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IL RETAGGIO COLONIALE
Per 3 secoli l’America Latina fu EUROPA. Furono 3 secoli dove cambiarono IDEE, TECNOLOGIE, POLITICA,
EQUILIBRI, ASPETTI INTERAZZIALI.
Relazioni tra le diverse parti furono assai complesse ed articolate.
L’INDIPENDENZA DELL’AMERICA LATINA
A sostenere il moto che mandò a cenere i vecchi imperi e condusse all’indipendenza furono gli eventi
europei. A gettare il cerino che appiccò l’incendio fu NAPOLEONE BONAPARTE e le sue campagne militari.
Le sue guerre trascinarono la Spagna nei conflitti europei e bloccarono a lungo le comunicazioni tra Spagna
e l’America; 1807 PORTOGALLO, 1808 SPAGNA.
La corte portoghese dei BRAGANZA riuscì protetta dagli INGLESI a lasciare Lisbona prima dell’arrivo di
Napoleone.
Decapitazione politica del re di Spagna
Napoleone imprigionò il re Carlo 4 e il figlio Ferdinando 7-> impose al potere della corona il fratello
Giuseppe.
A CADICE si formò una JUNTA che rivendicò il potere in nome del re prigioniero.
In America iniziò l’idea di una vera e propria INDIPENDENZA in quanto il Re non poteva tutelare la loro
sicurezza.
Saputo della caduta del Re nacquero in buona parte delle regioni Americane delle JUNTAS: organi politici
deputati all’esercizio dell’autorità in mancanza del Re. (JUNTAS DI CARACAS E BUENOS AIRES), dichiararono
di assumere il potere in via transitoria in nome di FERDINANDO 7 chiamato EL DESEADO (il desiderato);
possibilità di riformulare a loro vantaggio il vincolo con la corona; PRIMA FASE DEL PROCESSO
D’INDIPENDENZA suole essere chiamato AUTONOMISTA.
A CADICE il CONSEJO DE REGENCIA chiamò all’elezione delle CORTES-> incaricati di redigere una
COSTITUZIONE-> COSTITUZIONE LIBERALE.
1814: Ferdinando 7 torna sul trono; invia in America Latina delle truppe per riportarvi l’ordine e disciplina;
fu allora che a partire dal VENEZUELA prese il via la vera e propria GUERRA per L’INDIPENDENZA; un
conflitto che si propagò per buona parte dell’America, contando innumerevoli vite perse da entrambi i
fronti.
A condurla furono: SIMON BOLIVAR-> che guidò la liberazione delle attuali COLOMBIA e VENEZUELA prima
di puntare verso il PERU’ e L’ECUADOR.
JOSE DE SAN MARTIN: che liberò Cile per puntare anch’egli verso il PERU’; per incontrarsi a GUAYAQUIL nel
1822 riunendo gli eserciti.
Quello che portò l’America Iberica all’indipendenza fatta eccezione per il PORTORICO E CUBA non fu un
cammino facile; peculiare fu l’indipendenza del BRASILE (1822) con lo sdoppiamento dalla corona
Portoghese; in MESSICO HIDALGO radunò un esercito popolare per scatenare una guerra agli spagnoli; fatto
sta che gli indipendentisti furono tenuti a lungo a bada dall’esercito spagnolo di DE ITURBIDE finché questo,
saputo del ritorno della costituzione da parte di Ferdinando 7 si decise di farsi garante dell’indipendenza
messicana, sottoscrivendo il PLAN DE IGUALA che prevedeva un Messico indipendente ma deciso a
proteggere la CHIESA ed avere come sovrano un BORBONE.
Infine nel Sud America le guerre prima e l’abbattimento dell’impero Spagnolo misero le ELITES LIBERALI
AMERICANE davanti alla cruda realtà che di li in avanti toccò loro affrontare. In primis, quelle società colmi
di schiavi, meticci e neri, erano intricati puzzles e non certo un popolo.
LE REPUBBLICHE SENZA STATO
L’ingresso nella vita indipendente non fu per i Paesi dell’America Latina una marcia trionfale, tutt’altro.
Data la loro eterogeneità fin dai tempi coloniali e i diversi modi in cui avevano raggiunto l’emancipazione,
essi entrarono in una stagione cosparsa di stenti e frustrazioni. L’instabilità politica si manifestò in generale
nell’impossibilità delle nuove autorità politiche di imporre l’ordine e di far valere le leggi e il dettato delle
loro costituzioni, in quanto alla stagnazione economica, pur non essendo sempre e ovunque paralizzati, la
produzione e il commercio soffrirono sia degli effetti distruttivi delle guerre, sia quelli della rottura del
legame con la MADREPATRIA. Per un verso sarà infatti possibile ricondurre quegli immani problemi a fattori
strutturali, senza poter far affidamento su mercati nazionale o carenza di comunicazione tra una regione e
l’altra. Che l’indipendenza non fosse per l’America Latina un letto di rose fosse ormai chiaro. In termini
SOCIALI la più importante notizia fu la scomparsa della SCHIAVITU’, come in Messico, in Cile e in buona
parte dell’America Centrale. Anche nella sfera ECONOMICA e dei rapporti col mondo esterno le cose
incominciarono a cambiare dopo l’indipendenza, la più importante fu l’introduzione e la diffusione della
libertà di COMMERCIO, specie con la GRAN BRETAGNA. Fatto sta che dalla metà dell’800 qualcosa cominciò
a cambiare in America Latina. In tutti gli ambiti iniziò a spirare un’aria nuova; a stimolarla furono le nuove
opportunità che si dischiudevano alla regione attraverso l’integrazione commerciale e finanziaria alle
maggiori potenze. Bisognava recidere e sradicare le radici del passato. Fu non a caso intorno alla CHIESA ed
al suo ruolo politico, sociale e culturale che sorsero allora i più acuti conflitti, conflitti riguardante le leggi
liberali, volte a secolarizzare i beni ECCLESIASTICI, a LAICIZZARE la scuola pubblica, a portare nella sfera
statale l’anagrafe; tanto che, fu intorno ad essi che l’elite economica e sociale si divise aspramente in due
partiti: LIBERALI e CONSERVATORI; CADUTO IL RE infatti, ogni territorio o città d’un certo peso si appropriò
della propria sovranità. Ma oltre che così diversi tra loro, e nella maggior parte dei casi da frontiere
imprecise e contestate, i nuovi stati furono fin dal primo momento solcati da profonde spaccature al loro
interno. Tutti furono infatti in qualche modo preda di conflitti tra CENTRO e PERIFERIA. Su tale sfondo, che
dominò il panorama politico dell’America Centrale fin a ben oltre la metà del secolo, le eccezioni sono rare;
la prima è quella del BRASILE dove l’impero di PEDRO 1 e ancor di più quella di PEDRO 2 dopo il 1840,
garantirono una stabilità. In quanto invece all’America ispanica, l’eccezione forse più importante fu quella
del CILE.
L’ETA’ LIBERALE
In merito a fattori economici e sociali, dopo l’instabilità economica e stagnazione, incominciarono ad
attenuarsi nella seconda metà del secolo, il che fu premessa di profondi rivolgimenti lungo un’epoca
compresa tra gli anni ’70 dell’Ottocento la Prima guerra mondiale, poiché laddove l’economia stagnava
iniziò una lunga stagione di crescita e laddove dominavano i CAUDILLOS cominciò a imporsi la stabilità e
presero a sorgere e consolidarsi le moderne strutture dello stato nazione. Se già prima le vie dei diversi stati
s’erano andate separando, nei decenni a cavallo tra l’otto e il Novecento esse si divaricarono man mano che
un processo di modernizzazione investì l’area, processo cui nessun paese rimase escluso. In termini di
crescita e sviluppo economico, di consolidamento politico, di ricchezza e dinamismo culturale. Con
l’Argentina in testa, ma anche Messico Cile e Brasile a fare da traino. In termini generali, quel che avvenne
fu che i governi furono per la prima volta in grado d’imporre la legge sul territorio nazionale. Perlomeno nei
maggiori paesi. Presero in tal senso per la prima volta forma gli stati moderni. Le costituzioni divennero più
durature ed efficaci e l’orizzonte dell’azione pubblica si ampliò in modo prima impensabile, grazie anche al
boom della CARTA STAMPATA e delle FERROVIE che riducevano le distanze tra luoghi, persone e costumi.
Per restar nel solco tracciato basti menzionare taluni fattori strutturali ed altri culturali: in quanto ai primi si
può osservare che la rivoluzione industriale europea, sia la rivoluzione tecnologica posero le premesse
perché l’America Latina s’integrasse all’economia mondiale; in quanto ai secondi fu un implicito
compromesso tra liberali e conservatori e le rispettive concezioni politiche e sociali, un comune interesse
basato sul comune compromesso per l’ordine sociale, l‘instabilità politica e il progresso economico.
Dalla metà dell’Ottocento fin verso la 1 guerra mondiale, l’America Latina fu investita con forza da
un’ondata di globalizzazione. Sospinto dalla rivoluzione commerciale e industriale, specie dalle navi
sull’atlantico e dalla ferrovia nei singoli paesi; nerbo di quel nesso fu il MODELLO ECONOMICO PRIMARIO
ESPORTATORE, un modello basato sul libero mercato in base al quale l’America Latina esportava materie
PRIME verso l’EUROPA, specie quella Britannica. Come tutte le grandi trasformazioni, anche quella ebbe
LUCI ed OMBRE; da un lato l’America Latina visse allora un’impetuosa fase di crescita economica che
comportò il boom dei commerci, la creazione di infrastrutture vitali, la messa coltura di nuove e sterminate
terre fertili nelle immense frontiere e l’espansione della città. Da un altro lato quel tipo di crescita fu anche
causa di DISTORSIONI E VULNERABILITA’; poiché le economie furono indotte a specializzarsi nella
produzione dei beni richiesti dal mercato mondiale; poichè ciò incoraggiò la concentrazione delle ricchezze
e della proprietà terriera. In estrema sintesi si può dire che la società dell’America Latina cominciarono a
differenziarsi, benchè talune più delle altre. La nuova e lunga crescita dell’economica offrì infatti nuove
opportunità e stimolò la mobilità sociale e la nascita dei nuovi ceti, cambiarono le élite, poiché al fianco di
quelle tradizionali, intrise di spirito aristocratico, ne sorsero di nuove e più attratte dai valori borghesi;
cambiarono i ceti popolari, specie nelle città, o in settori come le ferrovie, i trasporti in genere, le
piantagioni e le miniere, dove spesso sorsero solidi e battaglieri nuclei proletari sui quali caddero anche le
prime violente repressioni; ma anche in campagna, almeno dove declinò la veccia HACIENDA e il lavoro
divenne più libero. Crebbero infine i ceti medi, spesso meticci o immigrati, variegati e sparsi tra il
commercio e l’amministrazione pubblica, le banche, la scuola e infine l’esercito.
I regimi politici dell’età liberale erano OLIGARCHICI, il che si tratta di regimi politici dove la partecipazione
era limitata e il potere politico e quello economico concentrati ad un élite ristretta tendevano a
sovrapporsi. E’ fuorviante invece quall’ora non consideri che tale era più o meno ovunque la politica in
occidente prima dell’avvento della società di massa e che la violenza, la corruzione e le frodi che spesso
caratterizzavano le elezioni in America Latina erano allora fenomeni piuttosto comuni anche in Europa.
Detto ciò, va notato che, pur con tutte le loro enormi differenze, i regimi dell’epoca furono in materia
politica CONSERVATORI, nel senso che cercarono di conservare il monopolio del potere politico. La nascita
fin da fine 800 in diverse parti dell’America Latina di nuovi partiti politici e ancora più quella di numerosi e
battaglieri movimenti di lavoratori, spesso anarchici e socialisti, ma anche cattolici, dal Messico al Cile,
dall’Argentina a Cuba.
L’intera America latina visse nei decenni tra i due secoli processi in sostanza analoghi ma in modi ed
intensità così variabili da configurare storie molto diverse. In Messico l’epoca fu dominata da PORFIRIO
DIAZ, durato dal 1876 al 1910; in termini politici fu un’AUTOCRAZIA cioè un regime autoritario e
personalista. Diaz badò ad appacificare il paese per sfruttare appieno le opportunità di progresso
economico offerta dalla rapida apertura dei mercati, per farlo ricucì i rapporti con la chiesa e si avvalse del
sostegno dei grandi proprietari terrieri. In campo economico, il suo fu un regime MODERNIZZATORE capace
di attrarre ingenti investimenti da far lievitare le esportazioni. Tante e tali trasformazioni, lo posero però
con il tempo a dura prova. Man mano che crebbero e si fecero più Pressanti le rivendicazioni sociali e le
richieste di una DEMOCRAZIA. Analogo ma anche diverso è il caso del BRASILE, dove PEDRO II soggetto per
un verso all’ostilità dei repubblicani e per un altro a quella dei grandi latifondisti contrari alla sua decisione
di abolire la schiavitù cadde nel 1889, per mano di un colpo di stato militare. Anche in Brasile, divenne una
REPUBBLICA e i militari ereditarono il ruolo di potere moderatore. Nacque allora per durare fino 1930 la
REPUBBLICA DI VELHA, la quale sancì la natura federale dello Stato e con essa l’ampia autonomia, chiave
economica di quel regime a lungo stabile fu il CAFFE’, bene di cui il Brasile arrivò a controllare gran parte
del commercio mondiale.
Tra tutti, il caso dell’Argentina è quello che forse più impressiona, non tanto per il regime politico, il quale
trovò espressione nel PARTIDO AUTONOMISTA NACIONAL e fu anch’esso un patto tra OLIGARCHIE, quanto
per la profondità senza pari con cui essa fu rivoluzionata dall’immigrazione e per le intensità senza paragoni
della sua integrazione al CAPITALISMO BRITANNICO e dunque anche delle sue trasformazioni sociali ed
economiche che ne fecero uno dei paesi più ricchi al mondo. Su tale sfondo, quando nel 1912 la LEY SANZ
PENA introdusse la segretezza e obbligatorietà del voto, quella argentino parve l’unico regime di un grande
paese latino-americano, sul punto d’evolvere senza problemi dall’età LIBERALE a quella DEMOCRATICA.
La guerra del 1898 tra USA e SPAGNA per l’Isola di Cuba, tanto agevole per i primi quanto tragica per la
seconda, al punto da rimanere impressa come EL DESASTRE nella storia spagnola; con quella guerra non
solo crollò quel poco che restava in piedi dell’impero spagnolo in America, ma iniziò a tamburo l’espansione
militare ed economica statunitense nella parte latina dell’emisfero ( cominciando da CUBA); attraverso i
cronici interventi dei MARINES per riportare l’ordine nei piccoli e perlopiù poveri paesi della regione,
iniziando con THEODORE ROOSEVELT.
Con l’insediamento di Franklin Delano Roosevelt alla Casa Bianca, si arrivò a creare un rapporto basato su
aiuti economici, politici etc etc da parte degli USA, chiamato POLITICA DEL BUON VICINATO, che si basò su
due pilastri: IL NON INTERVENTO E IL MULTILATERALISMO, ovvero la DISPONIBILITA’ e la RELAZIONE SU UN
PIANO DI UGUAGLIANZA NEL QUADRO DI ISTITUZIONI PANAMERICANE. Inizialmente aveva generato un
primo cambiamento soprattutto a livello sociale, dove erano evidenti le differenze tra i vari paesi latini. Con
il termine del mandato, questo tipo di relazione diede origine a delle ripercussioni negative; l’America latina
si sentì abbandonata, notando che gli Stati Uniti abbandonarono i loro interessi sul campo. Sicuramente, in
un primo momento migliorò il clima, soprattutto a livello di scambi economici, ma con l’avvenire sul fronte
europeo della II guerra mondiale, gli Stati Uniti avevano altri problemi a cui pensare sempre per scopi
economici e quant’altro. Motivo per cui, tolsero dal mirino delle priorità le relazioni intraprese con i paesi
panamericani.