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RICHIAMI DI MATEMATICA

La Retta

La retta è una funzione che utilizzeremo molto spesso. Pensate per esempio alla funzione di domanda
lineare o alla funzione di offerta: entrambe sono rappresentate da una retta dal momento che si
ipotizza che vi sia una relazione lineare tra prezzo e quantità.
Consideriamo il piano cartesiano formato dall'asse delle ascisse ) e dall'asse delle
ordinate e prendiamo un punto qualunque su questo piano.
Il punto è definito da una coppia di coordinate che ne specifica la "posizione": il generico punto Z è
perciò identificato dalle coordinate dove misura la distanza dall'origine sull'asse orizzontale e
rappresenta la distanza dall'origine sull'asse verticale.
Notate che tutti i punti appartenenti all'asse delle ordinate hanno un valore di pari a zero e tutti i
punti appartenenti all'asse delle ascisse hanno un valore di pari a zero.

Come si rappresenta la retta?

Per disegnare la retta è necessario trovare almeno due punti che ne soddisfino l'equazione.
È sufficiente sostituire ad diversi valori e calcolare il corrispondente valore di , individuando così
un certo numero di punti che, uniti fra loro, costituiscono la retta.
Per due punti distinti passa una e una sola retta: è sufficiente trovare 2 punti appartenenti alla retta
e unirli.

: Rappresentazione grafica della retta 2x 3

: Rappresentazione grafica della retta 4


Caratteristiche della retta

Nel piano cartesiano, la retta è il luogo dei punti che risolve un’equazione lineare.
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In forma esplicita, l'equazione della retta si esprime come :

Dove:
• y è la variabile dipendente;
• x è la variabile indipendente;
• è l'intercetta. É un numero reale (costante) che indica in quale punto la retta interseca l’asse
delle ordinate: sostituendo il valore 0 alla , otteniamo . Quindi il punto di intersezione tra la
retta e l’asse y avrà coordinate ( ).
• è il coefficiente angolare della retta. É un numero reale (costante) che indica l’inclinazione della
retta rispetto all’asse delle ascisse, cioè indica la pendenza della retta.
È importante notare che lungo una retta, la pendenza è sempre la medesima (costante).
Interpretazione del coefficiente angolare di una retta: la pendenza di una retta indica quanto
cambia la variabile dipendente ( nel nostro esempio) quando la variabile indipendente
aumenta di una unità.

Esempio:
Consideriamo ad esempio la retta e vediamo come varia al variare di :
x y

0 1 -
1 4 4 1
3
1 0
2 7 7 4
3
2 1

Da questo semplice esempio possiamo concludere che:


– la pendenza della retta è data dal coefficiente angolare ed è costante (3)
– la variazione è costante, indipendentemente da quale punto prendiamo come punto di
partenza ed è pari al coefficiente angolare (3).
(Verificate che questo è vero anche ad esempio fra ed
Due casi particolari:
– : la retta ha pendenza nulla ed è rappresentata da , una retta perfettamente orizzontale
– : la retta ha pendenza infinita e l'equazione che la rappresenta è cioè una retta
perfettamente verticale.

La pendenza della retta è di particolare interesse per la sua interpretazione economica. Essa ci indica
quanto varia y a fronte di una variazione unitaria di x.
Immaginate di rappresentare il costo che dovete sostenere per la produzione di un bene tramite una
funzione lineare. Se questo costo è di €3 per ogni unità del bene q, il costo totale (CT) sostenuto è
CT=3q, che è una funzione lineare (retta) dove CT è la variabile dipendente, q è quella indipendente

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La retta si può anche esprimere in forma implicita: 0,con e numeri reali (costanti) e e non
contemporaneamente nulli. In questo caso vale che vale che: e .
e 3 è il coefficiente angolare della retta. Quanto varia il costo totale all’aumentare di una unità della
produzione? La variazione è 3 (provate a verificarlo!) e corrisponde al coefficiente angolare della
retta che rappresenta il costo totale.
Nel caso di funzioni non lineari, la pendenza non è costante e dunque non è indifferente quale punto
stiamo considerando.
Abbiamo perciò bisogno di un altro strumento: la derivata.

La Parabola

La parabola è descritta dall'equazione:



Dove:
a: indica la concavità della parabola.
se a>0: concavità verso l'alto.
se a<0: concavità verso il basso.
se b=0: l'asse di simmetria della parabola coincide con l'asse y.
c: intercetta con l'asse delle ordinate (y).
se c=0: la parabola passa per l'origine.
se c=0 e b=0: il vertice della parabola coincide con l'origine degli assi.

Con y = 0 si trovano i punti d'intersezione della parabola con l'asse x. In questo caso l'equazione ha
due soluzioni che si calcolano come:
√ 4
,
2
Dove: 4 .
Se Δ=0: due soluzioni reali e coincidenti (la parabola è tangente all'asse x).
Se Δ>0: due soluzioni reali e distinte.
Se Δ<0: nessuna soluzione reale (la parabola è tutta al di sopra o al di sotto dell'asse x).

Le coordinate del vertice sono:


4
;
2 4

Esempi:

Rappresentare graficamente le seguenti parabole.

5 2

Le coordinate del vertice sono: ; 2,5 ; 8,25


L'intercetta con l'asse delle ordinate (y) è: 2.
Le intercette con l'asse delle ascisse (x) sono:
5 √25 8 5 √33
,
2 2
√ √
5,37 0,37
3 2 1

Le coordinate del vertice sono:


2 4 12 1 4
; ;
6 12 3 3
L'intercetta con l'asse delle ordinate (y) è: 1.
Le intercette con l'asse delle ascisse (x) sono:
2 √4 12 2 √16
,
6 6
√ √
1
Le Derivate

Rapporto Incrementale

Il rapporto incrementale descrive di quanto varia y dato un incremento finito (discreto) della
variabile x. Più precisamente indica la variazione media della variabile y per ogni variazione unitaria
della variabile x in un dato intervallo della funzione.
La sua definizione analitica è:

Dove:
Δf(x): variazione di y data una variazione di x pari ad h
Δx = h: variazione della variabile dipendente

Rappresentazione grafica:

f(x0)

f(x0+h)

x0 x0+h x

Geometricamente il rapporto incrementale è:


il coefficiente angolare m (pendenza) della funzione f(x) se è lineare;
il coefficiente angolare m (pendenza) del segmento che unisce i valori della funzione f(x0) e
f(x0+h) se la funzione non è lineare.
Derivata Prima

Se la funzione non è lineare la relazione tra le variabili x ed y (la pendenza della funzione) cambia in
ogni suo punto. In questo caso la pendenza della funzione potrà essere calcolata in termini infinitesimi
nell'intorno di ciascun punto di f(x) e cioè considerando una variazione infinitesimale della variabile
x (h→0).
Questa è la definizione di derivata prima.

La derivata prima è la pendenza della tangente al grafico della funzione


in quel punto e ne rappresenta la migliore approssimazione lineare.
La derivata si calcola come limite del rapporto incrementale:
lim

Nel caso in cui la derivata esista in ogni punto del suo dominio, ovvero quando la funzione è
derivabile, si può vedere la derivata come anch'essa una funzione, che associa ad ogni punto proprio
la derivata in quel punto.
La derivata di una funzione si indica con i seguenti simboli:
; ; ; ;

Se la funzione analizzata è a più variabili, cioè con due o più argomenti (z = f(x,y)), la derivata dovrà
essere calcolata per tutti gli argomenti della funzione, prendendo in questo caso il nome di derivata
parziale.
Per il calcolo delle derivate parziali si applicano le usuali regole di derivazione, ma considerando di
volta in volta una sola variabile come indipendente e trattando tutte le altre grandezze della funzione
come delle costanti.

Nello studio di funzione il calcolo delle derivate serve a capire se la funzione è crescente o
decrescente e ad individuare eventuali punti di massimo o di minimo assoluti o relativi o punti di
flesso (punti in cui la funzione cambia la concavità). Questi sono chiamati punti critici.
Infatti:

Dato un intervallo su cui la funzione è derivabile:


se 0 : la funzione è strettamente crescente.
se 0 : la funzione è strettamente decrescente.

Un punto di massimo o minimo è caratterizzato da una retta tangente che è parallela all'asse delle
ascisse (x), la cui pendenza è quindi nulla.

Per individuare i punti stazionari di una funzione è sufficiente


calcolarne la derivata prima e porla uguale a zero:
0
Regole di derivazione

Funzione Derivata ′
′ 0
′ 1

1

√ 1

2√
√ 1


ln 1

e ′ e

Osserviamo che la derivata di una funzione è essa stessa una funzione!


La derivata di una funzione in un punto è, invece, un numero.

Operazione algebriche e derivate

• somma/differenza
′ ′ ′

• prodotto
′ ′ ′

• quoziente

Catena di derivate

Consideriamo la funzione ,dove è una funzione .Vogliamo ora


calcolare la derivata di rispetto ad .
Riscriviamo la funzione come .
Dobbiamo applicare la regola della catena di derivate:

In generale, ′ ′ .
Derivata Seconda

Nel caso in cui la funzione f(x) sia derivabile sarà possibile calcolarne, non solo la derivata prima,
ma anche la derivata seconda, che altro non è che la derivata della derivata prima.

La derivata seconda di una funzione si indica con i seguenti simboli:


; ; ; ;

Nello studio di funzione la derivata seconda è necessaria per studiare la concavità o convessità della
funzione e quindi per caratterizzare i punti critici trovati ponendo la derivata prima uguale a zero.
Infatti:

Dato un intervallo su cui la funzione è derivabile due volte:


se 0 : la funzione è strettamente convessa;
se 0 : la funzione è strettamente concava.

Quindi:

Dato x0 punto critico della funzione f(x), se nell'intorno di x0:


f(x) è strettamente convessa ( 0): x0 è un punto di minimo assoluto o relativo;
f(x) è strettamente concava ( 0): x0 è un punto di massimo assoluto o relativo.

Un punto di flesso è un punto in cui la funzione cambia curvatura. Per trovarli si pone 0e
si studia se cambia la funzione cambia concavità in nel punto.
La condizione che 0 è necessaria ma non sufficiente a garantire l'esistenza di un flesso in
x0, perché la derivata seconda potrebbe non cambiare segno intorno a x0 (questo accade se la funzione
presenta nel punto un contatto "superiore al secondo ordine" con la propria retta tangente).
Per questo motivo si prosegue nell'analisi verificando che la derivata seconda cambi segno.

Un punto di flesso può essere:


flesso orizzontale: la tangente nel punto è orizzontale ( 0);
flesso verticale: la tangente nel punto è verticale ( → ∞);
flesso obliquo: la tangente nel punto non è parallela a nessuno degli assi ( 0).
Esempi:

• funzione crescente

• funzione decrescente

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