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Giovanni Catapano
HANDOUT
uariantur, num ideo ipsa uariari ullo modo stessa può essere variata in alcun modo?
potest? E. Comprendo che non lo può assolutamente; e infatti
E. Intellego omnino non posse; neque enim ulla nessuna forza, nessuna occasione, nessun crollo di cose
uis, ullus casus, ulla rerum labes umquam potrebbe mai fare in modo che non sia giusto che tutte le
effecerit, ut iustum non sit omnia esse cose siano ordinate al massimo grado.
ordinatissima.
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La legge eterna in Agostino
aeterna liberos, unde omnia quae iusta sunt temporale non possono essere liberi da quella eterna, dalla
iusteque uariantur exprimi diximus; eos uero, quale abbiamo detto che sono tratti tutti i provvedimenti
qui legi aeternae per bonam uoluntatem che sono giusti e che giustamente sono variati; comprendi
haerent, temporalis legis non indigere, satis, ut bene, com’è evidente, che coloro che aderiscono alla legge
apparet, intellegis. eterna mediante la volontà buona, invece, non hanno
bisogno di quella temporale.
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La legge eterna in Agostino
ipsam consulit aeternam, de qua nulli animae nelle diverse circostanze. Alle anime pure, dunque, è
iudicare datum est, ut secundum eius consentito di conoscere la legge eterna, ma non di
incommutabiles regulas, quid sit pro tempore giudicarla. La differenza consiste in questo: per conoscere
iubendum uetandumque, discernat. Aeternam è sufficiente constatare che una cosa è così o non è così;
igitur legem mundis animis fas est cognoscere, per giudicare, invece, aggiungiamo qualche cosa con cui
iudicare non fas est. Hoc autem interest, quod ammettiamo che potrebbe anche essere diversamente,
ad cognoscendum satis est, ut uideamus ita esse come quando diciamo: “Deve essere così”, oppure:
aliquid uel non ita, ad iudicandum uero “Avrebbe dovuto essere così”, o ancora: “Dovrà essere
addimus aliquid, quo significemus posse esse et così”, come fanno gli autori nei confronti delle loro opere.
aliter, uelut cum dicimus ita esse debet aut ita
esse debuit aut ita esse debebit, ut in suis
operibus artifices faciunt.
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La legge eterna in Agostino
naturae lege praeponitur; inque ipsa ratione, contemplativa e in parte attiva, senza dubbio la
quae partim contemplatiua est, partim actiua, contemplazione sta al primo posto. […] Noi invece,
procul dubio contemplatio praecellit. […] Nos essendo il nostro corpo morto a causa del peccato, prima
uero, quorum corpus mortuum est propter che Dio vivifichi anche i nostri corpi mortali per mezzo
peccatum, antequam uiuificet deus et mortalia del suo Spirito che abita in noi, viviamo nella giustizia,
corpora nostra per inhabitantem spiritum eius in nella misura della nostra debolezza, secondo la legge
nobis pro modulo infirmitatis nostrae secundum eterna che custodisce l’ordine naturale, se viviamo di una
aeternam legem, qua naturalis ordo seruatur, fede non falsa che opera mediante la carità, tenendo
iuste uiuimus, si uiuamus ex fide non ficta, quae riposta nei cieli, in una coscienza buona, la speranza
per dilectionem operatur, habentes in conscientia dell’immortalità, dell’incorruttibilità e del compiersi della
bona spem repositam in caelis inmortalitatis et giustizia stessa sino a quella ineffabile dolcissima pienezza
incorruptionis et ipsius perficiendae iustitiae di cui, durante questo pellegrinaggio, bisogna avere fame e
usque ad quandam ineffabiliter suauissimam sete, fintanto che camminiamo nella fede e non nella
saturitatem, quam in ista peregrinatione oportet visione.
esuriri ac sitiri, quamdiu per fidem ambulamus,
non per speciem.
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La legge eterna in Agostino
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La legge eterna in Agostino
Consultaque illa aeterna lege reperio non Consultata la legge eterna trovo che egli, privo di
debuisse hominem ab illo, qui nullam ordinatam legittimo potere, non doveva uccidere quell’uomo,
potestatem gerebat, quamuis iniuriosum et sebbene oltraggioso e malvagio.
inprobum occidi.
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La legge eterna in Agostino
Pax hominis mortalis et dei ordinata in fide sub la pace dell’uomo mortale e di Dio è l’obbedienza ordinata
aeterna lege oboedientia nella fede sotto la legge eterna
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La legge eterna in Agostino
arbitrio uoluntatis praeuaricauerunt legem trasgredendola furono i mandati in rovina dal senso
naturalem ipsius rationis, siue qui legem letterale di essa.
acceperunt, quae data est per Moysen, eamque
praeuaricantes littera occisi sunt.
C. Fonti
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La legge eterna in Agostino
Quodsi, quo modo est natura, sic iudicio Certo tutti onorerebbero il diritto, se, come è naturale, gli
homines humani (ut ait poeta) nihil a se uomini nella loro mente, per dirla col poeta, non
alienum putarent, coleretur ius aeque ab ritenessero estraneo a sé nulla di ciò che è umano. A chi
omnibus. Quibus enim ratio a natura data est, natura diede la ragione, diede anche la retta ragione, e
iisdem etiam recta ratio data est; ergo etiam lex, dunque pure la legge che è appunto la retta ragione nel
quae est recta ratio in iubendo et uetando: si lex, comandare e nel vietare. E con la legge la natura diede
ius quoque. At omnibus ratio. Ius igitur datum anche il diritto. Ma tutti hanno la ragione.
est omnibus.
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esse censet, eamque uim obtinere recta sostiene che la sua forza consiste nel comandare le cose
imperantem prohibentemque contraria. giuste e nel proibire quelle contrarie.
F1i = Lattanzio, Diuinae institutiones 6,8 = Cicerone, De re publica 3,33 = SVF 3,325 (trad. Radice,
modificata)
Est quidem uera lex recta ratio, naturae In verità, legge autentica è la retta ragione, coerente con la
congruens, diffusa in omnis, constans, natura, presente in tutti gli uomini, stabile ed eterna: essa
sempiterna, quae uocet ad officium iubendo, con i suoi ordini richiama al dovere e con i suoi divieti
uetando a fraude deterreat, quae tamen neque distoglie dall’inganno. La legge però non dà ordini né fa
probos frustra iubet aut uetat nec inprobos proibizioni inutilmente agli onesti, né smuove i disonesti
iubendo aut uetando mouet. Huic legi nec con i suoi divieti e i suoi comandi. Non è lecito modificare
obrogari fas est neque derogari ex hac licet neque questa legge, né derogare da essa e tanto meno abrogarla;
tota abrogari potest, nec uero aut per senatum da essa non possiamo essere svincolati per mezzo del
aut per populum solui hac lege possumus, neque senato o per mezzo del popolo, né bisogna cercare Sesto
est quaerendus explanator aut interpres Sextus Elio che la spieghi o la interpreti, né ci sarà una legge a
Aelius, nec erit alia lex Romae alia Athenis, Roma e una ad Atene, né una oggi e una domani; ma una
alia nunc alia posthac, sed et omnes gentes et sola legge eterna, immutabile dirigerà tutte le persone in
omni tempore una lex et sempiterna et ogni tempo, e per così dire uno solo sarà il maestro e il
inmutabilis continebit unusque erit communis sovrano di tutti: dio. Proprio lui, infatti, è l’ideatore di
quasi magister et imperator omnium deus: ille questa legge, quello che l’ha elaborata, e infine presentata.
legis huius inuentor disceptator lator, cui qui non Chi non ubbidirà al dio, è come se fuggisse da se stesso, e
parebit, ipse se fugiet ac naturam hominis per il disprezzo che nutre per la natura umana sconterà
aspernatus hoc ipso luet maximas poenas, gravissime pene, anche se riuscisse per caso ad evitare i
etiamsi cetera supplicia quae putantur effugerit. cosiddetti supplizi <della legge umana>.
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multos.
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