Sei sulla pagina 1di 1

Spiega il fenomeno delle Signorie e le sue caratteristiche, inquadrandolo nel contesto italiano successivo

alla morte di Federico II

Quando nel 1250 Federico II muore, complice la crisi della Chiesa, si cancella definitivamente ogni speranza
di riunire la Penisola sotto un’unica autorità.

La situazione si presenta con l’Italia centrale divisa in piccoli stati governati da famiglie nobili che avevano
assorbito i territori della Chiesa e l’Italia del nord svuotata del potere dagli imperatori di Germania
succeduti agli Svevi.

Finita anche l’epoca d’oro dei comuni divisi in fazioni, dove la lotta politica si basa sulla corruzione, la
violenza e il tradimento, si afferma il potere forte e concentrato in una sola persona; quindi inizia a
svilupparsi in molti Comuni italiani la Signoria, ossia il potere di un uomo che governa in sostituzione dei
consigli comunali: spesso si tratta di un podestà o di un capitano del popolo, al quale viene prolungata la
durata del mandato, finché non viene proclamato signore a vita.

Questi stessi uomini che hanno feudi e reparti armati, impongono la loro volontà, poi rendono ereditaria la
carica e la trasmettono ai propri figli.

Alcune Signorie riescono ad ottenere il riconoscimento dei sovrani del Sacro Romano Impero e il signore
viene chiamato “duca” e la Signoria “Principato”, come per esempio nel caso dei duchi di Savoia e relativo
Principato.

Si può dire che la Signoria italiana ha tre caratteristiche:

a) il potere è nelle mani di un uomo solo anche se la sua posizione è debole perché illegittima in
quanto non consacrata dalla Chiesa;
b) il Signore si appoggia al popolo e ai ceti borghesi, ai quali concede sgravi fiscali e guadagni sulle sue
conquiste territoriali;
c) le guerre determinano la creazione di Stati regionali che se da un lato riducono la divisione
territoriale italiana, poi portano a conflitti tra Signorie.

Potrebbero piacerti anche