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cuore viola

P
oteva essere per Firenze quello

Campione
che Totti è stato per Roma, non
gli mancava nulla: il talento puro
del campione, la passione, l’a-
more incondizionato per i tifosi,

fuori
che per lui erano anzitutto amici.
E poi, era di Firenze, l’ultimo grande giocato-
re fiorentino a provenire dalle giovanili. Ma il
destino ha scelto per lui una strada più difficile,
fatta di salite, ma anche di discese e sbandate: le

dal
scommesse, le squalifiche, la cocaina... non gli è
stato risparmiato nulla, e ha dovuto pagare per
tutto, fino alla fine.
C’è chi parla di opportunità mancate, di talento

campo
sprecato. Ma Francesco Flachi non ha buttato
via nulla nella sua vita, basta vederlo oggi: nono-
stante le sue vicissitudini, o forse proprio grazie
a loro, oggi è uomo saggio, sereno, soddisfatto e
con i piedi ben piantati per terra.
«Il bello e il brutto fanno parte della vita: è
“Il ragazzo gioca bene, il ragazzo gioca bene...” dice troppo facile prendere solo il bello, io mi prendo
uno storico coro della Curva Fiesole e chi ha più tutto» dice oggi, senza ombra di rimpianto: ed
di trent’anni non potrà che pensare subito a lui: è sincero, si vede. La seconda fase della sua vita
Francesco Flachi. L’ultimo, storico, fiorentino doc – apparentemente – è molto diversa dalla pre-
ad aver indossato la maglia viola. cedente: è proprietario de Il Panino di Catego-
ria, una bella e accogliente panineria in via XX
Testo di Daniel C. Meyer, foto di Paolo Lo Debole settembre, lungo gli argini del Mugnone. Una
scelta che potrebbe apparire in controtendenza,
ma lui dice: «L’avrei fatta comunque. Mi piace

ENGLISHVERSION>>>> twelve he moved to Fiorentina. His big chance competition was hard, the pressure very strong.
Francesco Flachi: the last, great, Florentine came quickly. It was the 16th of January 1994: He then played for Bari and Ancona football
football player who wore the purple shirt. 100% he was eighteen and coach Ranieri decided he teams and came back to Florence in the 1998-99
Florentine, he’s got Florence in his blood, look, could make his dèbut. The real occasion arrived season – a glorious time for Fiorentina (which
voice, gesture. He had everything: talent, pas- a week later. Fiorentina was playing at home, did qualify for Champions league) but which
sion, unconditioned love for his supporters, in Florence and the Artemio Franchi stadium did not give him much space, since there were gi-
which were his friends too. Unfortunately fate was full. «I suffered the blow there – Flachi says ants such Batistuta and Edmundo. That was his
chose a harder path for him: he rose then fell: – I was playing in Florence, in front of 30 000 last appearance in Florence: he then moved on to
bets, disqualification, cocaine… people. I played my first match wearing the shirt Sampdoria where he found the glory and goals
He’s a wiser man today, serene, down-to-earth. number 10». But it went well, very well actu- he deserved, as well as a disqualification and co-
The second stage of his life – apparently – has ally: «during the first period of the match I didn’t caine. That’s another story, though, and Flachi
been quite different: he owns Il Panino di Cat- play very well, but in the the second I placed now has a detached relationship with his past.
egoria, a nice and cozy sandwich bar in via three assists and got a penalty kick». A real tri- Florence is here to keep him company: «Florence
XX Settembre. «I would have done it anyway. umph. «The day after my phone kept ringing the is my home, everything I own» he says, then fo-
I enjoy being surrounded by people, doing ev- whole day because I was still on the phone book, cuses «I like Florence, I love living here. People
erything». I had to disconnect it» he recalls smiling. But it are always nice to me».
These are not just words: he is really kind with wasn’t that easy: money, cars, nights out, a small His glorious period might have passed, but one
everyone and humble. He started playing foot- city where rumours spread very easily… «No thing did not change: whatever he does, still
ball in the Isolotto team when he was seven, at man is a prophet in his own land», he says. The now, «This bloke knows how to play». •

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«Il bello e il brutto fanno parte della Ma è un’altra storia: e anche Flachi ha
ormai un rapporto distaccato col passa-

vita: è troppo facile prendere solo


to. «Si cresce, si sbaglia, si casca e ci si
rialza» riflette, ma aggiunge convinto:

il bello, io mi prendo tutto»


«Se ti comporti bene non hai nulla da
temere: tutto ti ritorna indietro». E poi,
c’è sempre Firenze a tenergli compa-
gnia: «Firenze per me è la casa. È tut-
stare in mezzo alla gente, e fare tutto: tutto facile: i soldi, le macchine, le serate,
to per me» dice d’impeto, e poi mette
apparecchio, sparecchio, spazzo e ser- la città che è piccola, e dove le voci girano
a fuoco: «Mi piace Firenze: mi piace la
vo le persone. E lo faccio con piacere». velocemente... nulla è regalato, niente è
città, soprattutto la sera quando è illu-
Non sono solo parole: è davvero gentile, facile. «Essere profeti in patria è davvero
minata. Mi piace proprio viverla. Sono
affabile, ha una buona parola per tutti, difficile – riflette – dipende anche dalla
proprio affezionato a questa città, e an-
e un’umiltà vera, quasi sorprendente se tua personalità: io ho un carattere molto
che la gente mi dimostra sempre il suo
si pensa alla sua storia di vita; ma lui socievole, mi piace stare in mezzo alla
affetto».
spiega: «Non ho mai cambiato il mio gente, e questo non aiutava». La concor-
Forse il momento della gloria è passato,
modo di essere solo perché sono diven- renza era agguerritissima, e la pressione
gli stadi strapieni sono solo un ricordo,
tato famoso e ho avuto i soldi: io sono forte; Flachi gioca, si ritaglia i suoi spazi,
ma una cosa non è cambiata: qualunque
sempre stato così, nella vita si nasce e si sempre con onore, finché non arrivano
cosa faccia, anche adesso, “il
muore senza cambiare». le parentesi in prestito a Bari e Anco-
ragazzo gioca bene”. •
Eppure la sua “vita” non è stata pro- na. Poi il ritorno attesissimo in Vio-
priamente quella di tutti: ha iniziato la nella stagione 1998-99, che sarà
col calcio a sette anni all’Isolotto, e poi gloriosa per la Fiorentina (chiuderà
a dodici anni è passato alla Fiorentina, al terzo posto classificandosi per
facendo tutta la trafila nelle giovanili. la Champions League) ma dove
“Il ragazzo gioca bene”, e per lui arriva non troverà molto spazio, chiu-
presto la grande occasione. È il 16 gen- so da fenomeni come Batistuta
naio del 1994: lui ha 18 anni, e il mister e Edmundo. È la sua ultima
Ranieri, che lo stava tenendo d’occhio da apparizione a Firenze: nono-
un po’, decide di farlo esordire in campo. stante possa dire che «qualche
Roba da far tremare le gambe a chiun- soddisfazione a livello perso-
que... ma lui entra in campo a cuor leg- nale me la sono levata» e i bei
gero: «Ho un carattere molto spensiera- ricordi della vittoria in Cop-
to, non ci ho pensato più di tanto...». pa Italia, è tempo per lui di
La vera “botta” arriva una settimana girare pagina. Passerà alla
dopo. Stavolta si gioca in casa, a Firenze: Sampdoria, dove troverà
l’Artemio Franchi è pieno, la città intera la gloria, l’affetto e i gol
non molla la squadra, nonostante la re- che merita, ma anche le
trocessione. «Lì ho accusato un po’ il col- squalifiche per le scom-
po – ammette Flach – giocavo a Firenze, messe e la cocai-
davanti a 30mila spettatori, ero sotto gli na.
occhi di tutti. E giocai per la prima vol-
ta con la maglia numero 10». Ma andò
bene, benissimo: «Il primo tempo giocai
un po’ così così, il secondo tempo feci
una strage perché feci tre assist e mi
procurai un rigore».
Un trionfo, sotto gli occhi della famiglia
e degli amici: a 18 anni era arrivato, ave-
va coronato il sogno di ogni tifoso della
Fiorentina. «Il giorno dopo il telefono di
casa squillava dal mattino alla sera per-
ché ero sull’elenco, e mi toccò staccare il
telefono!» ricorda, sorridendo. Ma non è

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