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Periodo tardo-romano

Gli anni immediatamente successivi alla morte dell’imperatore Marco Aurelio e cioè dal 180 d.C. al 476 (caduta
dell’Impero Romano d’Occidente) furono segnati dalle continue incursioni dei barbari, da un tormentato regime
politico.
La popolazione a Roma andò sempre più diminuendo perché le condizioni di vita diventarono insostenibili. In
questo clima di malessere si cominciarono ad insinuare nella Roma pagana molti seguaci di religioni orientali,
oltre al già diffuso cristianesimo, anche i culti del persiano Mitra o dell’egizia Iside.
L’imperatore Diocleziano (284 – 305 d- C.) cercò di risollevare le sorti dell’Impero con riforme di carattere
politico, sociale e culturale.

Palazzo di Diocleziano a Spàlato


Nel 293 Diocleziano cominciò a farsi costruire un immenso palazzo a Spàlato, in Dalmazia, sua città di origine.
Il Palazzo è concepito quasi come una grande città, o un accampamento – due strade porticate lo percorrono.
Esso è circondato da fortificazioni, tranne che sul lato verso il mare con una facciata chiusa fra due massicce
torri angolari e cadenzata da un regolare sistema di archi poggianti su un robusto basamento in pietra, interrotti
da archi di maggiori dimensioni. Al centro una triplice finestra centrale dove due colonne e due pilastri affiancati
sostenevano una trabeazione spezzata dalla finestra centrale che viene composta ad arco.
• A nord il quartiere militare, a sud, sul mare, la residenza dell’Imperatore; qui un
grandioso cortile porticato portava all’area sacra (Tempio di Giove e Mausoleo di
Diocleziano)

Il fatto che nell’area sacra fosse collocato il Mausoleo


dell’Imperatore ci riconduce alla sacralità dello stesso,
secondo le credenze di religioni molto antiche.
Il palazzo ha dimensioni così grande che nel Medioevo esso
rappresentò la cittadina di Spalato, mentre il Mausoleo fu
trasformato in Duomo.
Il Palazzo di Diocleziano ha preservato la sua forma fino ad
oggi. Il palazzo di Diocleziano è forse unico monumento
culturale nel mondo nel quale la gente ancora abita.
Il Mausoleo è costituito da un’aula centrale a pianta
ottagonale circondato all’esterno da un colonnato
trabeato. Una cupola in muratura copre l’edificio che,
all’estradosso, rivela una forma piramidale.
All’interno la struttura è cilindrica
e si presenta scavata da nicchie,
alternativamente rettangolari e
semicircolari.
Il tamburo è diviso in due
registri da un doppio ordine
di colonne corinzie importate
dall’Egitto.
La Basilica di Massenzio
Con Massenzio (306 – 312) inizia la costruzione della Basilica romana. Nelle Basiliche – tradizionalmente edificate
in prossimità della piazza del Foro – si amministrava la giustizia e si trattavano gli affari. Solitamente esse erano
composte da un grande ambiente rettangolare, spesso diviso in tre o più spazi (navate) da due o più file di
colonne. L’ingresso era posto indifferentemente sul lato maggiore o sul lato minore e, opposta ad esso, era
l’abside a pianta rettangolare o semicircolare, al cui interno era situato il seggio del magistrato che amministrava
la giustizia.
Era coperto a capriate lignee e l’illuminazione proveniva da grandi finestre aperte nella parte superiore delle mura
della navata centrale. La basilica si presentava sobria all’esterno, ma estremamente sfarzosa all’interno, con
soffitti e capitelli dorati, marmi preziosi.
La Basilica di Massenzio era divisa in tre navate ed aveva una copertura costituita da volte a crociera; le navate
laterali erano coperte da volte a botte a cassettoni orientate trasversalmente alla navata centrale. Le navate
laterali erano comunicanti attraverso delle aperture.
All’origine l’accesso alla Basilica, preceduto da un lungo vestibolo, avveniva dal lato orientale, mentre all’estremità
opposta si apriva un’abside semicircolare. In età costantiniana venne aperto un ulteriore accesso preceduto da un
piccolo portico, sul lato meridionale e, conseguentemente, la parete di fronte, venne forata per permettere
l’aggiunta di una nuova abside.
Nell'arte plebea, anziché i problemi della forma e dell'espressione artistica, dominavano alcune esigenze pratiche e
immediate, come l'economicità, la celebrazione del committente e del suo cursus honorum, l'immediatezza della
narrazione, la facile leggibilità. Nel fare questo si adottavano alcune soluzioni ingenuamente intuitive, che
sacrificavano le regole fondamentali del naturalismo ellenistico per evidenziare alcuni particolari e alcuni significati
simbolici: si impostava una dimensione gerarchica delle figure e di alcune parti del corpo (soprattutto la testa), si
deformava la prospettiva, si rappresentavano contemporaneamente scene avvenute in momenti diversi, si
accentuava l'espressività (per esempio aumentando il chiaroscuro con un largo uso del trapano).
Sarebbe sbagliato volere imporre una gerarchia assoluta tra arte plebea a arte patrizia, essendo animate, a livello
generico, da interessi e fini molto diversi: l'arte patrizia si poneva come continuazione della tradizione greca legata al
naturalismo.
La Basilica di Massenzio
Arte paleocristiana
Il credo cristiano ebbe una diffusione così capillare da diventare religione ufficiale dell’impero (Consiglio di Nicèa
325 d. C.) e dal 380 d. C. unica religione ammessa dallo Stato. Ciò non vuol dire che il paganesimo fosse
completamente cessato; anzi, continuò ad esistere, soprattutto nelle campagne, almeno fino VI - VII secolo.
Gli artisti che lavoravano per i cristiani erano gli stessi che producevano per i pagani e dunque non vi è
discontinuità tra arte romana e arte cristiana. L’unica differenza va colta nel diverso valore simbolico che i
cristiani attribuivano a certe raffigurazioni:
Vendemmia allusione alla parabola evangelica, vino
Pastore Gesù Buon Pastore
Pesce Simbolo di Cristo ΙΧΘΥΣ (Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore)
Pavone Simbolo di eternità
Fenice Simbolo di Resurrezione.
Il nome stesso di Cristo (le lettere greche chi e rho incrociate) diventa un motivo ornamentale da raffigurare
accompagnato dalle lettere alpha e omega, prima e ultima lettera dell’alfabeto greco, ad indicare che Cristo è
tutto, dall’inizio alla fine.
Fino al III secolo quindi Cristo è rappresentato unicamente da simboli: il buon pastore, l'agnello, ecc.
• Con la liberalizzazione del culto in epoca costantiniana si pose il problema di quale forma dare agli edifici della nuova
religione. Le domus ecclesiae erano insufficienti per il numero dei nuovi adepti e i templi classici, oltre che vestigia di
religione aborrita dai cristiani, erano strutturati per funzioni all'aperto e non avevano spazi interni sufficienti per le funzioni del
nuovo culto, essendo le naos destinate ad ospitare solo la statua del Dio e semmai i sacerdoti.
• La messa, definitivamente codificata proprio nel IV secolo, richiedeva degli edifici monumentali, che vennero costruiti usando
come modello la basilica romana, cioè un edificio non legato alla religione e polifunzionale, strutturato in modo semplice.
• La basilica cristiana mantiene infatti la pianta rettangolare e la suddivisione in tre navate, spostando però l'accesso su un lato
corto (a differenza di quella romana che lo aveva spesso sul lato più lungo) e mantenendo l'abside solo sul lato opposto. Tale
rotazione crea uno spazio inedito, fortemente direzionato e prospettico, che indirizza a dirigersi e rivolgersi verso l'abside,
solitamente orientata, dove venne posizionato l'altare, ripreso dalle are pagane, che divenne il centro focale dell'architettura.
• La navata centrale era più alta di quelle laterali ed era in genere coperta da un soffitto ligneo a capriate, talvolta coperte da
cassettoni, come nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Le navate laterali avevano soffitti più bassi, per questo la
facciata aveva in genere un profilo a capanna con lati spioventi, detti salienti. La copiosa illuminazione era garantita dalle
finestre che si aprivano nella parte superiore della navata centrale, proprio nella porzione che svettava sulle navate laterali,
detta cleristorio, o sulle navate laterali stesse. I colonnati che dividevano le navate erano più spesso architravati (basilica di
Santa Maria Maggiore) piuttosto che composti da sequenze di archi.
• La basilica paleocristiana presentava anche elementi nuovi come il transetto che comunque iniziò ad essere adottato solo in un
secondo momento e nei primi secoli fu piuttosto raro, anche se presente nella primitiva basilica di San Pietro in Vaticano, quale
navata trasversale disposta davanti al presbiterio, che dà alla basilica la forma planimetrica di una croce, anche con valore
simbolico.
• La prima basilica cristiana fu probabilmente San Giovanni in Laterano costruita su un terreno donato da Costantino stesso dopo
l'editto di Milano, con una struttura a cinque navate divise da quattro file di colonne. Circa cinque anni più tardi fu iniziata
quella di San Pietro in Vaticano.
• Uno degli elementi tipici delle prime basiliche era la presenza di un atrium, esterno alla basilica, o di un quadriportico
o nartece: essi erano usati dai catecumeni, cioè i non battezzati, che potevano assistere solo alla prima parte della messa,
durante la quale si leggevano i testi sacri, per poi dover uscire. Non esistendo il sacramento della confessione,
il battesimo veniva infatti normalmente dato solo agli adulti, e spesso in un'età avanzata che "lavasse" tutti i peccati fino ad
allora commessi. Antiche basiliche con quadriportico erano San Pietro in Vaticano o la basilica del Santo
Sepolcro a Gerusalemme (fatta costruire da Sant'Elena durante il suo viaggio in Terra santa).
Le primissime basiliche sono edificate a Roma, e sono in grado di raccogliere migliaia di fedeli. Vengono costruite
prevalentemente fuori le mura aureliane, sui luoghi di sepoltura dei principali apostoli e martiri cristiani (Martyria). Il
tipo edilizio detto basilicale si ispirava agli esempi delle basiliche civili romane, realizzate per accogliere grandi folle, e
fu adottato sia pure con sostanziali trasformazioni. Dovette avere peso nella definizione del nuovo tipo architettonico
più che la basilica usata come tribunale, il tipo della cosiddetta basilica palatina, dove l'imperatore si mostrava al
popolo nell'enfasi dell'abside di fondo (come nella basilica Palatina di Costantino a Treviri); in questo senso alla
maiestas imperiale si assimilò e poi sostituì la maiestas divina del cristianesimo.
L'ingresso era posto su un lato minore dell'edificio, opposto all'abside; lo spazio venne diviso in navate da esili muri
sorretti da file di colonne, spesso di reimpiego, architravate o che sorreggono archi a tutto sesto. Ai lati dell'abside
inizialmente vennero ricavati due locali di servizio e successivamente si diffonde l'uso di affiancare absidi minori a
quella principale; il numero di navate va da tre a cinque.
L'asse principale era quindi quello longitudinale, più adatto ad ospitare le processioni dei presbiteri e dei fedeli. Le
chiese sono (quando è possibile) orientate, ovvero l'asse della chiesa è disposto sulla direttrice est-ovest, con l'abside
ad est.
Il soffitto è piano o a capriate in legno a vista; le murature molto esili precludono la possibilità di impiegare volte.
Le cattedrali paleocristiane: San Pietro
324 – 329 d. C.
La Basilica di San Pietro venne
edificata sul luogo della sepoltura
dell’apostolo Pietro (martirizzato
nel 64, durante le persecuzioni
neroniane). La costruzione,
voluta dall’imperatore
Costantino attorno al 324, fu
completata nel 329 anno della
sua consacrazione.
Si trattava di un edificio
preceduto da un quadriportico al
quale si accedeva dopo aver
oltrepassato una costruzione con
tre portali, alla sommità di
un’alta e maestosa scalinata e
S. Pietro diviso internamente in cinque
navate, una centrale più ampia e
laterali più piccole e di uguale dimensione. Un transetto, infine, precedeva l’unica, ampia abside semicilindrica.
quattro
Le dimensioni dell’edificio erano colossali. Nel transetto, era ospitato la tomba di San Pietro protetta da un
baldacchino formato da quattro colonne tortili, decorate con tralci di vite, tradizionalmente ritenute provenienti dal
tempio di Gerusalemme e per questo dette salomoniche. Altri due colonne, identiche alle prime, raccordavano il
baldacchino agli angoli dell’abside. Le colonne trabeate della navata centrale erano tutte di spoglio, con capitelli
corinzi o compositi e con fusti di diametro variabile e di diverse specie di marmi dai differenti colori.
Sulle colonne separatrici delle navate laterali (più basse delle precedenti), invece, si impostavano archi a tutto sesto.
Distrutta nel XVI secolo per far spazio all’attuale basilica di San Pietro, della costruzione costantiniana si conserva il
ricordo soprattutto in documenti grafici e pittorici del Cinquecento.
Navata centrale coperta
da capriata
Navatella laterale coperta dalla stessa
Navata laterale coperta da mezza mezza capriata che copre la navata
capriata e separata dalla navata tramite laterale e separata dalla quest’ultima
colonne che sorreggono una trabeazione tramite colonne che sorreggono una
trabeazione sui quali si impostano archi a
tutto sesto
Santa Maria Maggiore
432 – 440 d. C.

Edificata durante il pontificato di Papa Sisto III e consacrata


nel 434 Santa Maria Maggiore è fra le basiliche
paleocristiane meglio conservata. La sua costruzione si
colloca in un periodo di prepotente ritorno al classicismo,
quando, cioè, le architetture di riferimento furono
soprattutto quelle romane del II e del III secolo e, in
particolare, quelle fastose, per preziosità di marmi e di
ornamenti, dell’età di Traiano.
L’interno è diviso in tre navate tramite due file di classiche
colonne ioniche lisce e architravate. Al di sopra di queste le
pareti della navata centrale sono forate da finestre (un

tempo il numero doppio in quanto ve n’era una in corrispondenza di ciascun intercolumnio), a loro volta affiancate
da lesene corinzie (le attuali sono del XVIII secolo) in asse con le sottostanti colonne. L’arco trionfale e la porzione di
muro fra la cornice e le finestre sono ricoperti di scene a mosaico.
La compostezza classica della basilica deriva anche dalle proporzioni particolarmente armoniose. La navata centrale,
infatti è alta quanto larga mentre le navate laterali sono ampie quanto l’altezza delle colonne. Queste ultime, infine,
misurano 9,5 volte il diametro di base. Purtroppo la continuità della trabazione è stata interrotta dall’innesto degli
arconi barocchi (XVII secolo) che offre il passaggio al transetto, a sua volta aggiunto già nel XII secolo. La copertura a
cassettoni, di epoca rinascimentale, sostituisce quella originaria a capriate. Tuttavia è ancora possibile cogliere il
carattere dell’edificio la spazialità tipica delle basiliche del cristianesimo delle origini e la chiara concezione
architettonica che vede il predominio della linea retta che permette di porre l’attenzione nel punto più importante
del luogo di culto, l’altare posto nel presbiterio. La trabeazione distingue nettamente la percezione della porzione
inferiore della navata centrale (leggera per la presenza delle colonne) da quella superiore (più pesante per l’esistenza
di un muro pieno, appena alleggerito dal vuoto delle finestre).
Santa Sabina
422 – 432 d. C.

La basilica di Santa Sabina venne eretta fu sull’Aventino sotto il


pontificato di Celestino I e conclusa sotto il successore Sisto III.
L’interno della basilica si compone di un’ampia navata centrale,
che si conclude in una maestosa abside, affiancata da due navate
laterali minori. L’edificio è quasi completamente di spoglio, in
quanto la struttura muraria è prevalentemente composta da
mattoni risalenti al II secolo e allo stesso periodo sono attribuite
anche 21 delle 24 colonne corinzie dal fusto scanalato.
Questa basilica, contrariamente a Santa Maria Maggiore, non
presenta una netta differenziazione fra la parete piana e lo
spazio colonnato. I costruttori, infatti, hanno qui adottato l’arco
a tutto sesto al di sopra delle colonne. In tal modo esso, con
insinuandosi nel compatto tessuto murario della parete, diventa
l’elemento architettonico che lega il pieno sovrastante con lo
spazio aperto fra le colonne sottostanti. Infine, l’arco, ripetuto
nei tre finestroni dell’abside che idealmente proseguono le
arcate della navata, è non soltanto motivo strutturale, ma si
pone anche come elemento decorativo, perché percorre,
unificando, tutto.
La lunga navata centrale (l’intero edificio misura 53 m), alta e
relativamente stretta, pur avendo perduto le decorazioni musive,
reca ancora gli ornamenti in marmo, formati da calici e patene di
serpentino verde su fondo di porfido rosso (e viceversa), nei
pennacchi fra gli archi. La loro omogenea ripetizione lungo gli
assi delle colonne sembra conferire a queste ultime slanciatezza.
Individua le differenze

Santa Maria Maggiore Santa Sabina


Mausoleo di Santa Costanza 350 d. C. ca
Eretto per Costanza, figlia dell’imperatore Costantino sul lato meridionale della originaria basilica di Sant’Agnese; nel
1254 fu trasformato in Battistero; è costruito interamente in mattoni; ha pianta circolare preceduta da un nartece e
nicchie sulla parete perimetrale.
All’esterno, originariamente, era circondato da un colonnato, oggi perduto.
Interno: spazio centrale coperto a cupola poggiante su tamburo con finestre ad arco poggiante su un anello di
colonne binate sormontate da una porzione di trabeazione. Le colonne sono accoppiate in senso radiale.
Le nicchie che si aprono in corrispondenza degli assi ortogonali sono più ampie rispetto alle altre, creando, in tal
modo, una croce greca che si percepisce soltanto nella organizzazione spaziale.
Tra lo spazio circolare interno coperto dalla cupola e il perimetro circolare della cappella si viene a creare un
deambulatorio coperto da una volta a botte anulare decorata a mosaico, interrotta solo nella porzione opposta
all’ingresso, coperta invece da una volta a crociera, a sottolineare il luogo della sepoltura, un sarcofago di porfido
rosso.
Con il Mausoleo di Santa Costanza l’architettura tardo-romana si arricchisce di una struttura che riunisce in sé le
ricerche che avevano dato vita al Pantheon: dal tempio di Adriano riprende il compatto muro esterno che nasconde
le nicchie.
1: Nartece
2: Sala circolare
3: deambulatorio circolare coperto da
volta a botte anulare
4: Sarcofago di Santa Costanza
Battistero Lateranense
• Fondato da Costantino intorno al 315 sotto papa Silvestro I, fu ricostruito sotto il papa Sisto III e
ampiamente rimaneggiato nel XVI e XVII secolo. L’edificio è a pianta ottagonale (costituì il prototipo
per i successivi battisteri).
• Come in Santa Costanza l’edificio è preceduto da un nartece costituito da due colonne in porfido
architravate, strette tra due paraste scanalate corinzie.
• Lo spazio centrale è ottagonale e coperto da una cupola che si innalza sopra un doppio ordine di
colonne disposte agli angoli dell’ottagono. Su ambedue gli ordini di colonne corre una trabeazione
marmorea. Al di sotto della cupola, al centro della composizione, è il fonte battesimale.
Basilica di San Lorenzo 378 d. C.
E’ a pianta centrale preceduta da un ampio quadriportico. La forma esterna è quella di un
quadrato con i lati trasformati per un ampio tratto in curve. In corrispondenza degli angoli si
elevano delle torri che contrastano la spinta della cupola posta a copertura del grande vano
centrale il quale, in corrispondenza delle pareti curve, si dilata in quattro esedre incorniciate
da arconi sui quali si imposta il tamburo a pianta ottagonale della cupola. Le esedre sono
coperte a catino e ripropongono la ripetizione del doppio ordine di archi. L’attuale cupola è
del 1573.

Ai tre lati dell’ottagono, oltre Il grande ambiente centrale e la


il deambulatorio che corre movimentata superficie
intorno alla sala centrale, si parietale configurano uno
aprono tre cappelle ottagone spazio che è paragonabile a
quello del Pantheon.

MILANO

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