Sei sulla pagina 1di 3

Il suono dell'organo

Gli strumenti musicali nelle celebrazioni

Pubblichiamo l'articolo di Mons. Antonio Parisi apparso sulla rivista "Vita Pastorale" n. 5, maggio
2010, pag.30-31.

La lode vocale è la sola essenziale al culto cristiano. Tuttavia, gli strumenti musicali sono
accessori che rendono il canto tecnicamente più facile e spiritualmente efficace nell'elevare
l'animo dei fedeli a Dio. Indicazioni concrete riguardanti l'organo.

Il suono dell'organo
Come avevo annunciato nel mio intervento precedente (numero di aprile), in questo
articolo voglio parlare dell'organo come strumento musicale presente nelle nostre chiese
fin dal IX secolo. E vorrei citare i tre documenti fondamentali per la nostra questione,
partendo dal Motu Proprio di san Pio X del 1903: «Sebbene la musica propria della Chiesa
sia la musica puramente vocale, nondimeno è permessa eziandio la musica con
accompagnamento d'organo. In qualche caso particolare, nei debiti termini e coi
convenienti riguardi, potranno anche ammettersi altri strumenti, ma non mai senza
licenza speciale dell'Ordinario, giusta la prescrizione del Caerimoniale Episcoporum.

«Siccome il canto deve sempre primeggiare, così l'organo o gli strumenti devono
semplicemente sostenerlo e non mai opprimerlo. Non è permesso di premettere al canto
lunghi preludi o d'interromperlo con pezzi di intermezzo. Il suono dell'organo negli
accompagnamenti del canto, nei preludi, interludi e simili, non solo deve essere condotto
secondo la propria natura di tale strumento, ma deve partecipare di tutte le qualità che ha
la vera musica sacra e che si sono precedentemente annoverate» (nn. 15-18).
La Sacrosanctum Concilium al n. 120, così scrive: «Nella Chiesa latina si abbia in grande
onore l'organo a canne, strumento musicale tradizionale, il cui suono è in grado di
aggiungere notevole splendore alle cerimonie della Chiesa, e di elevare potentemente gli
animi a Dio e alle cose celesti».

L'istruzione Musicam Sacram del 1967 riprende tale e quale il n. 120 della Sacrosanctum
Concilium e così fa anche il Chirografo di Giovanni Paolo II (2003) che riprende i due
documenti precedenti di san Pio X e del concilio Vaticano II. Come si evince, praticamente
i documenti successivi non fanno altro che citare il documento base del 1903. Non mi
sembra utile tratteggiare una breve storia dello sviluppo dell'organo e della sua
letteratura, è argomento di carattere storico e tecnico che potrebbe non interessare i lettori
e comunque rimandai vari manuali e libri che sviluppa no tale argomento.
Da uno studio storico dei vari interventi magisteriali si deve affermare che la lode vocale è
la sola essenziale al culto cristiano. Gli strumenti sono accessori e il loro utilizzo rende il
canto tecnicamente pi facile e spiritualmente efficace nel l'elevare l'animo dei fedeli a Dio
Inoltre gli strumenti, e l'organo fra questi, possono sia rafforzare il significato d'insieme
dei riti e sia circondarli di bellezza musicale. In pratica, l'uso corretto dell'organo deve
possedere queste tre qualità: primato del testo, carattere sacro dell'esecuzione strumentale,
suo valore artistico.

L'organo: la manutenzione, segreto di lunga vita


Dopo questa lunga introduzione, vorrei ora dare delle indicazioni concrete riguardanti
l'organo. Nelle nostre chiese è lo strumento più presente, ma non bisogna dimenticare che
è una macchina che ha bisogno di manutenzione costante e annuale. Trascurarlo
significherà poi spendere una barca di soldi per il suo restauro globale, invece una
manutenzione ordinaria eviterà di spendere in futuro grosse cifre.

Per una manutenzione straordinaria occorre munirsi del permesso della Sovrintendenza
alle Belle Arti e ottenere il permesso dell'Ufficio Beni Culturali della Curia. E bene sapere
anche che dall'8 per mille della Cei è possibile ottenere il trenta per cento per avviare
un'opera di restauro degli strumenti storici. E bene ricorrere a ditte qualificate e affermate
sul territorio; vale sempre il detto che «chi più spende, meno spende». Ancora un
consiglio: non vi fidate del primo organaro di passaggio, ma con un organista competente
individua-te una ditta consona e all'altezza del lavoro da compiere. La conservazione di
un organo non deve essere l'ultimo pensiero di un buon parroco e non deve essere messa
sempre in coda a tutte le altre spese: i banchi nuovi, le campane, i mosaici, i quadri e le
statue, e infine... mancano i soldi per l'organo.

Costruire un organo nuovo


Seguite questo mio ragionamento semplice. La storia dell'organaria ci ha consegnato degli
organi piccoli (chiamati positivi) che venivano utilizzati per un uso esclusivamente
liturgico. Organi composti da 7 o 8 registri reali, a una sola tastiera, che erano in grado di
sostenere il canto di una intera assemblea, suono che si diffondeva in una maniera ottimale
dalla cantoria posta all'ingresso della chiesa. Allora perché non ripristinare tali strumenti
piuttosto che comprare un nuovo organo elettronico? Certo per chi ha soldi si può anche
pensare a un organo a canne che svolga anche una funzione concertistica al di fuori del
culto: beato chi può permetterselo! Ma dovete considerare che in un anno gli eventuali
concerti d'organo sono a malapena una decina, con la conseguenza di utilizzarli in modo
parziale. Sto invitando le ditte organarie, specie quelle artigianali, a costruire organi
positivi moderni dal costo contenuto e accessibile anche a piccole comunità parrocchiali.
L'organo elettronico
E uno strumento che vuole imitare l'organo a canne ed è presente nelle nostre chiese per il
suo costo contenuto rispetto a un organo a canne. Pur apprezzando i progressi della
tecnologia, alla fine risulta inadeguato per mancanza di profondità del suono
specialmente nei registri di fondo. Per avere un risultato adeguato bisognerebbe avere
casse di amplificazione sufficienti, dispor-le in modo corretto all'interno dell'aula liturgica,
avere un campionamento dei suoni singoli, e altri particolari tecnici che farebbero lievitare
enormemente i costi tali da non renderlo più accessibile.

Tenete conto che gli organi a canne sono arrivati ai nostri giorni fin dal 1600, invece gli
organi elettronici sono costruiti con una filosofia commerciale simile agli apparecchi
elettronici di oggi: hanno una vita breve e poi vanno sostituiti, perché così richiede
l'economia di mercato. Dopo circa 10 anni c'è una nuova produzione e quindi non si trova-
no più i pezzi di ricambio, pertanto bisogna cambiare totalmente lo strumento.

Ma, nonostante questi ostacoli, per tante comunità rimane la spesa più accessibile; perciò
non servono a niente i discorsi di carattere storico, estetico, fonico, liturgico e quant'altro.
Fin tanto che non avremo organi a canne positivi, a un prezzo adeguato alle
possibilità delle nostre parrocchie attuali, i sacerdoti continueranno a comprare organi
elettronici.

Concludo con un invito ai parroci: la manutenzione dell'organo a canne non è un pallino


dell'organista, ma una necessità per la salvaguardia dello strumento stesso.

Mons. Antonio Parisi

Potrebbero piacerti anche