Istituto Enrico Fermi di Perugia L'assistenza sociale è quella parte della legislazione socia- le predisposta alla tutela di interessi attuali dei cittadini, indipendentemente dal verificarsi di eventi dannosi. L'as- sistenza integra la previdenza sociale in quei settori e per quelle persone non iscritte alle assicurazioni sociali e quindi esposte ad uno stato di bisogno. Trova il suo fon- damento nel 1° comma dell'art. 38 della Costituzione: “ogni cittadino, inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi per so- pravvivere, ha il diritto di mantenimento e all'assistenza sociale”. La materia dell'assistenza sociale è stata oggetto di un complesso processo di Riforma conclusosi con l'emanazione della legge n. 328/2000 per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. Con tale legge si intende assicurare un'ampia gamma di servizi sociali, da intendersi come misure, gratuite o a pa- gamento e prestazioni economiche, destinate a rimuovere e superare le situazioni di bisogno e di difficoltà che i singoli individui incontrano nel corso della loro vita. Essa intende promuovere gli interventi necessari per garantire qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadi- nanza. Il sistema integrato di interventi e servizi sociali trova realiz- zazione attraverso apposite politiche e prestazioni coordinate nei diversi settori della vita sociale. Secondo le previsioni del- la L. 328/2000 il livello minimo del sistema dei servizi sociali deve prevedere: 1- misure di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito 2- misure economiche per favorire la vita autonoma di perso- ne totalmente dipendenti 3- interventi di sostegno per i minori in situazioni di disagio 4- misure per il sostegno delle responsabilità familiari 5- misure di sostegno alle donne in difficoltà 6- interventi per la piena integrazione delle persone disabili e per la realizzazione dei centri socio-riabilitativi e delle comunità alloggio 7- interventi per le persone anziane e disabili 8- prestazioni integrate di tipo socio-educativo per contra- stare dipendenza da droga alcool e farmaci 9- informazione e consulenza alle persone e alle famiglie per favorire la fruizione dei servizi e per promuovere inizia- tive di auto-aiuto. Il sistema integrato di interventi e servizi sociali si realizza at- traverso una pluralità di funzioni e competenze che vedono coinvolti sia soggetti pubblici che privati. Il modello organiz- zativo è basato sul principio della sussidiarietà: gli interventi si realizzano a partire dai rapporti di prossimità/vicinanza tra il soggetto erogatore ed il cittadino che ne usufruisce. Ciò com- porta che: - lo Stato interviene solo quando i singoli e i gruppi non sono in grado di farcela da soli - l'intervento sussidiario del soggetto pubblico deve comun- que essere erogato dal livello più Vicino al cittadino, quindi in caso di necessità il primo livello di intervento è esercitato dal comune.
Lo Stato ha il compito di determinare:
1- principi e gli obiettivi della politica sociale
2- i criteri generali per la programmazione della rete degli in- terventi di integrazione sociale da attuare a livello locale 3- definisce i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, è compito dello stato determinare gli standard dei servizi sociali da ritenersi essenziali in funzione di adeguati livelli delle condizioni di vita. Alle Regioni sono attribuite le funzioni di programmazione, coordinamento, indirizzo degli interventi sociali e di verifica della loro attuazione.
I Comuni sono titolari delle funzioni amministrative concer-
nenti gli interventi sociali svolti a livello locale. Ai Comuni spetta la programmazione, progettazione, realizzazione del si- stema locale dei servizi sociali a rete, nonché l'erogazione dei servizi, delle prestazioni economiche e delle attività assisten- ziali. Significativa e preziosa è l'azione svolta dal terzo settore, co- stituito da organizzazioni di volontariato, ONLUS (organizza- zioni non lucrative di utilità sociale) ed in genere dei soggetti privati che operano in campo socio-assistenziale, sanitario e culturale che producono beni e servizi di interesse collettivo senza alcuna finalità di lucro. La L. 328/2000 prevede una serie di strumenti operativi deno- minati PIANI da attuarsi ai vari livelli di governo per la pro- grammazione degli interventi e dei servizi sociali. Il PIANO NAZIONALE è predisposto dal Governo ogni 3 anni e indica: 1- le caratteristiche ed i requisiti delle prestazioni sociali 2- le priorità d'intervento 3- le modalità di attuazione del sistema integrato 4- i finanziamenti relativi a ciascun anno di vigenza del piano 5- gli indirizzi per la predisposizione di Programmi integrati per obiettivi di tutela e qualità della vita rivolti ai giovani, ai minori e agli anziani. Le Regioni in relazione al piano nazionale adottano quello re- gionale.
I Comuni predispongono i PIANI DI ZONA .
Il principale strumento di finanziamento delle politiche sociali è il FONDO PER LE POLITICHE SOCIALI (FNPS).
É istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per-
segue le seguenti finalità: 1- promozione di interventi per la realizzazione di standard essenziali ed uniformi di prestazioni sociali su tutto lo stato 2- sostegno a progetti sperimentali attivati da Regioni e enti locali 3- promozione di azioni concertate ai livelli nazionali, regiona- le e locale per la realizzazione di interventi finanziati dal Fon- do sociale europeo 4- sperimentazione di misure di contrasto alla povertà 5- promozione di azioni per lo sviluppo delle politiche sociali da parte di enti, associazioni ed organismi operanti nel volon- tariato e nel terzo settore.
Lo Stato ripartisce tra le Regioni le risorse del FNPS.
A loro volta le Regioni costituiscono i FONDI SOCIALI RE- GIONALI nei quali confluiscono i finanziamenti provenienti dal FNPS e da ulteriori risorse da esse autonomamente stanziate. Tali risorse vengono poi ripartite tra i vari comuni secondo criteri che variano da Regione e Regione e che vengono Stabiliti da apposite leggi regionali.
Il decreto legislativo n.109/1998 ha individuato i parametri at-
traverso i quali gli enti erogatori delle prestazioni sociali age- volate individuano i soggetti avente diritto, questi criteri sono: 1- ISE indicatore della situazione economica 2- ISEE indicatore della situazione economica equivalente. Il D.P.C.M. Del 2013 n.159 con effetto dal 1 gennaio 2015 ha in- trodotto delle modifiche su tali indicatori. La riforma è stata ispirata alle seguenti finalità:
1- adottare una definizione di reddito disponibile che includa
la percezione di somme anche se esenti da imposizione fisca- le e che tenga conto delle quote di patrimonio e dei redditi dei diversi componenti della famiglia, nonché dei pesi dei carichi familiari, in particolare dei figli successivi al secondo e di per- sone disabili a carico, 2- migliorare la capacità selettiva dell'indicatore 3- permettere una differenziazione dell'indicatore per le diver- se tipologie di prestazioni 4- individuare le agevolazioni fiscali e tariffarie che non pos- sono essere riconosciute ai soggetti in possesso di un ISEE superiore a una determinata soglia 5- rafforzare il sistema dei controlli dell'ISEE
Specifiche modalità di determinazioni dell'ISEE sono stabilite
in riferimento alle seguenti prestazioni: 1- prestazioni agevolate di natura socio-sanitaria 2- prestazioni agevolate rivolte a minorenni, in presenza di genitori non conviventi 3- prestazioni per il diritto allo studio universitario.
Il calcolo dell' ISEE avviene sulla base delle informazioni rac-
colte dalla DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA UNICA (DSU) e dal- le altre informazioni disponibili negli archivi dell'Agenzia delle Entrate e dell' Inps.
La dsu è una autodichiarazione presentata ai comuni o ai cen-
tri di assistenza fiscale o direttamente all'amministrazione pubblica direttamente a cura del richiedente. Un' ulteriore no- vità introdotta dalla riforma è il cd. ISEE CORRENTE che fa riferimento ad un periodo di tem- po più ravvicinato al momento della richiesta della prestazio- ne e che è alternativo all'ISEE ordinario, il quale invece, si rife- risce al reddito della dichiarazione dei redditi dell'anno prima che, sua volta fa riferimento ai redditi percepiti nell'anno pre- cedente. La L. 328/2000 prevede accanto ai tradizionali sussidi econo- mici forme di intervento dirette ad aiutare nel concreto i sog- getti maggiormente bisognosi tra cui i servizi di assistenza domiciliare per gli anziani, percorsi di inserimento individuale per i disabili e servizi di collaborazione per le famiglie che accudiscano un familiare non autosufficiente. PROGETTI INDIVIDUALI PER PERSONE DISABILI
La L. 328/2000 si preoccupa di garantire la piena integrazione
dei soggetti affetti da disabilità nell'ambito della vita familiare e sociale, nei percorsi di istruzione scolastica o professionale e nel mondo del lavoro. Per realizzare tali finalità i Comuni d'intesa con le ASL predispongono, su richiesta dell'interes- sato, un progetto individuale che comprende: 1- le prestazione di cura e di riabilitazione a carico del SSN 2- i servizi alla persona di competenza del Comune 3- le misure economiche necessarie per il superamento delle condizioni di povertà, emarginazione ed esclusione sociale 4- le potenzialità e gli eventuali sostegni per il nucleo familia- re. VALORIZZAZIONE E SOSTEGNO DELLE RESPONSABILITA' FAMILIARI
Il sistema integrato di interventi e servizi sociali riconosce e
sostiene il ruolo peculiare svolto dalle famiglie nella forma- zione e nella cura della persona, sostiene e valorizza i molte- plici compiti che le famiglie svolgono nello sviluppo della vita quotidiana. Nell'ambito del sistema integrato di interventi e servizi sociali hanno priorità: 1- l'erogazione di assegni di cura e di altri interventi per il so- stegno della maternità e paternità responsabile 2- politiche di conciliazione tra il tempo di lavoro e il tempo di cura 3- servizi formativi e informativi di sostegno alla maternità e paternità 4- prestazioni di aiuto e sostegno domiciliare 5- servizi di sollievo per affiancare la famiglia nel lavoro di ac- cudimento quotidiano delle persone bisognose di cure parti- colari e per sostituirli nelle stesse responsabilità durante l'o- rario di lavoro 6- servizi per l'affido familiare , per sostenere i compiti educa- tivi delle famiglie interessate. L'ASSEGNO AI NUCLEI FAMILIARI CON ALMENO TRE FIGLI
É concesso in favore dei nuclei familiari con almeno tre figli
minori, composto da cittadini italiani e dell' Unione Europea residenti, da cittadini di Paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo. Il diritto all'assegno è subordinanto alla sussistenza di deter- minati redditi da calcolare in base all'ISEE. È un beneficio concesso dai comuni, ai quali viene presentata la domanda e che accertano la presenza dei requisiti, ed è erogato dall'INPS, che provvede al pagamento dell'assegno. L'ASSEGNO DI MATERNITÀ DI BASE
È riconosciuto alle donne residenti, cittadine italiane, appar-
tenenti all'Unione Europea o non appartenenti in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo che non beneficiano del trattamento previdenziale di materni- tà. L'assegno è concesso dai comuni ed è erogato dall'INPS in un'unica soluzione. Per il diritto all'assegno è necessario che il reddito del nucleo familiare dell'avente diritto non superi un determinato valore dell'ISEE. L'ASSEGNO DI MATERNITÀ PER LAVORI ATIPICI E DISCON- TINUI
Le donne residenti, cittadine italiane, appartenenti all'Unione
Europea e non in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, hanno diritto per ogni figlio nato o per ogni minore in affidamento preadottivo o in ado- zione ad un assegno di importo rivalutato annualmente. L'assegno è corrisposto per intero se non si ha diritto all'in- dennità per astensione obbligatoria o per la quota differenzia- le rispetto alla prestazione complessiva in in godimento se questa è inferiore. È concesso ed erogato dall'INPS.
IL BONUS BEBÈ
Per incentivare la natalità e per contribuire alle spese per il
suo sostegno ad ogni figlio nato o adottato tra il 1/1/2015 e il 31/12/2017 un assegno. L'assegno è corrisposto mensilmente su domanda dell'inte- ressato dall'INPS a decorrere dal primo anno di nascita fino al terzo anno di età o dall'ingresso del nucleo familiare a se- guito dell'adozione. Per il diritto al beneficio è necessario che il nucleo familiare sia in una condizione economica corrispondente a un de- terminato valore dell'ISEE. Il beneficio sarà in vigore anche per tutti i nati fino a Dicem- bre 2019. L'ASSEGNO SOCIALE PER GLI ULTRA 66 PRIVI DI REDDITO
I cittadini italiani che hanno compiuto 66 anni e 7 mesi, privi di
reddito o con redditi modesti, hanno diritto ad un assegno di base non reversibile denominato assegno sociale corrisposto per 13 mensilità. Sono equiparati ai cittadini italiani: 1- i cittadini della Repubblica di S. Marino 2- i cittadini UE 3- gli stranieri e gli apolidi riconosciuti con qualifica di rifugia- ti politici 4- gli stranieri extra UE in possesso del permesso di soggior- no per soggiornanti di Lungo periodo.
È altresì richiesta la residenza stabile ed effettiva in Italia.
Per le prestazioni liquidate dal 01/01/2009 è necessario il pos- sesso anche di un ulteriore requisito: la residenza qualificata soggiorno legale e continuativo per almeno 10 anni in Italia. Per il diritto e la misura dell'assegno sociale rilevano lo stato civile coniugato o non e l'ammontare dei redditi posseduti. LE PRESTAZIONI ECONOMICHE DEGLI INVALIDI CIVILI
Le prestazioni assistenziali agli invalidi civili hanno carattere
universale, in quanto spettano alla generalità dei cittadini che si trovano in condizioni psico-fisiche ed economiche precarie, trovano il loro fondamento nell'art. 38 della Cost., che prevede l'assistenza e il mantenimento per i cittadini inabili sprovvisti dei mezzi necessari per vivere Gli invalidi civili, a seconda del grado di invalidità hanno dirit- to a prestazioni economiche e non. Per tutti il diritto alla pre- stazione è subordinato al riconoscimento Dello stato di invalidità. La domanda corredata di certificazio- ne medica deve essere inoltrata dall'interessato solo per via telematica all'INPS cui spetta trasmetterla all'ASL competente in via telematica e in tempo reale. La visita medica è svolta da una commissione medica presso l'ASL integrata da un medico dell' INPS. Se la percentuale dell'invalidità riconosciuta tale da dare diritto ad una prestazione economiche si apre una fase successiva finalizzata alla verifica di ulteriori requisiti( età, reddito...).Il potere concessorio è attribuito alle Regioni , se tale fase ha esito positivo l'INPS eroga la presta- zione economica. Nel caso di esito negativo il soggetto può agire in giudizio contro l'INPS Entro e non oltre 6 mesi dalla data della comunicazione del provvedimento.
Le provvidenze economiche sono di tre tipi:
1- PENSIONE DI INABILITÀ: spetta agli invalidi civili totalmen-
te inabili 100% di età compresa tra i 18 e 65 anni e 7 mesi che siano in possesso del requisito reddituale previsto e che ab- biano maturato almeno 5 anni di contributi, dei quali almeno 3 devono essere stati versati nei 5 anni che precedono la data di inoltre della domanda. 2- ASSEGNO MENSILE: spetta agli invalidi inabili al 75% di età compresa tra i 18 ei 65 anni e 7 mesi e che non abbiano redditi oltre la misura annualmente stabilita. 3- INDENNITA' MENSILE DI FREQUENZA: è concessa agli in- validi civili minori di 18 anni cui siano state riconosciute diffi- coltà persistenti a svolgere i compiti e le Funzioni della propria età. È subordinata al ricorso continuo e periodico a trattamenti riabilitativi o terapeutici a seguito della loro minorazione.
PRESTAZIONI ECONOMICHE PER SORDI E CIECHI
In favore dei sordi sono previste le seguenti provvidenze eco- nomiche: 1- pensione non reversibile, erogata ai sordi di età compresa tra i 18 e i 65 anni e 7 mesi che non superino i limiti reddituali previsti 2- indennità di comunicazione: è concessa dal 01/01/1998 al solo titolo della minorazione, quindi a qualsiasi età ed indi- pendentemente dal reddito. A favore dei ciechi è prevista l'erogazione della pensione di importo variabile a seconda che ne benefici un cieco assoluto o parziale. Ai ciechi assoluti spetta anche l'indennità di ac- compagnamento, mentre ai ciechi parziali un'indennità specia- le. LA CARTA DELLA FAMIGLIA: è prevista dalla L 208/2015, è destinata alle famiglie con almeno tre figli minori a carico, è ri- lasciata a domanda.
In via sperimentale per il triennio 2016/2018 è previsto l'istitu-
zione del FONDO PER IL CONTRASTO DELLA POVERTà EDUCATIVA MINORILE. IL REDDITO DI INCLUSIONE (REI)
Si compone di due parti: l'erogazione mensile di un contributo
economico tramite una carta definita CARTA REI, di un impor- to massimo di 540 euro per le famiglie più numerose, e l'atti- vazione di un progetto personalizzato per favorire il supera- mento della condizione di povertà. I requisiti sono: 1- residenza in Italia, in modo continuativo per almeno 2 anni 2- ISEE pari o inferiore a 6000 euro Inoltre verranno privilegiati: - nuclei con figli minore - nuclei con figli con disabilità - nuclei con donne in gravidanza - nuclei con ultra 55enni disoccupati. Il beneficio si richiede presso il Comune di residenza, ha una durata di 12 mesi con la possibilità di proroga fino ad un massimo di 18 mesi. Le domande potranno essere inol- trate dal 01 dicembre 2017, entrerà in vigore dal 01 gennaio 2018. REDDITO DI CITTADINANZA Il decreto legge n. 4 del 2019 ha istituito un nuovo soste- gno per famiglie in condizioni disagiate finalizzato al rein- serimento nel mondo del lavoro e all'inclusione sociale, è un beneficio economico accreditato ogni mese sulla CAR- TA RdC. I beneficiari sono i cittadini italiani e dell'Unione europea, i cittadini extraeuropei residenti in Italia da almeno 10 anni, di cui almeno 2 anni in modo continuativo. Non possono presentare la domanda i nuclei familiari in cui siano pre- senti soggetti disoccupati che hanno presentato DIMIS- SIONI VOLONTARIE negli ultimi 12 mesi. La domanda può essere presentata: in modalità cartacea presso gli uffici postali, avvalendosi dei modelli predispo- sti dall'INPS a partire dal 6 marzo 2019 e da ogni giorno 6 del mese; on line tramite SPID sul sito www.redditodicittadinanza.gov.it; presso i CAF. Entro 30 giorni dall'accoglimento della domanda tutti i componenti del nucleo familiare devono rendera la dichia- razione di immediata disponibilità al lavoro DID, che può essere resa presso i Centri per l'impiego o presso i patro- nati convenzionati con l'ANPAL (AGENZIA NAZIONALE POLITICHE ATTIVE LAVORO). Sono esclusi dalla DID: i minori, gli ultra sessantacinquenni, soggetti con disabilità con riduzione lavorativa superiore al 45% o gli invalidi al lavaro con invalidità superiore al 33%, i soggetti con carico di cura (qualora si occupino di minori di 3 anni o di disabili gravi non autosufficienti). I requisiti richiesti sono: patrimonio immobiliare non supe- riore ai 30000 euro senza considerare la prima casa, patri- monio finanziario non superiore a 6000 euro e un ISEE in- feriore a 9360 euro. La durata del beneficio è di 18 mesi con possibilità di pro- roga. Il reddito di cittadinanza decade quando: in caso di manca- ta resa della DID, mancata sottoscrizione del PATTO PER IL LAVORO o del PATTO DELL'INCLUSIONE SOCIALE, mancata partecipazione dei componenti del nucleo familia- re alle iniziative di formazione o di riqualificazione profes- sionale, rifiuto delle tre proposte di lavoro, mancato ag- giornamento della DSU in caso di variazioni di lavoro o del numero dei componenti del nucleo familiare. L'importo erogato mira al raggiungimento di 780 euro mensili. Il REI cessa di esistere con l'entrata in vigore del RdC, i beneficiari possono decidere se passare al RdC o attende- re la scadenza naturale del REI.