Sezione II 1 INTRODUZIONE
La materia ci appare suddivisa in un numero straordinariamente grande di sostanze,
Chimica anche molto diverse l’una dall’altra, tuttavia esiste tra tutte una base comune. L’ipotesi
che la materia consistesse di particelle distinte ed indivisibili dette atomi, dal greco
atomé, affacciata nell’antichità dai filosofi Leucippo e Democrito su basi puramente spe-
culative, era stata ripresa in tempi più recenti ed ha ricevuto all’inizio del secolo XIX una
precisa formulazione quantitativa. Secondo la “Teoria atomica” di J. Dalton, ciascun ele-
INDICE pag. mento era formato da particelle indivisibili chiamate atomi, ciascuna delle quali caratteriz-
zati da proprietà chimiche ben definite.
1 INTRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 1.1 Atomo e molecole.
1.1 Atomo e molecole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 La struttura dell’atomo è costituita da tre particelle subatomiche fondamentali chia-
1.2 Energia di ionizzazione e affinità elettronica. Distribuzione degli elettroni mate protoni, neutroni ed elettroni, di dimensioni assai ridotte che, a seconda del modo in
cui sono capaci di aggregarsi e del loro numero, determinano la differenza tra una
(primi 18 elementi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
sostanza e un’altra.
1.3 Caratteristiche periodiche delle proprietà fisiche e chimiche degli elementi 4 I protoni, di carica positiva, e i neutroni, privi di carica elettrica, si trovano nella parte
1.4 Uso della Tavola periodica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 centrale dell’atomo chiamata nucleo.
1.5 Legame chimico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Gli elettroni, di carica negativa, si muovono ad una certa distanza dal nucleo.
1.6 Interazioni tra molecole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1.7 Valenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9 Tab. II.1.1 Particelle subatomiche fondamentali
1.8 Forma geometrica delle molecole e teoria VSEPR . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
Particelle Massa Carica Simbolo
2 STRUTTURA E TRASFORMAZIONI DELLA MATERIA . . . . . . . . . . . . . . . 11
2.1 Sistemi omogenei ed eterogenei: principali tecniche di separazione . . . . . 11 protone 1,67·1024g 1 p
2.2 Soluzioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
2.3 Concetto di sostanza pura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 elettrone 9,11·1028g 1 e
2.4 Stati di aggregazione e passaggi di stato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
neutrone 1,675·1024g 0 n
2.5 Trasformazioni chimiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
2.6 Principi che regolano le trasformazioni chimiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 Nonostante tale suddivisione, l’atomo è la più piccola parte della materia che rimane
2.7 Numero di Avogadro e concetto di mole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 inalterata nelle reazioni chimiche.
2.8 Nomenclatura e classificazione dei composti chimici . . . . . . . . . . . . . . . . 18 Il numero di protoni contenuti nel nucleo di un atomo viene detto numero atomico e
3 GOVERNO DELLE REAZIONI CHIMICHE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23 indicato con Z; mentre la somma dei protoni più i neutroni costituisce il numero di massa
3.1 Velocità di reazione ed equilibrio chimico. Grandezze termodinamiche . . 23 A. Le particelle che costituiscono il nucleo sono definite nucleoni. Un atomo caratteriz-
3.2 Acidi e basi: definizioni ed equilibri in soluzione. pH . . . . . . . . . . . . . . . . 25 zato da un determinato numero atomico e di massa è chiamato nuclide. Gli atomi di uno
3.3 Reazioni di ossidoriduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 stesso elemento che hanno differente numero di massa sono detti isotopi. In natura posso-
no esistere 92 tipi diversi di atomi che differiscono uno dall’altro per il valore del numero
3.4 Elettrochimica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
atomico.
4 CHIMICA INORGANICA DESCRITTIVA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33 Una sostanza è un insieme di atomi. Si distinguono sostanze costituite da atomi della
4.1 Chimica inorganica descrittiva per alcuni elementi . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33 stessa specie, dette elementi, ciascuno con un nome e indicati con un simbolo internazio-
nale, e sostanze costituite da atomi di specie diverse dette composti o molecole e indicate
5 PRINCIPI GENERALI DI CHIMICA ORGANICA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
5.1 Legami ed ibridazioni del carbonio in chimica organica . . . . . . . . . . . . . . 34 con le formule che precisano quali e quanti atomi sono presenti nel composto.
Le formule contengono dei numeri, detti indici, posti in basso a destra del simbolo per
5.2 Classificazione dei composti organici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
indicare le proporzioni nelle quali gli elementi si trovano nella molecola. Il numero posto
BIBLIOGRAFIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 davanti ai simboli e alle formule viene detto coefficiente e indica il numero di atomi o di
molecole considerate. Per caratterizzare un elemento, a fianco del numero atomico, è
necessario un altro parametro il peso atomico, determinato sperimentalmente per tutti gli
elementi. Questa scala ha come unità di misura l’uma, cioè unità di massa atomica. Essa è
definita come un dodicesimo della massa dell’atomo di Carbonio 12, ossia 1,66·1024 g.
Nel caso dei composti, per ottenere il peso della molecola detto peso molecolare (PM) si
sommano i pesi atomici di tutti gli atomi della molecola. Se un atomo, normalmente privo
CHIMICA II-3 II-4 CHIMICA
di carica poiché il numero di protoni è uguale a quello degli elettroni, perde o acquista uno Tab. II.1.3 Segue
o più elettroni, diventa una particella dotata di carica elettrica: uno ione. Se acquista uno o
più elettroni diventa un anione, ione negativo; se perde uno o più elettroni diventa un Numero atomico Elemento 1° guscio 2° guscio 3° guscio
catione, ione positivo.
6 C 2 4
1.2 Energia di ionizzazione e affinità elettronica. Distribuzione degli elettroni (primi
18 elementi) 7 N 2 5
Per allontanare uno o più elettroni da un atomo occorre fornire energia, detta energia
8 O 2 6
di ionizzazione che viene misurata in kilojoule per mole (kj/mol), in chilocalorie per mole
(kcal/mol) oppure in elettrovolt (eV): 9 F 2 7
1 cal = 4,18 J 1 eV = 1,6·1019 joule = 23,06 kcal/mol 10 Ne 2 8
Se l’elettrone allontanato è il primo elettrone esterno si parla di energia di prima ioniz- 11 Na 2 8 1
zazione, altrimenti di energie di ionizzazione seconda, terza e così via.
Le energie di ionizzazione, come molte altre proprietà degli elementi, sono periodiche 12 Mg 2 8 2
e, come si vede nella tavola periodica degli elementi, tale energia tende ad aumentare con
il crescere del numero atomico in qualsiasi periodo, viceversa in qualsiasi gruppo. 13 Al 2 8 3
14 Si 2 8 4
Tab. II.1.2 Fattori influenzanti l’energia di ionizzazione 15 P 2 8 5
Fattore Effetto 16 S 2 8 6
carica nucleare maggiore è la carica nucleare maggiore è l’energia di ionizzazione 17 Cl 2 8 7
maggiore è l’effetto di schermo, dovuto agli elettroni sottostanti, 18 Ar 2 8 8
effetto di schermo
minore è l’energia di ionizzazione
maggiore è la distanza tra il nucleo e gli elettroni di un atomo 1.3 Caratteristiche periodiche delle proprietà fisiche e chimiche degli elementi
raggio
minore è l’energia di ionizzazione Dalla tabella precedente emerge che le configurazioni elettroniche degli elementi pre-
l’allontanamento di un elettrone da un sottolivello completo o semi sentano una notevole regolarità e si ripetono, al crescere del numero atomico, secondo
sottolivello moduli precisi. Tale disposizione si basa quindi sulla configurazione elettronica degli ele-
completo richiede più energia
menti, elaborata dalla fisica teorica e precisamente dalla Meccanica quantistica.
L’equazione di Schroedinger permette di definire l’orbitale di un elettrone, cioè la
Questi stessi fattori influenzano anche l’affinità elettronica, ovvero l’attrazione eser- probabilità di presenza di un certo elettrone in tutti i punti dello spazio attorno ad un
citata da un atomo nei confronti di elettroni supplementari (energia che si ottiene quando nucleo. Sono stati riscontrati quattro tipi fondamentali di orbitali, indicati con le lettere s,
un atomo acquista elettroni). Da vari esperimenti sull’energia di ionizzazione si può p, d, f.
dedurre che non solo essa varia da un elemento all’altro ma che, all’interno di uno stesso Per costruire la configurazione elettronica di un atomo è necessario ricorrere ai
elemento, tale energia si raggruppa in “fasce”. Ciò ha portato alla conclusione che ogni numeri quantici. Il numero quantico principale, rappresentato con n, indica il livello ener-
gruppo o “fascia” di energia di ionizzazione corrisponde ad un determinato livello energe- getico degli elettroni e può assumere valori da 1 a 7.
tico o guscio elettronico. Il numero quantico secondario, rappresentato con l, indica la forma degli orbitali, che
possono essere a simmetria sferica (orbitale s), a simmetria a due lobi (orbitale p, il quale
Tab. II.1.3 Disposizione elettronica dei primi 18 elementi è disposto lungo tre direzioni tra loro perpendicolari px, py, pz), e a simmetria più com-
plessa (orbitali d e f). Può assumere valori uguali a n1.
Numero atomico Elemento 1° guscio 2° guscio 3° guscio Il numero quantico magnetico, rappresentato con m, indica le possibili orientazioni
degli orbitali nello spazio e può assumere valori compresi fra l e l.
1 H 1
Il numero quantico di spin, rappresentato con s, indica lo spin, cioè il moto di rotazione
2 He 2 di un elettrone attorno al proprio asse e può assumere soltanto due valori: 1/2 e 1/2.
In base al Principio di esclusione di Pauli non possono esistere due elettroni aventi i
3 Li 2 1
quattro numeri quantici uguali, ma devono differire per almeno uno di essi.
4 Be 2 2 Per sapere come e dove si colloca un elettrone bisogna tener presente tre regole:
– un elettrone tende ad assumere lo stato cui corrisponde la quantità più bassa possi-
5 B 2 3 bile di energia;
CHIMICA II-5 II-6 CHIMICA
VIIIA
4,0026
20,183
39,948
Uuo
118
He
Ne
Xe
Rn
Ar
Kr
10
18
36
54
86
2
Per convenzione un quadratino indica un orbitale; una freccetta un elettrone.
Esempio.
18,9984
35,453
79,909
VIIA
Uus
117
At
Br
Cl
17
35
53
85
F
Costruire la configurazione elettronica dell’atomo con Z16. I 16 elettroni si disporranno
I
nel seguente ordine:
30,9738 32,064
168,934 173,04
78,96
VIA
Uuh
116
102
Yb
No
Po
Te
Se
16
34
52
84
70
O
S
8
1s2 2s2 2p6 3s2 3p4
Non metalli
74,9216
208,980
121,75
Uup
VA
Tm
Mb
115
101
As
Sb
Bi
15
33
51
83
69
N
P
7
1.4 Uso della Tavola periodica
Il criterio sul quale Werner ha basato l’attuale disposizione degli elementi nel Sistema
28,086
118,69
207,19
167,26
72,59
Periodico, rielaborando la Tavola periodica degli elementi precedentemente pubblicata
Uuq
IVA
114
100
Fm
Ge
Sn
Pb
Er
14
32
50
82
68
Si
C
6
dal chimico russo Mendelejeff, è il numero atomico. La Tavola periodica degli elementi
di pagina 6 è suddivisa in sette periodi orizzontali, indicati con numeri arabi e corrispon-
26,9815
114,82
204,37
69,72
IIIA
Uut
113
Ho
Ga
Es
Al
Tl
13
31
49
81
67
99
denti ai livelli elettronici e sedici gruppi verticali (otto denominati A e otto denominati B),
In
B
5
indicati con numeri romani (IA, IIA ecc.). Gli elementi di una stessa colonna contengono
107,870 112,40
Uub
IIB
112
Hg
Dy
Cd
Zn
Cf
30
48
80
66
98
proprietà chimiche di un elemento dipendono direttamente dalla configurazione di questo
livello, per cui elementi appartenenti alla stessa colonna avranno proprietà identiche,
63,54
Uuu
111
Ag
Au
Cu
Bk
Tb
IB
29
47
79
65
97
viceversa le proprietà dovranno variare passando da una colonna all’altra.
Osservando la Tavola si individua la divisione degli elementi in tre principali catego-
106,4
Uun
Cm
110
Gd
rie: elementi rappresentativi (metalli, non metalli, semi metalli), elementi di transizione,
Pd
Ni
28
46
78
64
96
Pt
terre rare (lantanidi e attinidi).
101,07 102,905
VIIIB
151,96
I metalli, sinistra-centro della tavola periodica, presentano una serie di caratteristiche
192,2
Am
109
Co
Rh
Mt
Eu
27
45
77
63
95
Ir
peculiari: sono buoni conduttori di elettricità e di calore, sono tutti solidi a temperatura
ambiente, tranne il mercurio che è liquido, hanno una lucentezza appunto metallica ed
150,32
Metalli di transizione
190,2
Sm
108
Ru
Os
Hs
Pu
Fe
26
44
76
62
94
inoltre sono duri, malleabili, duttili ed elastici.
Per i non metalli valgono tutta una serie di caratteristiche opposte, sono gassosi o
VIIB
186,2
solidi a temperatura ambiente tranne il bromo che è liquido.
Mn
Pm
107
Np
Bh
Re
Tc
25
43
75
61
93
I metalli tendono a perdere elettroni (elettropositività), tendenza che aumenta quanto
più ci si avvicina al lato sinistro-basso della Tavola. I non metalli, viceversa, tendono ad
180,948 183,85
140,907 144,24
238,03
95,94
VIB
Mo
106
Nd
Sg
Cr
W
24
42
74
60
92
U
acquistare elettroni (elettronegatività) e ciò avviene quanto più ci si avvicina al lato
50,942
92,906
VB
105
Nb
Db
Ta
Pa
Pr
23
41
73
59
91
Gli elementi del I gruppo A sono detti metalli alcalini perché i loro ossidi in acqua
V
danno luogo a soluzioni fortemente basiche o alcaline.
232,038
178,49
140,12
Quelli del II A sono detti metalli alcalino-terrosi perché sono quasi sempre insolubili
47,90
91,22
IVB
104
Ce
Th
Hf
Rf
Zr
Ti
22
40
72
58
90
in acqua, cioè hanno caratteristiche terrose, ma alcaline in quanto la piccola quantità che
si scioglie è sufficiente per dare all’acqua una reazione basica o alcalina.
44,956
88,905
174,97
138,91
IIIA
103
Ac
Lu
La
Sc
Lr
21
39
71
57
89
Y
Gli elementi del VII A sono detti alogeni cioè generatori di sali per la facilità con la
quale si combinano direttamente con i metalli formando dei sali.
Il gruppo VIII A o gruppo “0” è formato da gas inerti o nobili e cioè da elementi che
**
**
*
*
hanno una tendenza pressoché nulla a reagire con altri elementi, in base alla legge
9,0122
22,9898 24,312
132,905 137,34
40,08
87,62
dell’ottetto (l’orbitale più esterno ha il massimo numero di elettroni) tali elementi sono
IIA
Mg
Be
Ca
Ba
Ra
Sr
12
20
38
56
88
4
particolarmente stabili.
Lantanidi
Gli elementi di transizione sono disposti nella zona centrale della Tavola, costitui-
1,00797
Attinidi
39,102
6,939
85,47
Rb
Na
IA
Cs
Li
11
19
37
55
87
Fr
H
K
1
3
scono otto gruppi B e sono quegli elementi con orbitali d. Tali elementi hanno caratteristi-
che metalliche. La serie dei lantanidi è costituita da elementi con orbitali 4 f, si trovano
nella prima fascia esterna della Tavola e sono così chiamati avendo le caratteristiche chi-
1
7
miche del lantanio, primo elemento di questa serie.
CHIMICA II-7 II-8 CHIMICA
La serie degli attinidi è costituita da elementi con orbitali 5 f, si trovano nella seconda
fascia esterna della Tavola e prendono il nome dal primo elemento: l’attinio.
Legame covalente polarizzato: acido cloridrico
H Cl H Cl
Un’importante grandezza, dalla quale dipendono moltissime proprietà fisiche e chimi-
che, è l’elettronegatività, cioè la tendenza relativa di un atomo, legato covalentemente, ad H Cl
attrarre a sè gli elettroni del legame. Il fluoro ha l’elettronegatività più alta di tutti gli ele-
menti. I fattori che influenzano le elettronegatività degli elementi sono gli stessi che inter- I legami esaminati non spiegano le proprietà dei metalli (capacità di condurre calore
vengono nelle energie di ionizzazione e nelle affinità elettroniche. ed elettricità) per i quali è stato studiato un modello che costituisce il legame metallico.
Gli elementi aventi valori intermedi di elettronegatività presentano un comportamento Secondo questo modello esistono delle zone proibite (brevi vuoti di energia) e delle bande
intermedio tra quello dei metalli e dei non metalli e sono detti anfoteri. di conduzione (energia leggermente più elevata). Se si applica una fonte di energia gli
1.5 Legame chimico elettroni possono saltare alla banda di conduzione e qui possono propagarsi in qualsiasi
In senso ristretto la definizione di legame chimico è riservata a quelle forze attrattive parte del metallo (vengono definiti elettroni delocalizzati). Gli elettroni delocalizzati sono
tra atomi, che risultano sufficientemente intense da permettere la formazione di un aggre- come una nube negativa che circonda e trattiene gli ioni positivi ed è l’interazione tra
gato atomico stabile ed individuale come una entità distinta. In questo senso sono defini- nube negativa e ioni positivi a costituire il legame metallico.
bili legami chimici le forze attrattive che tengono insieme gli atomi di una molecola o gli Nei non metalli la zona proibita è costituita da un grande intervallo di energia; ne
ioni di un cristallo. Non sono invece definibili legami chimici le forze attrattive (molto consegue che essi non conducono elettricità e vengono chiamati isolanti.
più deboli) che si esercitano, ad esempio, tra molecole diverse, nonostante che tali forze Nei semiconduttori la zona proibita è limitata, pertanto se gli elettroni ricevono abba-
intermolecolari siano anch’esse della massima importanza, in quanto influenzano le pro- stanza energia per oltrepassare la zona proibita possono condurre corrente.
prietà di un dato composto (struttura cristallina, punto di fusione ed ebollizione, durezza
ecc.).
Esistono due tipi di legame:
– i legami covalenti o omopolari che si formano per condivisione o messa in comune banda di conduzione
di elettroni spaiati tra atomi dello stesso tipo o tra atomi diversi; vi possono essere anche banda di conduzione
banda di conduzione
legami covalenti doppi o tripli tra atomi che condividono più di due elettroni sono dovuti
ENERGIA
alla sovrapposizione di due orbitali di due atomi che mettono in compartecipazione una zona zona proibita
proibita
coppia elettronica, che viene rappresentata nelle formule di struttura (le formule di strut-
tura riportano i legami covalenti e gli elettroni esterni dei vari atomi) con uno o più trattini banda occupata banda occupata
posti tra i due atomi; parzialmente completamente
dagli elettroni banda occupata dagli elettroni
– i legami ionici che si formano perché gli atomi degli elementi tendono a completare completamente
i loro ottetti per perdita o acquisto di elettroni da parte dello strato elettronico più esterno. dagli elettroni
In natura tali composti si trovano allo stato di solidi cristallini, formati da aggregati di ioni
METALLI ISOLANTI SEMICONDUTTORI
di segno opposto, tenuti insieme da forze elettrostatiche per le quali vale la legge di Cou-
lomb.
Il tipo di legame dipende dalla differenza di elettronegatività fra due atomi reagenti e Fig. II.1.1 Comportamento dei metalli, isolanti e semiconduttori.
il valore di riferimento è 1,67: si ha un legame covalente quando le differenza di elettrone-
gatività è inferiore a 1,67; mentre si ha un legame ionico quando tale differenza è supe- 1.6 Interazioni tra molecole
riore a 1,67. Si è già accennato all’esistenza di cariche parziali di alcune molecole discutendo i
Il legame covalente i distingue ulteriormente in legame covalente puro quando esso si legami cosiddetti intramolecolari. Tali molecole utilizzano questi caratteri per dar luogo
stabilisce fra atomi aventi uguale elettronegatività o fra atomi uguali e in legame cova- ad interazioni intermolecolari, basate cioè su forze che si stabiliscono tra molecole
lente polarizzato quando si stabilisce fra atomi aventi diversa elettronegatività, che viene diverse.
misurata in unità Pauling da un minimo di 0,7 uP per l’atomo di cesio ad un massimo di 4 Si possono formare tre tipi di interazioni intermolecolari:
uP per l’atomo di fluoro (ai gas nobili viene assegnato il valore 0). Nella molecola si – il legame dipolo-dipolo o legame dipolare quando le molecole si legano tra loro per
forma una parziale carica positiva e una parziale carica . attrazione elettrostatica, affiancando le diverse parti polarizzate;
– i legami di Van der Waals quando si esercitano attrazioni di natura elettrostatica fra
Esempi: molecole non polari che si caricano momentaneamente sulla superficie di contatto tra le
molecole;
Legame ionico: cloruro di sodio Na Cl Na Cl – il legame ad idrogeno quando tra le molecole si formano dei legami o ponti formati
da un idrogeno con carica parziale (ad esempio l’acqua si trova allo stato liquido a pres-
sione e temperatura normali proprio per queste interazioni).
Legame covalente puro: idrogeno H H H H Il legame di Van der Waals è più debole del legame dipolo-dipolo che, a sua volta, è
più debole del legame ad idrogeno.
CHIMICA II-9 II-10 CHIMICA
Da ciò si possono dedurre le formule di struttura, cioè il modo in cui sono concatenati Cl
gli atomi tra loro all’interno della molecola.
cloruro di boro BCl3 disposizione trigonale plana-
B re: 3 coppie di elettroni
Tab. II.1.5 Formula bruta e di struttura
Cl 120° Cl
Formula bruta Formula di struttura
H
H
NH3 ammoniaca metano CH4 disposizione tetraedrica: 4
N H C coppie di elettroni
H H
H
H
HCl acido cloridrico H Cl
Cl
H
pentacloruro di fosforo PCl 5 Cl Cl disposizione a bipiramide tri-
P gonale: 5 coppie di elettroni
CH4 metano H C H Cl
Cl
H
F
H
H2S acido solfidrico S F
esafloruro di zolfo SF6 F F disposizione ottaedrica: 6
H S coppie di elettroni
F
Gli angoli formati dai vari trattini non rispecchiano la reale geometria spaziale degli
F
atomi, per cui è necessario ricorrere alla teoria VSEPR.
CHIMICA II-11 II-12 CHIMICA
2 STRUTTURA E TRASFORMAZIONI DELLA MATERIA Le soluzioni vengono dette sature quando, ad una determinata temperatura, conten-
2.1 Sistemi omogenei ed eterogenei: principali tecniche di separazione gono la massima quantità di soluto che può essere sciolto a quella temperatura. Tale quan-
I materiali possono essere classificati in due categorie: i materiali omogenei e i mate- tità viene definita solubilità del composto a quella temperatura e per un dato volume. Se si
riali eterogenei. supera il valore di solubilità il soluto in eccesso precipita, formando il corpo di fondo o
I primi sono costituiti da una sola fase: la fase è una porzione di materiale che pre- precipitato. Se, con vari metodi, il corpo di fondo viene sciolto, la soluzione si dice sovra-
senta proprietà costanti in ogni suo punto. satura.
I materiali eterogenei sono quelli costituiti da più fasi. La pressione ha un modesto effetto sulle soluzioni, a meno che il soluto sia un gas. La
Esistono vari tipi di miscugli eterogenei: legge di Henry afferma che la quantità di un gas che si scioglie in un liquido ad una data
– miscugli: solidi con solidi; temperatura è direttamente proporzionale alla pressione parziale del gas stesso.
– sospensioni: solidi con liquidi; Per concentrazione di una soluzione si intende il rapporto tra la quantità di soluto e la
– emulsioni: liquidi con liquidi; quantità di solvente. Le soluzioni sono dette concentrate o diluite a seconda della mag-
– fumi: solidi con gas; giore o minore quantità di soluto disciolto a parità di solvente.
– nebbia: liquidi con gas. Ci sono modi diversi per esprimere il rapporto quantitativo fra la sostanza disciolta e
la soluzione.
L’unità di concentrazione più semplice è la molarità M. Essa esprime il numero di
Tab. II.2.1 Tecniche di separazione dei miscugli eterogenei moli contenute in un litro di soluzione.
Tecniche Principio Esempio
M = moli di soluto-
-------------------------------- (II.2.1)
filtrazione diversa dimensione polvere ed aria 1000 ml
ad un impulso di corrente ad alta frequenza; opache se sottoposte ad un impulso a bassa Diversamente dai solidi e dai liquidi tutte le sostanze gassose, anche se molto diverse
frequenza. fra loro, presentano notevoli uniformità di comportamento fisico.
A) Il numero di ossidazione di un sostanza allo stato elementare è 0. Composti binari: prima si scrive il nome dell’elemento che ha carica negativa, poi si
B) Il numero di ossidazione di uno ione monoatomico è uguale alla carica dello ione. aggiunge il nome dell’elemento di carica positiva. Il nome dell’elemento negativo va
C) Il numero di ossidazione dell’atomo di idrogeno nella maggior parte dei composti modificato con il suffisso -uro; tranne per l’ossigeno che prende il nome di ossido.
è 1. Negli idruri è 1.
D) Il numero di ossidazione degli atomi di ossigeno nella maggior parte dei composti Esempi. Assegnare il nome dei seguenti composti.
è 2. Nei perossidi è 1. NaCl = cloruro di sodio
E) La somma dei numeri di ossidazione di tutti gli atomi in una molecola deve essere CaO = ossido di calcio
uguale alla carica apparente di quella specie. Fe2O3= triossido di ferro (III)
F) Nei composti, gli elementi del IA e del IIA e l’alluminio hanno numeri di ossida- Composti ternari. il nome dell’elemento caratteristico dell’anione poliatomico termi-
zione positivi uguali al numero del gruppo cui appartengono. nerà in -ato e sarà preceduto dal nome che indica gli atomi di ossigeno; a tutto questo si
aggiunge il nome dello ione positivo.
Tab. II.2.9 Numeri di ossidazione di alcuni elementi
Esempi. assegnare il nome dei seguenti composti.
1 ferro (II) Fe2 4 7 K2SO3 = triossosolfato (IV) di dipotassio
idrogeno H+ piombo (II) Pb+2 piombo (IV) Pb+4 manganese (VII) Mn+7 H2SO4 = tetraossosolfato (IV) di diidrogeno
H3PO4 = tetraossofosfato (IV) di triidrogeno
rame (I) Cu+ stagno (II) Sn+2 stagno (IV) Sn+4 1
La nomenclatura tradizionale si basa, invece, sulle caratteristiche metalliche e non
sodio Na + zinco Zn +2 silicio (IV) Si +4 bromuro Br metalliche degli elementi che costituiscono un composto chimico.
Una prima grande classificazione suddivide i composti in composti organici, nei quali
litio Li+ mercurio (II) Hg+2 germanio (IV) Ge+4 cloruro Cl
il carbonio costituisce l’elemento principale, ed composti inorganici, quelli che si origi-
potassio K+ manganese (II) Mn+2 carbonio (IV) C+4 ioduro I nano dalle più svariate combinazioni di tutti gli elementi. Le regole che seguono si adat-
tano prevalentemente ai composti inorganici.
argento Ag + carbonio (II) C+2 manganese (IV) Mn+4 fluoruro F Ossidi. composti binari, formati da metalli ed ossigeno. Se il metallo ha un solo
+2 +3 +5 2 numero di ossidazione il nome viene assegnato aggiungendo al termine ossido il nome del
metallo. Se invece il metallo ha due numeri di ossidazione, il metallo con il numero di
magnesio Mg +2 alluminio Al +3 azoto (V) N +5 ossido O2 ossidazione più basso prende il suffisso -oso, mentre quello con il numero di ossidazione
più alto -ico.
berillio Be +2 cromo (III) Cr+3 fosforo (V) P+5 solfuro S2
bario Ba+2 ferro (III) Fe+3 +6 -3 Esempi.
CaO = ossido di calcio
calcio Ca+2 bismuto (III) Bi+3 cromo (VI) Cr+6 nitruro N3 FeO = ossido ferroso (Fe2+)
Fe2O3 = ossido ferrico (Fe3+)
cadmio Cd+2 azoto (III) N+3 manganese (VI) Mn+6 fosfuro P3
Perossidi: composti binari caratterizzati dalla presenza di due ossigeni legati tra loro,
rame (II) Cu+2 fosforo (III) P+3 in cui l’ossigeno ha il numero di ossidazione 1. Al termine perossido si aggiunge il nome
del metallo.
Tale numero è negativo se l’atomo acquista elettroni, positivo se ne perde; il segno o
, ad esponente di un simbolo, può essere messo indifferentemente prima o dopo il Esempi.
numero. H2O2 = perossido di idrogeno o acqua ossigenata
Nell’esempio seguente si mostra il procedimento da seguire quando risulti necessario Na2O2 = perossido di sodio
calcolare il numero di ossidazione degli elementi di un composto partendo dalla formula
chimica del composto stesso, tenendo presente che la carica del composto deve essere Idrossidi o basi: composti ternari, caratterizzati dal gruppo funzionale ossidrile mono-
sempre pari a 0. valente negativo OH.
Esempio: Calcolare il numero di ossidazione dell’azoto nel composto HNO2. Per il nome si usa lo stesso procedimento degli ossidi, cambiandolo in idrossidi di ...
L’equazione da impostare è: Esempi.
1·(+1) + 1·(x) + 2·(2) = 0 x=3 NaOH = idrossido di sodio
Fe(OH)2= idrossido ferroso
I composti vengono indicati sia con un nome razionale sia con un nome tradizionale.
Nel 1959 la IUPAC (International Union of Pure and Applied Chemistry) ha intro- Anidridi o ossidi acidi: composti binari, caratterizzati dalla presenza di un non metallo
dotto la nomenclatura razionale basata sulla distinzione tra composti binari e ternari. e ossigeno. La Tab. II.2.10 elenca i nomi degli anidridi in relazione alla loro valenza.
CHIMICA II-21 II-22 CHIMICA
Esempi.
acido metafosforoso:
Tab. II.2.10 Nomenclatura anidridi
+
Valenza Nome Esempio
acido pirofosforoso:
1 sola valenza anidride .........ica anidride carbonica +
minore anidride ........osa anidride fosforosa acido ortofosforoso
2 valenze
maggiore anidride .........ica anidride fosforica
+
1 anidride ipo.....osa anidride ipoclorosa Sali: composti che derivano dagli acidi per sostituzione parziale o totale di atomi di
3 anidride .........osa anidride colorosa idrogeno con atomi di metalli. Si distinguono in sali binari e ternari.
4 valenze
5 anidride .........ica anidride clorica – Sali binari: metallo + non metallo.
7 anidride per.....ica anidride perclorica Si aggettiva il nome del non metallo con desinenza -uro e si fa seguire dal nome del
metallo.
– sali doppi: sono formati dall’unione di due sali semplici Se Ke 1 la concentrazione dei prodotti è minore della concentrazione dei reagenti, la
reazione è spostata verso sinistra;
Esempi. Il principio dell’equilibrio mobile di Le Chatelier afferma che, se ad un sistema chiuso
NaKSO4 = solfato di sodio e di potassio in equilibrio viene applicata una perturbazione, l’equilibrio si sposta in modo da contrap-
CaMg(CO3)2 = carbonato doppio di calcio e magnesio porsi alla perturbazione stessa.
La termodinamica fornisce i criteri generali per stabilire il verso di una trasformazio-
3 GOVERNO DELLE REAZIONI CHIMICHE ne chimica, in base ad alcune grandezze macroscopiche, dette funzioni di stato: energia
interna (U), entalpia (H), entropia (S), ed energia libera (G).
3.1 Velocità di reazione ed equilibrio chimico. Grandezze termodinamiche L’energia interna si ottiene sommando l’energia cinetica e potenziale delle particelle
La velocità di una reazione è la misura della variazione della concentrazione dei rea- che costituiscono il sistema ed è la quantità di calore scambiata a volume costante in una
genti o dei prodotti nell’unità di tempo reazione chimica.
L’entalpia è la quantità di calore scambiata a pressione costante in una reazione chi-
velocità = k · concentrazione (II.3.1) mica.
= = (II.3.2)
NH3 gas 11,04 Cu2O solido 40,4
CO gas 26,41 ZnO solido 83,2
Se Ke 1 la concentrazione dei prodotti è maggiore della concentrazione dei reagenti;
la reazione è spostata verso destra;
CO2 gas 94,05 ZnS solido 48,5
CHIMICA II-25 II-26 CHIMICA
In unità entropiche (ue) cioè cal/K o J/K. HOOCCOO 6,40·105 H2PO3 2,60·107
Esprime il grado di disordine di un sistema.
L’energia libera è il lavoro massimo effettuabile da un sistema. CH3CH2COOH 1,34·105 H3PO2 7,94·102
G= H T S C6H5COOH 6,46·105 H 2S 1,32·107
G < 0: reazione spontanea, 7,30·1010 1,10·1013
H3BO3 HS
G = 0: reazione all’equilibrio,
G > 0: reazione non spontanea. H2BO3 1,80·1013 HSO4 1,20·102
3.2 Acidi e basi: definizioni ed equilibri in soluzione. pH.
Nel 1923 Broensted e Lowry affermarono che in una reazione chimica gli acidi sono HBO32 1,60·1014 H2SO3 1,54·102
sostanze capaci di donare protoni H+, mentre le basi sono sostanze capaci di accettare pro-
toni H+. Sempre secondo questa teoria non esistono in assoluto sostanze a comportamento H2CO3 4,30·107 HSO3 1,02·107
unico, ma tutto dipende dalla maggiore o minore affinità per gli ioni H+ delle varie specie
chimiche che vengono ad incontrarsi nel corso delle reazioni. HCO3 5,61·1011 HBrO 2,06·109
Non tutti gli acidi e non tutte le basi si trovano completamente ionizzati in soluzione
acquosa:
HCN 4,93·1010 HClO 2,95·105
CHIMICA II-27 II-28 CHIMICA
Le soluzioni tampone hanno la proprietà di non modificare significativamente il pH BaCO3 8,10·1010 PbS 8,40·1028
della soluzione quando vengono loro aggiunte piccole quantità di acido o di base. BaSO4 1,08·1010 PbSO4 1,90·108
Esempio. Come funziona il sistema tampone. CaCO3 8,70·109 ZnS 1,20·1023
CH3COOH/CH 3COONa
CHIMICA II-29 II-30 CHIMICA
Esempi. Preparazione acqua ossigenata, ipoclorito di sodio, sodio, purificazione del rame Il fluoro è l’elemento chimico più elettronegativo e più reattivo; trova applicazione
e altro. nella preparazione dei composti organici sintetici come il freon.
Il cloro, molto solubile in acqua, permette di produrre acido cloridrico impiegato
4 CHIMICA INORGANICA DESCRITTIVA dall’industria tessile a quella dei prodotti organici.
4.1 Chimica inorganica descrittiva per alcuni elementi – Elementi e composti dell’ VIIIA: He, Ne, Ar, Kr, Xe, Rn.
Per la loro configurazione elettronica sono molto stabili; possono essere utilizzati sia
– Elementi e composti del gruppo IA: Li, Na, K, Rb, Cs, Fr.
per riempire i bulbi delle lampadine sia per riempire gli aerostati.
Sono metalli molto reattivi, si presentano come solidi bianco-argentei, teneri, che
imbruniscono facilmente all’aria; hanno la più bassa elettronegatività ed altissima condu- – Elementi di transizione.
cibilità elettrica. Tendono a comportarsi come metalli; quasi tutti hanno una rilevante importanza indu-
Il sodio è uno degli elementi più diffusi in natura; i suoi composti più importanti sono striale.
i cloruri; viene impiegato nell’industria alimentare, per l’alimentazione dell’uomo e degli Il rame presenta elevata conducibilità elettrica e termica.
animali domestici. È usato nell’industria della carta, dei saponi, dei detersivi, dei vetri. Il mercurio scioglie quasi tutti i metalli.
Il potassio, anch’esso molto abbondante in natura, è presente soprattutto nei silicati. Il cromo è un costituente dell’acciaio inossidabile.
Il ferro è il più importante dal punto di vista industriale.
– Elementi e composti del IIA: Be, Mg, Ca, Sr, Ba, Ra.
Sono molto leggeri, reattivi e caratterizzati da bassa elettronegatività. Non esistono
liberi in natura ma combinati in composti, in gran parte costituiti da ioni. 5 PRINCIPI GENERALI DI CHIMICA ORGANICA
Il magnesio è relativamente abbondante nella crosta terrestre; viene impiegato per la 5.1 Legami ed ibridazioni del carbonio in chimica organica
produzione di leghe metalliche leggere ad alta resistenza, utilizzate nell’industria aero- La chimica organica viene definita come la chimica dei composti del carbonio. I com-
nautica. Le lampadine dei flash contengono spesso un filamento di magnesio. posti organici, a differenza di quelli inorganici, hanno proprietà simili e il loro costituente
– Elementi e composti del IIIA: B, Al, Ga, In, Tl. principale è un elemento molto versatile. È infatti in grado di ibridare i propri orbitali.
Presentano proprietà chimiche intermedie tra quelle dei metalli e quelle dei non metalli. L’ibridazione è il mescolamento di orbitali per ottenerne altri con uguale forma ed ener-
L’alluminio è l’elemento più importante del gruppo, è estremamente leggero, tenero, gia.
pieghevole, ottimo conduttore di elettricità e di calore e resistente all’attacco di agenti La configurazione elettronica del carbonio è
atmosferici; viene utilizzato nella formazione di leghe estremamente leggere e resistenti.
1s2 2s2 2p2
– Elementi e composti del IVA: C, Si, Ge, Sn, Pb.
I tipi di ibridazione sono:
Carbonio e silicio tendono a reagire formando legami covalenti. Stagno e piombo pre-
sentano invece, caratteri decisamente metallici. – ibridazione sp3: molecola satura, presenza di legami semplici;
Per il carbonio si veda il Cap. 5. – ibridazione sp2: molecola insatura, presenza di un doppio legame;
Il silicio è il secondo elemento in ordine di abbondanza presente sulla crosta terrestre; – ibridazione sp: molecola insatura, presenza di un triplo legame.
viene utilizzato in moltissime industrie, dall’elettronica a quelle delle porcellane e dei
vetri. Una successione di atomi di carbonio legati tra loro prende il nome di catena, che può
– Elementi e composti del VA: N, P, As, Sb, Bi. contenere legami semplici, doppi o tripli; si possono avere catene aperte e chiuse; le
Presentano carattere non metallico. prime si distinguono in dritte e ramificate, nel secondo caso si creano delle configurazioni
L’azoto si trova soprattutto nell’aria atmosferica; in natura esiste un solo minerale di ad anello o cicliche.
azoto, il nitrato di sodio, utilizzato come concime. Viene usato per la sintesi di composti Nei composti organici perciò la formula di struttura è fondamentale. Infatti questi
di interesse industriale: dall’ammoniaca ai fertilizzanti. composti possono essere isomeri, cioè sostanze che hanno la stessa formula bruta, ma
Il fosforo è un elemento estremamente reattivo; sotto forma di fosfati viene utilizzato diversa formula di struttura.
come fertilizzante. Il modo migliore per descrivere le molecole organiche è la formula razionale, che evi-
denzia il punto caratteristico della molecola.
– Elementi e composti del VIA: O, S, Se, Te, Po.
5.2 Classificazione dei composti organici
Hanno spiccato carattere di non metalli.
I composti organici si possono classificare secondo tre criteri:
L’ossigeno è l’elemento più abbondante della crosta terrestre; è uno degli elementi più
– tenendo conto degli elementi: sostanze binarie (C, H); sostanze ternarie (C, H, O);
elettronegativi e più reattivi.
sostanze quaternarie (C, H, O e un altro elemento);
Lo zolfo non è un elemento molto abbondante in natura, serve per produrre acidi e sali
– tenendo conto della forma della molecola: composti alifatici o della serie grassa,
con numerosi utilizzi: dalla radioscopia ai fertilizzanti.
possono essere ciclici o aciclici; aromatici con struttura ad anello; eterociclici con,
– Elementi e composti del VIIA: F, Cl, Br, I, At. nell’anello, un atomo diverso da quello del carbonio;
Hanno caratteristiche non metalliche e formano facilmente sali. – tenendo conto del gruppo funzionale che li caratterizza.
CHIMICA II-35 II-36 CHIMICA
O O
11. Aldeidi R C 15. Esteri R C
Il gruppo carbonile è un gruppo Si ottengono dalla reazione di
funzionale estremamente im- un acido carbonilico con un
H portante per la chimica organica O R’ alcool.
sintetica per la facilità di rea- In ambiente basico subiscono il
O O zioni di addizione. processo di saponificazione. I
O grassi sono gli esteri della glice-
Sono molto usate nell’industria
farmaceutica. acetato di metile rina con gli acidi grassi.
H C CH3 C
CH3C OCH3
H H
aldeide formica aldeide acetica
O Hanno punti di fusione ed ebol-
R1 lizione molto elevati come con-
16. Ammidi R C seguenza dei forti legami di
12. Chetoni C O Contengono anch’essi il gruppo
carbonile. A differenza delle idrogeno.
aldeidi, i chetoni si ossidano
NH2 Sono utilizzate come fertiliz-
R2 zanti e nelle industrie di materie
con maggiore difficoltà.
Sono usati soprattutto come sol- plastiche.
O Le proteine, sostanze fonda-
CH3 C CH3 venti organici.
mentali per la vita, sono delle
acetone (dimetilchetone) formammide poliammidi.
H C NH2
O
O
A rigor di termini sono dei Una caratteristica di certe molecole organiche è quella di unirsi in gran numero per
dichetoni ciclici coniugati. La
C più caratteristica e importante formare lunghe catene di peso molecolare molto elevato dette macromolecole o polimeri.
reazione è la riduzione dei cor- I polisaccaridi e le proteine sono due esempi di polimeri naturali. La polimerizzazione
CH CH rispondenti idrossidurati aroma- può essere eseguita anche in laboratorio, ottenendo dei polimeri artificiali.
tici. I campi di applicazione di questi nuovi materiali vanno dalle tecnologie nucleari, ai
13. Chinoni Un’applicazione pratica si ha in
CH CH fotografia. Molte sostanze natu- componenti per elettrotecnica, dalle telecomunicazioni all’informatica, dall’aeronautica
rali posseggono strutture di tipo all’edilizia non tradizionale.
C chinonico (vitamina K1).
Sono tutti colorati e infatti ser- Tab. II.5.2 Principali Polimeri e loro caratteristiche
vono come coloranti naturali.
O Nome Formule del monomero e del
Caratteristiche
1,4 benzochinone (nomi commerciali) polimero
O H H
Viene utilizzato per imbal-
14. Acidi carbossilici R C Presentano punti di fusione ed 1. Polietilene C C laggi, come isolante per cavi,
ebollizione più elevati di quelli per nastri adesivi e rive-
degli alcooli. I loro sali sono H H stimenti vari.
H
solubili in acqua. Gli acidi a CH2 CH2 CH2
basso peso molecolare hanno un
O O caratteristico odore pungente,
quelli da C4 a C8 sgradevole. 2. Propilene (moplen) CH3 CH CH2
H C CH3 C Sono molto usati nelle industrie CH CH2 CH2 CH2 Ha ottime proprietà mecca-
farmaceutiche e alimentari. niche e ha gli stessi impieghi
OH OH del polietilene.
acido formico acido acetico CH3 CH3
CHIMICA II-39 II-40 CHIMICA
C 6H 5 C 6 H5 H2CO3 C 6H 4 C6H4OH
HO C
H H Materiali molto resistenti agli
R agenti chimici; vengono uti-
4. Polivinilcloruro C C lizzati nel campo dell’elettro-
nica; serve per vetri di sicu-
H Cl Si usa nel settore dell’isola- R O rezza.
mento elettrico, in edilizia,
per imballaggi.
CH CH2 CH CH2
O C 6H 4 C C 6H 4 O C
Cl Cl
R
CH3 10. Poliuretani
R O C N R’ N C O Utilizzati per costruzioni
5. Polimetilacrilato (plexiglas) CH2 C meccaniche, come isolanti,
H H come colle, fibre sintetiche.
COO CH3 O O
Materiale molto resistente, u-
CH3 tilizzato in meccanica, per fi- 11. Resine siliconiche
bre sintetiche, per film. Sono usate come lubrificanti,
idrorepellenti ed anche come
CH2 C CH2 O Si O Si O materiale plastico nell’indu-
stria elettrica.