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amor"
Author(s): Alfonso Colella
Source: Recercare , 2016, Vol. 28, No. 1/2 (2016), pp. 5-41
Published by: Fondazione Italiana per la Musica Antica (FIMA)
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ì. D'ora in poi la Cuestión de amor verrà indicata in sigla CdA. Inoltre i riferimenti alle singole
pagine verranno segnalati in parentesi quadre. Terrò sottocchio l'edizione critica più recente, quel
la di Françoise Vigier, a tutt'oggi la più completa e più aggiornata sotto l'aspetto storico-filologico.
Françoise vigier, Cuestión de amor (Valence, Diego de Gumiel 1513), Parigi, Publications de la Sor
bonne, 2006. Benedetto Croce segnalava la CdA come fondamentale documento storico-letterario
per tracciare le linee iniziali delle relazioni culturali tra Italia e Spagna in età rinascimentale; cfr.
benedetto croce, Napoli dal 1508 al 1512 (da un antico romanzo spagnolo), «Archivio storico per le
province napoletane», xix, 1894, pp. 140-163. Sotto l'aspetto musicologico queste relazioni emergono
chiaramente nelle monografie di higinio angles, La mùsica espanola desde la Edad Media hasta
nuestros dias, Barcellona, Casa Provincial de la Caridad, 1941; isabel pope - masakata kanazawa,
Musical manuscript Montecassino 871. A Neapolitan repertory of sacred and secular music ofthe late
fifieenth century, Oxford, Clarendon Press, 1978; rosario Consuelo Gonzalo garcia, Notas sobre
la difusion y la composicion de la Question de amor, in Nuncafue pena mayor. Estudios de literatura
espanola en homenaje a Brian Dutton, a c. di Ana Menendez Collera - Victoriano Roncero Lopez,
Cuenca, Ediciones de la Universidad de Castilla-La Mancha, 1996, pp. 305-319.
2. CdA, p. 28 (introduzione).
3. Per quanto riguarda le registrazioni visive di alcune performance di area aragonese cfr. f. Al
berto gallo, Musica nel castello: trovatori, libri, oratori nelle corti italiane dal XIII al XV secolo,
Bologna, Il Mulino, 1992, pp. 95-152; nino pirrotta, Music and cultural tendencies in isth-century
Italy, «Journal of the American Musicology Society», xix/2,1966, pp. 127-161.
4. Si fa qui riferimento ai cosiddetti chansonniers italiani, quelli tramandati nei seguenti codici:
Montecassino 871, Perugia 431 (entrambi compilati negli anni ottanta del Quattrocento e provenienti
da ambienti monastici ); Escoriai IV.a.24 (databile al 1465, anno del matrimonio di Alfonso, duca di
Calabria, con Ippolita Sforza); Mellon Chansonnier 91 (copiato dal compositore fiammingo Johannes
Vincenet, presente a Napoli dal 1469 al 1479). Gianluca D'Agostino e lsabel Pope hanno richiamato
l'attenzione anche sul Cansonero di Giovanni Cantelmo, degli anni Sessanta del Quattrocento, e su
varie sillogi di poesia popolareggiante napoletana contenute nel ms. Riccardiano 2752, probabilmente
nato nell'ambiente culturale che gravita intorno ad Ippolita Sforza; cfr. Gianluca d'agostino, «Più
glie delectano canzone veneciane che francese». Echi di poesia italiana alla corte napoletana di Alfonso
il Magnanimo, «Musica disciplina», xlix, 1995, pp. 47-77: 52; isabel pope, La vihuela y su mùsica en
el ambiente humanlstico, «Nueva revista de filologia hispanica», xv/3-4,1961, pp. 364-376: 370.
5. Per quanto riguarda la complessa questione dell'attribuzione della CdA, si rimanda a vigier,
Cuestión de amor, e in particolare alle parti introduttive della sua edizione critica, dove vengono prese
in rassegna le varie ipotesi che si sono succedute nel tempo. Ad ogni modo la tesi di Croce, Napoli dal
1508 al 1512, passim, che attribuiva a Velazquez de Ävila la paternità dell'opera, pare ancora oggi la più
plausibile. Velazquez si presenta fin da subito come un testimone diretto degli eventi («un gentilhom
bre que se hallo en todo») e ci indica un preciso ambito cronologico (1508-1512) in cui si colloca la sua
cronaca-no vela sentimental. Come ogni cronista e funzionario preposto a mettere per iscritto fatti, lo
scrittore ha il suo gusto, i suoi interessi e le sue competenze di fronte all'evento narrato. Velazquez de
Ävila ci avverte fin da subito che una parte del suo materiale narrativo è frutto di finzione: «Bien es
verdad que el autor por acompanar y dar mâs gracia a la obra, mezcla a lo que fue algo de lo que no
file» [CdA, 132]. Tuttavia l'elemento finzionale riguarda parti esigue della CdA e non compromette
l'intera verosimiglianza e veridicità della narrazione. All'interno di queste parti il narratore affon
ta una questione spinosa, già formulata nei suoi termini generali dalla diatriba filosofico-amorosa
medievale e soprattutto da Giovanni Boccaccio nel Filocolo (1336), opera composta nel periodo del
soggiorno napoletano dell'autore. La questione è riassumibile nei seguenti termini: chi è più infelice ?
Chi ha subito la perdita dell'amata o chi soffre per un amore non corrisposto?
9. Quanto al punto di vista narrativo nella CdA, cfr. alan deyermond, Tradi
vista en laficción sentimental, México, unam, 1993.
10. agostino ziino, Canciones e villancicos nelle fonti musicali italiane, 1400-
proccio repertoriale, in Forme e storia. Scritti di arte medievale e moderna per Fra
di Walter Angelelli - Francesca Pomarici, Roma, Artemide, 2001, pp. 479-504. I
lo studioso elenca quarantuno, tra villancicos e canciones, presenti in fonti itali
che a stampa, e composti su testi in catalano/casigliano o in una lingua ibrida. Tra
è solo uno, il villancico Si tu mi sierres amor che, come chiarirò in seguito, ha un
repertorio poetico-musicale eseguito nella CdA.
11. Sono da segnalare contatti intertestuali molto stretti tra alcuni testi di ca
le composizioni poetiche di Juan Ram Escrivâ de Romani, Rodrigo Dâvalos, Gue
de Badajoz, solo per citare i nomi più rappresentativi, presenti nel Canciónero
1511). Le forti coincidenze lessicali e tematiche tra alcuni passaggi testuali del
zioni poetiche del poeta e alto funzionario (maestre racional) di corte Juan Ram
hanno indotto Carla Perugini ad attribuire la paternità della CdA allo stesso J
Romani; cfr. Carla perugini, Question de Amor, Salamanca, Ediciones Univer
1995 (introduzone).
12. Quanto a Si los pastores hart amores, cfr. Cancionero tradicional, a c. di José Maria Alin
Madrid, Castalia, 1991, «Clàsicos Castalia», n. 190, pp. 174-175. Quanto a No pensé qu' entre pastores,
cfr. La mùsica en la era del descubrimiento. La escitela sevillana, a c. di Taller Ziryab, Sevilla, Junta d
Andalucia, 1990, p. 70. Per quanto riguarda la trascrizione e il commento dei villancicos di Juan V
squez, cfr. Juan Vâsquez, Recopilación de sonetosy villancicos a quatroya cinco (Sevilla, 1560), tra
scripción y estudio por Higinio Anglés, Barcelona, Instituto Espanol de Musicologia, 1946. L'unico
esemplare conosciuto si conserva presso la Biblioteca Nazionale di Madrid (segnatura: R13133-13137
13. Si tratta di una raccolta fino a pochi anni fa nota solo nel circolo dei bibliofili come già o
servava Monino che ne ha curato la prima edizione moderna; cfr. Antonio rodri'guez monino -
Daniel devoto, Cancionero llamado Fior de enamorados (Barcelona, 1562), Oxford, Dolphin Book,
1954;. Antonio rodrîguez monino, La Flor de los enamorados, cancionero bilingue: ensanyo bibli
gràfico (1562-1954), «Estudis romànics», xi, 2006, pp. 33-47. Faccio mie le più recenti ipotesi di R
driguez Monino che emergono da quest'ultimo saggio citato e che datano la prima pubblicazione d
Cancionero in questione al 1533; cfr. rodri'guez monino, La Fior, p. 34.
14. No dexéis, lâgrimas mias [CdA, 159] cantato ed eseguito con liuto da Velàzquez de Avila è
un testo pluri-stratificato, probabilmente con forti radici nella tradizione orale. La versione ufficiale
la più riconoscibile per i musicologi, con incipit Sospiros, no me dexéis è anche quella che compar
all'interno del CMP (Ms. II/1335, c. 236Q, in un manoscritto della Biblioteca de Palacio (Ms. II/157
[1-2]) risalente al 1585 e nel Secondo libro di frottole di Andrea Antico pubblicato nel 1518 (cc. 47v-48r
Tuttavia, le versioni più affini sul piano testuale sono quelle che troviamo nella CdA e nella raccolta
Cancionero llamado Fior de enamorados; cfr. rodri'guez monino - devoto, Cancionero llamad
Fior de enamorados, pp. 100-101. Da un confronto fra i due testi, infatti, emergono differenze minim
2. Le performa
I principali pe
nollet. I medes
prassi esecutiv
testi poetici pr
en la mano can
rispecchia quell
per recitare») f
1508 e il 1516.1
e in quanto pro
sul contesto, lo
Non ci è dato
ro associate ai
trattasse di m
in mente e fos
poetico, una f
e Philippe Can
acquisite (consu
trale in quest'ep
15- BALDASSAR Ca
Sansoni, 1947, 11, p.
zato, del mondo e d
etico-comportament
sce con il canto acc
liare nell'Italia del R
Benché pubblicata ne
o meno gli stessi an
questo modello estet
cento. Cfr. nino PiR
16. Le didascalie ch
musicale, non hann
tono de», studiate d
repertoriare il com
di composizioni mu
Frank A. D'Accone,
1996, pp. 425-486; E
canta al tono de...",
17. Anna maria bus
story offiftheenth-
Press, 2015, pp. 139-
fifieenth Century, i
di pianificazione e p
moderne scienze co
musica: un approcci
strumento a c
poetici. È noto
il suo riconosc
sta, Francesco
del tenore di s
co alla parte ca
Nella CdA abb
(monofonicam
a corde (liuto
a due, l'altro
ga di Torino, s
viene proposto
romanzo, com
eventuali conco
testi poetico-m
po (vedi Inven
Tra i ventidue brani per sola voce e accompagnamento di vihuela compaiono dodici villancicos che
prevedono l'uso di una tecnica mista polifonico-accordale. Per quanto riguarda la figura di Milan,
ci limitiamo a segnalare la monografia di luis gàsser, Luis Milan on sixteenth-century performance
practice, Bloomington-Indianapolis, Indiana University Press, 1996, a tutt'oggi la più completa ed
esauriente su questo musicista.
21. nino PiRROTTA, Li due Orfei. Da Poliziano a Monteverdi, Torino, Einaudi, 1975, p. 26; id.,
Music and cultural tendencies in isth-century Italy, p. 141.
22. In realtà tredici sono i testi poetici (villancicos o canciones) attibuibili a Velàzquez de Ävila
e sette sono attribuibili a Jerónimo Fenollet. Tuttavia non tutti sono intonati. Una parte di questo
repertorio poetico è inserita come rinforzo retorico (pie de letras) nelle lettere che i due performers si
scambiano. Da questo scambio epistolare in prosimetro (la parte in versi è sempre costituita da vil
lancicos e canciones) risulta chiaramente che i due peformers, essendo anche uomini d'arme, vivono
le loro vicissitudini sentimentali secondo i codici della letteratura cortese-cavalleresca, non uscendo
fuori però da un certo concettualismo e un certo linguaggio di maniera.
23. Isabel pope, Musical and metricalform of the villancico, «Annales musicologiques», 11,1954,
pp. 196-199; isabella TOMASSETTi, «Mil cosas tiene el amor». El villancico cortés entre Edad Media y
Renacimiento, Kassel, Reichenberger, 2008.
24. Si tratta di una struttura metrico-poetica che si ripropone circa mezzo secolo dopo la pubbli
cazione della CdA anche in dieci dei cinquantaquattro villancicos (tutti anonimi tranne uno) messi in
Isabella Reques
bile — alimentò
nere che Ferdin
di corte con il
tion), secondo
giudicare dai de
queste avances p
breve analisi d
nulla di sincer
dell'amore trad
nostro insisten
to: dopo averne
come estribillo
(incipit: Si tu m
ne degli ambien
coevo alle vicende narrate nella CdA fu messo in musica in una versione a
quattro voci inclusa nella raccolta a stampa Fioretti di frottole barzellette ca
pitoli strambotti e sonetti libro secondo (Napoli, Giovanni de Caneto, 1519).29
Il compositore che mette in musica il testo di Francesco Ferdinando d'Ava
los è Giovan Tomaso De Maio (Napoli inizi xvi sec. -1563) di cui si conosce
l'attività di organista presso la cappella dell'Annunziata di Napoli dal 1548,
noto ai musicologi soprattutto per aver pubblicato il primo libro di villanelle
alla napoletana a Venezia nel 1546. De Maio è ancora giovane all'epoca della
CdA ma già noto all'interno degli ambienti musicali napoletani.30
Ad incuriosirci è il fatto che questo testo poetico, una sintesi molto effica
ce del topos cortese della donna impietosa e inespugnabile, non venga into
nato e suonato da Jerónimo Fellonet che, oltre ad essere uno degli esecutori
Si tu mi sierres, amor, A a
Mudanzas Copia B
31. L'incipit di Si tu mi sierres amor non compare neppure negli indici della recente monografia
di sabine meine, Die Frottola. Musik, Diskurs und Spiel, an italienischen Höfen, 1500-1530, Turnhout,
Brepols, 2013. Di fatto si tratta dell'unico villancico della raccolta napoletana scritto completamente in
lingua spagnola (castigliano). Gli altri tre (Dios del cielo para che diste, Muchios son che vati perdidos,
Se pena sentis corno siento) o riportano solo un incipit in spagnolo o sono una miscela di spagnolo,
italiano e di vernacolare napoletano. Un numero più cospicuo di villancicos scritti per intero in lin
gua spagnola (nove in tutto) si trova nella raccolta Frottole libro secondo, Venezia, Andrea Antico e
Luca Antonio Giunta, 1520. Vale la pena ricordare che in questo periodo la polifonia profana su testo
spagnolo è una rarità. Cfr. d'agostino, «Più glie delectano canzone veneciane che francese», p. 52. Va
pure registrata la stessa scarsità per un periodo precedente. Per una ricognizione globale fino al 1490
cfr.: David fallows, Songs and musicians in the ffteenth Century, Aldershot, Ashgate, 1996; maria
Carmen gómez muntane, La mùsica laica en el reino de Castilla en tiempos del Condestable Don
Miguel Lucas de Iranzo (1458-1473), «Revista de musicologia», xix, 1996, pp. 25-45.
32. Come nei villancicos musicali di Juan del Encina (Mas vale trocar e Amor con fortuna) ana
lizzati da Bernat Cabero Pueyo alcuni anni fa, si ripropone anche nel contesto napoletano la macanza
di parallelismo, che invece contraddistingue la canción, tra l'organizzazione metrico-poetica e la parte
musicale. Infatti se la reiterazione nel verso de enlace (mas no deves consentir) dell'ultima rima della
mudanza (che luego me verna obrir) fonde in un'unica unità la copia con la vuelta, dall'altra pregiudu
ca la perfetta ripetizione all'interno della vuelta dello schema rimico presente della ripresa/estribillo.
Questa è la specificità che ha indotto gli studiosi a inserire questa tipologia di villancico, all'interno
ottonari della r
vengono riprop
le su tre semif
(mm. 13-14). A
parte (B). I ver
e. La vuelta di
sulla stessa mu
II viilancico inizia in entrambe le sezioni con un elocuzione musicale sil
delle forme asimmetriche. Cfr. bernât cabero pueyo, Villancicos que se cantaron. Consid
analiticas sobre el villancico del siglo XVI, «Armario musical», lui, 1998, pp. 77-93. Per ap
menti sulle forme simmetriche e asimmetriche cfr. Carmen valcârcel rivera, Problemas
de los textos musicados en el Siglo de Oro, in Crìtica textual y anotación filològica en obras d
de Oro, Actas del Seminario Internacional para la edición y anotación de textos del Sig
(Pamplona, aprile 1990), Madrid, Castalia, 1991, pp. 529-553. Per una rassegna delle varie c
zioni metrico-musicali del villancico in questo periodo cfr. pope, Musical and metrical for
villancico.
33. Questa prassi esecutiva risulta anche nello scambio epistolare tra Galeazzo Visconti e Isabella
d'Este. Cfr. Francesco luisi, La musica vocale nel Rinascimento. Studi sulla musica vocale profana in
Italia nei secoli XV e XVI: del cantar a libro... 0 sulla viola, Torino, eri, 1977, p. 149.
34- Vari sono i saggi in cui Nino Pirrotta, con argomenti a volte p
le sue valutazioni sull'umanesimo musicale all'interno del grande a
(orale) della musica. Cfr. pirrotta, Music and cultural tendencies i
Orfei, pp. 6-44; id., Poesia e musica, p. 101. All'interno della music
po l'umanesimo musicale è andato configurandosi sempre più com
musical style). Cfr. pope - kanazawa, Musical manuscript Monteca
y su mùsica; tess knighton, The a cappella heresy in Spain. An inquis
cancionero repertory, «Early music», xx/4,1992, pp. 560-582.
35. La raccolta di Francesco Bossinensis contiene anche un adatt
nico strambotto a quattro voci (Amando e desiando) messo in mus
tore catalano Benedetto Gareth detto il Cariteo, presente alla corte a
scritta la CdA. Tuttavia Benedetto Gareth non viene mai citato dai d
brano preferire il concettismo involuto e i toni lugubri della poesia
Garci Sànchez de Badajoz (1460-1524). Per quanto riguarda il 'lugub
poeta andaluso cfr. paolo cortese, De cardinalatu libri très, Castel
rotta, Music and culture in Italy from the Middle Ages to the Ba
University Press, 1984, pp. 80-112; emilio ros-fàbregas, Badajoz el
joz: identificación de un poeta-mùsico andaluz del Renacimiento, in M
la Edad Media y del Renacimiento, a c. di Virginie Dumanoir, Madr
36. pirrotta, Li due Orfei; Luisi. La musica vocale nel Rinasci
zer, Courtly pastimes. The frottole of Marchetto Cara, Ann Arbor, u
37. Bologna, Biblioteca Universitaria, Ms. 596, H.H.2, cc.iv-2r
the Aragonese court ofNaples, Cambridge, Cambridge University Pr
conserva le car
sono adattate e riassunte in intavolatura.
Fra le due ipotesi ora avanzate non è facile indicare la più plausibile, anche
perché un'analisi più accurata della scrittura musicale di Si tu ni sierres amor
dà conto di un prodotto musicale di eterogenea fattura tecnico-formale e
duplice connotazione culturale. Da una parte ricorrono alcuni elementi di
complessità, che si richiamano a uno stile internazionale di matrice franco
fiamminga, e non permettono di ipotizzare una semplificazione per voce
sola e strumento. Dall'altra notiamo la presenza di alcune tecniche espres
sive facilmente intelligibili e praticabili da musicisti improvvisatori o semi
improvvisatori presenti alla corte napoletana di quel periodo. Gli elementi
di complessità che ostacolerebbero l'ipotesi dell'intonazione con voce sola e
strumento riguardano innazitutto la parte del basso che, pur conservando la
sua funzione di sostegno armonico — specialmente ad inizio di battuta dove
procede quasi esclusivamente per gradi fondamentali —, tende ad assume
re in qualche passaggio figurazioni frenetiche che rendono problematica la
collocazione di tutte le sillabe del testo poetico (Fig. 1: mm. 7-9; Fig. 2: mm.
16-18). Vi è poi da considerare che la parte del canto (superius) risulta talora
inserita nell'ordito contrappuntistico ed è quindi priva di quella autonomia
che, come hanno più volte rimarcato Francesco Luisi e William Prizer, soli
tamente contraddistingue generi molto affini al villancico, come la frottola e
lo strambotto italiano (Fig. 3-4).38
Infine, c'è da notare che la parte dell'alto non assume una semplice funzio
ne di riempitivo — solitamente in questo tipo di repertorio viene aggiunta
post factum — bensì incide sul costrutto armonico contrappuntistico specie
nel corso delle cadenze dove canta una terza sopra il basso, caratterizzando
così la modalità del brano. Ci riesce difficile immaginare che un solo esecu
tore, abituato probabilmente a suonare 'ad orecchio' e a riprodurre pattern
melodico-armonici facilmente memorizzabili, fosse in grado di intonare il
testo poetico in modo intelleggibile e, nello stesso tempo, di riassumere in
MiNAMiNO, Fortuna vincinecta: a song or a duet? «Lute news», iv, 2000, pp. 12-16. Per approfondi
menti sulle tecniche di adattamento e sulle relazioni tra intavolatura e le voci più basse della scrit
tura polifonica cfr. david fallows, isth-Century tablatures for plucked instruments. A summary, a
revision and a suggestion, «Lute Society Journal», xix, 1977, pp. 7-32. Per quanto riguarda le prassi
esecutive su repertorio profano nel Cinquecento, cfr. Howard mayer brown, On the performance
offifteenth Century, «Early music», 1,1973, pp. 3-10; William c. prizer, Performance practices in the
frottola, «Early music», 111/3,1975, pp. 227-35; knighton, The a cappella heresy, pp. 561-81.
38. William c. prizer, The frottola and the unwritten tradition performance-practice in Quat
trocento Italy, «Studi musicali», xv, 1986, pp. 3-37; luisi, La musica vocale nel Rinascimento, passim.
puer
Fig. i
Fig. 2
te sta bier
te sta bier
sr~
Fig- 3
Fig. 4
39- L'esigenza di conservare e valorizzare la tessitura polifonica del repertorio eseguito a corte,
aveva favorito in ambiente spagnolo e italiano, già all'epoca di Alfonso il Magnanimo, la formazione
di duetti voce-strumento. Non era inusuale la presenza di due strumentisti (viola e viella) capaci di
sviluppare una polifonia a tre parti, mentre il cantante intonava il testo poetico. Cfr. gómez mun
tane, Some precursors of the Spanish Iute school, p. 591; higinio angles, La mùsica eri la corte real
de Aragón y de Nàpoles durante el reinado de Alfonso V el Magnanimo, in Scripta musicològica, a. c.
di José Lopez-Calo, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1975, pp. 991, 999; nino pirrotta, New
glimpses of an unwritten tradition, in Words and music: the scholar's view. A medley of problems and
solutions compiled in honor of A. Tillman Merritt, ed. Laurence Berman, Cambridge, Harvard Univer
sity - Department of Music, 1972, pp. 275, 287.
40. Ricorrenti sono le modalità di scrittura e composizione che emulano la prassi improwisa
tiva, specialmente la tecnica del falso bordone. Ciò accade non solo all'interno del repertorio sacro
ma anche in quello profano dei villancicos. Cfr. Giuseppe fiorentino, 'Cantar por uso' and 'cantar
fabordón'. The 'unlearned' tradition of orai polyphony in Renaissance Spain (and beyond), «Early mu
sic», XLiii/i, 2015, pp. 23-35.
41. Carl Dahlhaus, Untersuchungen über die Entstehung der Harmonischen Tonalität, Kassel,
Bärenreiter, 1968, pp. 249-257, cit. da Giuseppina la face bianconi, Gli strambotti del codice estense
a.F.9.9, Firenze, Olschki, 1990, pp. 160-163.
42. pope - kanazawa, Musical manuscript Montecassino 871, p. 80; fallows, isth-century ta
blatures for plucked instruments, pp. 7-32; minamino, Fortuna vincinecta, pp. 12-16. Cfr. anche la
face bianconi, Gli strambotti del codice estense a.F.9.9, p. 162.
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Fig. 5
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Fig. 6
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Fig-7
originaria. Pre
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stile accordale
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quanto piuttos
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basso e quella d
Non è escluso
musica, si sia a
repertorio di in
venir fuori da
e alla scrittura
che potrebbe
(in questo caso
ficative riport
memoria visiva
Ciò che lascia i
University of California Press, 2005, pp. 239-298; carruthers, The Book of memory, p. 5; Michael a.
howe, Introduction to the psychology of memory, New York, Harper & Row, 1983, p. 45.
46. «Estân ya tan determinados en esto que niuguna razón que se les da no les satistace y no irian
en ninguna manera». Cfr. àngel canellas, Fuentes de Zurita: documentos de la alacena del cronista
relativos a los anos 1508-1511, Saragoza, CSIC - Istitución Fernando el Católico, 1969, p. 85.
Woodfield e Hiroy
l'egemonia politica
Alfonso Borgia (p
sandro vi 1492-150
liane, e quindi anc
musicale basato su
mento di vihuela.4
nal de Brujas, Ped
umanistico-musical
manifestazioni mi
minanti della nobil
riassumibili in un
incompatibili con l
In questo contesto
sa cronaca di Velà
zioni di vihuela e l
solitari — dà cont
militare. In un jue
suo gruppo di suon
49. Pedro Luis Borgia de facto risulta essere la massima autorità ecclesiastica della città nap
tana, anche se de iure la più alta sfera ecclesiastica a quel tempo era l'arcivescovo Vincenzo Car
Durante il suo soggiorno napoletano, viene meno a quelli che erano stati i principi ispiratori della s
formazione romana, che era avvenuta sotto la guida culturale dell'umanista Giovan Battista Valenti
Cfr. perugini, Question de Amor, p. 26. Nella Napoli post-aragonese Pedro Luis Borgia è il pern
una fitta rete di relazioni parentali e matrimoniali costituitasi a fini di potere, con una forte p
lenza valenzana. Ne fanno parte le famiglie valenzane che esprimono una parte cospicua della cl
dirigente cittadina: Centelles, Lloriz, Villaragut, Fenollet, Cardona, Villamàrin, Romani. Cfr. Bi
aldimari, Memorie historiche di diverse famiglie nobiliari, così napoletane come forestiere, Napoli
Raillard, 1691.
52. Solo per fare alcuni esempi tratti dalla realtà italiana e spagnola: nella basilica ducale di
Marcoa Venezia il reclutamento avveniva in seguito a prove d'obbligo, una delle quali compor
l'esecuzione di un contrappunto alla mente. Cfr. Rodolfo baroncini, Giovanni Gabrieli, Palerm
L'Epos, 2012, pp. 30-45; in Spagna, in alcune prestigiose cattedrali, come Granada e Toledo, l'ed
zione musicale dei giovani era soggetta ad una rigida disciplina. Cfr. giusppe fiorentino, Con ay
de nuestro senor. Teaching improvised counterpoint in Sixteenth-Century Spain, in Iberian early m
studies 1. New perspectives on early music in Spain, pp. 357-379.
53. Le sfilate di moda alla corte napoletana avevano una funzione centrale e ossessiva. Non s
prende se si considera che a quel tempo Napoli è la capitale della moda e molti personaggi della no
tà valenzana e napoletana vestono in broccateDo, un tessuto diffuso soltanto a Napoli. Quasi la m
deU'intera cronaca è centrata sul mondo del vestiario à la page della nobiltà. Ciascun nobile sfila c
Llevava su capilla
petas bastardas y t
ordinarios se reque
Inoltre,
il cronis
(trompetas basta
deciso in questa
pella — ma l'ipo
tradizione di ist
Carlo v — dobb
cuzioni polifoni
bastardas solitam
camera e una se
solitamente util
non doveva esse
le sia il rapporto
preposta ad into
di fronte ad una
professionali ti
splendore. Inolt
consistenza num
— rispetto al pe
la època de Fernando el Católico, «Nassarre. Revista aragonesa de musicologia», ix/2,1993, pp. 53-93:
66. I dati che invece emergono dalla CdA, e che si riferiscono alle fasi iniziali del governo vicereale
spagnolo, lasciano pensare a una perdita di consistenza numerica della cappella musicale. Qualcosa
di simile succede anche a Ferrara. Dopo il periodo aureo della cappella di Ercole 1 d'Este, dal 1506 il
duca Alfonso 1 ridusse l'organico della cappella da trentuno a venti cantori; dal 1512 al 1520 la cappella
ferrarese potè contare solo su dodici cantori. Per approfondimenti su queste questioni cfr. Camilla
cavicchi, Musici, cantori e cantimbanchi a corte al tempo dell'Orlando furioso, in L'uno e l'altro Ario
sto. In corte e nelle delizie, a c. di Gianni Venturi, Firenze, Olschki, 2011, pp. 263-289: 266; franco pi
perno, Suoni della sovranità, in Cappelle musicali fra corte, stato e Chiesa nell'Italia del Rinascimento.
atti del convegno internazionale (Camaiore, 21-23 ottobre, 2005), a c. di Franco Piperno - Gabriella
Biagi Ravenni - Andrea Chegai, Firenze, Olschki, 2007, pp. 33-36.
56. FABRis, El nacimiento del mito musical de Nópoles, p. 71, nota che la cappella sopravvisse fino
al 1540, quando il viceré Pedro de Toledo la trasferì da palazzo Nuovo al palazzo vicerale.
57. Queste mie valutazioni, che traggono spunto dai lavori di Atlas e Fabris citati alla nota 55,
e paiono trovare appoggio nelle annotazioni sulla cappella musicale napoletana presenti nella CdA,
sembrerebbero in parte contraddette dallo studio di Emilio Ros Fâbregas sugli stemmi nobiliari pre
senti all'interno del codice Chigi C.VIII.234 della Biblioteca Apostolica Vaticana. La presenza di vari
stemmi del Cardona sui margini del testo musicale, apposti dopo il 1514, sarebbero, secondo lo stu
dioso catalano, la prova del sensibile interesse di questa famiglia per la musica e per i suoi valori sim
bolici. Cfr. Emilio ROS-FÂBREGAS, The Cardona and Fernàndez de Cordoba coats of arms in the Chigi
Codex, «Early music history», xx, 2002, pp. 223-258.
nell'organizzazi
me al viceré e al
Se da una parte
poeti musicisti
fatto che alla c
stimate e valor
repertorio dava
invece erano sol
Le loro perform
tre, non ci risu
improvvisatore
all'epoca della C
Aquilano (1466
serie di liutisti
fin dal 1424 Al
peraltro con ot
tarra, Pedro Al
(fieles ministrer
Probabilmente
deve all'eccessiv
el Mùsico y Garci Sânchez de Badajoz, p. 65, sostiene che, per quanto riguarda la «unwritten musical
tradition», Badajos è da porre allo stesso livello di importanza di Pietrobono dal Chitarrino.
66. L'Egloga di Torino è stata studiata a fondo da Joan Oleza Simo e Teresa Ferrer Valls, che han
no intravisto in questo episodio forme embrionali del dramma pastorale che troverà espressione con
il Rinascimento maturo. Cfr. joan oleza simó, La tradición pastoril y la practica escénica cortesana
en Valencia (I). El universo de la ègloga, in Teatro y prâcticas escénicas. El Quinientos valenciano, ed.
È noto che il ge
dellefeste organ
(1448-1495) avev
Boninsegni e dal
che dalla capitale
derico d'Aragon
generi come la F
della propaganda
che già preludev
h tuttavia impo
lancios polifonic
quanto riferisce
nano, in stile re
ricongiungersi i
cuzione avvenga
Quattrocento si
tratta delle stesse tecniche esecutive che ritroviamo in alcuni villancicos con
tenuti nel Cancionero de Uppsala (Venezia, 1556) che viene pubblicato più di
quaranta anni dopo gli eventi narrati nella CdA.74 Non è quindi fuori luogo
ipotizzare che la raccolta veneziana riassuma in forma di musica notata una
parte delle tecniche esecutive già diffuse in area napoletana ad inizio secolo.75
71. Enrico carrara, La poesia pastorale, Milano, Vallardi, 1909, pp. 170-180,187, 202; Antonio
Gargano, La ègloga en Nâpoles entre Sannazaro y Garcilaso, in La ègloga. VI encuentro internacional
sobre poesia del Siglo de Oro, a.c. di Begona Lopez Bueno, Sevilla, Universidad de Sevilla, 2002, pp.
57-76.
72. E' obbligatorio il riferiemento a due farse pro-aragonesi di Jacopo Sannazaro: La Presa
di Granata (1492), Il Trionfo della Fama (1492). Cfr. nocilli, Coreografare l'identità, pp. 144-154;
marzia Pieri, Dalla lirica alla festa: il caso dell'egloga nella Napoli aragonese, in Origini del dramma
pastorale in Europa, Roma, Union Printing, 1985, pp. 86-87; Nicola de blasi, Intrattenimento let
terario e generi conviviali (farsa, intramesa, gliommero) nella Napoli aragonese, in Passare il tempo.
La letteratura del gioco e dell'intrattenimento dal XII al XVI secolo, Roma, Salerno, 1993, pp. 129-159;
La tradición pastoni y la prâctica escénica cortesana en Valencia (I). El universo de la ègloga, ed. Joan
Oleza Simo, Valencia, Institución Alfons el Magnànim, 1984, pp. 217-218.
73. Il testo del villancico a tre voci Nunca yo pensé que amor ha delle affinità testuali con un vil
lancico presente nel Cancionero de Galanes (1520). Cfr. CdA p. 264, n.i.
74. Si fa riferimento in particolare ai villancicos n. 3, 4 e 20. Cfr. pope, El villancico polifonico,
PP- 34-35
75. Per tutta la questione relativa all'area di origine dei villancicos contenuti nel Cancionero de
Uppsala cfr. mitjana, Cincuenta y cuatro canciones espanolas del siglo XVI; emilio ros-fàbregas,
Como leer, cantar o grabar El Cancionero de Uppsala (i556):^De principio a fin?, «Revista de musi
cologia», xxxv/2, 2012, pp. 43-68; JOSÉ ROM eu FiGUERAS, Mateo Flecha el Viejo, la corte literario
musical del duque de Calabria y el Cancionero llamado de Upsala, «Anuario musical», xm, 1958, pp.
25-101; Maricarmen gómez muntané, El cancionero de Uppsala, Ontinyent, Institut Valencià de la
Musica, 2003.
inoltre presenta
malsicuro dal pun
La tendenza ad in
comune a molti b
ino.78 Lo studios
essere eseguiti tal
za del solo incipit
chos son que van
in italiano la sezi
giocare con lo spa
che mette in rapp
rarese di Lucrezia
certo «Sanazar spa
è molto suggestiv
zione orale.
A mio avviso, tuttavia, esiste una ragione ben più pratica di questo scim
miottare la lingua spagnola e stropicciarne la sintassi fino a creare effetti
parodistici, qualora si consideri che pochi a quel tempo conoscevano lo spa
gnolo letterario. Certamente, parte della nobiltà napoletana era in grado di
scrivere testi poetici in spagnolo.80 Inoltre non è da escludere che in questo
periodo vi fossero persone colte a Napoli che non solo parlavano lo spagno
lo, ma conoscevano anche una serie di copias a memoria, come il personag
gio Marcio nel Diàlogo de la lengua (1533) di Juan de Valdés. Si tratta pur
sempre di casi isolati, dal momento che, normalmente, gli italiani avevano
7. Conclusioni
L'immagine più suggestiva che evoca la lettura della Cuestión de amor è quel
la di un flusso migratorio sull'asse Valencia-Napoli scandito da riti ed eti
chette nobiliari. Molti aristocratici che si spostano su questo asse praticano
la guerra, la politica, la diplomazia, e cantano e suonano per pratica et natu
ralitae — per usare una efficace espressione del poligrafo veneziano Andrea
Calmo — come Velàzquez de Avila e Jerónimo Fenollet. Una minoranza, già
nota agli studiosi di musica aragonese, fa parte invece di una élite musicale
di compositori ed
e al servizio dei r
Attraverso l'ana
abbiamo cercato
tra questi due mo
musicale. Un aspe
— che fino ad alc
e culturale, semb
mune riferirsi ad
definire e quindi
(o estemporanea)
composizione mus
La lettura della C
condizionamenti
alla pratica music
della cronaca-nov
pagine di potere,
dellatradizione m
forme simulate,
Al ogni modo, la
spagnolo conferis
guiti nella Cuestió
di un piccolo ma
Vi sono tuttavia
che limitano e cir
I poeti spagnoli c
sta specifica form
manesimo napolet
ApPENDICE
AppendiceINVENTARIO
Inventario DEI
deiVILLANCICOS
villancicos
Strutture metriche
Cueston de amor
Cuestón
*Velâzquez
* Velazquez de
de Avila
Avila dexeis, lâgrimas
No dexéis, lagrimas mi'as/
mias/ villancico
abb
dar descant^o
(de dar descanço a mis ojos/puescddccbb
mis ojos/pues
lo days a mis enojos)
Velazquez de Avila
Velâzquez Pues que ya tornâis,
tornais, salud villancico
abb
cddccbb
Velazquez de Avila
Velâzquez lugar sin
Di, lugar sin alegria
alegna Villancico
abb
cddccbb
Sigle DELLE
SlGLE delle fonti citate
EONTI CITATE
Manoscritte
CMP = Madrid,
Madrid, Biblioteca
Bibiioteca del
del Palacio,
Palacio, Ms.
Ms. 1335
1335 (Cancionero
(Cancionero de dePalacio).
Palacio).
MP7 = Madrid,
Madrid, Biblioteca
Bibiioteca del
del Palacio
Palacio Real,
Real, Ms.
Ms. II/1579
II/1579 (2)
(2) [1580],
[1580],conosciuto
conosciutocome
comeCartapacio
Cartapaciodel
delSenor
SenorPedro
Pedro
Hernandez de Padilla criado de Celia.
Hernândez
Stampe
Arn y Luc/1491 = Diego de San Pedro, Tratado de amores de Arnalte y Lucenda y Sermón(i49i),
Sermon(i49i), i Obras complétas,
completas,
I, ed. Keith Whinnom, Madrid, Castalia, 1973, «Clâsicos
«Clasicos Castalia», n. 54
CanGal/1520 = Cancionero de Galanes, in Cancionero Tradicional, ed. José
Jose Maria Alin, Madrid, Castalia, 1991,
«Clâsicos Castalia#,
«Clasicos Castalia», n. 190.
190.
Recercare xxviii/1-2
xxvm/1-2 2016
«CUESTIÓN DE AmOR»
ESEGUITI NELLA «CUESTION AMOR»
CONCORDANZE
Concordanze TESTUALI
testuali Annotazioni e dida
SCALICO-ESECUTIVE
(Juan de Tapia) 11.843 pp. 90-91 EncCan. pp. 71-74 me quedo cantando este
(nessuna variante villancico
nell'estribillo
alcune varianti all'interno
delle 4 copias)
coplas)
CanGal/1520, n.
CanGal/i520, n. 180
180 p.
p. cantan los très
tres pastores
174-175
(solo coincidenze
tematiche)
Vazquez/1560, p. 153
a due voci
Stuniga)
n.232 (Guevara) asi acordandose comenzó
comenzo
a cantar este villancico
CG/1511 = Cancionero General de Hernando de Castillo (Valencia, 1511; Toledo 1527; Siviglia 1540; Antwerp 1547),
ed. Sociedad de Bibliófilos
Bibliofilos Espanoles, Madrid 1882
EncCan/1496 = Juan del Encina, Poesia lirica y cancionero musical, ed. R. O. Jones e Carolyn, R. Lee, Madrid,
Castalia, 1979, «Clâsicos
«Clasicos Castalia» n. 62.
FdE/1562 = Juan de Linares, Cancionero Llamado Fior Flor de Enamorados (Barcelona 1562), ed. Antonio Rodriguez
Monino e Daniel Devoto, The Dolphin Book, Oxford, 1954
AnII/1518 = Frottole. Libro Secondo, Roma, Andrea Antico 1518 (1520)
FiorII/1519 = Fioretti di frottole barzellette capitoli strambotti e sonetti libro secondo, Napoli, Giovanni Antonio
de Caneto, 1519
Vazquez/1560 = J. Vâzquez,
Vazquez, Recopilación
Recopilacion de Sonetos y Villancicos a quatro y a cinco (Sevilla 1560), trascrizione e
Anglés, CSIC, Instituto Espafiol
introduzione di H. Angles, Espanol de
de Musicologia,
Musicologia, Barcelona,
Barcelona, 1946.
1946.
Si tu mi s
J. Toma
Superius
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