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DELLA TRANSNAZIONALITÀ
LEGGE 16 marzo 2006 n.146 (in Suppl. ordinario n. 91 alla Gazz.Uff., 11 aprile, n. 85). - Ratifica
ed esecuzione della Convenzione e dei Protocolli delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato
transnazionale, adottati dall'Assemblea generale il 15 novembre 2000 ed il 31 maggio 2001 (1) .
(1) A norma del Comunicato 20 gennaio 2007, essendosi verificate le condizioni di cui all'articolo
17, comma 2 della Convenzione e 18, comma 2, del Protocollo, l'Atto internazionale di cui alla
presente legge è entrato in vigore sul piano internazionale in data 1° settembre 2006.
ARTICOLO N.3
Definizione di reato transnazionale
Art. 3.
1. Ai fini della presente legge si considera reato transnazionale il reato punito con la pena della
reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni, qualora sia coinvolto un gruppo criminale
organizzato, nonché:
a) sia commesso in più di uno Stato;
b) ovvero sia commesso in uno Stato, ma una parte sostanziale della sua preparazione,
pianificazione, direzione o controllo avvenga in un altro Stato;
c) ovvero sia commesso in uno Stato, ma in esso sia implicato un gruppo criminale organizzato
impegnato in attività criminali in più di uno Stato;
d) ovvero sia commesso in uno Stato ma abbia effetti sostanziali in un altro Stato.
ARTICOLO N.4
Circostanza aggravante
Art. 4.
1. Per i reati puniti con la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni nella
commissione dei quali abbia dato il suo contributo un gruppo criminale organizzato impegnato in
attività criminali in più di uno Stato la pena è aumentata da un terzo alla metà.
2. Si applica altresì il comma 2 dell'articolo 7 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito,
con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, e successive modificazioni.
DECRETO-LEGGE 13 maggio 1991, n. 152 (in Gazz. Uff., 13 maggio, n. 110). - Decreto
convertito con modificazioni in legge 12 luglio 1991, n. 203 (in Gazz. Uff., 12 luglio 1991, n. 162).
- Provvedimenti urgenti in tema di lotta alla criminalità organizzata e di trasparenza e buon
andamento dell'attività amministrativa.
CAPO III
1
CIRCOSTANZE AGGRAVANTI E ATTENUANTI PER REATI COMMESSI DA PERSONE
SOTTOPOSTE A MISURE DI PREVENZIONE O PER REATI CONNESSI AD ATTIVITA'
MAFIOSE
ARTICOLO N.7
Art. 7.
1. Per i delitti punibili con pena diversa dall'ergastolo commessi avvalendosi delle condizioni
previste dall'art. 416- bis del codice penale ovvero al fine di agevolare l'attività delle associazioni
previste dallo stesso articolo, la pena è aumentata da un terzo alla metà.
2. Le circostanze attenuanti, diverse da quelle previste dagli articoli 98 e 114 del codice penale,
concorrenti con l'aggravante di cui al comma 1 non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti
rispetto a questa e le diminuzioni di pena si operano sulla quantità di pena risultante dall'aumento
conseguente alla predetta aggravante (1).
(1) Comma modificato dall'articolo 5, comma 1, della legge 14 febbraio 2003, n. 34.
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n. 47217
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16 marzo 2006, n. 146, art. 4, sia compatibile con il reato di associazione per delinquere o sia
applicabile ai soli reati - fine" (p. 6/7 punto 2);
- quando presentano i termini del contrasto che ha condotto alla rimessione del processo, le Sezioni
Unite danno conto di un orientamento che afferma poter l'aggravante accedere ai soli reati
costituenti la diretta manifestazione dell'attività del gruppo (c.d. reati - fine dell'associazione)
ovvero di quelli ai quali il gruppo abbia prestato un contributo causale; e di un secondo che è nel
senso di ritenere invece applicabile l'aggravante anche al reato associativo (p. 7 punto 4);
- valutando il significato del parametro "riferibilità", le Sezioni Unite indicano anche il contributo
alla commissione del reato offerto da uno o più adepti del gruppo organizzato, anche in
adempimento del programma criminale dello stesso sodalizio (p. 11);
- argomentando il significato della locuzione "dare il contributo" si indica il prestare un apporto
causalmente rilevante, in chiave di causalità materiale, nel senso che la commissione di un qualsiasi
reato in ambito nazionale, purchè punito con la reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni,
deve essere determinata, od anche solo agevolata, in tutto od in parte, dall'apporto deterministico -
quale esso sia - di un gruppo criminale organizzato transnazionale (p. 13 punto 7.4);
- (espressamente) si afferma "Alla stregua dei dati normativi e delle linee ispiratrici della
Convenzione non è dato, infatti, ravvisare ragione alcuna perchè la particolare aggravante possa
applicarsi ai soli reati-fine e non anche al reato associativo, che costituisce il mezzo per la relativa
consumazione" (p. 14, punto 7.6);
- ancora: "quel che occorre, ai fini dell'operatività dell'aggravante, è che alla commissione del reato
oggetto di aggravamento abbia dato il suo contributo un gruppo dedito ad attività criminali a livello
internazionale" (p. 17, punto 7.8);
- ed infine: "dei reati - fine rispondono soltanto coloro che materialmente o moralmente hanno dato
un effettivo contributo, causalmente rilevante, volontario e consapevole all'attuazione della singola
condotta criminosa, alla stregua dei comuni principi in tema di concorso di persone nel reato..." (p.
18);
- viene evidenziata considerazione (prospettata in termini di autonoma decisività) della disciplina
dell'art. 61 c.p., secondo cui le circostanze positivamente previste aggravano il reato quando non ne
sono elementi costitutivi (p. 16);
- i motivi sulla contestazione dell'aggravante ex art. 4 per i reati - satelliti di bancarotta fraudolenta
impropria e tributari (punti 8.3 e 8.4 p. 20) vengono rigettati.
4.4 E' vero che, come ricordato, nel caso di cui le Sezioni Unite si sono occupate, il ricorso è stato
rigettato anche in relazione al reato associativo, essendosi giudicato essere stata motivata la non
sovrapposizione gruppo/associazione.
Ma considerando unitariamente i dati appena esposti, pare innanzitutto doversi senz'altro escludere
che le Sezioni Unite abbiano in tale contesto affermato un espresso principio di diritto, secondo il
quale quando il reato associativo è pure transnazionale (sicchè vi è
sovrapposizione/immedesimazione tra gruppo criminale organizzato e associazione a delinquere)
anche i reati-fine consumati da alcuni dei partecipi non tollerano, per incompatibilità sistematica,
l'aggravante L. n. 146 del 2006, ex art. 4.
Per contro: il quesito di diritto concretamente individuato (che, come efficacemente osservato dalla
Corte d'appello, in concreto presuppone una generale applicazione dell'aggravante, in ogni caso, ai
reati - fine, quando caratterizzati dal "contributo" del gruppo organizzato/associazione);
l'indicazione di un contrasto giurisprudenziale che è solo afferente il reato associativo e non i reati-
fine; l'insistenza nell'evidenziare le caratteristiche di autonomia dei reati - fine, pur congrui al
disegno associativo, anche quando consumati da alcuni dei partecipi all'associazione, rispetto al
reato associativo; la non ostatività dell'art. 61 c.p., nel caso dei reati - satellite (giacchè la
circostanza non potrebbe mai essere considerata elemento costitutivo del reato - fine diverso dal
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reato associativo); la complessiva struttura del ragionamento logico - giuridico (che in definitiva
muove dalla considerazione che l'aggravante si applica a tutti i reati che abbiano le caratteristiche
indicate dalla norma e dall'assenza di motivi per sottrarre il reato associativo in sè a tale regola
generale, per giungere all'individuazione del solo caso in cui tale sottrazione deve avvenire - la
sovrapposizione tra gruppo organizzato criminale transnazionale e associazione a delinquere -):
sono tutti momenti del percorso argomentativo che paiono univocamente convergere
all'affermazione, implicita ma inevitabile, di un opposto principio di diritto. Principio che del resto
si manifesta conforme e coerente con: la lettera della norma, la sua ragione (efficacemente ricordata
dalle Sezioni Unite: p. 9 e 10), la natura di sostanziale eccezione a una diversa regola generale che
(nella motivazione delle Sezioni Unite) caratterizza la sottrazione del reato associativo alla
compatibilità con l'aggravante speciale (nel solo caso in cui gruppo organizzativo criminale
transnazionale e associazione per delinquere coincidano).
Si osservi che, con valenza sistematica significativamente convergente, proprio il caso oggi a
giudizio richiama l'attenzione su una conseguenza obiettivamente paradossale cui condurrebbe il
principio dell'incompatibilità dell'aggravante della transnazionalità con i reati - fine consumati nel
contesto programmatico, o con l'apporto, di un gruppo organizzativo criminale transnazionale che
sia anche associazione per delinquere.
La evidenzia la posizione della ricorrente M.: risponde di un reato - fine, comunque di un reato
consumato con l'apporto del gruppo/associazione, ma non è partecipe di tale gruppo/associazione
(essendo stata assolta dal pertinente reato).
La Corte bresciana, rispondendo al motivo sull'aggravante speciale devolutole dalla difesa, ha
puntualmente osservato che comunque questa imputata, estranea al reato associativo, dovrebbe
rispondere dell'ipotesi aggravata, perchè nei suoi confronti non sussisterebbe alcuna
sovrapposizione/immedesimazione dei fenomeni criminali.
Il paradosso evidente, che quindi sorge quando si consideri la sorte del concorrente (non associato)
nel reato-fine, o nel reato consumato con l'apporto del gruppo/associazione, o a beneficio di questo,
è nell'insostenibilità sistematica delle due alternative possibili: o di fatto mutare la natura di
un'aggravante oggettiva in soggettiva (quindi configurabile solo a carico di alcuni dei concorrenti in
ragione del loro rapporto personale con il gruppo/associazione); o estendere al concorrente non
associato la "copertura" che la sovrapposizione/immedesimazione, in ipotesi, offrirebbe, anche per
tali reati, al solo associato.
Si tratta in realtà di un paradosso che viene a confermare la coerenza sistematica della sola
interpretazione secondo cui la circostanza aggravante L. n. 146 del 2006, ex art. 4, si applica
anche ai reati-fine consumati, integralmente o in parte, da appartenenti ad associazione per
delinquere che si immedesimi nel gruppo organizzato criminale transnazionale.
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strutturale, seppure in forma minima od elementare, tendenzialmente stabile e permanente, una
precisa ripartizione di ruoli e la pianificazione di una serie indeterminata di reati).
Note a sentenza (3)
L'APPLICABILITÀ DELL'AGGRAVANTE DEL REATO TRANSNAZIONALE AI DELITTI
ASSOCIATIVI (La Greca Luisa)
L'AGGRAVANTE DI CUI ALL'ART. 4 DELLA LEGGE N. 146 DEL 2006 (DI RATIFICA
DELLA CONVENZIONE DELLE NAZIONI UNITE CONTRO IL CRIMINE ORGANIZZATO
TRANSNAZIONALE) - SUA COMPATIBILITÀ CON I DELITTI ASSOCIATIVI - The
aggravating of trans-nationality, according to the Law 146/2006, and its compatibility with
conspiracy. (Cappello Gabriella)
L'AGGRAVANTE DELLA TRANSNAZIONALITÀ AL VAGLIO DELLE SEZIONI UNITE: LA
CIRCOSTANZA SI APPLICA ANCHE AI REATI ASSOCIATIVI - The transnationality
aggravating circumstance under review: joined Chambers of the Italian Supreme Court consider it
applicable to criminal-association-type offences (Cavallone Giulia)
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l'aggravante ad effetto speciale ex art. 4 esige, oltre all'elemento della previsione di una determinata
pena edittale, che alla commissione del reato abbia fornito il suo contributo un gruppo criminale
organizzato impegnato in attività delinquenziali in diversi Stati, laddove la condizione sub c) di cui
all'art. 3 prevede, con differenziazione terminologica verosimilmente non casuale, la semplice
implicazione di un gruppo con le stesse caratteristiche (Cass. n. 26596/14). Va inoltre precisato,
come rammenta anche la pronuncia in commento, che il gruppo criminale organizzato, cui fanno
riferimento sia l'art. 3 che l'art. 4 l. n. 146/2006, è configurabile, secondo le indicazioni contenute
nell'art. 2, punti a) e c) della Convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato del 15
novembre 2000 (c.d. Convenzione di Palermo), in presenza dei seguenti elementi: a) stabilità di
rapporti fra gli adepti; b) minimo di organizzazione senza formale definizione di ruoli; c) non
occasionalità o estemporaneità della stessa; d) costituzione in vista anche di un solo reato e per il
conseguimento di un vantaggio finanziario o di altro vantaggio materiale.
Associazione per delinquere, delitto transnazionale e aggravante ex art. 4. Chiariti gli aspetti
distintivi tra la qualifica del delitto transnazionale di cui all'art. 3 e la circostanza aggravante di cui
all'art. 4 l. 146/2006, la sentenza in commento si preoccupa di verificare i rapporti di dette due
figure normative con il delitto associativo di cui all'articolo 416 c.p. Sul punto, occorre prendere le
mosse dalla nota pronuncia delle Sezioni Unite n. 18374/13, secondo cui la speciale aggravante
della transnazionalità, prevista dall'art. 4 l. n. 146/2006, è applicabile al reato associativo,
sempreché il gruppo criminale organizzato transnazionale non coincida con l'associazione a
delinquere. Investita della specifica questione della coincidenza fra associazione per delinquere e
gruppo criminale organizzato, da valutare al fine della sussistenza della contestata aggravante di cui
all'art. 4, gli Ermellini precisano che il concetto di gruppo criminale organizzato, individuato dalla l.
n. 146/2006 si diversifica dall'associazione a delinquere di cui all'art. 416 c.p. (che richiede
un'articolata organizzazione strutturale, seppure in forma minima od elementare, tendenzialmente
stabile e permanente, una precisa ripartizione di ruoli e la pianificazione di una serie indeterminata
reati) perché può trattarsi di un insieme di persone legate da rapporti stabili che abbia costituito
un'organizzazione autonoma e distinta da quella alla quale è riferibile il reato, impegnata in attività
illecite in più di uno Stato, anche minimale e priva di una formale definizione di ruoli, sebbene non
occasionale od estemporanea. Il precipitato di tali principi è che la Cassazione, nel caso in esame,
pur ritenendo sussistente la gravità indiziaria in ordine alla sussistenza del delitto associativo exart.
416 c.p., finisce, con impostazione assolutamente condivisibile, per negare la configurabilità della
circostanza aggravante di cui all'art. 4 l. n. 146/2006, non potendosi ritenere integrata la stessa sulla
base della mera affermazione della esistenza del contributo di un gruppo criminale organizzato
operante in più stati, senza identificarlo e darne contezza in concreto.