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Indice
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Cap. 15 - Me l’ha prescritto il medico! Attività sessuale e sistema immunitario
Cap. 19 – Il diabete
Cap. 20 – AIDS
Cap. 21 – Le patologie
Concludendo
Appendici
A. Lettere
B. Lavori scientifici
Bibliografia
Prefazione
Mi guardo in giro nel mondo del 2002, e mi sforzo di far mie le probabili
considerazioni di un bambino dei nostri giorni. Per scrivere questa introduzione,
senza cadere nelle banalità della retorica, cerco nella mia remota infanzia
emozioni e sentimenti struggenti e lontani.
Non ho altra scelta. Vi siete mai chiesti con quanto distacco e disincanto noi
‘adulti’ guardiamo al divario che esiste tra ciò che chiamiamo Realtà, e la Natura
(o quello che ne è rimasto)? Oppure: chi ha ancora tempo per meditare e riflettere,
senza che venga divorato dalla voragine del temporaneo, dal narcisismo
imperante, che sfocia e si autoalimenta nella ‘narcosi perenne’?
Visti quindi con gli occhi di un bambino, ecco i tre motivi che hanno fatto maturare
in me l’idea di questo libro.
1) Ho conosciuto Pippo Zappulla, ed è lui lo scrittore che sa realizzare queste
cose con la sua arte.
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2) Abbiamo imparato a rispettarci e ad amarci, e da qui si è manifestata la fiducia
e la serenità che ci fa trovare espressioni entusiasmanti ed esilaranti, come
due bambini perduti in un gioco all'aperto. Ci divertiamo da matti.
3) Abbiamo da raccontare avvenimenti e vicende che lasceranno un solco
indelebile; ne siamo certi, anzi certissimi. Sarebbe un peccato se le
meravigliose notizie scientifiche che riguardano la salute di tutti, rimanessero
qua e là nascoste nel mio cassetto, più o meno in pezzi slegati fra loro. A che
sarebbero allora serviti i miei quarant’anni d’attesa?
Ora però parliamo di cose serie. Vale a dire della salute: in fondo, non è forse il
nostro unico bene, anche se ci hanno raccontato che le sofferenze (comunque e
sempre inevitabili!) ci nobilitano?
Io mi chiedo: ma il mondo non funzionerebbe forse meglio se non esistessero
dolori e sofferenze e se, nel nostro caso, la vecchiaia non fosse accompagnata da
una serie infinita di guai?
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Allora, perché, almeno, non provare?!
Scuotiamoci quindi dalla narcosi nella quale ci hanno precipitato i dottori, e
scendiamo dal letto a baldacchino pieno di ragnatele sul quale la Bella
Addormentata nel Bosco giace da secoli. Scuotiamoci dalla narcosi e…
rinasciamo.
Anni fa un necrofilo qui dei dintorni, come ce sono purtroppo tanti in circolazione,
quelli cioè che hanno la morte nel cuore, dopo avere ascoltato esterrefatto i
ragionamenti che gli andavo esponendo, così come sono del resto riportati in
questo libro, mi apostrofò scandalizzato: «Ma la vita è una cosa seria»!
Evidentemente la stupidità (per non parlare poi della necrofilia!) ha radici profonde.
La gioia di vivere ha molti nemici, geneticamente agguerriti. Sono quasi invincibili.
Non mi sembra perciò il caso di dilungarmi in strazianti lamenti e accorati appelli:
la Selezione Naturale, vale a dire il ‘si salvi chi può’, funziona in automatico:
lasciamo una volta ancora che sia la Natura a operare una selezione tra chi
capisce, e si adegua (specialmente le donne, naturalmente!), e chi invece ritiene di
avere un cervello tutto corteccia, e ignora quanto c'è sotto: l’atavico e vero
cervello dell'anima che si trova nell’ippocampo.
Walter Pierpaoli
Prologo
delle sue scoperte. Visto che non la finiva più, gli ho piazzato davanti il registratore. Ne
è venuto fuori un libro, ed è questo, fra l’altro, il motivo per cui esso viene pubblicato
naturale, che si chiama melatonina, da pochi soldi (perché non è possibile brevettarla,
poi vedremo perché), possiamo vivere a lungo, molto a lungo, lucidi, e sani come
pesci; poi, quando si è piuttosto avanti con gli anni, si assume un’altra diavoleria che
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lui intanto sta studiando, e si va avanti per un altro bel po’ di anni. Infine, a 120 anni
Interessante, no? Ora io dico, anche senza voler essere fanatici a tutti i costi: mettiamo
che lui abbia sbagliato i calcoli; invece di 120 saranno 105, a me va bene lo stesso, e
saremmo stati due vecchietti male in arnese, mentre oggi tutti ci considerano due
signori di mezz’età (in senso letterale, badate!); ci siamo infatti proposti come
traguardo i 120 anni (di media): me l’ha promesso Walter, e io gli credo!
In ogni caso, quando leggerete questo libro, magari fra 30 o 40 anni, e vi renderete
conto che noi due siamo già morti e sepolti, non dite subito: si erano sbagliati!
Walter infatti sostiene che ognuno ha il diritto di pensare di essere immortale, fino
all’ultimo respiro, cioè fino a prova contraria; dite piuttosto, caso mai ci fossimo proprio
Inoltre, per favore, non lasciatevi ingannare dal tono leggero che ho deciso di dare a
questo prologo: credetemi, è soltanto un artifizio perché non vi possiate annoiare fin
Le cose che dico (che dice Walter) sono invece serissime; molte di esse sono anzi
terribilmente vere, ma nessuna potrà davvero incutervi spavento, tutt’altro! (che so: ‘se
non fate questo, invecchierete presto, sarete perseguitati dai rimorsi, ingrasserete, il
vostro colesterolo andrà alle stelle’; oppure: ‘morirete tardi ma non vi ricorderete più
dove abitate e, soprattutto, come e quando avete fatto l’ultima volta l’amore, e se è
Noi l’abbiamo scritto per divertirci, è vero; ma, leggendo, succederà anche a voi.
Walter infatti sostiene che il mondo si divide in due categorie: quelli che pensano di
essere nati per soffrire (morte compresa); e quelli che pensano a vivere, anzi a
spassarsela.
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Non ha importanza chi morirà per primo, ma vuoi mettere la differenza? Quelli infatti
che fanno della preparazione alla morte lo scopo più importante per cui vivere, come
se il luttuoso evento fosse il più significativo della loro vita, sono pesantucci da
Ovviamente, ci ho pensato anch’io, cosa credete. Pazzo lui? Avete anche voi gli occhi,
no? E allora guardatevi in giro e fate come me: scompisciatevi dalle risate, non
aggiungo altro. Ma li leggete i giornali? E se li leggete, siete disposti a credere che sia
pazzo uno che prolunga la vita a innocenti topolini fino a tre anni e passa, mentre un
topino di razza (della stessa ‘etnia’ naturalmente) raggiunge a stento i due anni?
(sarebbe come dire 120-130 anni per l’uomo, vi sembra poco?). E il pazzo non è non
Pippo Zappulla
Caro Walter, dopo anni di ricerca scientifica, qual è la scoperta della tua vita,
Voglio cominciare con uno scherzo. Francamente, quello che io mi sono sempre
chiesto è: che mi serve fare grandi scoperte, strepitose, se poi divento vecchio e
malandato, e crepo? Direi quindi che la scoperta più importante della mia vita è stata
quella di aver trovato la chiave di volta per rimandare nel tempo l’invecchiamento e la
morte. Avrò così più tempo per dedicarmi agli aspetti della vita che più mi interessano.
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Quindi, da un punto di vista logico e anche filosofico, io ritengo, tutto sommato, che il
successo, cioè la sfida suprema dell’uomo, è la lotta contro la morte. E non importa il
modo grazie al quale uno arriva al traguardo (con la melatonina, cioè, o con altre
molecole della pineale ecc.); ciò che conta è invece che, attraverso la ricerca
scientifica, si sia in un certo senso compiuto il mio destino di ricercatore, che è quello
Io infatti, oltre a essere un ricercatore, sono una persona pratica, e sono anche un
credo di aver capito molto, e adesso sono quindi in grado di applicare ai pazienti ciò
Ora infatti dispongo del tempo di cui avevo bisogno; perché, se è vero che si invecchia
lentamente (e chissà quanto vivremo più a lungo e in buona salute!), non mi mancherà
certo l’occasione per divertirmi nel vedere realizzati gli obiettivi che intendevo
raggiungere.
Per tornare quindi alla tua domanda, credo di aver scoperto sostanzialmente la base
anziani. Senza questa fondamentale scoperta, non sarei stato in grado di mettere a
fuoco le molecole di cui abbiamo bisogno per realizzare il sogno faustiano; né,
tantomeno, per vedere compiuta l’altra mia grande scoperta (e che mi è costata
un’immensa fatica), cioè la base biologica dell’immunità, quella cioè che darà il via a
raggiunto la coscienza dei più. Infatti, il lavaggio del cervello che avviene fin dalla
nascita, imprime una visione precisa e indelebile del corso della nostra vita; in questa
visione, la presenza costante di malattie, ansie e dolori fa parte del ‘destino’ dell'uomo.
In realtà, invece, l'invecchiamento e la morte sono due entità separate e distinte che
massima della vita nei mammiferi omeotermi (a sangue caldo), cui l'uomo, purtroppo,
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appartiene; mentre non si conosce quanto a lungo vivano, e in quali circostanze
muoiano i poichilotermi, vale a dire gli animali a sangue freddo (pesci, rettili, anfibi) che
continuano ad andare avanti negli anni, e che muoiono poi generalmente, per quanto
ne sappiamo, di ‘incidenti’.
Si sono venuti delineando in maniera sempre più netta e marcata alcuni punti che io
Hai affermato da qualche parte: «Quello che gli altri studiosi della ghiandola pineale
che fare con i cicli ormonali, si potessero ottenere dei benefici. Pervenni a questa
topolini, giorno e notte, esposti alla luce di una lampada. Ciò mi permise di osservare
come, alterando il ciclo giorno/notte, a partire dalla quarta generazione, i topolini non
semplice osservazione, che però in precedenza nessuno aveva mai realizzato. Però,
come diceva Pasteur, la fortuna viene incontro alla mente preparata; e la mia fortuna è
stata di non avere pregiudizi di sorta. Già infatti nel 1977 avevo intuito come il bioritmo
circadiano (circa diem, cioè della durata di un giorno), con l’alternanza del giorno e
della notte, sia alla base della salute e della vita. Questa intuizione legittimava il mio
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interesse per la melatonina, come sostanza in grado (forse) di prolungare la vita. E ciò,
l’andare degli anni nel corso della vita. Era quindi ipotizzabile che, attraverso la
ricostituire il ciclo primitivo, con conseguente allungamento della vita. E così infatti è
avvenuto.
No, guai! Al contrario, ha scatenato interrogativi a non finire. A partire dalla questione
che, forse, nella pineale potrebbero esistere sostanze molto più potenti della stessa
il primo punto fermo, che mi permise di intuire come, in effetti, non era tanto la
nostra conversazione. Aggiungo, per adesso, soltanto un’altra informazione, che siamo
profilattico e terapeutico.
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Tu hai appena citato il mito di Faust; ovviamente, in questo contesto non potrebbe
esistere richiamo più pertinente a uno dei sogni che l’uomo coltiva da sempre, quello
qualcuno potrebbe suonare addirittura blasfemo. Non sarebbe in ogni caso meglio
È una domanda che, come puoi immaginare, mi è stata posta infinite volte. A mio
avviso, l’umanità si divide in due categorie: esistono i depressi e i necrofili, che hanno
sapere di prolungare la loro vita! Quando è stato presentato negli Stati Uniti il libro che
ho scritto, insieme a Bill Regelson e con Carol Colman, The Melatonin Miracle, siamo
andati a far festa in un rinomato ristorante di New York. Accanto a noi, sedute a tavoli
diversi, c’erano due coppie di anziani. Abbiamo provato a chiedere loro se avevano
sentito parlare di melatonina e di come essa sia in grado di prolungare la vita. Ebbene,
una coppia apprese la notizia con entusiasmo ed eccitazione; l’altra, invece, era
desiderassi vivere per sempre; si tratta piuttosto di una sfida di carattere filosofico-
Ritengo, al contrario, che l’uomo sia libero di pensare fino all’ultimo respiro che non sta
Se poi ciò non si verifica realmente, poco importa! Io però, fino alla fine, crederò
anche se in perfetta salute, per così dire. È, in sostanza, una questione che attiene alla
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realizzare questo sogno. Un sogno che è lecito, e che ci libera da tutti i dogmi, le
Niente a che vedere quindi, con certi fenomeni, quasi da fantascienza, in cui ci si
No, infatti. Nei casi che tu citi c’è una macabra, oscena e orrenda messinscena, che
nulla ha a che vedere con l’idea dell’invecchiamento e della morte che mi appartiene,
intesa cioè come desincronizzazione ormonale del mammifero uomo; il cui cervello,
tempo debito, grazie a una corretta interpretazione del programma ormonale originario.
novità è, semmai, che adesso siamo in grado di dimostrare in molti modi questa
Delle dimostrazioni avremo modo di parlare più avanti. Però, fammi capire bene:
anche la morte…
A scanso di equivoci, vorrei che fosse chiara una distinzione fondamentale: esiste un
piano di filosofia della scienza, per così dire, e in questo ambito le affermazioni o le
tantomeno, ignorate. Nel primo caso, io posso avanzare delle ipotesi o pronunciare
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delle affermazioni, estrapolando o portando alla logica conseguenza, le mie
constatazioni; non sono però in grado di stabilire se esse sono vere o false.
certezza quale sarà il mio stato di salute fra dieci anni; per poterlo stabilire, dovrei
infatti correre avanti di dieci anni, e verificare così come staranno veramente le cose a
quella data (posso dire però che oggi sto molto meglio di dieci anni fa, questo sì, e a
me basta!). Sul piano sperimentale, però, la certezza che ciò che vado affermando è
vero, io l’ho già raggiunta di fatto. Nel senso che ho già abbondantemente verificato,
per esempio, che i topolini in laboratorio, trattati in un certo modo, prolungano la loro
esistenza, in ottima salute, oltre ogni limite ipotizzabile, per la specie cui appartengono.
Quanto al resto, voglio dire, facendo questa volta le debite trasposizioni all’uomo, io
‘intelligente’ è l’ippocampo, cioè la parte che costituisce la base del cervello, quella che
sta sotto, a cui fanno capo le emozioni. La ratio, invece, in genere disturba tutto il
così come, la cosiddetta intelligenza superiore, è spesso una forma di pazzia bella e
buona.
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Intelligenza che, ricollegandoci al capitolo precedente, mi pare di capire da certi tuoi
altri scritti e discorsi, tu saresti propenso ad attribuire più alle femminucce che ai
genere umano?
Io sono ‘femminista’ al cento per cento (lasciamo perdere il termine, in sé e per sé, che
si presta a interpretazioni che non mi trovano del tutto d’accordo, se vuoi). Nutro infatti
una totale fiducia che il mondo passerà nelle mani delle donne, e per molte ragioni.
best seller The natural superiority of women, il quale affermava che la donna è
sopravvivere, grazie alla sua innata flessibilità. La donna è, secondo me, infinitamente
più ‘intelligente’ e versatile dell’uomo. E non è affatto un caso che viva più a lungo.
rispetto a quest’ultimo. Se poi la situazione di oggi è quella che tutti conosciamo, ciò è
dovuto a tutte le angherie che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli per le
umiliazioni (per non parlare delle soppressioni sul rogo al tempo delle ‘streghe’) che le
risultare totalmente spogliata della consapevolezza del proprio valore e del proprio
ruolo.
Così, la donna ha finito per essere soggiogata totalmente da questi ridicoli ometti con
tre cromosomi ‘y’, i quali, da bambini cattivi e capricciosi quali sono, e dominati dal
testosterone, debbono pur manifestare di essere in gamba, oltre che superiori e più
intelligenti. La donna però, per sua fortuna, ha anche questa di capacità, che riesce
perfino a sopportare gli uomini! D’altra parte, se noi guardiamo i due millenni che ci
siamo appena lasciati alle spalle, non possiamo che rabbrividire semplicemente
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dall’orrore! È stato infatti questo un mondo interamente dominato dagli uomini maschi,
Adesso che non c’è quasi rimasto più niente da distruggere, ed essendo molto
probabilmente calati i livelli di testosterone grazie anche agli estrogeni che il maschio
ingerisce in quantità sempre maggiori con il cibo; ed essendosi quindi i maschi un po’
femminilizzati, senza volerlo, e magari sull’orlo dell’impotenza; non resta che lasciare
spazio alla donna: il futuro è senz’altro suo! Purché si tratti ovviamente di vere donne,
quelle cioè in grado di tirar fuori tutte le loro qualità: dolcezza, sensibilità, intuizione,
Ciò vale per il femminile in quanto tale? Voglio dire, anche per i tuoi topolini
umano?
Quanto ai topolini, io preferisco avere a che fare con le femmine, perché vivono più a
lungo, sono tranquille, non si azzuffano e non si feriscono fra di loro. Ma aggiungo
subito che la donna, e quindi il femminile, per me rappresenta le fasi lunari, il ritmo, la
ciclicità, il flusso e riflusso delle maree, cioè tutto quanto di bello e pulsante di vita
Oltre che affascinanti per chi ti ascolta, quanto sono stati importanti questi concetti
Sono stati semplicemente fondamentali. I cicli lunari e planetari sono infatti legati a
quelli ormonali. I segnali che ritmano la nostra vita, dalla nascita alla morte, sono quelli
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attorno a queste condizioni primarie che regolano ogni istante del nostro ciclo vitale:
ritmiche circadiane (cioè, nell’arco delle ventiquattro ore) degli ormoni tiroidei,
surrenalici e sessuali, che si sono formati nell'evoluzione del mammifero uomo. Noi
siamo quindi totalmente guidati e condizionati dalla regolazione ormonale che viene
pilotata dalla ritmicità lunare e planetaria. Del resto, la vita sulla terra è venuta dal
mare, e si è probabilmente sviluppata grazie ai ritmi lunari, e quindi alle maree, che
Sta di fatto che l'invecchiamento va totalmente attribuito alla rottura della relazione
sincronica dell’uomo con i ritmi planetari-ormonali, regolata dalle strutture del sistema
nervoso che fanno parte del circuito cerebrale ipotalamo-ipofisi-pineale. Tale circuito
integra e sincronizza i ritmi notte/giorno della sintesi e secrezione di tutti gli ormoni. Ciò
è talmente ovvio che ognuno di noi è in grado di rendersi conto, vivendo immerso
per respirare e vivere. Gli ormoni, e tutte le molecole del corpo, seguono strettamente
tale ciclicità, che è alla base della salute. L'invecchiamento dell'uomo è quindi senza
decadimento della funzione ormonale ciclica che presiede alla sessualità e alla
procreazione.
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Quanto è importante, e che significato può avere il fatto che la ghiandola pineale nella
caratteristica è del tutto ininfluente quanto alla diversa longevità che si registra nei due
sessi?
all’uomo, per cui la sua fisiologia e i suoi ritmi si conservano integri più a lungo.
Qualcuno potrebbe obiettare che la menopausa rappresenta per la donna la fine del
ma è certo che nel corso di centinaia di migliaia di anni la donna ha acquisito una
maggiore longevità, basata sul suo sistema ormonale, e quindi su progesterone, ritmi,
cicli, in una parola sul mantenimento di una più accentuata condizione giovanile. Tutto
ciò è espresso dalle dimensioni delle ghiandole e dalla loro strutturazione; e, inoltre,
dal cromosoma X, che con tutta probabilità ha a che fare con questa regolazione.
negativa: il testosterone, infatti, porta con sé più guai che benefici: conferisce all’uomo
forti carattestiche mascoline, è vero. Guarda caso però, gli uomini ‘migliori’, i più
creativi, sono quelli che hanno, senza che per questo risultino necessariamente
flessibilità…).
Tutto ciò per dire che, nella storia dell’evoluzione, per esempio quando si moriva
prestissimo, era più opportuno, dal punto di vista della conservazione della specie, che
morte colpisse piuttosto l’uomo prima che la donna! Da maschio, non posso che
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A livello più generale, qual è il vero senso della scoperta dell’aging clock, con
riferimento alla ghiandola pineale?
La vera scoperta è che la base della salute consiste soltanto e semplicemente nella
capacità di adattamento, sia in senso fisico che psichico! Chi è in grado di conservare
tale caratteristica, vive; chi la perde, invecchia e muore, non c’è scampo! In altre
parole, il mantenimento dei cicli ormonali naturali, sintonizzati con il sistema planetario,
che fa sperare, in ultima analisi, in una sopravvivenza più marcata. Credo che la
ragione vera della prolungata vita della donna, rispetto a quella dell’uomo, stia tutta
qui. Le donne, infatti, sono molto più flessibili ed elastiche degli uomini, e hanno
sviluppato, sia in senso psichico che somatico, una maggiore capacità di adattamento
Ciò spiega perché chi è flessibile e si adatta, vive più a lungo. Un banale esempio ce lo
eccessivamente, nel caso in cui dovessero venire a mancare cibo e bevande, sarebbe
il primo a soccombere (e ciò spiegherebbe anche, a mio avviso, perché la natura abbia
carestia; negli Stati Uniti queste persone vengono definite come long-gut guys).
Il vero segreto della longevità consiste quindi nel saper conservare la capacità di
adattamento somatopsichico. Ed è anche questa la ragione per cui i veri egoisti, quelli
cioè che se ne ‘fregano’ di tutto e di tutti, vivono più a lungo di coloro che male si
adattano alle esigenze della società, e finiscono per morire di disadattamento e di di-
Viva la donna quindi, che non solo è riuscita a ‘sopportare’ i maschietti aggressivi e
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Cap. 4 – Si salvi chi può
Stando così le cose, e venendo alla realtà dei nostri giorni, quali sono, a tuo avviso, i
più grossi grattacapi con cui l’umanità si trova a fare i conti in questo momento
storico?
Io ho una visione molto nitida della situazione attuale, cosa che purtroppo non mi pare
Intanto, l’economia. Io credo che una qualsiasi persona sana di mente, anche non
particolarmente dotata di spirito critico, quando sente parlare della borsa di New York e
che non sta in piedi, vale a dire quello della crescita perpetua.
Ora, come i grandi saggi del passato affermavano, se ogni seme caduto in terra
Però, per nostra sfortuna, mentre la natura si è dotata di validissimi meccanismi atti a
frenare una catastrofica crescita incontrollata, la stessa cosa non avviene per quanto
l’uomo ha costruito con le proprie mani. È pura follia pensare che esista una crescita
suicidio collettivo!
povertà delle popolazioni dell’Africa e dell’America Latina che tutti, a parole, dichiarano
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proprio gli scienziati e i medici che, grazie ai loro antibiotici e alle vaccinazioni di
Si sono limitati, in che senso? Cosa c’è di tanto disdicevole nel salvare la vita di
milioni di persone?
considera che, essendosi appunto limitati a salvare delle vite umane, senza aver poi
fornito adeguati strumenti culturali, si è finito per innescare un processo, tale per cui i
milioni di ‘salvati’ si sono riprodotti senza fine, dando origine alle varie baraccopoli
(vedi, per esempio, Nairobi, che alla lettera vuol dire ‘città del sole’!) dove, in soli due
metri quadrati, ‘dormono’ oltre dieci persone! Allora, vuol dire che la situazione è già
sfuggita a qualsiasi controllo, e che è impossibile porvi rimedio. E men che meno vi
potranno provvedere gli europei o gli americani (questi ultimi finiranno per affogare nel
loro grasso perché uno su due è obeso!), massima espressione di una società
profondamente malata.
Può sembrare un atteggiamento cinico il mio (e non lo è), ma l’Africa, il Centro e il Sud
America usciranno dal baratro in cui l’uomo bianco li ha cacciati, quando quest’ultimo
danni tali che rendono il recupero del pianeta, a mio avviso, praticamente impossibile.
È questo il motivo per cui, alla fine delle mie conferenze, io lancio a ragion veduta e in
maniera provocatoria il grido: ‘si salvi chi può’, sperando che almeno qualcuno lo
raccolga!
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e di gloria e sposano bambole di plastica (Walter Pierpaoli)
E proprio per rispondere al ‘si salvi chi può’, ed entrando quindi nel vivo della nostra
Moltissimi anni fa, sul National Geographic Magazine (sono abbonato dal 1956!), lessi
più a lungo chi riesce a mantenere una vita molto vicina e in linea con la natura.
della natura: camminano molto, vanno a dormire al calare del sole e si alzano
mangiano quanto offre loro l’ambiente circostante ecc. (mi torna in mente la storia di
un vecchietto di 104 anni che tutti i giorni prendeva un bagno in un torrente gelato di
montagna!).
Noi, popoli civilizzati, invece, che facciamo? Ci proteggiamo dal sole, dal freddo, ci
prendiamo cura del giardino, però coprendoci le mani con guanti spessi, per non
ferirci: ci separiamo, in sostanza, dalla natura, e non ci rendiamo conto che, così
facendo, infliggiamo grande sofferenza al nostro corpo, che avrebbe piuttosto bisogno
del contatto diretto con i cicli della natura, con l’umidità, la temperatura esterna, la luce
Resta però il fatto che i cicli naturali sono fondamentali per il mantenimento della
salute! Per non parlare poi dell’alimentazione, che oggi costituisce un vero e proprio
incubo, dato che non sappiamo più dove sia possibile reperire cibi sani, a causa delle
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Che fare allora? E in particolare, qual è stato il percorso della ricerca scientifica che ti
È stato un percorso lento e accidentato, tutt’altro che facile. Dopo essermi infatti
Ora, nella pineale esistono delle molecole che sono importantissime per regolare il
sistema endocrino; si tratta di sostanze che esercitano la loro azione anche a molta
distanza rispetto alla cellula che le ha prodotte, e la cui ciclicità è assicurata dal
Sistema Nervoso Centrale, cioè dal cervello. Tale ciclicità fa capo a varie strutture che
generano impulsi ritmici, tra le quali, per esempio, il Nucleo Soprachiasmatico (SCN)
e altre ancora.
La questione che mi assillava allora era però rappresentata dal pensiero che doveva
pur esserci un regolatore dei regolatori, per così dire; qualcosa in sostanza che io sono
solito paragonare al ragno e alla sua tela, in grado cioè di percepire immediatamente
tutto ciò che si verifica nel suo territorio. Per anni, mi sono quindi messo alla ricerca del
‘ragno’: essendo infatti il sistema endocrino una ‘tela di ragno’ estremamente raffinata
Fuor di metafora, e venendo alla ciclicità ormonale, io sono convinto di aver individuato
Devo confessare a questo proposito che mi c’è voluto parecchio tempo per capire che
percezione della luce, dei ritmi, dell’umidità, della temperatura, dei campi magnetici
ecc., è alla base del sistema che regola tutta la ciclicità ormonale, in ogni istante della
vita. Essa ci tiene così collegati in perfetta sincronia al mondo esterno, tramite i nostri
occhi e la nostra pelle (siamo infatti soltanto un involucro acquoso protetto da una
monitoraggio costante tutte le variabili del mondo esterno, noi moriremmo all’istante. È
questa la magia!
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La pineale non è infatti una ghiandola che opera direttamente, ma agisce invece come
Di per sé però la pineale non svolge nessuna attività specifica: se non fosse collegata
occhio’, ancora oggi però, nonostante le trasformazioni, ugualmente sensibile alla luce
topolini, che io considero i miei maestri, mi hanno sempre fornito le risposte che
della proverbiale pazienza di Giobbe da parte del ricercatore. Alla conclusione, infatti,
che oggi vorrei tutti potessero conoscere, sono giunto attraverso intuizioni e
dell’aging clock, dell’orologio cioè che scandisce i tempi della crescita, della fertilità e
Avevo già compreso infatti che la melatonina, una delle molecole secrete dalla pineale,
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Cap. 6 - Il trapianto di pineale
Questa è stata infatti la vera scoperta. Il trapianto di pineale è una mia invenzione
esclusiva, resa possibile da una lunga esperienza maturata nel campo dei trapianti e
della microchirurgia.
I primi trapianti si sono rivelati molto difficoltosi; bisogna infatti tener presente che le
dimensioni della ghiandola pineale, se nell’uomo sono quelle di un pisello, nel topolino
risultano paragonabili piuttosto alla punta (la punta, non la capocchia!) di uno spillo.
In un primo tempo pensai di trapiantare la pineale nel timo, che è alla base del sistema
immunitario e ha, inoltre, una buona vascolarizzazione. L’idea era valida; infatti, anche
per regolare la resistenza alle infezioni, avrebbe subìto delle variazioni nel tempo,
oppure no.
semplice melatonina. Fra l’altro, la pineale trapiantata, privata com’era delle proprie
A essere quindi responsabile del prolungamento della vita non poteva che essere la
pineale stessa. Ciò però che ancora oggi definisco come semplicemente pazzesco, fu
il risultato del trapianto incrociato di pineale, dal topo vecchio cioè a quello giovane;
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che dimostrò, al di là di qualsiasi aspettativa, che la pineale vecchia, trapiantata nel
Questi risultati sono stati pubblicati sul Volume pubblicato dalla New York Academy of
Sciences degli USA, pure nel 1994: è stato così dimostrato inequivocabilmente non
solo che la pineale giovane allunga la vita del topo anziano, ma anche che una pineale
l’invecchiamento.
Questo risultato è stato sconvolgente, e io non lo avevo affatto messo in conto. D’altra
parte, esso dimostra come la logica della natura ci sfugga totalmente. È infatti di una
tale semplicità ed eleganza, che nonostante abbiamo la soluzione sotto il naso, non
riusciamo a vederla.
In linea generale, fatte le dovute eccezioni, non solo non vengono accettati, ma
Infatti, quando i risultati dei miei esperimenti furono pubblicati nel 1994 dalla più
la notizia facesse velocemente il giro del mondo, per essere quindi ripresa dai giornali
più prestigiosi: era stata infatti trovata una volta per tutte la chiave dell’invecchiamento!
La scoperta era talmente sconvolgente che finì per ammutolire letteralmente tutti. E se
essa ha scatenato una reazione, questa è stata del tutto negativa. Che sciocco fui:
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Mi pare però che tu non abbia desistito, ma ti sia anzi dato da fare per far sì che la
notizia circolasse.
Sì, e su due fronti: quello della comunità scientifica, e quello della gente comune. Sul
Invecchiamento, cui parteciparono, su mio invito, quaranta fra i più importanti studiosi
della materia. Il tema della conferenza era appunto: The Aging Clock (l’orologio
per la New York Academy of Sciences, che ne pubblicò gli atti, un bestseller storico
Per portare invece la notizia al grande pubblico, ho scritto un libro, insieme al mio
amico William Regelson e con Carol Colman: The Melatonin Miracle (tradotto in Italia
da Rizzoli con il titolo La fonte della giovinezza), che si è rivelato un bestseller, tradotto
in diciassette lingue.
Ma, per dare ancora maggiormente l’idea di quale fosse la portata della scoperta,
vorrei aggiungere che la melatonina è in grado di rendere del tutto inutili almeno il 90%
quale accoglienza potesse avere una notizia del genere, da parte del mondo
stesso tempo, vorrei che mi chiarissi il ruolo che hanno svolto i tuoi topolini nelle
Premetto che, senza la sperimentazione animale, non saprei nulla di quanto ho via via
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Per questo motivo ritengo pura follia pensare di poter realizzare qualche progresso in
Detto questo, tutto dipende ovviamente da quale uso si fa di questa pratica necessaria.
Io non ho mai esercitato nessun atto di violenza sui topolini, o comunque niente che
possa essere definito come crudeltà gratuita e inutile. Anzi, li amo, li accudisco, non li
stresso, e loro forniscono sempre risposte chiare e inequivocabili alle mie domande,
che non sono necessariamente quelle che mi aspetterei, però hanno il vantaggio di
D’altra parte, fin dall’inizio della mia carriera di ricercatore in biofisica, grazie a una
atomica), nel 1961; oppure, quando ho cominciato a lavorare per il CNR italiano, io mi
ero subito reso conto che non sarei venuto mai a capo di niente, né con la biofisica e
ecc., ma soltanto gli animali erano in grado di dirmi se stavo andando nella direzione
giusta.
Ricordo che già nell’Istituto di Patologia Generale all’Università di Milano, all’inizio degli
approntare uno stabulario moderno, in modo che noi assistenti potessimo avere a
reazioni.
fini della ricerca nel campo delle più svariate patologie. Del resto, sarebbe impossibile
tenuto conto, fra l’altro, che in moltissimi casi non si tratta di sperimentazione, ma
Esistono, per esempio, ceppi di topi che sviluppano spontaneamente il cancro, oppure
che non c’è quindi alcun bisogno di indurre nell’animale. In altre parole, per restare al
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campo che ci interessa più da vicino, io credo che, essendo l’uomo un mammifero,
sarebbe impossibile capire cos’è l’invecchiamento utilizzando, che so, un verme o una
Come sarebbe d’altra parte molto più complicato usare altre specie di mammiferi, il
maiale per esempio, che essendo d’intelligenza superiore, andrebbe più facilmente
Ahimè, sì. E tuttavia, anche in questo caso, se viene praticata un’anestesia profonda,
com’è sempre il caso nel nostro laboratorio, all’animale vengono evitate inutili
pineale giovane in una persona anziana; ti chiedo: com’è possibile ovviare a questo
Soltanto qualche anno fa la risposta che sto per darti sarebbe stata diversa, perché
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Come ho dimostrato in precedenza, e anche recentemente in un lavoro che è apparso
negli Stati Uniti (Journal of Anti-Aging Medicine, vol. 4, n. 1, 2001), il trapianto di una
pineale molto vecchia in un animale molto giovane, e viceversa, è stato possibile per il
fatto che i topolini utilizzati per la sperimentazione erano di ceppo puro, geneticamente
identici, quasi come gemelli, quindi, per cui non esisteva il problema del rigetto.
Nell’uomo, invece, questa operazione non sarebbe possibile, perché la nuova pineale
In ogni caso, e per tornare all’esperimento in questione, io non avrei mai potuto
giovane che, bada bene, conserva la sua pineale giovane, oltre a quella vecchia che
Avevo già provato infatti a sostituire, con il trapianto crociato già descritto, la pineale
giovane con una pineale vecchia; in questo caso però il ricevente non conservava la
Cosa sarebbe, invece, accaduto nel caso in cui avessimo trapiantato una pineale
vecchia in un topolino giovane, che conservava però (in più) anche la sua pineale
giovane?
La mia idea era che non saremmo approdati a niente. Com’è pensabile, infatti, che una
pineale, grande come una punta di spillo, e per di più vecchia, trapiantata in un
trapiantata nel topo giovane, che, ripeto, conserva la sua pineale giovane, fa
‘segnale’ proveniente da una pineale più giovane, e che va nella direzione opposta,
meccanismo che posso soltanto intuire) l’ordine di invecchiare. Ciò vuol dire che il
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messaggio del programma di invecchiamento insito nella pineale vecchia è
Veniamo adesso alla domanda che mi hai posto: sulla base di questi dati, quali
L’idea è questa (ma è molto più di una semplice ipotesi, dato che siamo già in
quindi passato alla fase operativa, procedendo in laboratorio (con il mio collaboratore
cinque, sette, nove, dodici, quattordici, sedici e diciotto mesi. Lo scopo era di
quella parte del corpo). Almeno teoricamente quindi, nel momento in cui si percepisce
distruggerla.
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Cap. 9 – La ghiandola pineale e la melatonina
Tuttavia, a me sembra, almeno nel caso dell’uomo, che la rimozione della ghiandola
pineale si configuri come una extrema ratio. Mentre riterrei più ‘umano’, per così dire,
un intervento antietà costante nel tempo, grazie all’opera graduale che una molecola
alcun dubbio. La pineale in questo caso invecchia meno rapidamente, rallentando tutto
Direi che la rimozione della pineale non è proprio indispensabile; e non tanto perché è
sufficiente già la potente azione antietà della melatonina sulla pineale (specie se si
Come? Grazie a una nuova molecola naturale, a cui sto lavorando da parecchi anni,
con risultati incredibili sull’animale, che ha il ruolo di pilota nel mantenimento dei ritmi
ormonali, e che permetterà di sostituire, per così dire, la pineale vecchia, senza che
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Ma anche questo sarà argomento di un nostro prossimo libro. Il problema è comunque
Non lo so con esattezza. Posso però averne una qualche idea, confortata, per
Senza dubbio però, la persona che da più anni assume melatonina (ho iniziato a
preparargliela io stesso a partire dal 1986), e che, a 95 anni, sta adesso benissimo,
dopo essersi liberata totalmente del Parkinson che l’affliggeva, è la madre della mia
prima moglie, la cara Emmy Hügly, di Lucerna. Sta bene a tal punto che, ormai da ex-
Tuttavia, non esistono studi clinici in proposito: certo che se fra dieci anni questo
signore, e la nonna Emmy, e altri anziani che seguo, saranno ancora in buona salute,
Come si inserisce, però, la molecola della melatonina nel tema che tu stai sviluppando
però venirne a capo. La maggior parte di loro affermano (ma io sostengo che ciò
avvenga unicamente per partito preso, e comunque non certo per ragioni sostenute da
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melatonina per scoprire perché e come funziona (mi riferisco per esempio a Russel
Melatonin Club, cui aderiscono ricercatori d’ogni sorta. A me sembra, e lo dico più con
divertimento che con malignità, che i miei colleghi di giorno parlino male della
Ho comunque le mie buone ragioni per ritenere che nessuno sappia veramente quali
abbiamo già detto, rimane oltretutto ancora sconosciuto. Io invece so per certo che si
tratta di una molecola naturale, che madre natura si è inventata nel corso di milioni di
anni per adempiere a svariate funzioni. Così come sono certo che il suo meccanismo
A mio avviso, ma questa è però una semplice opinione che mi piacerebbe tanto poter
ubiquitaria che penetra dappertutto, e protegge le cellule dallo stress (tanto per usare
un termine molto abusato), a livello però più di cariche elettroniche, che di recettori
chimici. Mette quindi in sicurezza le cellule, e allo stesso modo agisce anche sulla
Nel caso in cui però la melatonina venga somministrata dall’esterno, la pineale non ha
più bisogno di produrla, risparmiandosi così una fatica non indifferente; e se non
produce melatonina, potrà starsene a riposo, e adempiere così più facilmente ad altre
d’invecchiamento.
Sostanzialmente, è quanto avviene nel nostro organismo. Quanto poi ai modi, alle
metodologie, ai dosaggi, questi sono tutti aspetti totalmente empirici, nel senso che
Chi ne fa uso non deve però darsene pensiero, perché grazie a Dio è dimostrato che la
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Tu dici: non conosciamo il meccanismo d’azione della melatonina; e tuttavia, esistono
evidenze certe sui suoi effetti antietà, ben documentati da studi e ricerche.
Certamente. Sono stati eseguiti tantissimi studi in proposito, in tutti questi anni; e non
soltanto da me, ma da molti altri ricercatori. Durante l’atroce (non saprei come definirlo
Masera per l’Anziano Operato; e dopo che l’indimenticabile Nino Masera morì
condotto con pochi validi colleghi, come risulta dalla bibliografia allegata a questo libro,
crosta terrestre primordiale. I terreni vulcanici ne sono infatti ricchissimi. Esso entra a
far parte di molti sistemi enzimatici fondamentali; l’uomo però, invecchiando, non
riesce a ritenerne abbastanza, tanto che il saldo, tra assunzione e consumo, è sempre
zinco, che nel sangue può essere determinata con precisione, è espressione di
effetti sui livelli di zinco nei topi anziani, dato che lo zinco entra a far parte della
altri (pioniere in questo campo, è stato Nicola Fabris) su riviste scientifiche (vedi
nell’età avanzata, restaurando quindi l’immunità con tutto ciò che ne consegue!
Tuttavia, io non credo che la melatonina, di per sé, abbia la funzione di innalzare i
livelli di zinco; è vero però che, mantenendo integri sistema neuroendocrino, ormoni e
Quando si assume infatti melatonina, ogni parametro risulta migliorato, dall’A alla Z.
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Si può affermare, in sostanza, che la melatonina, in un certo senso, fa tutto e niente
È rilasciata anche da altre cellule e tessuti, ma non durante la notte. Il picco della
Per me, Walter Pierpaoli, la melatonina è una molecola naturale presente ovunque (nei
vegetali, nel riso, nei pomodori, nel latte, in tutti gli esseri viventi). È una sostanza
Olanda, in cui a migliaia di donne sono stati somministrati per anni ben 300 mg di
melatonina ogni sera (cento volte quindi la dose da me consigliata), nel tentativo di
melatonina a dosi da cavallo; però devo riconoscere che questo studio ha avuto, se
non altro, il merito di stabilire una volta per tutte l’assoluta innocuità della melatonina.
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Assolutamente, no. In passato, si è fatto ricorso a questa definizione perché, in realtà,
in maniera simile a quanto accade per gli ormoni, la melatonina produce effetti a
Tant’è vero che la melatonina non ha nessuna delle caratteristiche degli ormoni. Infatti:
1. viene sintetizzata dall’organismo, oltre che nella pineale, anche in numerosi altri
piastrine, tutti tessuti che non possono essere definiti come tipiche ‘ghiandole
endocrine’.
3. Non esiste alcun ‘fattore di rilascio’ (releasing factor) per la melatonina, come invece
4. Recettori con maggiore o minore affinità per la melatonina sono stati evidenziati e
trovati in una tale varietà di cellule (su membrane e nel citoplasma) e tessuti del corpo,
che la loro natura di recettori ormonali specifici per la melatonina su cellule bersaglio
al giorno!) per via orale, non ha mai provocato alcun danno o effetti collaterali
sembra dipendere, come accade per gli ormoni classici, dall’inibizione della sintesi dei
inibizione retroattiva prodotta dalla stessa melatonina in una sequenza biosintetica; per
della pineale!
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7. La melatonina, presente nella carne e nei vegetali, è assorbita rapidamente dal
eccesso o per difetto) da una dieta che contenga alti o bassi livelli di melatonina; nulla
In realtà, la sua funzione di mediatore chimico universale del mondo biologico è tuttora
sconosciuta. Allo stesso modo, però, anche il meccanismo d’azione della penicillina
non era conosciuto quando fu scoperta (e, in quel caso, non si trattava certo di una
sostanza endogena!). E in ogni caso, visto che la penicillina era ritenuta ‘necessaria’,
nessuno si sarebbe mai sognato di proibirne l’uso, come purtroppo accade invece oggi
Non è un ormone, quindi, e ciò mi tranquillizza. Ma, in realtà, cosa c’è poi di tanto
Gli ormoni si sono fatti una brutta fama soprattutto per via del cortisone. Io sono solito
stesso si può dire della prolattina, tanto che elevati livelli di questo ormone nel sangue,
sono segno certo della presenza di un cancro già in atto o in formazione. Ciò vale
anche per l’ormone della crescita. In realtà, non tutti gli ormoni producono i medesimi
danni; però tutti, somministrati in quantità elevate e per lunghi periodi (compresi gli
invece, no, anche a dosi molto elevate; e proprio perché non è un ormone!
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sono gli elementi che fanno gioiosi inverni e sane primavere. (Walter Pierpaoli)
la vista, i capelli, l’accresciuta crescita di peli all’interno delle orecchie e del naso,
l’accumulo di lipidi nella sclera (l’occhio assume la tipica colorazione giallognola) ecc.
prima dello zinco e della carenza di questo minerale che è una caratteristica della
persona anziana; ebbene, ciò avviene perché l’organismo dell’anziano non riesce ad
assimilare lo zinco dalla dieta (supposto che sia presente in maniera adeguata), e
enzimatiche, numero dei linfociti nel sangue, livelli misurabili del sistema immunitario
(atrofia del timo, diminuzione di determinate categorie di linfociti) ecc.; esistono quindi
mille modi per valutare l’invecchiamento. A mio avviso però, il criterio più adeguato è
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(mutazione del metabolismo dei lipidi, per varie ragioni che sarebbe troppo lungo
renale, con conseguente innalzamento della pressione sanguigna nei valori massimi e
secondo il programma genetico iscritto, come abbiamo già detto, nel complesso
documentabile.
Quando viene meno la sorveglianza sulla replicazione delle cellule tumorali, ciò
immunologica delle cellule linfocitarie e di altre ancora (natural killer, L, K ecc.), che
moltiplichino; sono infatti sempre presenti nel nostro organismo, anche se hanno
Sì, e per un motivo molto semplice: perché sono l’espressione più tipica della perdita di
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Qui però entriamo nel campo affascinante delle transferrine, di cui, come ho già
In questa sede vorrei accennare appena al cuore del problema, giusto per stimolare la
curiosità tua e del lettore: noi invecchiamo perché, in realtà, non riconosciamo più i
forse l’invecchiamento un progressivo rigetto di se stessi? Non c’è dubbio! Tutto ciò è
documentabile clinicamente. Tanto che negli Stati Uniti esistono delle strutture
mediche che, sulla base di precisi parametri, sono in grado di stabilire l’età biologica di
ogni caso.
Puoi negarlo?
Io dico soltanto che, adesso, questo processo non è più ineluttabile, e che può essere
Come?
dell’invecchiamento.
le malattie autoimmunitarie.
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Intanto, non è affatto vero che cancro, malattie autoimmunitarie e malattie
cardiovascolari siano patologie diverse fra loro; hanno infatti la medesima radice (molti
miei colleghi dissentiranno, me ne rendo conto, ma non posso farci nulla!), perché alla
base di esse c’è sempre un’alterazione dei ritmi ormonali, che porta alla distorsione
Ed è proprio in questo senso che va anche quell’altra tua affermazione, secondo cui gli
effetti positivi della melatonina risultano ben documentati: sostiene, cioè, la funzione
immunitaria, abbassa i livelli di colesterolo nel sangue, protegge dagli effetti negativi
dello stress, ripristina i ritmi del sonno, aiuta a difendersi contro il cancro e le malattie
cardiache…
Sono affermazioni tutte ampiamente documentate. Esistono inoltre studi clinici che
Lancet, per esempio, e su Nature, sono stati pubblicati lavori scientifici, grazie ai quali
attualmente disporre. Per essere ancora più schietto, io non credo che soltanto con la
citato; e non tanto per la melatonina in sé, quanto piuttosto a causa dello stile di vita
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Se dunque l’invecchiamento è clinicamente documentabile, si può dire altrettanto della
È appunto il problema che ci siamo posti quando abbiamo deciso di effettuare presso
Bellipanni e i suoi collaboratori, uno studio clinico, grazie al quale abbiamo potuto
antecedenti il fenomeno della menopausa (la ricerca è stata pubblicata sulla rivista
Raccontami come è stato possibile mettere in piedi uno studio clinico di questo
genere. Quante donne sono state arruolate per la sperimentazione; quali sostanze
Ciò detto, chi non intende accettare i risultati ottenuti dalla nostra èquipe (visto che
accade anche questo), e che sono in ogni caso da tutti controllabili, non ha che da
certa a livello clinico. Sull’animale, infatti, i dati riguardanti l’inversione della tendenza
verso l’invecchiamento erano ormai noti da anni in laboratorio. Così, dopo vari
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prim’ordine, oltre che mio carissimo amico, con il quale abbiamo, con immensa fatica,
clinica? Voglio dire, sarebbe stata la stessa cosa anche con gli uomini (e quindi con
l’andropausa)?
La scelta è caduta sulla menopausa perché questo evento costituisce il segnale certo
entra in nuova una fase della sua vita, che segna drasticamente la fine dei ritmi
gonadotropine ecc.: per un ricercatore non esiste quindi modello più interessante ed
Ciò vuol dire, in sostanza, che se, per ipotesi, attraverso la somministrazione di
puoi notare il concetto di ritmo è una costante che torna, per così dire, ciclicamente, a
permeare anche la nostra conversazione), non potremmo avere prova migliore e più
bene, si sono modificati a tal punto nelle donne sottoposte a trattamento con
all’invecchiamento.
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Esattamente. In sostanza, è stato stilato un protocollo di studio clinico, per passare poi
successivamente alla fase attuativa. Una volta data notizia della sperimentazione che
volevamo compiere, al Ministero della sanità italiano, come prescritto, lo studio, che è
stato purtroppo funestato da un numero incredibile di incidenti anche tragici (fra cui la
morte di due fra i collaboratori di Bellipanni, uno dei quali, il giovane e bravissimo
chirurgo Pierluigi Bianchi teneva le fila dell’intero studio clinico), ha finalmente avuto
Alla fine, il criterio adottato ha favorito la selezione di donne fra i 42 e i 62 anni. Oggi
possiamo affermare che questa scelta è stata vincente. Grazie infatti a questa
nelle donne più giovani che in quelle più anziane; che la sua attività è più marcata
menopausa da anni.
appassionata alla nostra ricerca che ci ha fornito gratuitamente i kits per misurare i
inviare a Roma il personale dell’azienda con le valige piene di kits per la misurazione
della melatonina nella saliva. Siamo così riusciti, in maniera quasi rocambolesca (i
prelievi venivano fatti di notte e di giorno, e i tamponi dovevano poi essere spediti negli
Stati Uniti per la rilevazione dei livelli di melatonina), a disporre anche dei livelli di
melatonina notturna nella saliva delle donne; aspetto molto importante, perché è stato
possibile così osservare se esisteva una correlazione fra gli effetti della melatonina
esogena (somministrata cioè dall’esterno, tutte le sere alla dose di 3 mg), e i livelli
della melatonina endogena (prodotta cioè dall’organismo stesso). Ciò vuol dire, in altre
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rimpiazza la carenza di melatonina; se il livello endogeno (già presente cioè
melatonina non sortisce nessun effetto: viene semplicemente eliminata con le urine.
Devo intanto notare che siamo andati incontro a parecchie sorprese. È risultato, per
funzione tiroidea nelle donne (molte donne, infatti, in questa fase della vita, presentano
anche dalla ‘rinascita’ della fertilità e quindi del ciclo mestruale. È stato in sostanza
dimostrato che la melatonina ‘da sola’, e in soli sei mesi, è riuscita a far ringiovanire, in
Tuttavia, tornando alle donne che sono state reclutate per la sperimentazione, quali
avere?
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Che non assumessero ormoni; che non presentassero patologie in atto; che non
stessero seguendo terapie con farmaci; che fossero disponibili alla rilevazione della
presentarsi dopo tre mesi per i controlli e i prelievi, e poi ancora dopo sei mesi. Inoltre,
Qual è stata, con il senno di poi, la scoperta più sensazionale della ricerca? Forse
quella, per esempio, che alcune fra le partecipanti hanno notato con sorpresa il ritorno
delle mestruazioni?
Ma quella che io considero la vera scoperta è che la melatonina è in grado, in soli sei
T4). Questo particolare era sconosciuto prima; già da sola quindi questa circostanza è
una scoperta tutt’altro che indifferente. Tale osservazione si ricollega a quanto riportato
da altri ricercatori. Era stato infatti accertato che la melatonina, fra l’altro, facilita la
questo ormone, però, per poter essere attivo, deve cedere una molecola di iodio
In sostanza, abbiamo con certezza dimostrato che la melatonina, che potrebbe avere
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anche altri effetti che sono ancora tutti da studiare, produce un miglioramento della
funzione tiroidea.
Ecco perché le donne, assumendo melatonina, ‘resuscitano’! Sfido io: grazie alla
Tieni presente che le ovaie in genere sono teoricamente in grado di produrre circa
duecentomila uova. La donna però, nel corso della sua vita sessuale, ne porta a
programma che le porta all’atrofia. Questo è il processo fisiologico (che in realtà poi
costante delle gonadotropine coincide cioè con l’inizio del decadimento del tratto
questo processo.
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Esattamente, di 3 mg, alla sera, per sei mesi. C’è da aggiungere che alcune donne
hanno continuato ad assumere melatonina anche dopo la fine dello studio clinico; si è
così verificato il caso che almeno sette donne, già in menopausa, dopo la fine della
Oggi poi, al momento cioè di scrivere questo libro, le donne in menopausa che vedono
il ripristino del loro ciclo mestruale, grazie alla somministrazione di melatonina, sono
moltissime, e il loro numero cresce di giorno in giorno. Per non parlare delle tantissime
signore, con disturbi mestruali di ogni tipo e irregolarità del ciclo, che riacquistano il
A questo punto io mi auguro che il lavoro che siamo riusciti a portare a termine noi, pur
fra mille difficoltà, possa essere ripreso e possibilmente ampliato da altri ricercatori,
oltre che studiato adeguatamente dai ginecologi, dagli oncologi, dai sociologi, dai
filosofi ecc.
Capisco i sociologi, che sono sempre attenti a ogni stormir di fronda, ma scomodare
Nient’affatto! Cosa cambia, infatti, grazie alla nostra scoperta? Che la donna diventa
inevitabilmente artefice del proprio destino biologico, sociale, culturale ecc. Se potrà
infatti gestire finalmente la propria fertilità, sarà lei a decidere quando andare in
Se il suo sistema ormonale si manterrà infatti in condizioni giovanili, non avrà più limiti
(o almeno non li conosciamo ancora) per portare a termine senza problema una
gravidanza. La donna si libera così dai condizionamenti imposti dalla menopausa, che
l’attenzione non soltanto delle donne, ma di tutta l’umanità senza alcuna distinzione,
compresi gli scrittori e i filosofi. Così come io ritengo che questo sia un bellissimo e
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meraviglioso messaggio che la scienza può oggi lanciare alle donne, che acquisiscono
il grande e nuovo potere di decidere in piena libertà della propria età fertile!
Oltre alle difficoltà per portare a termine la ricerca, cui tu hai accennato in precedenza,
è pensabile, vista anche la posta in gioco, che siano state avanzate delle riserve e
delle obiezioni da parte di qualcuno. Quali sono le principali, sempre che ce ne siano
state?
Gerontology; quindi una delle riviste scientifiche di gerontologia più prestigiose a livello
mondiale. Come avviene in questi casi, il lavoro è stato sottoposto a uno screening
stato quindi inviato a tre ricercatori del settore per il consueto review.
precisazione su punti ben precisi del lavoro, che noi abbiamo accolto, provvedendo ad
Dico ciò per fugare, in via preliminare, le obiezioni di chi, in buona o cattiva fede,
intendesse inficiare la validità della ricerca da noi condotta. Chi ha infatti un minimo di
(leggi: colleghi) nient’affatto benevoli, che vanno a cercare il cosiddetto ‘pelo nell’uovo’,
rivoluzionaria dei risultati, che i dati erano talmente coerenti (e sconvolgenti!) che non
Detto questo, è chiaro che dal mondo cosiddetto scientifico ci sono state avanzate
semplicemente, come del resto è prassi in campo scientifico: «cari colleghi, ripetete
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l’esperimento adottando la metodologia più sofisticata di cui siete o sarete capaci;
Perché no? Una di queste riguarda il calcolo delle gonadotropine, così come da noi
metodo accettato dagli esperti di statistica, abbiamo notato che (a seguito della
diminuivano in maniera più pronunciata; il che sta a significare che la melatonina è più
efficace quando si inizia ad assumerla in un’età non troppo avanzata, dato che il
Questa costituisce, fra l’altro, un’ulteriore significativa constatazione, che indica quanto
ancora giovane a tal punto da riuscire a invertire la corsa verso l’invecchiamento. Una
scoperta che è stata possibile grazie al vasto range d’età delle donne esaminate (da
Ribadisco il concetto: chi non accetta i nostri dati, non ha che da ripetere la
sperimentazione! Noi non potremmo che esserne onorati, dato che si tratta di un
lavoro storico: è infatti il primo studio clinico che dimostra come la menopausa è
reversibile!
D’altra parte, chi vuole capire, capisca: credo che ciascuno abbia almeno un’idea del
fiume di denaro che scorre a fianco degli ormoni e della menopausa! È facile quindi
immaginare quali ostilità susciti la notizia secondo cui, in effetti, basterebbe l’umile,
poco costosa e, soprattutto, non brevettabile melatonina, per portare serenità alle
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Proviamo però adesso a girare la frittata, per così dire, ponendo la questione che
abbiamo discusso finora in un altro modo: una donna in menopausa, che non assume
di cui abbiamo parlato all’inizio della nostra conversazione. Se tiri uno dei fili, tutta la
L’unico in grado di controllare la tela nel suo insieme (cioè, fuor di metafora, gli
estrogeni ecc. di sintesi, attivi ma strutturalmente diversi dalle molecole naturali, che
(ed è stato ormai definitivamente accertato) nel tempo risultano, fra l’altro, essere
cancerogeni, al massimo si può correggere alla periferia uno degli squilibri, ma non
livello centrale (pineale-ipotalamo-ipofisi) può porre rimedio a tutti i problemi nel loro
senza però risolvere la questione centrale. Ciò non vuol dire che estrogeni e
addirittura pericolosi.
Per quale motivo allora, è lecito chiedersi, la terapia sostitutiva ormonale è diventata il
dire che la terapia sostitutiva ormonale non è, e non può essere, la soluzione del
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che è portatrice di una malattia autoimmunitaria; il cortisone toglie semmai
Tuttavia, per tornare alla melatonina, è proprio vero che la sua somministrazione pone
melatonina. E ciò avviene, non tanto per l’azione della melatonina in sé, quanto
piuttosto per gli effetti protettivi, a livello centrale, esercitati dalla melatonina sul
sistema neuroendocrino.
Su invito di Organi Amministrativi del governo degli Stati Uniti, nel 1996, tu hai
Sì, sono stato gentilmente invitato, e ricordo con quanta perplessità e talvolta con
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l’intruso. Alla conferenza infatti partecipavano i membri della FDA (Food and Drug
alcuni ricercatori e specialisti come me, il mio amico William Regelson, dirigenti e
ricercatori della più importante istituzione degli USA per lo studio dell’invecchiamento
persone.
La conferenza era stata organizzata per decidere cosa fare della melatonina, se
consentirne cioè, o no, la libera vendita negli Stati Uniti. C’era stato infatti già in
La reazione da parte dei consumatori era stata però talmente violenta che, così
almeno mi fu riferito (ma non sono in grado di confermare se le cose siano andate
realmente così), in poco tempo vennero raccolte oltre quaranta milioni di firme a
favore della libera vendita della melatonina. Com’è noto, infatti, il popolo americano
negli Stati Uniti, contrariamente a quanto avviene in Europa, sono altrettanto potenti
conferenza si rivelò la sede più qualificata per una qualsiasi decisione in merito, in un
senso o nell’altro. Erano infatti presenti tutti quelli che decidono della salute degli
americani, e per me è stata una grande lezione positiva di civiltà e di democrazia (la
stessa cosa non si può purtroppo affermare per l’Europa). Ed è proprio grazie alla
positiva presa di posizione di FDA e NIH negli USA, che anche in Europa è stato
mi sento felice di essere italiano! Però, se gli Stati Uniti non avessero fatto da
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battistrada, e se non fosse stato pubblicato, appunto negli USA, il mio libro Il Miracolo
Chi era contrario alla libera vendita della melatonina, in quella circostanza?
quali ha ormai assunto proporzioni gigantesche. Molti dei mie pazienti, prima di
Ti porrò adesso una domanda, che avrei dovuto farti per la verità all’inizio, e che
origine e della sua scoperta, oltre che del nome stesso che le è stato attribuito. Mi
La melatonina ha un ruolo fondamentale nella biologia di tutti gli esseri viventi, animali
o vegetali che siano. È presente non soltanto nell’uomo, ma anche negli anfibi, nei
pesci, nelle piante ecc. Il nome le è stato attribuito per il noto fenomeno che ne fa una
sostanza in grado di indurre delle mutazioni nei cromatofori, cioè le cellule (melanociti)
che trasportano il pigmento responsabile della colorazione della pelle, per esempio.
Cerco di spiegare meglio: l’ipofisi intermedia produce una sostanza, MSH (melanocyte
stimulating hormone), che provoca la diffusione dei melanofori sulla pelle, quelli cioè
Queste cellule pigmentate sono anche sulla pelle degli anfibi; anzi, per alcuni di loro
l’animale.
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Sulla pelle della rana, per fare un esempio, la natura ha dislocato delle sostanze che
aggregare i melanofori, causando così uno sbiancamento della pelle della rana che
melatonina è stata poi isolata da Lerner, negli anni cinquanta, che la identificò, dandole
il nome che oggi tutti conosciamo. Aggiungo che, subito dopo la scoperta di Lerner,
sono stati eseguiti moltissimi lavori clinici che hanno messo in luce come la
In realtà, non si conosceva quale potesse essere la sua funzione (a parte l’effetto sulla
pelle della rana!); risultava però assolutamente innocua. Tuttavia, come la storia della
ricerca scientifica ci insegna, la natura non crea una molecola per adempiere
esclusivamente a una sola funzione (in questo caso, schiarire la pelle della rana).
Come era solito affermare Sir Peter Medawar, Nobel per la medicina nel 1959, che
ormoni, per esempio) nel tempo, non cambiano la loro struttura durante il corso
Un buon esempio in questo senso è costituito proprio dalla melatonina, che svolge
fondo.
L’ormone della crescita, o Growth Hormone, altro esempio, è una mostruosa molecola
ricca di tanti aminoacidi, che non è affatto destinato unicamente a favorire la nostra
crescita; ricopre invece un’infinità di altre funzioni, acquisite nel corso dell’evoluzione
delle varie specie animali (questo è anche il motivo per cui bisogna fare molta
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crescita, purtroppo anche delle cellule tumorali!, induce la formazione di colesterolo
Questo è anche il motivo per cui bisogna essere molto cauti nell’assumere ormoni,
invece fidare sono quelle innocue e senza effetti collaterali, e che non rientrano nella
categoria degli ormoni, anche se poi nel corso dell’evoluzione della specie, ma molto
più tardi, hanno anche acquisito la funzione di regolare certe ghiandole, com’è appunto
poco o niente. Vedi il caso della prolattina, simile al Growth Hormone (ormone della
crescita), che qualcuno ha battezzato versatilina, dato che fa di tutto, a tutti i livelli.
Scoperta la melatonina, iniziano gli studi per capirci qualcosa sulle funzioni e le
proprietà di cui essa sembra portatrice. Quando se ne rileva poi la funzione, per così
dire, antietà?
Che la melatonina abbia a che fare con l’invecchiamento, è una scoperta di cui
Alla fine degli anni settanta, lavoravo agli ormoni, all’ipofisi, ai trapianti; ho iniziato a
55
Leggevo, per esempio, che la produzione di melatonina decresce con
l’invecchiamento.
Reiter aveva osservato invece che la melatonina, somministrata ad alte dosi, ma con
una ciclicità inversa rispetto a quella fisiologica (di giorno, quindi, e non di notte),
portava all’atrofia dei testicoli nel criceto. Collegando insieme osservazioni diverse
antigonadotropi nel criceto ecc.), cominciai a mettere in atto una serie di esperimenti
orientato in quella direzione. Visto che la produzione di melatonina viene inibita dalla
luce, con conseguente neutralizzazione della funzione della pineale, e sapendo che il
timo e tutto il sistema immunitario dipendono dagli ormoni, mi sono chiesto che cosa
decresce nel corso della vita, fino a scomparire del tutto nell’invecchiamento, ed essa
è inoltre inibita dalla luce, quale effetto avremmo potuto aspettarci se avessimo inibito
In teoria, privi del picco notturno di melatonina, i topi avrebbero dovuto invecchiare
l’odore che i topolini emanavano; credo si verificasse una mutazione del sistema
Era comunque un odore molto particolare, di cui, da qualche parte nel mio cervello, mi
è rimasto ancora il ricordo. Gli animali si accoppiavano sotto la luce, generavano sotto
la luce, vivevano sotto la luce, giorno e notte. Stesso trattamento riceveva la prole, fino
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alla seconda, alla terza e alla quarta generazione. Risultato? Le prime tre generazioni
apparivano del tutto normali; la quarta generazione, invece, mostrò seri problemi di
accelerato).
Devi sapere che una delle mie intuizioni, che considero fondamentale, è stata la
scoperta che la ciclicità sta alla base della vita (1977). E, guarda caso, cosa era venuto
vita stessa.
C’erano volute però ben quattro generazioni per poter eradicare il segnale della
ciclicità: esso risulta quindi iscritto profondamente nella genetica del mammifero topo
attribuire alla perdita dei ritmi circadiani; e la melatonina, però? S’è persa nel
Giusta osservazione. Infatti, proseguendo nella ricerca, mi sono chiesto: non sarà stato
dell’invecchiamento? Per dare una risposta a questo interrogativo, non c’era altro fare
che provare. Così, nel 1985, cominciai l’esperimento decisivo, ormai ampiamente
documentato e replicato numerose volte e poi pubblicato vedi foto nelle ultime
57
Ma non è tutto; nel 1987 infatti scoprimmo che la melatonina ha anche un potente
oltre a occuparmi di brevetti e di altro ancora, vennero replicati tutti gli esperimenti
Invecchiamento (1990) che ebbe come argomento «Physiological senescence and its
Fra l’altro, proprio in quegli anni avevo sposato la mia seconda moglie; mi preme
sottolineare questo avvenimento, perché senza di lei non avrei mai potuto portare a
termine una mole così impegnativa di lavoro: la sua presenza al mio fianco è stata per
intelligenza di cui avevo assoluto bisogno. Con ciò non rinnego affatto la mia prima
Umana.
immagino tu non ti sia fermato lì: qual è stato il passaggio successivo, sulla strada
dell’inversione dell’invecchiamento?
pineale, che è quindi responsabile del suo picco notturno, decisi di procedere al
trapianto di pineale da topo giovane a topo vecchio (per la verità, data la mia
dimestichezza con i trapianti, questo era un esperimento cui avrei dovuto far ricorso
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La risposta fu sorprendente: la ghiandola pineale giovane, trapiantata nel topo vecchio
(dove non può più produrre melatonina perché non ha innervazione e non può quindi
adempiere oltre a questa funzione, anche se vascolarizzata, e quindi vitale), non solo
Il ‘miracolo’ non era quindi da attribuire tanto alla melatonina (prodotta in condizioni
giovane la pineale, che è quella che impartisce l’ordine di invecchiare. Per spiegarmi
inonda di notte l’organismo con la melatonina, per la cui produzione occorre innescare
primis altre sostanze, per esempio il TRH, che io vado studiando da parecchio tempo,
e che, come ho già anticipato, sarà l’oggetto del nostro prossimo libro.
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Se però una pineale giovane fa ringiovanire il topolino decrepito su cui è stata
La risposta la si può facilmente trovare nel trapianto crociato: da topo vecchio a topo
rapido invecchiamento; e, cosa ancora più sorprendente, anche nel caso in cui esso,
oltre alla pineale vecchia che gli è stata impiantata, conservi anche la sua pineale
giovane.
Ciò può avere soltanto un significato: che cioè l’ordine d’invecchiare, impartito dalla
pineale giovane che vorrebbe invece ritardare l’invecchiamento, perché il suo orologio
Infatti, grazie all’ultimo lavoro (e guarda quanti anni sono dovuti passare!), abbiamo
Anti-Aging Medicine, vol. 4, n.1, 2001: «The Pineal Aging and Death Program. I.
Grafting of Old Pineals in Young Mice Accelerates Their Aging». Vedi in appendice].
Ciò era assolutamente impensabile prima. Chi avrebbe infatti mai potuto soltanto
sospettare che una pineale vecchia, di un animale di 22 mesi (un topo vecchissimo,
quindi) separata dalle sue connessioni nervose, e trapiantata nel timo o sotto la
rapidamente?
quando avevi trapiantato la pineale dal giovane al vecchio, cui avevi lasciato però la
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Infatti, ricordi bene. Ma allora non avevamo eseguito l’operazione inversa, da vecchio
infatti, poteva sussistere il dubbio che il topo giovane invecchiasse per un danno subìto
durante l’intervento chirurgico, e non quindi perché la pineale vecchia che gli era stata
Per questo motivo, l’esperimento di cui abbiamo appena parlato costituisce una novità
assoluta; sono poi in grado di anticipare che un altro lavoro, di prossima pubblicazione,
dirà in quale momento della vita la pineale dà l’ordine d’invecchiare. Abbiamo infatti
realizzato una serie di esperimenti, grazie ai quali è stato possibile stabilire l’età critica
asportando la pineale in quel preciso momento, l’animale vive più a lungo. Infatti, il
molto preciso; allo stesso modo in cui un individuo cresce, si sviluppa, raggiunge la
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Nei tuoi scritti, e ciò si è ripresentato più volte in questa nostra conversazione, tu parli
spesso dei ritmi naturali e della ciclicità che li accompagna. Ti chiedo: quanto è
importante per l’uomo di oggi conservare, nonostante tutto, il contatto con la natura?
Io sono solito ripetere a me stesso uno slogan, che potrà far sorridere, a cui credo però
‘Chi molto si è graffiato!’, capisci? Tento di spiegare ciò che intendo dire. Io sono
totale del fegato) sui topolini, per studiare la rigenerazione epatica, mi resi conto che il
midollo reagiva molto prontamente, non solo alla resezione di parte del fegato, ma
anche alla laparotomia (incisione chirurgica della parete addominale e del peritoneo).
Misi in atto allora altri esperimenti, e scoprii così che l’alterazione della compattezza
In pratica, è il nostro mondo nascosto nelle ossa e nei miliardi di nicchie che vi si
annidano (l’ecosistema delle cellule del midollo osseo è un mondo fantastico di una
In ogni caso, c’è una connessione diretta fra il mondo esterno (la pelle), e il mondo
interno (il midollo osseo). Da questo concetto è venuta la scoperta delle transferrine e
tutto quanto concerne il mondo dei trapianti (di cui parleremo in un altro libro!).
Ho scoperto cioè che quando si graffia la pelle (ed ecco perché gli interventi chirurgici
sono un avvenimento importante, anche soltanto per la semplice incisione della cute
con il bisturi, cosa a cui i chirurghi non pensano minimamente!), nel nostro organismo
Ora, l’uomo di una volta, il cacciatore cioè, o il contadino, si graffiava, ed era sempre
degli uomini vivevano all’aperto; soffrivano il caldo e il freddo; si procuravano ferite alla
pelle mentre faticavano a raccogliere bacche o altro. Tutto questo era positivo per la
loro salute.
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Viene, ovviamente, da chiedersi: perché?
Perché un graffio alla pelle stimola le risorse immunitarie, che sono in grado di
Perché ci si era accorti che l’unico modo per rigenerare la capacità di resistere alle
infezioni era ricorrere a questa pratica; e, infatti, quando uno stava male, non
Un graffio sulla pelle scatena quindi una reazione immediata a livello del midollo
evolutivo; quando, infatti, eravamo scimmie o scimmie per metà, o che so io, noi
graffia la pelle, si innesca una ‘conversazione’ tra pelle e midollo che porta a un nuovo
stato di salute.
atto, letteralmente, il proprio suicidio; noi non siamo più degli uomini; siamo piuttosto
dei molluschi, degli invertebrati! Gi americani stanno affogando nel loro grasso!
Inoltre, automobile, televisione ecc., tutti questi aggeggi ci danneggiano fin dalla
nascita; i bambini sono superprotetti; per non parlare poi dei farmaci, degli antibiotici e
delle vaccinazioni! Non esiste più la selezione naturale, e ciò rappresenta, dal punto di
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L’uomo deve esporsi alla natura; se non lo fa, accelera il proprio invecchiamento. Il
rinnovamento, infatti, del midollo e delle risorse immunitarie dipende in larga misura
dal contatto con la natura: se prendi una doccia fredda, se ti ferisci, se ti graffi, se
lavori e affondi le mani nella terra, se senti il freddo, il cambiamento delle stagioni…
Purtroppo, chi vive in città, questi aspetti del vivere li ha dimenticati del tutto. E i
Siamo immersi in un sistema che ci sta distruggendo. Per mantenere uno stato
ottimale di salute, dobbiamo adottare uno stile di vita in cui, per fare un esempio, non
ci si mette addosso tre cappotti o tre paia di calze d’inverno; bisogna invece cercare di
Non si può tuttavia pensare di tornare al lume a petrolio o alla stufa a legna.
Si può però regolare il riscaldamento sui 18, piuttosto che sui 24 °C e non devastare la
pineale con luce intensa, magari anche notturna. Ciò vale anche per l’alimentazione e
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L'ottimismo, l'idealismo, la curiosità
della natura e l'intenso amore per la vita,
combinati alla capacità di gioire nel fare errori,
sono tutti elementi che hanno il sapore di Venere e di Eros. (Walter Pierpaoli)
Caro Walter, tu dici che l’interesse sessuale non conosce età o limiti temporali. Lo
confermi, e perché? Inoltre, qual è il significato di questo interesse a livello,
diciamo, fisiologico?
L’aspetto più drammatico nelle vicende che riguardano il sesso, diciamo negli ultimi
duemila anni della civiltà occidentale, è la manipolazione che è stata messa in atto
da parte dei gruppi dominanti di potere; i quali, avendone compreso appieno la
forza vitale dirompente, hanno di volta in volta spinto il sesso verso obiettivi di
comodo, ora sublimandolo, ora comprimendolo, fino a sopprimerlo; il tutto condito
da malefatte di incredibile raffinatezza.
Si è inteso, in sostanza, privare l’uomo della libertà di godere del sesso, facendone
oggetto di peccato e di colpa, e introducendo limitazioni e distinguo, in modo da
assoggettare l’individuo alla necessità impellente di ottenere, da chi ha appunto il
potere di accordarlo, il perdono dalla colpa!
Si è tentato di soggiogare in tutti i modi l’uomo, facendo dell’insopprimibile forza
vitale del sesso, uno strumento di controllo, e quindi di potere da gestire a
discrezione dell’autorità, che, solo lei, può assolvere o dannare; degradando così
quello che nella natura delle cose è un anelito verso la gioia e l’immortalità, nella
più turpe delle attività dell’uomo.
Da una parte quindi, se capisco bene, l’insopprimibile forza vitale del sesso;
dall’altra, qualcuno che, taglieggiandola, ne fa uno strumento di potere; forse è una
ricostruzione un po’ semplicistica ma, tant’è, non è di questo che ci occupiamo in
questo capitolo. Mi interessa però comprendere quanto è importante il sesso ai fini
del nostro stato fisiologico, e quindi della nostra salute in generale. Quanto conta
insomma il sesso nella nostra vita?
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Mi sembra pressoché ovvio affermare che il sesso rappresenta il mezzo, conscio o
inconscio che sia, con il quale l’uomo tende all’immortalità, e la realizza. Per questo
motivo la spinta sessuale è di una inaudita e, direi, irrefrenabile violenza. Se noi
riuscissimo, per un momento, a liberarci da tutti i condizionamenti culturali di cui ho
appena parlato, non potremmo non convenire sul fatto che il sesso è la forza vitale
più decisiva nella nostra condizione umana.
Del resto, tutto nella nostra vita ruota attorno al sesso, ne sono profondamente
convinto, e motiva gran parte delle nostre azioni, se non tutte; ed è
incessantemente presente nell’uomo dalla nascita fino alla morte; al punto che
quando si estingue, viene meno la vita stessa.
Già soltanto da questa semplice osservazione, ci si può rendere conto del
significato del sesso per la nostra salute. Tu mi chiedi se è importante il sesso: e io
ti dico che immunità e sesso sono inscindibili, ti basta?.
Vista dal biologo, la situazione si presenta in questi termini: immunità e ormoni
sessuali sono parte di un solo sistema di identità. Le molecole che regolano le
funzioni sessuali sono, infatti, le stesse che governano la resistenza immunitaria
contro infezioni virali, batteriche, micotiche e parassitarie.
Sono i fattori di ‘rilascio’ ipotalamici (come LH-RH) delle gonadotropine, le
gonadotropine stesse (LH e FSH), gli estrogeni, il progesterone, il testosterone, e
così via. La natura poi non fa distinzione tra riproduzione sessuale e resistenza alle
infezioni, anche se dà ovviamente la priorità alla riproduzione, perché l’individuo
diventa inutile una volta che si è riprodotto. Basti ricordare la drammatica storia del
salmone del Pacifico, che muore di morte acuta ‘ormonale’, subito dopo aver
fecondato!
In questo senso, la resistenza immunologica è importante solamente in quanto
concede all’individuo il tempo necessario a divenire adulto, e quindi a procreare
per immortalare la specie. Da questo punto di vista, la natura non bada proprio a
spese! Ottiene i suoi scopi evolutivi attraverso misure e metodi dispendiosi e
complessi, ma infallibili, e statisticamente vincenti; per questo motivo bisogna
guardarsi bene dall’intralciarne i disegni, come purtroppo oggi avviene con la
rottura degli equilibri biologici prodotta dall’uomo e dalle sue dissennate misure di
protezione (vedi vaccinazioni a tappeto). La conseguenza non potrà che essere
una nuova ‘selezione naturale’, che già peraltro osserviamo nel proliferare
dell’AIDS e nel dilagare della droga, che uccide chi è psichicamente labile e ne
diventa dipendente e schiavo.
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In ogni caso, tornando all’interesse sessuale, da cui siamo partiti, si tratta di un
sistema che si genera con la vita e si estingue con la morte; e non può e non deve
mai essere messo da parte! Accade, per esempio, che alla donna in menopausa il
sesso non interessi ormai più così tanto, mentre il partner è di tutt’altra opinione: lei
rassegnata, lui, di conseguenza, frustrato (bella coppia!).
Sono invece convinto che la vita in comune, a parte la spiritualità condivisa,
l’affinità elettiva ecc., è basata sul mantenimento costante di una buona relazione
sessuale. Non sto dicendo, me ne guardo bene, che non debba esistere anche la
solidarietà e l’amore, come espressione di affinità spirituale in caso di gravi
problemi che impediscono l’attività sessuale; normalmente, però, ritengo sia molto
più salutare che la coppia abbia sempre una vita sessuale attiva, perché lo vuole la
natura.
Però, per esprimersi al meglio, l’attività sessuale necessita di una certa sintonia di
coppia (quale che sia), cioè di quello stato di grazia che tu chiami ‘spirito’, e anche
‘santo’.
Nella vita dell’uomo non c’è niente di più sublime dell’affinità di coppia che
consente a due persone di comprendersi, di toccarsi e di accarezzarsi
amorevolmente, vivendo espressioni di indescrivibile bellezza e raffinatezza: è il
raggiungimento di uno stato di beatitudine. Che però, me ne rendo conto, è negato
purtroppo alla stragrande maggioranza delle persone; ci sono infatti mille ragioni
perché tutto ciò accada soltanto di rado. Quando però si concretizza, esprime uno
stato di gioia tale, che più sublime non è dato sperimentare; ecco perché io lo
chiamo ‘spirito santo’.
Le molecole che regolano le funzioni sessuali, l’ho già detto, sono le stesse
identiche molecole che presiedono anche ai processi immunitari. I cicli ormonali
sovrintendono all’immunità, alla funzione timica (cioè del timo), all’espressione e
alla funzionalità di vari tipi di cellule T (quelle che governano e sono preposte
all’immunità da trapianto, alla difesa contro i virus).
Quando una persona subisce una cocente delusione amorosa, viene a crearsi nel
suo intimo una situazione di disastro psicologico, di angoscia, direi ‘agonica’, che
si riflette sia sulle funzioni sessuali, sia sull’immunità.
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Sono arciconvinto che gran parte dei gravi problemi che portano all’alterazione
dell’immunità, hanno un’origine emotiva e psicologica. Quando si è soggetti a uno
stress negativo (perché ne esistono anche di positivi!), si verifica un trauma che si
riflette sul controllo dei cicli ormonali, fino a compromettere l’immunità di una
persona.
Il trauma emotivo persistente porta poi alla depressione e all’odio di se stessi; a
una situazione, cioè, autodistruttiva, fino al desiderio di morte, e talvolta alla
concreta realizzazione del suicidio. Tutto ciò è stato ampiamente dimostrato da
psiconeuroimmunologia, neuroendocrinologia, neuroimmunologia,
neuroimmunomodulazione, attraverso numerosi studi e sperimentazioni.
A seguito di un evento traumatico, l’entità psicoorganica si altera: la conseguenza
è, per esempio, che una persona depressa non fa sesso, perché non ne ha voglia,
in quanto i suoi ritmi ormonali risultano compromessi. Il depresso è quindi esposto
alle malattie infettive, a quelle autoimmunitarie, al cancro. Gran parte infatti di
queste malattie (fatti salvi i casi di incidenza da agenti tossici inquinanti, chimici e
ambientali), se si va a scavare in profondità, hanno come substrato comune uno
squilibrio psicosomatico grave.
Al contrario, la relazione amorosa, equilibrata, serena, allegra e gioiosa costituisce
la migliore salvaguardia nei confronti delle malattie in genere, e di quelle
autoimmunitarie in particolare. Purtroppo, sono veramente pochi a rendersene
conto; mentre si fa una gran confusione tra sesso e amore, riducendo tutto alle
trivialità di cui si fa dappertutto una continua ostentazione.
Tutto ciò per dire che sistema immunitario e sistema ormonale colloquiano fra di
loro, e sviluppano una relazione crociata. È quindi ovvio che se si alterano i ritmi
sessuali, risulterà di conseguenza alterata anche l’immunità.
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Più recentemente, la farmacologia molecolare ha dimostrato (mi riferisco in
particolare ai validissimi lavori di Bianca Marchetti, titolare della cattedra di
Farmacologia Clinica, all’Università di Sassari) come le molecole che regolano il
rilascio delle gonadotropine dall’ipofisi (LHRH = luteinizing hormone releasing
hormone, fattore di liberazione delle gonadotropine) hanno un’importanza
determinante a livello immunitario. In sostanza, la sfera sessuale è una forza vitale
che fa capo all’altra forza vitale presente in noi, che è l’immunità.
Adesso io vorrei porti delle domande che ti potranno far sorridere; com’è noto,
però, di sesso si parla a iosa, ma alla fine non tutti hanno le idee chiare, e
sull’argomento girano spesso credenze degne delle più incredibili leggende
metropolitane. Per esempio: come fare sesso, con quale frequenza, con quanta
libertà? Ti chiedo: quanto influiscono queste modalità sulla ‘funzione immunitaria’
dell’attività sessuale?
Io credo che ognuno debba godere (è il verbo che in questo caso casca proprio a
fagiolo!) della massima libertà in questo campo, e comportarsi come meglio crede;
purché, a livello di relazione (etero o omosessuale che sia, non ha importanza),
l’attività sessuale sia comunque appagante. Questo è d’altronde il regno della
fantasia più sfrenata: basti pensare alle tradizioni orientali, al numero infinito di libri
che sono stati scritti sull’argomento, alle descrizioni più maliziose e scollacciate...
Tutti divertissements che, a dire la verità, personalmente io reputo noiosi oltre ogni
limite; se non sono infatti accompagnati da una profonda emotività, rischiano di
trasformarsi in puri e semplici esercizi ginnici! Di cui peraltro mi guardo bene dal
negare l’esistenza, convinto come sono che almeno l’80% delle relazioni sessuali
sia proprio di tipo ‘ginnico’.
Ritengo invece che la relazione amorosa coinvolga in maniera profonda, se non
addirittura drammatica e lacerante, l’emotività di due persone, che si incontrano e
si conoscono a un livello sublime, vale a dire, a mio avviso, spinti dall’incoscia e
anche straziante pulsione all’immortalità (mi viene in mente la storia di Orfeo ed
Euridice, così drammaticamente espressa da Monteverdi!). Fermo restando che,
come del resto in tutto ciò che è umano, anche l’esperienza sessuale conosce
differenti modulazioni, a seconda dell’intensità del piacere e del grado di
comunicazione fra le persone coinvolte.
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Ci sono, nell’attività umana, altre esperienze tanto ‘sconvolgenti’ e intense, da
poter essere paragonate al piacere sessuale, così come lo hai appena descritto?
Io credo che l’unica attività umana che possa essere accostata al trasporto che
provano due persone che si amano teneramente e vivono una comunione
spirituale, ma anche sessuale ed emozionale, sia la creatività scientifica o artistica.
L’emozione legata a una scoperta scientifica, o alla creazione artistica, è infatti
talmente grande, da potere essere (forse) paragonata all’erotismo e allo stato di
beatitudine che scaturisce da una appagante relazione amorosa (ma la stessa
cosa ritengo si possa dire dell’estasi sperimentata da alcuni dei ‘santi’ della
tradizione cristiana, o di altre religioni). Non mi convince invece del tutto l’amore
cosiddetto platonico, che senz’altro è in grado di creare una tensione erotica, però
lascia un po’ la bocca amara; mentre io sono dell’opinione che le situazioni erotiche
vadano agite e concluse, per ricominciarle semmai nuovamente con maggiore
coinvolgimento.
Spiegami però bene: il sesso che ‘fa bene’ è quello in cui si manifesta il
sentimento; ma allora che ne facciamo di quello ‘ginnico’, che tu dici essere la
condizione ‘normale’ dell’80% dei rapporti sessuali? Voglio dire, i processi che
‘proteggono’ l’immunità sono tutti uguali, nell’un caso e nell’altro, o no?
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Quali conseguenze potrebbero verificarsi in questo caso? Che prezzo ha
l’astinenza, a livello immunitario?
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Molto più difficile sarebbe, semmai, accertare fino a che punto la scelta personale
sia effettivamente libera, e non piuttosto condizionata dalle convenzioni culturali e
sociali, magari contrabbandate come ‘chiamata’ alla sublimazione. La forza vitale
però, cioè la vitalità sessuale prorompente, quella che tutto travolge, è sempre lì:
può essere anche indirizzata verso obiettivi diversi dall’appagamento sessuale, ma
ugualmente vissuta ed espressa, serenamente e gioiosamente in maniera
completa (onestamente, però, credo che il verificarsi di queste condizioni sia più
l’eccezione che la regola).
Se, invece, essa fosse artatamente manipolata, cioè repressa a viva forza,
sarebbero guai a livello ormonale! addio difese immunitarie! L’espressione di una
tale deplorevole (per l’individuo, ma anche per la società) situazione, è
rappresentata in maniera molto significativa dalle malattie autoimmuni e dal cancro.
Che cos’è infatti il cancro? La presenza di un elemento negativo, da cui
l’organismo non si difende, perché non riesce a identificarlo come diverso da sé, e
quindi dannoso; e perché avviene ciò? Semplicemente perché l’organismo è
alterato nei suoi ritmi, cioè non è nella pienezza delle sue facoltà. Tutto si ricollega
quindi al concetto di biologia di base, secondo cui la sfera sessuale è parte
integrante del sistema che presiede al mantenimento della salute.
Tu dici di provare pena per chi è non è capace d’amare, e confonde il sesso con
l’amore. Perché tanta pena, di grazia?
Provo pena per chi non riesce ad andare in profondità nelle proprie emozioni,
negandosi in tal modo esperienze esaltanti. Provo pena per chi è costretto a vivere
una vita ‘ridotta’, in un certo senso; menomata. Per me, invece, che sono un
idealista, l’amore è il raggiungimento di un’intensa armonia di coppia, tale da
‘toccare il cielo con un dito’, in una sorta di vibrazione all’unisono, la cui forza
estatica distrugge quasi chi è in grado di acquisirne la consapevolezza.
È l’illuminazione che fa partecipe la coppia del significato eterno dell’amore, e
quindi della raggiunta immortalità (anche se poi, sfortunatamente, questa non va
intesa in senso strettamente personale!), che ne consegua o no una nuova vita.
Credo che l’amore, unito al sesso, sia un dono di Dio, che non solo lascia per
sempre una traccia, ma costituisce la vita stessa. Il mantenimento sine die di sesso
e amore, e la freschezza delle emozioni e dei sentimenti a essi legati, sono la base
stessa della vita; se si estinguono, come nella gran parte dei matrimoni, non resta
che la rarissima arte della sublimazione spirituale, o il più infernale castigo della
noia e del tedio
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Caro Walter, sia chiaro, e adesso lo posso dire, che ti ho intenzionalmente guidato
attraverso questo percorso a ostacoli, ponendoti delle questioni apparentemente
peregrine, allo scopo principale di poterti, alla fine, interrogare sul ruolo che gioca
la nostra semplicissima e modestissima melatonina sull’attività sessuale: la
rafforza, la inibisce, o non ha niente a che vedere?
La melatonina, alla dose fatidica di tre milligrammi, alla sera prima di dormire,
mette a riposo la ghiandola pineale e, di conseguenza, mantiene e sostiene la
funzione sessuale. In persone sessualmente ‘stanche’, per esempio, o che
sperimentano un calo del desiderio e dell’erotismo, la messa a riposo della pineale,
grazie alla somministrazione di melatonina, risincronizza i ritmi ormonali giovanili.
Di conseguenza, i ritmi ormonali mantengono l’immunità! Qui sta il ‘miracolo
melatonina’, il cui significato profondo è finora sfuggito a molti. La melatonina che
assumiamo alla sera mantiene i ritmi ormonali che controllano totalmente il sesso!
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Questa è un’altra delle fandonie messe in circolazione da gente disinformata e
ignorante. Io stesso ho dimostrato e pubblicato che la melatonina mantiene la
produzione di testosterone nei roditori senescenti, cioè nei topolini anziani! Essa
aumenta la spermatogenesi!
La melatonina può effettivamente inibire la produzione di testosterone, ma soltanto
a due condizioni: primo, se viene somministrata a dosi abnormi (500 mg, per
esempio); secondo, se viene assunta di giorno, anziché di notte, con conseguente
scombussolamento dei ritmi.
La stessa cosa si può dire degli ormoni femminili. Se si assumessero dosi
massicce di melatonina, com’è accaduto nel famoso studio olandese, di cui
abbiamo parlato in altra parte di questo stesso libro, dove alle donne in trattamento
(1500) sono stati somministrati 300 mg di melatonina al giorno, allo scopo di fare
della melatonina un’anticoncezionale (a quelle dosi avrebbe una funzione inibitoria
sulle gonadotropine), allora potrebbero entrare in gioco fattori di inibizione
dell’attività sessuale; ma soltanto in casi limite come quello citato.
Sia chiaro per tutti che l’assunzione di melatonina, alle dosi consigliate, mantiene in
perfetto stato le funzioni sessuali dell’uomo e della donna; ma, attenzione, non è un
afrodisiaco! Anche se mantiene il desiderio in condizioni ‘normali’ per la persona
che l’assume (in considerazione cioè dell’età, delle condizioni generali di salute, di
malattie pregresse ecc.).
A sentirti parlare, mi vengono in mente almeno due altri esempi che hanno a che
fare con il tuo modo di intendere il piacere derivante dall’attività sessuale;
soprattutto per l’esercizio di quell’arte che è la seduzione, esercitata in maniera
gioiosa, e dell’erotismo che ne consegue. Mi riferisco in particolare al candore
ineffabile con cui il Boccaccio ci delizia con i suoi racconti (‘metti lo diavolo tuo nel
mio ninferno’…); e alla ‘mistica’ celebrazione della carne del regista
cinematografico Tinto Brass, che è stato definito il più erotomane dei registi e il più
regista fra gli erotomani. Quanto ti senti in realtà personalmente vicino a questi due
personaggi?
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Purtroppo, non ho visto i film di Tinto Brass; me ne rammarico e faccio pubblica
ammenda per questa manchevolezza (li hai visti tu, però, e quindi condivido il
giudizio che ne dai).
Quanto a Boccaccio, ne apprezzo appieno lo spirito: le storie sessuali, allegre,
gioiose che racconta mettono in mostra una società molto meno ipocrita della
nostra. Non solo infatti a quei tempi amavano parlare, apprezzare e godere
simpaticamente di ogni situazione erotica (l’erotismo altro non è se non il tentativo
di anticipare e mantenere un sottile stato di orgasmo), ma ne sapevano anche
ridere in allegria. E io trovo che se uno non è in grado di apprezzare il sesso in
modo gioioso, con la spensieratezza di un bambino, è meglio che non se ne curi
proprio, perché qualcosa non funziona!
Ho sempre ammirato poi l’assoluta libertà e semplicità dei Greci e dei Romani
nell’affrontare gli argomenti legati al sesso. Da questo punto di vista, noi stiamo
appena venendo fuori (forse!) da secoli bui, contrassegnati da una visione bigotta,
che ha pesantemente condizionato in maniera gravissima, perniciosa e micidiale,
l’esistenza di tantissime generazioni.
A dire il vero neppure oggi vedo però una grande letizia. Manca quella
spensieratezza che invece avverto nella musica di un Monteverdi, per esempio,
che mi fa sprofondare in quel mondo arcaico, in un certo senso così familiare,
popolato da ninfe e da fauni.
Io sono per la giocosità anche un po’ orgiastica e sfrenata, perché no, che, se
viene a mancare, è segno che siamo già mezzi morti; ed è quindi opportuno
affrettarsi a riscoprire, prima che sia troppo tardi!
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Caro Walter, tu sei un ricercatore, ma anche un medico. Hai dedicato tutta la vita
alla ricerca, ma oggi, correggimi se sbaglio, tu hai imboccato una strada diversa.
In sostanza, hai deciso di evitare ed eludere i vari controlli che sono richiesti
dalle autorità sanitarie dei vari paesi)? Quali sono le garanzie che tu sei in grado di
offrire? A me pare infatti che tu non sei lo scienziato pazzo che dice: ‘beh, ho
parola.
Il mio percorso è così particolare, che la tua domanda semplicemente mi diverte. Per
prima cosa, io sono un medico: a suo tempo, ho avuto anch’io il mio bravo studio
medico, con numerosi pazienti; inoltre, per diversi anni ho svolto la professione medica
in vari ospedali. Essendomi poi dedicato alla ricerca, anche perché non credevo molto
alla medicina che veniva praticata quarant’anni fa, la mia formazione attuale risulta
Posso quindi affermare che adesso sono ‘finalmente’ pronto a dedicarmi alla medicina
pratica. Per quanto riguarda poi il discorso che facevi a proposito di evitare certi aspetti
burocratici, io non eludo e non ignoro proprio niente, per la semplicissima ragione che
non uso farmaci. Non ho quindi la necessità di giustificare i miei interventi, come se
adoperassi un farmaco tossico, oltretutto non testato; neppure per idea! Io non utilizzo
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neanche un farmaco, ma soltanto molecole naturali i cui effetti e la cui innocuità sono
L’unica differenza sta, semmai, nel fatto che le impiego in maniera diversa dal solito,
perché le applico sulla base delle mie scoperte, o della mia osservazione, che mi ha
Semmai, ho quindi eluso, non tanto la comunità scientifica, quanto piuttosto il tentativo,
che sarebbe stato fallimentare, di convincere qualcuno del significato di ciò che metto
in opera. Se, infatti, dovessi trascorrere i prossimi venti anni a convincere la comunità
Tenuto conto poi, che delle mie osservazioni, io continuo però a informare la comunità
scientifica, e infatti pubblico i risultati delle mie ricerche su ottime riviste scientifiche.
Mentre quindi, da una parte, vado avanti nel mio percorso scientifico, dall’altra, applico
già i risultati ai miei pazienti, cioè alle persone che mi chiedono aiuto.
Sia chiaro, fra l’altro, che io non sono certo a caccia di pazienti, né tantomeno svolgo
opera di persuasione verso di loro. Semmai, sono gli eventuali buoni risultati constatati
dai pazienti stessi, a rendere manifesta la validità delle mie terapie. Questo discorso è
tanto più vero in quanto, laddove io dovessi scoprire (come infatti è il caso) delle
sostanze che hanno tutte le caratteristiche dei farmaci, non esiterei un istante a
sottometterne l’eventuale impiego clinico a chi di dovere, per gli indispensabili test e le
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Si può quindi affermare che la tua attività in questo momento è duplice: da una parte
tutto ciò che riguarda il campo di sostanze, come la melatonina, che non hanno
dall’altra, delle sostanze che, configurandosi appunto come farmaci, e quindi nella
piena ufficialità, sono affidate alla specifica competenza di industrie farmaceutiche del
settore.
Tornando però al primo aspetto, sull’impiego cioè di sostanze naturali ben conosciute,
come la melatonina, il fatto nuovo è che il ricercatore esce dal laboratorio, e decide di
Direi che il mio è un caso addirittura unico. Ed è per me una grande gioia, perché sono
proprio perché non l’ho cercato. Come sempre, mi sento ‘teleguidato’ e seguo il mio
destino. Continuo, come direbbe il mio amico Bill Regelson, a seguire la mia vocazione
di “maverick”, vale a dire di animale che sfugge al branco e se ne va per i fatti suoi.
Tuttavia, perché tu, per anni, sei rimasto al chiuso del tuo laboratorio, e hai deciso di
non curare più nessuno per un lunghissimo periodo? Mentre invece, recentemente,
hai cambiato rotta, per così dire, per occuparti nuovamente di pazienti, e non soltanto
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Semplicemente, perché in precedenza non ero pronto a occuparmi di pazienti.
Sarebbe stato per me imbarazzante, applicare principi terapeutici della cui validità io
stesso per primo non ero convinto. Così come, d’altronde, non ero pronto neppure con
della melatonina, a partire da cinque anni a questa parte. E in ogni caso, prima di
Puoi farmi l’esempio di una nuova osservazione sugli effetti della melatonina?
sintesi dell’osso. È chiaro che, in questo caso, io applico i miei principi alle donne in
menopausa, senza che ci sia alcuna necessità di sottoporre questa ‘terapia’ al giudizio
scientifico. E poi, ancora una volta, tu hai idea di quanto denaro muova oggi
impiegate, non risolvono il problema alla radice, come invece avviene se si ristabilisce
l’equilibrio neuroendocrino, che è, lo ribadisco ancora una volta, la base biologica della
salute.
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Caro Walter, da quanto sei venuto dicendo fin qui, affiora come l’impressione che non
deve essere stato facile per te battere la strada del ricercatore solitario, preso dalle
proprie intuizioni, e non sempre in sintonia con le ‘richieste del mercato’, per usare un
eufemismo. Con quali difficoltà hai dovuto confrontarti per poter affermare le tue idee?
Al ‘sabotaggio’ delle mie idee mi sono abituato fin da quando ero studente in medicina,
all’Università di Milano; spesso infatti sono entrato in rotta di collisione con certe figure
pretendeva di esercitare su di me. Mi sono sempre considerato, infatti, come una sorta
di clandestino, che però è sempre riuscito a mettere in atto frequenti sortite nel mondo
dell’ufficialità (ne dovevo tenere conto per non perire!), per dire la propria e ancorarla
con stratagemmi ai canoni ‘scientifici moderni’; per poi tornare al romitorio sicuro fra i
boschi e i monti della Svizzera, o anche realizzando ‘scoop’ su una sperduta isola del
eventi memorabili e irripetibili. Sempre con enormi fatiche, e fuori dai gruppi di potere.
Li ho… gabbati!
Tu dici di essere un ‘clandestino’ che di tanto in tanto viene alla ribalta per lanciare
un’idea e provare scientificamente una propria intuizione. Puoi fare qualche esempio,
Nel campo della neuroimmunologia, i miei primi lavori hanno anticipato almeno di
tutti gli ormoni che ho studiato (ormone della crescita, tiroxina, insulina, prolattina,
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cortisone, ormone tireotropo, gonadotropine, e così via) sono essenziali ai fini dello
I miei lavori, come per esempio quello intitolato «Lymphocytes as messengers to the
brain», si scontravano allora con la fiera opposizione delle redazioni delle riviste di
pubblicare nel 1972 un articolo su Experientia, in cui le mie idee erano espresse molto
chiaramente).
entrare in una sorta di trance: improvvisamente il mio cervello conosce già la soluzione
determinate molecole che mi hanno portato a scoprire come sarebbe stato possibile
effettuare i trapianti d’organo, evitando il rischio di rigetto; c’è voluto uno sforzo
disumano per venirne a capo, ma io la soluzione l’avevo già intuita molto tempo prima
Questa è, fra l’altro, la ragione per cui mi sono rifugiato in Svizzera, a Davos,
segregato per dieci anni in un piccolo istituto di ricerca a 1600 metri di altitudine. In
Ti ho già posto questa domanda, ma te la ripeto, non si sa mai che riesca a coglierti in
flagrante contraddizione: perché Walter Pierpaoli, a 66 anni, ed essendosi laureato in
medicina nel lontano 1960, quindi ben dopo quarant’anni, decide improvvisamente di
riprendere in mano i ferri del mestiere, e ritorna a esercitare la professione di medico,
pur senza abbandonare del tutto la ricerca?
Perché mi sono reso conto che la mia vita è cambiata, grazie al rinnovato contatto con
i pazienti. In un certo senso, non ho più bisogno dei miei topolini, perché in due o tre
mesi vedo già i risultati a livello clinico, sulle persone che curo, specialmente nelle
malattie autoimmunitarie.
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D’altra parte, dopo una serie di incredibili vicissitudini, sul piano scientifico e personale,
che mi hanno portato, negli anni settanta, a rifiutare anche posizioni di prestigio negli
Stati Uniti o altrove (a Minneapolis, per esempio, su richiesta del professor Robert
ritorni oggi alla pratica clinica per ambizione, avidità o vanità. Si tratta semmai del
desiderio, ricorrente per la verità nella mia vita, di voler raggiungere a tutti i costi scopi
Tornando per un attimo al passato, qual è stato l’aspetto più difficile da sostenere, e
cos’è che eventualmente ti ha consentito di sopportarne il peso?
Via via che mi andavo confrontando con le varie redazioni delle riviste scientifiche
malvolentieri sono state costrette dalle evidenze scientifiche a pubblicare i miei lavori),
Ai tempi di Davos, per esempio, quindi fra il 1972 e il 1977, io avevo sviluppato un
modello sperimentale che dimostrava come il self (self-identity) fosse da ricercare nel
cervello, piuttosto che nel sistema immunitario. Il lavoro, pubblicato dalla rivista
americana Cellular Immunology nel 1977, era probabilmente troppo rivoluzionario per
stupefacente. È solo un esempio, ma fa capire bene come la maggior parte dei miei
conoscenze acquisite in una concezione più completa, senza aspettare che lo staff
Il riferimento non può che essere al Dr. Jean Choay, farmacologo, filosofo e Presidente
dell’Istituto Choay di Parigi, istituto allora di punta nella produzione di eparina e derivati
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anticoagulanti, che io incontrai per la prima volta a Parigi; ne nacque una fruttuosa
collaborazione, durata ben undici anni, fino cioè alla sua scomparsa.
Ed è proprio grazie allo spirito umano e visionario di Jean Choay, uno straordinario
sopravvivere e a lavorare a Zurigo; senza di lui non mi sarebbe stato possibile vivere in
quel rude, freddo, ferocemente ostile (anche adesso!) e pragmatico Paese, chiamato
Svizzera.
possibilità della sua Società, il necessario per proseguire la mia attività di ricerca e
Ascoltandoti, verrebbe da dire che anche i ricercatori hanno un’anima. Nel tuo caso
specifico, comunque, perché è stato così determinante il clima adeguato, in grado cioè
di creare un ambiente capace di comprenderti e di sostenerti?
In ogni fase della ricerca, almeno nel mio caso (dall’Aging Clock alla concezione del
rispetto di se stessi. Ciò costituisce l’aspetto basilare di una vera ‘scoperta’, nel senso
che non è possibile risultare originali, senza essere realmente ‘diversi’ dagli altri, e
più ostili.
amiche, e che si pongano come degli interlocutori dal punto di vista intellettuale, della
pochi altri, come il grandissimo Vladimir Dilman, oppure Novera Spector e Maurice
Landy, con i quali sia possibile discutere e mantenere così il senso della realtà. Che ti
rassicurino, cioè, di tanto in tanto che non sei del tutto pazzo, nonostante le tue idee
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così fuori dal comune (come si è verificato, per esempio, durante la messa a punto
dell’aging clock.)
Tu sostieni di non esserti mai adattato affatto all’ambiente di Zurigo, tuttavia vi sei
rimasto dalla fine del 1976 al 1988.
Infatti. In primo luogo per necessità di famiglia, essendo mia moglie svizzera, una
donna di eccezionale valore e profonda onestà, e avendo due figli che amavo e che
non potevo certo abbandonare. Per la verità, non è che fosse tutto così negativo. Il
all’Università di Zurigo, era un grande e onesto gentiluomo; e anche la sua équipe era
E in ogni caso, fu proprio in quegli anni cupi ed infelici (mi ricordano Cagliostro…) che
con i topolini sottoposti costantemente alla luce, per osservare se ciò potesse avere
qualche effetto sul loro sistema immunitario, e infatti ne ha avuto, eccome! Come ho
già riferito nel corso di questa conversazione, alla quarta generazione i topi si sono
capito quindi che la vita stessa e il mantenimento della salute dipendono dai cicli
circadiani ormonali!
Quale conclusione fosti indotto allora a trarre dalla ‘tragica’ fine dell’esperimento?
La conclusione, che è ormai nota da tempo, non poteva che essere una: il venir meno
Ciò che mi preme sottolineare in questo contesto è che uno studio, iniziato allora con
topolini geneticamente nudi (senza pelo) e senza timo, che aveva avuto inizio nel
Neurosciences soltanto nel 1993! Ciò è forse appena sufficiente a far comprendere a
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un profano, quanto sia difficile e complicato muoversi nel campo della ricerca
deve pagare per conservare la propria libertà, non solo di ricercatore, ma di pensatore.
mente semplicemente partorisce un’idea che non va nel senso dell’ortodossia; non
Senza voler sminuire le tue fatiche, credo però che tutti gli scienziati ‘innovatori’
abbiano dovuto fare i conti con l’incomprensione e la stupidità umana, non ti pare?
Si deve, per esempio, soltanto alla mia immaginazione, unita alla capacità di attingere
osservazioni durante molti anni di duro lavoro passati in laboratorio, se l’idea che
esista un aging clock in grado di scandire la durata della nostra vita, ha preso corpo.
In altre parole, ciò che ha reso possibile il trattamento di topolini con melatonina per
mesi e anni, è stata la mia convinzione, basata sull’esperienza, che doveva esistere un
orologio dell’invecchiamento situato soltanto nel cervello, e che era da escludere che
regolatore non può che essere la ghiandola pineale, grazie al suo ruolo di "modulatore
dei regolatori" cui l'ha destinata l'evoluzione del cervello in milioni di anni.
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Noi invecchiamo semplicemente perché lo crediamo, così come ci è stato inculcato da
piccoli che dobbiamo morire. Io sono invece convinto che noi possiamo rimanere
Al contrario, sono profondamente convinto che mentre, da una parte, l’uomo tenda a
divenire sempre più giovane nel corso dell’evoluzione della specie, come sostiene il
grande antropologo americano e mio amico Ashley Montagu nel suo libro Growing
scoperto soltanto quando avevo già cinquant’anni, e non prima, nonostante io abbia
Ed è forse anche questo il motivo per cui nella mia vita ho scelto il più pericoloso e
disperante dei lavori, quello dello ‘scienziato freelance’ piuttosto che quello del
Professore Emerito o qualcosa di simile! E in ogni caso non ne sono affatto pentito.
Del resto, forse che Paracelso non è dovuto fuggire di notte da Basilea, per sottrarsi
all’ira dei medici invidiosi, salvando così la pelle? In fondo, a me è andata anche
Veniamo adesso a un argomento che ti sta molto a cuore. Ti chiedo: che cosa
Stromboli non è soltanto un’isola, ma l’unico vulcano sempre attivo del Mediterraneo.
Vi sono sbarcato la prima volta nel 1960, e da allora è per me l’emblema perenne della
vita che si rinnova, grazie alle ceneri che rifertilizzano il ciclo vitale del territorio.
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Stromboli è quindi un simbolo della forza vitale che, spingendo il magma in superficie
attinto anch’io a questa forza, ed è nata così l’idea di organizzare una Conferenza
periodica su Cancro e Invecchiamento. Da molti punti di vista non esiste infatti luogo
più adatto al mondo, per trattare questo tema da un’angolazione, diciamo così,
filosofica.
Con grandissime difficoltà, sono riuscito a realizzarne tre: nel 1987, nel 1990 e nel
1993. Come puoi constatare dai tre volumi che ne raccolgono gli atti (l’ultimo, quello
sulla scoperta dell’Aging Clock, è addirittura esaurito), pubblicati dalla New York
americana, le conferenze hanno avuto un successo strepitoso (a parte il fatto che gli
numeri).
Qual era la tua idea di fondo quando hai pensato a un’impresa di questo genere?
Avevo l’ambizione di creare delle conferenze internazionali, alle quali invitare i più
punto sulla ricerca in questo campo. Oggi posso affermare che, ripeto, nonostante
enormi difficoltà, ci sono riuscito. Sono stato sponsorizzato per ben due volte dalla
conferenze, magari con cadenza biennale, purché si riescano a mettere insieme gli
aiuti economici necessari. Ma i soldi della gente, delle banche, dei donatori privati, i
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fondi pubblici e quelli delle industrie farmaceutiche vanno sempre nelle tasche dei soliti
lobbisti che si spartiscono la torta e pure i premi scientifici. E’ sempre stato così.
Cos’è che rende queste conferenze un ‘unicum’ che altrove sarebbe difficilmente
realizzabile?
Per definire il clima che si crea a Stromboli, io uso un’espressione che mi piace molto,
sente un po’ tutti ‘nudi’; il resto lo fanno il sole, il mare e le pietanze della Sirenetta,
oppure la polvere del vulcano; fatto sta che ci si sente liberi. Si subisce una specie di
generare idee che rendono la Conferenza un evento indimenticabile dal punto di vista
Dal punto di vista invece più strettamente scientifico, quali sono stati i risultati delle
Intanto, sono state tutte coronate da un grandissimo successo. Oltre, infatti, alla
partecipazione di più di un candidato degno di un premio Nobel, sono stati molti gli
dimestichezza con le questioni scientifiche, potrà poi consultare utilmente i tre volumi
degli atti pubblicati negli Stati Uniti, per rendersi conto della qualità degli interventi
presentati. Tieni presente inoltre che alle conferenze è sempre stato presente un
delegato inviato dalla New York Academy of Sciences, che si è occupato della raccolta
dei contributi scientifici, che sono stati quindi elaborati dalla stessa Accademia e
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pubblicati poi a sue spese, circa un anno dopo. La NY Academy of Sciences ha
contribuito inoltre allo svolgimento della conferenza con una propria rilevante
sponsorizzazione.
A questo proposito, qual è la posizione della New York Academy of Sciences nel
È la più antica accademia americana delle scienze, che conta oltre quarantamila
membri, di cui molti stranieri. Come sanno bene gli addetti ai lavori, si tratta di una
relativi a conferenze, organizzate per iniziativa propria, ma anche, come nel caso delle
solo ne vengono pubblicati gratuitamente gli atti, raccolti in volume, ma si può arrivare
appunto nel nostro caso. Tieni presente che il volume relativo all’ultima conferenza di
Stromboli è stato in assoluto il libro più venduto nella storia della NY Academy of
Cap. 19 – Il diabete
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Tutte le tue ricerche e le tue scoperte sono finalizzate allo studio e alla risoluzione dei
problemi del nostro tempo, allo scopo di scongiurare le malattie più gravi e frequenti, e
che sono, fra l’altro, responsabili o quantomeno concomitanti (nel senso che spesso e
rassegna con te i principali flagelli della nostra società. Primo fra tutti: il diabete. Qual
Vorrei qui precisare che esistono due tipi di diabete, quello molto comune, detto
Metabolica X’ (vedi sopra, Capitolo X), e quello grave, detto anche ‘giovanile’, insulino-
d’insulina.
pienamente consapevole di ciò che dico, che ambedue le forme di diabete, nell’attuale
Ciò detto, aggiungo che il diabete grave, insulino-dipendente, non è una malattia, ma
semplicemente una catastrofe. Senza insulina, l’organismo umano non può funzionare;
storia affascinante i cui protagonisti risultano essere, come sempre, non grandi
non al cosiddetto ‘diabete senile’), e ha finito così per creare un problema sociale
argomentazioni…
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La realtà è sotto gli occhi di tutti, ma non ci si prende la briga di osservarla con un
certo distacco.
Infatti, il diabetico che una volta moriva, ovviamente creava un lutto nella società; però
non generava figli; al contrario, il diabetico che adesso non muore più ma continua a
vivere, sopravvivendo (mi rendo conto che il discorso potrà apparire spietato, ma
In Danimarca, per fare esempio, il diabete rappresenta una piaga nazionale: se il trend
continuerà a progredire con l’intensità attuale, al massimo fra cento anni, gran parte
Anche in questo caso quindi, come sempre del resto, è facile dimostrare che dove
l’uomo mette mano per correggere la natura, riesce soltanto a creare un disastro.
Il problema è: cosa facciamo con i diabetici? Sono destinati a morte certa? Li lasciamo
al loro destino?
Ovviamente, è impensabile impedire loro di generare figli. Una decina di fa, lessi che
negli Stati Uniti, un dollaro, su sette spesi in cure mediche, era assorbito dal diabete
Ora, è appena il caso di ricordare che l’insulina non cura il diabete, ma permette al
tipi: sviluppa infatti malattie cardiovascolari, alterazioni degenerative dei vasi, perde la
vista (retinopatia diabetica) ecc.; torno a ripetere, non vorrei sembrare cinico, ma per
Dove sta allora la soluzione? A mio avviso, il problema si può risolvere soltanto in un
modo: facendo, cioè, ricorso soprattutto alla prevenzione e alla cura precoce e rapida,
autoimmunità che porta inevitabilmente alla distruzione delle isole beta del pancreas; è
poi fondamentale che ciò avvenga durante la fase florida di autodistruzione delle isole
di Langerhans.
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Fammi capire meglio.
nell’urina: è insorto il diabete. (Come ho detto sopra, esiste poi il diabete senile, ma in
questo contesto non ne parlo, perché è tutt’altra cosa: qui ci occupiamo del diabete da
In una situazione del genere, per prima cosa occorre capire perché è sopraggiunto il
diabete. Io, un’idea me la sono fatta: a seguito dell’attacco di un virus anche banale
(che però di per sé, come tutti i virus, provoca una immunosoppressione), si scatena
un’infezione; il virus, che in altre situazioni non produrrebbe danni gravi, attacca invece
autodistruttive).
Il paziente inizia quindi a produrre anticorpi contro determinate cellule del proprio
un’immediata inversione di rotta. Si tratta di una profilassi e di una terapia del diabete
non ancora in fase irrimediabile, quello stato cioè in cui le cellule beta non sono state
ancora distrutte. Aggiungo però subito, per non ingenerare facili e inutili speranze, che
è in genere tardiva; d’altra parte, il processo degenerativo è molto veloce (oltre al fatto
che esistono forme di diabete quasi ereditario). In conclusione, ecco ciò che si verifica
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Che fare in questo caso?
il trapianto: fra specie diverse (per esempio, maiale-uomo), oppure uguali (cioè, fra due
esseri umani).
Io lavoro da molti anni al diabete, anzi è il problema che preferisco. Ciò che ti
disposizione della mia Fondazione biomedica, per questa come per altre ricerche, si
Ho lavorato per ben cinque anni al trapianto di isole di Langerhans, dal ratto al topo,
due specie quindi diverse; lavori basati sul principio secondo cui noi (Walter Pierpaoli e
provenienti da un animale di altra specie (ma ciò vale ovviamente per qualsiasi genere
di trapianto eterologo, grazie alla scoperta delle transferrine, cui ho già accennato in
precedenza).
Quanto poi all’intervento in sé e per sé, si tratta della cosa più semplice di questo
mondo: dal pancreas del maiale, per esempio, si estraggono le isole di Langerhans
che vengono poste in una provetta; le si inietta quindi nella vena porta del diabetico, il
cui organismo è stato in precedenza ‘istruito’ a non rigettare le cellule provenienti dal
maiale donatore (grazie al mio ‘trucco’ basato sulla scoperta delle transferrine). Da qui
prodotta dalle isole di Langerhans del maiale, che sono state trapiantate nel fegato del
Tutto qui?
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Tutto qui. Eh già!, lo so che esistono importantissimi istituti che da anni lavorano per
trovare una soluzione al diabete, senza che ne siano mai venuti a capo.
Tuttavia, nonostante la cronica carenza di fondi che grava sul lavoro della mia
qualche anno (1998), e costituisce la grande scoperta nel campo dei trapianti, perché
elimina alla radice qualsiasi rischio di rigetto (Cell Transplantation, «Overcoming the
Puoi ben capire come io sia ansioso di poter riprendere al più presto la ricerca sul
diabete. Ribadisco che tutto si basa sull’azzeramento del rischio di rigetto nei trapianti,
In sostanza Il problema del diabete nell’uomo potrebbe trovare facile soluzione, se non
esistesse l’handicap del rigetto (per il quale però io ho già il rimedio!). Dato infatti che
Spiegami perché.
Le cellule di origine epiteliale sono tutte provviste di antigeni sulla membrana, in grado
Non per me, però. Infatti, e lo sottolineo per dar conto qui dell’importanza della mia
scoperta, nei nostri esperimenti, alcuni topolini diabetici, dopo il trapianto di isole di
Langerhans, morivano non tanto per un problema di rigetto (da tempo ormai da noi
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Fammi capire bene, però: tu mi stai dicendo in sostanza che, grazie alla scoperta delle
transferrine, che consentono di evitare il rigetto nel trapianto, avresti già trovato il
all’uomo, il problema del diabete grave (insulino-dipendente) potrebbe dirsi risolto, non
Ho cercato disperatamente fondi per proseguire gli studi, ma non ho ottenuto nulla!
sappiano!
Per non parlare poi del fatto che lo stesso principio vale per i trapianti di qualsiasi
Nel frattempo, avendo io ottenuto il brevetto definitivo, sia negli USA che in Europa, un
gruppo di amici, in un prestigioso Centro degli USA dove collaboro da 20 anni, sta
comunque sviluppando la ricerca sui meccanismi che sono alla base della mia
piuttosto che scientifica! Ho infatti subito sabotaggi da ogni parte, recentemente anche
altri! Nessuno ha interesse a risolvere il problema del diabete, solo i diabetici, ma non
lo sanno!
Cap. 20 – AIDS
Un’altra patologia che occupa molte pagine dei giornali, e che costituisce certamente
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L’AIDS (così come, d’altronde, il ‘morbo della mucca pazza’) è sempre esistito. Non è
stato infatti ‘scoperto’ nessun nuovo virus; si tratta invece di virus che si trasformano, e
(come accadeva in passato; a partire invece dalla fine della seconda guerra mondiale,
molti si sono salvati, per esempio, soltanto grazie agli antibiotici), e quindi appunto
Inoltre, aldilà delle persone che conducono una vita, per così dire, stravagante, e che
esso dovesse, invece, venire a contatto con una persona robusta, dal punto di vista
È quindi una questione di capacità immunologica. Il virus, di per sé, non dovrebbe
dell’AIDS, così come viene proposta, non sta neppure in piedi. Alla base di tutto c’è,
infatti, la più grande menzogna che sia mai stata proferita, quella cioè di pretendere di
curare l’AIDS con i vaccini e gli antivirali: l’idea più illogica e assurda che mente umana
Semplicemente nel fatto che non si può curare una patologia, vaccinando una persona
che è immunodeficiente. Non potrà in alcun modo reagire al vaccino! Non produrrà
infatti anticorpi, dato che è immunoincompetente; inoltre, se per prevenire che sviluppi
l’AIDS, a un paziente portatore del virus HIV vengono somministrati farmaci antivirali, i
ipotesi, infatti, sarà possibile al massimo prolungare in modo precario la vita del
paziente.
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Ma, in questo caso, perché non potrebbe funzionare il farmaco antivirale?
L’antivirale potrebbe, semmai, servire in una fase iniziale; nel caso, per esempio, di
una persona sana e robusta che si sia infettata accidentalmente; e non è poi neppure
Come al solito, io vado nella direzione opposta a ciò che comunemente viene
proposto.
Per curare le popolazioni infettate dal virus, in Africa o altrove, non c’è bisogno di
Ovviamente, do per scontato che molti lettori storceranno il naso a questa mia
tutte da verificare.
Prendiamo il caso dell’Africa: dato che la melatonina funziona tanto meglio quanto più
Ebbene, i risultati, dopo due anni dall’inizio dello studio, eseguito sotto controllo
permesso finora di condurre ricerche in doppio cieco controllate con placebo (sarebbe
oltretutto una vera beffa per i malati destinati a ricevere soltanto il placebo, visto che la
melatonina non farebbe loro che bene, essendo del tutto priva di tossicità e di effetti
collaterali!).
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Oggi possiamo quindi affermare con certezza che la somministrazione di un particolare
molti hanno ripreso la normale attività lavorativa. Tieni presente che ciò che affermo è
Quanto ai casi clinici, posso intanto fare riferimento a quelli che seguono, tutti coronati
da ottimi risultati : 1. J.A., uomo di 47 anni, moglie morta di AIDS; 2. F.W., donna, 41
anni; 3. J.C.K., uomo, 45 anni; 4. J.K., uomo, 32 anni, moglie morta di AIDS; 5. R.K.,
donna, 30 anni, marito morto di AIDS; 6. A.W., donna, 50 anni; 7. P.C., donna, 39 anni.
Questo è soltanto un piccolo campione fra i 1126 pazienti che assumono giornalmente
I dossier sono conservati presso Linus K. Ndungu, e i pazienti sono tutti rintracciabili al
Dato che stiamo parlando di argomenti molto delicati, e anche per non cadere nella
tentazione di abbandonarci a facili entusiasmi, vorrei che tu fossi più preciso nel riferire
i miglioramenti finora riscontrati in pazienti con AIDS conclamato, che hanno assunto
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Il recupero a seguito di somministrazione di melatonina con zinco, alla dose di 3/6 mg
della pelle estese al volto e alle aree genitali; distrofia cutanea al volto, alle mani e ai
piedi; nausea; vomito; infezioni varie batteriche, virali e da miceti; bronchite essudativa;
peso corporeo; passando, da uno stato disperato e quasi terminale di AIDS, alle loro
abituali occupazioni, quelle cioè che svolgevano prima dell’insorgenza della malattia.
Quali altri casi di AIDS sono venuti, direttamente o indirettamente, alla tua
osservazione?
della Tanzania.
C’è da dire, a questo proposito, che le forze armate della Tanzania hanno stabilito una
collaborazione con una società del Sud Africa, allo scopo di effettuare uno studio
In effetti, questo farmaco azzera quasi del tutto la carica virale; tuttavia, i pazienti
risultano così deboli, magri e debilitati che non si può certo dire che il farmaco possa
funzionare efficacemente!
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consistente. Sarebbe opportuno quindi che i pazienti da trattare con Exumit, si
sottoponessero prima alla terapia con zinco-melatonina; una volta recuperate le forze,
di Exumit!
Questo è quanto mi ha riferito direttamente il Dr. Ndungu; gli interessati sono invitati a
rivolgersi direttamente a lui. Credo che sia rimasto bloccato dalla completa assenza di
ogni aiuto finanziario locale o internazionale. Infatti, chi può avere interesse in una
Tutto questo vale però all’Equatore, dove l’effetto della melatonina risulta fortemente
potenziato per via della latitudine; ma altrove, invece? Penso all’Europa, agli Stati Uniti
ecc.
utile, diciamo in una fase non proprio terminale, il malato di AIDS può avere un buon
recupero. Nello stadio iniziale della patologia, il paziente potrà ricostituire rapidamente
si porti ancora dietro il virus, che non lo abbia eliminato cioè del tutto, e che accusi dei
virali o parassitarie.
In quanto tempo?
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Esiste, a questo proposito, anche una casistica riferita a pazienti europei? Italiani, per
esempio?
Purtroppo, non ancora. Ciò non toglie nulla però a quanto ho appena affermato sulla
certezza del recupero da parte dei pazienti con AIDS, trattati con melatonina e zinco.
Aggiungo che, già una decina di anni fa, in un ospedale italiano venne somministrata
melatonina a pazienti con AIDS; per quanto ne so, i pazienti recuperavano talmente in
fretta appetito e peso, che, trattandosi in genere di tossicodipendenti con una vita
Per ritornare però, per così dire, agli aspetti più scientifici delle tue ricerche, su quale
fondamento teorico si basa la terapia che tu proponi con melatonina e zinco nei
confronti dell’AIDS?
Questa è una storia molto interessante. Nel corso degli ultimi quarant’anni, si è
sviluppata la disciplina scientifica che, a suo tempo, il mio amico Novera Spector
di ricercatori.
Grazie a questa particolare branca della medicina, risulta ormai dimostrato che il
biologica, dipende strettamente dal controllo centrale, nei centri nervosi del cervello, di
una miriade di ormoni e fattori endogeni; la cui sintesi e secrezione ciclica (il ciclo
Abbiamo inoltre dimostrato che il mantenimento dei cicli e dei ritmi endocrini, grazie
alla protezione esercitata sulla ‘ghiandola madre’ del cervello (la pineale), attraverso la
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somministrazione notturna di melatonina (la stessa che la pineale produce nel corso
Applicando all’AIDS i principi che ho appena esposto, si può affermare senza dubbio
alcuno che la base della salute e della resistenza immunologica risiede nella
Gli studi condotti in questo senso, da me e dai miei collaboratori (alcuni già pubblicati,
altri in via di pubblicazione), sono quindi serviti a promuovere un nuovo metodo per il
controllo dello stato di salute, basato sul mantenimento dei ritmi biologici ormonali
È ormai provato, in altre parole, in modo inconfutabile, che la salute psichica e fisica di
presentano né tossicità, né effetti collaterali. Queste molecole, alcune delle quali già
finora riferito non vengano portate a conoscenza del pubblico, e soprattutto dei
pazienti colpiti da AIDS. Ma lasciamo da parte questo argomento… C’è però ancora
una domanda che vorrei porti, e riguarda la somministrazione di melatonina con zinco;
Perché negli stessi anni in cui conducevo le ricerche sulla melatonina, all’INRCA di
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immunostimolanti e antiinvecchiamento dello zinco, nel contesto di una teoria
Fecero così la straordinaria osservazione che lo zinco, somministrato per via orale, era
malati di AIDS, fortemente immunodepressi. Tali importanti lavori sono stati pubblicati
sulle riviste mediche Journal of the American Medical Association (JAMA) nel 1988, e
Nella prima metà degli anni novanta, io stesso ed altri avevamo condotto degli studi,
poi pubblicati su riviste specializzate, nei quali avevamo osservato come la melatonina,
da sola, sia in grado di ricostituire i livelli di zinco nel sangue di animali senescenti.
Risultava quindi chiara l’esistenza di una relazione diretta tra zinco e melatonina;
Nella fase successiva, vale a dire quella relativa alle prove cliniche sull’uso della
vantaggio di essere assorbito meglio nei processi organici, in cui lo zinco è parte
essenziale di oltre duecento enzimi), identificai nei pazienti africani di AIDS il terreno
collaterali, anche per il basso costo della melatonina, e in considerazione dello stato di
103
Cap. 21 – Le patologie
Premetto che, in linea generale, tutti i miei interventi terapeutici sono basati sulla
Perché combatte tutto ciò che non riconosce come self, cioè come suo proprio. Se
infatti venisse meno l’immunità ritardata, noi non rigetteremmo più, come estraneo, un
organo trapiantato da un altro uomo o da un animale; non solo, ma non saremmo più
basata su una complessa azione immunitaria che fa capo, sia alla sintesi di anticorpi
che si formano contro il virus, sia all’attivazione di cellule che distruggono il virus (al
contrario di quanto accade nel caso dell’HIV, dove è il virus a distruggere le cellule,
Human Immunodeficiency Virus). In altre parole, l’AIDS colpisce una persona quando
questa è immunodeficiente. Mentre, a mio avviso, non è affatto vero che se il virus HIV
arteriole del cervello si chiudono, e si formano dei veri e propri buchi di necrosi.
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distruggono le cellule, invadendo i tessuti (ho eseguito molti studi sull’amiloidosi
l’invasione dei tessuti nobili del cervello o di altri organi e tessuti, come i reni o i
meno precoce, distruzione degli stessi. A mio avviso, l’A. non è curabile; però lo si può
In che modo?
Il mio principio è sempre lo stesso. Qualsiasi patologia l’individuo sviluppi, questa farà
sono infatti riconducibili ai medesimi meccanismi. Dipende poi da tanti altri cofattori
Applicando questi principi, io ho elaborato una strategia terapeutica, che applico già a
parecchi pazienti, sia in fase iniziale ma anche in casi di gravità estrema, che sembra
dare buoni frutti; fermo restando che la finalità è quella di rendere gestibile la patologia.
Anche se poi, essendo io sempre superottimista, non perdo mai del tutto la speranza
ragione!).
Così come credo fermamente nella rigenerazione dei neuroni o perlomeno ai contatti
tra di loro, grazie alla quale è possibile, con il tempo, senza fretta però, ricostituire il
colloquio fra gli stessi neuroni, che permetta di mantenere quantomeno un’esistenza
accettabile. Staremo a vedere. Allo stato attuale della ricerca, posso poi aggiungere
che sto studiando una molecola naturale che ha mostrato, per adesso soltanto in
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Con la solita avvertenza però, che occorre sfatare la mentalità farmacologica corrente,
per cui tutto si può risolvere con una pillola: bisogna invece aver pazienza e sapere
prendersi cura della ricostituzione del proprio equilibrio biologico, dando tempo al
tempo!
C’è poi un aspetto più crudele, di cui nessuno parla: la condizione in cui sono costretti
serale a tutti i membri della famiglia, o almeno alla persona di riferimento del paziente,
è indicatissima.
A mio avviso, il Parkinson va gestito nello stesso modo dell’A. Perché si manifesta la
malattia? A causa di un’alterazione di una parte del cervello (la substantia nigra).
È possibile, in una prima fase, ricorrere ai farmaci per alleviare i sintomi, che però
portano con sé effetti collaterali non trascurabili. Coloro che si occupano di Parkinson,
sanno bene che i farmaci non curano la malattia; la mitigano soltanto e, con l’andar del
Il migliore esempio della mia terapia del Parkinson, ce l’ho in famiglia. Come ho già
avuto modo di dire, grazie alle mie prescrizioni, mia suocera, che ha 95 anni, non solo
oggi non mostra più alcun sintomo, ma ha ripreso a suonare il pianoforte come faceva
un tempo! Non attendo altro se non di poter festeggiare il suo centesimo compleanno
Parkinson-free!
Sono inoltre in grado di annunciare che la più grande fondazione europea per la cura
del Parkinson, una delle più importanti al mondo, che ha sede a Milano, ha mostrato
interesse a eseguire uno studio clinico con melatonina, applicando i miei principi. Tieni
presente, giusto per dare un’idea dell’imponenza del fenomeno, che la benemerita
fondazione, che non ha fini di lucro, annovera ogni anno ben 1200 nuovi pazienti!
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Un’altra patologia che ha notevole rilevanza sociale, e che purtroppo si diffonde
climatiche. Esistono quindi due componenti: la psiche e gli allergeni. In ambedue i casi
fra l’altro, che la desensibilizzazione agli allergeni è impresa difficile, lunga e costosa.
Il mio principio è invece diverso, e consiste nella ricostituzione della capacità di non
condizione di non reagire contro se stesso (o contro gli allergeni, nel caso dell’asma).
È un’impresa non facile, anche perché, nell’asma, entrano in gioco fattori diversi, ivi
Sì, ma senza successo. E non tanto perché la melatonina non funziona in questo caso,
Già comunque a partire dagli anni ottanta, avevo maturato la convinzione che la
sindrome di Down altro non è che una forma di invecchiamento precoce. Chi viene al
Guarda caso i bambini Down risultano, inoltre, estremamente vulnerabili allo stress,
sono molto nervosi, presentano difficoltà con il sonno (mancano della fase REM),
accusano problemi alla tiroide, tutte problematiche che grazie alla somministrazione di
sonno. Tuttavia, queste mie considerazioni restano allo stato solamente teorico;
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nonostante io abbia infatti proposto, in circostanze diverse, l’impiego della melatonina
Non sarà però che la diffidenza si basa su elementi concreti che indurrebbero alla
L’articolo di Reppert e Weaver, due ricercatori che conosco molto bene, si basa su un
falso di laboratorio, come ho preteso che fosse rettificato da Cell, purtroppo senza
successo, in risposta al loro lavoro. L’assunto dell’articolo era che, cambiando il ceppo
Ripeto, si tratta di un banale errore di laboratorio, una svista da parte di Goto, che ha
Fra le causae mortis più frequenti, pare ci siano le malattie cardiache e circolatorie
cerebrale ecc.).
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Torniamo alla Sindrome metabolica X, che abbiamo già evocato nel corso di questa
iperglicemia, ipertensione, obesità viscerale (il grasso che non si vede, all’interno della
la tiroide non assolve alla sua funzione di controllo sul metabolismo dei lipidi, in
‘brucia’ male il glucosio. Il meccanismo diventa allora rigido, perde la sua flessibilità,
equilibrio.
Il mio principio, applicato all’ictus, alla trombosi, all’infarto, alle occlusioni arteriose,
eventi si sono già sfortunatamente verificati, è quello di tenere sotto controllo i livelli di
ricostituiscono i ritmi ormonali, la situazione non potrà mai tornare alla normalità. Alla
base di una situazione di questo tipo c’è poi in sostanza uno stato d’invecchiamento
Ora, questa situazione è riconducibile alla constatazione che, nel nostro cervello, i
processo non si verifica più, fino a che le ovaie finiscono per atrofizzarsi del tutto; è la
neuroendocrino fisiologico, che ha esaurito la sua carica, che ci faccia piacere o no.
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Per tornare quindi al metabolismo dei lipidi, dal quale eravamo partiti…?
L’esempio della menopausa mi è servito per dire che, mentre la donna invecchia per la
fine del ciclo, che è un meccanismo di feed-back che viene a mancare, così è anche
per il metabolismo dei lipidi: se non funziona la tiroide, e si altera il congegno centrale,
per cui il cervello si irrigidisce e non reagisce più agli stimoli periferici, oppure reagisce
alterazione vasale.
Passiamo adesso a un altro argomento che desumo da alcune lettere che ti sono state
ricorrenti (la maculopatia può avere le origini più disparate) sono legate
malattia di Alzheimer, anche perché neppure in questo caso esistono cure ‘efficaci’; fra
Sono però fiducioso che, grazie a un’adeguata profilassi, si possa riuscire a evitare
che la retina degeneri. Anche perché, guarda caso, la retina produce in situ (cioè a
livello locale) melatonina. Ignoro quale sia la funzione prodotta dalla melatonina nella
retina, ma ipotizzo che si tratti sempre di quel meccanismo protettivo di cui abbiamo
parlato a proposito della ghiandola pineale; la melatonina è prodotta, cioè, dove serve
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Sia come sia, sta di fatto che, almeno in un caso (quello di un mio amico che aveva la
paziente!).
Aggiungo che attualmente, in Cina, con la collaborazione del governo cinese, e a cura
del dottor Changxian Yi, che è stato fra i miei più validi collaboratori presso il
melatonina. E io ho comunque fiducia nella forza rigeneratrice della natura, di cui non
constatarne l’evidenza.
Hai dedicato molta parte della tua ricerca alle malattie autoimmunitarie.
Le malattie autoimmunitarie sono di gran lunga le mie preferite’, e ciò per molte
pigrizia… Questo atteggiamento rappresenta il distacco dal mondo; si esce dalla realtà
della natura, per tornare a essere polvere inorganica, com’è scritto nei sacri testi.
Al contrario, noi siamo ‘organici’, in quanto entità fine a se stessa: siamo self, siamo
che non appartiene all’organismo; ecco perché vengono prodotti anticorpi per
debellarlo. Quando però, a causa di vari fattori, non si riconosce più se stessi,
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producendo quindi anticorpi contro il proprio stesso organismo, subentra una delle
autoimmunitarie.
Perché si verifica ciò? A mio avviso, molte malattie autoimmunitarie sono determinate,
all’origine, da un virus. E' possibile che si tratti di un virus banale (una tonsillite, un
magari in forma silente. Può darsi che alteri un po’ le caratteristiche delle cellule,
corpo come suo proprio, e produce anticorpi per distruggerlo. Si instaura allora la
malattia autoimmunitaria.
Ora, a me sembra ovvio, ma basta guardarsi in giro per capire che poi tanto ovvio pare
non essere, che per porre rimedio a una situazione di questo genere, la prima cosa da
autoimmunitarie (che sono tantissime e devastanti) non c’è altro mezzo che ricostituire
Che fa invece la cosiddetta medicina moderna? La cosa più pazza che si possa
Ci sarà ben un motivo, per questo comportamento, che sembra autolesionista anche a
a rigenerarsi.
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E, siccome l’immunità dipende dai cicli ormonali (e vedi bene che il mio ragionamento
famosa tela, che il ragno sarà felice di tenere nuovamente sotto controllo; dopodiché,
C’è da chiedersi come sia possibile che tutto ciò avvenga nella cosiddetta medicina
Per lo stesso semplicissimo motivo che si cerca di far fuori il cancro, e non di
ricostituire il paziente. A mio avviso non si deve distruggere il cancro (e con esso,
cancro sotto controllo. Ecco perché le malattie autoimmunitarie non mi fanno più
paura.
Una patologia che colpisce oltre cento milioni di persone nel mondo. Si produce
loro volta, spingono e distruggono la corteccia e vari centri del cervello. È un processo
Anche se rischio di ripetermi fino alla nausea, c’è una sola cosa da fare: ricostituire
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contro le placche che si sono formate, il processo degenerativo finirà per andare avanti
Si crea, in sostanza, una situazione analoga a quella della cirrosi epatica: il tessuto
una palla fibrosa che non funziona più (si muore, se non si provvede celermente a un
trapianto!). Nel caso della sclerosi multipla, invece, la reazione connettivale si verifica
Caro Walter, ti porrò adesso delle domande ricorrenti che esigono da parte tua una
risposta breve e concisa, in modo che il lettore possa trovarvi notizie sintetiche che, se
un farmaco?
Assolutamente no! È una molecola naturale (è prodotta di notte dalla ghiandola pineale
del nostro organismo), non tossica e priva di qualsiasi effetto collaterale. Non è affatto
(nell’ordine addirittura di centinaia di milligrammi, come nel già citato studio clinico
olandese), non ha mai prodotto alcun danno. La sua funzione sembra essere la
protezione della ghiandola pineale, anche se però non siamo in grado di stabilirne il
meccanismo d’azione a livello molecolare. Tieni presente inoltre che nonostante, negli
Stati Uniti, la melatonina sia ormai in vendita liberamente da oltre sei anni, non è mai
Qualcuno dice però che chi assume melatonina potrebbe andare incontro al rischio di
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La melatonina c’entra con il sonno, mi si passi l’espressione, come i cavoli a merenda.
addormenti più facilmente. Ma, altrettanto facilmente, può far sì che si resti svegli,
che risulta essere alterato nei suoi ritmi. Prima però che tutto possa tornare in
equilibrio, possono passare addirittura dei mesi! Infatti, non essendo né un farmaco né
un sonnifero, la melatonina non agisce di colpo. Con il risultato che, gente che per
vent’anni ha assunto benzodiazepine, dopo aver provato per due notti la melatonina,
Una persona che ha acquistato il tuo precedente libro, La fonte della giovinezza, ti ha
scritto: «Ho preso la melatonina, ma con risultati deludenti; ho trascorso una notte
giorno seguente. Ho lasciato quindi trascorrete cinque giorni, dopo l’ho ripresa; solita
Non c’è altro sistema che continuare ad assumere 3 mg di melatonina alla sera,
Un effetto immediato, senza che prima sia stato ricostituito il ciclo biologico alterato,
questo signore? Se essa non viene infatti prodotta con il sistema GMP (Good
115
Manufacturing Practise), che dà la garanzia assoluta che la compressa finale contiene
esattamente quanto viene dichiarato, io non la darei neppure al mio vecchio cane!
applicata a una donna di 75 anni che pesa 45 chilogrammi, per esempio, allo stesso
modo che a un uomo della stessa età, che pesa però 90 chili?»
ininfluente agli effetti della dose; se ne può assumere infatti anche in eccesso, senza
che si registrino effetti indesiderati. In effetti, per saturare durante la notte l’organismo
con la melatonina, ne basterebbe molto meno dei canonici 3 mg; sarebbero sufficienti
durante la notte. La melatonina in eccesso va poi a finire comunque nei reni, e viene
DL50 [la dose letale, cioè che, in un esperimento da laboratorio, porta alla morte il
Semplicemente, per la melatonina non esiste e non può esistere una dose letale 50
(DL50). Nessun ricercatore è infatti mai riuscito a far morire un topolino di laboratorio,
116
Assumendo melatonina esogena (dall’esterno, cioè), non si corre il rischio che si
atrofizzi la pineale, visto che questa finisce per produrne sempre meno?
meccanismo di sintesi che la riguarda è molto diverso da quello degli ormoni, appunto,
realtà quindi non c’è nessun meccanismo di inibizione retroattiva, come accade invece
paziente, massacrando così la sua ipofisi e producendo l’atrofia del fattore di rilascio,
cortisone, o un altro ormone dall’esterno; gli ormoni infatti hanno tutti un releasing
factor (cioè delle cellule deputate alla produzione) molto ben definito, per cui se si
non è affatto il caso della melatonina, perché non esiste un releasing factor della
dall’esterno, non si provoca un danno irreparabile, come nel caso degli ormoni, ma
contrario, manteniamo integra una delle funzioni della pineale; la quale, liberata da
fattore di produzione, in maniera più o meno irreversibile (questo è il motivo per cui
117
Tu parli spesso (e anche in questa conversazione l’argomento ritorna o meglio aleggia
Sono le due ‘culture’ che segnano nel profondo il mondo in cui viviamo. Alcuni
prosperano sulla cultura del dolore, del peccato e della morte. A mio avviso, si tratta di
organizzazioni, che non esiterei a definire criminali, che hanno tolto all’uomo il bene
più prezioso: la gioia di vivere. È la cultura più necrofila che si possa immaginare! Io
professo invece la cultura della vita e della gioia, e non quella della morte e del dolore.
Ciò non vuol dire che io intenda negarne l’esistenza, tutt’altro! Si tratta piuttosto di un
atteggiamento psicologico, come la storia del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
metastasi al cervello; un caso disperato (le avevano dato un mese di vita), anche
perché nessuno può predire come potranno comportarsi in un caso del genere le
metastasi. Feci per lei quanto era nelle mie facoltà, somministrandole un cocktail di
melatonina con altre sostanze naturali, sotto stretta sorveglianza medica. Visse ancora
per altri tre mesi, poi morì. Stava bene fino all’ultimo momento, e la cosa mi apparve
strabiliante. Inoltre, è morta senza né dolore né sofferenze! Voglio dire, anche con un
cancro che non lascia nessuna speranza, si può morire, soffrendo in maniera indicibile,
quindi gestito; non è che non si muoia, intendiamoci! Però è possibile giungere alla
morte senza sofferenza (e senza dosi enormi di morfina ecc.). Attualmente, io seguo
alcuni malati che si trovano in quella fase in cui normalmente si dice che una persona
potrebbe o dovrebbe morire; e io non dico che quelle persone non moriranno: spero
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Un’altra delle frasi che ami ripetere è che fino all’ultimo respiro tu crederai, con tutte le
tue forze, di essere ‘immortale’. Siamo ‘immortali’ fino all’ultimo momento, e fino a
capito che si tratta di un programma ormonale. Prima o poi, qualcuno (non io, non
credo di fare in tempo, non sono così sciocco o arrogante) riuscirà forse a sollevare la
cortina fumogena che circonda di pregiudizi la vita e la morte; però dubito molto che
ciò possa accadere in tempi ragionevolmente brevi. La nostra società infatti, che ci
piaccia o no, sembra strutturata per sfruttare per i propri interessi il dolore e la morte
dell’uomo, e si guarda quindi bene dal pensare all’immortalità. Pensa soltanto che un
improvviso allungamento di soli cinque anni della speranza di vita della popolazione,
sarebbe ritenuta una vera catastrofe! Se io potessi domani dimostrare che i miei
topolini vivono fino a quattro anni (che corrispondono a circa duecento anni nell’uomo),
stante e in un sol colpo Wall Street e le borse di tutto il mondo; non solo, ma
da te realizzata, del programma biologico che attiene appunto alla vita ma anche alla
morte?
anni, come capita di trovarne in certi luoghi sperduti della terra: sta bene, non accusa
119
nessun disturbo, non presenta Alzheimer, la sua pressione è perfetta ecc.; un bel
giorno lo trovano morto nel suo letto. Che strano, il giorno prima stava bene, godeva di
buona salute, eppure soltanto il giorno dopo è morto. Come è potuto accadere? È
corso, ha vissuto tutta intera la sua vita senza fastidi di sorta, però, a un bel momento
sapremo) il cui significato era: è arrivato il momento di morire, quindi adesso muori!
che oserei definire banale. Noi capiremo perché si muore quando saremo riusciti a
segnale al sistema neuroendocrino, che il programma è già scaduto. Non c’è niente di
misterioso in ciò. Io non credo negli errori del DNA o nelle cellule che non si possono
replicare; ritengo invece che persino i neuroni si possano replicare, così come le
proliferazione.
cortisolo diminuisce, e così via: tutto si svolge su base ciclica. È la famosa tela di
ragno che ho tirato in ballo parecchie volte in questa conversazione, nel senso che tutti
Il problema sorge quando il programma, per una malattia o per qualsiasi altra
120
colpita da cancro della mammella: qual è la causa? L’alterazione violenta dell’equilibrio
ormonale, in risposta a uno stress psichico (e mettiamoci poi pure dentro che esiste
una base genetica, perché anche la mamma, a sua volta, ha avuto lo stesso
problema).
come se il ragno cercasse di riparare in continuazione la tela che viene strappata in più
punti, fino a che esso stesso non ne viene avviluppato, e casca giù perché privo di
sostegno.
D’altra parte, esiste una logica in tutto questo; noi viviamo infatti in una sincronia: i ritmi
lunari, quelli planetari, il giorno, la notte ecc.; tutto è ritmo. Se le scansioni vengono
rispettate, si vive a lungo; diversamente, si vivrà poco e male. Oggi poi, gli insulti a
questo equilibrio provengono da più fattori: alimentari, psichici, genetici, da stress ecc.
La melatonina, secondo me, non ha alcuna azione diretta o specifica (nel senso del
recettore e dell’ormone, per intenderci); non credo poi che essa svolga azione
pure conosce molto bene la ghiandola pineale. Fra l’altro, gli antiossidanti, anche a
dosi da cavallo, non hanno mai fatto vivere nessuno un minuto di più; anzi, producono
pineale e ne è la guardia del corpo, preoccupandosi del solo fatto che non invecchi.
121
Un’altra tua affermazione è la seguente: «si pensava che la senescenza fosse
condizione inevitabile degli ultimi anni di vita: questa idea deve essere riconsiderata».
piuttosto di tentativi un po’ alla cieca (perché non possiamo averne la verifica
immediata nell’uomo, è ovvio); però ciò non vuol dire che non siano tentativi
‘intelligenti’. Se, cioè, io e te fra dieci anni, faccio per dire, godremo delle stesse
condizioni di salute di adesso, allora potremo dire di aver visto giusto: avremo vinto!
Nel frattempo, avrò magari escogitato altre strategie per invertire ulteriormente
Nel tuo precedente libro (La fonte delle giovinezza) tu parlavi anche di proprietà
anticancro della melatonina, che sarebbero state scoperte da Starr parecchi anni fa.
l’immunità biologica, in grado di reagire nei confronti del cancro, per tenerlo sotto
senso che non è una sostanza in grado di eliminare le cellule tumorali. Tutto quello che
grazie anche alla melatonina; questo sì. Così com’è molto utile, a fini preventivi,
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Tu ti sei occupato, e continui a occuparti di neuroimmunomodulazione; sei anzi
considerato fra i fondatori di questa disciplina. Come la si può definire? E qual è stato
congresso di Stromboli era presente chi ha coniato il termine, con il quale fondammo
nel 1984, insieme a Spector, Fabris, Jankovich, questa disciplina medica integrativa),
Nature nel 1967, in cui, per primo, ho potuto dimostrare che esiste una relazione fra
ormonale da una parte, e quello immunitario dall’altra. Prima di questa scoperta, per gli
Cos’è cambiato da quegli anni, nella ricerca? Quali sono state le implicazioni a livello
linfochine, monochine ecc., e gli ormoni sono stati usati per migliorare le condizioni
dell’immunità. È proprio ciò che fa la melatonina, mettendo in moto tutti gli ormoni che
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Donne affette da cancro della mammella presentano spesso livelli di estrogeni più alti
rispetto alla norma; tu però sostieni che la melatonina aiuta a mantenerli in condizioni
accettabili.
Io sono convinto che nel caso di un tumore mammario, in fase non ancora
rendere molto più incisiva la terapia del cancro mammario. Le donne possono quindi
servirsi di questo ottimo supporto. Purtroppo, esse si lasciano prendere dal panico
depressione e di ansia che può portarle letteralmente alla tomba! D’altra parte, tutto il
depressione e l’ansia provocano una violenta immunodepressione psichica. E' ciò che
avviene a uno studente sotto esame, che appare del tutto immunosoppresso. Questo
tumore! Inoltre, spesso l’insorgenza del tumore è preceduta da gravi stress a livello
famigliare; ciò provoca una tale alterazione del controllo ormonale da sfociare nel
non funzionare più come prima: cambiare stile di vita, alimentazione ecc. Sono invece
perché nella gran parte dei casi è inutile, fermo restando che ogni situazione va
pineale, non si ammalano più di cancro. Sono topi che presentano alti livelli di
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prolattina (che, tra parentesi, è un ormone killer, tant’è che ne richiedo per tutti i miei
pazienti la misurazione, anche per gli uomini; alti livelli di prolattina, infatti, fanno
pineale, è pensabile che nel ceppo di topolini di cui sopra esista un’alterazione della
pineale che non controlla più i livelli di prolattina. Conclusione: asportando la pineale,
non insorge più il cancro! (vedi lavoro riportato nella bibliografia in appendice,