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57
COMITATO SCIENTIFICO
Bernard Ardura, Ugo Baldini, Agostino Borromeo, Onorato Bucci, Philippe Chenaux,
David D’Avray, Enrico dal Covolo, Maria de Lurdes Correia Fernandes, Luigi Michele
de Palma, Bernard Dompnier, Giulia Gasparro Sfameni, Johannes Helmrath, Emilia
Hrabovec, Marek Inglot, Elisabeth Kieven, Gaetano Lettieri, Werner Maleczek, Gert
Melville, Nelson Hubert Minnich, Sergio Pagano, Agostino Paravicini Bagliani, Cesare
Pasini, Antón M. Pazos, Claude Prudhomme, Gianpaolo Romanato, Carlos René Salinas
Araneda, Josep Ignasi Saranyana Closa, Francis Assisi Thonippare, Giovanni Maria Vian.
La Collana è diretta da
Luigi Michele de Palma.
PO N T IFICI O CO MI TAT O DI SCIENZE STORICHE
________________________________________________________
IDENTITÀ EUROPEA
E RADICI CRISTIANE
Atti del Convegno Internazionale di Studio
Veliko Tarnovo, 26 maggio 2018
a cura di
KIRIL PLAMEN KARTALOFF
© Copyright 2021 – Libreria Editrice Vaticana
00120 Città del Vaticano
Tel. (06) 698.45780
E-mail: commerciale.lev@spc.va
ISBN 978-88-266-0563-0
www.libreriaeditricevaticana.va
www.vatican.va
INDICE GENERALE
Presentazione
BERNARD ARDURA, Presidente del Pontificio Comitato di Scienze
Storiche. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Prolusione
S.E.R. Card. PAUL POUPARD, Presidente Emerito del Pontificio Consiglio
della Cultura e del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso 7
PRIMA PARTE
SECONDA PARTE
VASSIL GIUZELEV, La Chiesa Cattolica di Sofia nel secolo XV e i suoi cappellani 143
axinia džurova, Communitas Studiorum. Gli studi e la persona del Prof.
Dujčev nelle istituzioni pontificie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 153
LILIA ILIEVA, L’opera letteraria di Petar Bogdan, Arcivescovo di Sofia (1601-1674) 167
KRASSIMIR STANTCHEV, L’Abagar di Filip Stanislavov nell’evoluzione della
stampa bulgara . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 177
STRAHIL KAVALENOV, La diocesi di Nicopolis ad Istrum nei secoli . . . . . 187
PAOLO CORTESI, L’episcopato di Mons. Pavel Dovanlia (1776-1804) e l’arrivo dei
primi missionari Passionisti nella diocesi di Nicopoli . . . . . . . . . . . . 199
Conclusione
S. E. jan tombińSKi, Ambasciatore dell’Unione Europea presso la Santa
Sede . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 225
Indice dei nomi di persona . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 233
Indice dei nomi dei luoghi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 241
L’ABAGAR DI FILIP STANISLAVOV NELL’EVOLUZIONE
DELLA STAMPA BULGARA
KRASSIMIR STANTCHEV
1
Oreš (Horresae nei documenti di Propaganda fide in lingua latina, Oresc, Orasaz oppure
Orascie in quelli in italiano).
2
Sui pauliciani bulgari, con ampia bibliografia, v. la recente pubblicazione di TSIBRAN-
SKA-KOSTOVA 2017.
3
Al processo informativo per la nomina vescovile di Stanislavov entrambi i testimoni affer-
mano che egli « è nato di legitimo matrimonio et di honesti et cattolici padre et madre » – dujčEv
1937: 103, cfr. anche p. 106.
4
jačov 1992, II: 22, nota 4.
5
jačov 1992, II: 31.
178 Krassimir Stantchev
6
Questa informazione viene riportata da Stanislavov stesso nella sua relazione del 1659 –
v. jačov 1992, II: 21.
7
dujčEv 1937: 105.
8
FErmEndžin 1887: 39.
9
Cfr. STANTCHEV 2011 e la bibliografia ivi citata.
10
Su questo conflitto con pubblicazione di documenti fino ad allora inediti v. JERKOV CA-
PALDO 1989.
11
V. JERKOV CAPALDO 1989: 45, 63-65.
12
JERKOV CAPALDO 1989: 65., lettera di F. Stanislavov ai cardinali di Propaganda fide del
16.02.1636.
L’Abagar di Filip Stanislavov nell’evoluzione della stampa bulgara 179
13
JERKOV CAPALDO 1989: 62.
14
JERKOV CAPALDO 1989: 61.
15
Lettera a mons. Ingoli del 21.02.1636, JERKOV CAPALDO 1989: 66.
16
Petăr Bogdan (Petrus Deodatus, Pietro Diodato) Bakšič, 1600/1601 – 1674, fu il più
illustre personaggio della cultura bulgara del XVII sec., non solo in ambito cattolico. L’unica mo-
nografia su di lui, non priva di errori fattologici è DIMITROV 1985 (20012). Recentemente è stato
riscoperto il manoscritto della sua Storia della Bulgaria, fino a poco tempo fa considerato perduto,
v. ILIEVA 2018 (a p. 100 foto dell’inizio del manoscritto).
17
JERKOV CAPALDO 1989: 67.
18
V. sinteticamente su di lui STANTCHEV 2008.
180 Krassimir Stantchev
Archivio storico di Propaganda fide (Roma), SOCG vol 220, f. 516r (la lettera intera: ff
19
516 e 530). L’affermazione di P. Bogdan che egli stesso abbia catechizzato e battezzato F. Stani-
r-v
slavov quando costui aveva almeno 16 anni rende come più probabile anno di nascita di quest’ul-
timo il 1608 (v. sopra), e mette in dubbio le testimonianze secondo le quali Stanislavov era nato
da genitori cattolici: forse tutta la famiglia si è convertita più tardi, comunque dopo la sua nascita.
20
Meditationi divotissime di S. Bonaventura cardinale, sopra il mistero dell’humana Redentione, cioè
sopra la Passione, et Morte del nostro Sig. Giesu Christo (Mantova 1480, Venezia 1487 e molte edizioni
successive).
21
Ed. critica: JERKOV CAPALDO 1984.
L’Abagar di Filip Stanislavov nell’evoluzione della stampa bulgara 181
22
Lo stemma è molto vicino, ma non identico a quello inserito nel famoso libro di M.
ORBINI, Il regno degli Slavi, Pesaro 1601, p. 398.
23
Ed. fotoanastatica: RAJKOV 1979. L’edizione curata da B. Rajkov fu accompagnata da una
edizione-souvenir in forma di rotolo, in esemplari numerati (il mio porta il n° 103), della quale
mi servo qui.
182 Krassimir Stantchev
nettamente l’Abagar dai due libri di Petăr Bogdan del 1638 e 1643, mentre
per la sua forma di rotolo rimane unico nell’ambito di tutta la tradizione di
stampa slava antica: cirillica, glagolitica o in caratteri latini. Per contenuto e
funzione appare vicino sia ad alcuni amuleti manoscritti dell’epoca, diffusi
nei Balcani slavi, sia ai libriccini per i viaggiatori stampati nei secoli XVI-X-
VII, come ad esempio il Libro per varie occorrenze edito a Venezia nel 1571/72
dal bulgaro Jakov Krajkov24. Con le edizioni del primo editore-tipografo
bulgaro lo collega anche il carattere cirillico dell’edizione che, tanto per i
pauliciani bulgari dell’epoca, quanto per i bulgari d’oggi, lo rende più fami-
gliare rispetto al carattere latino delle edizioni di P. Bogdan.
Basta, tuttavia, iniziare a leggere il testo dell’Abagar per vedere quanto è
strana la sua ortografia a confronto con tutte le edizioni cirilliche dell’epoca.
Nel rotolo, lungo, come è stato già detto, più di 6 metri, una solo volta s’in-
contra la lettera O, per il resto troviamo sempre la ω; c’è sempre Ц sia per Ц
che per Ч (che compare una sola volta); non viene mai usata la Щ ma sem-
pre il digrafo ШТ; vengono confuse У e В, С e З, Ш е Ж… A lungo non
sono riuscito a spiegarmi queste stranezze finché mi sono reso conto che
non si tratta di ortografia influenzata da una strana mescolanza di dialetti,
bensì di una stesura del testo realizzata da una persona con abitudini tipo-
grafiche non cirilliche, ma latine. Probabilmente un collaboratore oppure ex
compagno di studi di Stanislavov, che non sapeva bene come si rende in ca-
ratteri cirillici la cosiddetta “lingua illirica”, ha eseguito il lavoro seguendo le
proprie abitudini tipografiche latino-illiriche: confonde Ц e Ч perché pensa
alla C nella prassi italiana, У e В perché nella prassi scrittoria secentesca U
e V non si distinguevano foneticamente ma solo come minuscola/maiusco-
la, С e З perché influenzato dalla diversa pronuncia della S a seconda della
posizione; sempre all’uso dei caratteri latini per stampare in “lingua illirica”
sono infine legati i problemi della resa di Ж, Ш e Щ. L’uso della sola ω per
O, invece, è tipica per la prassi cirillica dei cattolici čiprovacensi che seguono
certi modelli bosniaci. È da notare anche l’uso di ГН sul modello italiano di
‘gn’ per rappresentare la consonante nasale palatale.
Non ci è pervenuto alcun autografo cirillico di Stanislavov che ci con-
senta di fare un confronto nel tentativo di capire se questa ortografia fosse
sua, oppure sia dovuta, come da me ipotizzato, all’intervento di un collabo-
ratore che conosceva poco e male la tradizione cirillica. Fatico, però, a crede-
re che Stanislavov potesse sbagliare la grafia del proprio nome nel colophon
e questo, assieme ad alcuni altri errori che è difficile attribuirgli, mi fa dubi-
24
Recente edizione facsimile e dettagliata descrizione in bulgaro e in italiano: džurova
2014; per uno studio dettagliato: TSIBRANSKA-KOSTOVA 2013.
L’Abagar di Filip Stanislavov nell’evoluzione della stampa bulgara 183
tare che l’ortografia dell’Abagar possa essere attribuita senza esitazione al ve-
scovo di Nicopoli. Ciò, a sua volta, getta l’ombra del dubbio sull’attribuzione
delle particolarità linguistiche, o almeno di alcune di esse, a Filip Stanislavov.
Anzi, oserei avanzare qui un’altra ipotesi: che nell’Abagar non si rispecchino
affatto le proprie abitudini linguistico-ortografiche di Stanislavov il quale
nel colophon si presenta come compilatore dell’amuleto, che aveva « raccol-
to e messo insieme » (« сабра и свади ») i testi che compongono « questo
Abagar ». Giacché nulla ci dice che egli avesse trascritto/compilato manu
propria l’intero rotolo, possiamo tranquillamente immaginare che egli abbia
attinto da diverse fonti i singoli testi, indicato l’ordine e lasciato da svolgere
a qualche collaboratore di fiducia “il lavoro sporco” di assemblare il tutto
insieme, assolvendo anche al ruolo di redattore-correttore del testo. Tale
ipotesi trova parziale sostegno nelle vicende della pubblicazione del primo
libro di P. Bogdan, nel 1638. Del volume si sono conservate anche le bozze
per la stampa25 trascritte da qualcun altro e poi definitivamente riviste da P.
Bogdan con l’inserimento di proprio pugno di qualche correzione e delle
prefazioni alle due diverse parti del libro. Ciò nonostante il testo stampato
differisce dalle bozze dalle quali è tratto in alcuni non insignificanti dettagli
ortografici (!): grazie a ciò, per esempio, nel testo stampato del poema Delle
due morti dell’uomo compaiono versi di 9 sillabe che non erano stati scritti così
da P. Bogdan che aveva invece cercato di rispettare abbastanza fedelmente
lo schema isosillabico scelto, basato su 8 sillabe.
Nel caso appena citato le correzioni ortografiche vanno in direzione di
una ulteriore croatizzazione della “lingua illirica” del libro, mentre nel caso
dell’Abagar è difficile dire se il tipografo-correttore abbia cercato di “miglio-
rare” l’espressione linguistica o, viceversa, di semplificarla avvicinandola alla
parlata dei pauliciani bulgari. Di solito si privilegia la seconda ipotesi, spesso
attribuendola a Stanislavov stesso. Io non oserei prendere una posizione de-
cisa sull’argomento perché mancano le basi per un confronto sia con la par-
lata degli pauliciani dell’epoca, sia con le abitudini linguistiche di Stanislavov,
giacché tutto ciò che di lui ci è pervenuto in autografo è scritto in italiano
o in latino. Non posso, però, non concordare con i colleghi che, studiando
la lingua dell’Abagar (e non di Stanislavov!), la definiscono non neobulgara,
come spesso viene fatto in pubblicazioni divulgative, bensì “illirica”, con
presenza di alcuni (neo)bulgarismi26. Fermo restando, naturalmente, che la
cosiddetta “lingua illirica” non rappresenta una fase pre-nazionale della lin-
25
Biblioteca Apostolica Vaticana, ms. Borg. illir. 23, seconda parte.
26
Cfr. IVANOVA 1985 e TSIBRANSKA-KOSTOVA 2016. M. Tsibranska-Kostova ritiene che la
personalità di Stanislavov abbia avuto un ruolo-chiave nella creazione dell'Abagar (op. cit., p. 20).
184 Krassimir Stantchev
27
In realtà, P. Bogdan aveva chiesto il permesso di stampare il suo primo libro anche in
cirillico, ma non lo ha mai ottenuto.
28
Dalla recensione di R. Levaković per la traduzione delle Meditationes S. Bonaventurae – Bi-
blioteca Apostolica Vaticana, ms. Borg. illir. 23, f. 144 (f. 3 del ms. originale, ora rilegato dopo
un altro codice).
L’Abagar di Filip Stanislavov nell’evoluzione della stampa bulgara 185
come scrive egli stesso nel 1636, voleva « fare che la Bulgaria fiorisca ». E per
questo desiderio e gli sforzi per la sua realizzazione che comprendono anche
l’edizione dell’Abagar, oggi non possiamo che rendere il dovuto omaggio alla
sua memoria.
BIBLIOGRAFIA CITATA