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ABSTRACT
Il presente saggio analizza l’ultima azione realizzata dal collettivo Brandalism, ‘Ad Agencies’:
una serie di cartelloni installati illegalmente negli spazi pubblicitari di Londra nell’Ottobre
2021, che criticano le maggiori agenzie di advertising per la loro complicità nella crisi
climatica.
PARTE 1 - IL SUBVERTISING
Il subvertising sfrutta la tecnica del détournement, sviluppata dal filosofo francese Guy
Debord e adottata ampiamente dal gruppo Internazionale Situazionista. Il détournement è
una strategia che appropria oggetti culturali esistenti e li inserisce in un diverso contesto
semantico, al fine di trasformare il significato (Debord, 1956). Allo stesso modo, il
subvertising usa oggetti, tattiche e linguaggi pubblicitari, e li colloca in una diversa
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disposizione; in questo modo, rovescia il messaggio e, in una parodia estrema, usa le armi
del capitalismo contro se stesso (Berardi Bifo, 2001).
Una lotta quindi, contro l’attuale sistema culturale e politico; per proporre invece nuove
idee e creare un diverso futuro. Il target di questa lotta è il sistema capitalistico (Berardi
Bifo, 2001).
PARTE 2 - LA TEORIA
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Un chiarimento sul concetto: per metamemetico, Adbusters una narrativa fatta di grandi idee, un’utopia
necessaria che sconfigge il sistema egemonico. Vedi:
https://www.adbusters.org/listserv/the-metamemetic-insurrection
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Solo dopo la profanazione, dopo che è caduta l’illusione sacra del capitalismo, allora si apre
uno spazio autentico di confronto. Il pubblico è disincantato, libero dal controllo
egemonico; in grado di criticare il regime capitalista e immaginare un diverso futuro. Lo
spazio urbano ritorna in mano alle persone, ad un uso puro e condiviso (Agamben, 2007).
In questo senso, il subvertising è un’arma di emancipazione collettiva; la prima
manifestazione di un futuro urbano libero, creativo e democratico (Dekeyser, 2001).
Uno dei collettivi ad oggi più attivi nel panorama del subvertising è il collettivo Brandalism.
Il collettivo Brandalism nasce nel 2012, a partire da un’azione di subvertising realizzata
durante le Olimpiadi Estive di Londra, e ad oggi conta decine di artisti di diversi Paesi..
L’iniziativa più recente del gruppo è la campagna ‘Ad Agencies’, che appare nelle strade di
Londra nell’Ottobre 20212. Installata presso gli spazi pubblicitari delle fermate degli
autobus, comprende una serie di cartelloni che denunciano l’impatto ambientale dei
combustibili fossili e quindi di prodotti come automobili SUV e viaggi aereo. Fra i brand
presi di mira ci sono Total, Esso, EasyJet, British Airways; ma anche le agenzie pubblicitarie
e media che si occupano delle loro campagne, tra cui Ogilvy, Vizeum, Mediacom e VCCP.
L’azione fa parte dell’iniziativa #BanFossilAds, lanciata da un gruppo di associazioni, per
promuovere una petizione a livello europeo e vietare la pubblicità di prodotti altamente
inquinanti3.
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L’azione sul sito di Brandalism: http://brandalism.ch/projects/ad-agencies/#
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Per ulteriori informazioni sulla campagna: https://banfossilfuelads.org/
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PARTE 4 - L’ANALISI
Innanzitutto, attraverso l’accusa alle aziende implicate nella crisi climatica. Ad un primo
livello di analisi, ‘Ad Agencies’ ci invita a riflettere sull’impatto ambientale dei mezzi che
usano combustibili fossili. Mentre le pubblicità di Total o EasyJet celebrano il piacere di
usare un’automobile SUV o prendere un aereo, i cartelloni di Brandalism ci mettono di
fronte alle conseguenze disastrose del consumo. Invadono gli spazi pubblicitari per
comunicare il messaggio opposto: non comprare. In questo senso, ‘Ad Agencies’ ricorda
diverse azioni di subvertising che l’hanno preceduta; basti pensare all’iniziativa dello stesso
collettivo Brandalism in occasione della COP21 del 2015 a Parigi, o in merito agli incendi in
Australia nel 2020. Queste azioni rivelano la contraddizione tra aziende che ci spingono al
consumo isterico e un pianeta sempre più inquinato. In questo modo, il subvertising rompe
l’incanto consumista e dimostra che il capitalismo non è desiderabile, o sensato, o
tantomeno sacro. Opera quindi come una pratica di profanazione.
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Ad un terzo livello di analisi, la campagna ‘Ad Agencies’ rivolge un’accusa alle agenzie
pubblicitarie. ‘Ad Agencies’ chiama in causa tutte quelle agenzie che contano tra i propri
clienti aziende che usano combustibili fossili; riportandone i loghi sui cartelloni, fa una vera
e propria lista nera, un ‘name and shame’ dei complici della crisi climatica. Le agenzie
pubblicitarie sono solitamente attori silenziosi nel gioco del capitalismo. Svolgono il ruolo
fondamentale di fabbricare l’incanto consumista, hanno il compito di renderlo convincente
e diffonderlo il più possibile nello spazio urbano. Allo stesso tempo non ne assumono la
responsabilità: le grafiche pubblicitarie rimangono proprietà intellettuale dell’azienda, e le
agenzie non pagano in caso di pubblicità ingannevole. L’unica normativa etica è un codice
di autoregolazione con sanzioni inefficaci4. ‘Ad Agencies’ invece impedisce alle agenzie di
rimanere nell’anonimato, e nell’immunità. I cartelloni di Brandalism si rivolgono ai
pubblicitari in maniera personale, fastidiosa: li costringono a riconoscere il proprio ruolo
nella crisi climatica. Interessante notare che la campagna ha generato numerosi articoli
nella stampa di settore5, ma nessun portavoce delle agenzie nominate ha risposto.
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Per l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria in Italia, vedi: https://www.iap.it/
Riguardo a l’autoregolazione pubblicitaria a livello europeo, vedi: https://www.easa-alliance.org/
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Ad esempio, The Drum: https://www.thedrum.com/agencies-targeted-anti-advertising-protests; Adweek:
https://www.adweek.com/ad-agencies-targeted
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Per seguire il movimento su Twitter: https://twitter.com/hashtag/banfossilads
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Azioni di Greenpeace: https://www.greenpeace.org/ban-fossil-fuel-ads-and-sponsorships/
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RIFERIMENTI
Brandalism: http://brandalism.ch/
Brandalism ‘Ad Agencies’ 2021: http://brandalism.ch/projects/ad-agencies/#
Brandalism ‘Bushfires’ 2020: http://brandalism.ch/projects/bushfire/
Brandalism ‘COP21’ 2015: http://brandalism.ch/projects/cop21-climate-talks/
Adbusters: https://www.adbusters.org/
BIBLIOGRAFIA
Berardi Bifo F., Pignatti L. (2021) Adbusters: Ironia e distopia dell’attivismo visuale. Roma:
Meltemi Editore.
Debord G., Wolman G. (1956). A User's Guide to Détournement. Les Lèvres Nues, 8.
Dekeyser, T. (2021). Dismantling the advertising city: Subvertising and the urban commons
to come. Environment and Planning D: Society and Space, 39(2), 309–327.
Dery, M. (1991) Subvertising: The Billboard Bandit as Cultural Jammer. Adbusters 2(1):
43–46.
Klein, Naomi (1997). Subvertising: Culture jamming reemerges on the media landscape. The
Village Voice.