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Daniele Trono
Introduzione
L’insenatura de La Strea si affaccia sul Golfo di Taranto, Mar Ionio; occupa la parte di costa a
Sud Est del centro abitato di Porto Cesareo (LE). È limitata nell’entroterra dalla linea di costa che,
spostandosi verso Sud, va da P. Cesareo a S. Isidoro (LE), verso il mare da una lingua di terra lunga
circa 1.5 Km, denominata penisola de La Strea. La comunicazione con il mare è assicurata da
un’apertura, presente tra l’estremo lembo della suddetta penisola ed il centro abitato di P. Cesareo.
La profondità media è di 1.35 m, con punte di 2 m.
Le biocenosi presenti sono essenzialmente cinque: biocenosi fotofile infralitorali di substrato
duro e prateria di Posidonia oceanica nella parte esterna della penisola de La Strea; prateria mista a
Caulerpa e Cymodocea nella parte centrale e nella zona compresa tra il fondo dell’insenatura e il
centro abitato, con popolamenti nitrofili di substrato duro nella parte ad esso immediatamente
prospiciente; associazioni fotofile e termofile di substrato duro e mobile, quest’ultimo caratterizzato
da una bassa granulometria, dovuta al limitato idrodinamismo presente in questa zona (AA.VV.,
1988).
Una ricerca promossa dalla Regione Puglia e commissionata alle Università di Lecce, Modena e
Pisa (AA.VV., 1988) ha investigato vari parametri, sia abiotici (temperatura, salinità, ossigeno
disciolto, etc), sia biotici (plancton e benthos), dimostrando che l’insenatura de La Strea non
presenta caratteristiche proprie di una laguna. Nonostante ciò la presenza di polle di acqua dolce, il
limitato idrodinamismo e la scarsa comunicazione con il mare, fanno sì che, almeno la zona più
interna, presenti caratteristiche particolari. Questo è testimoniato dalla presenza di tre organismi,
un’alga, Anadyomene stellata (Agardh, 1823), un porifero, Geodia cydonium O. F. Mueller, 1798, e
un’echinoderma, Holoturia impatiens (Forskaal, 1775), specie termofile ad affinità subtropicale
(Parenzan P., 1983). (Foto)
Dal 1997, anno di istituzione dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo (D.M. 12 dicembre
1997), l’area esterna la penisola, quella che si affaccia sul mare aperto, è zona A della suddetta
AMP, mentre l’insenatura oggetto del presente lavoro è stata esclusa da tale protezione per l’intenso
traffico diportuale dovuto alla presenza di tre darsene.
L’accesso da terra sulla penisola è disagevole ma, nonostante ciò, la presenza umana è massiccia
in special modo nel periodo estivo. Dal 2006 la penisola de La Strea fa parte della Riserva Naturale
Orientata “Palude del Conte e Duna Costiera – Porto Cesareo”, istituita con legge regionale della
Regione Puglia 15 marzo 2006, n. 5. Tale legge istituisce in realtà una zona protetta terrestre ma,
grazie a questa misura, è stato interdetto l’accesso alla penisola, salvaguardando quindi
indirettamente anche la costa. E’ quindi particolarmente importante conoscere la consistenza delle
popolazioni malacologiche al fine di verificare nel tempo le variazioni quali-quantitative che
eventualmente possono verificarsi.
Materiali e metodi
La ricerca si è svolta nell’arco di circa 10 anni, dal 1995 al 2005 in modo non sistematico, con
raccolta di detrito, spiaggiato e campionato a varie profondità e in diverse zone, lavaggio di alghe e
immersioni in apnea e con autorespiratore.
Si è inoltre tenuto conto delle specie raccolte dalla già citata campagna promossa dalla Regione
Puglia (AA.VV., 1988), e da Parenzan (1984).
Per quanto riguarda la sistematica si è seguito il CLEMAM (cit.)
Discussione
Come detto da circa tre anni la penisola de La Strea è riserva naturale, anche se solo da un anno
sono state fattivamente prese misure atte ad interdire completamente l’accesso ed è stata apposta
l’opportuna segnaletica.
Appare quindi importante segnare un punto zero per verificare, negli anni, l’efficacia della tutela
sulle popolazioni di molluschi presenti.
In Tab. 1 sono comprese tutte le specie fino ad ora rinvenute nell’insenatura da Parenzan (1984),
AA. VV. (1988) e dall’Autore; sono riportate la specie, la fonte, l’abbondanza relativa e
l’indicazione degli esemplari rinvenuti viventi. Per quanto riguarda l’abbondanza essa è ricavata
solo dall’incrocio dei dati personali dell’Autore con quelli di Cinelli et al., in quanto Parenzan
(1984) non riporta dati di frequenza.
La parte più interna dell’insenatura è soggetta a fenomeni estremi di marea, con momenti di
totale emersione (Foto) in relazione alle basse maree ed è interessata da risorgive di acqua dolce,
quindi gli organismi presenti sono caratterizzati da spiccate caratteristiche di euritermia ed
eurialinità. In questa zona è dominante Cerastoderma glaucum (Poiret, 1789), raccolto
massicciamente a scopo alimentare; nelle polle di acqua dolce è abbondante Potamides conicus
(Blainville, 1829) e sulle rocce litorali sono presenti in gran numero Cerithium lividulum Risso,
1826 e Osilinus articulatus (Lamarck, 1822) (Foto). In condizioni normali di marea C. lividulum
colonizza i primi centimetri di acqua, adagiato sul fondo sabbioso in centinaia di esemplari, O.
articulatus occupa il suo abituale habitat, sulle rocce all’interfaccia aria-acqua; durante i frequenti
abbassamenti del livello dell’acqua C. lividulum ha un comportamento peculiare: raggiunge O.
articulatus condividendone l’habitat, forse cercando l’umidità residua delle nicchie negli scogli e
del tappeto algale.
A partire dalla zona centrale l’insenatura perde le caratteristiche lagunari grazie all’abbondante
ricambio assicurato dall’ampia comunicazione con il mare aperto. In tale zona dominanti sono
Tapes decussatus (Linnè, 1758) e Paphia aurea (Gmelin, 1791) con numerosi individui per metro
quadro.
Nella parte centrale dell’insenatura si rinviene Cerithium vulgatum Bruguiere, 1792 nella forma
peculiare delle lagune (foto).
Conclusioni
Ringrazio Italo Nofroni per le utili informazioni e Domenico Ramazzotti per la composizione delle
tavole.
Bibliografia
AA.VV., .Studio Ecologico dell’area marina di Porto Cesareo. Congedo Editore. 138 pp.
Panetta P., 1980. La famiglia Caecidae nel Mediterraneo. Bollettino Malacologico, 16 (7-8): 277-
300
Parenzan P., 1970. Carta d’identità delle conchiglie del Mediterraneo. Vol. 1 Gasteropodi. Bios
Taras, Taranto. 283 pp.
Parenzan P., 1984. L’insenatura della Strea di Porto Cesareo. Thalassia Salentina, 14: 28-38