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Gli anni immediatamente successivi alla morte dell’imperatore Marco Aurelio e cioè dal 180 d.C. al 476 (caduta
dell’Impero Romano d’Occidente) furono segnati dalle continue incursioni dei barbari, da un tormentato regime
politico.
La popolazione a Roma andò sempre più diminuendo perché le condizioni di vita diventarono insostenibili. In
questo clima di malessere si cominciarono ad insinuare nella Roma pagana molti seguaci di religioni orientali,
oltre al già diffuso cristianesimo, anche i culti del persiano Mitra o dell’egizia Iside.
L’imperatore Diocleziano (284 – 305 d- C.) cercò di risollevare le sorti dell’Impero con riforme di carattere
politico, sociale e culturale.
tempo il numero doppio in quanto ve n’era una in corrispondenza di ciascun intercolumnio), a loro volta affiancate
da lesene corinzie (le attuali sono del XVIII secolo) in asse con le sottostanti colonne. L’arco trionfale e la porzione di
muro fra la cornice e le finestre sono ricoperti di scene a mosaico.
La compostezza classica della basilica deriva anche dalle proporzioni particolarmente armoniose. La navata centrale,
infatti è alta quanto larga mentre le navate laterali sono ampie quanto l’altezza delle colonne. Queste ultime, infine,
misurano 9,5 volte il diametro di base. Purtroppo la continuità della trabazione è stata interrotta dall’innesto degli
arconi barocchi (XVII secolo) che offre il passaggio al transetto, a sua volta aggiunto già nel XII secolo. La copertura a
cassettoni, di epoca rinascimentale, sostituisce quella originaria a capriate. Tuttavia è ancora possibile cogliere il
carattere dell’edificio la spazialità tipica delle basiliche del cristianesimo delle origini e la chiara concezione
architettonica che vede il predominio della linea retta che permette di porre l’attenzione nel punto più importante
del luogo di culto, l’altare posto nel presbiterio. La trabeazione distingue nettamente la percezione della porzione
inferiore della navata centrale (leggera per la presenza delle colonne) da quella superiore (più pesante per l’esistenza
di un muro pieno, appena alleggerito dal vuoto delle finestre).
Santa Sabina
422 – 432 d. C.
MILANO