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Montesqueie:

È il presidente per 15 anni del parlamento di Bordeaux, conosce alla perfezione i meccanismi che
governano la giustizia penale e civile, e in generale il funzionamento del giudizio in Francia conscendono
anche le pecche del sistema di antico regime e le pecche della sua classe di appartenenza, l'aristocrazia, ed i
limiti che bloccano l'azione sovrano --> è monarchico.
Nel 1748 pubblica un'opera ponderosa, "lo spirito delle leggi" --> quasi ogni cosa detta, anche dagli
illuministi italiani, denota il fatto che lo abbiano letto.
Ha un'intuizione notevolissima:

Si domanda "che cosa sono le leggi?":


Le leggi sono quelle regole che nascono dai rapporti delle cose fra di loro e degli uomini con le cose.
Nel momento in cui entriamo in rapporto fra di noi e/o con le cose creiamo delle regole --> da un semplice
cenno di saluto, anche a seconda del tipo di conoscenza che cambia il tipo di saluto.
Le regole naturale basiche per lui sono quelle che nascono dai nostri bisogni biologiche: fame, riproduzione
e socialità --> es. il nostro bisogno di socialità creano delle regole che ci consentano i nostri rapporti sociali,
da qui nascono le regole per vivere bene in comunità.
Queste nostre basiche regole biologiche nel momento in cui entriamo in rapporto tra di noi creano le
regole naturali, che non sono scritte nella sua idea, sono regole naturali che esistono dal fatto stesso in cui
viviamo.
Rapporti regolati da alcuni variabili: geografiche, climatiche e culturali ma fondamentali sono anche le
strutture politiche.
Queste regole basiche, sono influenzate da delle variabili: per cui tutte le civiltà conoscono delle forme di
unione tra gli uomo e donna per riprodursi o delle regole per distribuire le risorse, ma a seconda della
latitudine geografica e delle vicende storiche di un popolo, il matrimonio sarà diverso alle Fiji rispetto che in
Francia(rito diverso ma stessa sostanza).
Le variabili sono di vario tipo: climatiche (il "dress code" ad es.), culturali e geografiche a queste variabili
basiche inserisce quella che diventa poi una delle teorie/enunciazioni che sono rimaste più famose della
sua opera, ovvero la classificazione delle strutture politiche:
Che per uno stato è una delle variabili fondamentali che determinano la forma e il contenuto delle leggi di
un popolo.
 
Perché parla delle forme di governo?
Perché le forme di governo sono una delle variabili fondamentali che incidono sulle leggi di quel popolo.
Le forme di governo che Montesqueie individua sono:
 Il governo repubblicano, che poteva essere di 2 tipi: o come ad es le città stato greche -->
democrazia per tutti i cittadini liberi.
Questa forma di governo ovviamente influenza le leggi che ci si dava.
Oppure solo una parte, Oligarchia (il governo dei migliori) --> con l'oligarchia veneziana che è il tipico
esempio, con un elenco di famiglie che si chiuse e venne via via integrato intorno alle metà del '200
che indicava chi poteva entrare a far parte delle istituzioni e diventare eventualmente doge
Questi regimi repubblicani nella sua idea sono su territori non vasti.
 Il governo monarchico: la monarchia di Montesqueie è quella di uno che ha letto Locke e sa cosa è
successo 60 anni prima in Inghilterra, infatti secondo lui, il monarca è vero che governa da solo ma
secondo leggi fisse che lo limitano.
I corpi intermedi, come l'aristocrazia(sia i parlement che l'aristocrazia di corte), lo preservano dal
diventare un despota.
Per la Francia lui vuole questo
 Il governo dispotico: esempio quello dell'impero Ottomano, nel quale un'unica persona esercita il
potere senza limiti, senza leggi che lo limitano, è un tiranno.

 
La libertà:
Cos'è per Montesqueie?
È il diritto di fare tutto ciò che le leggi consentono; perciò, consiste in quella tranquillità di spirito che
ciascuno ha della propria sicurezza.
 
In opere vaste come quelle di Montesqueie ci sono dei punti che agli occhi della storiografia entrano in
collisione tra loro:
Nella lettura della descrizione di quello che è per lui il diritto naturale si potrebbe quasi dire che le leggi
naturali, che nascono dai rapporti tra le cose, sono le consuetudini --> e siccome variano a seconda dei
contesti geografici dovrebbero/potrebbero rimanere specifiche per ogni territorio, avendo ogni territorio le
sue leggi naturali.
Montesqueie è il difensore del particolarismo giuridico, ed è anche uno dei motivi per cui i rivoluzionari non
le ameranno, oltre che per il fatto che è monarchico.
D'altro canto, in un'altra parte della sua opera parla della libertà e dice che una delle cose che sono
necessarie affinché l'uomo sia libero è necessario che vi siano delle buone leggi penali, e affinché siano
buone devono essere:
 Stabilite precedentemente al reato: irretroattività della legge
 Miti nel punire
 Chiare per sottrarsi all'interpretazione dei giudici
Altra condizione è anche la separazione dei poteri.

Questo è quindi un presupposto della codificazione penale: si mette a tema uno dei principi che saranno
fondamentali nella polemica illuminista, cioè:
La sottoposizione del giudice alla legge --> per Montesqueie deve essere un'automa che legge la legge e la
applica, verifica il reato, guarda la pena e la applica (bocca della legge).

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