CARDIOVASCOLARE II: attività
meccanica del cuore
CICLO CARDIACO
Quando parliamo di attività meccanica del cuore dobbiamo parlare di CICLO CARDIACO. Il circolo cardiaco comprende
tutti quegli eventi associati con il flusso di sangue attraverso il cuore durante un singolo battito cardiaco.
CICLO CARDIACO = si intende la successione dell’attività ritmica del cuore, ovvero una sequenza di contrazione‐
rilasciamento (fibre muscolari, che coincide a depolarizzazione‐ripolarizzazione) che nel caso del cuore prendono il
nome di EIEZIONE‐RIEMPIMENTO. (EIEZIONE= spinta del sangue nel circolo. RIEMPIMENTO = ritorno del sangue).
Il ciclo cardiaco può essere suddiviso in due fasi:
SISTOLE: periodo di contrazione della muscolatura cardiaca (ventricolo), che corrisponde con la fase di
depolarizzazione.
DIASTOLE: periodo di rilasciamento della muscolatura cardiaca (ventricolo), che corrisponde alla fase di
ripolarizzazione.
Quando parliamo di sistole e diastole parliamo soprattutto del ventricolo perché il ventricolo è la grossa massa
muscolare del cuore, mentre gli atri sono piccoli ed hanno una parete sottile, quindi non giocano un ruolo così
importante in contrazione e rilasciamento.
La meccanica cardiaca origina dall’attività elettrica del cuore. Ciò si vede se andiamo ad osservare un PA del miocita
comune.
In blu vediamo l’attività elettrica, cioè il
PA.
In rosso abbiamo la concentrazione di
calcio
In verde la genesi della forzaÈ
all’aumento di calcio, durante la fase di
plateau, che è dovuta in parte la
contrazione muscolare
La forza di contrazione del miocardio dipende dal calcio intracellulare, che regola la contrattilità, cioè la capacità
intrinseca di sviluppare tensione in base al numero ed alla velocità delle interazioni actina‐miosina. I fattori che
regolano il calcio modificano la contrattilità EFFETTO IONOTROPO.
Il muscolo è in grado di trasformare l’energia chimica in energia meccanica, producendo:
lavoro esterno (spostamento) quando si accorcia (contrazione isotonica)
lavoro interno (tensione) quando rimane a lunghezza costante.
Ogni volta che abbiamo una contrazione finalizzata allo spostamento di un carico, in una fibra muscolare, noi abbiamo
due fasi di contrazione:
FASE ISOMETRICA: sviluppo della tensione necessaria a vincere la forza esercitata dal carico
FASE ISOTONICA: accorciamento, il carico è spostato.
Consideriamo una fibra muscolare che deve contrarsi per sollevare un carico.
FASE A: RIPOSO
FASE B: CONTRAZIONE ISOMETRICA: la lunghezza della fibra muscolare non cambia, tira il carico e genera forza
che in gran parte è una tensione passiva sviluppata dal tendine che si stira. Tale contrazione dura fino a che non
genera una forza pari alla forza peso del carico che deve essere sollevato. Isometrica lunghezza costante. La
lunghezza del muscolo non cambia ma cambia la lunghezza del tendine.
FASE C: CONTRAZIONE ISOTONICA: quando genera una forza pari alla forza peso del carico le fibre muscolari
cominceranno a scorrere l’una sull’altra, si avrà l’accorciamento della fibra muscolare e lavoro e si sposta il carico.
Isotonica tensione costante. Qui ho una tensione attiva.
Anche la fase di rilasciamento può presentare due componenti:
RILASCIAMENTO ISOMETRICO: diminuzione della tensione senza variazione di lunghezza
RILASCIAMENTO ISOTONICO: diminuzione della tensione con variazione di lunghezza
Nel cuore la tensione sviluppata dalla contrazione genera pressione all’interno delle cavità cardiache. La differenza di
pressione che si crea tra atri e ventricoli e arterie (aorta e polmonare) determina il passaggio di sangue da atri a
ventricoli ed arterie. Quindi lo scopo della contrazione delle fibre muscolari cardiache è quella di generare delle
pressioni che sono in grado di indurre spostamento di sangue poiché, come abbiamo visto, ci sono delle valvole che si
aprono solo se ci sono delle pressioni adeguate.
Sistole e diastole sono due grosse fasi ed ognuna di esse può essere suddivisa in due sottofasi. Quindi in totale il
circolo cardiaco è formato da 4 fasi:
1) FASE DI RIEMPIMENTO VENTRICOLARE: siamo nella seconda metà della diastole quindi siamo nella fase di
rilasciamento del muscolo. Qui vi è una fase di ritorno venoso + contrazione atriale.
2) FASE DELLA CONTRAZIONE ISOVOLUMETRICA: siamo nella prima metà della sistole.
3) FASE DELL’EIEZIONE VENTRICOLARE: siamo nella seconda metà della sistole.
4) FASE DEL RILASCIAMENTO VOLUMETRICO: siamo nella prima metà della diastole.
Le curve sono:
curva della quantità di sangue
3 curve delle variazioni di pressione:
o blu: variazione di pressione dell’aorta
o verde: variazione di pressione del ventricolo
o rosa: variazione di pressione nell’atrio
Quando descriviamo il ciclo cardiaco, noi parliamo sempre del ciclo cardiaco del ventricolo sinistro. Questo perché il
volume di sangue è uguale ma le pressioni delle due camere cardiache per i due circoli sono diverse perché i due
circoli (sistemico e polmonare) hanno caratteristiche diverse: il circolo sistemico è lungo, quello polmonare corto.
Questi valori di pressione che trattiamo ora sono relativi al ventricolo sinistro.
1) FASE DI RIEMPIMENTO VENTRICOLARE (450 ms circa)
Siamo nella seconda metà della diastole. Osserviamo che dal ciclo precedente quello che è successo è che la pressione
del ventricolo (curva verde) grazie alla fase di ripolarizzazione e rilasciamento diventa inferiore rispetto alla pressione
dell’atrio (curva rosa). Il ventricolo si è rilasciato, la sua pressione diventa minore di quella dell’atrio. Salta all’occhio
che il nostro atrio è una camera a bassa pressione (10‐20 mm di Hg), non crea più di tanto una pressione attiva legata
alla contrazione muscolare. il ventricolo invece avendo una grossa massa muscolare, oltre alla pressione che il cuore
genera sulle sue pareti, c’è la pressione che la massa muscolare può generare o no contraendosi e rilasciandosi. Quindi
dal ciclo precedente le fibre muscolari del ventricolo si sono rilasciate perché si sono ripolarizzate. Al massimo del
rilasciamento delle fibre muscolari la pressione nel ventricolo scende al di sotto di quella in atrio (10 mm di Hg). È a
questo punto che inizia la fase di riempimento ventricolare, perché quando la pressione in ventricolo scende al di
sotto di quella in atrio si aprono le valvole atrioventricolari ed il sangue fluisce dall’atrio al ventricolo. le valvole
semilunari sono chiuse perché la pressione nel ventricolo è inferiore a quella nell’aorta e nelle arterie polmonari. La
maggior parte del sangue che passa tra atrio e ventricolo passa per gradiente di pressione che è spontaneo. Poi in
modo ritmico parte il PA dal nodo senoatriale ed investe gli atri. Quindi la gobbetta in fondo che vediamo sia nel
volume di sangue che entra nel ventricolo sia nella pressione che aumenta a livello dell’atrio, è legata alla contrazione
atriale. Nell’ultima parte del riempimento ventricolare è dovuta alla contrazione degli atri che spingono una piccola
quantità di sangue all’interno del ventricolo. Lo riconosciamo dalla gobbetta che si nota nel volume di sangue e nella
pressione in atrio e ventricolo (che ora sono una camera comune, con la stessa pressione)
Il volume di sangue a livello del ventricolo pasa da circa 60 ml (all’interno del cuore c’è sempre una quantità di sangue
che non viene mobilizzata) ad un valore di 130 ml, quindi 70 ml di sangue passano dagli atri ai ventricoli.
Questa è la fase più lunga del ciclo cardiaco perché abbiamo il ritorno venoso (il sangue dalle vene torna all’atrio),
passa dall’atrio al ventricolo. Siamo su un tempo di circa 500 ms, che sono più della metà dell’intero ciclo cardiaco
(che dura sugli 800 ms, per 70 battiti al minuto).
2) FASE DELLA CONTRAZIONE ISOVOLUMETRICA (50 ms circa)
il ventricolo ha ricevuto 70 ml di sangue. Questa massa di sangue crea una tensione a livello del ventricolo tale che la
sua pressione supera quella dell’atrio e quindi si chiude la valvola atrioventricolare. Il ventricolo viene invaso dall’onde
di depolarizzazione e quindi comincia a contrarsi. La prima fase della contrazione ventricolare (sistole) vie detta
contrazione isovolumetrica. Lo scopo della contrazione della sistole è quello di aprire la valvola semilunare aortica. Il
ventricolo deve generare una pressione tale che sia superiore alla pressione in aorta. In aorta la pressione è sempre
piuttosto alta e per riuscire ad aprile la valvola semilunare aortica il ventricolo deve arrivare a 80 mm di Hg che è il
valore minio di pressione che troviamo all’interno dell’aorta. Il valore di pressione dell’aorta nel ciclo varia tra un
minimo di 80 mm di Hg ed un massimo di 120 mm di Hg. La curva della pressione ventricolare (curva verde) sale e da
20 mm di Hg arriva a 80 (la fase di contrazione isovolumetrica termina quando la pressione ventricolare è superiore a
quella dell’aorta). Il volume di sangue all’interno del ventricolo non cambia e resta a 130 ml perché il ventricolo è una
camera chiusa, poiché la valvola atrioventricolare si è chiusa e quella semilunare aortica è ancora chiusa, quindi il
ventricolo si contrae ma non fa lavoro ed il volume di sangue resta constante.
3) FASE DELL’EIEZIONE VENTRICOLARE (300 ms circa)
Solo quando la pressione ventricolare supera quella dell’aorta si apre la valvola semilunare aortica e si ha la seconda
metà della sistole dove il ventricolo si contrae e riesce a fare lavoro. Il ventricolo continua a contrarsi ed ora riesce a
fare lavoro, cioè riesce a spingere il sangue nell’aorta e nelle arterie polmonari. Il volume di sangue in ventricolo
scende e passa dai 130 ml ai 60 ml. Il ventricolo raggiunge un massimo di pressione di 120 mm di Hg e l’aorta ha una
pressione massima di 120 mm di Hg aorta e ventricolo sono due camere in comunicazione che lavorano all’unisono
quindi in entrambe abbiamo una pressione massima di 120 mm di Hg hanno la stessa pressione. La fase di eiezione
ventricolare termina quando la pressione in ventricolo scende al di sotto della pressione in aorta e la valvola
semilunare aortica si chiude (la fase termina non appena la curva verde passa sotto la curva blu). Questo succede
perché in parte il di sangue abbandona il ventricolo e quindi l tensione esercitata sulla parete diminuisce ma
soprattutto perché dopo la contrazione segue il rilasciamento (alcune fibre muscolari del ventricolo si rilasciano). Il
ventricolo è un muscolo che contraendosi può generare tensione (che per il cuore significa pressione) elevate e
rilasciandosi il cuore può avere pressioni molto basse. L’andamento di pressione in aorta è totalmente diverso perché
l’aorta è costituita da tessuto elastico, quindi non si comporta come il ventricolo, è un elastico: se riceve sangue si
stende, accumula energia cinetica e quando non riceve più sangue man mano la restituisce. Quindi la pressione in
aorta rimane in valori elevati, tra 80 a 120 mm di Hg.
4) FASE DI RILASCIAMENTO ISOVOLUMETRICO (80 ms circa)
Siamo nella prima metà della diastole. Tutte le fibre muscolari del ventricolo cominciano a rilasciarsi. Il ventricolo è
una camera chiusa. La sua pressione del ventricolo è alta e deve scendere. Finché la pressione in ventricolo non
raggiunge la pressione in atrio non può ricominciare il ciclo. In questa fase la pressione in ventricolo scende, il volume
di sangue resta costante a 60 ml. quando la pressione del ventricolo sarà inferiore di quella in atrio (curva rosa sotto
curva verde) si avrà l’apertura della valvola atrioventricolare ed il ciclo potrà ricominciare.
DIAGRAMMA DEL LAVORO CARDIACO
PUNTO A: c’è una quantità di sangue che rimane sempre
nel cuore (60 ml). il ventricolo si è rilasciato dal cilclo
precedente, la sua pressione è scesa al di sotto di quella
dell’atrio e si apre la valvola atrioventricolare. La pressione
del ventricolare è di 10 mm di Hg. Inizia la fase di
riempimento durante la quale il volume aumenta in
ventricolo e la pressione aumenta molto poco (può giusto
aumentare da 10 a 20).
PUNTO B: il ventricolo si è riempito, il volume di sangue nel
ventricolo è 130 ml. la valvola atrioventricolare si chiude
perché la pressione all’interno del ventricolo ha superato
quella all’interno dell’atrio. Il ventricolo comincia a contrarsi
e deve generare una forza tale da aprire la valvola
semilunare aortica. Abbiamo la fase di contrazione
ventricolare isovolumetrica. Il volume di sangue all’interno
del ventricolo non cambia.
PUNTO C: punto in cui il ventricolo ha generato una pressione tale da aprire la valvola aortica. Il ventricolo genera una
pressione di 80 mm di Mg e si apre la valvola aortica. Il, ventricolo spinge il sangue in aorta.
PUNTO D: il volume di sangue all’interno del ventricolo diminuisce perché il sangue passa dal ventricolo in aorta. La
pressione raggiunge il suo masso di 120 mm di Mg. La valvola aortica si chiude quando la pressione in ventricolo è
inferiore a quella in aorta. Da D ad A passa un po’ di tempo.
AB riempimento ventricolare
BC contrazione isovolumetrica
CD immissione di sangue in aorta
DA rilasciamento isovolumetrico
A: la valvola mitrale si apre
B: la valvola mitrale si chiude
C: la valvola aortica si apre
D: la valvola aortica si chiude
Per il cuore destro le pressioni sono inferiori: tra 25 e 80 mm di Mg.
CICLO CARDIACO ED ELETTROCARDIOGRAMMA
In genere questi grafici sono rappresentati in sovrapposizione
col grafico dell’attività elettrica, poiché gli eventi meccanici
sono connessi agli eventi elettrici
Onda P: depolarizzazione atriale
Segmento P‐Q: conduzione attraverso il nodo atrioventricolare
ed il fascio atrioventricolare
Onde Q, R, S: depolarizzazione ventricolare
Segmento S‐T: contrazione ventricolare
Onda T: ripolarizzazione ventricolare
CICLO CARDIACO E TONI CARDIACI (LUB‐DUP)
Non si sente unsingolo battito ma un rumore detto lub‐dup
che è un doppio rumore in un singolo battito questi sono i
TONI CARDIACI.
1° TONO CARDIACO: dovutio alla chiusura delle valvole
atrioventricolari inizio della sistole ventricolare
2°TONO CARDIACO: dovuto alla chiusura della valvola
aortica inizio della diastole ventricolare
Si ha uno postamento del piano delle valvole. Lo spostemento del piano delle valvole durante il ciclo cardiaco
favorisce il riempimento atriale e ventricolare.
A: contrazione del ventricolo il piano valvolare di
abbassa facilitando il risucchio di sangue nell’atrio
B: rilasciamento del ventricolo il piano valvolare si
innalza, facilitando in modo determinante il
riempimento ventricolare.
PRESSIONE ARTERIOSA
La pressione nell’aorta costituisce la pressione arteriosa del sangue. La pressione arteriosa varia durante il ciclo
cardiaco. La pressione massima durante la sistole prende il nome di PRESSIONE SISTOLICA (120 mm di Mg), mentre
quella minima che si ha nella fase di diastole prende il nome di PRESSIONE DIASTOLICA (80 mm di Mg). La pressione
diastolica non è mai uguale a 0 per il ritorno elastico.
Durante la fase di sistole la pressione in aorta e ventricolo è
molto simile.
Durante la diastole il sangue non entra in aorta perché la
valvola semilunare è chiusa. Tuttavia il sangue lascia
continuamente l’aorta verso la periferia. Iil ventricolo si
rilascia e la pressione scende fino a 10 mm di Mg. In aorta il
volume ematico si riduce provocando un diminuzione di
pressione. La pressione scende però molto meno rispetto a
quella del ventricolo e più lentamente, raggiungendo un
minimo di 80 mm di Mg. Questo succede perché l’aorta è
formata da tessuto elastico.qui si raggiunge il minimo di
pressione, cioè la pressione diastolica.
Durante la fase di sistole, la valvola aortica si apre il
ventricolo spinge 70 ml di sangue in aorta.L’aorta si allarga
per accogliere questa quantità di sangue. Qui si raggiunge il
massimo di pressione, cioè la pressione sistolica. Alla fine
della sistole la valvola aortica si chiude, il ventricolo si
rilascia, il flusso di sanguesi interrompe INCISURA
DICROTICA. In distole l’aorta restituisce l’energia che ha
accumulato in sistole e spinge il sangue in periferia. Questo
permette che il flusso di sangue dall’aorta verso la periferia sia continuo durante tutto il ciclo cardiaco. Se l’aorta fosse
un muscolo e si comportasse come il ventricolo, allora durante la sistole si contrarrebbe e spingerebbe il sangiue ma
durante la diastole si rilascerebbe ed il sngue non andrebbe più verso i tessuti. Durante la diastole le pareti elastiche
tendono ad avvicinarsi e creano una pressione che continua a spingere il sangue verso la periferia. La pressione in
aorta teoricamente potrebbe scendere all’infinito ma questo non avviene perché inizia il ciclo successivo.
Possiamo calcolare un valore che viene detto VALORE DI PRESSIONE ARTERIOSA MEDIA, che non è una media
aritmetica tra pressione sistolica e pressione diastolica ma è il valore di pressione che possiamo registrare durante il
ciclo nei grossi vasi arteriosi. Questo valore tiene conto del fatto che la diastole dura molto di più della sistole. Quindi
il valore di pressione arteriosa media è più vicino al valore di pressione diastolica piuttosto che al valore di pressione
sistolica, è cioè una media ponderata.
VOLUME D’EIEZIONE VENTRICOLARE VOLUME TELEDIASTOLICO – VOLUME TELESISTOLICO
VOLUME D’EIEZIONE VENTRICOLARE = è il volume di sangue che viene eiettato durante un singolo ciclo cardiaco
all’interno del sistema vascolare (70 ml)
Dove:
VOLUME TELEDIASTOLICO = è il volume che abbiamo all’interno del ventricolo alla fine della diaistole (130 ml)
VOLUME TELESISTOLICHE = è il volume che abbiamo all’interno del ventricolo alla fine della sistole (60ml)
FRAZIONE DI EIEZIONE = indice di contrattilità di meccanica cardiaca e di funzione cardiaca (0.54 = 54%) può variare
tra il 50% ed il 70%
VOLUME D’EIEZIONE VENTRICOLARE
FRAZIONE DI EIEZIONE
VOLUME TELEDIASTOLICO
INDICI DI CONTRATTILITA`
MASSIMA VELOCITA` DI SALITA DELLA PRESSIONE NELLA FASE DI CONTRAZIONE ISOVOLUMETRICA pendenza
della retta che valuta l’andamento della pressione durante la salita di pressione nella fase di contrazione
isovolumetrica . Valori normali: 1.500‐2000 mmHg/sec
FRAZIONE DI EIEZIONE Valori normali: 0.5‐0.7
le tangenti nel punto di massima pendenza della porzione ascendente della
curva P ventricolare indicano i massimi valori di , detto INDICE DI
CONTRATTILITA`
A: controllo
B: cuore iperdinamico, aumento di contrattilità per somministrazione di
noradrenalina
C: cuore ipodinamico, scompenso dinamico
GITTATA CARDIACA
Il cuore deve adattarsi, ovvero non si comporta sempre uguale. il sangue è sempre lo stesso, quello che cambia è la
GITTATA CARDIACA = velocità con la quale il ventricolo pompa il sangue all’interno del circolo, normalmente espressa
in litri/minuto. Otteniamo l gittata cardiaca così:
GITTATA DEL VENTRICOLO SINISTRO = flusso ematico attraverso il circolo sistemico
GITTATA DEL VENTRICOLO DESTRO = flusso attraverso il circolo polmonare
Un uomo normale, in condizioni di riposo ha una gittata cardiaca è:
GC 70 ∗ 77 5.4 cioè il sangue contenuto nel corpo
ì
DISTRIBUZIONE DELLA GITTATA CARDIACA
Il significato della gittata cardiaca è quello di apporto di sangue ai vari organi in relazione alle loro esigenze del
momento. Il percentuale della gittata cardiaca che arriva ai diversi organi è proporzionale al consumo di ossigeno degli
stessi. Il sistema circolatorio è organizzato in distretti circolatori posti in parallelo tra loro, ognuno dei quali irrora
organi o tessuti.
CONTROLLO DELL’ATTIVITA CARDIACA
Le contrazioni del cuore non sono generate da stimoli provenienti dal sistema nervoso. Il sistema nervoso è tuttavia in
grado di regolare vari aspetti della contrazione cardiaca (velocità di contrazione e forza di contrazione). Ci sono due
controlli:
CONTROLLO ESTRINSECO: regolazione dell’attività cardiaca mediante stimoli nervosi od ormonali
CONTROLLO INTRINSECO: la funzione di un organo è regolata da fattori che originano nello stesso organo o
tessuto.
CONTROLLO ESTRINSECO
Il controllo estrinseco del cuore è attuato dal sistema nervoso autonomo. Per modificare la gittata cardiaca dovrò
agire o sulla frequenza cardiaca o sul volume di eiezione ventricolare. Le fibre del sistema autonomo regolano sia la
frequenza cardiaca che il volume di eiezione ventricolare.
SISTEMA NERVOSO AUTONOMO
Il sistema nervoso autonomo è una delle due branche efferenti in uscita con cui opera il sistema nervoso. Il SN è una
centralina, formato dal SNC (centralina delle nostre funzioni vitali), formato da encefalo e midollo spinale. Tale
centralina attraverso delle vie in entrata (vie afferenti) riceve delle informazioni e attraverso delle vie in uscita (vie
efferenti) trasmette informazioni agli organi. Il sistema nervoso efferente ha due branche:
SISTEMA NERVOSO SOMATICO: controlla le ghiandole ed i muscoli degli organi interni involontario
SISTEMA NERVOSO SOMATICO: controlla i muscoli scheletrici volontario
Il sistema nervoso autonomo è costituito da porzioni anatomicamente e funzionalmente distinte ma sinergiche:
SISTEMA NERVOSO SIMPATICO o ORTOSIMPATICO
SISTEMA NERVOSO PARASIMPATICO
Il sistema nervoso autonomi ha la funzione di regolare l’omeostasi (equilibrio) dell’organismo ed è un sistema
neuromotorio non influenzabile dalla volontà che opera con meccanismi appunto autonomi, relativi a riflessi periferici
sottoposti al controllo centrale. il sistema nervoso autonomo regola la muscolatura liscia (vasi ematici ed organi
viscerali), l’attività cardiaca e l’attività secretoria ghiandolare.
I diversi organi interni tra cui il cuore hanno una
doppia innervazione da parte del sistema
nervoso simpatico e da parte del sistema
nervoso parasimpatico. Il sistema nervoso
simpatico ed il sistema nervoso parasimpatico
hanno funzioni opposte. Considerando il cuore,
il sistema nervoso simpatico sarà in grado di
accelerare l’attività cardiaca, mentre il sistema
nervoso parasimpatico sarà in grado di
rallentare l’attività cardiaca. Le due divisioni
sono attivate in modo complementare.
Il sistema nervoso parasimpatico è al massimo della sua attività in condizioni di riposo quando stimola gli organi
digestivi e inibisce il sistema cardiovascolare.
Il sistema nervoso simpatico è detto sistema dell’attacco e fuga, è al massimo della sua attività durante i periodi di
eccitazione o intensa attività fisica quando coordina una serie di risposte note come reazioni di attacco o fuga. La
frequenza e la contrazione del muscolo cardiaco aumentano, il flusso ematico viene deviato dagli organi
gastrointestinali ai muscoli scheletrici ed al cuore e vengono mobilizzati i depositi di energia.
Tutte le vie del sistema nervoso autonomo sono composte da due neuroni: il primo che si trova nel sistema nervoso
centrale ed il secondo nel ganglio del sistema nervoso autonomo (ganglio = raggruppamento di neuroni). Il sistema
nervoso autonomo consta di vie efferenti formate da due neuroni organizzati in serie tra sistema nervoso centrale e
gli organi effettori. I neuroni comunicano tra loro mediante sinapsi localizzate in strutture periferiche chiamate gangli
del sistema nervoso autonomo. I neuroni che collegano il sistema nervoso centrale ai gangli sono definiti NEURONI
PREGANGLIARI mentre i neuroni che collegano i gangli agli organi effettori sono i NEURONI POSTGANGLIARI.
I due sistemi nervosi, simpatico e parasimpatico, vengono distinti dal punto di vista anatomico per dove si trovano i
neuroni pregangliari e per dove si trovano i neuroni postgangliari.
SISTEMA NERVOSO SIMPATICO
I neuroni pregangliari sono localizzati nelle porzioni toraciche e lombari del midollo spinale (sistema nervoso
autonomo toracolombare). Regione di sostanza grigia (colonna intermedio laterale). Poco dopo che le radici dorsali e
ventrali formano il nervo spinale l’assone del neurone pregangliare lascia il nervo spinale attraverso una diramazione
chiamata ramo bianco che penetra in uno o più gangli simpatici localizzati al di fuori del midollo spinale. Gli assoni
postgangliari tornano al nervo spinale attraverso una diramazione chiamata RAMO GRIGIO e raggiunge l’organo
effettore attraverso il nervo spinale. I gangli simpatici sono tra loro collegati in modo tale da formare una struttura che
decorre parallelamente alla colonna vertebrale, ai due lati di essa, chiamata CATENA SINAPTICA o TRONCO
SINAPTICO.
SISTEMA NERVOSO PARASIMPATICO
I neuroni pregangliari del sistema nervoso parasimpatico originano o nel tronco dell’encefalo o nel midollo spinale
sacrale (divisione cranio‐sacrale). I neuroni pregangliari parasimpatici sono relativamente lunghi e terminano in gangli
localizzati vicino agli organi effettori.
Nella porzione craniale del sistema nervoso parasimpatico i neuroni sono localizzati nel tronco dell’encefalo e inviano i
propri assoni in associazione con i nervi cranici. NERVO VAGO origina nel midollo allungato ed innerva molti visceri
(cuore). Anche il nervo oculomotore, facciale, glossofaringeo.
I sistemici parasimpatico e simpatico sono opposti dal punto di vista funzionale e si differenziano dal punto di vista
anatomico per la posizione dei neuroni pregangliari.
NEUROTRASMETTITORI E RECETTORI DEL SISTEMA NERVOSO AUTONOMO
Abbiamo il neurone pregangliare, collegato al neurone postgangliare, collegato all’organo effettore, sia per il sistema
simpatico che per quello parasimpatico. I due neurotrasmettitori del sistema nervoso autonomo sono:
ACETILCOLINA: è rilasciata dai neuroni pregangliari simpatici e parasimpatici e dai neuroni postgangliari
parasimpatici. L’acetilcolina si trova nel neurotrasmettitore che media tutte le sinapsi tra i neuroni intergangliari e
postgangliari, sia nella branca simpatica che in quella parasimpatica, e media anche la sinapsi tra organo
postgangliare ed organo effettore per la branca parasimpatica.
NORADRENALINA: è il neurotrasmettitore usato dai neuroni simpatici postgangliari (adrenergici). La noradrenalina
media la sinapsi chimica tra neurone postgangliare ed organo effettore per la branca simpatica. Quando iniettiamo
la noradrenalina andiamo a potenziare il sistema nervoso simpatico.
RECETTORI COLINERGICI
La funzione di una sinapsi chimica dipende dal recettore che si trova nel neurone postgangliare. I recettori
dell’acetilcolina sono due:
RECETTORI NICOTINICI: È un recettore canale, è eccitatorio (quando l’acetilcolina si lega al recettore
nicotinico si apre un canale che fa passare sodio e potassio e la cellula si depolarizza). Si trovano su corpi
cellulari e dendriti dei neuroni postgangliari simpatici e parasimpatici, sulle cellule midollari surrene e sulle
cellule scheletriche.
RECETTORI MUSCARINICI: non sono recettori canale. Possono essere eccitatori o inibitori e si trovano negli
organi effettori del sistema nervoso parasimpatico.
RECETTORI ADRENERGICI
Vi sono due classi principali di recettori adrenergici localizzati in organi effettori del sistema nervoso:
RECETTORI α ,
RECETTORI β , ,
I recettori adrenergici sono accoppiati ai recettori G che attivano o inibiscono i sistemi di secondi messaggeri.
I recettori α hanno maggiore affinità per la noradrenalina e sono eccitatori.
I recettori β , β hanno uguale affinità eccitatori.
I recettori β hanno maggiore affinità per l’adrenalina inibitori.
Tipo di recettore Affinità relative Meccanismo trasduzione Effetto sull’organo
effettore
α NA>A Attiva IP3 Eccitatorio
α NA>A Inibisce AMPc Eccitatorio
β NA=A Attiva AMPc Eccitatorio
β A>>NA Attiva AMPc Inibitorio
β NA>A Attiva AMPc Eccitatorio
REGOLAZIONE DELLE FUNZIONI VEGETATIVE
Un bilanciamento dei livelli di attività tra le due divisioni del sistema nervoso autonomo è fondamentale per il
mantenimento dell’omeostasi. Riposo spese dell’organismo ridotte, indirizzate per lo più alla digestione ed
assorbimento dei nutrienti; il lavoro cardiaco non è elevato. Quando l’organismo è in attività aumenta l’azione del
simpatico aumento dell’attività cardiaca e aumento del flusso ai muscoli scheletrici. Le modificazioni dell’attività del
sistema nervoso autonomo si realizza attraverso l’attivazione dei riflessi viscerali cambiamenti automatici nelle
funzioni degli organi in risposta a mutate condizioni dell’organismo. Le aree encefaliche maggiormente coinvolte in
questa funzione regolatoria sono l’ipotalamo, il ponte ed il midollo allungato.
Chi comanda il sistema nervoso autonomo? I CENTRI AUTONOMICI SUPERIORI. Il sistema nervoso autonomo agisce
sia in via riflessa dopo stimoli adeguati (es: costrizione della pupilla alla luce) sia su comandi di centri integratori
troncoencefalici, ipotalamici, limbici e neocorticali che sono responsabili del comportamento finalizzato e della
regolazione della temperatura, della sete, della fame, del respiro, delle funzioni cardiorespiratorie...
Per regolare l’attività cardiaca si regola la gittata cardiaca che dipende dalla frequenza cardiaca e dal volume di
eiezione ventricolare
CONTROLLO DELLA FREQUENZA CARDIACA
1. Controllo da parte del sistema nervoso autonomo
Il sistema nervoso autonomo modula la frequenza cardiaca che deriva dalle cellule pacemaker. È il numero di PA
generati in un minuto dalle cellule pacemaker. Il nodo SA è innervato sia dalle fibre in verde (sistema nervoso
simpatico) che da quelle in blu (sistema nervoso parasimpatico). Quindi il nodo senoatriale ha una doppia
innervazione (anche il nodo atrioventricolare). Le cellule pacemaker nodali sono controllate sia dalla branca simpatica
che parasimpatica. Il miocardio (cellule muscolari) invece è innervato solo dal sistema nervoso simpatico. Il sistema
nervoso parasimpatico controlla soprattutto i due nodi mentre il sistema nervoso simpatico innerva tutto il cuore è
molto più importante che l’attività cardiaca venga aumentata piuttosto che diminuita. Le cellule pacemaker del nodo
senoatriale sono controllate dai neuroni simpatici e parasimpatici. Quando l’attività simpatica aumenta, la frequenza
dei PA aumenta. Quando l’attività parasimpatica aumenta, la frequenza dei PA diminuisce.
Meccanismo d’azione delle cellule pacemaker:
le fibre del simpatico fanno aumentare la velocità della
depolarizzazione spontanea attraverso un meccanismo mediato
dall’AMPc che promuove il passaggio degli ioni sodio e degli ioni
calcio nella cellula pacemaker.
Le fibre del parasimpatico fanno invece diminuire l’entità della
depolarizzazione spontanea agendo su recettori muscarinici con
conseguente diminuzione dell’ingresso degli ioni calcio e degli ioni
sodio nella cellula mentre la fuoriuscita del potassio aumenta.
Grigio: PA delle cellule pacemaker a riposo
Verde: PA delle cellule pacemaker sotto l’azione del
sistema nervoso simpatico (la frequenza aumenta)
Blu: PA delle cellule pacemaker sotto l’azione del
sistema nervoso parasimpatico (la frequenza
diminuisce)
I neuroni simpatici innervano anche il nodo atrioventricolare ed altre parti del sistema di conduzione, dove possono
far aumentare la velocità di conduzione dei PA. Dopo la contrazione atriale la contrazione ventricolare parte prima e
prosegue più rapidamente. I neuroni parasimpatici svolgono azione inversa.
Sistema simpatico: aumenta la frequenza di scarica del nodo senoatriale e velocizza la trasmissione dell’impulso
attraverso il sistema di conduzione
Sistema parasimpatico: azione inversa
2. Controllo ormonale
L’adrenalina (secreta dalla midollare del surrene) svolge un’azione simile a quella del sistema nervoso simpatico. Ad
un aumento dell’attività del sistema nervoso simpatico corrisponde un aumento della secrezione di adrenalina (azione
di rinforzo). Ormoni tiroidei, insulina e glucagone agiscono in odo simile al sistema simpatico, cioè tendono ad
aumentare la frequenza cardiaca.
CONTROLLO DEL VOLUME DI EIEZIONE VENTRICOLARE
È condizionata da:
CONTRATTILITA` VENTRICOLARE
VOLUME TELEDIASTOLICO (PRECARICO) = quantità di angue che è presente all’interno del cuore alla fine della
diastole
POSTCARICO = pressione che i ventricoli devono vincere per produrre lavoro (pompare il sangue)
CONTRATTILITA`VENTRICOLARE:
CONTRATTILITA`= capacità del muscolo di generare forza
Ogni fattore capace di indurre i ventricoli a contrarsi con più forza tende a far aumentare il volume di eiezione
ventricolare aumentando la gittata cardiaca.
1) Controllo del sistema nervoso simpatico della contrattilità
I neuroni simpatici si proiettano anche alle cellule muscolari che costituiscono la massa del miocardio. Quando il
simpatico è attivo gli atri e i ventricoli riescono a generare più forza, le fibre muscolari di atri e ventricoli hanno una
contrattilità aumentata in risposta al sistema nervoso simpatico aumenta la pressione atriale e il volume di sangue
pompato dagli atri ai ventricoli. La contrattilità ventricolare aumenta aumentando la gittata cardiaca.
Questo succede facilitando il legame del calcio con la troponina, il legame actina‐miosina, velocizzando il processo con
cui la fibra si contrae e rilascia e velocitando il processo con cui il calcio si lega e si rilascia.
‐ I neuroni simpatici liberano il NA che si fissa a recettori β posti
sulle cellule.
‐ Attivazione AMPc
‐ Attivazione protein chinasi con:
1. Fosforilazione dei canali per il calcio sulla membrana
plasmatica e nel reticolo sarcoplasmatico aumento di calcio
2. Fosforilazione della miosinaaumento della velocità di
formazione dei ponti trasversali
3. Fosforilazione del calcio ATPasiaumento di
ricaptazione del calcio aumento della velocità di rilasciamento
Le cellule del miocardio si contraggono più velocemente e
producono maggiore forza
Il sistema simpatico non solo fa sì che le cellule nodali si depolarizzino più velocemente, dando luogo a più PA in un
minuto ma che ogni volta che la massa nel miocardio comune viene invasa dal segnale elettrico venga prodotta più
forza.
2) Controllo ormonale della contrattilità
Insulina, glucagone, ormoni tiroidei. Adrenalina (prodotta dalla midollare del surrene) attività sinergica col sistema
nervoso simpatico.
VOLUME TELEDIASTOLICO (PRECARICO)
Come il volume telediastolico controlli il volume di eiezione ventricolare è detto CONTROLLO INTRINSECO
(meccanismo che opera internamente al cuore). La forza di contrazione non dipende solo dal controllo estrinseco, ma
varia anche in risposta all’entità di stiramento che il miocardio ventricolare subisce quando il ventricolo si riempie di
sangue. Il controllo intrinseco è legato al fatto che tanto più sangue torna al ventricolo attraverso il processo di ritorno
venoso dall’atrio (fase di riempimento ventricolare) tanto maggiore sarà il sangue che verrà spinto dal ventricolo verso
il circolo. Il volume telediastolico stira le fibre muscolari e da questo grado di stiramento dipende poi la forza che verrà
generata dalle fibre muscolari stesse. Quindi la forza di contrazione delle fibre muscolari del ventricolo dipende anche
dal grado di stiramento della fibra muscolare stessa ed il grado di stiramento dipende dalla quantità di sangue che ha
riempito il ventricolo, ovvero dal volume telediastolico questa è la LEGGE DI STARLING, che è la legge del controllo
intrinseco del cuore.
LEGGE DI STARLING: quando il flusso di sangue che proviene dai vasi venosi (cioè corrispondente al ritorno venoso) e
che riempie il cuore varia, il cuore aggiusta automaticamente il flusso in uscita per adattarlo a quello in ingresso.
Il fatto che il cuore sia in grado di aggiustare il flusso in uscita per adattarlo a quello in ingresso dipende dal fatto che
le fibre muscolari si stirano diversamente a seconda del volume di sangue che entra all’interno del cuore e dallo
stiramento della fibra muscolare dipende la tensione che la fibra muscolare sviluppa durante la contrazione.
EFFETTO STARLING:
Se aumenta il volume telediastolico, aumenta la forza di contrazione ventricolare, producendo un incremento del
volume di eiezione ventricolare e, quindi della gittata cardiaca.
Se il volume telediastolico diminuisce, diminuisce la forza di contrazione muscolare, producendo una diminuzione del
volume di eiezione ventricolare e quindi della gittata cardiaca.
Quindi un fattore da cui dipende la gittata cardiaca è il volume telediastolico
BASE FISIOLOGICA DELL’EFFETTO STARLING:
se ho un aumento del volume telediastolico, questo provoca un allungamento delle fibre del miocardio ventricolare.
La forza di contrazione che la fibra muscolare genera in risposta ad un segnale elettrico dipende dalla lunghezza della
fibra stessa. Nel cuore la forza di contrazione che la fibra muscolare produce aumenta con lo stiramento.
Ad ogni lunghezza viene generata una tensione attiva (quella che la fibra sviluppa in risposta ad un segnale elettrico
attraverso lo scorrimento dei filamenti ed attraverso i ponti actina‐miosina) ed una tensione passiva (dovuta al tessuto
tendineo). Man mano che aumenta la lunghezza della fibra aumenta sia la tensione passiva che la tensione attiva, e
quindi aumenta la tensione totale (data dalla somma delle due). La tensione isometrica massima T che un muscolo
può sviluppare dipende dalla lunghezza delle fibre muscolari: RELAZIONE TENSIONE‐ LUNGHEZZA. I valori di T
registrati durante la contrazione muscolare a lunghezze diverse vengono riportati in un grafico (curva tensione‐
lunghezza). La T effettivamente prodotta, ad una data L, è la somma della:
TENSIONE PASSIVA: tensione sviluppata dallo stiramento del muscolo, precarico
TENSIONE ATTIVA: tensione sviluppata durante la contrazione isometrica, dallo scorrimento dei filamenti. La
lunghezza massima è la lunghezza alla quale il muscolo sviluppa la massima tensione attiva.
TENSIONE PASSIVA
Le fibre muscolari cardiache stirate sviluppano maggiore tensione passiva rispetto a quelle scheletriche, cioè si
comportano come strutture più rigide.
TENSIONE ATTIVA
La tensione attiva dipende dalla lunghezza del sarcomero. Il sarcomero ha una lunghezza, detta LUNGHEZZA
MASSIMA o OTTIMALE, cioè la lunghezza a cui il sarcomero riesce a sviluppare il massimo di forza contrattile in
presenza di calcio. Questa lunghezza è quella in cui c’è una perfetta sovrapposizione tra teste di miosina e siti di
legame dell’actina per la miosina. Quando noi stiriamo il sarcomero dalla lunghezza ottimale, non sovrapponiamo più
perfettamente le teste di miosina con i siti di legame dell’actina per la miosina. Quando noi lo contraiamo di nuovo
non sovrapponiamo più perfettamente le teste di miosina con i siti di legame dell’actina per la miosina. la tensione
attiva che viene prodotta da una fibra muscolare dipende dalla lunghezza dei singoli sarcomeri che costituiscono la
fibra muscolare. la lunghezza ottimale è quella in cui la mia fibra muscolare riesce, in presenza di calcio, a formare il
numero massimo di ponti trasversale, ciò significa che tutti i siti di legame dell’actina per la miosina e della miosina
per l’actina sono sovrapposti. Al di sotto o al di sopra della lunghezza ottimale la sovrapposizione tra filamenti spessi e
sottili non è perfetta, non sono tutti sovrapposti e non si possono formare tutti i ponti trasversali che quella fibra
teoricamente potrebbe produrre. Col muscolo scheletrico io cerco di mettermi nella condizione di generare più forza,
mentre col cuore, che è un sistema di salvataggio, a riposo, lavoro con una lunghezza che è subottimale, in modo da
avere margine per poter aumentare la tensione.
Alla lunghezza fisiologica del sarcomero, 1.8‐2.3 μm, a parità di sovrapposizione tra i miofilamenti, la relazione T‐L è
più rapida nel muscolo cardiaco, rispetto allo scheletrico. Nel muscolo cardiaco la maggiore attivazione dell’apparato
contrattile dipende, non solo dalla sovrapposizione dei miofilamenti, ma anche dall’aumento, con l’allungamento,
della sensibilità della troponina al calcio. Così, a parità di calcio, aumenta il numero dei ponti actina‐miosina.
L’aumento del volume telediastolico provoca un allungamento delle fibre del miocardio ventricolare. Uno stiramento
provoca un aumento della forza di contrazione: le fibre si avvicinano alla lunghezza ottimale di contrazione (la
lunghezza ottimale del sarcomero per il muscolo cardiaco è superiore alla lunghezza di riposo). Lo stiramento delle
fibre aumenta l’affinità della troponina verso il calcio (aumento del numero di ponti trasversali attivi).
CURVA DI STARLING o CURVA DELLA FUNZIONE
CARDIACA in condizioni normali
È una curva tracciata assumendo che l’effetto del
simpatico e gli altri fattori che influenzano il volume
d’eiezione siano costanti.
Le variazioni sia dell’attività del simpatico che del volume
telediastolico influenzano la forza di contrazione
ventricolare
se aumenta l’attività simpatica, la curva di Starling si sposta
verso l’alto. Il volume di eiezione ventricolare per quel dato
volume telediastolico aumenta, rispecchiando l’aumento
della contrattilità indotta dal sistema nervoso simpatico
LEGGE DI FRANK‐STARLING o LEGGE DEL CUORE: la forza di contrazione sviluppata dalle fibre cardiache durante la
sistole, e quindi la quantità di sangue espulsa dal ventricolo, dipendono dalla lunghezza iniziale delle fibre, cioè dal
volume telediastolico. Il volume telediastolico, che dipende dal ritorno venoso, determina così la gittata sistolica.
CURVA DI FUNZIONALITA` CARDIACA: esprime la
legge di Starling. Mette in relazione la gittata sistolica
con il volume telediastolico, che dipende dalla
pressione nell’atrio destro, a su volta dipendente dal
ritorno venoso.
Grazie all’effetto Starling il cuore regola la propria dimensione aggiustando il volume di eiezione ventricolare al ritorno
venoso. Se questo non succedesse ed il volume di eiezione ventricolare rimanesse stabile nonostante l’aumento del
ritorno venoso (e quindi del volume telediastolico) ad ogni battito il cuore accumulerebbe quantità crescenti di sangue
e si dilaterebbe.
LEGGE DI LAPLACE
il sangue non deve accumularsi all’interno del ventricolo. se il volume di eiezione ventricolare rimanesse stabile
nonostante il ritorno venoso (volume telediastolico), ad ogni battito cardiaco invece che 60 ml, rimarrebbero nel
cuore volumi di sangue in valore sempre crescente. Questo sarebbe svantaggioso perché questo accumulo di sangue
porterebbe ad una dilatazione della camera cardiaca. Il cuore dilatato non riesce a svolgere la sua funzione. La
dilatazione ha un effetto negativo sull’attività cardiaca, e questo viene spiegato dalla LEGGE DI LAPLACE. L’effetto
negativo dell’aumento di dimensioni del cuore sull’azione di pompa deriva da un principio fisico. Riguarda il rappirto
tra tensione della parete e tensione che viene sviluppata da un contenitore sferico. In un contenitore sferico la
tensione della parete è proporzionale alla pressione ed al diametro del contenitore.
TENSIONE α PxD
la legge di Laplace per il cuore:
2Td
P
r
la pressione P che si genera nelle cavità cardiache dipende dalla tensione T sviluppata dalla parete muscolare e dal
raggio r e dallo spessore d della parete delle camere cardiache.
La legge di Laplace spiega perché nel caso di dilatazione ventricolare il cuore sia meccanicamente svantaggiato.
Confrontiamo un cuore normale e un cuore dilatato. A sinistra abbiamo un cuore normale con una certa pressione P, a
destra abbiamo un cuore dilatato che quindi ha un aumento del raggio ed una diminuzione dello spessore.
Se ho una dilatazione devo ì sviluppare una tensione T maggiore per ottenere la stessa pressione P.
INSUFFICIENZA CARDIACA: se i ventricoli diventano troppo grandi diventano incapaci di generare una pressione
sufficiente a mantenere una gittata cardiaca adeguata.
VOLUME TELEDIASTOLICO: FATTORI CHE LO NFLUENZANO:
secondo la legge di Starling la forza della contrazione ventricolare aumenta o diminuisce all’aumentare o diminuire del
volume telediastolico. Il volume telediastolico dipende da vari fattori:
TEMPO DI RIEMPIMENTO, dipendente dalla frequenza cardiaca
POMPA MUSCOLARE SCHELETRICA: processo attraverso il quale se io contraggo dei muscoli, le vene all’interno
dei muscoli vengono schiacciate dalle fibre muscolari che si contraggono e viene facilitato il ritorno venoso verso
il cuore. Questo va ad aumentare il volume telediastolico.
TEMPO DI RIEMPIMENTO:
Tempo di riempimento ventricolare che rappresenta la gran parte del ciclo cardiaco. Quando la frequenza cardiaca
diminuisce il tempo di riempimento si allunga perché aumenta la durata della diastole.
Fr 60 battiti/min 0.6 s
Fr 180 battiti/min 0.1 s
Quando la frequenza è bassa per aumentare la quantità di sangue che ad ogni battito spingo in periferia aumenta il
volume telediastolico e aumenta la gittata sistolica. Poiché quando la frequenza è bassa, l’ingresso di sangue nei
ventricoli può durare più tempo, un’ulteriore riduzione della frequenza cardiaca aumento del tempo di
riempimentoaumento del precaricoaumento del volume telediastolico.
POSTCARICO
POSTCARICO = pressione che i ventricoli devono vincere per produrre lavoro (pompare il sangue), cioè la pressione
minima che abbiamo in aorta.
Il volume di eiezione ventricolare dipende non solo da quanta forza il muscolo ventricolare sviluppa, ma anche da
quanta forza si oppone al passaggio di sangue nei tronchi arteriosi. Quando il cuore pompa il sangue il muscolo
ventricolare lavora contro la pressione arteriosa. L’aumento della pressione arteriosa tende a far diminuire il volume
di eiezione ventricolare. Poiché la pressione arteriosa genera un carico sul miocardio che si manifesta dopo l’inizio
della contrazione viene definita postcarico.
Un aumento del postcarico implica che il ventricolo dovrà generare una forza maggiore per aprire la valvola aortica e
ci metterà più tempo per generare quella forza, se aumenta il postcarico diminuisce il volume di eiezione ventricolare.
Quindi un aumento della pressione arteriosa è svantaggioso per l’attività cardiaca perché il ventricolo dovrà generare
una pressione maggiore per poter aprire la valvola aortica.