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ESEMPIO: SALA POMPE

SORGENTI DI EMISSIONE TIPICHE: SE-1 SE-2

OPERAZIONI DI TRAVASO MANUALE PER


RIEMPIMENTO AGITATORI

b=0.5m
IIA T4

SPANDIMENTI A TERRA DURANTE I TRAVASI

POZZE GENERATE DA PERDITE DAL SISTEMA


DI MOVIMENTAZIONE DEI PRODOTTI
UTILIZZATI NEL PROCESSO DI VERNICIATURA SE-4 SE-4a

IIA T4

IIA T4
SE-5
CABINE DI SPRUZZATURA: EN 12215 EN 12981

NEL CASO IN CUI IL COSTRUTTORE DIMENSIONI L’ASPIRAZIONE IN MODO DA


GARANTIRE CHE LA CONCENTRAZIONE MASSIMA RAGGIUNTA SIA INFERIORE DEL 25% DEL
LEL UNA CABINA VIENE CLASSIFICATA COME ZONA 2.

IL COSTRUTTORE DEVE DICHIARARE LA MASSIMA QUANTITA’ SPRUZZABILE QUAL’ORA


NON FORNISCA LE PISTOLE.

 IL COSTRUTTORE DEVE DICHIARARE E GARANTIRE LA VELOCITA’ DELL’ARIA PER LA


QUALE E’ STATA PROGETTATA LA CABINA; A SECONDA CHE SI TRATTI DI CABINE CON
VENTILAZIONE ORIZZONTALE O VERTICALE LA VELOCITA’ DELL’ARIA DEVE ESSERE TRA
0,3 E 0,5 m/s SU TUTTO IL CAMPO DI LAVORO.
ESEMPIO: CABINA DI SPRUZZATURA

SE-10 SE-10

IIA T2

IIA T2

TUTTO IL VOLUME INTERNO DELLA CABINA, LE AREE ESTERNE PER ESTENSIONE DI 1


m ED ANCHE IL VOLUME INTERNO DEI CONDOTTI DI ASPIRAZIONE VIENE
CLASSIFICATO COME ZONA 2;

SONO RICHIESTI VENTILATORI MARCHIATI ATEX RELATIVAMENTE ALLA SOLA PARTE


INTERNA
ESEMPIO: FORNI O ESSICATOI

SI APPLICANO LE PRESCRIZIONI DI SICUREZZA DELLA


NORMA COSTRUTTIVA UNI EN 1539

SONO RICHIESTI CONTROLLI DI SICUREZZA SULLA


PRESENZA DELLA VENTILAZIONE E GESTIONE DEL
RICIRCOLO DELL’ARIA IN CATEGORIA 3 DI RESISTENZA
AI GUASTI (EN 954-1)

L’ASPIRAZIONE VIENE DIMENSIONATA IN BASE ALLA


MASSIMA QUANTITA’ DI VAPORI CHE SI STIMA VENGA
RILASCIATA ALL’INTERNO DELL’ESSICCATOIO.
ESEMPIO: FORNI O ESSICATOI

IL VOLUME INTERNO DELLA CAMERA DEL SE-5 SE-8

FORNO VIENE CLASSIFICATA ZONA 2 NEL CASO


DI ESSICATOI DI TIPO A(ii)

VINCOLA LA SCELTA DELLE APPARECCHIATURE


ELETTRICHE INSTALLATE ALL’INTERNO DELLA
CAMERA

SE-7a SE-6 SE-4

IIA T4

SE-5
94/9/CE … CONTA LA ZONA ESTERNA

AI FINI DELL’APPLICAZIONE DELLA DIRETTIVA ATEX CONTA IL TIPO DI ZONA PRESENTE
ALL’ESTERNO DI UNA APPARECCHIATURA, NON L’EVENTUALE ZONA INTERNA.

NELLE CABINE DI VERNICIATURA TIPICAMENTE ATMOSFERE POTENZIALMENTE


ESPLOSIVE POSSONO ESSERE PRESENTI AL LORO INTERNO; DOVRANNO ESSERE
VALUTATE AI SENSI DELLA DIRETTIVA ATEX 94/9/CE, LE APPARECCHIATURE
CONTENUTE ALL’INTERNO.

 SE NON SI E’ VALUTATA LA PRESENZA DI ATMOSFERA ESPLOSIVA ALL’ESTERNO DELLA


CABINA DI VERNICIATURA, NELLA DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’ DELL’IMPIANTO SI
DOVRA’ ELENCARE ANCHE LA DIRETTIVA 94/9/CE TRA QUELLE APPLICATE. L’IMPIANTO
CONTINUERA’ AD ESSERE MARCATO CE MA NON CE ATEX.
COSA DEVE ESSERE VALUTATO AI SENSI DELLA 94/9/CE

AUTOMAZIONE FUORI CABINA


TIPICAMENTE I SISTEMI UTILIZZATI PER LA MOVIMENTAZIONE

PRIMA E DOPO LA CABINA POSSONO OPERARE IN ZONE

CLASSIFICATE 2 O 22.

AUTOMAZIONE DI CABINA
IL COSTRUTTORE DEVE RICHIEDERE LA ZONA

PRESENTE ALL’INTERNO DELLA CABINA (TIPICAMENTE

ZONA 2 0 22) AL FINE DI VALUTARE IL RISCHIO

ESPLOSIONE SIA DEI COMPONENTI ELETTRICI SIA DELLE

PARTI MECCANICHE CON POTENZIALE SORGENTE DI

INNESCO.
CABINE: ALCUNI CRITERI DI SICUREZZA FONDAMENTALI

• IL FUNZIONAMENTO DELL’IMPIANTO DI
ASPIRAZIONE DEVE ESSERE MONITORATO
TRAMITE FLUSSOSTATO O PRESSOSTATO E
GENERARE AUTOMATICAMENTE
SEGNALAZIONE OTTICO ACUSTICA E
SEZIONARE TRAMITE VALVOLE
AUTOMATICHE IL CIRCUITO DI
ALIMENTAZIONE DELLE PISTOLE.

• I CONTROLLI DI SICUREZZA DEBBONO


ESSERE REALIZZATI IN CATEGORIA 3 DI
RESISTENZA AI GUASTI (EN 954-1)

• LA VELOCITA’ DELL’ARIA ALL’INTERNO


DELLA CABINA DEVE ESSERE VERIFICATA
PERIODICAMENTE DA PARTE
DELL’UTILIZZATORE
ESEMPIO: SILOS STOCCAGGIO POLVERI

SORGENTI DI EMISSIONE TIPICHE:

VOLUME INTERNO DEL SILOS DOVUTO ALLE


OPERAZIONI DI CARICO

PUNTI DI DISCONTINUITA’ TUBAZIONI


TRASPORTO PNEUMATICO UTILIZZATI PER LE
OPERAZIONI DI CARICO
ESEMPIO: SILOS STOCCAGGIO POLVERI

VOLUME INTERNO DEL SILOS ZONA

b=1.0m
b=1.0m
b=1.0m
20 O 21 A SECONDA DELLA a=1.0m

FREQUENZA DI CARICO a=1.0m

ZONA 22 DAI PUNTI DI


DISCONTINUITA’ DELLE TUBAZIONI
DEL TRASPORTO PNEUMATICO

EVENTUALE ZONA 22 GENERATA DA


STRATI DI POLVERE NON RIMOSSI
ESEMPIO: ELEVATORE A TAZZE

SORGENTI DI EMISSIONE TIPICHE:

VOLUME INTERNO DELL’ELEVATORE DURANTE


IL SUO FUNZIONAMENTO

SPORTELLI DI ISPEZIONE

PUNTI DI DISCONTINUITA’ NEI TRATTI IN


LEGGERA SOVRAPRESSIONE CREATA DAL
MOVIMENTO DELLE TAZZE
ESEMPIO: ELEVATORE A TAZZE

VOLUME INTERNO ZONA 20 O 21 A


SECONDA DELLA FREQUENZA DI CARICO E
UTILIZZO DELLA MACCHINA

ZONA 22 DAI PUNTI DI ISPEZIONE E DAI


PUNTI DI DISCONTINUITA’ DELLA
STRUTTURA

EVENTUALE ZONA 22 O 21 GENERATA DA


STRATI DI POLVERE NON RIMOSSI
ESEMPIO: BOTTE CARRELLATA

SE-031

SE-030

b=1m
IP5X T200

b=0.5m
TO DUST COLLECTOR
a=1m

a=0.5m

RAW MATERIALS
RAW MATERIALS

IP6X T200
ESEMPIO: MIXER

IP5X T200

a=b=1m
SE-086

a=b=1m

IP6X T200
ESEMPIO: REPARTO ESTRUSIONE

TO DUST COLLECTOR TO DUST COLLECTOR COOLING AIR OUT COOLING AIR INTAKE

a=b=1m
SE-040 IP5X T200

a=b=1m IP6X T200


SE-041

SE-042

POWDER
DISCHARGE

TO DC
SE-041 IP6X T200
SE-043

TO DC

SE-044 IP5X T200


b=1m

CHIPS OUTPUT

a=1m

IP5X T200
ESEMPIO: CICLONE + FILTRO A MANICHE

IL VOLUME INTERNO DEL FILTRO LATO SPORCO


TIPICAMENTE ZONA 20

IL COLLETTORE, A SECONDA DEL FLUSSO DI MASSA


VIENE CLASSIFICATO COME ZONA 21 O 22

IL VOLUME INTERNO DEL FILTRO LATO PULITO


TIPICAMENTE ZONA 22 (ZONA NON PERICOLOSA IN
PRESENZA DI DISPOSITIVI CONTROLLO ROTTURA a=b=4m

MANICHE O EMISSIONE)

IP5X T200
ZONA 22 PUNTO DI SCARICO TRAMOGGIA

IP6X T200 SE-132

SE-133

SE-130 IP6X T200 IP6X T200


IP6X T200
IP6X T200

SE-131 SE-131
b=1m

a=1m

IP5X T200

IP5X T200 IP5X T200


ESEMPIO: MULINO CON CONFEZIONAMENTO

IP5X

SE-091 SE-090
SE-093

SE-092

IP6X T200 IP6X T200


IP6X T200

DUST COLLECTOR

TO DC

RECYCLE
DUST SUCTION
a=

SE-097
IP5X T200
b=
1m

1m
OUTPUT OK
=b=
a=b=1m
POS 1
a TO DC

GROSS OUTPUT GROSS OUTPUT


POS 1 POS 2

FINE OUTPUT OK
OUTPUT POS 2
TO DC

SE-095
IP5X T200

SE-097 SE-096 SE-094


ESEMPIO: CONFEZIONAMENTO

SE-060

SE-060

IP6X T200 IP6X T200


SE-061

m
a=1
TO DC

IP5X T200 a=1


m

IP5X T200
IP6X T200

DUST COLLECTOR
IP6X T200
SE-062
1m
TO DC a=
SE-063
a=b=1m

IP6X T200

TO DC

IP6X T200
IP5X T200 OUTPUT OK

a=b=1m

a=b=1m
Valutazione e pericolo di accezione e
l’analisi del rischio esplosione
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO

NECSI utilizza come metodo di approccio alla valutazione del rischio il “RASE

PROJECT 2000 – Metodology for risk assessment of unit operations and equipment

for use in potentially explosive atmospheres””

PROJECT PARTECIPANT:

INBUREX (GERMANY) HSE (ENGLAND)

FSA (GERMANY) INERIS (FRANCE)

NIRO (DENMARK) CMR (NORWAY)

Il RASE PROJECT è all’analisi del CEN/TC305/WG4 per essere incorporato in un

futuro standard europeo (EN ….)

Si utilizza sia ai fini della marcatura CE Atex delle apparecchiature sia ai fini

della valutazione del rischio esplosione ai sensi della ATEX137 (D.lgs 626/94)
RASE PROJECT 2000: PRINCIPALI CARATTERISTICHE

• E’ basato su standard utilizzati nell’industria aereospaziale americana (us


military standard 882)

• E’ un metodo gia’ ampliamente collaudato in quanto utilizzato da diverse


aziende del settore chimico, farmaceutico, alimentare e siderurgico

• E’ utilizzato anche nel settore assicurativo (zurich insurance company)

• Utilizza un approccio qualitativo

• E’ apprezzato per la semplicita’ e per l’economicita’


RASE PROJECT 2000: STEPS PRINCIPALI

1. Identificazione delle sostanze in gioco, identificazione dei parametri di innesco


e infiammabilita’ delle sostanze, identificazione dei parametri di processo
significativi [vedi classificazione]

2. Identificazione della probabilita’ di accadimento dell’atmosfera esplosiva [vedi


classificazione]

3. Identificazione delle tipologie di inneschi presenti e per quelli presenti


identificazione delle cause, della probabilita’ di accadimento ed efficacia

4. Determinazione della probabilita’ di accadimento dell’esplosione, magnitudo e


livello del rischio tramite la matrice proposta
Analisi del rischio esplosione

Tecniche di analisi del rischio


Identificazione dei rischi HAZOP, Fault Tree Analysis,
Probabilità presenza atmosfera esplosiva Event Tree Analysys, FMEA
(Failure Mode and Effect
Probabilità presenza sorgenti di accensione efficaci Analysis)

LIVELLO DEL RISCHIO


Stima del rischio A  MOLTO ALTO

Attribuire un livello del rischio incrociando B  ALTO


probabilità/effetti prevedibili C  MODERATO
D  BASSO

Valutazione del rischio


Decidere se il rischio è accettabile

Riduzione del rischio


Valutare le soluzioni tecniche ed organizzative che
consentono di eliminare o ridurre il rischio
SORGENTI DI INNESCO DA CONSIDERARE: UNI EN 1127-1

SUPERFICI CALDE ONDE ELETTROMAGNETICHE A


RADIOFREQUENZA (104-3x1012 Hz)

FIAMME, GAS CALDI, SCINTILLE DI ONDE ELETTROMAGNETICHE


SALDATURA O TAGLIO (3x1011 - 3x1015 Hz)

SORGENTI DI ORIGINE MECCANICA RADIAZIONI IONIZZANTI

MATERIALE ELETTRICO ULTRASUONI

CORRENTI ELETTRICHE VAGANTI CONPRESSIONE ADIABATICA E ONDE


D’URTO

ELETTRICITA’ STATICA REAZIONI ESOTERMICHE

FULMINI AUTOACCENSIONE DELLE POLVERI


ORGANICHE
INNESCHI DI NATURA MECCANICA:
IL NUMERO DA RICORDARE … 1 m/s (PARTI IN MOVIMENTO)

1. Parti meccaniche metalliche con velocità relativa di scorrimento maggiore di


1 m/s sono potenzialmente in grado di generare punti caldi, superfici calde ed
eventuali scintille

2. Nuove apparecchiature debbono essere certificate atex in base alla zona ed


alle carattersitiche della sostanza

3. Per le apparecchiature meccaniche esistenti bisogna fare un censimento


(ventilatori centrifughi o assiali, pistoni pneumatici, riduttori meccanici,
coclee ecc.
CLASSIFICAZIONE DELLE SORGENTI DI INNESCO

 sorgenti di accensione che possono manifestarsi durante il NORMALE


FUNZIONAMENTO;
 sorgenti di accensione che possono manifestarsi unicamente a SEGUITO DI
DISFUNZIONI;
 sorgenti di accensione che possono manifestarsi unicamente a seguito di RARE
DISFUNZIONI.

Per valutare il rischio bisogna confrontare la probabilità di


presenza di atmosfera esplosiva con la probabilità di esistenza
di sorgenti di innesco efficaci
94/9/CE: TEMPERATURA SUPERFICIALE

Classi di Temperatura CENELEC and IEC

Classe T6 T5 T4 T3 T2 T1

Max
temperatura 85 °C 100 °C 135 °C 200 °C 300 °C 450°C
superficiale

In una apparecchiatura se la temperatura superficiale raggiunta supera la sua temperatura di


accensione (legata alla sostanza che l’ha generata) si ha una esplosione.
La temperatura superficiale deve essere valutata:

Durante il funzionamento normale – CATEGORIA 3


In presenza di un guasto - CATEGORIA 2
In presenza di un doppio guasto - CATEGORIA 1
PER OGNI ZONA BISOGNA VALUTARE
TUTTI GLI INNESCHI PRESENTI

Per ogni zona con pericolo di esplosione classificata bisogna individuare tutte
le potenziali sorgenti di innesco in tutte le condizioni operative prevedibili:

 trasporto;
 installazione e dismissione;
 prove di funzionamento, regolazione e messa a punto;
 messa in servizio e fuori servizio;
 normale funzionamento;
 errato comportamento dell’operatore;
 pulizia e manutenzione (svolte da personale interno o esterno);
COSTRUTTORI DI COMPONENTI E SINGOLI APPARECCHI

Devono garantire che il loro prodotto non inneschi l’atmosfera esplosiva


(zona) per la quale l’apparecchio è certificato.

Non devono preoccuparsi di valutare gli effetti di una eventuale


esplosione.

Risulta pertanto necessario effettuare una analisi del pericolo di


accensione secondo UNI EN 13463-1 e UNI EN 1127-1, che sarà parte
integrante del fascicolo tecnico.
EN13463-1: PERICOLO DI ACCENSIONE

SORGENTE DI INNESCO POTENZIALE


Misure applicate per
Protezione contro
impedire che la
l’accensione
FUNZIONAMENTO DISFUNZIONE sorgente diventi
DISFUNZIONE RARA utilizzata
NORMALE PREVISTA efficacie

CATEGORIA 3

CATEGORIA 2

CATEGORIA 1
COSTRUTTORI DI MACCHINE E IMPIANTI

Devono garantire che il loro prodotto non inneschi l’atmosfera esplosiva

per la quale la macchina o impianto è certificato.

Devono preoccuparsi di valutare gli effetti di una eventuale esplosione.

Risulta pertanto necessario effettuare una analisi del rischio esplosione

secondo appropriate tecniche (UNI EN 13463-1, UNI EN 1127-1 e “Rase

Project 2000”); tale analisi sarà parte integrante del fascicolo tecnico.
LIVELLI DEL RISCHIO DEL RISCHIO

Livello
di Classificazione
rischio

Livello intollerabile per il quale devono essere adottate con effetto


indilazionabile appropriate misure per ridurre il rischio, sia di carattere
A
organizzativo che tecnico, che prendano in considerazione anche la
modifica dei processi produttivi e interventi su impianti e attrezzature.
Rischio
elevato
Livello intermedio che necessita in ogni caso l’attuazione nel medio
termine di appropriate misure per ridurre il rischio, sia di carattere
B organizzativo che tecnico. Se ritenuto opportuno sono identificate e poste
in atto misure provvisorie immediate per intensificare il controllo del
rischio.

Livello intermedio per il quale è opportuno adottare appropriate misure di


C
carattere organizzativo per ridurre e controllare il livello di rischio.
Rischio
moderato
Livello accettabile per il quale non è richiesta l’attuazione di alcuna
D misura di riduzione del rischio. Possono essere consigliate procedure per il
mantenimento ed il controllo della situazione.
SORGENTI DI INNESCO PRESENTI

O1 Probabile durante il normale funzionamento


Poco probabile durante il normale
O2 funzionamento, ma se accade persiste per un
lungo periodo
O3 Poco probabile durante il normale funzionamento
O4 Probabile durante malfunzionamenti
O5 Probabile durante rari malfunzionamenti
STIMA DEI DANNI

DANNI ALLA PERSONA


•NELLA STIMA DEI DANNI CAUSATI DA
L1 - Morte
UN’EVENTUALE ESPLOSIONE BISOGNA
L2 - Grave danno alla salute o malattia
CONSIDERARE I SEGUENTI FATTORI: professionale importante o lesioni irreversibili
L3 - Danno minore alla salute o malattia
professionale breve o lesioni reversibili
L4 - Lesioni lievi (primo soccorso, trattamento
•DANNI ALLA PERSONA (GENERALMENTE SEMPRE medico interno)

GRAVI)
A1 - Importante incidente ambientale

A2 - Contaminazione reversibile
•DANNI ALL’AMBIENTE NEL CASO DI RILASCIO DI
A3 - Confinato e senza conseguenze
SOSTANZE INQUINANTI significative

DANNI ALLA PROPRIETA'


•DANNI ECONOMICI ALLA PROPRIETA’ IN
S1 - Distruzione massiva o perdita totale della
TERMINI DI DANNEGGIAMENTO IMPIANTI E/O produzione
S2 - Danno maggiore alla proprietà e perdita
MANCATA PRODUZIONE di produzione (settimane/mesi)
S3 - Danno maggiore alla proprietà o perdita
di produzione (giorni)
S4 - Danno minore alla proprietà e breve
perdita di produzione (ore)

S5 - Nessun danno
LA MATRICE DEL RISCHIO BASATA SU RASE 2000

ALLA PERSONA

AMBIENTALE
STIMA DEL DANNO

ECONOMICO

D4 - Trascurabile
D1 - Catastrofica

D2 - Grave

D3 - Lieve
PROBABILITA’ PRESENZA
ZONA
ATMOSFERA ESPLOSIVA
P1 - Molto probabile A A B B
PRESENZA
P2 - Probabile A A B C

OCCORRENZA P3 - Poco probabile A B C D


PROBABILITA’ INNESCO

P4 - Remoto B B C D

EFFICACIA
P5 - Improbabile C C D D
DIAGRAMMA MISURE TECNICHE ED ORGANIZZATIVE

EVITARE LA FORMAZIONE DI
ATMOSFERA ESPLOSIVA
PREVENZIONE
EVITARE LA PRESENZA DI
ACCENSIONE EFFICACI

TECNICHE PROGETTAZIONE RESISTENTE


ALL’ESPLOSIONE

SCARICO DELL’ESPLOSIONE
PROTEZIONE
SOPPRESSIONE DELL’ESPLOSIONE

MISURE CONTRO PREVENZIONE DELLA PROPAGAZIONE


DEGLI EFFETTI (ISOLAMENT0)
L’ESPLOSIONE

QUALIFICAZIONE DEL PERSONALE

FORMAZIONE DEL PERSONALE

SISTEMA AUTORIZZAZIONE SCRITTE AL LAVORO

ISTRUZIONI SCRITTE AL LAVORO


ORGANIZZATIVE
GESTIONE SICUREZZA IN MANUTENZIONE

COORDINAMENTO IMPRESE ESTERNE

CONTROLLO SORVEGLIANZA

SEGNAZIONE TRAMITE CARTELLONISTICA


DIAGRAMMA MISURE DI PREVENZIONE

SOSTITUZIONE DELLE SOSTANZE INFIAMMABILI

RIDURRE I QUANTITATI IN GIOCO NEL PROCESSO

LIMITARE LA CONCENTRAZIONE E/O LA QUANTITA’ DI


ATMOSFERA ESPLOSIVA CHE SI GENERA TRAMITE USO
DI RILEVATORI GAS O DISPOSITIVI DI CONTROLLO
TEMPERATURA LIQUIDI INFIAMMABILI

EVITARE LA FORMAZIONE DI
INERTIZZAZIONE
ATMOSFERA ESPLOSIVA

PROGETTARE LE MACCHINE IN MODO CHE LE SOSTANZE


SIANO SEMPRE IN SISTEMI CHIUSI

PREVENZIONE
MINIMIZZARE LE EMISSIONI DI SOSTANZE TRAMITE LA SCELTA
DI COMPONENTI A TENUTA

DILUIZIONE PER VENTILAZIONE (EN 60079-10)

EVITARE GLI ACCUMULI DI POLVERE


TECNICHE

EVITARE LA PRESENZA DI
ACCENSIONE EFFICACI

PROTEZIONE
Elettricità statica e miscele
infiammabili
MECCANISMO DI SEPARAZIONE, DECADIMENTO E SCARICA
SEPARAZIONE: processi di formazione delle cariche

ELETTRIZZAZIONE PER CONTATTO:


Quando due corpi non carichi (neutri), dei quali ALMENO UNO È ISOLANTE,
sono portati in stretto contatto tra loro e sono poi rapidamente SEPARATI (tra
solidi e solidi, tra liquidi e liquidi, tra solidi e liquidi)

ELETTRIZZAZIONE PER INDUZIONE


Quando un corpo carico (conduttore o isolante) induce sulla superficie di un
secondo corpo conduttore non carico.

ELETTRIZZAZIONE PER TRASFERIMENTO DI CARICA


Quando un oggetto privo di carica entra in contatto con un altro carico, la
carica si ripartisce secondo la conducibilità dei due materiali.
DECADIMENTO DELLE CARICHE (RILASSAMENTO)

Per prevenire il comportamento delle varie sostanze dal punto di vista


elettrostatico è utile la conoscenza del tempo di rilassamento τ, indice della
velocità di ricombinazione delle cariche.

Il tempo di rilassamento τ (espresso in secondi) di un materiale è l’intervallo


di tempo necessario affinché la sua carica si riduca di 1/e ovvero del 37% del
suo valore massimo

Se il tempo τ è piccolo rispetto al tempo necessario per la formazione, non si


hanno accumuli di carica.

 τ è proporzionale alla resistività (conducibilità) del materiale


τ = ε0 ε ρ
POLVERI … SEMPRE PIÙ COMPLICATE

Le polveri sono generalmente CATTIVI CONDUTTORI di elettricità e tendono ad

accumulare elettricità statica durante i vari processi: macinazione, miscelazione,

setacciatura, trasporto pneumatico, ecc.)

La conducibilità delle polveri dipende da numerosi fattori: granulometria, condizioni


atmosferiche ed in particolare l’umidità.

Maggiore è l’umidità, maggiore è la resistività e quindi maggiore è il tempo di


rilassamento
CLASSIFICAZIONE LIQUIDI INFIAMMABILI

CONDUTTORI – τ<1 [ms]


resistività ρ<108 [Ωm]

conducibilità maggiore di 104 [pS/m]

SEMICONDUTTORI – τ=2-500 [ms]


conducibilità tra 102 e 104 [pS/m]

NON CONDUTTORI – τ= tra 180 [ms] e 1 [s]


resistività ρ>108 [Ωm]

conducibilità minore di 102 [pS/m]


CLASSIFICAZIONE POLVERI INFIAMMABILI

CONDUTTRICI

conducibilità maggiore di 104 [pS/m]

SEMICONDUTTRICI

conducibilità tra 108 e 1010 [pS/m]

NON CONDUTTRICI

conducibilità minore di 1010 [pS/m]


SI CONSIDERANO PERICOLOSE

Le polveri che hanno un tempo di rilassamento superiore a circa 1

secondo e hanno una resistività superiore di 1010 [Ωm]

Liquidi infiammabili con resistività ρ>108 [Ωm]


LIQUIDI NON CONDUTTORI
TIPICHE CAPACITA’ IN GIOCO NELLA PRATICA INDUSTRIALE

Flangia ~10 pF
Pala ~20 pF
Piccolo contenitore (50 L) 10-100 pF
Imbuto 10-100 pF
Fusto (~200 L) 100-300 pF
Operatore 100-300 pF
Grandi contenitori, reattori 100-1000 pF
Autocisterna ~1000 pF
ENERGIA DELLE SCINTILLE IN GIOCO

 VALORI TIPICI DELLE ENERGIA CHE SI LIBERANO DURANTE LA SCARICA

Flangia a 10 kV ~0,5 mJ
Pala a 15 kV ~2 mJ
Imbuto A 8 Kv ~0,6 mJ
Fusto (~200 L) a 20 kV ~40 mJ
Operatore A 10 kV ~10 mJ
Autocisterna A 15 kV ~100 mJ
ENERGIE LIBERATE NEI DIVERSI TIPI DI SCARICA

Tipo di scarica Energia, Pericolo per miscele di Pericolo per miscele


mJ gas/vapori? di polveri?
Scintilla 10.000 Molto pericolosa Pericolosa
Corona 0,1 Per alcuni Non pericolosa
Spazzola (fiocco) 3-4 Pericolosa Per alcune
Spazzola propagante 3.000 Molto pericolosa Molto pericolosa
Cono 10-25 Molto pericolosa Pericolosa
ALCUNE MISURE DI PROTEZIONE

Messa a terra di tutti i conduttori


Messa a terra delle apparecchiature
Rendere equipotenziali le differenti parti degli impianti
Messa a terra delle parti metalliche isolate
Fusti metallici devono essere collocati su pavimento conduttore
durante i travasi
Prevedere pavimenti conduttori
Indossare indumenti e scarpe adatte
Utilizzare tubazioni in materiale conduttore
Limitare la velocità di flusso inferiore a 1 m/s
Lavorare con liquidi infiammabili a temperatura inferiore di
almeno 5°C al loro punto di infiammabilità
MESSA A TERRA DEGLI ELEMENTI

Travaso di liquidi da Travaso di liquidi da


contenitori di plastica contenitori metallici
MANIPOLAZIONE DI POLVERI IN PRESENZA
DI GAS O VAPORI INFIAMMABILI
MANIPOLAZIONE DI POLVERI IN PRESENZA
DI GAS O VAPORI INFIAMMABILI
MANIPOLAZIONE DI POLVERI IN PRESENZA
DI GAS O VAPORI INFIAMMABILI IN ASSENZA DI INERTIZZAZIONE
MANIPOLAZIONE DI POLVERI IN PRESENZA
DI GAS O VAPORI INFIAMMABILI IN ASSENZA DI INERTIZZAZIONE

Situazione da evitare!
SECONADA PARTE
UN CASO DIFFUSO MA COMPLICATO DA VALUTARE

FILTRI A MANICHE CHE PROCESSANO POLVERI COMBUSTIBILI

RISCHIO INCENDIO RISCHIO ESPLOSIONE

Quando le polveri hanno classe Quando le polveri disperse in nube


combustione BZ ≥3 possono generare una reazione se
innescate

1. Sistema rilevazione e
spegnimento scintille MIE<20 mJ MIE>30 mJ
2. Sistema spegnimento e/o • Classificare zona • Classificare
rilevazione incendio interna filtro zona interna
filtro
3. Compartimentazione incendio su • valutare sistemi
collettore protezione • No sistemi
4. Etc. protezione
• Apparecchiature
atex • Apparecchiature
atex
ESEMPIO: SISTEMA RILEVAZIONE E SPEGNIMENTO SCINTILLE
PROTEGGERSI DALLE ESPLOSIONI

Quando dall’analisi del rischio non si riesce a controllare ed eliminare una


o più causa di innesco si debbono adottare una o più delle seguenti misure
di protezione:

Contenimento dell’esplosione (RESISTENTE ALL’ESPLOSIONE)

Separazione degli impianti (ISOLAMENTO)

Soppressione dell’esplosione

Sfogo dell’esplosione (VENTING)


DESIGN RESISTENTE ALL’ESPLOSIONE

Si applica un design costruttivo che garantisca, all’apparecchiatura da proteggere, una


resistenza strutturale superiore alla Pmax
Gli organi meccanici di connessione (valvole stellari, coclee, etc.) devono possedere idonee
caratteristiche meccaniche.
DESIGN RESISTENTE ALL’ESPLOSIONE

ESEMPIO MULINO + FILTRO


SEPARAZIONE (ISOLAMENTO) DEGLI IMPIANTI

SEPARAZIONE FISICA SEPARAZIONE CHIMICA


SOPPRESSIONE DELL’ESPLOSIONE: DINAMICA
SOPPRESSIONE DELL’ESPLOSIONE

Centrale di allarme

Multisensore di esplosione dinamico


(rileva la velocità di variazione della
pressione)

Soppressori di esplosione HRD (High


Rated Discharge)
ANDAMENTO TIPICO DI UN’ESPLOSIONE CON SFOGO
SFOGO DELL’ESPLOSIONE (VENTING)

 ERRATO POSIZIONAMENTO DEI


PANNELLI DI SFOGO SU ZONA NON
SICURA

 EVITARE PUNTI DI TRANSITO


DELL’OPERATORE
PROPAGAZIONE DI FIAMMA ALL’ESTERNO DELL’IMPIANTO

LUNGHEZZA FIAMMA
Venting orrizzontale LF=10V1/3[m]
Venting verticale LF=8 V1/3[m]

LARGHEZZA FIAMMA
WF=1,3 (10)V1/3[m]
PROPAGAZIONE DI PRESSIONE ALL‘ESTERNO DELL’IMPIANTO

Picco PAmax=0.2 Pred, max A0.1 V0.18


Pressone Par = PAmax • (Rs/r)1.5
FLAMELESS EXPLOSION VENTING
SFOGO DELL’ESPLOSIONE (VENTING)

Scelta del sistema di sfogo adeguato (problema dell’incendio post esplosione)


SFOGO DELL’ESPLOSIONE (VENTING)

Utilizzo dei deflettori


SFOGO DELL’ESPLOSIONE (VENTING): DA EVITARE!

Riduzione dell’efficienza di sfogo causata dalla maniche


SFOGO DELL’ESPLOSIONE (VENTING)

Condotta di sfogo dell’esplosione

Massima inclinazione ammessa Non ammessa


SFOGO DELL’ESPLOSIONE (VENTING)

Condotta di sfogo dell’esplosione

Ammesso Non ammesso


SFOGO DELL’ESPLOSIONE (VENTING)

 Le fondazioni delle apparecchiature devono essere dimensionate per le


forze di reazione prevedibili in caso di esplosione
ESEMPIO DI APPLICAZIONE MISTA DI SISTEMI DI ISOLAMENTO
E DI SFOGO DELL’ESPLOSIONE

1. Sensore pressione di esplosione


2. Pannello sfogo esplosione
3. Isolamento chimico
4. Ventilatore
5. Controllo rottura filtro
6. Isolamento tramite valvola rotativa
ESEMPIO DI APPLICAZIONE MISTA DI SISTEMI DI ISOLAMENTO
E DI SOPPRESSIONE DELL’ESPLOSIONE

1. Sensore pressione di esplosione


2. Soppressione dell’esplosione
3. Isolamento chimico
4. Ventilatore
5. Controllo rottura filtro
6. Isolamento tramite valvola rotativa
Esempio di applicazione e
isolamento e soppressione
dell’esplosione: filtro a
maniche
ESEMPIO DI APPLICAZIONE ISOLAMENTO E SOPPRESSIONE
DELL’ESPLOSIONE: MULINO + FILTRO
ESEMPIO DI APPLICAZIONE MISTA DI SISTEMI DI ISOLAMENTO E
COSTRUZIONE RESISTENTE ALL’ESPLOSIONE

1. Sensore pressione di esplosione


2. Valvola a sezionamento rapido
3. Valvola di autochiusura
4. Controllo rottura filtro
5. Isolamento tramite valvola rotativa
VALVOLA AUTOCHIUSURA
TERZA PARTE
Esempio: Analisi del rischio macchina
settore alimentare
ELEVATORE A TAZZE: INDIVIDUAZIONE POLVERE RAPPRESENTATIVA

Parametri rappresentativi assunti per il materiale movimentato


Tipologia prodotto movimentato
Cereali in generale, semi oleaginosi e loro
Materiali polverulenti e granaglie di natura organica
derivati
Materiali polverulenti e granaglie di origine inorganica Solo polveri inerti (non infiammabili)
Strati di polvere (Dust layers)
Classe di combustione BZ ≤4
Minima temperatura innesco strato 5 mm (Tlayer) ≤ 270 °C
Si – autoriscaldamento per processi
Fenomeni di autoaccensione
biologici (fermentazione)
Temperatura autoaccensione Non nota
Reazioni esotermiche o chimiche (ossidazione, decomposizione ecc) per associazione tra
No
prodotto trasportato e altre sostanze presenti o con materiale da costruzione
Resistività volumica 106<R≤1010 Ωm (stimato)
Nubi di polvere (Dust clouds)
Minima temperatura di innesco nube (Tcloude) ≤ 360 °C
Minima energia di innesco MIE ≥10 mJ
Pressione massima di esplosione (Pmax) ≤ 10 bar
Massima costante di esplosione (Kst) ≤ 200 bar m/s-1
Classe di esplosione (St) ≤2
Miscele ibride e reazioni chimiche (Dust clouds)
Presenza di possibili miscele ibride con gas o vapori infiammabili No
Reazioni con l’acqua No
Reazioni con altre sostanze presenti No
Tossicità prodotto trasportato No
ELEVATORE A TAZZE:
CLASSIFICAZIONE ZONE
ELEVATORE A TAZZE: SOLLECITAZIONI AMBIENTALI

Azione aggressiva legata alle sostanze presenti nel luogo di installazione


Presenza di acqua Si – all’aperto o in capannoni parzialmente chiusi.
Scelta del grado di protezione IP: vedi tabella
“caratteristiche costruttive e parametri di funzionamento
nominali” riportata nella parte generale introduttiva del
fascicolo tecnico redatto ai sensi della Direttiva Macchine
98/37/CEE.
Presenza di polvere Si - tipicamente costituita dal materiale trasportato
dall’elevatore e dalle altre macchine a monte e a valle
dell’elevatore stesso.
Scelta del grado di protezione IP: vedi tabella
“caratteristiche costruttive e parametri di funzionamento
nominali” riportata nella parte generale introduttiva del
fascicolo tecnico redatto ai sensi della Direttiva Macchine
98/37/CEE.
Atmosfere saline SI – installazioni costiere e impianti ricezione portuale.
Vedi scelta dei materiali C.3.
Raggi UV No
Presenza idrocarburi No
Presenza di oli minerali Si – Limitatamente alla lubrificazione degli organi di
trasmissione meccanica (motoriduttore).
Sostanze alcoliche, acidi No
deboli, basi deboli
Altre sostanze presenti No
ELEVATORE A TAZZE: SOLLECITAZIONI MECCANICHE E TERMICHE
Sollecitazioni meccaniche e termiche derivanti da perturbazioni esterne
Urti Si - rappresentate da carrelli elevatori e altri mezzi di
trasporto presenti. Vedi istruzioni: norme di sicurezza
rischi residui indicazione che è cura del committente
predisporre idonee strutture di protezione al piede
dell’elevatore.
Vibrazioni Si – derivanti dalle macchine a monte e a valle
dell’elevatore. Vedi allegato C (calcoli progettuali) e
fascicolo tecnico Direttiva 98/37/CE.
Spinta del vento Si – in zone molto ventose e nel caso di installazione
all’aperto. Vedi allegato C (calcoli progettuali) e fascicolo
tecnico Direttiva 98/37/CE.
Sollecitazioni statiche Si - vedi allegato C (calcoli progettuali) e fascicolo tecnico
(stabilità strutturale) Direttiva 98/37/CE.
Eventi sismici Si - vedi allegato C (calcoli progettuali) e fascicolo tecnico
Direttiva 98/37/CE.
Variazioni temperatura Si - Variazioni temperatura ambiente, surriscaldamento
(anche repentine) e stress anomalo del prodotto trasportato a causa di fenomeni di
termici fermentazione.
Vedi tabella “temperature di esercizio” riportata nella parte
generale introduttiva del fascicolo tecnico redatto ai sensi
della Direttiva Macchine 98/37/CEE.
Umidità Si - vedi tabella “condizioni ambientali nominali” riportata
nella parte generale introduttiva del fascicolo tecnico
redatto ai sensi della Direttiva Macchine 98/37/CEE.
Altre sollecitazioni presenti No
INNESCHI PRESENTI ALL’INTERNO (ZONA 20) 1/2

Potenziale sorgente di innesco


Cod. Presente Potenziale Efficacia Riferimento
(UNI EN 1127-1)
I1 Superfici calde SI SI 1.1-1/…
Fiamme e gas caldi comprese le
I2 NO Innesco non presente
particelle calde
I3 Scintille di origine meccanica SI SI 1.3-1/…
I4 Materiale elettrico SI SI 1.4-1
Correnti elettriche vaganti,
I5 protezione contro la corrosione NO Innesco non presente
catodica
Elettricità statica
I6a Scariche distruttive (scintille) SI SI 1.6a-1
NO: allo stato attuale di conoscenza si
è rilevata l’improbabilità che polveri
I6b Scariche a fiocco SI combustibili con MIE superiori a 3mJ
siano innescate da scariche a fiocco
(CEI CLC/TR 50404).
I6c Scariche propagatesi a fiocco SI SI 1.6c-1/…
Innesco non presente
I6d Scariche coniche NO
Tipico dei silos
NO: allo stato attuale di conoscenza si
è rilevata l’improbabilità che polveri
I6e Scariche ad effetto corona SI combustibili siano innescate da
scariche a fiocco (CEI CLC/TR
50404).
INNESCHI PRESENTI ALL’INTERNO (ZONA 20) 2/2

Cod Potenziale sorgente di innesco (UNI Presen


Potenziale Efficacia Riferimento
. EN 1127-1) te
Innesco non presente
Sebbene possibili in teoria,
Scariche simili a fulmini (su nubi e
I6f NO non sono state osservate nei
sospensioni)
processi industriali (CEI
CLC/TR 50404).
Fulmine
I7 NO Innesco non presente

Onde elettromagnetiche a
I8 radiofrequenza (RF) da 104 a 3x1012 Hz NO Innesco non presente

Onde elettromagnetiche da 3x1011 a


I9 3x1015 Hz NO Innesco non presente

Radiazioni ionizzanti
I10 NO Innesco non presente

Ultrasuoni
I11 NO Innesco non presente

Compressione adiabatica e onde d’urto


I12 NO Innesco non presente

Reazioni esotermiche ed
I13 SI SI 1.13-1
autoaccensione delle polveri
INNESCHI PRESENTI ALL’ESTERNO (ZONA 22)

Potenziale sorgente di Riferiment


Cod. Presente Potenziale Efficacia
innesco (UNI EN 1127-1) o
I1 Superfici calde SI SI 2.1-1/…
Fiamme e gas caldi comprese
I2 le particelle calde NO Innesco non presente

I3 Scintille di origine meccanica SI SI 2.3-1/…


I4 Materiale elettrico SI SI 2.4-1
Correnti elettriche vaganti,
I5 protezione contro la corrosione NO Innesco non presente
catodica
Elettricità statica

I6a Scariche distruttive (scintille) SI SI 2.6a-1


NO: allo stato attuale di conoscenza si è
rilevata l’improbabilità che polveri combustibili
I6b Scariche a fiocco SI
con MIE superiori a 3mJ siano innescate da
scariche a fiocco (CEI CLC/TR 50404).
I6c Scariche propagatesi a fiocco SI SI 2.6c-1/…
Innesco non presente
I6d Scariche coniche NO
Tipiche dei silos

NO: allo stato attuale di conoscenza si è


rilevata l’improbabilità che polveri combustibili
I6e Scariche ad effetto corona SI
siano innescate da scariche a fiocco (CEI
CLC/TR 50404).
ELEVATORE A TAZZE: ESEMPIO ANALISI DEL RISCHIO
Analisi dei Valutazione del
Apparecchio Sorgenti di innesco efficaci
danni rischio
P A
I
Rif Pro Fase ciclo Oc e m Pro Dan Risc
App. Zona Causa Effic. m
. gr. vita cor. r b b. no hio
p.
s. .
Fenomeni di attrito per possibile contatto tra
1. PF, R, L S A
20 1 albero e fiancata testa/piede (lamierini) dovuto ad O4 Alta P3 D1 A
1 MIS, F 1 3 3
errato montaggio o vibrazioni
1. Fenomeni di sfregamento tra tazze e bandella PF, R, L S A
20 2 O4 Media P4 D1 B
1 per errata regolazione o allentamento MIS, F 1 3 3
1. Surriscaldamenti dovuti allo slittamento tra PF, R, L S A
20 3 O4 Alta P3 D1 A
1 puleggia e cinghione MIS, F, M 1 3 3
1. Grippaggio cuscinetti con trasmissione di calore PF, R, L S A
20 4 O4 Alta P3 D1 A
1 all’albero MIS, F, M 1 3 3
Fenomeni di attrito per possibile contatto tra
1. PF, R, L S A
interno 20 1 albero e fiancata testa/piede (lamierini) dovuto ad O4 Alta P3 D1 A
3 MIS, F 1 3 3
elevator errato montaggio o vibrazioni
e
Fenomeni di attrito e urto dovuti a contatto tra
1. PF, R, L S A
20 2 tazze ed elementi strutturali canne, dovuti a O4 Alta P3 D1 A
3 MIS, F 1 3 3
sbandamenti del cinghione
PF, R,
1. Sfregamento della slitta durante regolazione del L S A
20 3 MIS, F, O1 Bassa P4 D1 B
3 tensionamento del cinghione. 1 3 3
MIS, M, D
1. Fenomeni di urto dovuti alla caduta verticale PF, R, F, L S A
20 4 O4 Alta P3 D1 A
3 delle tazze per rottura del cinghione M, D 1 3 3
Urto per distacco bulloni di fissaggio (es. tazze) I, PF, R,
1. L S A
20 5 ed elementi metallici in generale dovuti ad MIS, F, M, O4 Alta P3 D1 A
3 1 3 3
allentamenti o err. montaggio D
ELEVATORE A TAZZE: RIASSUNTO LIVELLO DEL RISCHIO PRIMA
DI APPLICARE LE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

Gravità avvenimento (danno)


Calcolo del
livello di rischio - D1 - - D2 - - D3 - - D4 -
Catastrofica Critica Marginale Trascurabile

P1 - Molto
1.6a-1/1.6c-1
probabile

P2 - Probabile 1.6c-2/1.6c-3/1.13-1

1.1-1/1.1-3/1.1-4/1.3-1/
Probabilità P3 - Poco
1.3-2/1.3-4/1.3-5/1.3-6/ 2.1-2/2.4-1/2.6a-1
evento probabile 1.4-1

P4 - Remota 1.1-2/1.3-3 2.6c-1/2.13-1

P5 - 2.1-1/2.1-3/2.3-
Improbabile 1/2.3-2
ELEVATORE A TAZZE: RIASSUNTO LIVELLO DEL RISCHIO
DOPO AVER APPLICATO LE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

Gravità avvenimento (danno)


Calcolo del
livello di rischio - D1 - - D2 - - D3 - - D4 -
Catastrofica Critica Marginale Trascurabile

P1 - Molto probabile

P2 - Probabile

Probabilità P3 - Poco probabile 1.3-6


evento

P4 - Remota 1.1-3/1.3-2

1.1-1/1.1-2/1.1-4/1.3-1/
2.1-1/2.1-2/2.1-3/2.3-1/
1.3-4/1.3-5/1.4-1/
P5 - Improbabile 1.6a-1/1.6c-1/1.6c-2/
2.4-1/2.6a-1/2.6c-1/
2.13-1
1.6c-3/1.13-1
Esercitazione: la scelta delle
apparecchiature in funzione
del tipo di zona
ESEMPIO PANNELLO ANTISCOPPIO (VENTING)

DATI TECNICI
 ZONA: DUST 20
 PARAMETRI SOSTANZA: POLVERE CONDUTTRICE
T200
 Pmax = 10 barg
 Kst = 200

CE 0588 II 1 GD
1
FSA 09 ATEX 1591 X

CE II GD
2
FSA 09 ATEX 1591 X

CE 0588 II 2 GD
3
FSA 09 ATEX 1591 X
ESEMPIO SONDE DI LIVELLO

DATI TECNICI
 ZONA: GAS ZONA ESTERNA 1 INTERNA 2
 PARAMETRI ZONA: IIA T1
 GRUPPO POMPA MOTORE

1 CE 0722 II 2/2 G

Ex d c IIB T6 X

2 CE 0722 II 2/2 GD

Ex d c IIB T6 X

3 CE II 2 G

c IIB X
ESEMPIO MISURATORE DI LIVELLO IN CONTINUO

DATI TECNICI
 ZONA: GAS INTERNO SERB. ZONA 0 ESTERNO ZONA1
 PARAMETRI SOSTANZA: IIB T3
 Sonda con parte interna al serbatoio e parte esterna al
serbatoio (custodia)

CE 0722 II 1/3 G
1
Ex tD IP66 T97°C CESI 02 ATEX 123X

CE 0722 II 1/2 G
2
Ex ia IIC T6 KEMA 03 ATEX 1497 X,

CE 0722 II 1/2 GD
3
Ex ia IIA T6 KEMA 03 ATEX 1497 X
ESEMPIO DISPOSITIVO CONTROLLO
SOVRAPRESSIONE QUADRO ELETTRICO

DATI TECNICI
 ZONA: GAS ESTERNO ZONA2
 PARAMETRI SOSTANZA: IIB T3
 Dispositivo di controllo della sovrapressione di un quadro
elettrico dotato di uscita comando elettrovalvola gas
inerte di pressurizzazione e gestione sovrapressione di
sicurezza

CE 0722 II 2G
1
EEx em [ib] [p] IIC T6 (-20 °C ≤ Tamb ≤ 45 °C) DMT 00 ATEX E 004 X

CE 0722 II 2 G
2
EEx em [ia] [p] IIC T6 (-20 °C ≤ Tamb ≤ 45 °C) DMT 00 ATEX E 004 X

CE 0722 II 1 G
3
EEx em [ib] [p] IIC T6 (-20 °C ≤ Tamb ≤ 45 °C) DMT 00 ATEX E 004 X
ESEMPIO 1: POLVERI

Sostanza: amido di patate (non

b=1.0m
b=1.0m
conduttrice) L

b=1.0m
a=1.0m

Tcloude= 350°C (2/3=233°C)


Tlayer=280°C
ev
a=1.0m

SL= sonda di livello


Ev= elettrovalvola
M = motoriduttore
L = lampada illuminazione
Q = quadro marcia arresto
SL SL SL

M Motoriduttore
SL=Sonda di livello

1 CE 0722 II 1/3 D

Ex tD IP66 T97°C CESI 02 ATEX 123X

2 CE 0722 II 3 GD

Ex tD IP55 T97°C CESI 02 ATEX 123X

3 CE 0722 II 2 G

Ex tD IP66 T85°C CESI 02 ATEX 123X


EV= Elettrovalvola

1 CE II 3 D

Ex tD A22 IP55 T210°C CESI 02 ATEX 123X

2 CE II 3 GD

Ex tD A22 IP55 T110°C

3 CE 0722 II 3 D

Ex tD A22 IP55 T100°C


M= Motoriduttore

1 CE II 3 GD

IP55

2 CE II 3 GD

ck T110°C

3 CE II 3 D

c/k T100°C
L = Proiettore illuminazione

1 CE II 1/3 D

Ex tD A22 IP66 T160°C

2 CE II 3 D

Ex tD A22 IP55 T210°C

3 CE 0102 II 3 D

Ex tD A22 IP66 T160°C


SNCH 03 ATEX 3515
Q= Quadro marcia arresto

1 CE 0102 II 2 D

Ex tD A21 IP66 T97°C PTB 01 ATEX 6238

2 CE 0102 II 3 GD

Ex tD A22 IP55 T97°C PTB 02 ATEX 123X

3 CE 0722 II 2 GD

Ex tD A21 IP66 T85°C CESI 02 ATEX 123X


ESEMPIO 2: GAS INFIAMMABILI

Sostanza: Metano

a=2.5m

a=2.5m
Tacc= 350°C
Sottogruppo IIA

I= interruttore
T= sonda temperatura
a=2.5m
P = sonda pressione
Po = Pompa
P
IIA T1
Q
Q = quadro lettura consumi
T
a=2.5m

a=2.5m

I
Po

a=2.5m
I= Interruttore

1 CE II 3 G

EEx IP66 T97°C

2 CE 0722 II 2 G

EEx d IIC T6 CESI 02 ATEX 123X

3 CE 0722 II 2 G

EEx d IIC CESI 02 ATEX 123X


Po= Pompa

1 CE II 2 G

ck IIB T3 Tech. File Ref. 12345 TUV

2 CE II 3 GD

ck IP55 T110°C

3 CE II 2 G

ck IIB T3
P = Sensore pressione

1 CE 0102 II 2 G

[EEx ia] IIC PTB 01 ATEX 6238

2 CE 0102 II 2 G

EEx ib IIC T4 PTB 01 ATEX 6238

3 CE 0102 II 1 G

EEx ib IIC T4 PTB 01 ATEX 6238


T = Sensore temperatura

1 CE 0102 II 1 GD

[EEx ia] IIC PTB 01 ATEX 6238

2 CE 0102 II 2 G

EEx ia IIC PTB 01 ATEX 6238

3 CE 0102 II 1 G

EEx ia IIC T4 PTB 01 ATEX 6238


Q= Quadro lettura consumi

1 CE 0102 II 1 G

[EEx ia] IIR PTB 01 ATEX 6238

2 CE 0102 II 2 G

[EEx ia] IIC PTB 01 ATEX 6238

3 CE 0102 II 1 G

[EEx ia] IIC PTB 01 ATEX 6238


Società di ingegneria
ENERGIA - SICUREZZA - AMBIENTE

Sede legale
Via Ten. E. Velo, 28
Romano d’Ezzelino (VI)
Tel. +39 0424 382638
Fax +39 0424 37115
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www.necsi.it

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