEI SANTI. A volte trattavano anche di argomenti lontani
geograficamente e cronologicamente. Incentrate sulla situazione della chiesa d’Islanda e sull’attività
religiosa e politica dei vescovi. Tra il IX e XIII sec.
4. Sturlunga saga: SAGA DEGLI STURLUNGHI, non è una saga sola ma sono un gruppo di saghe che
vengono individuate come testo unico poiché molto collegate tra loro. Sturla Forfarson vive nel XII
secolo in Islanda ed è parte della famiglia più importante politicamente parlando. Maggiore importanza
nel XII e XIII secolo, il manoscritto arriva è giunto fino a noi nel 1300 circa.
5. Fornaldarsögur, SAGHE DEI TEMPI ANTICHI. Si riferisce ad un passato molto remoto. E’ uno
spazio astorico, alcune saghe si collocano prima della colonizzazione dell’Islanda. Non sono rilevanti il
tempo ed il luogo ma le gesta degli eroi.
6. Riddarasögur: SAGHE DEI CAVALIERI: spesso composte in Norvegia su traduzioni e rifacimenti di
romanzi cavallereschi soprattutto di origine francese.
7. Lygirsögur: SAGHE MENZOGNERE: risalenti fine del XIII sec, trasformano le Riddarasögur in
avventure più o meno credibili

Già dal medioevo si nota la preferenza di alcuni generi rispetto ad altri. Un caso molto famoso è
il Flateyjarbok: un libro concepito per essere un regalo al re, per questo motivo erano presenti molte
saghe dei re. Ci sono singole saghe che non riescono a identificarsi pienamente in un solo genere, spesso
ci sono sovrapposizioni. (Olaf il Santo, era sia re che santo)
Questa non è l’unica classificazione, ad esempio quella di Sigurdr Nordal uno studioso islandese che
classifica le saghe in base al rapporto tra la cronologia e il testo. Divide le saghe in tre categorie
1. Le saghe coeve: saghe i cui autori erano contemporanei degli avvenimenti dei personaggi o degli
avvenimenti, oppure si rifà su testi scritti durante gli avvenimenti. Non prima del 1100 (Sturlunga saga,
Konungasögur, Byskupasögur.)
2. Le saghe del passato: raccontano eventi avvenuti tra l’800 e il 1100. (Islendinga sögur)
3. Saghe dei tempi molto remoti: non hanno una denominazione temporale, più o meno precedenti alla
colonizzazione dell’Islanda ovvero antecedenti all’850 (Fornaldarsögur, Riddarasögur, Lygirsögur)

Si individuano caratteristiche che identifichino le saghe, la narrazione oggettiva: ciò che vedono e sentono,
l’aspetto emozionale è rappresentato indirettamente. Dialoghi dei personaggi scritti in forma poetica (versi
scaldici)
Oggi siamo abituati ad una narrazione in medias res (nel mezzo delle cose), le saghe iniziano presentando i
personaggi con la genealogia degli stessi seguendo poi una narrazione lineare e cronologica, con la finzione
di fare una descrizione asettica. A volte può rendersi necessario un flashback soprattutto se la trama è divisa
in due filoni. La letteratura è paragonabile ad un dipinto, dove l’autore-pittore mette in luce ciò che vuole. Le
saghe sono più simili ad una fotografia. Per mantenere la finzione le saghe sono precisissime nei nomi dei
luoghi per avere credibilità. La presenza minimale della voce narrante è comunque sempre divisa
dall’anonimo autore. Frequenti riferimenti al fatto che gli avvenimenti narrati abbiano avuto luogo in un
tempo passato (spesso si fa riferimento ad un oggetto concreto per dare veridicità al racconto), un altro
elemento per dare veridicità è la poesia come per esempio nelle saghe degli islandesi molti eroi sono poeti e
quindi è naturale che all’interno ci siano le loro composizioni.
Saga di un poeta che si ritrova a essere ospite/prigioniero di un re in Inghilterra, l’autore precisa che la lingua
nordica e quella inglese fossero ancora comprensibili ai tempi. Si fa anche riferimento a testi e fonti scritte o
orali “così si dice, racconta, legge…”
Oggi si ritiene che le saghe abbiano un’origine scritta e non una tradizione orale.
 
DISPENSE DI CRITICA TESTUALE
Questo testo parla del manoscritto come oggetto fisico: come venivano fatti, usati, le indicazioni per trovare
le informazioni considerando i fogli non le pagine (recto o verso).  Il costo della pergamena, la grafia.
Materia scrittoria: pergamena, pelle di pecora, capra o vitello conciata, raschiata, sgrassata o levigata tagliata
in grandi rettangoli riunita in fascicoli e quindi in un codice. Primi manoscritti cartacei: metà XIII sec.
Scrittura. A giusta piena (linea corre per tutta la lunghezza della pagina) poi 2 colonne e 3. Divisione in
paragrafi con grandi lettere iniziali (maiuscole in risalto con colori rosso e blu sono dette LOMBARDE). La
gotica libraria è una scrittura molto regolare e ordinata; la bastarda è uno stato intermedio tra la gotica e il
corsivo (lettere intrecciate o tratteggiate). Codici medievali hanno molte abbreviature, soprascritti e segni
diacritici. Trattino per la nasale (n-m); s per –er; c per –az; ‘ per –iu… per discreto numero di fogli è
necessaria la legatura: riunire un certo numero di BIFOGLI in un fascicolo. Unione di 2 bifogli= BINIONE;
di 3 bifogli= TERNIONE; 4 = QUADERNO O QUADERNIONE… vengono numerati solo i fogli con
distinzione tra RECTO E VERSO, colonne identificate con ‘a, b, c, d,…’ .
I testi a noi pervenuti non sono licenziati dall’autore. 2 posizioni:
1. Parte dal presupposto che il materiale testuale sia talmente corrotto che nei confronti del copista
bisogna nutrire diffidenza e sospetto, sarà compito del filologo ricostruire l’originale perduto
2. Valutazione positiva del copista e il filologo si limita a emendare soltanto in pochissimi casi.
Dei componimenti di solito esiste più di una copia. Tutte le testimonianze sono da aiuto a ricostruire
l’originale. Ma non tutti i testimoni sono uguali. Importanza ce l’hanno i codici MISCELLANEI che
raccolgono numerosi componimenti epici e/o lirici o testi di uso pragmatico per conservare il maggior
numero di testimonianze in una sorta di antologia. I codici che raccolgono opere di un unico autore sono rari
ma abbiamo alcuni ‘LIBRETTI D’AUTORE’. Codici CONTENENTI UN’UNICA OPERA soprattutto lirici
attraverso la trasmissione SPARSA: messa per iscritto di componimenti in modo casuale, non pianificato
negli spazi liberi o a margine di codici già scritti.
Parte di tutta la tradizione manoscritta è frammentaria, mancano pezzi, andamento non chiaro per morte,
furto o perché si scioglievano i fascicoli o si raschiavano parti.

Karl Lachmann metodo in tre fasi:


le sue tesi vengono ricavate da osservazioni sparse. La programmatica di Lachmann del 1860 portò una
novità perché lui non voleva pubblicare un testo come copia di un unico manoscritto ma invece vuole
impiegare più manoscritti di un’opera. Manoscritti devono essere ‘buoni’ (minor numero possibile di errori)
e più antichi possibile. Il testo che viene edito non è più identico a quello dei manoscritti. Vuole arrivare
dietro ai singoli testimoni e recuperare l’originale.
1.Recensio: individuazione di tutti i manoscritti che contengono un testo e iniziare a considerare le varianti e
le differenze. Il risultato era uno stemma, u albero genealogico (rapporti di parentela) che mostrava le
ramificazioni della tradizione e alla cui sommità ci sta l’originale utilizzando ‘regole oggettive’. Bisognava
essere sicuri ci fosse solo un originale all’inizio e che per le copie successive si stato usato un unico modello
e così via (lirica elevata possibilità di contaminazione, quasi impossibile delineare dipendenze). Manoscritto
più vicino all’originale si chiama “archetipo”. Tutti i manoscritti sono indicati con una lettera maiuscola
arbitraria,oppure la lettera iniziale della città del manoscritto. Si inizia la ricerca degli errori di copiatura e
delle varianti
2.Collatio: confronto. Si divide il testo in piccole porzioni e si confronta in tutti i manoscritti. Sulla base di
questo si farà la critica testuale
3.Emendatio: era il risultato del IUDICIUM, capacità di giudizio con uno studio attento della metrica,
grammatica e formule topiche. Correzione degli errori. Rende visibile ciò che ha fatto lui e ciò che è
originale. Lachmann partiva dal presupposto che i poeti della fase media dell’alto tedesco parlassero una
sorta di lingua standard, lingua poetica sovraregionale che sarebbe poi stata corrotta da copisti dialettali.
Voleva quindi ristabilire L’ALTO TEDESCO MEDIO NORMALIZZATO. Anche la metrica era
rigidamente regolata, con la regola dell’ARSI E TESI

TESTO CRITICO/EDIZIONE CRITICA: pubblicazione di un testo sulla base del materiale pervenuto,
esaminato ‘criticamente’. I testo critico è un testo che viene ricostruito dall’editore valutando i diversi
testimoni e deve rappresentare la fase più vicina all’originale perduto. ‘scienza degli errori’ Karl Stackmann

EDIZIONE DIPLOMATICA: ‘documentario’ precisa resa del manoscritto in caratteri tipografici


moderni dove vengono riprodotte le abbreviazioni, lettere sovrascritte e particolarità come
interruzione di riga e iniziali maggiori. non lavora su una tradizione ma su un solo manoscritto. “Codex
unicus”.

1. Ricerca dei testimoni. EURISTICA


2. COLLEZIONE dei testimoni: confrontare i testimoni COLLAZIONE O COLLATIO, può essere di
aiuto anche il confronto con l’edizione diplomatica (verso per verso o frase per frase nella prosa).
Stabilire i rapporti di parentela, scartare i manoscritti cattivi. Due tipi di errori
Errore congiuntivo: manoscritti che tramandano lo stesso testo in una maniera medesima ma non
devono per forza risalire al medesimo modello. Quindi questi errori sono quelli che uniscono due o
più manoscritti dimostrando la parentela e distinguendoli dal resto. possono o avere lo stesso errore
(qualcosa di proprio sbagliato) o presentano la stessa variante che non è ‘sbagliata’ in senso stretto.
Sono errori se si considerano tali varianti come non appartenenti all’originale.
Errore separativo: solo un manoscritto ha quell’errore quindi lo distacca dalle altre edizioni. Separa
un ms dagli altri indicando che non ha rapporti di parentela. Se 3 ms presentano le stesse forme e il
quarto no questo viene separato e se corrisponderà ad altri apparterrà ad un ramo di trasmissione
diversa.
3. STEMMA(albero genealogico) E ARCHETIPO provare ad ordinare i gruppi in un sistema di
riferimento. L’archetipo (stadio testuale più antico) si individua con la RECENSIO (analizzare). La
valutazione delle singole varianti si chiama EXAMINATIO
4. Problemi: codex unicus e tradizione contaminata: non è possibile produrre uno stemma da un codex
unicus e neppure se nel corso della trasmissione i singoli scrivani non si limitarono a copiare da un
unico modello, usandone invece 2 o 3. Per affrontare una tradizione contaminata:
 Editore cerca di ripercorrere il percorso, cerca di distinguere elementi originali in quei
manoscritti che tra loro non sono imparentati, emendando gli errori ed effettuando interventi
e fare congetture (scelte su criteri soggettivi)
 Procede secondo il principio del manoscritto-guida. Dopo aver vagliato i manoscritti decide
di sceglierne uno (più antico o perché contiene meno errori). Il testo dell’edizione si atterrà a
quello. L’editore rinuncia ad avvicinarsi all’originale limitandosi a documentare una delle
diverse forme assunte dal testo. Gunther Schweikle interviene al minimo sul testo, si attiene
ai testimoni per quanto possibile, evitando quando può di mescolare manoscritti diversi.
‘non può essere sicuro di rendere la parola originale del poeta ma si può essere sicuri di
offrire un testo storico. Il manoscritto-guida si può adottare anche leggermente modificato e
quindi prenderà come base un gruppo di manoscritti. Schweikle: sostiene che ci sia un
manoscritto di guida (Leithandschrift), egli segue le due prime parti del metodo di
Lachmann, ma nella terza parte, prende un manoscritto in base al confronto che sia buono.
Si cerca il più antico possibile e il più completo possibile. Tutti gli altri saranno inseriti in
nota nella parte dedicata alle varianti.
TESTO CRITICO
1) Datazione dell’originale: nel testo compare una data?, il testo riposta fatti o eventi storicamente noti?
Che tipo di rima c’è? Ci sono riferimenti o risposte ad altre opere? Si può proporre una data in base
al lessico, stile o dai motivi?
2) Lingua dell’originale/autore: suddivisioni dialettali grossolane (area tedesca, tedesco superiore,
centrale, basso) effettuate sul luogo d’origine dell’autore. Desumere la lingua del modello sulla base
di un’analisi linguistico-dialettologica dei modelli esistenti
3) L’originale all’interno della storia della lingua: ricavare dal testo informazioni sullo stato storico
della lingua con dizionari e grammatiche anche se sono influenzate da edizioni.
4) Grafia: i ms medievali non presentano una grafia normalizzata. La grafia viene UNIFORMIZZATA,
abbreviazioni, sovrascritti e segni diacritici vengono sciolti; procedimento modificato potrebbe
sciogliere solo le abbreviazioni. Ci sono invece casi in cui è l’editore a scegliere se disambiguare i
casi o passare l’ambiguità al lettore (i manoscritti tardo non distinguono tra z e s.
5) La forma metrica dell’originale: per i classici del periodo alto tedesco medio, una rigida costruzione
metrica (anacrusi, parte centrale e cadenza, rima perfetta)nella lirica forma strofica e tono definiti.
Regola: il verso alto tedesco medio è alternante, cioè arsi e tesi si alternano con regolarità; il verso
alto tedesco medio dell’epica in distici rimati conta 4 accenti; il numero di accenti in un verso lirico
è il medesimo per tutte le strofe della stessa composizione.
Ci sono poi editori che sono molto cauti nell’emendare nella metrica. Il dubbio è che l’originale non
sia metricamente perfetto. La via di mezzo sarebbe emendare gli elementi costitutivi di un tono ma si
potrebbe lasciar inveriate varianti dell’anacrusi o riempimento verso e battuta
6) Errori e emendazioni: l’editore è invitato a intervenire per errori: di grafia errata, parole tralasciate,
interruzione regolarità rima, parole prive di senso. Le correzioni sono chiamate emendazioni
(correzione errori palesi, grafie errate) o congettura (carattere grammaticale, metrico, stilistico,
interpretatorio.). le congetture possono essere il risultato di diverse manipolazioni.
INTERPOLAZIONI: singoli versi e intere porzioni di testo ritenute non autentiche
7) Varianti e redazioni: considerare se è più opportuno scegliere una variante stilistica più complessa e
più rara. Le cose più elaborate sono da preferire perché il copista di solito è banale e verso il peggio.
Quando le varianti abbracciano intere strofe si può parlare di redazioni: errori effettivi nel processo
di trasmissione; consapevole scelta del copista ‘interprete’; diversa presentazione del testo
dall’autore. (poesia gnomica: unità di ordinamento è il Ton che può abbracciare più strofe e avere
vari temi distanti nel tempo)
8) Autentico, non autentico, attributo, anonimo (si possono al limite elaborare congetture). Valutazioni
estetiche sono molto soggettive. Ci sono ms con testi di autori diversi forse per essere del copista o
perché se li scambiavano gli autori
9) Punteggiatura: presenti i così detti punti a rima che sono posti dopo la parola a fine verso per
indicare i confini del verso. La sintassi del tedesco medievale è più libera dell’attuale: non si
distingue nettamente, eventuali riferimenti dei pronomi possono risultare problematici; anche
aggettivi e avverbi. Anche la punteggiatura è considerata interpretazione
10) Veste tipografica e apparato critico: quando si stabilisce il testo critico in epoca recente si è cercato
di rendere più trasparenti le edizioni. Bisogna distinguere gli interventi con: corsivo, parentesi, apici
o asterisco. Dove è meglio mettere i numeri, le notizie sulla trasmissione manoscritta, le porzioni di
testo non autentiche, gli apparati?. Gli apparati dovrebbero riportare tutte le discordanze della
tradizione manoscritta rispetto al testo critico (errori, varianti, lacune …)ma assumerebbe dimensioni
gigantesche. Può esserci anche un apparato scientifico nel caso di nuove edizioni o revisioni edizioni
passate. La forma da dare al testo critico cambia da edizione a edizione.

02/12

Il manoscritto di Walberan ha due edizioni (uno nel 1866 e l’altro nel 2011), ma il manoscritto è unico, di
Copenaghen. Il 6-7 verso è cambiato, nell’edizione del 2011 è più lungo = spezza la regolarità. Editore
dell’ottocento ha aggiustato il testo per formare la rima (i versi dovevano rimarrà due a due)?. La seconda
riga la città in questione è Verona (Berne), scritta Pern è invece di provenienza dal dialetto bavarese.

Forte intervento degli editori. Nel 1866 l’autore cerca la correttezza in tutti i termini (no termini dialettali) .

A livello di significato non cambia nulla, ma per un lavoro linguistico (morfologia, preterito..) gli sto dando
una cosa falsata. Nell’edizione moderna l’editore è però stato trasparente in tutto ciò che ha aggiunto e
modificato.

RELIGIONE ORIGINALE DEI GERMANI

Del periodo prima della conversione al cristianesimo abbiamo un problema sulle fonti perché queste
cominciano con la conversione. Fonti esterne classiche e poi fonti successive al cambiamento di religione.
Testi che parlano di mitologia sono concentrati sostanzialmente in Scandinavia, sarà valido per tutte le
popolazioni germaniche o solo per le popolazioni nordiche?

- Pitea di Massilia e Cesare: immagine diversa di altre fonti perché la loro descrizione è di una
religione naturalistica dove si venera il sole che da luce e vita all’universo, il sole è divinità
femminile. Si venerano anche corsi d’acqua, fonti, rocce, luoghi particolari dal punto di vista
naturale, alberi (non tutti, ma solo i più importanti), il culto dell’albero si è conservato anche per i
sassoni. CULTO NATURALISTICO. Cesare lo collochiamo prima di Cristo (I sec a.c.).
- Tacito (I sec d. C.) la situazione è completamente diversa. Adesso è un politeismo antropomorfo,
forse per i contatti che hanno avuto con altre popolazioni, si sono sviluppati. Continuano ad esserci
luoghi a cui si attribuisce importanza. Il culto di IRMINSUL (culto dell’albero), viene mantenuto.
Tacito per raccontare della mitologia fa un’operazione per far comprendere alle popolazioni quali
fossero le caratteristiche principali e per descrivere le divinità germaniche. Questa operazione si
chiama INTERPRETATIO ROMANA, fa equivalere le divinità germaniche con quelle romane .
- Edda poetica: Composizione con più sezioni, anche mitologiche (spesso al centro dei canti c’è la
figura di Odino)
- Edda di Snorri ha intenzione di spiegare certi miti, manuale di poesia per quelli che per usare i
Kenning(ar) (perifrasi) dovevano conoscere i miti. Costituisce anche una fonte utile per la mitologia
germanica nella prima parte ovvero nella Heimskringla (saghe dei re norvegesi) dove la parte
iniziale ha le radici di un passato mitico con eventi mitologici annessi.
- Adamo da Brema: scrive un’opera in latino in cui parla dei vescovi della diocesi di Amburgo “Gesta
Hammaburgensis Ecclesiæ Pontificum”
- Saxo Grammatica “Gesta Danorum” a volte finisce per parlare di paganesimo. Scrive della
Danimarca
- Formula magiche di Merseburgo (riferimenti al paganesimo)
- Riferimenti in area anglosassone.

Due schiere di divinità con diversi tipi di esigenze:

1. Asi: società complicata e varia con maggiore peso all’aspetto bellico. Le divinità degli Asi non sono
solo guerrieri ma hanno anche interessi verso la poesia…
2. Vani: società primitiva, assicurare pace, fecondità, buoni raccolti, bel tempo, società agricola,
pochi bisogni

Inizialmente conflittuali, iniziale scontro con un attacco degli Asi sui Vani. Rappresentazione a livello divino
di ciò che è successo a livello storico. Avvenuto uno sviluppo dovuto all’incontro di popolazioni diverse.
Finirà poi con la pace con un matrimonio dinastico (Odino (Asi) e Frigg (Vani))

Dal punto di vista linguistico : Asi collegata alla radice indoeuropee = - ans : spirito vitale  anima.

ODINO secondo Snorri è la divinità principale, diventerà famoso grazie alla poesia (scopritore delle rune,
competizioni di sapienza, re degli eserciti, padre dei guerrieri morti in battaglia (deve traghettare le anime
nella Valhalla  sorta di paradiso, in cui attenderanno la fine del tempo presente e la battaglia finale che
sarà quella che segnerà l’inizio di una nuova epoca.) Tutte le divinità dovranno finire e in una nuova epoca ci
saranno divinità diverse. Ragnarök = destino degli dei. Odino è anche chiamato dio delle navi (da guerra,
vichinghe ). Nome riconducibile a radice indoeuropea *wat = furia, rabbia. Odino ha un’ossessione per la
conoscenza, cieco da un occhio perché l’ha donato alla conoscenza. Impiccato per 9 giorni all’albero
cosmico per conoscere le rune. Corvi rappresentati sulle sue spalle (Huginn  mente , Muninn  ricordo)
vanno in giro per raccogliere informazioni da riportare al padrone.

Nel discorso di Tacito, Giove/Zeus dovrebbero essere paragonati a Odino, ma in realtà non è così perché
Tacito si concentra sulla funzione di traghettatore e quindi lo paragona a Mercurio. Operazione linguistica:
CALCO STRUTTURALE ovvero un’operazione di creazione di lessico sul modello di quello che avviene in
un’altra lingua. Copiare la struttura di un’espressione in un’altra lingua (latino = mercurii dies) riproponendo
in lingua germanica per arrivare all’antico inglese = Wodnes-daeg. Inglese = Wednesday

THOR: divinità più importante dell’Islanda, dio del tuono e dei fenomeni atmosferici, governa i venti, le
piogge e il bel tempo=raccolti. I romani lo hanno paragonato a Giove (scagliava fulmini). Collegamento che
ritroviamo di nuovo nei giorni della settimana (giovedì). Latino = Javis dies. antico inglese = thunderdaeg.
Inglese = thursday

TYR: appartiene agli Asi etimologicamente vuol dire “il divino”, invocato dai guerrieri per vincere la
battaglia ed è colui che concede effettivamente la vittoria in campo. Non è identica a Giove, è una divinità
molto audace e dispensatrice di vittorie, collegata da Tacito con Marte = martedì. Latino = Martis dies.
Antico inglese = Tiwes daeg. Inglese = Tuesday

Njordr, apportatore di pace, fecondità, prosperità protegge la navigazione e la pesca, sposato con la dea dei
monti Skadi ed è il padre di Freyr e Freya

FREYA: divinità paragonata alla venere latina nome interpretato come signora. Lei e suo fratello Freyr,
signore, fanno parte della schiera dei Vani e portano fecondità. Paragonata a Venere, unica divinità i cui
abbiamo un giorno per celebrarla. Latino = Veneris dies. Antico inglese = frigedaeg. Inglese= Friday

Freyr divinità della pace, del piacere e fecondità.


Islanda convertita con il voto dell’assemblea e ha portato una pulizia nel senso che le divinità non si
dovevano più collegare con i giorni della settimana .

06/12

Approfondimento sulle religioni

Anfizionie (deriva dal greco, per descrivere le tradizioni della cultura greca, politeismo, c’erano delle unità,
gruppi di popolazioni che onorano la stessa religione) sono delle popolazioni che erano accumunati dal fatto
di venerare una divinità o più divinità, erano più legati ad alcuni dei rispetti ad altri. Anfizionie ingevoni
(affacciati sul mare del nord).

Intrecci con le divinità romane, in alcune iscrizioni latinizzate ci sono riferimenti a figure divine (anche
femminili) ma sono note con un termine latino di MARES o matronəe. Soprattutto nel territorio dell’attuale
Germania, dediche dopo una mediazione latina.

Cita una serie di popolazioni minori

Per testimoniare che questa idea del Pantheon germanico simile alla tradizione latina è prodotto di un
astrazione sul mondo germanico, introduce un altro termine che è ENOTEISMO dove ogni famiglia sceglie
la propria o le proprie divinità più favorevoli (a volte Thor era più venerato di Odino). Preferenza di dei, non
è monoteismo perché sanno che esistono gli altri ma hanno la propria preferenza su uno o su un paio.

Operazione di equivalenza che fa Tacito, in cui ha idea di paragonare al loro mondo quello che trovano,
quello che devono descrivere, sulla base di somiglianze, a volte realistiche, spesso suggestioni con le divinità
che loro conoscevano.

Fa riferimento alla situazione del culto per le popolazioni germaniche. Il mondo greco e latino aveva una
serie di templi. Nel mondo germanico sempre che non ci fossero luoghi costruiti per il culto delle divinità, si
consacravano dei luoghi naturali per venerarle. Non avevano edifici apposta per il culto.

Riprende quello che dice Tacito “Odino era la divinità principale”= mercurio.

Parla delle altre divinità Thor e Thir (triade di Tacito).

Cita testimonianze epigrafiche.

Ultima parte c’è uno scherma con i giorni della settimana in tutte le lingue germaniche e commenta come
sono stati creati. I giorni della settimana più stabili sono: lunedì (il giorno della luna) e la domenica, con
qualche interessante variazione.

Divinità LOKI particolare perché ha un sacco di difetti, ha tutte le negatività, sa essere ingannevole, falso,
tutti lo scansano, scartato (parente imbarazzante, da lasciare a parte) ma è anche indispensabile. Figura
duplice nella tradizione nordica. Molto criticato, ma è anche quello furbo al quale attingono gli dei quando la
situazione si fa difficile. La fine di Baldr (figlio davvero di odino), divinità positiva, bello, giovane,
disponibile, gentile… ma fin da subito, prima della sua nascita, ha un’ombra su di sé. Ha fatto di tutto per
evitare il destino di Baldr (morire giovane), non riuscirà neanche odino a cambiare il fato. Il fato è al di sopra
degli dei. Perché arriverà un tempo nel quale tutte le divinità moriranno e ci sarà un’altra stirpe di dei. LOKI
è l’autore della morte di Baldr: banchetto degli dei, in cui sono stati invitati tutti, ma Loki non è stato
invitato (Lokasenna, gli insulti di LOKI nell’Edda poetica), è stato escluso ma riesce ad intrufolarsi e arriva
nel momento in cui gli dei stanno giocano e il gioco è un tiro al bersaglio e tra gli invitati c’è un gigante
ceco. LOKI lo invita a giocare, attraverso un inganno gli mette in mano un ramoscello di vischio (vischio
non aveva partecipato alla promessa di odino di non far del male a Baldr), il ceco uccide Baldr. Morte
inutile, ma irreparabile. La figura di Baldr è stata paragonata alla figura di cristo perché è innocente, figura
positiva, ma destinata in modo inevitabile a morire per colpa non sua e, come cristo, dovrà ritornare con la
nuova stirpe divina. Collegata all’idea di dono per come se la immaginavano le popolazioni germaniche,
collegato all’albero sacro, cosmico YGGDRASILL, comprende vari mondi, uomini, asi, inferi, giganti e a
vari livelli ci sono radici dell’albero che affondano in mondi diversi ma tutti sono collegati. Ci sono anche
collegati corsi d’acqua. Uno deriva da MIMISBRUNN deriva da Mimir, divinità del mondo degli asi ed era
stato scelto per condurre una battaglia di sapienza perché lui era famoso per la sua conoscenza ma viene
ucciso dai Vani (decapitato), ma la sua testa continuerà a parlare per diffondere la sua sapienza.

Conoscenza elemento fondamentale.

Questo albero ci dà idea di erosione = finirà l’era degli dei, senso di fine, prima o poi tutto finirà. Idea di
cosmologia e struttura universo. Non abbiamo una rappresentazione fedele.

Per le popolazioni germaniche passare al cristianesimo non fu proprio cosa semplice, la prima fase di
cristianesimo fu quello semplificato, come quello ariano. L’arianesimo nasce presso il prete Ario
(Alessandria d’Egitto) ma è dalle popolazioni germaniche il periodo in cui si sviluppò di più, si
affezionarono perché era facile, semplice (dio unico, Dio Padre), ma anche perché da un certo punto in poi
questo è un modo per distinguersi dal mondo latino greco, avevano una particolarità.

Dal punto di vista linguistico e culturale la cristianizzazione avvia la mediazione della lingua latina, buona
parte della terminologia della religione cristiana era su un modello del mondo latino .

09/12
LA CONVERSIONE AL CRISTIANESIMO
I primi a convertirsi furono i goti di Wulfila, ricevettero la bibbia in greco invece che in latino.
I primi elementi del cristianesimo apparsero dai prigionieri cristiani catturati in Cappadocia durante
un’incursione gota, altre sollecitazioni in questo senso le troveremo nella provincia romana della Dacia. Alla
fine del IV secolo i goti possono essere considerati cristiani. Il cristianesimo però era diffuso in versione
ariana, sostenuta dal prete Ario di Alessandria d’Egitto. Ario riteneva che nella trinità solo in Padre potesse
considerarsi veramente Dio, il Figlio, intermediario tra il mondo e Dio e strumento divino nell’opera della
Creazione, non sarebbe esistito se Dio non avesse voluto creare gli uomini. La dottrina Ariana fu poi
considerata eretica dal concilio di Nicea del 325 ma l’imperatore annullò le deliberazioni in favore
all’arianesimo. Arianesimo nuovamente condannato dal concilio di Costantinopoli nel 381.
Questa religione però sopravvisse tra gli Svevi, Visigoti, Ostrogoti, Vandali, Burgundi e Longobardi. Per
loro era un elemento di coesione e di identità fra i germani rispetto ai cattolici latini. Il successo
dell’arianesimo è soprattutto per la semplificazione del concetto di Dio (negato il dogma della Trinità
divina).
In Italia avendo differenti Duchi il potere era frammentario, alcuni Duchi erano Ariani. Il Papa mandò i
Franchi a “sopprimere” l’arianesimo. (Rischio che con il Duca sbagliato si diffondesse troppo l’arianesimo).
I Franchi nel convertirsi ebbero un fattore a loro favore perché potevano presentarsi come alleati della Chiesa
cattolica e ciò giovò loro una lunga supremazia. L’accettazione del cristianesimo significò la caduta
dell’ultima barriera e cominciò ad attuarsi una fusione di due mondi diversi. Questo iniziò con:
-Conversione di Clodoveo 496/497 d.C: convertito durante una battaglia contro gli alemanni ed e è stato
battezzato la notte di Natale del 497. Attività missionaria come modo di ottenere territori, principale metodo
di diffusione del Cristianesimo.
Con i Sassoni fu semplice, ma solitamente il metodo di azione era di sconfiggere un popolo e poi
costringerlo alla conversione unendolo in seguito al proprio dominio.
-Papa Gregorio Magno: VI/VII secolo, uomo di cultura che instaurò buoni rapporti con i dominatori
germanici. Con lui ci sarà la conversione dei Visigoti di Spagna (ariani) e l’inizio della conversione dei
Longobardi che però non sarà definitiva. Rivolge la sua attività missionaria anche alle isole britanniche.
Nel 596 manda in Inghilterra dei missionari guidati da Agostino, diventa San Agostino di Canterbury.
Vengono accolti nel Kant (Canterbury) e diventerà la base operativa per la conversione. Re del Kent
Ethelraed si fece convertire e di conseguenza anche i suoi sudditi nel giorno della Pentecoste del 597.
Arrivano sollecitazioni alla conversione anche da parte dell’Irlanda. L’Irlanda si converte con San Patrizio,
poi si dedicano alla conversione verso la GB. Si creano molti monasteri che diventarono grandi centri
culturali.
563: Monastero di Iona, creato con lo scopo di convertire la Scozia, il fondatore fu S. Colombano
(irlandese, personalità più vigorose). Egli fondò una serie di monasteri collegati gli uni agli altri che
formavano una rete la quale permetteva scambi tra i monaci. Si dedicava grande attenzione alla penitenza,
producevano manoscritti e se li scambiavano. In Francia fonda delle abbazie. Nel 614 fonda il monastero di
Bobbio in Italia. Qui si ha una grandissima biblioteca, tra il VII e IX secolo diventa il più grande centro
produttivo sia di argomento credente che profano.
San Gallo è un discepolo di San Colombano, nasce nella metà del VI secolo, fonda nella Svizzera tedesca il
monastero di San Gallo, centro molto produttivo e scuola di miniatura (per manoscritti di pregio).
Possediamo una lauda in onore del missionario, il Canto di San Gallo, testo di lode in latino (traduzione)
San Bonifacio/ Bonifazio: origine anglosassone, si dedicherà all’evangelizzazione delle popolazioni
germaniche del continente: zona della Frisia (Mare del Nord) e in Assia (Centro Germania) qui abbatté una
quercia sacra a Thor, in Baviera fonderà il monastero di Freising. Monaco (Munchen = presso i monaci).
Uno dei suoi discepoli è San Strumio: fondatore del monastero di Fulda (composizione di Heliand), qui è
presente anche una scuola. Centro collegato con la corte Carolingia. Grande centro d’arte cui vengono
attribuite importanti opere di oreficeria ottoniana. Legato a questo monastero è uno dei primi testi in lingua
tedesca di carattere giuridico Descrizione dei confini di Hammelburg 777, quando a Fulda avvenne
l’investitura di un nuovo abate. Prima volta in cui il tedesco è usato per un testo giuridico. (analogamente:
Confini di Montecassino in Italia)
Conversione della Norvegia: inizio legato all’ambiente anglosassone fine X secolo con re Olaf Tryggvason :
“cuius regio eius religio” decide di diventare cristiano e di conseguenza anche il suo popolo, morirà prima
della conversione completa che verrà portata avanti da Olaf Haraldson (Olaf il Santo) 1016 e la completerà.
Lui muore in battaglia per affermare il Cristianesimo contro il paganesimo, diventa il santo nazionale
norvegese. Anche oggi è considerato importante. Danimarca e Svezia vengono convertite dalla chiesa
tedesca di Amburgo Brema, il Papa aveva mandato dei volontari. Ansgario, detto l’apostolo del Nord è un
monaco benedettino che convertì la Svezia. Ci si muove anche in Islanda, i missionari non vengono ben
accolti, accusati di omosessualità poiché vivevano in comunità. Poetessa scaldica deride un missionario in
una poesia. Anno 1000 l’Islanda porta davanti all’ Assemblea “assemblea di tutti” il problema della
religione. Gli islandesi accettano di convertirsi al cristianesimo, con questo gesto si evitarono lotte interne di
causa religiosa. A capo della nuova chiesa viene messo Gizur, faceva parte dell’assemblea e spinse per la
conversione. Suo figlio Isleif divenne il primo vescovo islandese nel 1056 ma si lamentò della difficoltà di
diffondere il Cristianesimo, suo figlio Gizur (come il nonno) convertì definitivamente l’Islanda con un lungo
periodo di pace religiosa e politica.
La conversione è molto importante per la cultura, i monasteri diventano centri produttivi sia di testi volgari
(per far conoscere anche agli illitterati l’antica tradizione culturale cristiana e per insegnare le dottrine
rilevanti della fede cristiana) e in latino.
 
LA SOCIETA’ GERMANICA
Alla base sta la famiglia intesa come “Sippe” (discendenza da un antenato comune): vigevano principi come
la vendetta di sangue ovvero la faida (diritto e dovere di vendetta), per mantenere un equilibrio sia dal punto
di vista militare e agricolo. Veniva dato peso sia dalla parte di famiglia del padre che della madre.
Linguisticamente: nomi degli zii erano differenti se da parte di madre o di padre
Antico inglese: Faedera (fratello del padre) Eam (fratello della madre) e Fadu (sorella del padre) Modrige
(sorella della madre).
La famiglia è organizzata in modo patriarcale (es di Mannus), le donne devono essere sottoposte alla tutela di
un maschio, si passa dal padre al marito. Questo concetto di tutela “Munt” nasce come protezione della
donna = motivo fisico: la donna non poteva usare le armi, il bambino era tale finché non poteva usare le
armi. A volte si usava il duello quindi la donna doveva avere un rappresentante.
Il “Munt” era descritto nei testi del matrimonio.
Tre tipi di matrimonio
I. Muntehe: il più comune = matrimonio combinato con passaggio di tutela, programmato molto prima
perché ci sono molte fasi in quanto è presente un contratto (traditio). L’oggetto del contratto è la
Munt, voleva dire avere la donna e l’amministrazione dei beni della donna. Le due famiglie si
incontrano e decidono come ripagare il diritto di tutela che passa dal padre allo sposo, si stabilisce un
prezzo (è l’uomo a pagare), le proprietà erano chiamate “Muntschatz” (dote, compenso per esercitare
la tutela su di lei). Le donne potevano formalmente rifiutare questo tipo di matrimonio. La seconda
parte è il giorno della cerimonia: l’uomo porta la donna a casa e consumano in pubblico, il
matrimonio è tale solo se consumato pubblicamente.
II. Kebsehe: matrimonio con la concubina, unione sessuale libera senza contratto, non era necessaria la
consumazione in pubblico ma non era sancito da un contratto, non ha status giuridico.
III. Friedelehe: matrimonio con l’amata, non c’è contratto tra le famiglie e non c’è passaggio di tutela
ma si mantiene la consumazione pubblica. Si usava quando la donna era di società più elevata e
avrebbe peggiorato la condizione familiare economica.

Morgengabe: dono del mattino, donazione di denaro o proprietà da parte del marito che passa alla donna e
rimane suo in qualsiasi condizione.
La parità non era contemplata, la donna aveva pieno diritto ereditario e un discreto potere all’interno della
casa. (Chiavi dei cassetti di casa e ordini alla servitù)
Pubblicamente potevano essere sacerdotesse ma non avevano potere.
 
Con il cattolicesimo la situazione peggiora, il matrimonio diventa indissolubile, i beni della donna passano al
marito ed ella non ha più nulla a suo nome.
Le vedove avevano una situazione migliore, con l’Editto di Rotari erano tutelate nel caso volessero risposarsi
o dovessero andare in convento. Le donne potevano derogare la sottomissione alla tutela: nel caso il marito
non fosse presente e la donna dovesse sostentare la famiglia in sua assenza e vendesse delle proprietà, il
marito non avrebbe potuto contestarle
 
Comitatus o Gefolgshaft: associazione basata sulla libera volontà di un capo e di una serie di persone sue
seguaci legate da un patto di “adozione”, il guerriero (comes) combatte per arricchire il capo (princeps) e lui
lo protegge offrendogli anche doni. Si seguono i valori di fedeltà e onore (come vichinghi). Si evolverà nella
società feudale.
Heliand: rapporto di Cristo con i suoi seguaci

13/12

Per le popolazioni germaniche l’incontro con il mondo romano rappresenta un momento di grande
cambiamento ed evoluzione.
All’epoca di cesare le strutture economiche sono ancora primitive, non hanno ancora conosciuto il mondo
meridionale.
Tra il primo secolo avanti e il primo secolo dopo Cristo aumenta nel territorio del Limes lo scambio di
informazioni e questo stimola lo sviluppo delle popolazioni germaniche; lo sviluppo non è solo commerciale
ma anche sociale. Sviluppano dinamiche sociali più complesse e ben strutturate. Il possesso dei beni diventa
simbolo di potere
Per quanto riguarda l’aspetto pubblico Tacito, nella sua opera, ci racconta di un ragazzo che appena può
portare le armi esegue una cerimonia che appartiene non più solo alla famiglia ma anche allo stato.
Lo stato era rappresentato dall’assemblea presieduta da sacerdoti a cui tutti prendono parte a livello paritario.
In poco tempo questa situazione si volve in maniera significativa anche a seguito del contatto delle
popolazioni germaniche con nuove realtà fino a quel momento sconosciute. Le aggregazioni di tipo primitivo
acquisteranno consapevolezza giuridica diventando veri e propri stati.
In realtà Tacito ci racconta solo l’inizio di questa evoluzione.
Istituto monarchico: Il re e le condizioni in cui questo vive sono sicuramente due degli elementi che vanno
incontro ad uno sviluppo maggiore. Il re germanico viene eletto dall’assemblea e può essere deposto da
questa in qualsiasi momento. La sua funzione era sacra e la sua persona è importante in quanto simbolo ed
emanazione della volontà della comunità. Il re per i germani non era scelto solo per discendenza ma anche
per la condizione economica in cui viveva.
Classi sociali: della presenza di classi ne abbiamo testimonianza solo tardi:
Schiavi: Stato giuridico dei non liberi, le popolazioni germaniche non sono società schiaviste cioè basate
sullo sfruttamento degli schiavi, gli schiavi esistevano ma erano i prigionieri di guerra. Il signore può
venderli o ucciderli, è responsabile per le loro azioni e può chiedere risarcimento se uno schiavo viene ucciso
da terzi
Sassoni: tre classi di liberi: nobiles, liberi, liberti (divieto di matrimonio tra classi diverse)
Anglosassoni: eorl, ceorl, laet
Frisoni: ethelinga, frilinga (frihals) letar (liti)

IL DIRITTO GERMANICO
I germani inizieranno a mettere per iscritto le loro leggi (prima erano tramandate a memoria, c’erano degli
addetti a ricordare le leggi. Questo funzionava fino a quando i germani restavano tra di loro e non avevano
contatti con il mondo esterno).
Tutte le informazioni che abbiamo, le otteniamo da testi giuridici che spesso sono le prime forme scritte di
una lingua. Le leggi delle popolazioni germaniche sono per noi una grande testimonianza linguistica.
Le questioni giuridiche venivano discusse in un’assemblea pubblica.
Il diritto dei Franchi: I franchi Sali, con la legge salica (Lex Salica), saranno i primi ad adottare questo
nuovo modo per tramandare la legislazione. Del codice ci sono pervenute anche una serie di glosse in
volgare (in dialetto francone occidentale, definite glosse MALBERGICHE ‘nome latino che indica una sorta
di introduzione in mallobergo nella lingua del diritto/della legge’) e un frammento di una traduzione in
tedesco antico. Questa legge è servita da esempio per le altre leggi dei franchi.

Dal punto di vista del contenuto sono testi molto ripetitivi e dal punto di vista linguistico sono di facile
comprensione. Presso i Franchi Ripuari ci sarà la Lex Ribuaria.
La legge dei Camavi erano una popolazione che ha lasciato un testo giuridico “ewa chamauorum” abbiamo
il genitivo del nome di questa popolazione e la prima parola è di origine germanica che significava
‘tempo/eternità’. Se quindi questa parola ha un significato di diritto ma originariamente significava ‘tempo’
sta a significare che la legge è eterna, scrivere la legge significa scrivere ciò che è sempre stato fatto.
Sotto l’influenza dei franchi quasi tutte le popolazioni germaniche vengono dotate di una legge.
Fonti più importanti per il diritto dei Sassoni: a) Capitulatio de Partibus Saxoniae, contiene le condizioni
di pace imposte da Carlo Magno ai Sassoni; b) Lex Saxonum, compilata su richiesta di Carlo Magno
Lex Frisionum: consuetudini Frisoni
Lex Anglorum et Werinorum: diritto in uso presso i Turingi (titolo ricorda simbiosi tra Angli e Varini
Leggi anglosassoni: fin da subito scrive le leggi in antico inglese.
Antico inglese DOM= sentenza, soluzione giuridica ad un caso concreto che poi è diventato consuetudine.
In Inghilterra ci sono due codici giuridici:
-        LE LEGGI DEL KENT: tre codici giuridici che prendono il nome del re che le ha promulgate, inizio
del VII secolo. ATHELBERT 90 sentenze che riguardano il diritto penale e familiare.
-        LE LEGGI DEL WESSEX

 Leggi di Ine: codici giuridici separati, privilegiano la posizione della chiesa nel regno
 Leggi di Alfredo: collegate alle precedenti, le integra alle sue. Nel frattempo avviene un
ingrandimento del territorio (aggiungono Mercia e il territorio del Kent). Alfredo aggiunge leggi
improntate sul cristianesimo e sul diritto romano (canonico). Molta attenzione alle leggi anglosassoni
perché scritte da subito in germanico (antico inglese).

Diritto dei Longobardi: Editto di Rotari 643: scritto in latino ma privo di influenze romano cristiane, la
parte centrale è basata sulle consuetudini arcaiche delle popolazioni germaniche. Ognuno era giudicato in
base al gruppo di appartenenza.
Fonti giuridiche dei Burgundi: Lex Gundobada composta fine V secolo, la seconda Lex Romana
Burgundionum del 506 è indirizzata ai cittadini romani nel territorio dei burgundi. In questo modo i re
burgundi riescono a mantenere una separazione tra i due popoli poiché la legge si applicava in modo
personale (discendenza) e non territoriale.
Diritto dei Visigoti di Spagna: Codex Euricianus: regolare la vita politica dei Visigoti e dei Romani; Lex
Romana Visigothorum promulgata dal re Alarico II e regolava solo i rapporti giuridici dei romani mentre
lasciava liberi i Germani di seguire il loro diritto; Fueros forma spagnola per intendere il Forum Politico,
leggi circoscritte a singole regioni nella penisola iberica e promulgate in lingua spagnola tra XI e XII secolo,
nelle quali rivive il diritto germanico nelle sue tipiche espressioni. (ES: giurare sulle porte e lasciare le armi).
Il testo venne scritto ben dopo il dominio dei Visigoti, erano presenti anche tracce di faida e ordalia: giudizio
divino, prova del fuoco se avesse superato le prove sarebbe stato innocente in quanto Dio l’aveva aiutato.
Diritto nell’ambiente nordico: codificazione di leggi è legata alla diffusione del Cristianesimo; la prima legge
scritta in Islanda sembra essere quella menzionata dallo storico Ari e riguarda le decime imposte dagli
ecclesiastici, pagare 1/10 di ogni raccolto o incasso. Queste leggi valgono localmente, e hanno valore solo
per quel determinato tribunale.
1. Islanda: Gràgàs “oca grigia” raccolta di leggi e consuetudini islandesi
2. Svezia: Uplandslagh nasce come legge territoriale, ma poi si estende per l’intero regno. Birger Jarl:
nobile che partecipa alla stesura della legge. Nascono per volontà di qualcuno di scrivere le
consuetudini del popolo, in seguito approvate dal re. Primo capitolo dedicato alla Chiesa, in seguito
diritto penale e matrimoniale
3. Norvegia: aveva 4 province con assemblee giuridiche indipendenti.
Per quanto riguarda Svezia Norvegia e Danimarca: hanno testi semplici dal punto di vista linguistico e
sintattico, per Svezia e Danimarca sono i primi testi scritti.

LA SCRITTURA RUNICA
Prima forma di scrittura conosciuta, il nome runa deriva da “runar” che significa sussurro o mistero, così
come il greco prende il nome dalle due serie di lettere (alfabeto à alfa e beta) così per le rune prende il nome
dalle prime sei lettere (fubark).
Forma di scrittura legata al mondo pagano, basato sul principio dell’acrofonia ovvero ciascun segno ha un
suo significato intrinseco ovvero indica qualcosa o qualcuno, poi sviluppa un valore di natura fonetica. Come
se partisse da un ideogramma, sulla base di questo si sviluppa un significato.
La serie runica più antica ha 24 segni. La sua origine non è dalle popolazioni germaniche, ma un incontro tra
popolazioni perché la base sembra essere di tipo etruscoide proveniente dall’Italia settentrionale e il contatto
avviene per vie commerciali, via dell’Ambra e via del vino.
 Elmo di Negau: negau luogo del ritrovamento. Non è scritto in rune, ma l’scrizione del II secolo a.C
è in alfabeto Venetico ovvero un alfabeto settentrionale ma in lingua germanica.  “Harigasti
teiwa” à dedica “al dio harigasti” (ospide dell’esercito). Chi ha fatto l’incisione dimostra il contatto
tra le due culture.
 Epigrafi: testi brevi incisi su materiali rigidi come ossa, avorio, pietra. Probabilmente il legno non è
arrivato a noi.
 La scrittura runica ha la massima diffusione tra V e VII secolo, con la diversificazione delle lingue la
scrittura si evolve in due tendenze opposte: Danimarca -à riduzione dei segni, assimilazione
Ambiente anglosassone à aumento dei segni, circa 28. Attorno al IX secolo 33 segni in Northumbria.
La seria anglosassone si chiama “Fufork” poiché avviene un cambiamento fonetico.
A volte si usa la runa singola in quanto porta significato. Forma lineare che ne facilita l’incisione su
materiali rigidi. Quasi mai utilizzata su pergamena a parte il “Codex Runicus” biblioteca nazionale
di Copenaghen, sembra un diletto di qualcuno per dimostrare la capacità di scrivere in quel
determinato alfabeto. Possibile uso criptografico à 24 segni divisi in tre serie da 8 in ordine preciso.
Non sono scritte come siamo abituati, ma seguono strutture serpeggianti segnate in rosso. Lo stesso
segno si può trovare capovolto o al contrario.
Si trovano molte iscrizioni runiche in Svezia, Danimarca, Scandinavia, zona Anglosassone e sud e
ovest della Germania ma non in Islanda a causa della cristianizzazione di massa.
Queste iscrizioni possono celebrare dei, eventi, dediche, nomi del proprietario, iscrizioni molto brevi
e mai su tombe. Abbondano di nomi propri.
Lingua molto arcaica, si trova nel Corno d’oro di Galleus, conservato a Copenaghen in una
riproduzione poiché l’originale è andato perso: corno diviso a fasce per bere, dalla parte per bere
c’era questa iscrizione “Ek Helwagastir holtjar horna tawido =Io Hleda Gast discendente di Holt il
corno feci.”
È una firma dell’autore e manifattore del corno.
Spada trovata nel Tamigi e Cofanetto di Franks: cofanetto 23x18 in osso di balena conservata al
British Museum. Si pensa venga dalla Northumbria, ma trovato in Francia e veniva usato come
scatoletta per il cucito.

SCRITTURA RUNICA

La prima forma di scrittura conosciuta presso le popolazioni germaniche, deriva da runar → sussurro,
mistero e lo si può confrontare con il verbo tedesco raunen che vuol dire bisbigliare, sussurrare. Come in
greco anche qui la serie runica non è chiamata alfabeto ma futhark dalle prime 6 rune. Un sistema di
scrittura basato sul principio dell'acrofonia → ciascun segno ha un suo significato intrinseco e a partire da
questo sviluppa un valore di natura fonetica, la scrittura runica parte da un ideogramma e sulla base di questo
sviluppa un valore fonetico. Quindi le rune sono segni acrofonici con riferimenti misteriosi. La prima runa
vuol dire feu (bestiame) ed inizia con una fricativa sorda labiale quindi la runa assume il valore fonetico della
fricativa sorda labiale. Doppia valenza del simbolo e del suono. La serie runica più antica ha 24 segni.
Questa scrittura raggiunge la sua massima diffusione tra il V e XI sec.

L'origine della scrittura runica è il prodotto di una contaminazione con altre culture e popolazione, alfabeti di
tipo etruscoide provenienti dall'Italia settentrionale che presentano somiglianze.

Elmo di Negau, al confine tra l'Austria e la Slovenia, non è scritto in rune ma ha un'iscrizione datata al II
secolo a. C. e la grafia in cui è scritta è in alfabeto venetico , alfabeto questo che risale a caratteri etruschi
settentrionali, ma il contenuto linguistico è in lingua germanica. Incontro di due culture diverse che ha avuto
come conseguenza per i germani, l’acquisizione della scrittura, principalmente usata per gli epigrafi incisi su
materiali rigidi (metallo, osso, avorio, pietra). Non ci è giunto quasi nulla scritto in legno, quasi tutto è
andato perduto. Sull’elmo si legge Harigasti teiwa “al dio Harigasti (=ospite dell’esercito)” con il primo
elemento indubbiamente germanico mentre il secondo è indubbio

La scrittura si evolve e comincia ad adattarsi alle diverse esigenze fonetiche delle diverse lingue con 2
tendenze opposte :

 riduzione del numero di segni nelle lingue nordiche che da 24 a 16, suoni che prima erano
differenziati vengono assimilati
 in ambiente anglosassone aumentano a 28 e in Northumbria si arriva a 33, futhork perché la quarta
runa ha cambiato valore fonetico.
La forma delle rune tendenzialmente è lineare che facilita la sua incisione su materiali rigidi. Non è mai stata
utilizzata su manoscritto, l'unico caso è il codex runicus che è conservato alla biblioteca reale di
Copenaghen e contiene delle leggi. La caratteristica delle rune è la bivalenza di ogni segno che può essere
usato come valore fonetico (che corrisponde a quello iniziale del nome della runa) oppure ideografico (anche
in modo criptografico per nascondere qualcosa. Creare una sorta di codice.)
 Guarda foto sul cel → serie runica : ci sono 2 r, dovuto al fatto che la prima è originaria mentre la seconda è
esito di un processo, il rotacismo. La e con il puntino è una vocale ma non si sa come venisse realizzata ma
distinta dal resto. Divisione in 3 gruppi da 8.
Le rune a pesce con decorazioni.
Le troviamo soprattutto in Scandinavia, Svezia, Norvegia, invece non ci sono iscrizioni runiche in Islanda.
Le pietre si trovano facilmente, uno dei problemi della decifrazione è dato dai graffi accidentali. Spesso sulle
pietre troviamo le rune non disposte in righe ma in strutture a forma di serpente a volte dipinte in rosso.
Non sono quasi mai pietre tombali ma si usano per celebrare eventi, dediche, nome del proprietario
dell'oggetto. Le rune sono state usate nell’ambito del culto come strumento di pratiche magiche quindi con la
diffusione del Cristianesimo si segnò la fine di questa scrittura perché vista come “pagana” per i legami con
la magia. La scrittura runica venne sostituita con l’alfabeto di Wulfila. Solo in un paese della campagna
svedese le rune si utilizzeranno fino all’800 ma solo per scopi decorativi.
Iscrizioni anche nel territorio anglosassone e in Germania meridionale, zona alemannica sud-ovest.
 Corno d’oro di Gallehus → corno per bere con iscrizione. Uso dell'allitterazione, “io Hlewagast,
discendente di Holt il corno feci”, firma dell'autore. (cerca frase intera). Il corno è andato perduto una
riproduzione a disegni è conservata nel Museo Nazionale di Copenaghen
 Cofanetto Franks (Franks Casket)→ scatoletta 23 x 19 di osso di balena conservata al British Museum,
acquisita dal Sir Franks. Si pensa che venga dalla Northumbria ma il luogo di ritrovamento è la Francia e
veniva usato come scatola per il cucito. Al centro ha 2 scene e intorno una cornice con l'iscrizione. La parte
sinistra rappresenta l’adorazione dei magi (cristiana) e a destra (pagana) con la vendetta del fabbro Weland
dopo l’uccisione dei suoi figli. Tiene uno dei teschi in un paio di tenaglie e con l’altra offre una coppa fatta
col secondo teschio alla figlia del re. L’iscrizione inizia dalla parte destra e prosegue in senso orario. Nella
riga inferiore le rune vanno lette da sx verso dx in modo innaturale rispetto al pennello (ma la prima parola in
basso a dx viene letta da dx verso sx).

10.01
LA TRADIZIONE TEODORICIANA
 
Teodorico il Grande, stirpe degli Amali, re degli Ostrogoti in Italia è il più importante protagonista della
tradizione eroica. La materia teodericiana è solo per alcuni aspetti riconducibile ad avvenimenti storici. Le
testimonianze scritte su Teodorico hanno fulcro in Germania.
Si può dividere la materia di Teodorico in 3 tradizioni diverse:
1. testi che parlano di Teodorico ed Ermanarico
2. testi dedicati alle avventure di Teodorico avventure e distaccamento dalla realtà storica
3. testi che trattano la fine dell’eroe buttato in un vulcano, abbandonato in un deserto, portato via da un
Diavolo. Teodorico in quanto ariano si mise contro la Chiesa e alcuni membri del senato romano.
Questo non gli venne perdonato, neanche secoli avanti. Teodorico rappresenta l’ariano per
eccellenza, quindi è condannato alla cancellazione della memoria. Era riempito di critiche e falsità
es: figlio di una concubina, oppure era definito l’anticristo. La sua morte aveva del sovrannaturale
per dannarlo.

due testi pseudo-biografici in prosa:


 thithreks saga: scritta in antico nordico di provenienza norvegese e non islandese, la saga di
Teodorico dalla nascita (genealogia), Teodorico che impara a diventare un eroe, le sue avventure e la
fase della maturità si inserisce il contrasto con Ermanarico e infine la sua morte. È a cavallo tra storia
e letteratura.
 il Prosa-Heldenbuch: Helden = eroi Buch =libro Si vogliono unire tutte le tradizioni eroiche. Sorto
nel tardo Medioevo nell’area linguistica tedesca. Vengono narrati: la nascita, le mogli, fuga da
Ermanarico, l’esilio e la riconquista del regno, la vendetta di Crimilde e la morte di Teodorico

testi storiografici con una sorta di biografia dell’eroe


 le Gesta Theoderici in prosa latina
 la Vita di Teodorico nella Kaiserchronik (tedesco) = cronaca degli imperatori
 la Vita di Teodorico nella Weltchronik cronaca mondiale e universale

Gesta Theoderici pervenute in 3 versioni: una più antica di autore ignoto; seconda versione interessante in
quanto contiene una sorta di prefazione in cui vengono narrate le vicende di Odoacre prima dello scontro con
Teodorico (ha lasciato la Pannonia per funestare l’Italia cosicché i romani chiedessero aiuto a
Costantinopoli); terza redatta nel monastero di Fulda si cerca di rimanere vicini alla realtà storica.
Al centro di queste versioni sta il contrasto fra Odoacre e Teoderico, il quale si trova in stretti contatti con la
corte di Costantinopoli. Su richiesta di Roma, l'imperatore dell'Impero Romano d'Oriente invia Teoderico in
Italia per eliminare Odoacre. Dopo la sconfitta finale di Odoacre, Teoderico regna per 40 anni in Italia su un
territorio che si estende dalla Pannonia fino al Rodano, dal Mar Tirreno fino alle Alpi piemontesi - e, nella
prima versione, fino al fiume Isère. Interessante è il passo in cui Teoderico condanna a morte il papa
Giovanni e fa uccidere il senatore Simmaco (in realtà lo imprigiona e muore di fame), azioni queste che
suscitano l'ira divina e portano all'uccisione di Teoderico da parte del fratello, che nelle Gesta si chiama
Genserico.
La Vita di Teoderico nella Kaiserchronik: opera storiografica in lingua tedesca redatta intorno alla metà
del XII sec., che comprende 17.000 versi a rima baciata.
Viene presentata una biografia dell'imperatore Zenone che tratta essenzialmente delle vicende di Teoderico:
Teoderico, viene inviato quale ostaggio dal padre alla corte dell'imperatore Zenone. Lí viene educato e poi
accolto nel consiglio dell'imperatore. Quando si verificano gravi problemi politici nella parte occidentale
dell'impero, causati da Ezio, giudice a Roma, e Odoacre, Teoderico si offre di conquistare l'Impero Romano
a condizione che questo gli venga poi concesso in feudo. Dopo il consenso di Zenone viene raccolto un
grande esercito con a capo Teoderico. Incontrano l'esercito nemico nei pressi di Ravenna dove si giunge a un
duello fra Teoderico e Ezio: Teoderico uccide Ezio, le truppe di Odoacre fuggono a Ravenna. Dopo un
assedio, Teoderico uccide Odoacre in un duello; si reca a Roma dove diventa imperatore dell'Impero
romano. La fine del dominio di Teoderico in Italia viene raccontato così: Boezio, Seneca e San Giovanni
inviano dei messaggeri a Zenone per comunicargli che a loro avviso il fatto che il figlio di una concubina
regni a Roma non sia conciliabile con l'onore dell'imperatore. I messaggeri vengono catturati e Teoderico li
fa incarcerare a Pavia, dove moriranno di fame. La vendetta divina per questa crudeltà non si fa attendere a
lungo: Teoderico, viene preso da diavoli e fatto sprofondare nel monte Vulcano.
C’è un’altra versione in cui Odoacre accusa Teoderico di esser figlio del diavolo. Il testo contiene dati
storicamente corretti: Teoderico nasce in territorio dell'Impero d'Oriente; conquista l'Italia quale magister
militum dell'Imperatore d'Oriente; il suo antagonista è Odoacre e questi viene ucciso per mano di Teoderico.
La Vita di Teoderico contenuta nella Weltchronik di Heinrich von München è un testo storiografico in
alto tedesco medio risalente alla prima metà del XIV sec.
Dopo una genealogia degli antenati di Teoderico si narra come Teoderico venga cacciato via dal suo regno
ereditario dallo zio e come venga accolto alla corte del re degli Unni Etzel-Attila. Viene coinvolto nella
vendetta di Crimilde per il primo marito Sigfrido, vendetta che porta all'annientamento dei Burgundi, ma
anche alla morte della stessa Crimilde. Dopo la morte di Attila e la perdita di tutti i suoi compagni Teoderico
si reca alla corte dell'imperatore Zenone. Visti i problemi causati nell'Impero d'Occidente da parte di
Augustulus, e da Odoacre, Teoderico si impegna a restaurare l'onore dell'imperatore nell'Impero d'Occidente
a condizione che l'Italia gli venga concessa in feudo. Un grande esercito con a capo Teoderico si muove
verso l'Italia e incontra l'esercito nemico nei pressi di Ravenna. Teoderico, in un duello, uccide Augustulus e
sconfigge i Romani. Odoacre fugge a Ravenna, che verrà dunque stretta d'assedio da Teoderico. In un duello
Teoderico decapita Odoacre, dopodiché cavalca alla volta di Roma dove governa in accordo con Zenone.
Due anni dopo che Giovanni è diventato papa, Teoderico si traforma in un uomo cattivo. Egli si dà a
persecuzioni ai danni del cristianesimo (cattolico) e fa incarcerare il papa Giovanni, dove questi morirà di
fame. Tutto ciò suscita immediatamente l'ira divina. Un giorno vengono tanti diavoli che fanno profondare
Teoderico nel monte Vulcano.
Due filoni leggendari: il filone più antico nella seconda parte collega Teoderico con l'Impero romano
d'Oriente, mentre la prima parte è imperniata sul filone leggendario con i nuclei narrativi della cacciata di
Teoderico da parte dello zio Ermanarico, l'esilio presso la corte di Attila, la vendetta di Crimilde e la morte
dei compagni di Teoderico. Questi due filoni vengono collegati fra di loro tramite il ritorno di Teoderico
nell'Impero d'Oriente.
a) Trasformazioni della base storica
1. In realtà colui che Teodorico sconfigge è Odoacre, il quale però non ha una tradizione letteraria a
seguito e quindi spesso viene ignorato o sostituito da Ermanarico che ha molte leggende a seguito.
Etichettato come “nemico dei parenti” perché aveva fatto molti atti cattivi, infatti la sua morte era
spesso descritta cruenta (Squartato dai 4 cavalli). Il personaggio di Ermanarico funziona bene con la
trama.
2. Rovesciamento della situazione in Italia: nella storia vera Teodorico è conquistatore di nuove terre,
mentre nelle cronache viene rappresentato come re cacciato dal suo regno ereditario, che dovrà essere
riconquistato. Scelta dovuta forse al tentativo di rappresentare la dominazione dei Goti in Italia quale
dominazione originaria e quindi legittima.
3. In Italia Attila (piccolo padre) era una figura positiva, era colui che accoglieva tutti. Molti si unirono
alle sue scorrerie.

b) la cosiddetta "Historische Dietrichepik"


Le testimonianze scritte più importanti che narrano dei contrasti fra Teoderico e Ermanarico sono testi
appartenenti alla cosiddetta "Historische Dietrichepik" tedesca, la cui tradizione manoscritta inizia solo nel
XIII sec.
I testi più significativi di questo gruppo:
 Dietrichs Flucht, detto anche Das Buch von Bern
 Rabenschlacht
 Alpharts Tod.
Dietrichs Flucht inizia con una genealogia leggendaria. Dopo di che viene narrato come l'Italia sia stata
spartita fra i figli del re tra cui Ermenrich. Ermenrich, re di Roma, un uomo “infedele” e assetato di potere,
cerca di assicurarsi la supremazia e pretende da Dietrich (nipote del re) il suo regno ereditario nell'Italia
settentrionale con capitale Bern-Verona. Dietrich oppone resistenza e riporta una vittoria sull'aggressore nei
pressi di Milano; nonostante questa vittoria deve recarsi in esilio per riscattare i suoi compagni di lotta, i
quali erano caduti prigionieri di Witege e Heime, due suoi ex-compagni arruolatisi nell'esercito di Ermenrich.
Dall'esilio presso la corte del re degli Unni, Dietrich, intraprende due tentativi per riconquistare il suo regno,
tentativi che falliscono: nel primo caso a causa di un nuovo tradimento da parte di Witige, nel secondo
perché, pur avendo vinto nei pressi di Bologna, Dietrich, afflitto dalla morte dei suoi migliori eroi, non ap-
profitta della vittoria. Di nuovo Dietrich deve tornare in esilio. A questo punto finisce il poema.
Con l'inizio della Rabenschlacht, che nella tradizione manoscritta segue sempre immediatamente alla
Dietrichs Flucht, troviamo Dietrich che piange i compagni caduti. Il re esule sposa Herrad, nipote della
moglie di Etzel. Questa volta partecipano alla spedizione anche i figli adolescenti di Etzel e di Dietrich.
Dopo aver vinto la battaglia di Ravenna, Dietrich viene a sapere che i tre ragazzi sono stati uccisi da Witege,
che egli insegue fino alla riva del mare, dove l'ondina salva l'assassino. Così la morte dei giovani non verrà
vendicata.
A questo ruolo di Witige come assassino di un giovane si riallaccia il poema Alpart. Il giovane eroe Alpart,
compagno di lotta di Dietrich von Bern, incontra Witege e Heime durante un suo giro di ricogni zione.
Witege e Heime, che non riescono a battere Alpart in regolari duelli, infine lo uccidono in maniera poco
cavalleresca attaccandolo in due.

c) I componimenti brevi dell'area linguistica tedesca: Hildebrandslied, Jüngeres Hildebrandslied e


Ermenrikes Dôt
L'incontro fra Adubrando e Ildebrando avviene dopo lunghi anni di assenza di Teoderico e Ildebrando dalla
patria. Adubrando, convinto che suo padre è morto, non vuole credere che il guerriero nemico di fronte a lui
possa essere Ildebrando, e si giunge quindi ad un duello fra padre e figlio.
Nel Canto di Ildebrando manca la fine del componimento, e così non veniamo più a sapere dell'esito del
duello. Tuttavia sulla base di un carme eroico norreno relativo alla morte di Ildebrando, nel quale que sti,
prima di morire, lamenta il fatto di aver ucciso il proprio figlio contro la sua volontà, si sostiene che nel
duello del Canto di Ildebrando Adubrando sia stato ucciso dal padre.
Il secondo componimento è lo Jüngeres Hildebrandslied,(più recente, non è più basato sui valori eroici)
rielaborazione in alto tedesco medio del Canto di Ildebrando, composto in forma di ballata e con lieto fine.
L'avversario di Teoderico, nel Canto di Ildebrando porta ancora il nome di Odoacre.
Il carme Koeninc Ermenrîkes Dôt, tramandato in due versioni a stampa basso tedeschi del XVI sec. molto
tarda, costituisce una ballata popolare forse basato su una composizione precedente (canto eroico alla morte
di Teodorico), in cui si narra di una spedizione militare di Teoderico e i suoi compagni al castello di re
Ermanarico che si conclude con l’uccisione del tiranna. Tutto slegato, non troviamo posto all’interno della
trama generale tra il dissidio tra i due, non si parla di esilio, non si parla di duello… nella ballata c’è poco
spazio, si aveva anche poco tempo quindi quello che rimane sono scene di battaglia e il momento
dell’azione.
d) I componimenti brevi dell'area linguistica scandinava: i carmi eddici e le Kæmpeviser danesi intorno a
Teoderico
Nella Edda incontriamo la leggenda di Teoderico solo marginalmente. Alcuni carmi (poemi epici) dell'Edda,
contengono tratti della materia teodericiana, Teoderico-Thiodrek si trova in esilio presso la corte del re degli
Unni Attila-Atli e lamenta il suo destino (secondo carme di Guthrun).
Teoderico gioca un ruolo più importante nella Guðrúnarkviða in thriðja (prima metà del X sec.). Nella parte
introduttiva in prosa la concubina di Atli  Attila, Herkja, riferisce al re degli Unni di aver visto Guðrún
(Crimilde in area nordica) e Thiodrek sotto la stessa coperta. Guðrún dice di aver abbracciato Thiodrek una
sola volta, i loro discorsi sarebbero stati dedicati al lamento dei loro mali, stavano piangendo le loro
disgrazie. Thiodrek sarebbe giunto alla corte unna con trenta eroi di cui nessuno sarebbe più in vita, mentre
lei stessa avrebbe perso i fratelli ed i parenti stretti per opera di Atli. Guðrún dichiara di essere pronta a
provare la sua innocenza in un giudizio di Dio. L'ordàlia viene preparata: le due donne dovranno immergere
le mani in un paiolo pieno di acqua bollente. Ma mentre Guðrún ritrae intatte le mani, Herkja non supera il
giudizio, rimane bruciata e viene immersa in una palude.
Sono pochi gli elementi della leggenda teodericiana contenuti in questi due carmi rispettivamente nelle
introduzioni agli stessi: vediamo Teoderico alla corte di Atli-Attila, ma non viene detto esplicitamente che si
trova in esilio; la morte dei suoi eroi qui non viene ulteriormente spiegata, mentre in altri componimenti
germanici essa è collegata all'annientamento dei Nibelunghi presso la corte di Attila. Non è da escludere
che ci troviamo qui di fronte ad antichi elementi goti della leggenda teodericiana giunti direttamente in
Islanda, non mediati dalla tradizione tedesca e poi nordica, senza passare quindi per la Germania. Via
mare da Bisazio in Islanda
Non in Islanda ma sul continente abbiamo in danese le Kæmpeviser (viser = ballata, canzone; kamp =
guerrieri) episodi singoli, conclusi in se stessi intorno a Teoderico si può tracciare la seguente trama che
forse rispecchia un filone molto antico della leggenda teodericiana: in alcune di queste ballate si fa
riferimento al tradimento di un amico, un parente nei confronti di Teodorico; c’è elemento della fuga (a
Verona) e poi ci sono episodi che portano al ritorno trionfale alla reggia di Teodorico originaria che gli era
stata tolta.
Abbiamo spesso corrispondenze di ballate tra Svezia, Danimarca e Norvegia.
e) La materia di Teoderico e la materia nibelungica:
Teoderico diventa personaggio letterario anche in opere che si rifanno alla materia nibelungica, quali il Ni-
belungenlied perché sarà presente fisicamente alla corte Unna quando si verificherà la vendetta di Crimilde e
quindi in qualche forma è uno dei testimoni di quello che è avvenuto. La così detta Klage (altotedesco
medio) e la Thiðreks saga (norreno)
2. La tradizione delle avventure di Teoderico-Dietrich
Thidreks saga: (fase di formazione eroica e di crescita di Teodorico) unica realizzazione letteraria della ma-
teria di Teoderico nella quale tutte e tre le tradizioni - quella di Teoderico/Ermanarico, quella delle avventure
di Teoderico e quella della fine dell'eroe - siano state collegate ad una sorta di biografia letteraria del
protagonista.
Ai testi che narrano le avventure di Teoderico manca completamente il fondamento storico (unica cosa vera
è il nome di Teodorico, che siano ambientate nell’Italia settentrionale e sempre Verona (Bern)). Al pubblico
piaceva sentire le storie di Teodorico.
Tutte hanno una struttura circolare: la situazione iniziale è che Teodorico si trova a Verona nella sua corte e
che la sua tranquillità (il tempo di Diana della corte di Verona) viene interrotta o perché qualcuno chiede
aiuto a Teodorico: donne, vedove che sono minacciate da qualche pericolo soprannaturale, esseri fiabe schi,
quali giganti, nani e draghi. Magari perché hanno negato aiuto e alla fine Teodorico deve cedere per salvare
queste persone. Altra opzione tutto inizia con una sfida (Laurin: si stanno decantando le lodi di Teodorico,
durante questo uno mette in dubbio le sue capacità. Avventura molto pericolosa con ampie scene di battaglia,
spesso chi lo legge per la prima volta pensa che Teodorico possa non farcela. Ildebrando visto come il
maestro di armi, visto come più maturo, saggio, molte volte aiuterà Teodorico in modo determinante. Tutto
però andrà a buon fine e Teodorico tornerà a Verona solo con un’altra avventura da raccontare) = struttura
circolare da questo punto di vista
Cfr il poema anglosassone Waldere, si tratta di un possibile riflesso della tradizione delle avventure di
Teoderico con combattimenti contro giganti: nel secondo frammento si parla di una spada che Theodric-
Teoderico voleva mandare a Widia-Witege quale ricompensa perché Widia lo aveva liberato in una si-
tuazione difficile, ed egli era potuto fuggire dal regno dei fîfela, ovvero mostri o giganti.
I testi tedeschi:
I titoli prendono il nome degli avversari di Teodorico, alcuni sono tramandati in più versioni e alcuni non in
forma completa ad esempio:
1. Il poema Goldemâr di Albrecht von Kemenaten, narra come Teoderico scorga dei nani che tengono
prigioniera una bella donna. Egli sfida il re dei nani, Goldemâr, a un duello, ma questi non vuole combattere
contro Teoderico. Il testo non è completo, arrivato in un solo manoscritto; tuttavia abbiamo conoscenze
dell'esito della vicenda grazie ad un testo parallelo tramandato nel Prosa-Heldenbuch. La donna è la
principessa Hertlin del Portogallo (fantasioso) che è stata rapita da Goldemâr. Con l'aiuto dei suoi compagni
Teoderico riesce a liberarla superando gravi difficoltà e la sposa (in altri testi non abbiamo più notizie
riguardo alla moglie, quindi incerto).
2. Nel poema Eckenlied (prima della metà del XIII sec.), tramandato in tre versioni diverse in sette
manoscritti e 11 incunaboli, viene raccontato come Teoderico, sfidato dal giovane gigante Ecke (lied=
canto), lo combatta in un duello, dopodiché seguono altre avventure, per la maggior parte combattimenti con
parenti di Ecke, che vogliono vendicare la sua morte. faida
3. Nel poema Sigenot (fine del XIII sec., pervenuto in una versione breve in 44 strofe e in una versione lunga
in ben 200 strofe, più recente), tramandato in otto manoscritti e ben 20 incunaboli databili fra il 1487 ca. e il
1661, Teoderico cade prigioniero del gigante Sigenot e viene poi liberato da Ildebrando che uccide il gigante.
Nella versione più recente troviamo molti artefatti
Versione più antica il centro è la prigionia presso Sigenot in una caverna piena di serpenti, contro i quali il
Veronese si protegge grazie ad una pietra magica che aveva recuperato da un nano.
4. Nella Virginal (fine del XIII sec., tramandato in tre versioni diverse in 12 manoscritti) vengono narrate le
prime "avventure" del giovane Teoderico che, insieme a Ildebrando, vuole combattere contro il pagano
Orkise che ha invaso le terre della regina Virginal. Prima di poter salvare la regina, i due eroi devono
sostenere una serie di avventure, tra le quali combattimenti con draghi e giganti e l'episodio in cui Teoderico
cade prigioniero del gigante Wicram - infine viene liberato dai suoi compagni e rendere giustizia alla regina
5. Nel Rosengarten ovvero Roseto (prima metà del XIII sec.?, tramandato in diverse versioni in 20
manoscritti e 6 incunaboli), viene collegata la materia di Teoderico con quella nibelungica perché si
descrivono 12 duelli tra Teodorico e 11 dei suoi e i 12 guardiani di questo roseto con a capo Crimilde. Tutto
inizia con una sfida portata avanti o da Crimilde, in altre versioni da suo padre, re dei Burgundi. Teoderico
combatte contro Sigfrido e lo sconfigge.
6. Il Wunderer (meraviglioso, sovrannaturale). Teoderico, che riceve la sua formazione cavalleresca alla
corte del re degli Unni, uccide il feroce Wunderer, inseguitore cannìbale di vrouwe Saelde (dama
Beatitudine), la quale era fuggita alla corte di Attila in ricerca di un eroe che volesse difenderla dalla
vendetta del suo ammiratore respinto. Ella si rivolge prima ad Attila, che non vuole entrare in combattimento
e la indirizza ai suoi eroi. Solo Teoderico di Verona si dichiara disponibile a soccorrere la donna, contro la
volontà di Attila che teme per la vita del giovane. Dopo una dura lotta Teoderico uccide il Wunderer. Viene
celebrata la vittoria in una grande festa di corte e la società cortese presente decide di far mettere per iscritto
quest'avvenimento meraviglioso.
Nel contesto della leggenda teodericiana è interessante soprattutto il passo in cui viene fatto riferimento al
destino di Teoderico. Prima del duello fra il Wunderer e Teoderico la dama beatitudine benedice il
Veronese; questa benedizione comporterà la protezione di Dio in tutti i combattimenti che Teoderico dovrà
sostenere ora e in futuro. Viene detto che Teoderico, per penitenza del fatto che abbia dato ascolto al dia volo
(l'arianesimo del Teoderico storico), sarebbe stato portato in un deserto dove dovrà combattere contro draghi
fino al giudizio universale. (immagine pagana=Valhalla)
7. Nel Laurin (fine del XIII sec., pervenuto in cinque versioni diverse in 18 manoscritti e 11 versioni a
stampa) Teoderico distrugge, insieme ai suoi compagni Ildebrando, Dietleib, Witege e Wolfhart, il roseto del
re dei nani Laurin, risultando avvantaggiato nel combattimento che segue tra i due, ma Teodorico non darà il
colpo finale perché Dietleip dice che vuole prima liberare sua sorella dalla prigionia di Laurin (Questa cosa
appare dal nulla ma molto funzionale all’evoluzione narrativa e alla dignità eroica di Teodorico. Torna bene
avere qualcosa di negativo per incolpare Laurin così da giustificare Teodorico con il fatto avvenuto); dopo
una riconciliazione temporanea (ma non è sincera da parte di Laurin); c’è l’invito a “casa” nel regno
sotterraneo (Monte Cavo) di Laurin. Laurin sarebbe in grado di uccidere Teodorico ma li fa mangiare e bere,
dopo di che li fa incarcerare. Nel frattempo si trova la sorella di Dietleip, che ha un comportamento ambiguo
perché prima dice di trovarsi bene nel regno (a parte che non sono cristiani) ma poi aiuterà la liberazione dei
Veronesi. Si arriverà al combattimento e ci saranno più versioni:
- Laurin fatto prigioniero, portato a Verona come prigioniero e reso in servitù, giullare che balla davanti al
fuoco
- nella nostra versione c’è un finale più conciliante che porta alla combinazione tra vittoria e religione.
Laurin deve essere battezzato e cristianizzato per essere considerato un amico e un suo pari. Questa versione
è quella del manoscritto Kappa conservato a Copenaghen, versione trasmessa in questo modo c’è solo in un
solo manoscritto. Nella storia del Walberan abbiamo asterischi perché mancano parti. Ruota tutto all’idea di
vendetta
Il parente, zio di Laurin Walberan, re dei nani dell'Oriente, accorre per vendicare suo nipote. In questa
versione incontriamo un esito felice del contrasto fra Teoderico e Laurin. Laurin riceve il battesimo e vive,
come amico del Veronese, presso la sua corte. Quando Walberan giunge a Verona con un enorme esercito
per vendicare Laurin, quest'ultimo riesce a conciliare le due parti. Al posto di un assalto alla capitale Verona
si organizza un torneo nel quale i Veronesi vengono vinti. Walberan e Teoderico diventano amici e il poema
si chiude con una grande festa.

Esistono 5 versioni, questa è più estesa, è stato aggiunto il seguito che è solo presente qui.

- La prima versione è quella che si chiamava Vulgata più antica che inizia con il ridimensionamento
della fama di Teodorico; distruzione roseto; combattimento; Teodorico che sta per uccidere Laurin
ma viene interrotto per salvare la sorella di Dietleip e tutto termina con Teodorico che stermina i
nani e con Laurin che viene condotto a Verona come giullare mentre la sorella viene data in sposa
ad un brav’uomo e la festa per il ritorno del Veronese. Versione più antica e la base della tradizione
di Laurin. In questa non c’è l’elemento della cristianizzazione e non c’è il proseguo.
- La versione più recente ha cercato di mettere a posto questa incongruenza rispetto al motivo del
rapimento della fanciulla ovvero che alla vicenda, così come lo abbiamo vista, viene premesso un
antefatto che racconta il rapimento della ragazza: Laurin incappucciato con il mantello
dell’invisibilità (mantello e la cintura dei 12 uomini) riesce a rapire la donna, lei subito lo respinge
poi acconsente a diventare regina dei nani. Strano atteggiamento. Il fratello Dietleip si reca da
Teodorico per chiedere aiuto a ritrovare la sorella. Trovano questo personaggio che vive nei boschi
che gli darà indicazioni su dove trovarla (al roseto) e da lì comincia tutto il resto.
- La versione con il Walberan ha come motivo la cristianizzazione e battesimo
- Poi ci sono il Laurin di Dresda che racconta la stessa vicenda della versione base (più antica) ma il
motivo del rapimento è molto accentuato e tutte le azioni attribuite ai veronesi sono fatte per volontà
di liberare la fanciulla.
- Versione di Bratislava non si scosta tanto dal contenuto rispetto alle altre ma se ne distacca molti nei
toni, tutta la faccenda del roseto viene trasposta all’interno di una festa carnevalesca, è Ildebrando a
raccontare la storia ed è un frammento ma quello che sembra in questo poema è che Laurin sia stato
trasformato: guardando le altre versioni a parte il fatto che gli venga appioppato questo rapimento e
che si comporti male invitando a tradimento i veronesi, è sostanzialmente un personaggio positivo,
mentre all’interno di Bratislava non ci sono tratti positivi per Laurin perché quello che interessa sono
le battaglie e vittorie, era tutto o bianco o nero.
Nella vicenda del Laurin un ruolo importante è dato dall’ambientazione geografica: tutto avviene alla corte
di Verona; Si pensa che il Laurin sia sorto nel Tirolo (meridionale), dove esiste una tradizione popolare
che spiega il rosseggiare delle vette alpine con la distruzione empia di un roseto alpino  leggende
ladine, all’alba e tramonto le vette delle Dolomiti assumono un colore rosa = l'eziologia del fenomeno
dell'Alpenglühen, ovvero dell'arrossarsi delle cime dolomitiche al crepuscolo. Secondo questa leggenda, il
fenomeno sarebbe il ricordo di un tempo felice in cui non esistevano né odio né guerre, prima che il roseto
situato tra le montagne venisse reso invisibile da un incantesimo.
Il racconto ladino del Rey de Nyés (versione pubblicata da Wolff):
Quando cala il crepuscolo, in alto le rocce si tingono di rosso e, a questo proposito, i nostri padri
raccontavano una storia. In un tempo antico in cui non c'erano guerre né delitti e tutti gli uomini
vivevano in pace, abitava in alto tra i monti il Rey de Nyés. Egli possedeva splendidi pascoli e molti
giardini dove crescevano delle rose alpine più belle, più grandi e più rosse di quelle di oggi. Ma un
giorno arrivarono dei guerrieri stranieri che calpestano le rose. Per difendersi il re dichiarò loro guerra,
ma gli avversari erano più forti, vinsero, fecero prigioniero il povero re e lo trascinarono nel loro
paese. Una volta là, quando sedevano attorno al fuoco, il prigioniero, legato ad una corda, doveva
intrattenerli e danzare per loro. Una volta, mentre dormivano, riuscì ad avvicinarsi al fuoco e a
bruciare la corda. Allora fuggì e tornò a casa sua. Tutte le rose alpine erano rosse e belle e il re pensò:
"Se loro non avessero visto queste rose, non sarebbero mai venuti a casa mia!". E pronunciò un
incantesimo affinché le belle rose rosse non potessero più essere viste né di giorno, né di notte. E così
avvenne. Egli aveva, però, dimenticato l'ora del crepuscolo e così, quando viene, le rose incantate
ritornano ad essere rosse e belle. Sembra che le rocce siano in fiamme e che questo fuoco proietti il
suo luminoso splendore fin dentro le case. Allora gli uomini escono fuori e si ricordano di quel tempo
antico in cui non c'erano guerre né delitti e tutti gli uomini vivevano in pace. (Traduzione dal tedesco a
cura di Chiara Benati)
Il Tirolo era governato da un re in persona e non da un nano, questo strato risalirebbe ad un’epoca precedente
alla sottomissione del Tirolo ai Romani. Quando arrivano i Romani vengono sottomessi, quindi si fanno
piccoli come nani. Si vede come dietro al poema ci sia forse un collegamento tra leggende.
Altri sostengono inoltre che il motivo del re e custode del roseto che, fatto prigioniero, diventa un giullare
parli a favore di un rapporto tra la leggenda ladina e il Laurin. Nel racconto eziologico sull'Alpenglühen, il re
viene imprigionato, legato e costretto a danzare davanti al fuoco per intrattenere i suoi avversari; in una delle
versioni del Laurin si narra del re dei nani divenuto giullare di Teodorico.
Anche il nome Laurin potrebbe rimandare ad un'origine ladina dell'opera. Potrebbe essere collegato al
toponimo Laurein (un paese della Val di Non a circa 30 chilometri da Bolzano). Il poeta avrebbe, così,
riferito questo nome - che probabilmente era collegato alla radice law- e significava terra di pietra - alla
figura del re di Nyés che, per mezzo di un incantesimo, aveva trasformato il roseto in un deserto di pietra.
Non tutti gli studiosi concordano con l'ipotesi che queste leggende stanno alla base del nostro poema
teodericiano. Secondo questi studiosi, bisognerebbe limitarsi a rilevare le analogie tra il poema e i racconti
tradizionali senza pretendere di stabilire alcun legame di priorità.
[Ulteriore leggenda (dalla pagina web di Bolzano)
Una delle più suggestive leggende delle Dolomiti, spiega perché queste montagne, al tramonto si
tingono di rosa.
Secondo questa leggenda, sul Catinaccio, laddove oggi si intravede fino a primavera inoltrata una
grande chiazza di neve racchiusa in una sorta di catino, si adagiava una volta il giardino di rose di Re
Laurino. Ecco perché in tedesco il catinaccio si chiama Rosengarten, cioè Giardino delle Rose
appunto. Re Laurino regnava su un popolo di nani che scavava nelle viscere della montagna alla
ricerca di cristalli, argento ed oro e possedeva altresì due armi magiche: una cintura che gli forniva una
forza pari a quella di 12 uomini ed una cappa che lo rendeva invisibile.
Un giorno il re dell'Adige decise di maritare la bellissima figlia Similde e per questo motivo invitò
tutti i nobili del circondario ad una gita di maggio, tutti tranne Re Laurino. Questi decise allora di
partecipare comunque, ma come ospite invisibile del torneo cavalleresco ebbe modo di vedere
Similde, colpito dalla sua stupenda figura, se ne innamorò all'istante, la caricò in groppa al suo cavallo
e fuggì. I combattenti si lanciarono subito all'inseguimento schierandosi in breve davanti al Giardino
delle Rose. Re Laurino allora indossò la cintura, che gli dava la forza di dodici uomini e si gettò nella
lotta. Quando si rese conto che nonostante tutto stava per soccombere, indossò la cappa e si mise a
saltellare qua e là nel giardino, convinto di non essere visto. Ma i cavalieri riuscirono ad individuarlo
osservando il movimento delle rose sotto le quali Laurino cercava di nascondersi (troviamo questo
elemento anche in una ballata danese dove lldebrando consiglia a Teodorico di guaradare l’erba per
trovare Laurin). Lo afferrarono, tagliarono la cintura magica e lo imprigionarono.
Laurino irritato per il destino avverso, si girò verso il Rosengarten, che lo aveva tradito e gli lanciò una
maledizione: né di giorno, né di notte alcun occhio umano avrebbe potuto più ammirarlo. Laurino però
dimenticò il tramonto e così da allora accade che il Catinaccio, sia al tramonto sia all'alba, si colori
come un giardino di ineguagliabile bellezza.]
Versione della ballata danese prima in singoli dettagli poi si cerca di sintetizzare; versione in cieco; altre
elaborazioni più tarde; elaborazione per bambini; raffigurazioni pittoriche soprattutto in Tirolo che risalgono
circa al 1400, oggi sono stati spostati a Innsbruck. Questi testi hanno un discreto successo che fra il XII e
XVII sec continuano ad essere trasmessi. A partire dal XV sec vengono anche elaborati per rappresentazioni
teatrali.
(passo in cui a Teodorico esce fumo dal naso perché era tanto arrabbiato  associato a qualcosa di
demoniaco. Nel Sigenot si dice che sputa fuoco. Perché da una parte si vuole condannare Teodorico)

La tradizione della fine di Teoderico


Un certo numero dei testi che narrano la fine dell'eroe rivelano i tentativi compiuti da parte di cerchie
ecclesiastiche di condannare il re goto che, in quanto di fede ariana, dalla chiesa cattolica veniva considerato
eretico ad es.:
- nei Dialoghi di Gregorio Magno si narra come il re degli Ostrogoti venga buttato dagli spiriti del senatore
Simmaco e del papa Giovanni I nel cratere di un vulcano;
- nella Thiðreks saga il re Thiðrek sta facendo il bagno quando vede passare un cervo. Spinto dal desiderio di
abbatterlo, il re si dà alla caccia dell'animale; monta su un destriero nero, nel quale egli troppo tardi
riconosce il diavolo, che lo conduce via per sempre.
Questi due esempi rappresentano le due versioni più diffuse della materia.
La "condanna" di Teoderico da parte della chiesa cattolica non ebbe successo duraturo nei testi letterari
medievali:
- nella Thiðdreks saga il racconto della fine dell'eroe finisce con l'assicurazione del narratore che
Teoderico avrebbe avuto l'aiuto di Dio e della vergine Maria;
- nel Wunderer Teoderico non viene portato all'inferno, ma in un deserto dove dovrà combattere draghi
fino al giudizio universale;
- nel componimento tedesco Der Wartburgkrieg (II metà del XIII sec.) Teoderico, seguendo un consiglio
del nano Laurin, finge solo di precipitare nel vulcano, dopodiché continua a vivere per mille anni;
- nello Heldenbuch (compilazione in prosa tedesca della II metà del XV sec. che offre una visione
panoramica dei personaggi e avvenimenti più importanti della letteratura eroica tedesca), Teoderico so-
pravvive quale unico eroe alla fine dell'epoca eroica; secondo questa testimonianza non si sa se è ancora
in vita: "weizt nieman, wa er kumen ist, obe er noch in leben oder dot sey".

ICONOGRAFIA TEODERICIANA
1. Moneta d'oro con un ritratto di Teoderico. Teoderico è rappresentato con baffi e cappelli lunghi riccioli
(tipici germanici), in armatura e mantello. Nella sinistra tiene un bastone con una raffigurazione della
vittoria. La moneta è stata ritrovata nel mar adriatico, nei pressi di Semigallia e viene conservata oggi a
Roma, nel Museo Nazionale.
2. Anello con ametista. L'ametista contiene un ritratto di Teoderico, con baffi e cappelli riccioli come sulla
moneta d'oro.
3. Testimonianze per l'esistenza di statue equestri di Teoderico a Costantinopoli, Verona e Ravenna (le
statue stesse non sono pervenute).
4. Attestazioni per mosaici che rappresentano Teoderico per Ravenna (nelle chiese di S. Apollinare nuovo e
S. Vitale e nel Palazzo Reale), Napoli e Pavia
5. I rilievi al portale di S. Zeno a Verona dell'XI sec.: il primo rappresenta la fine di Teoderico che viene
portato da un destriero nero (= il diavolo) all'inferno, il secondo il duello leggendario fra Teoderico e il
re longobardo Alboino per la supremazia sulla città di Verona.
6. Una rappresentazione della cavalcata di Teoderico all'inferno alle mura esterne del castello Hoheneppan
in Alto Adige, risalente alla seconda metà del XII sec. (? Viene interpretato anche come
rappresentazione della leggenda di S. Osvaldo)
7. Il rilievo nell'abbazia di Sant'Ilario nei pressi di Galeata, fra Ravenna e Firenze che rappresenta una
leggenda intorno al Teoderico.
8. Gli affreschi del Castello di Runkelstein, nei pressi di Bolzano: in una rappresentazione delle tre spade
migliori del mondo si trova Teoderico con la sua spada leggendaria di nome Sachs.

TRACCE DI LINGUA GERMANICA IN ITALIA


I. La lingua dei Goti
La documentazione scritta in lingua gota proviene nella quasi totalità dall'Italia e risale al periodo della
dominazione ostrogota o a quello immediatamente successivo.
La cura applicata dagli Ostrogoti nella conservazione della scrittura e della tradizione biblica di origini
visigota e inoltre l'utilizzazione amministrativa di elementi della stessa lingua documentata nei Papiri di
Ravenna, dimostra che molto probabilmente anche gli Ostrogoti adottarono la lingua di Wulfila come
proprio lingua scritta.
L'unico accenno diretto alla presenza e alla diffusione del gotico nel mondo tardo-latino è contenuto nel
carme latino "De conviviis barbaris"
Altri elementi della lingua gotica sono conservati nelle fonte latine sia contemporanee che posteriori alla
dominazione ostrogota in Italia: nomi propri goti che sono conservati per lo più in trascrizione latinizzata;
cfr. anche i Papiri di Ravenna che conservano dei nomi sia in forma latinizzata (nel testo latino) sia in forma
gotica (nelle firme dei documenti)
Le tracce della lingua dei Goti nel lessico italiano:
Secondo le ricerche filologiche le parole ostrogotiche conservate nella lingua e nei dialetti italiani non
superano la settantina.
Vengono attribuiti ad un'origine ostrogotico termini del linguaggio comune quali bega (cfr. ata. bâga 'lite,
contesa'), nastro (da un got. *nastila-), arringo-arengo, stecca, grinta, ecc.
Molti termini per i quali si può ipotizzare una provenienza gotica hanno avuto una diffusione più ampia nel
mondo romanzo, per cui si suppone che le voci gotiche siano già state adottate dal latino volgare e siano
quindi penetrate in Italia già prima dell'invasione ostrogotica. Esempi: rocca, elmo, schietto e albergo (da
*hari-bergô 'alloggio dell'esercito', cfr. anche il ted. mod. Herberge, Jugendherberge).
Questi germanismi di origine gotica appartengono tutti al linguaggio quotidiano; mancano termini di ambito
giuridico e amministrativo (forse dovuto al fatto che la lingua ufficiale dell'amministrazione nel regno
ostrogoto in Italia era il latino; eventuali termini di origine gotica caratteristici del linguaggio del diritto e
delle istituzioni germaniche potrebbero anche essere non più riconoscibili come gotici).
Dell'onomastica ostrogota in Italia rimangono tracce anche nei toponimi, cfr. ad es. nomi personali o anche
cognomi del tipo Amalberga o Teoderico.
Di origine ostrogotica sono i toponimi derivati da etnici del tipo Goito (BS), Godio (AL), Sant'Agata dei
Goti (BN).
II. La lingua dei Longobardi
I lessemi di origine longobarda sono rappresentati in un altissimo numero di sfere semantiche; essi
sopravvivono, oltre che nel lessico comune (ad es. in sala), anche nel lessico dei nomi propri:
- nella toponomastica italiana;
- nell'antroponomia familiare italiana.
fonti per lo studio della lingua longobarda in Italia:
- i documenti privati e pubblici dell'età della dominazione longobarda in Italia, scritti in latino ma ricchi di
inserimenti di nomi comuni e di nomi propri longobardi in forma adattata o non;
- numerose glosse presenti nei testi giuridici dei Longobardi in Italia (nell'Editto di Rotari e nelle leggi
degli altri re longobardi, dei duchi di Benevento e poi dei principi della Longobardia minor)
Solo una parte di questo materiale lessicale è poi passato nella lingua italiana: si sono salvati molti dei nomi
comuni e propri e molti dei toponimi ed anche alcuni lessemi che, assunti dal latino della giustizia e
dell'amministrazione, sono poi rifluiti nell'italiano in momenti diversi, soprattutto negli ultimi secoli
Esempi: allodio 'piena proprietà', langravio 'conte di una grande regione', burgravio 'comandante di fortezza',
guidrigildo 'indennità che si deve pagare per l'omicidio di un uomo libero', ordalia 'giudizio di Dio'.
Inoltre ci sono gli etnici del tipo franco, longobardo/lombardo, alemanno…
Alcuni esempi per nomi comuni:
 striscia, strisciare (germ. *strîka, long. *stîhha 'passare la mano su qc., striciare')
 anca (germ. *hanka)
 bara, barella (germ. *bera 'barella')
 federa (< germ. *fedro 'penna')
 gruccia (< germ. krukjô)

L'invadenza dei termini longobardi nei settori lessicali che riguardano la vita pubblica testimonia l'esistenza
di un effettivo bilinguismo, almeno all'interno del linguaggio giuridico e amministrativo.
Antroponomastica
L'antroponimia di tipo longobardo è prevalente su quella indigena; si formano anche nomi ibridi, cioè
composti di due temi onomastici sul modello di quelli germanici: di questi uno - di solito il primo - è però un
elemento di tradizione latino-cristiana ad alta frequenza e l'altro un elemento di tradizione germanica
anch'esso di alta frequenza.
L'eredità longobarda nell'onomastica italiana riguarda in particolare l'onomastica familiare: è altissimo il
numero di cognomi attuali ad ampia diffusione che trae la propria origine da un nome personale di età e
tradizione longobarda, ad es. Capaldo, Cataldo, Grimaldi, Mari, Pertini, Prandi, Risi, Trotta, ecc., inoltre
cognomi del tipo Longobardi, Lombardi, ecc.
Toponomastica
I numerosi nomi di luogo derivanti da termini di origine longobarda sono un indizio sicuro della
dominazione longobarda in Italia.
Non tutti i toponimi nei quali si è individuato una base longobarda risalgono all'Alto Medioevo: molte delle
voci in esser impiegate hanno vissuto a lungo come nomi comuni, continuando dunque ad alimentare la
toponomastica per secoli dopo l'arrivo in Italia dei Longobardi. Non si può escludere che questi luoghi
potessero essere già stati occupati in precedenza da altre stirpi germaniche e che avessero addirittura
denominazioni etimologicamente affini, ma che si siano poi conservati nella forma longobarda.
Raggruppamento secondo categorie che contribuiscono ad illustrare le principali funzioni esplicate dalle
stirpi germaniche man mano che procedevano nell'insediamento e nella appropriazione della penisola
(secondo M.G. Arcamone):
a) organizzazione militare
Garda, Gardone, Gàrdola (BS), Gàrdolo (TR) < germ. *wardo- 'guardia'; Guardistallo (presso Volterra),
Guastalla (RE) < germ. *wardo-stalla 'luogo di guardia', ecc.
b) insediamento abitativo
(Monte) Amiata e Meati derivati dalla forma ampliata di *haima- 'insediamento, villaggio': *haimôdi-
'grosso possesso ereditario' (cfr. ted. mod. Heimat 'patria'), ecc.
c) suddivisione e utilizzazione del territorio
Gualdo, Galdo, Gaudo, Guallo < germ. *walda- 'grande bosco d'altura comprendente anche lande non
coltivate'; Cafaggio, Gaggio, Gaio, Gazzo < *gahagjan- 'riserva di caccia', ecc.
d) la campagna e le acque
Péscia, Pésciole, Péccioli (Toscana, Lazio, Umbria, Campania) < germ. *baki- 'torrente'; Stampéscia <
germ. *staina-baki- 'torrente pietroso'; Gora < germ. * woro- 'punto profondo in un torrente', ecc.
e) antroponimi che diventano toponimi
si tratta di solito di nomi di individui che hanno avuto proprietà nella zona, ad es. Atripalda (AV), Castelfalfi
(PI), Radicondoli (SI), San Martina Siccomario (PV).

Inoltre si incontrano anche suffissi germanici in toponimi, in particolare sono noti derivati con il suffisso
germanico *-walda- > -aldo/-oldo, come in Campaldo o Certaldo (in Toscana), Casaloldo o Buscoldo (in
Lombardia).
I toponimi italiani derivati da prestiti di tradizione longobarda sono assai frequenti entro o nelle immediate
vicinanze di molte delle città italiane diventate centri politici o amministrativi del Regno o dei Ducati
longobardi o di altre circoscrizioni minori.

III. La lingua dei Franchi


Sotto Carlo Magno i suoi successori arrivano in Italia centro-settentrionale molti funzionari franchi, che
sovrintendono all'amministrazione delle finanze e della giustizia e che hanno lasciato tracce linguistiche sul
volgare preitaliano.
Non si sa se essi parlassero ancora il francone, e cioè una lingua germanica, o già il paleofrancese. Dato che
l'Italia, anche quando restò inglobata nel Sacro Romano Impero Germanico dal X al XIII sec., continua a
subire influenze francesi - culturali e commerciali - è talvolta difficile distinguere gli elementi franconi da
quelli francesi. In quel caso è difficile anche decidere se talune forme siano giunte in Italia dalla Francia
oppure se non fossero già presenti in Italia come prestiti precedenti da una delle altre lingue germaniche.
esempi di prestito germanico di origine francone:
 bosco < germ. *busca- 'cespuglio' (cfr. ted. mod. Busch, ingl. mod. bush)
 guanto < germ. *wantu-
 grigio < germ. *grisja-
Sono forse penetrate direttamente dal francese antico e non dal francone parole come buttare, gonfalone e
guadagnare.
Il francone sembra non aver lasciato tracce nella toponomastica italiana.

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