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56 Pieri M. (2014). Le tecnologie nel rapporto tra scuola e famiglia. TD Tecnologie Didattiche, 22 (1), pp.

56-58
EXPERIENCES

L’opinione dei protagonisti

LE TECNOLOGIE The opinions of those involved

NEL RAPPORTO TRA


SCUOLA E FAMIGLIA
ESPERIENZE

Technologies and school-family relations


pio e-mail e sms), avviso ai genitori di assenze (gior-
naliere e periodiche) e ritardi dei figli/studenti, preno-
tazione dei colloqui con i docenti, visualizzazione del-
la pagella in formato elettronico e rilascio di certifica-
ti scolastici. L’introduzione delle tecnologie nel rap-
porto tra la scuola e la famiglia è oggetto di diversi
studi a livello internazionale (Somekh, Mavers e Le-
win, 2001; Telem e Pinto, 2006; Feito, 2009; Lewin
e Luckin, 2010; Hohlfeld, Ritzhaupt e Barron, 2010;
Michelle Pieri | Aguilar e Leiva, 2012) mentre a livello nazionale que-
Università degli Studi di Milano-Bicocca | Milano (IT) sto tema è ancora decisamente poco trattato (Pieri,
2005). Riteniamo che sia importante occuparsi di
* Piazza dell’Ateneo Nuovo 1, 20126 Milano, Italia | michelle.pieri@unimib.it
questo tema per evitare che l’introduzione delle tec-
nologie nel prezioso e delicato rapporto tra scuola e
La creazione di un clima di collaborazione e la costru- famiglia avvenga in modo acritico, dettata dalle logi-
zione di legami forti e stabili fra scuola e famiglia han- che di mercato o da un desiderio talvolta naïf di sta-
no un impatto positivo non solo sul rendimento scola- re al passo con i tempi (Pieri, 2012). Il fine di questo
stico (Hallgarten, 2000; Epstein, 2001) ma anche lavoro è comprendere la rappresentazione che docen-
sul benessere generale degli studenti (Boal, 2004). ti, discenti e genitori hanno delle tecnologie nel rap-
Da qualche anno le tecnologie sono entrate nel rap- porto tra la scuola e la famiglia.
porto tra scuola e famiglia. In Italia, nel 2010, il Mi-
nistro per la pubblica amministrazione e l’innovazio- METODOLOGIA
ne e il Ministro dell’istruzione, dell’università e della Per poter indagare non solo le rappresentazioni par-
ricerca, congiuntamente al Dipartimento dell’innova- ziali caratteristiche di un certo individuo o di un certo
zione tecnologica della Presidenza del Consiglio dei gruppo, ma come viene sviluppato, in generale, il di-
Ministri hanno avviato il progetto “Servizi scuola-fa- scorso intorno al tema in oggetto, sono stati realizza-
miglia via web”1, denominato “Scuola mia”. Con que- ti sei focus group, due con i docenti, due con i geni-
sto progetto viene messa a disposizione delle istituzio- tori e due con i discenti di due scuole secondarie su-
ni scolastiche una piattaforma tecnologica che per- periori tra loro equivalenti per caratteristiche socio-
mette alle scuole di erogare, in modalità standardiz- economiche del bacino di utenza, ma diverse per col-
zata e secondo precise policy di sicurezza e di acces- locazione geografica. Una scuola si trova a Milano,
sibilità, alcuni servizi via Internet alla propria comuni- l’altra a Piacenza. Milano e Piacenza non si differen-
tà di utenti, e in particolare alle famiglie dei propri stu- ziano solo per le dimensioni, ma anche per il livello di
denti. I dati necessari all’erogazione dei servizi vengo- controllo sociale degli studenti: molto elevato a Pia-
no ricavati dai sistemi di gestione della segreteria sco- cenza, meno forte a Milano.
lastica, o da applicazioni complementari, e conflui- Ai focus group di Milano hanno partecipato 9 docen-
scono nel portale centralizzato secondo modalità au- ti, 7 studenti e 8 genitori, mentre a quelli di Piacenza
tomatiche che non comportano ulteriore aggravio di hanno preso parte 6 docenti, 10 studenti e 8 genito-
lavoro per le segreterie scolastiche. Nel portale dei ri. I docenti e i genitori sono stati reclutati attraverso
“Servizi scuola-famiglia via web” sono state imple- un criterio di partecipazione volontaria mentre, per
mentate diverse applicazioni, tra queste: comunica- quanto riguarda gli studenti, i partecipanti sono stati
zioni della scuola alle famiglie selezionati tra i rappresentanti di classe. Queste mo-
1 http://scuolamia.pubblica.istruzione.it attraverso vari canali (ad esem- dalità organizzative sono state scelte per indagare
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meglio le problematiche peculiari di ciascun gruppo dre mi dice portati dietro il cellulare così se hai bi-
ed evitare l’emergere di divergenze basate principal- sogno mi chiami, se ho bisogno ti chiamo io») o per
mente sugli stereotipi delle differenze tra i gruppi. La gli imprevisti («c’è l’ingorgo, arrivo in ritardo»).
traccia della discussione dei sei focus group è partita Per quanto riguarda l’invio di sms ai genitori per co-

ESPERIENZE
dal rapporto fra scuola e famiglia a livello generale municare l’assenza del figlio, sia gli studenti di Mila-
(«Come vedete il rapporto scuola famiglia?», «Quale no sia quelli di Piacenza pensano che possa aumen-
è il suo scopo?», «Come è ora?», «Come vorreste che tare il livello d’ansia dei genitori, ma con conseguen-
fosse?») per poi focalizzarsi sulle tecnologie e sul loro ze diverse. A Milano gli studenti ritengono che un sms
ruolo nel rapporto scuola famiglia («Che rapporto potrebbe avere un impatto molto forte sui genitori
avete con le tecnologie?», «Come vedete le tecnolo- («tuo figlio non è a scuola se arriva un sms così alla
gie nel rapporto scuola famiglia?», «Come vedete le mamma al supermercato le prende un colpo perché
tecnologie mobile nel rapporto scuola famiglia?»). non sa dove è il figlio», «se lo sa due mesi dopo fa
Tutti i focus group sono durati circa 60 minuti, sono meno effetto che se lo sa al momento», «un contat-
stati videoregistrati e documentati attraverso note di to verbale face to face a posteriori è più dolce di un
campo. Si è proceduto alla trascrizione e all’analisi del sms in tempo reale»). A Piacenza l’impatto di un sms
contenuto. sui genitori appare meno forte («... il messaggio se-
condo me porta anche inquietudine da parte del ge-
RISULTATI nitore. Cioè arriva il messaggio e dice: Oh, porca mi-
Focus group con gli studenti seria: mio figlio non è a scuola! Cosa faccio? Vado a
Relativamente al rapporto con le tecnologie gli stu- cercarlo per la città»). Di fatto a Piacenza ritrovare il
denti ritengono che «al giorno d’oggi uno deve impa- proprio figlio è abbastanza semplice, a Milano è im-
rare a usare il computer, volente o nolente…», ossia pensabile.
imparare a usare il computer è visto come “un dove-
re”. Nel focus group di Milano è emerso che tutti gli Focus group con gli insegnanti
studenti sono in grado di utilizzare il computer e In- I docenti di Piacenza, a differenza dei colleghi di Mi-
ternet senza problemi, mentre in quello di Piacenza lano, utilizzano frequentemente le tecnologie nella di-
due partecipanti dichiarano di avere qualche proble- dattica e ne sottolineano il valore come strumenti di-
ma (per esempio, uno studente dichiara che lui e il dattici «le tecnologie sono gradite [agli studenti]»,
computer sono «proprio […] due cose diverse»). Tut- «la tecnologia mi consente di dar loro delle immagi-
ti gli studenti considerano il telefono cellulare vitale e ni perfette…» e «essendo i ragazzi ormai molto
indispensabile e lo tengono sempre acceso («con la avanzati a livello tecnologico, noi dobbiamo ade-
vibrazione» o «silenzioso») anche all’interno dell’edi- guarci».
ficio scolastico, dove l’uso sarebbe vietato in base al- Gli insegnanti di Milano e di Piacenza ritengono che
la circolare Fioroni del 2007. Una ragazza sottolinea le tecnologie possano cambiare la relazione con le fa-
il fatto che i docenti tollerano di buon grado i cellula- miglie. A questo proposito un insegnante di Milano
ri degli studenti accesi in aula («ti squilla il cellulare, porta questo esempio «c’è un problema: ho manda-
non succede nulla di grave»). to un sms come dice la procedura, quindi ho fatto il
Per quanto riguarda l’introduzione delle tecnologie nel mio dovere e ho la coscienza in pace. Un sms do-
rapporto tra scuola e famiglia, è emerso che questa vrebbe non essere visto come l’adempimento della
viene accettata maggiormente dagli studenti di Pia- procedura ma come parte integrante di un processo
cenza che da quelli di Milano. Per gli studenti piacen- di risoluzione di un problema, di un percorso comu-
tini l’introduzione delle tecnologie non modifica lo sta- ne e condiviso tra la scuola e i genitori».
tus quo. La situazione scolastica a Piacenza è “sotto A Piacenza nello specifico vengono individuate alcu-
controllo” sia con le tecnologie che senza e gli studen- ne difficoltà concettuali connesse all’introduzione del-
ti sono abituati al controllo («io non trovo questo gran le tecnologie nel rapporto scuola famiglia. Per esem-
cambiamento [dovuto all’introduzione delle tecnolo- pio, un docente afferma che «le nuove tecnologie,
gie nel rapporto tra scuola e famiglia]. Nel senso: al- semplificano il lavoro per quanto riguarda la quanti-
la fine, cioè, nel cambiamento c’è un fattore di co- tà di informazioni e la rapidità delle informazioni». Il
modità, comodità sia per la scuola che per la fami- docente riconosce anche un limite nell’uso della tec-
glia che non deve per forza andare alla scuola a nologia. Infatti egli sottolinea che: «quello che man-
udienze per sentire i voti»). Uno studente di Piacen- ca alle nuove tecnologie è la qualità delle informa-
za sostiene che il registro elettronico può essere utile zioni. Se il contenuto del contatto scuola-famiglia è
anche agli studenti per calcolare velocemente la loro trasmettere dei voti va benissimo […]. La famiglia
media. Per quanto riguarda il registro elettronico, rapidamente sa che il figlio ha preso 6, 6+ piuttosto
l’unico problema riscontrato dagli studenti di Piacen- che 4. O sa se il figlio è venuto a scuola piuttosto che
za è che talvolta i voti riportati non sono corretti. […] no. Quindi rapidità e quantità sono garantiti. La
A Piacenza le tecnologie vengono utilizzate in preva- qualità dell’informazione no. Nel senso che dietro un
lenza per ragioni pratiche e organizzative («mia ma- 6, dietro un 5, dietro un 8 stanno cose molto diver-
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se ed è il contatto […] ideato dall’incontro che ga- genitori e ci ho messo tre mesi, dell’altro 30% ho
rantisce quella qualità dell’informazione. Su questo l’indirizzo dei ragazzi, io mando le e-mail ma o non
si apre un altro versante. Dal mio punto di vista il ottengo risposte o al massimo due risposte. Questo
ESPERIENZE

contatto con le famiglie è sempre meno di carattere va di pari passo con un generale livello di disinteres-
informativo, è sempre più complesso […] è sempre se dei genitori nei confronti della scuola»). A Piacen-
più di tipo educativo. Con un genitore sempre meno za, invece, i genitori mettono in rilievo la praticità del-
[informato], meno interessato, meno preoccupato le tecnologie, ad esempio un genitore sottolinea che
del voto e preoccupato di altro. Spesso il genitore la posta elettronica serve perché «non devo prender-
con noi trasferisce problemi aperti: quale sarà il fu- mi un giorno di ferie dal lavoro per andare a parlare
turo di un figlio, perché si comporta così. Eh… In ge- con un’insegnante».
nere nel colloquio non vengono date risposte ma
emergono dei problemi. Problemi che non emergono CONCLUSIONI
con l’uso delle nuove tecnologie. È proprio nel con- Come già diversi studiosi hanno sottolineato (Florian
tatto, spesso telefonico e spesso anche faccia a fac- e Hegarty, 2004; Moss e Jewitt, 2010), dalle parole
cia, che questo tipo di dinamiche può emergere. Io dei partecipanti emerge chiaramente che le tecnolo-
[…] non ho grande dimestichezza con le nuove tec- gie non possiedono alcun valore intrinseco, ma fonda-
nologie – questo mi dispiace – però, avverto in esse mentali risultano essere l’uso che ne viene fatto e il
dei limiti. Per esempio, il registro elettronico è mol- contesto in cui questo uso ha luogo. Le stesse tecno-
to utile, ma non è sicuramente la soluzione, del rap- logie possono essere molto utili in un contesto e com-
porto scuola famiglia». pletamente inutili in un altro, possono essere usate in
Né dagli insegnanti di Milano né da quelli di Piacen- un modo in un contesto e in un modo totalmente di-
za viene menzionato come problema l’eventuale so- verso in un altro. Ad esempio, a Piacenza l’introduzio-
vraccarico di lavoro causato dall’introduzione delle ne delle tecnologie nel rapporto scuola famiglia non
tecnologie nel rapporto scuola famiglia, emerso inve- modifica lo status quo, la situazione scolastica è “sot-
ce in altre ricerche (Freedman, 2000). to controllo” sia con le tecnologie che senza e gli stu-
denti sono abituati al controllo. Al contrario, a Milano
Focus group con i genitori le tecnologie sono più utili nella comunicazione scuo-
Relativamente al rapporto con le tecnologie i genitori la famiglia ma sono meno accettate dagli studenti
a Milano utilizzano le tecnologie, e in particolare quel- poiché modificano lo status quo. A Milano le tecnolo-
le mobili (ad esempio i telefoni cellulari) prevalente- gie vengono usate prevalentemente per esercitare un
mente per ragioni di controllo dei figli, mentre a Pia- maggiore controllo sugli studenti (che senza le tecno-
cenza i genitori utilizzano le tecnologie principalmen- logie sarebbe molto debole), mentre a Piacenza le
te per ragioni pratiche e di coordinamento. stesse tecnologie vengono utilizzate in prevalenza per
Per quanto riguarda il rapporto tra scuola e famiglia ragioni pratiche e organizzative. Raramente questi usi
mediato dalle tecnologie i genitori di Milano sottoli- sono prevedibili a priori in quanto nell’introduzione
neano che neanche le tecnologie possono nulla con- delle tecnologie in un contesto entrano in gioco fatto-
tro la scarsa volontà di partecipazione degli altri geni- ri organizzativi, socioculturali e interpersonali. Ovvia-
tori («un genitore mi ha dato l’indirizzo di famiglia mente ciò che è indispensabile è la volontà di comu-
ma le e-mail inviate vengono cestinate!», «mi pro- nicare degli attori coinvolti, come sottolinea un parte-
fesso uomo tecnologico, sono un informatico, ho pro- cipante «l’uso dell’e-mail è utile se c’è volontà di an-
vato a raccogliere il 70% degli indirizzi e-mail dei dare a leggerle, altrimenti non servono a nulla».

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