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6 Ottobre 2021 Alessandro Manzoni

La vita e le opere
Alessandro Manzoni
Lettera a monsieur Chauvet nel 1820, Manzoni presentava la sua tragedia Il
conte di Carmagnola, in relazione a questa sua tragedia il critico francese
rivolge una recensione negativa in quanto Manzoni era venuto meno alle unità
aristoteliche (spazio, tempo e luogo) e Manzoni si difende da questa critica
rispondendo che nemmeno Shakespeare aveva aderito a questa tradizione e
che questo rispetto avrebbe fatto perdere la verosimiglianza delle opere con la
realtà. Subito dopo Manzoni risponde a monsieur Chauvet in una lettera del
1823 e ci aiuta a capire il suo atteggiamento nei promessi sposi e l’obiettivo
del poeta era quello di rappresentare la realtà, gli argomenti scelti dovevano
essere presentati nella verosimiglianza delle forme nella maniera più oggettiva
possibile, il pericolo è cadere nel falso quindi nel romanzesco ma bisogna
trarre ispirazione dalla realtà storica. La differenza tra storico e poeta sta nel
fatto che lo storico ha come obiettivo lo studio dei documenti e della storia per
presentare gli eventi in ordine cronologico e oggettivo il poeta invece deve
narrare tutti gli elementi tralasciati dallo storico quindi le sensazioni, le
emozioni e i sentimenti. Questo è ciò che Manzoni fa con i Promessi Sposi, in
un contesto storico attendibile inserisce la voce di tutti i personaggi. La lettera
a monsieur Chauvet è un manifesto poetico mentre quella a Cesare d’Azeglio
era una corrispondenza privata tra i due. Viene ricordata come la lettera sul
romanticismo, Cesare d’Azeglio sostiene che il romanticismo non avrebbe
avuto una vita lunga mentre Manzoni argomenta il contrario dividendo la
lettera in due parti: la pars destruens quindi la parte che distrugge e la pars
costruens ossia la parte che costruisce. Queste due parti sono legate al
confronto tra romanticismo e neoclassicismo, il romanticismo ha distrutto tutte
le caratteristiche neoclassiche come il ricorso alla mitologia, mentre ciò che ha
costruito è lo spirito religioso che sanciva un’incompatibilità con il passato.
Manzoni rifiuta le regole, norme ormai superate e non più affini alla sensibilità
umana, rigetta inoltre l’imitazione acritica dei classici e dovevano essere
studiati solo per costruire tematiche da usare nella contemporaneità. Nella
pars construens parla degli aspetti positivi del romanticismo, per argomentare
usa la frase l’arte deve avere l’utile per iscopo, il vero per soggetto e
l’interesse per mezzo. L’arte per iscopo insidia che l’arte deve avere come
scopo la moralità, deve essere educativa quindi avere dei principi validi. Il vero
per soggetto quindi il racconto letterario non può essere disgiunto dalla realtà.
Infine l’interessante per mezzo indica il fatto che l’intellettuale deve costruire le
opere in maniera tale da suscitare l’interesse del lettore.

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6 Ottobre 2021 Alessandro Manzoni

Analisi Dalla lettera a Cesare d’Azeglio “Sul Romanticismo” : “l’utile per iscopo, il vero per soggetto
e l’interesse per mezzo”

Manzoni distingue due momenti di argomentazione una l’arte negativa e una


positiva, non in relazione al romanticismo ma in relazione al rapporto tra il
romanticismo e il neoclassicismo. Il romanticismo distrugge il ricorso alla
mitologia, il rispetto dei canoni e comincia lo studio acritico e asfittico dei
classici. La parte positiva di può racchiudere nella frase l’utile per iscopo, il
vero per soggetto e l’interessante per mezzo. In questa frase sono inoltre
racchiusi gli obiettivi letterari di Manzoni, il racconto letterario non poteva
essere disgiunto da una realtà storica, la letteraria doveva essere calata nella
verosimiglianza. L’obiettivo del letterato era quello di veicolare attraverso le
proprie opere un messaggio educativo, messaggi moralmente alti e validi, e
questo era garantito da un letterato con principi morali validi. Le due cose non
possono avvenire in forma non attrattiva quindi i romantici puntavano a una
scrittura più nuova.

Nasce a Milano, è importante perché viene riconosciuta l’associazione


Manzoni Milano segno del suo legame con la politica. Sappiamo che la madre,
Giulia Beccaria, è figlia di Cesare Beccaria autore dei delitti e delle pene, oltre
al contesto politico milanese anche il contesto culturale familiare di stampo
illuminista influenza la sua formazione e naturalmente le sue composizioni
giovanili. Quello che ha alimentato i sospetti in relazione alla paternità sta nel
fatto che Giulia Beccaria e Pietro Manzoni si lasciano nel 1792 ed è importante
in quanto lei si lega poi a Carlo Imbonati. Parini aveva lavorato con diverse
famiglie tra cui la famiglia degli Imbonati e era stato tutore di Carlo. Giulia poi
si trasferisce a Parigi nel 1796, Manzoni intanto viene affidato alle cure di
istituti religiosi prima presso i Padri Somaschi e poi i Padri Barnabiti. Sono
collegi religiosi piuttosto rigidi che influenzeranno negativamente la prima
formazione, lui infatti nella prima parte della sua vita si allontanò dalla religione
per poi riavvicinarsi. Nel 1805 terminata la sua formazione la madre lo invita a
Parigi, per costruire un rapporto fino a quel momento inesistente e per
conoscere il compagno che però muore poco prima che arrivasse a Parigi. In
onore di questa figura nota e apprezzata scrive un’ode In morte di Carlo
Imbonati.

A Parigi l’ambiente culturale erano più attivi, anche la madre era inserita e nota
nell’ambiente e grazie a lei Alessandro riuscì a frequentare i salotti parigini
dove conobbe gli ideologi, fanno parte di un circolo culturale che difendeva i
principi illuministi e rivoluzionari in una forma più moderata non come gli
esponenti della rivoluzione francese che erano più estremisti. Manzoni
conosce un critico Claude Fauriel. Dopo l’esperienza parigina per costruire il
rapporto con la madre, gli permette di ampliare la sua prima formazione
letteraria e intellettuale.

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6 Ottobre 2021 Alessandro Manzoni

Ritorna a Milano nel momento in cui il padre muore, Pietro Manzoni, per
ereditare tutto il patrimonio. La vicenda più importante è il matrimonio con
Enrichetta Blondel che però avviene secondo il rito calvinista, perché sia
Manzoni dopo i collegi aveva un rifiuto per le forme religiose e la moglie era
calvinista.

Manzoni ha una vera e propria crisi spirituale che lo porterà alla conversione
nel 1810 e segna un cambiamento nella sua poetica e come testimonianza
abbiamo la raccolta degli Inni Sacri, testi letterari di contenuto religioso.

Tutto ciò che attiene all produzione giovanile è tra il 1801 e il 1810. Le
intonazioni fanno riferimento al contesto culturale in quel momento attivo,
neoclassicismo e illuminismo, con riferimenti neoclassici a Vincenzo Monti e
riferimenti a Parini.

Opere Giovanili
In morte di Carlo Imbonati
Scritta come ricompensa emotiva per Giulia Beccaria che stava vivendo per la
morte del compagno, è una composizione che celebra la figura di Imbonati
che era una figura importante. La cosa particolare è il modo in cui lo celebra e
lo consegna alla posterità, da un’immagine di un uomo virtuoso erede degli
insegnamenti di Parini che aveva messo in pratica quegli insegnamenti, viene
inoltre definito un giusto solitario, un uomo intellettualmente consapevole e
cerca di contribuire con impegno culturale a migliorare la condizione della
società attraverso il suo esempio. In relazione a questo la sua figura si
allontana da quella di Alfieri e Foscolo che quando si rendono conto di non
avere possibilità di entrare in politica si sono isolati completamente valicandosi
nell’immagine dell’eroe sconfitto e non compreso. Imbonati cercò con il
proprio esempio di modificare la società.

Sermoni
Il testo che più da vicino riprende gli insegnamenti di Parini è i Sermoni,
Manzoni assume dei toni critici e satirici, critica i vizi della società come la
volgarità dei ricchi, l’atteggiamento dell’aristocrazia tesa alla valorizzazione del
lusso, critica la moralità dei costumi e un atteggiamento decaduto della
letteratura di essere ormai asservita alla ricchezza quindi di scrivere solo dietro
compenso o per occasioni specifiche privando la letteratura della sua
importanza.

Urania e A Partenide
Più orientati in senso neoclassico e al modello di Monti sono Urania e A
Partenide, Urania in particolare perché parla della civilizzazione delle muse e
delle arti in quanto fu già presentata da Monti in Musogonia e ne Le Grazie di
Foscolo. Va detto che questa è una fase finale della sperimentazione giovanile
e era già in atto la crisi spirituale di Manzoni e questa opera risente di

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6 Ottobre 2021 Alessandro Manzoni

un’ispirazione insterilita, segna la fine di una certa tradizione e annuncia l’inizio


di una diversa fase che è segnalata dagli inni sacri.

Gli inni sacri


Ricordiamo il 1810 come il momento in cui Manzoni modifica il suo
atteggiamento nei confronti della letteratura a seguito della conversione.
L’esempio evidente si concretizza negli inni sacri.

Nelle intenzioni di Manzoni l’opera avrebbe dovuto contenere 12 inni e


ciascuno avrebbe dovuto raccontare un momento significativo dell’anno
Cristiano. Nell’ordine vi sono tutti i titoli che avrebbero dovuto far parte e sono
testi che seguono l’ordine delle celebrazioni ma non ha seguito l’ordine in
quanto ciò che ha scritto sono in un ordine completamente diverso. Decide di
scrivere questi testi non solo perché illuminato dalla conversione ma perché
era convinto che gli argomenti trattati sono legati e valorizzano sentimenti
comuni in tutti gli uomini. Il progetto era troppo ampio e si esaurì dopo diverso
tempo e ciò che scrisse furono:

1. Risurrezione 1812

2. Il Nome di Maria 1812-1813

3. Il Natale 1813

4. La passione 1814-1815

Se aveva un progetto editoriale completo perché pubblicarne una parte prima?


Perché voleva comprendere e saggiare la reazione del pubblico, si trattava di
testi nuovi nel panorama letterario e con argomento ben preciso. Anche perché
proprio per la forma scelta e nel momento in cui si approcciò alla
composizione di questi testi decise di seguire una forma letteraria ben precisa
ossia una letteratura di tipo corale, i modelli di riferimento sono le sacre
scritture che sono piene di inni ma anche il modello dantesco e Virgiliano.
Pubblicati nel 1815, lavora con più fatica all’ultimo ossia la Pentecoste in un
arco temporale tra il 1817 e il 1822. Rispetto ai precedenti ha una qualità
letteraria superiore

Sono stati ritrovati anche altri frammenti l’ultimo che avrebbe provato a
scrivere ma non portato a termine ossia quello degli Ognissanti che però ha
interrotto, così come non deve essere considerato un inno sacro ma un testo
poetico a parte il Natale del 1833 che ha comunque punti di contatto con gli
inni. Le intenzioni sono diversi, è ispirato dal dolore per la morte della moglie.

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6 Ottobre 2021 Alessandro Manzoni

Le odi civili
Manzoni dopo la morte della moglie vive in modo diverso il suo coinvolgimento
politico, sarebbe sbagliato ritenere che lui si è esposto solo in queste odi,
leggendo il coro dell’atto terzo dell’Adelchi perché si trova un’esposizione
politica evidente che deve essere calata nella contemporaneità di Manzoni.
Non soltanto nelle odi si evidenzia la sua ideologia e il suo schieramento in
riferimento a determinate tematiche, ricordando i contenuti dei promessi sposi
tutto gioca sulle allusioni alla contemporaneità. Lui si è sempre esposto ma
nelle odi civili è più evidente. Componimenti in cui Manzoni presenta le sue
idee politiche e analizzando le tragedie emerge l’utilizzo di un evento lontano
nel tempo per indagare il contesto contemporaneo. Vi sono due testi, Aprile
1814 e Il proclama di Rimini, che riprendono la canzone petrarchesca ma
riprende anche la canzone di ambito politico in quanto già Petrarca aveva
usato questa forma per cantare di argomenti politici. Sono composte nel
momento in cui è ormai in declino la vicenda Napoleonica e si sta aprendo la
possibilità di conoscere un movimento indipendentista mirato all’indipendenza
italiana. Le odi più famose sono Marzo 1821 e il 5 Maggio.

Marzo 1821 viene scritto durante i moti carbonari del. 1821 e in questo testo
Manzoni da per certo una speranza che non sarebbe avvenuta, da come già
avvenuto l’ingresso in Lombardia da parte delle Truppe Piemontesi guidate da
il reggente del regno di Sardegna. Immagina che le truppe di Carlo Alberto
entrino in Lombardia per restituire la libertà. Manzoni esprime una volontà
collettiva, esprime il sentimento popolare di conquista dell’autonomia
nazionale. Il romanticismo e un periodo in cui i moti indipendentisti sono
sempre più importanti.

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