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Festival di Sanremo 1966


16^ Edizione
Festival di Sanremo 1966
Edizione 16^
Periodo 27 - 29 gennaio
Salone delle Feste del Casinò
Sede
Municipale di Sanremo
  Mike Bongiorno, Paola
Penni e Carla Maria Puccini
Presentatori
TV
Trasmesso da
Radio
Partecipanti 48 cantanti - 26 canzoni
  Domenico Modugno e Gigliola
Cinquetti
Vincitori

 L a Radio sul Secondo Programma e la Televisione, seguirono la manifestazione in diretta tutte e tre le sere, per la terza ed
ultima serata si collegarono in Eurovisione. Col Salone delle Feste del Casinò, si collegarono altre 28 Emittenti. Da questa edizione
la serata finale del Festival venne integralmente trasmessa in Eurovisione. Si stimano che abbiano visto la manifestazione canora
oltre 300 milioni di telespettatori.

 P resentarono Mike Bongiorno, Paola Penni e Carla Maria Puccini.

 M ike intervistato sulla sua nuova partecipazione al Festival disse: ”il mio sogno di condurre il Festival negli anni Sessanta
continuò grazie anche a  Gianni Ravera, che da cantante si era trasformato in produttore e direttore artistico e che mi
sosteneva davanti alla stampa”.

  N ella serata finale accadde un episodio che fece sussultare il pubblico in sala e preoccupare i spettatori esterni. Carla Puccini la
collaboratrice di Mike,   piuttosto stressata dall’aver condotto fino ad allora  la Kermesse,  svenne sul palco mentre veniva
pronunciata la parola “bum” dell’ultima canzone in gara "Paff... bum" di Lucio Dalla, si disse per ché era denutrita. Il Dott.
Ferrero, il medico del Festival, tranquillizzò tutti affermando che non era successo nulla di grave :    “la poverina si è sentita male
per il caldo soffocante non si comprende come mai l’organizzazione non abbia messo i condizionatori d’aria nel teatro”.

Ovviamente dietro le quinte  l’agitazione regnava sovrana, il solo Mike era calmo e gestiva la situazione di par suo, dando
disposizioni a tutti al fine di gestire gli accadimenti al meglio, senza ulteriori ritardi per la ripresa della manifestazione canora.

In seguito si disse che  Gianni Boncompagni e Renzo Arbore erano stati gli autori della burla, consigliando alla presentatrice di far
finta di svenire per creare ulteriore interesse sul Festival.  Mike Bongiorno scrisse riferendosi all'episodio sopra
narratto: “Qualunque mezzo era buono per far parlare di sé al Festival".

  L’ edizione del 1966 si distinse per lo scontro tra la generazione dei melodici e la  "beat generation" rappresentata dai
"Gruppi" . Il loro modo di esibirsi veniva definito in modo dispreggiativo "la musica dei capelloni"

G ianni Ravera attento alle novità sul mercato mondiale, comprese  che era arrivato il momento che un Festival della canzone
dovesse necessariamente prendere in considerazione  le novità discograficamente più interessanti. In quel tempo la musica che i
giovani maggiormente amavano era quella espressa dai “Gruppi”. Pertanto,  bisognava ringiovanire il Festival e prendere al volo
questa nuova realtà musicale. Nella sedicesima edizione i complessi invasero la rassegna, senza però raccogliere un grande
consenso. Il patron era l'assoluto padrone del Festival, non si poneva limiti nella scelta dei cantanti, dei brani, dei presentatori, e
degli ospiti. Erano gli anni d'oro del festival di Sanremo .
  I  Ribelli in coppia ancora con i New Christy Minstrels fu l’unico gruppo ad arrivare in finale con la canzone assai modesta
“A la buena de Dios”. Vennero sostenuti in modo caloroso in sala dai componenti del “Clan di Celentano”. Il Festival fu
interrotto a lungo a causa del fragore e schiamazzi che il "Clan" organizzò in quella occasione.

  L' Equipe 84 partecipò in coppia con e i Renegades con la canzone “Un giorno tu mi cercherai”. Il brano non venne
molto apprezzato dalle giurie e venne eliminato. In seguito  ebbe anche un discreto successo di vendite.

  T he Yardbirds (leaders assieme a Jeff Beck erano Keith Relf, Chris Reja, Paul Samwell - Smith e Jim

McCarty), rappresentavano in quel momento il meglio del beat inglese, "culla" di prodigi come Eric Clapton, Jimmy Page,
diretti progenitori dei Led Zeppelin. In questo caso, la canzone "Paff... bum" di Lucio Dalla che interpretarono  non era
certamente un pezzo adatto a loro, anche perché di modesta fattura musicale. Inoltre si presentarono sul palco ubriachi e
la diffidenza che aleggiava sui gruppi musicali di nuova tendenza si accentuò, tanto che se ne fece interprete lo stesso Mike
Bongiorno che presentò il "Gruppo", manifestando il suo disprezzo  dicendo: "Ma sentiamo un po’ cosa ci cantano questi
cappelloni, questi gallinacci". In quel frangente fece una delle sue più atroci gaffe, semplicemente traducendo letteralmente il nome
del complesso.

  N onostante tutto il genere beat riuscì a scalfire l’inossidabile mondo  della canzone italiana, con due brani di maggiore successo
e più ricordati negli anni a venire. Il primo fu "Nessuno mi può giudicare" di Caterina Caselli "caschetto d'oro", l'anno del
suo esordio. Caterina aveva una voce straordinaria, mentre le altre imitavano i cantanti di successo, lei era unica nel suo modo di
esibirsi. Arrivò addirittura al secondo posto, grazie anche alla sua trascinante interpretazione. Il secondo motivo fu "Il ragazzo
della Via Gluck" di Adriano Celentano, che di lì a poco sarebbe diventato uno strepitoso successo, venne escluso dalle giurie
decisamente incapace di capire che stavano ascoltando un classico senza tempo. Il testo di  Luciano Beretta e Miki Del
Prete rappresentava la  ‘fotografia" di un’Italia che stava trasformandosi a causa dell'avvanzare del cemento nelle città:  “E’ una
fortuna per voi che restate a piedi nudi a giocare nei prati mentre là in centro io respiro il cemento!…Torna e non trova gli amici
che aveva, solo case su case, catrame cemento!"

P arteciparono alla manifestazione anche i due vincitori di Castrocaro : Luciana Turina castigata per la sua.. mole con la
canzone "Dipendesse da me". Per la sua bellissima voce fu definita la "Fitzgerald italiana" e Plinio Maggi, cantautore catanese
che scrisse ed intrepretò "Io ti amo". Per i critici sicuramente era da

 preferire da autore che come cantante, troppo emotivo per reggere l'emozione di salire sul palco del Festival.

 Vinse il Festival  Domenico Modugno in coppia con Gigliola Cinquetti con un brano non memorabile
probabilmente il più banale scritto da lui: “Dio, come ti amo”  

Domenico Modugno si piazzò primo per la quarta ed ultima volta, invece Gigliola Cinquetti, fu per lei, la seconda ed ultima
vittoria. Dopo la proclamazione della vittoria "Mister Volare"  prese in braccio la sua partner, sollevandole l'abito da sera, facendo
vedere le sue mutandine.

 I cantanti furono 47, le canzoni 26.

 Debuttanti

 Richard Anthony, Orietta Berti, Paola Bertoni, Pat Boone, Caterina Caselli, Chad and Jeremy, Lucio Dalla, Vic
Dana, Giuseppe Di Stefano, Sergio Endrigo, Equipe 84, Gino, Françoise Hardy, Anna Identici, Plinio Maggi, Anna
Marchetti, Los Paraguayos, P.J. Proby, The Renegades, I Ribelli, Ricardo, Luciano Tomei, Trio del Caln, Luciana
Turina, Bobby Vinton, The Yardbirds. 

I veterani

Adriano Celentano, Gigliola Cinquetti, Nicola Di Bari, Pino Donaggio, John Foster, Giorgio Gaber, Peppino
Gagliardi, Remo Germani, Wilma Goich, Milva, The Mintrels, Domenico Modugno, Gino Paoli, Gene Pitney,
Bobby Solo, Les Surfs, Franco Tozzi, Ornella Vanoni, Edoardo Vianello, Claudio Villa, Iva Zanicchi

 Curiosità
M ike Bongiorno attento ad ogni più piccolo particolare, alle ore 15.30,  poco prima che iniziasse il Festival, fece venire da
Milano il suo parrucchiere Nicola per aggiustargli i capelli con taglio, shampoo, messa in piega e frizione.

L a Rai minacciò che non avrebbe ripreso la manifestazione fin quando Bobby Solo non avesse fatto ammenda poiché si era
comportato maleducatamente in una trasmissione televisiva a cui aveva partecipato poco tempo prima. Il cantante dovette inviare
una lettera di scuse per far rientrare la suddetta intimidazione.

 I Ribelli si presentarono sul palco con capelli lunghissimi (una forma di provocazione). Durante l’esecuzione si tolsero le
parrucche restando con i loro capelli poco più lunghi del normale.

I
  va Zanicchi disse: «L’anno scorso sono andata a Sanremo convinta che ce l’avrei fatta a entrare in finale.
Invece mi hanno buttata fuori subito. Ho pianto. Sono svenuta, per giorni e giorni mi sono disperata. Poi,
col tempo, ho cominciato a sentirmi dire: “Sei brava”. Ma non ci casco più. Stavolta vado al Festival più
fatalista di un’orientale: sono convinta in partenza che mi buttano fuori subito!». Nella realtà entrò in finale
e  si piazzò dodicesima con “La notte dell’addio”

 L ucio Dalla, era solito presentarsi sul palco per le prove con la barba lunga e incolta, indossando i pantaloni del pigiama. E a
proposito di ciò disse: "I pantaloni sono comodi, e la barba ha per me un significato profondo che non sto a spiegarvi. Forse sono
nato così. Certo che mi crea qualche problema con i rapporti sentimentali".

 P eppino Gagliardi tenne in mano un rosario mentre interpretava la sua canzone.

 Tra gli stranieri si distinse Pat Boone numero 1 nelle Hit statunitensi con "Speedy Gonzales" –
La grande rivelazione delle prime due serate è Caterina Caselli, 19enne di Sassuolo che canta la trascinante
« Nessuno mi può giudicare». Di lei colpiscono la grinta nell’interpretazione, la voce potente e
l’acconciatura (subito ribattezzata « casco d’oro») creata dai parrucchieri milanesi Vergottini. Le giurie la
promuovono alla finale insieme con il favorito Sergio Endrigo (« Adesso sì») e l’intensa Iva Zanicchi, in
gara con « La notte dell’addio», considerata da molti osservatori la più bella canzone del Festival. Allo
stesso tempo bocciano superstar come Bobby Solo, Gino Paoli, Bobby Solo, il tenore Giuseppe Di Stefano e
Adriano Celentano. Il molleggiato prende con spirito l’eliminazione del « Ragazzo della via Gluck» e resta a
Sanremo per sostenere i Ribelli. Tuttavia, nel corso dell’ultima serata, il complesso sponsorizzato dal Clan è
protagonista di una rissa. Alla fine della loro esibizione, infatti, Dall’Aglio e gli altri gettano sul palco le loro
lunghe parrucche e restano sulla scena per ricevere i prolungati applausi dei fan. Intanto, Iva Zanicchi si
prepara a cantare « La notte dell’addio». Per consentire allo spettacolo di continuare deve addirittura
intervenire la polizia. Ne nasce un tafferuglio che porta a una breve sospensione della diretta televisiva e alla
denuncia per « minacce a pubblico ufficiale» di quattro persone tra cui Miki del Prete ed Elio Borzoni
(parolieri del Clan) e il giornalista-regista Piero Vivarelli.

Briciole di Storia

 Accadeva nel 1966

N egli USA va in onda il primo episodio di "Star Trek".


. I capelloni, le minigonne di Mary Quant e i primi movimenti femministi cominciarono a sconvolgere il mondo, compresa
l'Italia.

A novembre accade una terribile disgrazia, l'alluvione di Firenze. Tale evento drammatico vide la partecipazione di tantisimi
soccorritori, volontari provenienti da tutto il mondo, chiamati affettuosamente gli "angeli del fango" e che aiuteranno la città  a
salvare l'immenso patrimonio artistico.  L’universo giovanile si mosse con straordinario entusiasmo. "E’ il primo grande segno di
autonomia giovanile".

L a Alfa Romeo Giulia e la 124 Fiat, vedono la luce e diventano negli anni a seguire le berline piu' amate dagli italiani.

  I l 1966 è ricordato per l’inchiesta sulla libertà sessuale uscita sul giornalino degli studenti del liceo “Parini” di Milano. Intorno
all’affaire “La zanzara” (così si chiamava la testata) l’Italia si trovò divisa mentre il caso finì in Tribunale. Era la conferma che i
giovani stavano vivendo una stagione di grandi cambiamenti. 

  I n quell’anno, morirono illustri personaggi: Walt Disney, l’attore genovese Gilberto Govi, lo scrittore Elio Vittorini. 

Orchestra

A ccadde per gli ultimi due anni, che ci fu una sola grand'Orchestra, che accompagnò i 26 cantanti, diretta a turno da 21 Maestri:

 Renato Angiolini, Pino Calvi, Nello Ciangherotti, Gianni Fallabrino, Gianfranco Intra, Gorni Kramer, Jan
Langosz, Ezio Leoni, Giulio Libano, Ray Conniff, Detto Mariano, Augusto Martelli, Gino Mescoli, Mario Migliardi,
Gianfranco Monaldi, Ennio Morricone, Iller Pattacini, Franco Pisano, Gian Franco Reverberi, Sauro Sili e
Gianfranco Tadini.

 Regolamento

P
  er la sedicesima edizione del Festival, giunsero 216 canzoni, fu compito della Commissione Consultiva, Presieduta dal
Maestro Carlo Savina, eseguire una dettagliata selezione dei brani. 

I responsabili dell'Ata società di gestione del Casinò, selezionarono poi le 26 canzoni, da portare al pubblico del Casinò, le divisero
13 per serata. Al termine, le 15 giurie esterne composte da 225 giurati, votarono le sei canzoni da mandare alla serata finale. Le sette
rimanenti, una speciale giuria formata da 15 giornalisti ebbe la facoltà di sceglierne una, stessa procedura per la seconda serata. Le
14 canzoni finaliste furono votate al termine della terza serata finale, una sola canzone vinse il primo posto.

 Organizzazione e Direzione Artistica P atron Gianni Ravera

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