Testo Bilingue
LATINO - ITALIANO
ISBN 978-88-209-9454-9
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www.vatican.va
NOTA DEL CURATORE
1
In questa edizione alle pp. XXI, nota 9; 4407, nota 1; 4412.
2
In questa edizione Appendice, pp. 4399; 4403; 4407.
VI La Sacra Bibbia
3
In questa edizione si veda Presentazione, pp. LIII-LIV.
4
Cfr. L. Alonso Schökel, Biblia Polyglotta Complutensia, in Biblica, 67(1986)448-449.
VIII La Sacra Bibbia
Si veda La Bibbia “Vulgata” dalle origini ai nostri giorni, Abbazia San Girolamo
6
Le caratteristiche
L’origine
PRIMO POEMA
La sposa si presenta
5
Nigra sum sed formosa, filiae 5
Bruna sono ma bella,
Ierusalem, o figlie di Gerusalemme,
sicut tabernacula Cedar, sicut come le tende di Kedar,
pelles Salma. come le cortine di Salomone.
6
Nolite me considerare quod 6
Non state a guardare se sono
fusca sim, bruna,
quia decoloravit me sol. perché il sole mi ha abbronzato.
Filii matris meae irati sunt mihi; I figli di mia madre si sono sde-
gnati con me:
1,3 Effusum - Lege mûra-q; TM tûraq, 3 sg. fem. imperfecti hofal eiusdem verbi rjq
1,1-4 Il Cantico si apre con la presentazione dei protagonisti (l’amata, l’amato, le ragazze
che compongono il coro) e con l’enunciazione dei temi in esso dominanti (i sentimenti, le
effusioni, i desideri e i gesti dell’amore).
1,1 Cantico dei Cantici: è una forma di superlativo ebraico (“il canto per eccellenza”, “il can-
to più bello”).
1,5-6 La sposa ha le fattezze della donna della campagna palestinese, che il sole e il lavoro
dei campi hanno abbronzato. Le ragazze di Gerusalemme, invece, vedono nel candore del
volto la bellezza ideale (5,10).
1,5 Kedar: designa una tribù di nomadi, discendenti da Ismaele (Gen 25,13).
Ct 1,6 2226
Colloquio d’amore
9
Equae in curribus pharaonis 9
Alla puledra del cocchio del fa-
raone
assimilavi te, amica mea. io ti assomiglio, amica mia.
10
Pulchrae sunt genae tuae inter 10
Belle sono le tue guance fra gli
inaures, orecchini,
collum tuum inter monilia. il tuo collo tra i fili di perle.
11
Inaures aureas faciemus tibi 11
Faremo per te orecchini d’oro,
vermiculatas argento. con grani d’argento.
12
Dum esset rex in accubitu suo, 12
Mentre il re è sul suo divano,
nardus mea dedit odorem suum. il mio nardo effonde il suo pro-
fumo.
13
Fasciculus myrrhae dilectus 13
L’amato mio è per me un sac-
meus mihi, chetto di mirra,
qui inter ubera mea commoratur. passa la notte tra i miei seni.
14
Botrus cypri dilectus meus 14
L’amato mio è per me un grap-
mihi polo di cipro
in vineis Engaddi. nelle vigne di Engàddi.
15
Ecce tu pulchra es, amica mea, 15
Quanto sei bella, amata mia,
ecce tu pulchra es: quanto sei bella!
oculi tui columbarum. Gli occhi tuoi sono colombe.
16
Ecce tu pulcher es, 16
Come sei bello, amato mio,
dilecte mi, et decorus. quanto grazioso!
Lectulus noster floridus, Erba verde è il nostro letto,
17
tigna domorum nostrarum ce- 17
di cedro sono le travi della no-
drina, stra casa,
laquearia nostra cupressina. di cipresso il nostro soffitto.
2,1 Saron: il nome della pianura costiera, che si estende dalla città di Giaffa al monte Car-
melo. A questo nome è collegata l’idea di prosperità e abbondanza.
2,4 cella del vino: il luogo dove veniva fatto fermentare il vino.
Ct 2,8 2228
SECONDO POEMA
Lo sposo cerca la sposa
8
Vox dilecti mei! 8
Una voce! L’amato mio!
Ecce iste venit Eccolo, viene
saliens in montibus, saltando per i monti,
transiliens colles. balzando per le colline.
9
Similis est dilectus meus ca- 9
L’amato mio somiglia a una gaz-
preae zella
hinnuloque cervorum. o ad un cerbiatto.
En ipse stat Eccolo, egli sta
post parietem nostrum dietro il nostro muro;
respiciens per fenestras, guarda dalla finestra,
prospiciens per cancellos. spia dalle inferriate.
10
En dilectus meus loquitur 10
Ora l’amato mio prende a dir-
mihi: mi:
«Surge, amica mea, «Àlzati, amica mia,
columba mea, formosa mea, et mia bella, e vieni, presto!
veni. 11
Perché, ecco, l’inverno è passato,
11
Iam enim hiems transiit, è cessata la pioggia, se n’è andata;
imber abiit et recessit. 12
i fiori sono apparsi nei campi,
12
Flores apparuerunt in terra, il tempo del canto è tornato
tempus putationis advenit; e la voce della tortora ancora si
vox turturis audita est fa sentire
in terra nostra, nella nostra campagna.
13
ficus protulit grossos suos, 13
Il fico sta maturando i primi
frutti
vineae florentes dederunt odo- e le viti in fiore spandono profumo.
rem suum:
surge, amica mea, Àlzati, amica mia,
speciosa mea, et veni, mia bella, e vieni, presto!
14
columba mea, in foraminibus 14
O mia colomba,
petrae, che stai nelle fenditure della roc-
in caverna abrupta. cia,
nei nascondigli dei dirupi,
Ostende mihi faciem tuam, mostrami il tuo viso,
sonet vox tua in auribus meis; fammi sentire la tua voce,
2,12-14 Nella poesia biblica la tortora, con il suo canto, era considerata il simbolo dell’amo-
re; la colomba il simbolo della fedeltà e della fecondità.
2229 Ct 3,4
Intensità d’amore
15
Capite nobis vulpes, vulpes 15
Prendeteci le volpi,
parvulas, le volpi piccoline
quae demoliuntur vineas, che devastano le vigne:
nam vineae nostrae florescunt. le nostre vigne sono in fiore.
16
Dilectus meus mihi, et ego illi, 16
Il mio amato è mio e io sono sua;
qui pascitur inter lilia, egli pascola fra i gigli.
17
antequam aspiret dies, 17
Prima che spiri la brezza del
giorno
et festinent umbrae. e si allunghino le ombre,
Revertere; similis esto, ritorna, amato mio,
dilecte mi, capreae simile a gazzella
hinnuloque cervorum o a cerbiatto,
super montes Bether. sopra i monti degli aromi.
2,15 L’immagine delle piccole volpi che devastano le vigne può essere compresa come un’ombra
minacciosa, attorno alla luce e alla bellezza dell’amore, che va difeso. Nel simbolismo biblico, la
vigna è immagine della donna ed è anche il bene più prezioso che l’agricoltore possiede.
Ct 3,5 2230
5
Adiuro vos, filiae Ierusalem, 5
Io vi scongiuro, figlie di Gerusa-
lemme,
per capreas cervasque campo- per le gazzelle o per le cerve dei
rum, campi:
ne suscitetis neque evigilare fa- non destate, non scuotete dal
ciatis dilectam, sonno l’amore,
donec ipsa velit. finché non lo desideri.
TERZO POEMA
Il corteo nuziale
6
Quid hoc, quod ascendit per 6
Chi sta salendo dal deserto
desertum come una colonna di fumo,
sicut virgula fumi, esalando profumo di mirra e
aromatizans tus et myrrham d’incenso
et universum pulverem pigmen- e d’ogni polvere di mercanti?
tarii?
7
En lectulum Salomonis. 7
Ecco, la lettiga di Salomone:
Sexaginta fortes ambiunt illum sessanta uomini prodi le stanno
intorno,
ex fortissimis Israel, tra i più valorosi d’Israele.
8
omnes tenentes gladios 8
Tutti sanno maneggiare la spada,
et ad bella doctissimi, esperti nella guerra;
uniuscuiusque ensis super femur ognuno porta la spada al fianco
suum contro il terrore della notte.
propter timores nocturnos. 9
Un baldacchino si è fatto il re
9
Ferculum fecit sibi rex Salomon Salomone
de lignis Libani; con legno del Libano.
10
columnas eius fecit argenteas, 10
Le sue colonne le ha fatte d’ar-
gento,
reclinatorium aureum, d’oro la sua spalliera;
sedile purpureum: il suo seggio è di porpora,
medium eius stratum ebeneum. il suo interno è un ricamo d’amore
Filiae Ierusalem, delle figlie di Gerusalemme.
11
egredimini et videte, 11
Uscite, figlie di Sion,
filiae Sion,
regem Salomonem guardate il re Salomone
in diademate, quo coronavit il- con la corona di cui lo cinse sua
lum, mater sua madre
3,10 Ebeneum - Lege hobnîm, vel ’ǎba-nîm; TM «amor», extra contextum orationis | Filiae -
Omittendum mi(n) «ex» ante benôt, et transferendum atnah
. ante idem verbum
3,6-11 L’apertura del poema è affidata al coro: è come una voce fuori campo, alla quale l’au-
tore riserva il ruolo di commentatore o di transizione verso un nuovo quadro.
3,9 Libano: rinomato per il legname dei suoi boschi.
2231 Ct 4,7
4,1-7 Come in 1,9-2,7, anche qui è il mondo della campagna, dei monti e delle città della
terra di Canaan a fornire immagini e allusioni per descrivere la bellezza della sposa.
4,1 Gàlaad: la regione montagnosa situata al di là del fiume Giordano.
4,7 Questo testo è stato applicato dalla liturgia alla Vergine Maria, nel suo privilegio di Im-
macolata.
Ct 4,8 2232
15
Fons hortorum, 15
Fontana che irrora i giardini,
puteus aquarum viventium, pozzo d’acque vive
quae fluunt impetu de Libano. che sgorgano dal Libano.
16
Surge, aquilo, 16
Àlzati, vento del settentrione,
vieni,
et veni, auster; vieni vento del meridione,
perfla hortum meum, soffia nel mio giardino,
et fluant aromata illius. si effondano i suoi aromi.
5 1 Veniat dilectus meus in hor- Venga l’amato mio nel suo giar-
tum suum dino
et comedat fructus eius optimos. e ne mangi i frutti squisiti.
QUARTO POEMA
L’amato bussa alla porta
2
Ego dormio, et cor meum vigi- 2
Mi sono addormentata, ma ve-
lat. glia il mio cuore.
Vox dilecti mei pulsantis: Un rumore! La voce del mio
«Aperi mihi, soror mea, amica amato che bussa:
mea, «Aprimi, sorella mia,
columba mea, immaculata mea, mia amica, mia colomba, mio tutto;
quia caput meum plenum est ro- perché il mio capo è madido di
re, rugiada,
et cincinni mei guttis noctium». i miei riccioli di gocce notturne».
3
«Exspoliavi me tunica mea, 3
«Mi sono tolta la veste;
quomodo induar illa? come indossarla di nuovo?
Lavi pedes meos, Mi sono lavata i piedi;
quomodo inquinabo illos?». come sporcarli di nuovo?».
4
Dilectus meus misit manum 4
L’amato mio ha introdotto la
suam per foramen, mano nella fessura
et venter meus ilico intremuit. e le mie viscere fremettero per lui.
5
Surrexi, ut aperirem dilecto 5
Mi sono alzata per aprire al mio
meo; amato
Ct 5,5 2234
L’incanto dell’amato
10
Dilectus meus candidus et ru- 10
L’amato mio è bianco e vermi-
bicundus glio,
dignoscitur ex milibus. riconoscibile fra una miriade.
11
Caput eius aurum optimum, 11
Il suo capo è oro, oro puro,
cincinni eius sicut racemi pal- i suoi riccioli sono grappoli di
marum, palma,
nigri quasi corvus. neri come il corvo.
12
Oculi eius sicut columbae 12
I suoi occhi sono come colombe
super rivulos aquarum, su ruscelli d’acqua;
quae lacte sunt lotae i suoi denti si bagnano nel latte,
et resident iuxta fluenta plenissima. si posano sui bordi.
5,6 Discesserat - Significatio verbi bedabrô sumitur ex verbo Arabo dabara «abire, fugere»
2235 Ct 6,3
13
Genae illius sicut areolae aro- 13
Le sue guance sono come aiuo-
matum, le di balsamo
turriculae unguentorum; dove crescono piante aromatiche,
labia eius lilia le sue labbra sono gigli
distillantia myrrham primam. che stillano fluida mirra.
14
Manus illius tornatiles aureae, 14
Le sue mani sono anelli d’oro,
plenae hyacinthis; incastonati di gemme di Tarsis.
venter eius opus eburneum Il suo ventre è tutto d’avorio,
distinctum sapphiris. tempestato di zaffiri.
15
Crura illius columnae marmo- 15
Le sue gambe, colonne di ala-
reae, bastro,
quae fundatae sunt super bases posate su basi d’oro puro.
aureas;
species eius ut Libani, Il suo aspetto è quello del Libano,
electus ut cedri. magnifico come i cedri.
16
Guttur illius suavissimum, 16
Dolcezza è il suo palato;
et totus desiderabilis. egli è tutto delizie!
Talis est dilectus meus, et ipse Questo è l’amato mio, questo l’a-
est amicus meus, mico mio,
filiae Ierusalem. o figlie di Gerusalemme.
5,14 Tarsis: località spesso nominata nella Bibbia, per indicare grande distanza e florida
ricchezza.
6,1-3 Questo canto della reciprocità fa da sfondo a tutto il Cantico. Nella storia dell’interpreta-
zione, è stata colta qui un’eco della formula dell’alleanza biblica (“Il Signore è il nostro Dio e
noi siamo il suo popolo”), evidenziando nel poema il legame che unisce Dio e Israele. Vi si è
anche visto un rimando allo stupore estatico dell’uomo di fronte alla donna nel giardino di
Eden, dove la solitudine di Adamo è vinta da Dio con il dono di Eva, la donna, (Gen 2,18-25).
Ct 6,4 2236
QUINTO POEMA
Il fascino dell’amata
4
Pulchra es, amica mea, sicut 4
Tu sei bella, amica mia, come la
Thersa, città di Tirsa,
decora sicut Ierusalem, incantevole come Gerusalemme,
terribilis ut castrorum acies or- terribile come un vessillo di guerra.
dinata. 5
Distogli da me i tuoi occhi,
5
Averte oculos tuos a me, perché mi sconvolgono.
quia ipsi me conturbant. Le tue chiome sono come un
Capilli tui sicut grex caprarum, gregge di capre
quae descenderunt de Galaad. che scendono dal Gàlaad.
6
Dentes tui sicut grex ovium, 6
I tuoi denti come un gregge di
pecore
quae ascenderunt de lavacro: che risalgono dal bagno;
omnes gemellis fetibus, tutte hanno gemelli,
et sterilis non est in eis. nessuna di loro è senza figli.
7
Sicut fragmen mali punici, sic 7
Come spicchio di melagrana è
genae tuae la tua tempia,
per velamen tuum. dietro il tuo velo.
8
Sexaginta sunt reginae 8
Siano pure sessanta le mogli del re,
et octoginta concubinae, ottanta le concubine,
et adulescentularum non est nu- innumerevoli le ragazze!
merus;
9
una est columba mea, perfecta 9
Ma unica è la mia colomba, il
mea, mio tutto,
una est matri suae, unica per sua madre,
electa genetrici suae. la preferita di colei che l’ha ge-
nerata.
Viderunt eam filiae et beatissi- La vedono le giovani e la dicono
mam praedicaverunt; beata.
reginae et concubinae, et lauda- Le regine e le concubine la co-
verunt eam: prono di lodi:
10
«Quae est ista, quae progredi- 10
«Chi è costei che sorge come
tur quasi aurora consurgens, l’aurora,
pulchra ut luna, bella come la luna, fulgida come
electa ut sol, il sole,
terribilis ut castrorum acies or- terribile come un vessillo di
dinata?». guerra?».
11
Descendi in hortum nucum, 11
Nel giardino dei noci io sono
sceso,
ut viderem poma convallium per vedere i germogli della valle
et inspicerem, si floruisset vinea, e osservare se la vite metteva
gemme
6,4 Tirsa (“la graziosa”): capitale del regno d’Israele, prima di Samaria.
2237 Ct 7,5
7,6 Carmelo (“giardino”): monte sulla costa mediterranea; nel linguaggio poetico della Bib-
bia è simbolo di bellezza e di imponenza.
7,14 le mandragore: con i loro frutti gialli dolci e dall’intenso profumo, erano considerate
un afrodisiaco.
2239 Ct 8,6
Desiderio dell’unione
8 1 Quis mihi det te fratrem meum, 8 1Come vorrei che tu fossi mio
sugentem ubera matris meae, fratello,
ut inveniam te foris et deosculer allattato al seno di mia madre!
te, Incontrandoti per strada ti po-
et iam me nemo despiciat? trei baciare
2
Apprehenderem te et ducerem senza che altri mi disprezzi.
in domum matris meae; 2
Ti condurrei, ti introdurrei nella
ibi me doceres, casa di mia madre;
et darem tibi poculum ex vino tu mi inizieresti all’arte dell’amo-
condito re.
et mustum malorum granato- Ti farei bere vino aromatico
rum meorum. e succo del mio melograno.
3
Laeva eius sub capite meo, 3
La sua sinistra è sotto il mio capo
et dextera illius amplexatur me. e la sua destra mi abbraccia.
4
Adiuro vos, filiae Ierusalem, 4
Io vi scongiuro, figlie di Gerusa-
lemme,
ne suscitetis, neque evigilare fa- non destate, non scuotete dal
ciatis dilectam, sonno l’amore,
donec ipsa velit. finché non lo desideri.
EPILOGO
5
Quae est ista, quae ascendit de 5
Chi sta salendo dal deserto,
deserto
innixa super dilectum suum? appoggiata al suo amato?
Sub arbore malo suscitavi te; Sotto il melo ti ho svegliato;
ibi parturivit te mater tua, là dove ti concepì tua madre,
ibi parturivit te genetrix tua. là dove ti concepì colei che ti ha
partorito.
6
Pone me ut signaculum super 6
Mettimi come sigillo sul tuo
cor tuum, cuore,
8,5 Genetrix - Lege jo-ladte-k cum Gr et Syr; TM «parturivit», quod est repetitio sine sensu
8,1-4 L’intenso desiderio della sposa di unirsi al suo amato (vv. 1-2) si va compiendo (vv. 3-4).
8,6 sigillo: veniva portato al collo o al braccio, appeso a una collana, o al dito come un anel-
lo. Nell’antichità serviva per indicare la proprietà e l’appartenenza, e per autenticare i docu-
menti. Per la prima volta appare qui il nome di Dio: le vampe dell’amore sono una fiamma
divina; letteralmente “una fiamma di Jah” (cioè di YHWH).
Ct 8,6 2240
APPENDICI
La sorella piccola
8
Soror nostra parva 8
Una sorella piccola abbiamo,
et ubera non habet; e ancora non ha seni.
quid faciemus sorori nostrae Che faremo per la nostra sorella
in die, quando alloquenda est? nel giorno in cui si parlerà di lei?
9
Si murus est, 9
Se fosse un muro,
aedificemus super eum propu- le costruiremmo sopra una mer-
gnacula argentea; latura d’argento;
si ostium est, se fosse una porta,
compingamus illud tabulis ce- la rafforzeremmo con tavole di
drinis. cedro.
10
Ego murus, 10
Io sono un muro
et ubera mea sicut turris; e i miei seni sono come torri!
ex quo facta sum coram eo Così io sono ai suoi occhi
quasi pacem reperiens. come colei che procura pace!
8,6 Flammae divinae - Divide šalhebet ja-h, quod in TM unum verbum facit
8,7 Le grandi acque: simbolo di tutto ciò che incute paura all’uomo.
8,8-14 Le ultime battute del Cantico sono composte da frammenti di poesia amorosa, posti
sulle labbra ora del coro ora dell’amata e dell’amato. I vv. 8-10 e 11-12 sono canti nuziali
espressi in forma di indovinelli scherzosi.
2241 Ct 8,14
La vigna
11
Vinea fuit Salomoni 11
Salomone aveva una vigna a
in Baalhamon. Baal-Amon;
Tradidit eam custodibus; egli affidò la vigna ai custodi.
vir affert pro fructu eius Ciascuno gli doveva portare co-
me suo frutto
mille argenteos. mille pezzi d’argento.
12
Vinea mea coram me est; 12
La mia vigna, proprio la mia,
mi sta davanti:
mille tibi, Salomon, tieni pure, Salomone, i mille
pezzi d’argento
et ducenti his, qui custodiunt e duecento per i custodi dei suoi
fructus eius. frutti!
8,11 Baal-Amon (“il signore della moltitudine” oppure “il signore della ricchezza”): località
sconosciuta; forse indica simbolicamente un luogo fertile e ricco di frutti.
EPISTULA I IOANNIS
Le caratteristiche
L’origine
DIO È LUCE
Camminare nella luce
6
Si dixerimus quoniam commu- Questo è il messaggio che abbia-
5
ad invicem, et sanguis Iesu Filii luce, come egli è nella luce, siamo
eius mundat nos ab omni peccato. in comunione gli uni con gli altri, e
il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci
purifica da ogni peccato.
8
Si dixerimus quoniam pecca- 8
Se diciamo di essere senza pec-
tum non habemus, nosmetipsos cato, inganniamo noi stessi e la
seducimus, et veritas in nobis non verità non è in noi. 9Se confessia-
est. 9 Si confiteamur peccata no- mo i nostri peccati, egli è fedele e
stra, fidelis est et iustus, ut remit- giusto tanto da perdonarci i pec-
tat nobis peccata et emundet nos cati e purificarci da ogni iniquità.
ab omni iniustitia. 10 Si dixerimus 10
Se diciamo di non avere peccato,
quoniam non peccavimus, men- facciamo di lui un bugiardo e la
dacem facimus eum, et verbum sua parola non è in noi.
eius non est in nobis.
Il comandamento nuovo
3
Et in hoc cognoscimus quo- 3
Da questo sappiamo di averlo
niam novimus eum: si mandata conosciuto: se osserviamo i suoi
eius servemus. 4 Qui dicit: «Novi comandamenti. 4Chi dice: «Lo co-
eum», et mandata eius non servat, nosco», e non osserva i suoi co-
mendax est, et in isto veritas non mandamenti, è bugiardo e in lui
est; 5 qui autem servat verbum non c’è la verità. 5Chi invece os-
eius, vere in hoc caritas Dei con- serva la sua parola, in lui l’amore
summata est. In hoc cognoscimus di Dio è veramente perfetto. Da
quoniam in ipso sumus. 6 Qui di- questo conosciamo di essere in
cit se in ipso manere, debet, sicut lui. 6Chi dice di rimanere in lui,
ille ambulavit, et ipse ambulare. deve anch’egli comportarsi come
lui si è comportato.
7
Carissimi, non mandatum no- 7
Carissimi, non vi scrivo un nuovo
vum scribo vobis, sed mandatum comandamento, ma un comanda-
vetus, quod habuistis ab initio: mento antico, che avete ricevuto da
mandatum vetus est verbum, quod principio. Il comandamento antico
audistis. 8 Verumtamen mandatum è la Parola che avete udito. 8Eppure
novum scribo vobis, quod est ve- vi scrivo un comandamento nuovo,
rum in ipso et in vobis, quoniam te- e ciò è vero in lui e in voi, perché le
nebrae transeunt, et lumen verum tenebre stanno diradandosi e già
iam lucet. 9 Qui dicit se in luce esse appare la luce vera. 9Chi dice di es-
et fratrem suum odit, in tenebris sere nella luce e odia suo fratello, è
est usque adhuc. 10 Qui diligit fra- ancora nelle tenebre. 10Chi ama suo
trem suum, in lumine manet, et fratello, rimane nella luce e non vi è
scandalum ei non est; 11 qui autem in lui occasione di inciampo. 11Ma
odit fratrem suum, in tenebris est chi odia suo fratello, è nelle tene-
et in tenebris ambulat et nescit quo bre, cammina nelle tenebre e non
vadat, quoniam tenebrae obcaeca- sa dove va, perché le tenebre hanno
verunt oculos eius. accecato i suoi occhi.
Il mondo passa
12
Scribo vobis, filioli: 12
Scrivo a voi, figlioli,
Remissa sunt vobis peccata perché vi sono stati perdonati i
propter nomen eius. peccati in virtù del suo nome.
13
Scribo vobis, patres: 13
Scrivo a voi, padri,
Nostis eum, qui ab initio est. perché avete conosciuto colui
che è da principio.
Scribo vobis, adulescentes: Scrivo a voi, giovani,
Vicistis Malignum. perché avete vinto il Maligno.
L’anticristo
18
Filioli, novissima hora est; et sic- Figlioli, è giunta l’ultima ora. Co-
18
2,14 Scripsi vobis, infantes: quoniam cognovistis Patrem | patres: quia cognovistis eum qui
ab initio | adulescentes: quia
2,16 oculorum est et superbia vitae quae non est ex Patre
2,18 nunc antichristi multi facti sunt, unde scimus
2,14 figlioli: si riferisce probabilmente a tutti i membri della comunità indistintamente; pa-
dri e giovani, invece, introducono una distinzione di età e di maturità.
2,15 Non amate il mondo: il mondo, nel senso giovanneo, è quello dominato da Satana (vedi
Gv 12,31), che ascolta e favorisce le tendenze malvagie dell’uomo.
2,16 concupiscenza della carne: tutte quelle tendenze cattive che inducono l’uomo ad appar-
tenere proprio a quel mondo che, invece, bisogna rifiutare. La concupiscenza degli occhi
non è soltanto il desiderio disonesto, impuro, ma una vita priva di sostanza, affascinata dal-
le apparenze. La superbia della vita è l’ostentazione della ricchezza.
2,18-29 L’ultima ora, la cui durata non viene precisata, è quella che vede esplicarsi, con la
propagazione dell’errore, l’azione dell’anticristo (2Tm 3,1; Gc 5,3; Gd 17-18). Il termine “an-
ticristo”, nel NT, è usato solo qui, nei vv. 18 e 22, in 4,3 e in 2Gv 7. Gli anticristi (v. 18) sono,
in concreto, i falsi maestri, i quali, pur appartenendo alla comunità cristiana, sono in con-
trasto con l’insegnamento degli apostoli.
4299 1 Io 2,27
runt, sed non erant ex nobis, nam si usciti da noi, ma non erano dei no-
fuissent ex nobis, permansissent no- stri; se fossero stati dei nostri, sa-
biscum; sed ut manifestaretur quo- rebbero rimasti con noi; sono usciti
niam illi omnes non sunt ex nobis. perché fosse manifesto che non tut-
20
Sed vos unctionem habetis a ti sono dei nostri. 20Ora voi avete ri-
Sancto et scitis omnes. 21 Non scri- cevuto l’unzione dal Santo, e tutti
psi vobis quasi nescientibus verita- avete la conoscenza. 21Non vi ho
tem sed quasi scientibus eam, et scritto perché non conoscete la ve-
quoniam omne mendacium ex veri- rità, ma perché la conoscete e per-
tate non est. 22 Quis est mendax, nisi ché nessuna menzogna viene dalla
is qui negat quoniam Iesus est Chri- verità. 22Chi è il bugiardo se non co-
stus? Hic est antichristus, qui negat lui che nega che Gesù è il Cristo?
Patrem et Filium. 23 Omnis, qui ne- L’anticristo è colui che nega il Pa-
gat Filium, nec Patrem habet; qui dre e il Figlio. 23Chiunque nega il
confitetur Filium, et Patrem habet. Figlio, non possiede nemmeno il
Padre; chi professa la sua fede nel
Figlio possiede anche il Padre.
24
Vos, quod audistis ab initio, in 24
Quanto a voi, quello che avete
vobis permaneat; si in vobis per- udito da principio rimanga in voi.
manserit, quod ab initio audistis, Se rimane in voi quello che avete
et vos in Filio et in Patre manebi- udito da principio, anche voi ri-
tis. 25 Et haec est repromissio, marrete nel Figlio e nel Padre. 25E
quam ipse pollicitus est nobis: vi- questa è la promessa che egli ci
tam aeternam. ha fatto: la vita eterna.
26
Haec scripsi vobis de eis, qui se- 26
Questo vi ho scritto riguardo a
ducunt vos. 27 Et vos unctionem, coloro che cercano di ingannarvi.
quam accepistis ab eo, manet in vo- 27
E quanto a voi, l’unzione che ave-
bis, et non necesse habetis, ut ali- te ricevuto da lui rimane in voi e
quis doceat vos; sed sicut unctio non avete bisogno che qualcuno vi
ipsius docet vos de omnibus, et ve- istruisca. Ma, come la sua unzione
rum est et non est mendacium, et, vi insegna ogni cosa ed è veritiera e
sicut docuit vos, manetis in eo. non mentisce, così voi rimanete in
lui come essa vi ha istruito.
2,19 permansissent utique nobiscum | sed ut manifesti sint quoniam non sunt omnes ex nobis
2,20 a Sancto et nostis omnia
2,21 quasi ignorantibus veritatem
2,22 quoniam Iesus non est Christus
2,24 in Filio et Patre
2,27 sed sicut unctio eius | manete in eo
2,20 L’unzione, cioè il suo effetto, è il dono dello Spirito Santo dato da Cristo, che fa cono-
scere la verità (2,27; Gv 14,26; 16,13).
2,21 La menzogna insegnata dai falsi maestri non viene dalla rivelazione divina.
2,22-23 il Cristo: il messia che Dio ha mandato. Non è possibile essere in comunione con
Dio senza essere in comunione con il suo Figlio.
2,27 Nessuno può aggiungere qualcosa all’insegnamento ricevuto dai fedeli.
1 Io 2,28 4300
28
Et nunc, filioli, manete in eo, 28
E ora, figlioli, rimanete in lui,
ut, cum apparuerit, habeamus fi- perché possiamo avere fiducia
duciam et non confundamur ab quando egli si manifesterà e non
eo in adventu eius. 29 Si scitis quo- veniamo da lui svergognati alla
niam iustus est, scitote quoniam sua venuta. 29Se sapete che egli è
et omnis, qui facit iustitiam, ex giusto, sappiate anche che chiun-
ipso natus est. que opera la giustizia, è stato ge-
nerato da lui.
DIO È GIUSTO
Siamo davvero figli di Dio
3 1 Videte qualem caritatem dedit 3 1Vedete quale grande amore ci
nobis Pater, ut filii Dei nomine- ha dato il Padre per essere chia-
mur, et sumus! Propter hoc mun- mati figli di Dio, e lo siamo real-
dus non cognoscit nos, quia non mente! Per questo il mondo non
cognovit eum. 2 Carissimi, nunc fi- ci conosce: perché non ha cono-
lii Dei sumus, et nondum manife- sciuto lui. 2Carissimi, noi fin d’ora
statum est quid erimus; scimus siamo figli di Dio, ma ciò che sa-
quoniam, cum ipse apparuerit, si- remo non è stato ancora rivelato.
miles ei erimus, quoniam videbi- Sappiamo però che quando egli si
mus eum, sicuti est. sarà manifestato, noi saremo si-
mili a lui, perché lo vedremo così
come egli è.
3
Et omnis, qui habet spem hanc 3
Chiunque ha questa speranza in
in eo, purificat se, sicut ille purus lui, purifica se stesso, come egli è
est. 4 Omnis, qui facit peccatum, puro. 4Chiunque commette il pec-
et iniquitatem facit, quia pecca- cato, commette anche l’iniquità,
tum est iniquitas. 5 Et scitis quon- perché il peccato è l’iniquità. 5Voi
iam ille apparuit, ut peccata tolle- sapete che egli si manifestò per
ret, et peccatum in eo non est. 6 togliere i peccati e che in lui non
Omnis, qui in eo manet, non pec- vi è peccato. 6Chiunque rimane in
cat; omnis, qui peccat, non vidit lui non pecca; chiunque pecca
eum nec novit eum. non l’ha visto né l’ha conosciuto.
7
Filioli, nemo vos seducat. Qui 7
Figlioli, nessuno v’inganni. Chi
facit iustitiam, iustus est, sicut ille pratica la giustizia è giusto come
iustus est; 8 qui facit peccatum, ex egli è giusto. 8Chi commette il pec-
Diabolo est, quoniam a principio cato viene dal diavolo, perché da
Diabolus peccat. Propter hoc ap- principio il diavolo è peccatore.
paruit Filius Dei, ut dissolvat ope- Per questo si manifestò il Figlio di
ra Diaboli. 9 Omnis, qui natus est Dio: per distruggere le opere del
ex Deo, peccatum non facit, quo- diavolo. 9Chiunque è stato genera-
niam semen ipsius in eo manet; et to da Dio non commette peccato,
non potest peccare, quoniam ex perché un germe divino rimane in
Deo natus est. 10 In hoc manifesti lui, e non può peccare perché è
sunt filii Dei et filii Diaboli: om- stato generato da Dio. 10In questo
nis, qui non facit iustitiam, non si distinguono i figli di Dio dai figli
est ex Deo, et qui non diligit fra- del diavolo: chi non pratica la giu-
trem suum. stizia non è da Dio, e neppure lo è
chi non ama il suo fratello.
I falsi profeti
4 1 Carissimi, nolite omni spiritui 4 1Carissimi, non prestate fede ad
credere, sed probate spiritus si ex ogni spirito, ma mettete alla prova
Deo sint, quoniam multi pseudo- gli spiriti, per saggiare se provengo-
prophetae prodierunt in mun- no veramente da Dio, perché molti
dum. 2 In hoc cognoscitis Spiri- falsi profeti sono venuti nel mondo.
tum Dei: omnis spiritus, qui confi- 2
In questo potete riconoscere lo
tetur Iesum Christum in carne ve- Spirito di Dio: ogni spirito che rico-
nisse, ex Deo est. 3 Et omnis spiri- nosce Gesù Cristo venuto nella car-
tus, qui non confitetur Iesum, ex ne, è da Dio; 3ogni spirito che non
Deo non est; et hoc est antichristi, riconosce Gesù, non è da Dio. Que-
quod audistis quoniam venit, et sto è lo spirito dell’anticristo che,
nunc iam in mundo est. 4 Vos ex come avete udito, viene, anzi è già
Deo estis, filioli, et vicistis eos, nel mondo. 4Voi siete da Dio, figlio-
quoniam maior est, qui in vobis li, e avete vinto costoro, perché co-
est quam qui in mundo. 5 Ipsi ex lui che è in voi è più grande di colui
mundo sunt; ideo ex mundo lo- che è nel mondo. 5Essi sono del
quuntur, et mundus eos audit. 6 mondo, perciò insegnano cose del
Nos ex Deo sumus. Qui cognoscit mondo e il mondo li ascolta. 6Noi
Deum, audit nos; qui non est ex siamo da Dio: chi conosce Dio
Deo, non audit nos. Ex hoc co- ascolta noi; chi non è da Dio non ci
gnoscimus Spiritum veritatis et ascolta. Da questo noi distinguiamo
spiritum erroris. lo spirito della verità e lo spirito
dell’errore.
DIO È AMORE
Amiamoci gli uni gli altri
7
Carissimi, diligamus invicem, Carissimi, amiamoci gli uni gli
7
paruit caritas Dei in nobis, quon- festato l’amore di Dio in noi: Dio
iam Filium suum unigenitum mi- ha mandato nel mondo il suo Fi-
sit Deus in mundum, ut vivamus glio unigenito, perché noi avessi-
per eum. 10 In hoc est caritas, non mo la vita per mezzo di lui. 10In
quasi nos dilexerimus Deum, sed questo sta l’amore: non siamo sta-
quoniam ipse dilexit nos et misit ti noi ad amare Dio, ma è lui che
Filium suum propitiationem pro ha amato noi e ha mandato il suo
peccatis nostris. Figlio come vittima di espiazione
per i nostri peccati.
11
Carissimi, si sic Deus dilexit 11
Carissimi, se Dio ci ha amati co-
nos, et nos debemus alterutrum di- sì, anche noi dobbiamo amarci gli
ligere. 12 Deum nemo vidit um- uni gli altri. 12Nessuno mai ha visto
quam; si diligamus invicem, Deus Dio; se ci amiamo gli uni gli altri,
in nobis manet, et caritas eius in Dio rimane in noi e l’amore di lui è
nobis consummata est. 13 In hoc co- perfetto in noi. 13In questo si cono-
gnoscimus quoniam in ipso mane- sce che noi rimaniamo in lui ed
mus, et ipse in nobis, quoniam de egli in noi: egli ci ha donato il suo
Spiritu suo dedit nobis. 14 Et nos vi- Spirito. 14E noi stessi abbiamo ve-
dimus et testificamur quoniam Pa- duto e attestiamo che il Padre ha
ter misit Filium salvatorem mundi. mandato il suo Figlio come salva-
15
Quisque confessus fuerit: «Iesus tore del mondo. 15Chiunque con-
est Filius Dei », Deus in ipso manet, fessa che Gesù è il Figlio di Dio,
et ipse in Deo. 16 Et nos, qui credidi- Dio rimane in lui ed egli in Dio. 16E
mus, novimus caritatem, quam ha- noi abbiamo conosciuto e creduto
bet Deus in nobis. Deus caritas est, l’amore che Dio ha in noi. Dio è
et, qui manet in caritate, in Deo amore; chi rimane nell’amore ri-
manet, et Deus in eo manet. mane in Dio e Dio rimane in lui.
17
In hoc consummata est caritas 17
In questo l’amore ha raggiunto
nobiscum, ut fiduciam habeamus tra noi la sua perfezione: che abbia-
in die iudicii, quia sicut ille est, et mo fiducia nel giorno del giudizio,
nos sumus in hoc mundo. 18 Ti- perché come è lui, così siamo anche
mor non est in caritate, sed per- noi, in questo mondo. 18Nell’amore
fecta caritas foras mittit timorem, non c’è timore, al contrario l’amore
quoniam timor poenam habet; perfetto scaccia il timore, perché il
qui autem timet, non est consum- timore suppone un castigo e chi te-
matus in caritate. me non è perfetto nell’amore.
4,12 in nobis perfecta est
4,13 In hoc intellegimus quoniam in eo
4,15 quoniam Iesus | Deus in eo manet
4,16 Et nos cognovimus et credidimus caritati | in Deo manet et Deus in eo
4,17 In hoc perfecta est caritas
4,18 non est perfectus in caritate
4,12 Non possiamo vedere Dio, come già si afferma nel prologo del vangelo di Giovanni (Gv
1,18). Lo possiamo incontrare però nell’amore fraterno e nel riconoscimento che Gesù è il
Figlio di Dio: cioè nella carità e nella fede.
4305 1 Io 5,7
19
Nos diligimus, quoniam ipse 19
Noi amiamo perché egli ci ha
prior dilexit nos. 20 Si quis dixerit: amati per primo. 20Se uno dice:
«Diligo Deum», et fratrem suum «Io amo Dio» e odia suo fratello, è
oderit, mendax est; qui enim non un bugiardo. Chi infatti non ama
diligit fratrem suum, quem videt, il proprio fratello che vede, non
Deum, quem non videt, non po- può amare Dio che non vede. 21E
test diligere. 21 Et hoc mandatum questo è il comandamento che ab-
habemus ab eo, ut, qui diligit biamo da lui: chi ama Dio, ami
Deum, diligat et fratrem suum. anche suo fratello.
sus est Christus, ex Deo natus est; Cristo, è stato generato da Dio; e
et omnis, qui diligit Deum qui ge- chi ama colui che ha generato, ama
nuit, diligit et eum qui natus est anche chi da lui è stato generato.
ex eo. 2 In hoc cognoscimus quo- 2
In questo conosciamo di amare i
niam diligimus natos Dei, cum figli di Dio: quando amiamo Dio e
Deum diligamus et mandata eius osserviamo i suoi comandamenti.
faciamus. 3 Haec est enim caritas 3
In questo infatti consiste l’amore
Dei, ut mandata eius servemus; et di Dio, nell’osservare i suoi coman-
mandata eius gravia non sunt, 4 damenti; e i suoi comandamenti
quoniam omne, quod natum est non sono gravosi. 4Chiunque è stato
ex Deo, vincit mundum; et haec generato da Dio vince il mondo; e
est victoria, quae vicit mundum: questa è la vittoria che ha vinto il
fides nostra. mondo: la nostra fede.
5
Quis est qui vincit mundum, nisi 5
E chi è che vince il mondo se non
qui credit quoniam Iesus est Filius chi crede che Gesù è il Figlio di
Dei? 6 Hic est qui venit per aquam Dio? 6Egli è colui che è venuto con
et sanguinem, Iesus Christus; non acqua e sangue, Gesù Cristo; non
in aqua solum sed in aqua et in con l’acqua soltanto, ma con l’ac-
sanguine. Et Spiritus est, qui testifi- qua e con il sangue. Ed è lo Spirito
catur, quoniam Spiritus est veritas. che dà testimonianza, perché lo
7
Quia tres sunt qui testificantur: Spirito è la verità. 7Poiché tre sono
CONCLUSIONE
18
Scimus quoniam omnis, qui 18
Sappiamo che chiunque è stato
natus est ex Deo, non peccat, sed generato da Dio non pecca: chi è
ille qui genitus est ex Deo, conser- stato generato da Dio preserva se
vat eum, et Malignus non tangit stesso e il Maligno non lo tocca.
eum. 19 Scimus quoniam ex Deo 19
Noi sappiamo che siamo da Dio,
sumus, et mundus totus in Mali- mentre tutto il mondo sta in pote-
gno positus est. 20 Et scimus quo- re del Maligno. 20Sappiamo anche
niam Filius Dei venit et dedit no- che il Figlio di Dio è venuto e ci
bis sensum, ut cognoscamus eum, ha dato l’intelligenza per conosce-
qui verus est; et sumus in eo, qui re il vero Dio. E noi siamo nel ve-
verus est, in Filio eius Iesu Chri- ro Dio, nel Figlio suo Gesù Cristo:
sto. Hic est qui verus est, Deus et egli è il vero Dio e la vita eterna.
vita aeterna. 21 Filioli, custodite 21
Figlioli, guardatevi dai falsi dèi!
vos a simulacris!