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Alberto Di Teresa

Fondatore e CEO di ADT Esports Academy®

Creatore di Pilota Vincente

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INDICE

1. INTRODUZIONE ......................................................................................... 9
2. AERODINAMICA.......................................................................................20
2.1 Aerodinamica ala anteriore .............................................................. 22
2.2 Aerodinamica ala posteriore ............................................................ 24
2.3 Bilanciamento Aerodinamico ........................................................... 27
3. Trasmissione .............................................................................................29
3.1 Differenziale in pressione acceleratore ........................................... 31
3.2 Differenziale in rilascio acceleratore ............................................... 37
4. Geometria delle sospensioni ...................................................................44
4.1 Campanatura ..................................................................................... 47
4.2 Convergenza/divergenza.................................................................. 55
5. Sospensioni...............................................................................................61
5.1 Sospensioni anteriori e posteriori ................................................... 62
5.2 Barre stabilizzatrici anteriore e posteriore ..................................... 72
5.3 Altezza anteriore e posteriore.......................................................... 78
6. Freni ..........................................................................................................84
6.1 Pressione freni ................................................................................... 86
6.2 Bilanciamento frenata frontale ........................................................ 92
7. Gomme................................................................................................... 101
7.1 Pressione gomme anteriori e posteriori ....................................... 103
8. Il metodo di creazione setup di ADT................................................... 107

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1. INTRODUZIONE

Ciao Top Driver!

Benvenuto su ASSETTO PERFETTO, la guida definitiva al

setup su F1 a cura di ADT Esports Academy!

Grazie a questo manuale imparerai dettagliatamente ogni

singolo parametro del setup, quali effetti ha sulla monoposto

e come settare al meglio una vettura in base alle esigenze

della pista e al tuo stile di guida.

Ti garantisco che al termine della lettura di questo

manuale non avrai più bisogno di scervellarti con

gli assetti!

Grazie alle spiegazioni che ti darò nel corso di questa guida,

sarai in grado di comprendere dettagliatamente l’importanza

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di ogni singolo parametro e di sentirti, oltre che un Top

Driver, anche un po’ ingegnere!

Prima di cominciare, però, vorrei farti alcune premesse:

NON SOTTOVALUTARE L’IMPORTANZA DI UN

CORRETTO ASSETTO BASATO SUL TUO

STILE DI GUIDA!

Mi capita troppo spesso di leggere commenti di persone che

dicono: “Ho preso l’assetto del più veloce dalla Prova a

Tempo” oppure “Io gioco con assetto standard, tanto non

cambia nulla”. Nulla di più falso! Se i parametri dell’assetto

sono tanti un motivo ci sarà, e se ci sono tanti valori da

impostare a maggior ragione diventa fondamentale non

sottovalutare questo aspetto!

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Un assetto è come un abito cucito su misura per te, caro Top

Driver, e può farti fare davvero la differenza sia sul giro secco

che nel passo gara.

QUANDO TI APPROCCERAI A CREARE UN ASSETTO,

MODIFICA UN SOLO PARAMETRO PER VOLTA!

È fondamentale, quando si fanno delle modifiche all’assetto,

cambiare un solo valore per volta: è importantissimo per

riuscire a capire come la modifica di quel parametro influisca

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sul comportamento della vettura in pista. Troppo spesso ho

visto piloti modificare 4 o 5 parametri alla volta e il risultato è

stato sempre lo stesso: un casino totale!

Questo perché ci si trova con il setup stravolto e un sacco di

problemi in più.

Quindi mi raccomando, non fare questo errore! Magari pensi

erroneamente di risparmiare tempo ma in realtà non è così, ti

stai infilando in un circolo vizioso senza fine!

Considera, inoltre, che la modifica di un singolo parametro va

ad influire anche sugli altri parametri non modificati. Sarà

necessario, dunque, modificare anche gli altri parametri per

bilanciare.

Fai come ti dico e cambia un solo settaggio per volta; questo

ti renderà la vita più facile, te lo garantisco!

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Senza dubbio riuscirai ad imparare molto più velocemente

perché capirai meglio gli effetti di quella determinata

modifica sul comportamento della vettura in pista.

CONOSCI LA TUA VETTURA MEGLIO

DELLE TUE TASCHE!

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Quando si lavora ad un assetto è di vitale importanza avere

un'ottima capacità di analisi e identificare le reazioni della

vettura.

Un buon pilota capisce qual è la situazione reale, cioè tutte

quelle sensazioni e reazioni della monoposto che avverte

mentre guida.

Il Top Driver, invece, riesce anche a capire immediatamente

il problema che sente alla vettura e risolverlo, per essere

performante a 360° in termini di assetto.

Innanzitutto, quando sentirai dei “problemi” di setup, dovrai

ragionare metodicamente e capire se il problema avviene in:

 Ingresso curva

 Centro curva

 Uscita di curva

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1 - Ingresso curva

2 – Centro curva

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3- Uscita curva

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Poi bisogna scendere ancora di più nel dettaglio e

distinguere, ad esempio, tra l'ingresso curva in rilascio (cioè

quel momento in inserimento curva che va da quando avete

rilasciato i freni fino a quando rimettete il piede sul gas, il

cosiddetto attimo di transizione) e l'ingresso in curva col gas

puntato.

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Molte volte ho sentito dire frasi del tipo: “La vettura non gira

come vorrei” oppure “ho sovrasterzo”...

Sì, ma dove? Quando? In ingresso o in uscita?

Capisci bene che frasi del genere significano poco o nulla

perché le cause possono essere diverse a seconda delle

condizioni.

SE VUOI DAVVERO ESSERE UN PILOTA VINCENTE,

DOVRAI CONOSCERE ALLA PERFEZIONE

LA TUA VETTURA E I SUOI COMPORTAMENTI!

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Bene Top Driver, ora bando alle chiacchiere e addentriamoci

subito nel fantastico mondo del setup di una vettura da

Formula 1!

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2. AERODINAMICA

L’aerodinamica, per definizione, è una branca della meccanica

che si occupa di studiare il moto dell’aria e le forze che questa

esercita su corpi in quiete o in movimento relativo rispetto a

essa.

Trasponendo questo concetto sulle Formula 1 si parlerà di

carico aerodinamico. Per livello di carico aerodinamico si

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intende la capacità di produrre deportanza per poter tenere la

monoposto sempre incollata a terra.

I parametri del setup da modificare in F1 sono:

 Aerodinamica ala anteriore

 Aerodinamica ala posteriore

N.B. Vedrai che non sarà tanto il valore assoluto del

parametro impostato a fare la differenza, ma più di tutto sarà

importante il bilanciamento aerodinamico.

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2.1 Aerodinamica ala anteriore

Figura 2 - Ala anteriore di una moderna vettura di Formula 1

L’ala anteriore è stata introdotta all’inizio degli anni ’70 per

consentire alle vetture di generare carico aerodinamico al fine

di aumentarne la loro stabilità in curva e, dunque, la loro

velocità di percorrenza. Le moderne ali anteriori hanno anche

il compito di “direzionare” le turbolenze generate dalle ruote

anteriori.

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Tuttavia, la principale funzione dell’ala anteriore è quella di

produrre un carico aerodinamico che consenta alle ruote

anteriori di restare ben adese al suolo.

Cosa succede se aumento il carico all’ala anteriore?

 Più carico all’avantreno  Posteriore meno stabile

senza un adeguato

bilanciamento

 Più precisione durante la  Minore velocità di punta

guida

 Maggiore velocità di  Possibilità di stressare di

ingresso e percorrenza più la monoposto in

curva frenata

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2.2 Aerodinamica ala posteriore

Figura 3 - Ala posteriore di una moderna vettura di Formula 1

L’ala posteriore è stata introdotta alla fine degli anni ’60 in

Formula 1. Dal 2011, è stato introdotto il Drag Reduction

System (DRS), un flap regolabile posizionato sull’ala

posteriore che se aperto consente di aumentare

significativamente la velocità di punta, generando tuttavia

un’importante riduzione di deportanza.

La principale funzione di tale ala è quella di deviare i flussi

d’aria verso l’alto. Grazie al principio di azione e reazione di

Newton, a una deviazione dell’aria verso l’alto corrisponde


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una reazione uguale e contraria che spinge l’ala posteriore

verso il basso.

Cosa succede se aumento il

carico all’ala posteriore?

 Più carico al retrotreno  Vettura meno agile

 Riduzione del  Minore velocità di

sovrasterzo punta

 Possibilità di spostare  Se si esagera si ha

il ripartitore di frenata sottosterzo

sul posteriore senza

perdere di stabilità

 Maggiore trazione

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Bene Top Driver, fin qui è tutto chiaro?

Continua a leggere il manuale e vedrai che alla fine fare un

ASSETTO PERFETTO non è per niente una brutta esperienza!

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2.3 Bilanciamento Aerodinamico

Per bilanciamento aerodinamico si intende il valore assoluto

ottenuto dalla differenza tra valori dell’ala anteriore e

valori dell’ala posteriore.

Esempio:

 Aerodinamica ala anteriore: 5

 Aerodinamica ala posteriore: 7

Il bilanciamento aerodinamico, in tal caso, sarà di 7-5 = 2.

Il comportamento della vettura e le sue reazioni saranno simili

se il bilanciamento aerodinamico rimarrà lo stesso. Ad

esempio, una vettura con ali 6-8 avrà un comportamento

simile, MA NON UGUALE, a una vettura con ali 7-9.

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Tuttavia, se al posto di settare le ali 5-7 si settano le ali 7-5

allora le cose cambiano radicalmente.

RICORDA: all’interno di uno stesso circuito ci sono settori che

richiedono determinati livelli di carico aerodinamico rispetto

ad altri settori. Purtroppo, però, non è possibile modificare il

livello di carico aerodinamico tra un settore e l’altro, dunque

il segreto è quello di trovare il giusto compromesso tra

vettura, conformazione della pista e stile di guida. È inutile, ad

esempio, impostare una vettura con un livello di carico

aerodinamico elevatissimo a Monza per percorrere

scioltamente le chicanes presenti se poi sui rettilinei si perde

un’eternità.

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3. Trasmissione

Il differenziale è un elemento importantissimo nelle

monoposto di Formula 1, perché gioca un ruolo

fondamentale nella tenuta di strada in curva della vettura, sia

in transizione che in accelerazione.

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Esso permette di distribuire la coppia motrice su ciascuna

delle ruote, e quindi di farle ruotare a una velocità

diversa.

Se necessario, il differenziale può trasferire parte della coppia

della ruota che gira più rapidamente alla ruota che presenta

maggiore aderenza.

In F1, è possibile intervenire sulla velocità di rotazione delle

ruote sia in accelerazione, regolando il differenziale in

pressione, sia in transizione, regolando il differenziale in

rilascio.

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3.1 Differenziale in pressione acceleratore

La regolazione del differenziale in pressione acceleratore

influisce sul bilanciamento meccanico, sul sottosterzo e sul

sovrasterzo in accelerazione, e permette di avere la giusta

trazione per poter dosare il gas secondo il tuo stile di guida.

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Cosa succede alzando il valore?

 Più trazione in generale: riuscirai a dosare meglio il gas in

accelerazione perché questo risulterà più graduale

 Minore percezione dell’eventuale perdita di trazione, perché

risulterà più brusca: questo succede perché il differenziale,

lavorando ad una percentuale diversa sulla rotazione delle ruote,

può generare reazioni meno prevedibili

 Leggero sottosterzo in accelerazione: se tale valore risulterà

troppo elevato il posteriore non riuscirà a ruotare correttamente,

causando sottosterzo in curva.

 Più usura delle gomme quando si accelera in curva: perché il

differenziale, lavorando di più, fa lavorare di più le gomme,

aumentandone la temperatura e di conseguenza l’usura.

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Cosa succede abbassando il valore?

 Migliore prontezza dell’acceleratore: la vettura sarà più reattiva

in accelerazione, risponderà immediatamente all’utilizzo del gas e,

dunque, sarà anche più aggressiva.

 La perdita di trazione al retrotreno è più graduale: la vettura ti

“avvisa” di più quando sta per partire il posteriore perché le

sensazioni che ti arrivano tramite il lavoro del differenziale sono

meno filtrate

 Più difficoltà di trazione: perché bisogna essere più bravi nel

dosare l’acceleratore, che risulterà più sensibile

 Migliore usura: perché le gomme, essendo meno sollecitate in

accelerazione dall’intervento del differenziale, sono soggette a

stress minori, si scaldano meno lavorando nel corretto range di

temperatura e hanno sempre il giusto grip, usurandosi di meno.

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 Maggiore accelerazione: il differenziale, intervenendo di meno,

consente di generare una maggiore accelerazione perché “frena”

meno la vettura e lascia più libertà al pilota nell’utilizzo del gas

In alcuni circuiti risulta fondamentale gestire il differenziale

durante la gara, a causa della differente conformazione dei

diversi settori della pista, i quali possono richiedere una

regolazione ad hoc del differenziale in pressione.

Un’altra situazione da considerare è quando cambiano le

condizioni metereologiche (da pista asciutta a bagnata e

viceversa). Puoi ottenere enormi vantaggi adattando il

differenziale dal DMF mentre sei in pista anche al variare del

meteo.

Infine, un’ulteriore situazione può essere il passaggio da uno

Stint all’altro, dove il probabile montaggio di mescole

diverse (Soft-Media, Soft-Hard, ad esempio) causa una


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risposta diversa da parte dell’acceleratore che si riflette su una

differente trazione.

Affina la tua sensibilità e impara a effettuare le diverse

regolazioni e ti assicuro che riuscirai a gestire meglio le

diverse situazioni di gara e trarne notevoli benefici.

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RICORDA: puoi gestire il differenziale mentre sei

in pista dal Display Multi Function (DMF),

spostando i valori in base alle tue esigenze.

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3.2 Differenziale in rilascio acceleratore

Il differenziale in rilascio acceleratore regola la differenza di

velocità di rotazione tra la ruota interna e la ruota esterna

quando si è in transizione, ad esempio quando si sta

inserendo la vettura in curva senza freno né gas.

In questo caso, è il differenziale in rilascio a lavorare e gestire

le reazioni della vettura al posteriore, facendo chiudere di più

o di meno la traiettoria a seconda della sua regolazione.

È molto importante intervenire sul differenziale in rilascio per

lavorare sulla reattività della vettura di inserimento in curva e

sulla stabilità del posteriore.

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Figura 4 - Rilascio in ingresso curva

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Cosa succede alzando il valore?

 È possibile portare più velocità di percorrenza a

centro curva, perché la vettura decelera meno in

inserimento, risultando più fluida

 Il posteriore chiude meno fino ad arrivare al

sottosterzo, proprio perché la vettura decelera meno in

inserimento

 Riduzione del sovrasterzo al posteriore perché,

essendoci minore decelerazione, c’è anche più stabilità

 Meno usura degli pneumatici: a causa della minore

sollecitazione delle gomme in fase di percorrenza curva

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Cosa succede abbassando il valore?

 Miglioramento dell’inserimento in transizione, poiché

la vettura chiuderà di più la traiettoria verso l’interno.

 Aumento del sovrasterzo in ingresso curva, il quale

può essere utile per portare più velocità in inserimento.

Tuttavia, esagerando, tale sovrasterzo risulterà più

dannoso per le tue gomme.

 Minore velocità a centro curva: perché esagerando

nell’abbassare il valore, la vettura decelererà più del

necessario facendoti rallentare eccessivamente

 Più usura degli pneumatici: perché la troppa

decelerazione causa più stress alle gomme e fa innalzare

la loro temperatura

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Un valore mediamente alto del differenziale in rilascio

acceleratore può essere più adatto se hai uno stile di guida

fluido, con traiettorie tonde, dolci e scorrevoli. Invece, un

valore di differenziale in rilascio acceleratore mediamente più

basso è indicato se il tuo stile di guida è più aggressivo e tendi

a spigolare maggiormente le traiettorie. Il discorso dello stile

di guida è riferito a entrambi i differenziali, sia quello in

pressione acceleratore che quello in rilascio.

Non sottovalutare il contributo che può dare una regolazione

ottimale del differenziale e inizia a testare differenti valori

lasciando inalterati tutti gli altri parametri del setup.

In tal modo, potrai facilmente renderti conto delle differenze

delle reazioni della monoposto a seconda di come interviene

il differenziale, il quale influenza notevolmente l’equilibrio

della vettura.
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L’ASSETTO, SEBBENE SIA IMPORTANTE, NON E’
L’UNICA COSA CHE CONTA!

È credenza popolare ormai che non appena si è lenti su una

pista si dia la colpa a un assetto errato, quando poi nella

maggior parte dei casi non è tanto l’assetto il problema,

quanto un errato stile di guida. Non saper sfruttare tecniche

di guida basilari e avanzate può essere dannoso e

demoralizzante.

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Ok Top Driver, abbiamo affrontato finora argomenti molto

importanti e spero che questo viaggio nel fantastico mondo

dei setup ti stia piacendo.

Ora proseguiamo Full gas la lettura! Sei pronto?

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4. Geometria delle sospensioni

Quello della geometria delle sospensioni è un campo del

setup spesso sottovalutato.

Invece, è fondamentale adattare campanatura e convergenza

al layout del tracciato e al proprio stile di guida. In tal modo,

sentirai sin da subito migliorare il feeling con la vettura e le

tue prestazioni in pista.

Quelle di campanatura e convergenza sono regolazioni di

fino che devi effettuare se necessario per equilibrare nel

dettaglio il comportamento della monoposto.

Ti consiglio perciò di lasciare il settaggio di questi

parametri per ultimo, dopo esserti occupato del resto

dell’assetto!

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Capire come rendere la vettura più performante tramite il

corretto settaggio dei valori delle geometrie è una cosa

sconosciuta alla maggior parte dei piloti, che magari utilizza i

valori di default oppure la classica configurazione con la

campanatura e la convergenza al minimo, copiando i setup

dalla prova a tempo.

Questo accade sia per mancanza di tempo/voglia di studiare

e testare, sia perchè campanatura e convergenza sono valori

in cui l’effetto di una modifica risulta molto soggettivo. Ciò

per i meno esperti risulterà poco percepibile in termini di

reazioni della monoposto

Per tua fortuna hai scaricato questa guida, per cui non

preoccuparti: seguimi e capiamo insieme cosa sono

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campanatura e convergenza e cosa comporta una loro

modifica!

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4.1 Campanatura

La campanatura consiste nell’angolo che viene a crearsi tra

l’asse verticale dello pneumatico e la perpendicolare

sull’asfalto, guardando anteriormente la monoposto.

La campanatura può essere:

 Negativa

 Neutra

 Positiva

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Le vetture di Formula 1 sono progettate per avere un assetto

con campanatura negativa, maggiormente accentuata

all’anteriore rispetto al posteriore.

Con valori maggiori di campanatura (gradi ridotti) e gradi

ridotti di convergenza (valori minori), la vettura è più

performante in quasi tutte le situazioni, sia per quanto

riguarda la velocità pura che per quanto riguarda la gestione

gomme.

Tuttavia, puoi intervenire sulle geometrie per migliorare

l’aderenza e le reazioni della vettura in determinate situazioni.

Aumentando i valori di campanatura negativa (dunque,

spostando lo slide verso sinistra nel menù del setup) puoi

migliorare il grip e la tenuta laterale in curva. Immagina,

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ad esempio, i lunghi curvoni in appoggio che ci sono in

Spagna o a Silverstone.

Se rendi più negativa la campanatura (e questo vale in

particolare sull’asse anteriore) la risposta del volante sarà

più lenta; noterai che a livello fisico dovrai sterzare di più il

volante per ottenere la stessa rotazione. Se questo ti viene

innaturale, ti ricordo che puoi intervenire diminuendo

l’angolo di sterzo ad esempio da 360° a 350° per adattarlo

alle tue esigenze.

Se aumentiamo la negatività della campanatura posteriore

(ovvero se portiamo lo slide nel gioco verso sinistra) la

monoposto avrà più grip al posteriore in situazioni di

appoggio prolungate.

La vettura si comporta meglio durante il trail braking.

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Tuttavia, al tempo stesso, la macchina è meno reattiva

perché più piantata col posteriore e si comporta peggio nelle

curve in cui lo pneumatico viene messo sotto stress.

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Un esempio di come la campanatura può migliorare il grip in

appoggio è alla curva Copse, una delle curve più iconiche del

meraviglioso circuito di Silverstone.

Caro Top Driver, è arrivato il momento di

metterti alla prova…

Fai questo test: vai a Silverstone in Prova a Tempo e carica

l’assetto standard bilanciato, quello con ali 6-6 per intenderci.

Ora fai queste modifiche: setta le ali a 3-5 e imposta la

campanatura e la convergenza al minimo.

Adesso scendi in pista, arriva alla Copse e percorrila.

Devi farla full gas, per cui nel dubbio tieni giù e non

preoccuparti se arrivi largo o stretto. Utilizza qualche

flashback e affronta la Copse diverse volte di fila finchè non

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trovi la traiettoria ideale e “ascolta” il comportamento della

vettura per capire le sue reazioni dettagliatamente.

Ora torna ai box e aumenta la campanatura anteriore a

-2,80. Torna in pista e ripeti il procedimento affrontando la

Copse.

Cosa noti di diverso? Senti com’è l’appoggio a centro curva

sull’anteriore? Questo è l’effetto di aver aumentato la

campanatura: è migliorato il grip nelle situazioni di appoggio

prolungato.

Puoi tornare al garage e fare lo stesso procedimento con

diversi settaggi della campanatura intervenendo anche su

quella posteriore.

Fai diversi i test e trova ogni volta i valori più adatti alla pista

e al tuo stile di guida.

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Ricordati che aumentare la campanatura può dare benefici in

alcune curve ma potrebbe rendere la vettura peggiore in

altre; inoltre fa aumentare l’usura gomme e va a sacrificare

leggermente la velocità di punta.

Quindi, ricapitolando, aumentando i valori di campanatura

negativa (spostando lo slide verso sinistra):

 Migliorano il grip e la tenuta laterale in curva

 La vettura si comporta meglio durante il trail braking

 Risposta del volante più lenta

 Monoposto meno reattiva

 La vettura si comporta peggio nelle curve in cui lo

pneumatico viene messo sotto stress

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4.2 Convergenza/divergenza

La convergenza è l’angolo che si viene a formare tra gli

pneumatici e l’asse longitudinale della monoposto,

guardandola dall’alto. In altre parole, la convergenza regola

la distanza delle gomme anteriori tra di loro e delle posteriori

tra di loro.

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Regolando la convergenza puoi modificare il

comportamento della vettura in curva. Se percepisci, ad

esempio, di avere un leggero sottosterzo, puoi rendere più

positivo il valore di convergenza anteriore o posteriore

andando a spostare lo slide verso destra. Se, invece, soffri di

un fastidioso sovrasterzo in curva, puoi fare il percorso

inverso.

Come puoi migliorare il comportamento dinamico della

vettura in curva tramite la convergenza?

Prima ti ho detto di occuparti per ultimo del settaggio di

questo parametro, perché deve essere rapportato e valutato

in base a tutti gli altri valori dell’assetto. Una volta trovato un

bilanciamento meccanico che ti soddisfa sia a livello di

performance che di feeling, lavora sulla convergenza e fai un

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lavoro di fino per limare quei dettagli che sono troppo

specifici per essere corretti intervenendo sugli altri parametri.

Ad esempio, modificare di una tacca le barre stabilizzatrici ha

un effetto sulla monoposto di gran lunga maggiore rispetto

a modificare di una tacca la convergenza.

La convergenza è un parametro molto soggettivo, che puoi

variare a seconda delle tue preferenze di guida: intervieni su

questo valore per adattare il comportamento della

monoposto in base al tuo stile di guida, rendendo la vettura

più o meno aggressiva.

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Cosa succede se aumento convergenza anteriore?

 Più grip centro curva (in particolare nelle curve che si

fanno in pieno)

 Vettura più stabile in ingresso curva

 Vettura meno pronta e reattiva in ingresso curva

 Leggero scivolamento dell’anteriore in uscita curva

 Leggera riduzione di trazione in uscita curva

Cosa succede se diminuisco convergenza anteriore?

 Vettura più pronta e reattiva in ingresso curva

 Vettura meno stabile in ingresso curva

 Leggero miglioramento della trazione in uscita curva

 Meno scivolamento dell’anteriore in uscita curva

 Meno grip centro curva (in particolare nelle curve che si

fanno in pieno)

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Cosa succede se aumento convergenza posteriore?

 Più grip a centro curva (in particolare nelle curve che si

fanno in pieno)

 Più rotazione a centro curva

 Vettura più stabile in ingresso curva

 Vettura meno pronta e reattiva in ingresso curva

 Leggero scivolamento del posteriore in uscita curva

 Leggera riduzione di trazione in uscita curva

Cosa succede se diminuisco convergenza posteriore?

 Vettura più pronta e reattiva in ingresso curva

 Vettura meno stabile in ingresso curva

 Leggero miglioramento della trazione in uscita curva

 Meno scivolamento del posteriore in uscita curva

 Meno grip a centro curva

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N.B. Devi essere bravo durante la guida, anche con l’aiuto

del tuo personale coach o ingegnere di pista (se ne hai uno)

e dell’analisi della telemetria, a capire se il problema è da

ricondurre all’anteriore o al posteriore.

Quando intervieni sui valori delle geometrie delle sospensioni

devi sempre tener conto che a volte una determinata

modifica può anche non dare il risultato sperato.

Ciò accade perché l’influenza delle geometrie sui

comportamenti dinamici della monoposto è strettamente

correlata a tutti gli altri parametri del setup.

Per questo devi isolare questi concetti e contestualizzarli di

volta in volta in base all’assetto utilizzato, e continuare a

testare (come nell’esempio della Copse) finchè non trovi il

valore ideale adatto a te.

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5. Sospensioni

Quello delle sospensioni è un capitolo fondamentale della

creazione di un ASSETTO PERFETTO, poiché la loro

regolazione (e il loro bilanciamento) influenza più di

qualunque altro parametro il comportamento dinamico di

una vettura di Formula 1.

In F1, i parametri da modificare nelle sospensioni sono:

 Sospensione anteriore

 Sospensione posteriore

 Barra stabilizzatrice anteriore

 Barra stabilizzatrice posteriore

 Altezza anteriore

 Altezza posteriore

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5.1 Sospensioni anteriori e posteriori

Le sospensioni regolano il comportamento dinamico della

monoposto in accelerazione, frenata o quando si passa su

cordoli e sconnessioni.

Il movimento che la vettura compie in avanti in fase di frenata

e all’indietro durante l’accelerazione si chiama beccheggio.

Più precisamente, il beccheggio è costituito dall’inclinazione

dell’anteriore o del posteriore della vettura durante

l’accelerazione o la frenata.

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Quando si accelera l’anteriore tende ad alzarsi, mentre il

posteriore si abbassa perché il centro di massa si sposta verso

l’asse posteriore. In caso di frenata avviene il fenomeno

inverso.

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Se sei a 300 km/h e freni, tutto il peso si sposta in avanti e il

retrotreno si alleggerisce. Il muso è schiacciato, di

conseguenza se il bilanciamento meccanico non è adeguato,

arriverà troppa forza alla gomma e bloccherai.

Cerca, pertanto, di settare le sospensioni in modo tali che non

siano né troppo rigide né troppo morbide e riescano a gestire

tutta la forza applicata alla vettura.

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Le sospensioni giocano un ruolo importante anche in fase di

accelerazione.

Ad esempio, se hai poca trazione in uscita dopo aver

raddrizzato il volante, ammorbidisci la sospensione

posteriore.

Impostando le sospensioni morbide, il vantaggio principale

sarà quello di poter aggredire i cordoli più facilmente senza

rischiare che la monoposto si scomponga. Tuttavia,

esagerando nell’ammorbidire le sospensioni, la vettura

durante le fasi di frenata e accelerazione potrebbe risultare

instabile e potrebbe scomporsi. Ancora una volta è

fondamentale trovare il giusto compromesso nella creazione

di un setup!

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In generale, il consiglio che ti do è di tenere le sospensioni

più morbide possibili. Tuttavia, in alcuni circuiti lineari puoi

irrigidirle un po’ di più (ad esempio in Russia).

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SOSPENSIONI MORBIDE

Vettura più prevedibile da Spazi di frenata più lunghi

guidare e controllare e vettura più ballerina in

frenata

Si possono sfruttare di più Minore reattività sia in

cordoli e si assorbono ingresso che a centro

meglio sconnessioni e curva

avvallamenti

Moderato miglioramento Minore tenuta

della trazione

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SOSPENSIONI RIGIDE

Vettura più diretta e pronta Vettura più imprevedibile da

in inserimento guidare e controllare

Vettura più rapida nei cambi Minore trazione

di direzione

Spazi di frenata più brevi e Non si possono sfruttare

vettura più stabile in frenata molto cordoli e si assorbono

peggio sconnessioni e

avvallamenti

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BILANCIAMENTO PIU’ RIGIDO SU ANTERIORE
Sterzata più diretta in ingresso curva Si può avere leggero sottosterzo

in percorrenza curva dopo aver


inserito la vettura

Maggiore precisione nell’impostare Minore trazione


l’inserimento

Migliore trazione in uscita curva Non si possono sfruttare molto

(posteriore più stabile), soprattutto cordoli e si assorbono peggio

su avvallamenti e sconnessioni e con sconnessioni e avvallamenti

poco angolo volante

Eventuale correzione del sovrasterzo Rischio di bloccaggio


in uscita più rapida ed efficace all’anteriore durante la frenata

Monoposto stabile in frenata, si Possibili difficoltà di inserimento

riduce sovrasterzo in ingresso e si a causa del bloccaggio

può usare meglio il trail braking

Vettura più precisa e stabile nei Difficoltà nei raccordi

cambi di direzione

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BILANCIAMENTO PIU’ RIGIDO SU POSTERIORE

La vettura entra più rapidamente in Possibile sovrasterzo in


curva Ingresso curva

Si può usare di più il freno senza Rischio di sovrasterzo durante la


rischiare il bloccaggio frenata

Vettura più diretta, reattiva e Sovrasterzo e minore precisione

immediata nei cambi di direzione durante i cambi di direzione

Facilità nei raccordi Possibili difficoltà di inserimento


a causa del bloccaggio

Il posteriore comunica subito Trazione più scorbutica e bisogna

quando sta per andare in dosare bene il gas


sovrasterzo Vettura più sensibile alle
sconnessioni in trazione

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Tutto chiaro fin qui, Top Driver?

Fai particolare attenzione a questo capitolo e a quello che sto

per spiegarti perché si tratta di parametri fondamentali nel

decidere il comportamento dinamico di una monoposto.

Continuiamo FULL GAS la nostra lettura!

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5.2 Barre stabilizzatrici anteriore e posteriore

Le barre stabilizzatrici collegano le due estremità della

vettura, regolano il trasferimento di peso durante tutte le

fasi di una curva, e sono fondamentali per ottenere il giusto

grip e la giusta stabilità. Le barre stabilizzatrici regolano il

rollio della monoposto in curva, pertanto vengono definite

anche barre antirollio.

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Che cos’è il rollio?

Il rollio è il fenomeno di oscillazione di una vettura attorno

al suo asse verticale. Quando si percorre una curva, infatti, la

monoposto è soggetta a due forze tra di loro contrastanti: la

forza centrifuga, che tende a “portare all’esterno” la vettura,

e la forza centripeta, che tende a tenerla incollata all’interno

della curva.

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Tali forze, entrando in contrasto tra di loro, generano

l’oscillazione chiamata rollio. Nel pratico ciò si traduce con il

lato della monoposto vicino alla curva che tende ad alzarsi e

il lato opposto che tende ad abbassarsi.

Il rollio puoi sentirlo quando stai percorrendo a velocità

sostenuta una rotatoria.

Se perdi la monoposto nei cambi di direzione veloce, se

sovrasterza o se hai problemi di trazione in uscita curva, devi

ammorbidire la barra posteriore, questo perché se la barra è

troppo rigida essa trasferisce il peso troppo velocemente alle

ruote posteriori che si usureranno rapidamente. Rendi il

posteriore più morbido per ottenere una vettura più dolce,

soprattutto in accelerazione. Generalmente, ti consiglio di

settare le barre stabilizzatrici più rigide sull’anteriore.

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RICORDA:
le barre stabilizzatrici agiscono in curva,
NON in rettilineo.

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BARRA STABILIZZATRICE ANTERIORE

RIGIDA MORBIDA

Risposta della guida più Risposta di guida meno pronta,

pronta, anteriore della vettura anteriore della vettura meno

più agile agile

Sottosterzo Sovrasterzo

Maggiore usura degli Minore usura degli pneumatici

pneumatici anteriori anteriori

Vettura con minore grip su Vettura con maggiore grip su

superfici irregolari superfici irregolari

Minore grip nelle curve Maggiore grip nelle curve

prolungate prolungate

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BARRA STABILIZZATRICE POSTERIORE

RIGIDA MORBIDA

Risposta della guida più Risposta di guida meno pronta,

pronta, posteriore della posteriore della vettura meno

vettura più agile agile

Sovrasterzo, perdita di Sottosterzo, maggiore trazione

trazione in uscita curva in uscita curva

Maggiore usura degli Minore usura degli pneumatici

pneumatici posteriori posteriori

Vettura con minore grip su Vettura con maggiore grip su

superfici irregolari superfici irregolari

Minore grip nelle curve Maggiore grip nelle curve

prolungate prolungate

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5.3 Altezza anteriore e posteriore

L’altezza regola la distanza tra il fondo della vettura e

l’asfalto. È un parametro che influisce tanto sull’efficacia di

barre e sospensioni.

In linea di massima, più una vettura è bassa, più basso sarà il

suo centro di gravità. Ciò si traduce in un aumento del carico

aerodinamico che non inficia sulla velocità di punta della

monoposto sul rettilineo (al contrario delle ali anteriori e

posteriori).

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Verrebbe da pensare dunque di impostare la vettura con

altezza 1-1.

Ancora una volta, bisogna trovare però il giusto

compromesso nella creazione del setup!

Una vettura troppo bassa, infatti, potrebbe essere difficile da

guidare su superfici sconnesse o asfalti irregolari, oltre che

rendere davvero dura la vita sui cordoli. Inoltre, una vettura

troppo bassa non consente a sospensioni e barre

stabilizzatrici di lavorare appropriatamente.

Dunque, il mio consiglio è quello di impostare una vettura più

bassa possibile, in relazione a quelle che sono le

caratteristiche del circuito.

Ad esempio, è impensabile impostare altezza 2-2 nel circuito

degli USA, mentre in circuiti come quello di Russia, dove ci

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sono cordoli “dolci” e poche sconnessioni, si può azzardare

una vettura più bassa.

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ALTEZZA ANTERIORE

BASSA ALTA

Maggiore carico Minore carico aerodinamico

aerodinamico all’anteriore all’anteriore

Sovrasterzo/minor Sottosterzo

sottosterzo

La sospensione anteriore La sospensione anteriore può

morbida viene limitata nella essere ammorbidita,

sua efficacia migliorandone così le

prestazioni

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ALTEZZA POSTERIORE

BASSA ALTA

Maggior carico aerodinamico Minor carico aerodinamico al

al posteriore posteriore

Sottosterzo/minor Sovrasterzo/minor sottosterzo

sovrasterzo

La sospensione posteriore La sospensione posteriore può

morbida viene limitata nella essere ammorbidita,

sua efficacia migliorandone così le

prestazioni

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In linea di massima,

imposta l’altezza anteriore tra 2 e 4 e la

posteriore tra 3 e 5.

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6. Freni

La frenata è una delle componenti fondamentali della guida,

per cui deve essere padroneggiata sotto ogni aspetto. Ogni

anno le aziende produttrici di freni e componenti investono

milioni in ricerca e sviluppo: pensa che in 10 anni gli spazi di

frenata in F1 si sono accorciati più del 20% con una media

di almeno 30 metri in meno a frenata.

I freni nelle moderne F1 sono un capolavoro di ingegneria e

permettono alle monoposto di passare da 300 Km/h a 50

Km/h in pochissimi metri.

Ricorda che la maggior parte dei sorpassi avviene in

“staccata”, di conseguenza saper frenare all’ultimo è

un’abilità che ogni Top Driver deve padroneggiare al meglio.

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Vediamo ora come intervenire al meglio sull’assetto della tua

monoposto per renderla sempre efficace e performante

durante la fase di frenata.

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6.1 Pressione freni

Il valore pressione freni regola quanta potenza frenante

viene trasmessa alle ruote della monoposto in base

all’input che dai sul pedale.

Settando il valore a 100% avremo a disposizione tutta la

potenza frenante della monoposto, quindi quando

presseremo il pedale fino in fondo raggiungeremo il 100%

della potenza frenante.

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pubblico in parte o in tutta la sua interezza. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata costituisce una violazione dei diritti dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo
quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche
Se ad esempio abbassiamo il valore a 80% e premiamo il

pedale fino in fondo la potenza frenante erogata sarà

dell’80%.

ATTENZIONE: nella telemetria di F1 vedrai che la “barra” del

freno risulterà piena al 100% anche se la pressione freni non

è a 100%, perché con pressione freni si intende la potenza

frenante a livello di setup.

Questo valore è molto soggettivo, perché dipende

principalmente dalle preferenze e dallo stile di guida del

pilota. Alcuni piloti preferiscono sviluppare una forza frenante

massimale, altri preferiscono una potenza frenante minore a

favore di un miglior controllo della monoposto.

È bene tenere un valore di potenza frenante elevato in

circuiti come Monza, USA o Spa, dove ci sono punti in cui

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frenare violentemente e di questi gran parte della frenata

avverrà in linea retta.

Ci sono dei casi, invece, in cui conviene abbassare

leggermente la pressione dei freni perché questo rende più

facile la gestione della potenza frenante quando si va a

inserire la vettura in curva, specialmente in circuiti che

richiedono un elevato utilizzo della tecnica del Trail

Braking, ovvero in circuiti in cui non ci sono punti di frenata

eccessive (Silverstone, Suzuka, Hungaroring).

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Voglio farti riflettere sulla situazione opposta, cioè avere

un settaggio della pressione freni troppo bassa. Essendo

troppo bassa la vettura non frena abbastanza quindi capita

che pesti fortissimo sul freno e arrivi comunque al

bloccaggio. Cerca di capire qual è il tuo caso.

Inizia sempre con un valore mediamente alto per poi

calare man mano di un punto alla volta. Cerca comunque di

prediligere una pressione freni adeguatamente elevata.

Ricordati che si frena in modo molto potente all’inizio della


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staccata per poi rilasciare gradualmente la pressione sui freni,

e non viceversa!

Non sottovalutare l’importanza di avere una frenata

adatta al tuo stile di guida, perché il processo che ti porta a

inserirti bene in curva comincia con una frenata. Dunque,

anche se avessi un corretto bilanciamento meccanico e

aerodinamico, potresti soffrire con una pressione freni non

adeguata al tuo stile. Ti consiglio comunque di tenere una

pressione dei freni moderatamente elevata in maniera tale da

avere più potenza frenante.

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Ti consiglio di impostare la pressione dei freni

tra 90-100 sull’asciutto e 80-90 sul bagnato.

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6.2 Bilanciamento frenata frontale

Il ripartitore di frenata (o Bilanciamento frenata frontale)

regola la suddivisione tra asse anteriore e posteriore della

potenza frenante generale. In altri termini, il ripartitore

regola la potenza di freno delle ruote anteriori e delle ruote

posteriori.

Alzando il valore si sposterà il bilanciamento verso l’anteriore,

che riceverà così più forza frenante.

Abbassando il valore, la ripartizione di frenata sarà orientata

sul posteriore e avverrà il fenomeno opposto. Il ripartitore di

frenata è un parametro spesso sottovalutato dalla maggior

parte dei piloti, che dedicano poco tempo e attenzione a

settare perfettamente tale parametro. Personalmente, ritengo

che il ripartitore sia di fondamentale importanza per avere un

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giusto equilibrio della forza frenante in inserimento

curva.

Il ripartitore è ancora più influente rispetto alla pressione dei

freni sul bloccaggio delle ruote in frenata, quindi anche in

questo caso, come nell’aerodinamica e nella meccanica, il

dato più rilevante non è il valore in sé ma il Bilanciamento che

si viene a creare. Solo un corretto bilanciamento permetterà

di creare un vero e proprio feeling intimo tra pilota e vettura.

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Cosa succede quando freni?

Il peso della vettura si sposta in avanti, il retrotreno si alza,

il muso si schiaccia e di conseguenza le sospensioni

anteriori si comprimono.

Pertanto, le gomme anteriori vengono caricate; inoltre,

sappi che più è rigida una ruota, maggiore sarà il carico

che questa dovrà sopportare e quindi è più facile che potrà

perdere aderenza.

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Possiamo variare il comportamento dinamico della

monoposto in frenata andando ad intervenire in modo

corretto sul settaggio del ripartitore di frenata e regolarne

il relativo bilanciamento.

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Ripartitore di frenata orientato sull’anteriore

Un ripartitore di frenata orientato sull’anteriore renderà la

vettura più stabile in frenata, ciò può aiutarti soprattutto

se hai problemi di sovrasterzo in frenata e inserimento

curva. Un bilanciamento più spostato sull’anteriore aiuta

nelle frenate più decise e in linea retta, come la frenata dopo

il rettifilo a Monza in Curva 1.

Quindi, quando ti trovi di fronte a frenate molto violente e

prevalentemente in linea retta è bene avere una

monoposto con un ripartitore di frenata più orientato

sull’anteriore.

ATTENZIONE: non esagerare, perché altrimenti caricando

troppo le ruote anteriore rischi molto facilmente il

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bloccaggio e rischi di soffrire di sottosterzo in ingresso

curva.

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Ripartitore di frenata orientato sul posteriore

Ci sono alcuni tipi di curve dove un ripartitore di frenata

leggermente più spostato sul retrotreno può fare una

differenza davvero importante e coinvolgere il

comportamento della monoposto.

Tali curve sono quelle che vanno solitamente in modo

molto fluido senza penalizzare la velocità di percorrenza.

Alcuni esempi possono essere la maggior parte delle curve

presenti a Silverstone, le curve del settore centrale in

Russia e le curve presenti nell’ultimo settore in Francia o in

Brasile.

Con un ripartitore di frenata più sul posteriore, la vettura

sarà molto più rapida in inserimento e più facile da

accompagnare fin dentro la curva, al punto di corda,

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tenendo il freno pinzato. Ciò permette di eseguire in modo

più facile e funzionale la tecnica del Trail Braking.

È vero che in caso di una frenata intensa gli spazi d’arresto

possono leggermente aumentare, perché è come se la

vettura “frenasse meno”, perciò devi anche adattare il tuo

stile di guida a questa situazione, cercando di trarne

grande vantaggio portando più velocità in ingresso e

percorrenza di curva.

Ti ricordo che anche questo valore come il differenziale

può essere regolato mentre guidi dal DMF. Abituati a farlo

per ottenere il massimo della prestazione in frenata.

Schumacher faceva queste regolazioni modificando

spesso il ripartitore. Hai vissuto l’era Schumacher? Se sì sei

stato fortunato, se no guardati video, leggi libri o

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interviste.

Il “Kaiser” era un perfezionista ed un lavoratore infaticabile che

faceva a caso ad ogni dettaglio per essere sempre più veloce,

migliorando la vettura e se stesso. Riuscì a creare un binomio

pilota-vettura eccezionale, il connubio perfetto che ancora oggi

ricordo con nostalgia.

Ti insegnerò quali sono tutti questi dettagli che permettono di

limare l’ultimo decimo, che è sempre il più difficile da togliere.

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7. Gomme

Anche quello delle gomme è un capitolo molto importante

nel setup di una Formula 1, soprattutto perché il loro corretto

utilizzo può migliorare notevolmente i tempi sul giro.

Tramite la corretta pressione delle gomme si possono

migliorare tanti aspetti della monoposto, dalla reattività al

grip.

L’aspetto più importante su cui focalizzarsi è però quello di

far lavorare le gomme nella giusta finestra di

temperatura; non devono mai essere né troppo fredde né

surriscaldate.

La finestra di utilizzo ottimale varia da mescola a mescola ma

è comunque tipicamente compresa tra gli 85°C e 105°C per

compound da asciutto.

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Con l’introduzione su F1 2020 della gestione separata di ogni

gomma a livello di pressione, diviene vitale conoscere come

la diversa pressione di una singola gomma può modificare le

reazioni della monoposto.

Inoltre, è possibile correggere qualche scompenso di

temperatura che si crea quando una pista a causa della sua

conformazione fa lavorare molto una determinata gomma.

Pensa al circuito di Catalunya in Spagna ad esempio,

l’anteriore sinistra soffre tantissimo a livello di temperature

ed usura a causa dell’eccessivo stress al quale è sottoposta!

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7.1 Pressione gomme anteriori e posteriori

La pressione delle gomme regola la quantità d’aria presente

negli pneumatici.

Generalmente, una pressione delle gomme più elevata

donerà più reattività alla monoposto, aumentando però le

temperature degli pneumatici e, di conseguenza, l’usura (se si

esagera).

Una pressione delle gomme più bassa invece aumenterà la

superficie di contatto dello pneumatico con l’asfalto,


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causando più grip ma meno reattività della monoposto. Una

pressione gomme minore, inoltre, fa lavorare gli pneumatici

a temperature minori e genera minore usura. Tuttavia,

esagerando, c’è il rischio che le gomme non entrino mai in

temperatura e che non lavorino nel corretto range di

temperatura.

Ovviamente, la pressione gomme va adattata alle

caratteristiche della pista, ai parametri dell’assetto ma

soprattutto al compound utilizzato.

Come abbiamo visto prima, una gomma Hard lavora

diversamente da una Soft e quindi adattare la pressione

gomme è fondamentale per rendere al meglio in ogni

situazione.

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Ad esempio, sul bagnato è necessario impostare una

pressione gomme inferiore rispetto a condizioni di asciutto,

perché le gomme da bagnato raggiungono il corretto range

di temperatura a pressioni minori.

Infine, ricorda che un corretto bilanciamento meccanico fa

lavorare le gomme in un ideale range di temperatura. Ciò

migliora la vita e l’usura degli pneumatici, oltre che renderli

più performanti.

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PRESSIONE GOMME MAGGIORE
Vettura più reattiva Vettura più scivolosa

Maggiore velocità di punta Aumento temperatura e usura

Vettura più rapida nei cambi di Aumento usura pneumatici

direzione

Vettura più precisa Minore trazione

PRESSIONE GOMME MINORE


Vettura più stabile Minore velocità di punta

Maggiore grip Minore reattività

Maggiore trazione Vettura meno rapida nei cambi di


direzione

Diminuzione temperatura e usura La vettura può talvolta essere

meno precisa

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8. Il metodo di creazione setup di ADT

Come ben avrai capito, non è tanto il valore assoluto dei

parametri a fare la differenza, quanto il bilanciamento tra

questi ultimi.

Il bilanciamento meccanico è la differenza di rigidità tra

l’asse anteriore e l’asse posteriore. È possibile trovare il

bilanciamento perfetto, ma è più complicato rispetto a

trovare il bilanciamento aerodinamico, perché i parametri da

considerare sono di più, ad esempio le barre antirollio, il

ripartitore di frenata e il differenziale.

La meccanica determina la maggior parte dei comportamenti

della vettura in pista, influenzando il tuo stile di guida e la tua

capacità di essere veloce e costante.

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Con un bilancio meccanico rigido, la monoposto sarà più

reattiva, agile, performante, veloce nei cambi di direzione, ma

al tempo stesso sarà più nervosa e usurante.

Con un bilanciamento meccanico morbido la guida sarà più

dolce e le reazioni più sincere, dovrai preoccuparti meno dei

cordoli, degli avvallamenti e delle sconnessioni di pista. Sarà

più facile portare la macchina al limite perché la perdita di

grip è più prevedibile e graduale, inoltre l’usura delle gomme

sarà inferiore e potrai avere un passo gara più costante.

Bisogna trovare il giusto equilibrio per il tuo stile di guida e

coerente con il circuito, che ti permetta di esprimere tutto il

potenziale.

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“Ok, Alberto, mi hai dato un sacco di informazioni utili…ma,

nel pratico, da dove comincio per modificare un assetto?”

Per questo motivo ho deciso di dirti un ultimo segreto

personale, ovvero come preparo personalmente un assetto e

che metodo seguo!

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Solitamente, nella creazione di un setup vado a modificare i

parametri in questo ordine:

1° Step - AERODINAMICA

Analizzo la pista e il livello di carico aerodinamico richiesto

(basso carico aerodinamico per le piste veloci con lunghi

rettilinei e poche curve, medio carico aerodinamico per piste

intermedie, alto carico aerodinamico per piste con molte

curve) stabilendo un range nel quale lavorare.

2° Step -BILANCIAMENTO AERODINAMICO

Qui lavoro già sul bilanciamento aerodinamico andando a

trovare gli iniziali valori ideali di ala anteriore e posteriore

dopo aver testato diversi valori. Dico iniziali perché spesso

vanno adattati dopo aver settato altri parametri!

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3° Step - FRENI

Regolo la pressione del freno e il bilanciamento frenata

frontale in base al mio stile di guida e alle esigenze della

pista.

Nelle piste con frenate più complesse parto da un valore

mediamente basso e lo alzo man mano fino a trovare il valore

ideale.

Nei circuiti con frenate più semplici e a ruote dritte parto da

un valore mediamente più elevato e in caso di necessità lo

abbasso un po’.

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4° Step – Bilanciamento frenata frontale

Adesso è il momento di intervenire sul ripartitore di frenata

per bilanciare il comportamento della monoposto durante la

staccata e l’inserimento in curva.

Può bastare anche 1 solo punto di differenza per migliorare

notevolmente le reazioni della vettura, perciò dedica il giusto

tempo al settaggio di questo parametro!

5° Step – SOSPENSIONI E ALTEZZA

Vado a modificare le sospensioni e l’altezza della vettura.

Cerco di basarmi sugli avvallamenti, sulle sconnessioni,

sull’altezza e conformazione dei cordoli, oltre che a tener

conto di come ho impostato gli altri parametri del setup.

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6° Step – BARRE STABILIZZATRICI

Dedico molto tempo alla regolazione delle barre

stabilizzatrici, perché esse influiscono in maniera importante

sul bilanciamento meccanico della vettura in molte fasi della

guida e incidono anche sull’usura delle gomme.

Comincio, dunque, stabilendo il grado di rigidità generale e

poi passo ad affinare il bilancio testando diverse

configurazioni.

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7° Step – TRASMISSIONE

Modifico il differenziale in pressione acceleratore e rilascio

acceleratore, parametri fondamentali per modificare il

comportamento dinamico della vettura in ingresso e uscita

curva.

Trovo un valore a livello generale e lo affino più avanti, una

volta concluso il setup.

8° Step – PRESSIONE GOMME

Trovo la pressione ottimale degli pneumatici sempre in

base alle esigenze della pista e all’utilizzo medio dei vari

compound durante le fasi di gara.

Cerco di focalizzarmi nel far lavorare le gomme sempre nel

giusto range di temperatura, poi penso alla differenza tra

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anteriore e posteriore per regolare il bilanciamento con

precisione in base alle mie esigenze.

9° Step – GEOMETRIA SOSPENSIONI

I valori di campanatura e convergenza sono gli ultimi

parametri che vado a modificare per dare il tocco finale al

meraviglioso capolavoro chiamato SETUP!

Modifico questi parametri per sopperire alla mancanza di grip

in alcune specifiche situazioni e adattare la vettura al mio stile

di guida.

10° Step – OTTIMIZZAZIONE

Ovviamente, non è detto che dopo aver modificato

campanatura e convergenza il lavoro finisca qui.

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Devi tornare sui parametri per cercare di bilanciarli ancora

meglio l’uno con l’altro. Ricorda che ogni parametro influenza

in maniera diretta o indiretta anche gli altri parametri!

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Bene Top Driver, ci siamo detti tutto, ma proprio tutto, per

quanto riguarda gli Assetti!

Ora non resta che mettere in pratica questi concetti teorici e

buttare giù i tuoi tempi.

Nel dubbio, tieni giù!

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